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Minime. 766
- Subject: Minime. 766
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 21 Mar 2009 00:56:11 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 766 del 21 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Ancora uno sforzo 2. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni fedeli allo stato di diritto e all'umanita' 3. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 5. "Le scimmie verdi", un'opera teatrale antirazzista di Daniele Barbieri e Hamid Barole Abdu 6. "Agi": Un'agenzia dell'Onu denuncia che l'Italia viola i diritti degli immigrati 7. Maria Grazia Bruzzone: L'Onu denuncia che l'Italia viola i diritti umani 8. "Corriere della sera": Per l'Onu Italia razzista verso gli stranieri 9. Vittorio Longhi: Il rapporto dell'Ilo denuncia che l'Italia viola i diritti umani degli immigrati 10. "Il messaggero": Secondo l'agenzia dell'Onu l'Italia viola i diritti umani degli immigrati 11. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 12. Marica Di Pierri: Con Aida Quilcue' in difesa dei diritti umani e della Madre Terra 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. ANCORA UNO SFORZO Si puo' contrastare vittoriosamente il tentativo di imporre il regime dell'apartheid nel nostro paese. Le evidenti difficolta' della maggioranza parlamentare che sostiene il governo e la stessa recentissima dichiarazione del presidente del Consiglio dei ministri golpista rivelano come un'azione corale persuasa e tenace nella societa' e nelle istituzioni contro i piu' abominevoli provvedimenti razzisti del cosiddetto "pacchetto sicurezza" possa efficacemente contrastare l'eversione dall'alto che vorrebbe imporre al nostro paese un regime di segregazione razziale. * Ma ovviamente ora piu' che mai occorre che l'azione antirazzista si dispieghi con la massima ampiezza e con la massima chiarezza. Sarebbe una sciocchezza sesquipedale collocarsi ora in una posizione attendista: poiche' il rischio che la Camera dei deputati approvi il cosiddetto "pacchetto sicurezza" cosi' com'e' e' ancora elevato; ed anche se venissero introdotti minimi correttivi cassando le parti piu' ripugnanti, il rischio e' che comunque vengano approvate altre parti ugualmente razziste (e tutti i vecchi mestieranti della prevaricazione sanno che se si vuol far accettare un provvedimento palesemente criminale da un pubblico consesso frastornato o debilitato, rassegnato o prostituito, la tattica migliore e' di proporre quel provvedimento insieme ad altri di gran lunga piu' scandalosi e fin insensati, cosicche' poi si recede da quelli piu' scandalosi e folli e si ottiene l'accettazione di cio' che si voleva comunque imporre - certo, se in quel consesso l'opposizione e' torpida e vigliacca, o ambigua e collusa, o a tal punto subalterna e complice da lasciarsi irretire in si' flagranti trappole ed abdicare al dovere morale e civile di contrastare il crimine). * E quindi: ancora uno sforzo. Nella societa' e nelle istituzioni. No al regime dell'apartheid. No all'eversione dall'alto. No al razzismo, crimine contro l'umanita'. Difendiamo la legalita' e l'umanita', la civilta' giuridica e lo stato di diritto, l'ordinamento democratico e la civile convivenza, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Respingiamo le norme razziste del "pacchetto sicurezza", e contrastiamo altresi' tutti gli elementi di razzismo gia' introdotti criminalmente nell'ordinamento e nella societa'. Vi e' una sola umanita'. 2. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA' [Riproponiamo il seguente appello] Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni, egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali, vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate parte la seguente proposta di ordine del giorno. A nessuno sfugge la gravita' dell'ora. Un cordiale saluto, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 11 marzo 2009 * Proposta di ordine del giorno Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della Dichiarazione universale dei diritti umani; Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ... invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente razziste ed incostituzionali. 3. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 5. SPETTACOLI. "LE SCIMMIE VERDI", UN'OPERA TEATRALE ANTIRAZZISTA DI DANIELE BARBIERI E HAMID BAROLE ABDU [Da alcune persone amiche riceviamo e diffondiamo] Daniele Barbieri (giornalista) e Hamid Barole Abdu (il suo ultimo libro e' Seppellite la mia pelle in Africa) si incontrano spesso in convegni, corsi di formazione e manifestazioni. Un giorno si sono detti che forse potevano inventare un altro modo per coinvolgere le persone nelle discussioni. Magari con una piccola performance che consente maggiore liberta' d'espressione e linguaggio, alternando battute a discorsi seri, fiction a storie vissute. Su temi caldi come razzismo, identita', migrazioni, culture sicurezza... tocca tramutarsi in palombari per meglio andare negli abissi dell'inconscio. Cosi' e' nata "Le scimmie verdi", circa 40 minuti (55-60 se si prevede accompagnamento musicale): un tal Daniele e un certo Hamid si scambiano gli abiti - dunque le identita' - per tentare di capire se ballare per strada sia pericoloso, se vi sia un colore sbagliato per la pelle, e... cosa diavolo siano le scimmie verdi. Da aprile 2007 a oggi "Le scimmie verdi" ha girato molte citta': fra l'altro a Carpi, al master dell'immigrazione a Padova, al centro sociale Zeta-lab di Palermo, due volte a Parma, al convegno di "Chiama l'Africa" ad Ancona, due volte in provincia di Rovigo, a Modena tre volte, di nuovo Padova in una biblioteca e in due scuole medie, Mandas, L'Aquila, Roma, Pescara (in un liceo e in un pub), Ravenna, Imola, ancora Roma (al master immigrazione), Avellino, Fidenza, Pavullo, Viterbo, Senigallia, Spilimberto, Reggio Emilia, Prato, Valdobbiadene, Zugliano, nuovamente nel modenese, a Prato, a Sassuolo, a Cagliari, a Calcio (Bergamo), al direttivo Cgil di Ravenna. In aprile "Le scimmie verdi" saranno a Cervia, ancora Padova, Forli', Chieti, Pistoia, Empoli. Lo spettacolo viene rappresentato in teatro o in altri spazi che possano essere adatti per una messa in scena molto semplice. Barbieri e Barole sono ben felici se al termine possono discutere con il pubblico. * Per richieste e contatti: Daniele Barbieri: tel. 054229945, e-mail: pkdick at fastmail.it; Hamid Barole Abdu, tel. 059356295, 3395919387, e-mail: hamidbarole at libero.it 6. RASSEGNA STAMPA. "AGI": UN'AGENZIA DELL'ONU DENUNCIA CHE L'ITALIA VIOLA I DIRITTI DEGLI IMMIGRATI [Dal sito dell'Agi (Agenzia Giornalistica Italia) riprendiamo il seguente articolo del 19 marzo 2009] Onu, Italia viola diritti immigrati La discriminazione e le violazioni dei diritti umani nei confronti degli immigrati italiani sono "evidenti e in aumento". Lo sostiene il comitato di esperti dell'agenzia Onu Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) che come ogni anno, a marzo, pubblica un rapporto sull'applicazione degli standard internazionali del lavoro di tutti i Paesi. "In Italia persistono razzismo e xenofobia", si legge nel documento, "anche verso richiedenti asilo e rifugiati". L'agenzia delle Nazioni Unite chiede al governo italiano "di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Secondo il comitato, formato da venti esperti giuslavoristi provenienti da Paesi di tutto il mondo, l'Italia contravviene al decreto legislativo del 9 luglio 2003 che attua la direttiva Ue sulla "parita' di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica". In particolare, la direttiva dispone le misure affinche' le differenze di razza o di origine etnica non siano causa di discriminazione. Le valutazioni dell'organizzazione internazionale del lavoro si basano anche sul rapporto sul razzismo in Italia stilato a luglio dal Comitato Onu per l'eliminazione della discriminazione razziale (Cerd) e il suo "Speciale Rapporteur". In particolare, l'Ilo insiste sulla "retorica aggressiva e discriminatoria usata dagli uomini politici italiani che associano esplicitamente le popolazioni Rom residenti in Italia alla criminalita'". Oltre che nei confronti dei Rom le violazioni, secondo l'Ilo, "avvengono soprattutto verso gli immigrati senza permesso di soggiorno provenienti dall'Africa, dall'Asia e dall'Est Europa". L'Ilo si augura che "il governo italiano sia in grado di cambiare l'indirizzo di questo clima di intolleranza, violenza e discriminazione" e invita i politici a "prendere le dovute misure affinche' ci sia parita' di trattamento, nelle condizioni di lavoro per tutti i migranti". Il documento dell'organizzazione internazionale del lavoro si conclude con la richiesta al governo italiano "di rispondere nel dettaglio a questo rapporto entro fine 2009". * Frattini: Da Ilo falsita' da respingere al mittente "Il rapporto del comitato di esperti dell'Ilo contiene affermazioni false, non dimostrate con elementi concreti e dunque da respingere al mittente". Questa la posizione espressa in un comunicato della Farnesina dal ministro degli Esteri Franco Frattini, secondo il quale "espressioni come 'intolleranza' o 'discriminazione' nei confronti degli immigrati siano utilizzate in modo gravemente inaccettabile nei confronti dell'Italia e delle autorita' italiane". "Gli autori del rapporto non considerano - e cio' dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del documento - che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita' italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanita'. Gli autori del rapporto ignorano completamente la situazione di diffusa illegalita' in cui si trovano in Italia molte decine di migliaia di immigrati la cui doverosa espulsione resta tuttavia soggetta a leggi che garantiscono la piena tutela davanti alle autorita' giudiziarie competenti. Gli autori del rapporto inoltre trascurano del tutto l'impatto negativo che la presenza di immigrati clandestini che spesso sono autori di reati o in maggioranza dediti ad attivita' lavorative irregolari rappresenta presso la popolazione italiana e non italiana residente e rispettosa delle leggi". Per il titolare della Farnesina "il quadro dell'Italia non e' quello rappresentato nel rapporto del comitato dell'Ilo. L'Italia rispetta e rispettera' le regole europee ed internazionali come sempre e' stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorita' responsabili. L'indignazione dell'Italia e' stata gia' espressa all'Ilo che ha preso atto della indignazione del nostro governo. Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare". 7. RASSEGNA STAMPA. MARIA GRAZIA BRUZZONE: L'ONU DENUNCIA CHE L'ITALIA VIOLA I DIRITTI UMANI [Dal sito del quotidiano "La stampa" riprendiamo il seguente articolo del 20 marzo 2009 dal titolo "L'Onu: L'Italia viola i diritti umani" e il sommario "Il rapporto degli esperti dell'Ilo: Clima razzista, Rom discriminati. Frattini: Indignati da tante falsita'"] L'Italia discrimina gli immigrati, soprattutto i rom. Le violazioni dei diritti umani e le forme di intolleranza, razzismo e xenofobia nei confronti dei lavoratori migranti sono "evidenti e in aumento". L'accusa questa volta arriva direttamente dall'Onu. Contenuta nel rapporto annuale del comitato di esperti dell'Ilo, l'agenzia per il lavoro delle Nazioni Unite. Un documento arrivato il 3 marzo scorso che la Farnesina ha gia' "respinto al mittente", come spiega il ministro degli Esteri Frattini, sostenendo che quel rapporto "contiene affermazioni false, non dimostrate da elementi concreti". Non solo. Secondo Frattini, "espressioni come 'intolleranza' e 'discriminazione' sono utilizzate in modo gravemente inaccettabile verso l'Italia e le autorita' italiane". Il ministro si augura che "si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita' di una istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale collabora". Eppure i venti giuslavoristi indipendenti provenienti da ogni parte del mondo che hanno redatto quelle tre pagine, hanno giudicato la situazione italiana sufficientemente grave da giustificare la richiesta al nostro governo di presentare una risposta dettagliata entro il prossimo settembre e non tra cinque anni, come e' la prassi per questo tipo di Convenzione, ha spiegato Martin Oelz, del dipartimento legale dell'Ilo. L'Italia potrebbe essere chiamata a riferire gia' a giugno, in occasione della Conferenza internazionale del lavoro. Secondo il rapporto Onu, che riguarda l'applicazione degli standard internazionali del lavoro in tutti i paesi, "l'Italia contravviene al decreto che attua la direttiva Ue sulla parita' di trattamento tra le persone, indipendentemente dalla razza e dalla religione". Ma gli esperti Onu puntano il dito anche verso i "leader politici" italiani, rei di usare "una retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalita', creando sentimenti di ostilita' nell'opinione pubblica". Le violazioni avvengono "soprattutto verso immigrati senza il permesso di soggiorno provenenienti da Africa, Asia e Est Europa". "L'Italia potra' facilmente rispondere sulla correttezza di comportamento delle nostre istituzioni e la coerenza delle nostre leggi", replica a sua volta il ministro del Lavoro Sacconi, sminuendo il peso delle accuse in quanto il documento "non e' un atto ufficiale dell'Ilo". Ma il suo predecessore, l'ex ministro Damiano (Pd) invita Sacconi a "non sottovalutare l'opinione di venti esperti mondiali in tema di lavoro". E la Caritas sostiene di vivere "quotidianamente" le forme di intolleranza e le discriminazioni denunciate dall'Onu, registrando "aspetti di razzismo sui luoghi di lavoro: dal Sud, dove ci sono forme di lavoro para-schiavistiche, alle forme piu' subdole al Nord". 8. RASSEGNA STAMPA. "CORRIERE DELLA SERA": PER L'ONU ITALIA RAZZISTA VERSO GLI STRANIERI [Dal sito del "Corriere della sera" riprendiamo il seguente articolo del 19 marzo 2009 dal titolo "Onu: Italia razzista verso gli stranieri" e il sommario "Il ministro Sacconi: Non e' un atto ufficiale. Dure accuse nel rapporto Ilo: discriminati soprattutto i rom. Frattini respinge al mittente: Falso e inaccettabile"] Xenofoba e razzista E' la brutta fotografia dell'Italia che emerge senza mezzi termini da un rapporto dell'Ilo (agenzia Onu per il lavoro). Il nostro dunque non e' un Belpaese per gli stranieri. E in particolare per i rom. "Falso" replica il ministro degli Esteri Frattini, esprimendo l'"indignazione" dell'esecutivo ai responsabili dell'Ilo a Ginevra. Il ministro del Welfare Sacconi si affretta a dire che l'Italia e' corretta nell'applicare le convenzioni per i diritti umani e del lavoro e spiega che quello dell'Ilo non e' un "atto ufficiale". Nessuno scandalo invece per la Caritas: "Da anni esprimiamo preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, e in modo particolare nel mondo del lavoro" ha commentato il responsabile immigrazione Oliviero Forti. * Retorica aggressiva A scatenare la bagarre le tre pagine, contenute nel rapporto dell'Organizzazione internazionale per il lavoro, che accusano Roma di discriminare gli immigrati chiedendo interventi a stretto giro per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela agli stranieri. Non mancano accuse ai leader politici, rei - si legge nel testo - di usare una "retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalita', creando cosi' un sentimento di ostilita' e antagonismo nell'opinione pubblica". Il documento del Comitato - pubblicato il 6 marzo - spiega che il clima di intolleranza ha un impatto sugli standard minimi di protezione "dei diritti umani e del lavoro" nonche' sui livelli di vita, ponendosi in contrasto con la convenzione 143 che regola la "Promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dall'Italia nel 1981. * "Parole inaccettabili" Tutte affermazioni "false, non dimostrare con elementi concreti, da respingere al mittente", replica la Farnesina spiegando che Frattini, giudica "gravemente inaccettabili parole come intolleranza o discriminazione nei confronti degli immigrati". Sacconi avanza il dubbio che "le sollecitazioni siano pervenute dall'interno del Paese". "Il quadro non e' quello rappresentato nel rapporto" ribadisce la Farnesina, sottolineando che l'Italia "rispetta e rispettera' le regole europee e internazionali come sempre e' stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorita' responsabili". "Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare" aggiunge il ministero degli Esteri. 9. RASSEGNA STAMPA. VITTORIO LONGHI: IL RAPPORTO DELL'ILO DENUNCIA CHE L'ITALIA VIOLA I DIRITTI UMANI DEGLI IMMIGRATI [Dal sito del quotidiano "La Repubblica" riprendiamo il seguente articolo del 19 marzo 2009 dal titolo "Agenzia Onu: L'Italia viola i diritti umani" e il sommario "Immigrati nel nostro paese, durissime accuse nel rapporto dell'Ilo. La struttura si occupa del rispetto degli standard internazionali sul lavoro"] "E' evidente e crescente l'incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti asilo e rifugiati, compresi i Rom. Chiediamo al governo di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Sono insolitamente dure e nette le parole che il Comitato di esperti dell'Ilo, l'Organizzazione internazionale del lavoro, agenzia Onu, usa per descrivere il trattamento degli immigrati in Italia e la violazione di alcune norme internazionali. Come ogni anno, a marzo, esce il rapporto dell'Ilo sull'applicazione degli standard internazionali del lavoro e quest'anno la pagina che riguarda l'Italia denuncia un comportamento senza precedenti per un paese europeo democratico, perche' contravviene alla convenzione 143, quella sulla "promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dal nostro paese nel 1981. Tranne il Portogallo e la Slovenia, infatti, gli altri paesi saliti all'attenzione dell'agenzia Onu per lo stesso motivo sono il Benin, il Burkina Faso, il Camerun e l'Uganda. Il Comitato dell'Ilo, formato da venti giuslavoristi provenienti da tutto il mondo, verifica costantemente l'osservazione delle norme da parte dei governi e in questo caso richiama l'esecutivo italiano all'applicazione dei primi articoli della convenzione 143, cioe' al "rispetto dei diritti umani di tutti gli immigrati, senza alcuna distinzione di status". Inoltre, il governo ha l'obbligo di assicurare anche ai migranti occupati illegalmente il diritto a condizioni eque di lavoro e di salario, oltre che la tutela contro ogni forma di discriminazione. Le critiche e le richieste dell'Ilo si basano su quanto riportato dal Comitato consultivo della convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali in Europa (Acfc), che aveva gia' denunciato le dure condizioni di detenzione per gli immigrati irregolari, in attesa di rimpatrio. Ma si basano anche sulle osservazioni di un altro organismo dell'Onu per l'eliminazione della discriminazione razziale (Cerd), che ha rilevato "gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell'Africa, dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti, salari bassi e dati in ritardo, orari eccessivi e situazioni di lavoro schiavistico in cui parte della paga e' trattenuta dall'impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua ne' elettricita'". I rapporti Onu mettono in evidenza anche i "continui dibattiti razzisti e xenofobi essenzialmente contro immigrati non europei, discorsi ispirati dall'odio contro gli stranieri e maltrattamenti delle forze di polizia verso i Rom, specialmente quelli di origine romena, durante i raid per lo sgombero dei campi". Insomma, una lunga lista di accuse che vanno dalla questione delle impronte digitali alla "retorica discriminatoria di alcuni leader politici che associano i Rom alla criminalita', creando nella pubblica opinione un clima diffuso di ostilita', antagonismo sociale e stigmatizzazione". Pertanto, il Comitato di esperti dell'Ilo non puo' che esprimere "profonda preoccupazione" e invita il governo italiano a prendere "le dovute misure affinche' ci sia parita' di trattamento, nelle condizioni di lavoro, per tutti i migranti", oltre che misure per "migliorare, nella pubblica opinione, la conoscenza e la consapevolezza della discriminazione, facendo accettare i migranti e le loro famiglie come membri della societa' a tutti gli effetti". Il documento si conclude con la richiesta al governo di rispondere punto per punto alle osservazioni fatte entro la fine del 2009. 10. RASSEGNA STAMPA. "IL MESSAGGERO": SECONDO L'AGENZIA DELL'ONU L'ITALIA VIOLA I DIRITTI UMANI DEGLI IMMIGRATI [Dal sito del quotidiano "Il mesaggero" riprendiamo il seguente articolo del 19 marzo 2009 dal titolo "Agenzia Onu: l'Italia viola i diritti umani degli immigrati. Frattini: solo falsita'" e il sommario "Rapporto Ilo: nel vostro Paese discriminati soprattutto i rom. Il ministro: affermazioni inaccettabili, l'Italia e' indignata"] L'Italia discrimina i lavoratori immigrati, soprattutto i Rom, con forme di intolleranza, razzismo e xenofobia. L'accusa arriva dal Comitato di esperti dell'Ilo - l'agenzia per il lavoro dell'Onu - che nel suo ultimo rapporto sull'applicazione delle convenzioni e raccomandazioni internazionali, punta il dito anche verso i leader politici italiani rei di usare una "retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalita', creando cosi' un sentimento di ostilita' e antagonismo nell'opinione pubblica". Dopo queste accuse non si sono fatte attendere le reazioni del nostro ministro degli Esteri, che ha definito inaccettabili e false le affermazioni contenute nel rapporto, mentre il ministro Sacconi, sostenendo che non si tratta nemmeno di un rapporto ufficiale, ha detto che l'Italia potra' agevomente dimostrare la correttezza dei propri comportamenti. * "L'intolleranza in Italia lede i diritti umani" Il Rapporto - pubblicato il 6 marzo scorso - chiede a Roma risposte entro il 2009, sollecitando misure ed interventi "per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Ma l'analisi del Comitato sulla situazione italiana dei "lavoratori immigratiª, soprattutto - oltre ai rom - quelli provenienti da Africa, Asia ed Europa dell'Est, va oltre. E evidenzia come il clima di intolleranza esistente in Italia abbia un impatto anche sugli standard minimi di protezione "dei diritti umani e del lavoro" nonche' sui livelli di vita e le condizioni lavorative, ponendosi in contrasto con la convenzione 143, sulla "Promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dall'Italia nel 1981. * "Il governo italiano rispetti le norme sugli immigrati" Il comitato richiama cosi' il governo al rispetto delle norme per gli immigrati, "a prescindere dal loro status", ricordando che "ha il dovere di assicurare" anche ai lavoratori "illegali" i loro diritti nel rispetto delle norme su "remunerazioni, sicurezza sociale e altri benefits". Il comitato spera - si legge nel testo del Rapporto - che il governo italiano sia in grado di eliminare il clima di intolleranza, violenza e discriminazione degli immigrati, con particolare attenzione alla comunita' rom, e di assicurare loro, sia legalmente che socialmente, i diritti umani fondamentali. E, ancora, di far in modo che gli atteggiamenti discriminatori siano meglio identificati e condannati. * "Roma risponda entro settembre" Il rapporto e' stato elaborato da un comitato di 20 esperti indipendenti e contiene osservazioni sullo stato d'applicazione delle convenzioni ratificate dagli Stati. E sara' esaminato dalla Conferenza internazionale del lavoro in cui sono stati coinvolti rappresentanti dei governi, imprenditori e lavoratori dei 175 membri dell'Ilo. Nel capitolo dedicato all'applicazione della Convenzione 143 sui lavoratori migranti da parte dell'Italia, gli esperti hanno giudicato la situazione sufficientemente grave da giustificare la richiesta all'Italia di presentare una risposta dettagliata entro settembre, e non tra cinque anni, come e' la prassi per questo tipo di Convenzione, ha spiegato Martin Oelz, del dipartimento legale dell'Ilo. L'Italia potrebbe essere chiamata a riferire gia' in giugno in occasione della Conferenza internazionale del lavoro. * Frattini: affermazioni false, Italia indignata "Il Rapporto del Comitato di esperti dell'Ilo contiene affermazioni false, non dimostrate con elementi concreti e dunque da respingere al mittente": e' questa la replica indignata della Farnesina che sottolinea come il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ritenga che espressioni "come 'intolleranza' o 'discriminazione' nei confronti degli immigrati siano utilizzate in modo gravemente inaccettabile nei confronti dell'Italia e delle autorita' italiane. L'Italia ha gia' espresso la propria indignazione all'Ilo che ha preso atto della indignazione del nostro governo: ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare". * "Gli autori del rapporto trascurano cio' che ha fatto l'Italia per salvare i clandestini" "Il quadro dell'Italia non e' quello rappresentato nel rapporto del comitato dell'Ilo - si legge nella nota - Il Paese rispetta e rispettera' le regole europee ed internazionali come sempre e' stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorita' responsabili. Gli autori del documento non considerano, e cio' dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del documento, che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita' italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanita'". Gli autori del rapporto ignorano "completamente - si legge ancora nella nota - la situazione di diffusa illegalita' in cui si trovano in Italia molte decine di migliaia di immigrati, la cui doverosa espulsione resta tuttavia soggetta a leggi che garantiscono la piena tutela davanti alle autorita' giudiziarie competenti". E, ancora, gli autori "trascurano del tutto l'impatto negativo che la presenza di immigrati clandestini, che spesso sono autori di reati o in maggioranza dediti ad attivita' lavorative irregolari, rappresenta presso la popolazione italiana e non italiana residente e rispettosa delle leggi". * Sacconi: non e' un atto ufficiale, l'Italia dimostrera' la propria correttezza "L'Italia potra' facilmente rispondere circa la correttezza del comportamento delle nostre istituzioni e la coerenza delle nostre leggi con i principi delle Convenzioni Internazionali": e' quanto sostiene, in una nota, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "E' bene precisare, per correggere un'informazione ancora una volta superficiale, che il documento nell'ambito del quale si pongono quesiti all'Italia circa presunte discriminazione verso minoranze etniche e migranti - dice il ministro - non e' un atto ufficiale dell'Ilo, ma molto piu' modestamente il recepimento da parte degli esperti, che verificano l'attuazione delle Convenzioni Internazionali, di ipotesi tutte da dimostrare. Come al solito e' molto probabile che queste sollecitazioni siano pervenute dall'interno del nostro stesso Paese". 11. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 12. MONDO. MARICA DI PIERRI: CON AIDA QUILCUE' IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI E DELLA MADRE TERRA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 marzo 2009 col titolo "Indigeni nel mirino"] Il 16 dicembre 2008 Aida Quilcue' era appena tornata in Colombia da Ginevra, dove aveva partecipato al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Aveva riferito con la determinazione di sempre sulle gravi violazioni dei diritti fondamentali di cui sono vittima le popolazioni originarie nel suo paese. Quel 16 dicembre, mentre si trovava nella sede del Cric - Consiglio Regionale Indigeno del Cauca - un commando dell'esercito sparava contro il fuoristrada della guardia medica del Cric, per uccidere lei. Ma nell'autovettura crivellata di colpi, di ritorno da una struttura sanitaria, si trovava e rimaneva ucciso suo marito, Edwin Legarda. E' il culmine di una lunga serie di violenze e intimidazioni di cui e' stata bersaglio per il suo impegno sociale e politico. Aida e' una leader indigena colombiana, una indigena Nasa, con una lunga storia di resistenza, la stessa del suo popolo, e da alcuni anni e' leader del Cric. E' nata e vive nel Cauca, la regione colombiana in cui il movimento indigeno e' nato e si e' rafforzato, e dove si resiste per difendere il territorio e la dignita' dei popoli che lo abitano. Una vita di lotta quella di Aida, ma anche di intimidazioni e minacce come e' per tutti quelli che in Colombia difendono i diritti umani e la pace. In Italia poche settimane fa per un ciclo di iniziative, Aida ha parlato del genocidio indigeno, della resistenza dei popoli originari in difesa della Madre Terra e dei diritti collettivi di quei popoli che l'hanno difesa per millenni e che con essa vivono in armonia. Ha raccontato la straordinaria esperienza della Minga (mobilitazione) indigena che dal 12 ottobre scorso e per due mesi ha percorso a piedi il paese per chiedere il rispetto degli accordi firmati dal governo: la restituzione delle terre indigene, il diritto di consulta previa sancito dalla Convenzione 169 dell'Ilo ma anche la ratifica (rifiutata fino a oggi dalla Colombia) della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni approvata dall'Onu nel settembre 2007 come risultato di decenni di lotta e di rivendicazione. Una Minga che ha dimostrato la forza del movimento indigeno in Colombia, ma che ha anche significato una nuova ondata di repressione per i leader sociali e le popolazioni originarie e contadine, mentre nel paese continuano i massacri, le sparizioni forzate, e molte comunita' si trovano in situazione di continua emergenza umanitaria. La storia di Aida ha spinto 22 europarlamentari a inviare una lettera al presidente colombiano Uribe nella quale si chiede di costituire una commissione internazionale per monitorare le indagine sull'attentato del 16 dicembre e allo Stato di operare affinche' siano garantiti la vita dei leader sociali e indigeni e il rispetto delle leggi nazionali e degli accordi internazionali ratificati dalla Colombia. "Dobbiamo liberare la Terra" ha ripetuto Aida, "Per questo abbiamo lanciato un appello affinche' da quest'anno il 12 ottobre diventi una Giornata mondiale di mobilitazione in difesa della Madre Terra e contro la mercificazione della vita". Una proposta lanciata dal movimento indigeno a Belem, in Brasile, durante l'ultimo Social Forum, e fatta propria immediatamente da tutto il movimento. "Difendiamo la Terra, perche' dalla sua salvezza dipende la nostra, ma sosteniamo e non dimentichiamo chi lotta contro la guerra e la barbarie, come molti fratelli e sorelle in Colombia e nel mondo". Lo hanno ricordato nelle piazze di molte citta' anche le tante manifestazioni celebrate venerdi' scorso, il 6 marzo - dal 2008 dichiarata Giornata contro la violenza di stato e paramilitare in Colombia (per ulteriori informazioni: www.asud.net). 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 766 del 21 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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