Minime. 766



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 766 del 21 marzo 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Ancora uno sforzo
2. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni
fedeli allo stato di diritto e all'umanita'
3. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo
4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord
5. "Le scimmie verdi", un'opera teatrale antirazzista di Daniele Barbieri e
Hamid Barole Abdu
6. "Agi": Un'agenzia dell'Onu denuncia che l'Italia viola i diritti degli
immigrati
7. Maria Grazia Bruzzone: L'Onu denuncia che l'Italia viola i diritti umani
8. "Corriere della sera": Per l'Onu Italia razzista verso gli stranieri
9. Vittorio Longhi: Il rapporto dell'Ilo denuncia che l'Italia viola i
diritti umani degli immigrati
10. "Il messaggero": Secondo l'agenzia dell'Onu l'Italia viola i diritti
umani degli immigrati
11. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
12. Marica Di Pierri: Con Aida Quilcue' in difesa dei diritti umani e della
Madre Terra
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. ANCORA UNO SFORZO

Si puo' contrastare vittoriosamente il tentativo di imporre il regime
dell'apartheid nel nostro paese.
Le evidenti difficolta' della maggioranza parlamentare che sostiene il
governo e la stessa recentissima dichiarazione del presidente del Consiglio
dei ministri golpista rivelano come un'azione corale persuasa e tenace nella
societa' e nelle istituzioni contro i piu' abominevoli provvedimenti
razzisti del cosiddetto "pacchetto sicurezza" possa efficacemente
contrastare l'eversione dall'alto che vorrebbe imporre al nostro paese un
regime di segregazione razziale.
*
Ma ovviamente ora piu' che mai occorre che l'azione antirazzista si
dispieghi con la massima ampiezza e con la massima chiarezza.
Sarebbe una sciocchezza sesquipedale collocarsi ora in una posizione
attendista: poiche' il rischio che la Camera dei deputati approvi il
cosiddetto "pacchetto sicurezza" cosi' com'e' e' ancora elevato; ed anche se
venissero introdotti minimi correttivi cassando le parti piu' ripugnanti, il
rischio e' che comunque vengano approvate altre parti ugualmente razziste (e
tutti i vecchi mestieranti della prevaricazione sanno che se si vuol far
accettare un provvedimento palesemente criminale da un pubblico consesso
frastornato o debilitato, rassegnato o prostituito, la tattica migliore e'
di proporre quel provvedimento insieme ad altri di gran lunga piu'
scandalosi e fin insensati, cosicche' poi si recede da quelli piu'
scandalosi e folli e si ottiene l'accettazione di cio' che si voleva
comunque imporre - certo, se in quel consesso l'opposizione e' torpida e
vigliacca, o ambigua e collusa, o a tal punto subalterna e complice da
lasciarsi irretire in si' flagranti trappole ed abdicare al dovere morale e
civile di contrastare il crimine).
*
E quindi: ancora uno sforzo. Nella societa' e nelle istituzioni.
No al regime dell'apartheid.
No all'eversione dall'alto.
No al razzismo, crimine contro l'umanita'.
Difendiamo la legalita' e l'umanita', la civilta' giuridica e lo stato di
diritto, l'ordinamento democratico e la civile convivenza, la dignita' e i
diritti di tutti gli esseri umani.
Respingiamo le norme razziste del "pacchetto sicurezza", e contrastiamo
altresi' tutti gli elementi di razzismo gia' introdotti criminalmente
nell'ordinamento e nella societa'.
Vi e' una sola umanita'.

2. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE
REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA'
[Riproponiamo il seguente appello]

Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni,
egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali,
vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie
convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate
parte la seguente proposta di ordine del giorno.
A nessuno sfugge la gravita' dell'ora.
Un cordiale saluto,
il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 11 marzo 2009
*
Proposta di ordine del giorno
Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza"
promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora
all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi
fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di
diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della
Dichiarazione universale dei diritti umani;
Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ...
invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente
razziste ed incostituzionali.

3. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO
[Riproponiamo il seguente appello]

Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti
democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le
istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale,
all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto
nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge,
al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro
paese.
Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche
alcune iniziative necessarie ed urgenti.
*
1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali
del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
*
2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei
diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per
tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella
solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro,
nell'assistenza pubblica erogata erga omnes;
b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente
dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei
paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire
il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si
muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi
dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita',
che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente,
massivamente, impunemente violati;
c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed
interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel
paese;
d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e
passivo) per tutti i residenti;
e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che
la gestiscono e favoreggiano.
*
3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo,
con due obiettivi specifici:
a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari;
b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord.

4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA
DENOMINATA LEGA NORD
[Riproponiamo il seguente appello]

Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord
Egregi Presidenti,
ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un
vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord.
Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e'
riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi
ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista
incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato
di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile.
Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti
magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo,
sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere
che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento
affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine
della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e
della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo
da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati.
Con osservanza,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 27 febbraio 2009

5. SPETTACOLI. "LE SCIMMIE VERDI", UN'OPERA TEATRALE ANTIRAZZISTA DI DANIELE
BARBIERI E HAMID BAROLE ABDU
[Da alcune persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Daniele Barbieri (giornalista) e Hamid Barole Abdu (il suo ultimo libro e'
Seppellite la mia pelle in Africa) si incontrano spesso in convegni, corsi
di formazione e manifestazioni. Un giorno si sono detti che forse potevano
inventare un altro modo per coinvolgere le persone nelle discussioni. Magari
con una piccola performance che consente maggiore liberta' d'espressione e
linguaggio, alternando battute a discorsi seri, fiction a storie vissute. Su
temi caldi come razzismo, identita', migrazioni, culture sicurezza... tocca
tramutarsi in palombari per meglio andare negli abissi dell'inconscio. Cosi'
e' nata "Le scimmie verdi", circa 40 minuti (55-60 se si prevede
accompagnamento musicale): un tal Daniele e un certo Hamid si scambiano gli
abiti - dunque le identita' - per tentare di capire se ballare per strada
sia pericoloso, se vi sia un colore sbagliato per la pelle, e... cosa
diavolo siano le scimmie verdi.
Da aprile 2007 a oggi "Le scimmie verdi" ha girato molte citta': fra l'altro
a Carpi, al master dell'immigrazione a Padova, al centro sociale Zeta-lab di
Palermo, due volte a Parma, al convegno di "Chiama l'Africa" ad Ancona, due
volte in provincia di Rovigo, a Modena tre volte, di nuovo Padova in una
biblioteca e in due scuole medie, Mandas, L'Aquila, Roma, Pescara (in un
liceo e in un pub), Ravenna, Imola, ancora Roma (al master immigrazione),
Avellino, Fidenza, Pavullo, Viterbo, Senigallia, Spilimberto, Reggio Emilia,
Prato, Valdobbiadene, Zugliano, nuovamente nel modenese, a Prato, a
Sassuolo, a Cagliari, a Calcio (Bergamo), al direttivo Cgil di Ravenna. In
aprile "Le scimmie verdi" saranno a Cervia, ancora Padova, Forli', Chieti,
Pistoia, Empoli.
Lo spettacolo viene rappresentato in teatro o in altri spazi che possano
essere adatti per una messa in scena molto semplice. Barbieri e Barole sono
ben felici se al termine possono discutere con il pubblico.
*
Per richieste e contatti: Daniele Barbieri: tel. 054229945, e-mail:
pkdick at fastmail.it; Hamid Barole Abdu, tel. 059356295, 3395919387, e-mail:
hamidbarole at libero.it

6. RASSEGNA STAMPA. "AGI": UN'AGENZIA DELL'ONU DENUNCIA CHE L'ITALIA VIOLA I
DIRITTI DEGLI IMMIGRATI
[Dal sito dell'Agi (Agenzia Giornalistica Italia) riprendiamo il seguente
articolo del 19 marzo 2009]

Onu, Italia viola diritti immigrati
La discriminazione e le violazioni dei diritti umani nei confronti degli
immigrati italiani sono "evidenti e in aumento". Lo sostiene il comitato di
esperti dell'agenzia Onu Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) che
come ogni anno, a marzo, pubblica un rapporto sull'applicazione degli
standard internazionali del lavoro di tutti i Paesi. "In Italia persistono
razzismo e xenofobia", si legge nel documento, "anche verso richiedenti
asilo e rifugiati". L'agenzia delle Nazioni Unite chiede al governo italiano
"di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e
garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Secondo il
comitato, formato da venti esperti giuslavoristi provenienti da Paesi di
tutto il mondo, l'Italia contravviene al decreto legislativo del 9 luglio
2003 che attua la direttiva Ue sulla "parita' di trattamento tra le persone
indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica". In particolare, la
direttiva dispone le misure affinche' le differenze di razza o di origine
etnica non siano causa di discriminazione. Le valutazioni
dell'organizzazione internazionale del lavoro si basano anche sul rapporto
sul razzismo in Italia stilato a luglio dal Comitato Onu per l'eliminazione
della discriminazione razziale (Cerd) e il suo "Speciale Rapporteur". In
particolare, l'Ilo insiste sulla "retorica aggressiva e discriminatoria
usata dagli uomini politici italiani che associano esplicitamente le
popolazioni Rom residenti in Italia alla criminalita'". Oltre che nei
confronti dei Rom le violazioni, secondo l'Ilo, "avvengono soprattutto verso
gli immigrati senza permesso di soggiorno provenienti dall'Africa, dall'Asia
e dall'Est Europa". L'Ilo si augura che "il governo italiano sia in grado di
cambiare l'indirizzo di questo clima di intolleranza, violenza e
discriminazione" e invita i politici a "prendere le dovute misure affinche'
ci sia parita' di trattamento, nelle condizioni di lavoro per tutti i
migranti". Il documento dell'organizzazione internazionale del lavoro si
conclude con la richiesta al governo italiano "di rispondere nel dettaglio a
questo rapporto entro fine 2009".
*
Frattini: Da Ilo falsita' da respingere al mittente
"Il rapporto del comitato di esperti dell'Ilo contiene affermazioni false,
non dimostrate con elementi concreti e dunque da respingere al mittente".
Questa la posizione espressa in un comunicato della Farnesina dal ministro
degli Esteri Franco Frattini, secondo il quale "espressioni come
'intolleranza' o 'discriminazione' nei confronti degli immigrati siano
utilizzate in modo gravemente inaccettabile nei confronti dell'Italia e
delle autorita' italiane". "Gli autori del rapporto non considerano - e cio'
dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del documento - che
nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita' italiane sono
intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati
clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanita'. Gli
autori del rapporto ignorano completamente la situazione di diffusa
illegalita' in cui si trovano in Italia molte decine di migliaia di
immigrati la cui doverosa espulsione resta tuttavia soggetta a leggi che
garantiscono la piena tutela davanti alle autorita' giudiziarie competenti.
Gli autori del rapporto inoltre trascurano del tutto l'impatto negativo che
la presenza di immigrati clandestini che spesso sono autori di reati o in
maggioranza dediti ad attivita' lavorative irregolari rappresenta presso la
popolazione italiana e non italiana residente e rispettosa delle leggi". Per
il titolare della Farnesina "il quadro dell'Italia non e' quello
rappresentato nel rapporto del comitato dell'Ilo. L'Italia rispetta e
rispettera' le regole europee ed internazionali come sempre e' stato
riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorita' responsabili.
L'indignazione dell'Italia e' stata gia' espressa all'Ilo che ha preso atto
della indignazione del nostro governo. Ci auguriamo che si tratti di una
sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia
rispetta e con la quale intende continuare a collaborare".

7. RASSEGNA STAMPA. MARIA GRAZIA BRUZZONE: L'ONU DENUNCIA CHE L'ITALIA VIOLA
I DIRITTI UMANI
[Dal sito del quotidiano "La stampa" riprendiamo il seguente articolo del 20
marzo 2009 dal titolo "L'Onu: L'Italia viola i diritti umani" e il sommario
"Il rapporto degli esperti dell'Ilo: Clima razzista, Rom discriminati.
Frattini: Indignati da tante falsita'"]

L'Italia discrimina gli immigrati, soprattutto i rom. Le violazioni dei
diritti umani e le forme di intolleranza, razzismo e xenofobia nei confronti
dei lavoratori migranti sono "evidenti e in aumento". L'accusa questa volta
arriva direttamente dall'Onu. Contenuta nel rapporto annuale del comitato di
esperti dell'Ilo, l'agenzia per il lavoro delle Nazioni Unite. Un documento
arrivato il 3 marzo scorso che la Farnesina ha gia' "respinto al mittente",
come spiega il ministro degli Esteri Frattini, sostenendo che quel rapporto
"contiene affermazioni false, non dimostrate da elementi concreti". Non
solo. Secondo Frattini, "espressioni come 'intolleranza' e 'discriminazione'
sono utilizzate in modo gravemente inaccettabile verso l'Italia e le
autorita' italiane".
Il ministro si augura che "si tratti di una sfortunata pagina dell'attivita'
di una istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale collabora".
Eppure i venti giuslavoristi indipendenti provenienti da ogni parte del
mondo che hanno redatto quelle tre pagine, hanno giudicato la situazione
italiana sufficientemente grave da giustificare la richiesta al nostro
governo di presentare una risposta dettagliata entro il prossimo settembre e
non tra cinque anni, come e' la prassi per questo tipo di Convenzione, ha
spiegato Martin Oelz, del dipartimento legale dell'Ilo. L'Italia potrebbe
essere chiamata a riferire gia' a giugno, in occasione della Conferenza
internazionale del lavoro. Secondo il rapporto Onu, che riguarda
l'applicazione degli standard internazionali del lavoro in tutti i paesi,
"l'Italia contravviene al decreto che attua la direttiva Ue sulla parita' di
trattamento tra le persone, indipendentemente dalla razza e dalla
religione". Ma gli esperti Onu puntano il dito anche verso i "leader
politici" italiani, rei di usare "una retorica aggressiva e discriminatoria
nell'associare i rom alla criminalita', creando sentimenti di ostilita'
nell'opinione pubblica".
Le violazioni avvengono "soprattutto verso immigrati senza il permesso di
soggiorno provenenienti da Africa, Asia e Est Europa". "L'Italia potra'
facilmente rispondere sulla correttezza di comportamento delle nostre
istituzioni e la coerenza delle nostre leggi", replica a sua volta il
ministro del Lavoro Sacconi, sminuendo il peso delle accuse in quanto il
documento "non e' un atto ufficiale dell'Ilo". Ma il suo predecessore, l'ex
ministro Damiano (Pd) invita Sacconi a "non sottovalutare l'opinione di
venti esperti mondiali in tema di lavoro". E la Caritas sostiene di vivere
"quotidianamente" le forme di intolleranza e le discriminazioni denunciate
dall'Onu, registrando "aspetti di razzismo sui luoghi di lavoro: dal Sud,
dove ci sono forme di lavoro para-schiavistiche, alle forme piu' subdole al
Nord".

8. RASSEGNA STAMPA. "CORRIERE DELLA SERA": PER L'ONU ITALIA RAZZISTA VERSO
GLI STRANIERI
[Dal sito del "Corriere della sera" riprendiamo il seguente articolo del 19
marzo 2009 dal titolo "Onu: Italia razzista verso gli stranieri" e il
sommario "Il ministro Sacconi: Non e' un atto ufficiale. Dure accuse nel
rapporto Ilo: discriminati soprattutto i rom. Frattini respinge al mittente:
Falso e inaccettabile"]

Xenofoba e razzista
E' la brutta fotografia dell'Italia che emerge senza mezzi termini da un
rapporto dell'Ilo (agenzia Onu per il lavoro). Il nostro dunque non e' un
Belpaese per gli stranieri. E in particolare per i rom. "Falso" replica il
ministro degli Esteri Frattini, esprimendo l'"indignazione" dell'esecutivo
ai responsabili dell'Ilo a Ginevra. Il ministro del Welfare Sacconi si
affretta a dire che l'Italia e' corretta nell'applicare le convenzioni per i
diritti umani e del lavoro e spiega che quello dell'Ilo non e' un "atto
ufficiale". Nessuno scandalo invece per la Caritas: "Da anni esprimiamo
preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli
immigrati, e in modo particolare nel mondo del lavoro" ha commentato il
responsabile immigrazione Oliviero Forti.
*
Retorica aggressiva
A scatenare la bagarre le tre pagine, contenute nel rapporto
dell'Organizzazione internazionale per il lavoro, che accusano Roma di
discriminare gli immigrati chiedendo interventi a stretto giro per
contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela agli stranieri.
Non mancano accuse ai leader politici, rei - si legge nel testo - di usare
una "retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla
criminalita', creando cosi' un sentimento di ostilita' e antagonismo
nell'opinione pubblica". Il documento del Comitato - pubblicato il 6 marzo -
spiega che il clima di intolleranza ha un impatto sugli standard minimi di
protezione "dei diritti umani e del lavoro" nonche' sui livelli di vita,
ponendosi in contrasto con la convenzione 143 che regola la "Promozione
della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori migranti",
ratificata dall'Italia nel 1981.
*
"Parole inaccettabili"
Tutte affermazioni "false, non dimostrare con elementi concreti, da
respingere al mittente", replica la Farnesina spiegando che Frattini,
giudica "gravemente inaccettabili parole come intolleranza o discriminazione
nei confronti degli immigrati". Sacconi avanza il dubbio che "le
sollecitazioni siano pervenute dall'interno del Paese". "Il quadro non e'
quello rappresentato nel rapporto" ribadisce la Farnesina, sottolineando che
l'Italia "rispetta e rispettera' le regole europee e internazionali come
sempre e' stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le
autorita' responsabili". "Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata
pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con
la quale intende continuare a collaborare" aggiunge il ministero degli
Esteri.

9. RASSEGNA STAMPA. VITTORIO LONGHI: IL RAPPORTO DELL'ILO DENUNCIA CHE
L'ITALIA VIOLA I DIRITTI UMANI DEGLI IMMIGRATI
[Dal sito del quotidiano "La Repubblica" riprendiamo il seguente articolo
del 19 marzo 2009 dal titolo "Agenzia Onu: L'Italia viola i diritti umani" e
il sommario "Immigrati nel nostro paese, durissime accuse nel rapporto
dell'Ilo. La struttura si occupa del rispetto degli standard internazionali
sul lavoro"]

"E' evidente e crescente l'incidenza della discriminazione e delle
violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in
Italia. Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti
asilo e rifugiati, compresi i Rom. Chiediamo al governo di intervenire
efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la
tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Sono insolitamente dure
e nette le parole che il Comitato di esperti dell'Ilo, l'Organizzazione
internazionale del lavoro, agenzia Onu, usa per descrivere il trattamento
degli immigrati in Italia e la violazione di alcune norme internazionali.
Come ogni anno, a marzo, esce il rapporto dell'Ilo sull'applicazione degli
standard internazionali del lavoro e quest'anno la pagina che riguarda
l'Italia denuncia un comportamento senza precedenti per un paese europeo
democratico, perche' contravviene alla convenzione 143, quella sulla
"promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori
migranti", ratificata dal nostro paese nel 1981.
Tranne il Portogallo e la Slovenia, infatti, gli altri paesi saliti
all'attenzione dell'agenzia Onu per lo stesso motivo sono il Benin, il
Burkina Faso, il Camerun e l'Uganda.
Il Comitato dell'Ilo, formato da venti giuslavoristi provenienti da tutto il
mondo, verifica costantemente l'osservazione delle norme da parte dei
governi e in questo caso richiama l'esecutivo italiano all'applicazione dei
primi articoli della convenzione 143, cioe' al "rispetto dei diritti umani
di tutti gli immigrati, senza alcuna distinzione di status".
Inoltre, il governo ha l'obbligo di assicurare anche ai migranti occupati
illegalmente il diritto a condizioni eque di lavoro e di salario, oltre che
la tutela contro ogni forma di discriminazione. Le critiche e le richieste
dell'Ilo si basano su quanto riportato dal Comitato consultivo della
convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali in Europa
(Acfc), che aveva gia' denunciato le dure condizioni di detenzione per gli
immigrati irregolari, in attesa di rimpatrio.
Ma si basano anche sulle osservazioni di un altro organismo dell'Onu per
l'eliminazione della discriminazione razziale (Cerd), che ha rilevato "gravi
violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell'Africa,
dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti, salari bassi e dati in
ritardo, orari eccessivi e situazioni di lavoro schiavistico in cui parte
della paga e' trattenuta dall'impresa per un posto in dormitori affollati
senza acqua ne' elettricita'". I rapporti Onu mettono in evidenza anche i
"continui dibattiti razzisti e xenofobi essenzialmente contro immigrati non
europei, discorsi ispirati dall'odio contro gli stranieri e maltrattamenti
delle forze di polizia verso i Rom, specialmente quelli di origine romena,
durante i raid per lo sgombero dei campi".
Insomma, una lunga lista di accuse che vanno dalla questione delle impronte
digitali alla "retorica discriminatoria di alcuni leader politici che
associano i Rom alla criminalita', creando nella pubblica opinione un clima
diffuso di ostilita', antagonismo sociale e stigmatizzazione". Pertanto, il
Comitato di esperti dell'Ilo non puo' che esprimere "profonda
preoccupazione" e invita il governo italiano a prendere "le dovute misure
affinche' ci sia parita' di trattamento, nelle condizioni di lavoro, per
tutti i migranti", oltre che misure per "migliorare, nella pubblica
opinione, la conoscenza e la consapevolezza della discriminazione, facendo
accettare i migranti e le loro famiglie come membri della societa' a tutti
gli effetti". Il documento si conclude con la richiesta al governo di
rispondere punto per punto alle osservazioni fatte entro la fine del 2009.

10. RASSEGNA STAMPA. "IL MESSAGGERO": SECONDO L'AGENZIA DELL'ONU L'ITALIA
VIOLA I DIRITTI UMANI DEGLI IMMIGRATI
[Dal sito del quotidiano "Il mesaggero" riprendiamo il seguente articolo del
19 marzo 2009 dal titolo "Agenzia Onu: l'Italia viola i diritti umani degli
immigrati. Frattini: solo falsita'" e il sommario "Rapporto Ilo: nel vostro
Paese discriminati soprattutto i rom. Il ministro: affermazioni
inaccettabili, l'Italia e' indignata"]

L'Italia discrimina i lavoratori immigrati, soprattutto i Rom, con forme di
intolleranza, razzismo e xenofobia. L'accusa arriva dal Comitato di esperti
dell'Ilo - l'agenzia per il lavoro dell'Onu - che nel suo ultimo rapporto
sull'applicazione delle convenzioni e raccomandazioni internazionali, punta
il dito anche verso i leader politici italiani rei di usare una "retorica
aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalita', creando
cosi' un sentimento di ostilita' e antagonismo nell'opinione pubblica".
Dopo queste accuse non si sono fatte attendere le reazioni del nostro
ministro degli Esteri, che ha definito inaccettabili e false le affermazioni
contenute nel rapporto, mentre il ministro Sacconi, sostenendo che non si
tratta nemmeno di un rapporto ufficiale, ha detto che l'Italia potra'
agevomente dimostrare la correttezza dei propri comportamenti.
*
"L'intolleranza in Italia lede i diritti umani"
Il Rapporto - pubblicato il 6 marzo scorso - chiede a Roma risposte entro il
2009, sollecitando misure ed interventi "per contrastare il clima di
intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro
status". Ma l'analisi del Comitato sulla situazione italiana dei "lavoratori
immigratiª, soprattutto - oltre ai rom - quelli provenienti da Africa, Asia
ed Europa dell'Est, va oltre. E evidenzia come il clima di intolleranza
esistente in Italia abbia un impatto anche sugli standard minimi di
protezione "dei diritti umani e del lavoro" nonche' sui livelli di vita e le
condizioni lavorative, ponendosi in contrasto con la convenzione 143, sulla
"Promozione della parita' di opportunita' e di trattamento dei lavoratori
migranti", ratificata dall'Italia nel 1981.
*
"Il governo italiano rispetti le norme sugli immigrati"
Il comitato richiama cosi' il governo al rispetto delle norme per gli
immigrati, "a prescindere dal loro status", ricordando che "ha il dovere di
assicurare" anche ai lavoratori "illegali" i loro diritti nel rispetto delle
norme su "remunerazioni, sicurezza sociale e altri benefits". Il comitato
spera - si legge nel testo del Rapporto - che il governo italiano sia in
grado di eliminare il clima di intolleranza, violenza e discriminazione
degli immigrati, con particolare attenzione alla comunita' rom, e di
assicurare loro, sia legalmente che socialmente, i diritti umani
fondamentali. E, ancora, di far in modo che gli atteggiamenti discriminatori
siano meglio identificati e condannati.
*
"Roma risponda entro settembre"
Il rapporto e' stato elaborato da un comitato di 20 esperti indipendenti e
contiene osservazioni sullo stato d'applicazione delle convenzioni
ratificate dagli Stati. E sara' esaminato dalla Conferenza internazionale
del lavoro in cui sono stati coinvolti rappresentanti dei governi,
imprenditori e lavoratori dei 175 membri dell'Ilo. Nel capitolo dedicato
all'applicazione della Convenzione 143 sui lavoratori migranti da parte
dell'Italia, gli esperti hanno giudicato la situazione sufficientemente
grave da giustificare la richiesta all'Italia di presentare una risposta
dettagliata entro settembre, e non tra cinque anni, come e' la prassi per
questo tipo di Convenzione, ha spiegato Martin Oelz, del dipartimento legale
dell'Ilo. L'Italia potrebbe essere chiamata a riferire gia' in giugno in
occasione della Conferenza internazionale del lavoro.
*
Frattini: affermazioni false, Italia indignata
"Il Rapporto del Comitato di esperti dell'Ilo contiene affermazioni false,
non dimostrate con elementi concreti e dunque da respingere al mittente": e'
questa la replica indignata della Farnesina che sottolinea come il ministro
degli Esteri, Franco Frattini, ritenga che espressioni "come 'intolleranza'
o 'discriminazione' nei confronti degli immigrati siano utilizzate in modo
gravemente inaccettabile nei confronti dell'Italia e delle autorita'
italiane. L'Italia ha gia' espresso la propria indignazione all'Ilo che ha
preso atto della indignazione del nostro governo: ci auguriamo che si tratti
di una sfortunata pagina dell'attivita' di un'istituzione, l'Ilo, che
l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare".
*
"Gli autori del rapporto trascurano cio' che ha fatto l'Italia per salvare i
clandestini"
"Il quadro dell'Italia non e' quello rappresentato nel rapporto del comitato
dell'Ilo - si legge nella nota - Il Paese rispetta e rispettera' le regole
europee ed internazionali come sempre e' stato riconosciuto e confermato dal
governo e da tutte le autorita' responsabili. Gli autori del documento non
considerano, e cio' dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del
documento, che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita'
italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia
di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed
umanita'". Gli autori del rapporto ignorano "completamente - si legge ancora
nella nota - la situazione di diffusa illegalita' in cui si trovano in
Italia molte decine di migliaia di immigrati, la cui doverosa espulsione
resta tuttavia soggetta a leggi che garantiscono la piena tutela davanti
alle autorita' giudiziarie competenti". E, ancora, gli autori "trascurano
del tutto l'impatto negativo che la presenza di immigrati clandestini, che
spesso sono autori di reati o in maggioranza dediti ad attivita' lavorative
irregolari, rappresenta presso la popolazione italiana e non italiana
residente e rispettosa delle leggi".
*
Sacconi: non e' un atto ufficiale, l'Italia dimostrera' la propria
correttezza
"L'Italia potra' facilmente rispondere circa la correttezza del
comportamento delle nostre istituzioni e la coerenza delle nostre leggi con
i principi delle Convenzioni Internazionali": e' quanto sostiene, in una
nota, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "E' bene precisare, per
correggere un'informazione ancora una volta superficiale, che il documento
nell'ambito del quale si pongono quesiti all'Italia circa presunte
discriminazione verso minoranze etniche e migranti - dice il ministro - non
e' un atto ufficiale dell'Ilo, ma molto piu' modestamente il recepimento da
parte degli esperti, che verificano l'attuazione delle Convenzioni
Internazionali, di ipotesi tutte da dimostrare. Come al solito e' molto
probabile che queste sollecitazioni siano pervenute dall'interno del nostro
stesso Paese".

11. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente appello]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille.
Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la
Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza. Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del
commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite
chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

12. MONDO. MARICA DI PIERRI: CON AIDA QUILCUE' IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI E
DELLA MADRE TERRA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 marzo 2009 col titolo "Indigeni nel
mirino"]

Il 16 dicembre 2008 Aida Quilcue' era appena tornata in Colombia da Ginevra,
dove aveva partecipato al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Aveva riferito con la determinazione di sempre sulle gravi violazioni dei
diritti fondamentali di cui sono vittima le popolazioni originarie nel suo
paese.
Quel 16 dicembre, mentre si trovava nella sede del Cric - Consiglio
Regionale Indigeno del Cauca - un commando dell'esercito sparava contro il
fuoristrada della guardia medica del Cric, per uccidere lei. Ma
nell'autovettura crivellata di colpi, di ritorno da una struttura sanitaria,
si trovava e rimaneva ucciso suo marito, Edwin Legarda. E' il culmine di una
lunga serie di violenze e intimidazioni di cui e' stata bersaglio per il suo
impegno sociale e politico.
Aida e' una leader indigena colombiana, una indigena Nasa, con una lunga
storia di resistenza, la stessa del suo popolo, e da alcuni anni e' leader
del Cric. E' nata e vive nel Cauca, la regione colombiana in cui il
movimento indigeno e' nato e si e' rafforzato, e dove si resiste per
difendere il territorio e la dignita' dei popoli che lo abitano.
Una vita di lotta quella di Aida, ma anche di intimidazioni e minacce come
e' per tutti quelli che in Colombia difendono i diritti umani e la pace.
In Italia poche settimane fa per un ciclo di iniziative, Aida ha parlato del
genocidio indigeno, della resistenza dei popoli originari in difesa della
Madre Terra e dei diritti collettivi di quei popoli che l'hanno difesa per
millenni e che con essa vivono in armonia. Ha raccontato la straordinaria
esperienza della Minga (mobilitazione) indigena che dal 12 ottobre scorso e
per due mesi ha percorso a piedi il paese per chiedere il rispetto degli
accordi firmati dal governo: la restituzione delle terre indigene, il
diritto di consulta previa sancito dalla Convenzione 169 dell'Ilo ma anche
la ratifica (rifiutata fino a oggi dalla Colombia) della Dichiarazione dei
Diritti dei Popoli Indigeni approvata dall'Onu nel settembre 2007 come
risultato di decenni di lotta e di rivendicazione. Una Minga che ha
dimostrato la forza del movimento indigeno in Colombia, ma che ha anche
significato una nuova ondata di repressione per i leader sociali e le
popolazioni originarie e contadine, mentre nel paese continuano i massacri,
le sparizioni forzate, e molte comunita' si trovano in situazione di
continua emergenza umanitaria.
La storia di Aida ha spinto 22 europarlamentari a inviare una lettera al
presidente colombiano Uribe nella quale si chiede di costituire una
commissione internazionale per monitorare le indagine sull'attentato del 16
dicembre e allo Stato di operare affinche' siano garantiti la vita dei
leader sociali e indigeni e il rispetto delle leggi nazionali e degli
accordi internazionali ratificati dalla Colombia.
"Dobbiamo liberare la Terra" ha ripetuto Aida, "Per questo abbiamo lanciato
un appello affinche' da quest'anno il 12 ottobre diventi una Giornata
mondiale di mobilitazione in difesa della Madre Terra e contro la
mercificazione della vita". Una proposta lanciata dal movimento indigeno a
Belem, in Brasile, durante l'ultimo Social Forum, e fatta propria
immediatamente da tutto il movimento. "Difendiamo la Terra, perche' dalla
sua salvezza dipende la nostra, ma sosteniamo e non dimentichiamo chi lotta
contro la guerra e la barbarie, come molti fratelli e sorelle in Colombia e
nel mondo". Lo hanno ricordato nelle piazze di molte citta' anche le tante
manifestazioni celebrate venerdi' scorso, il 6 marzo - dal 2008 dichiarata
Giornata contro la violenza di stato e paramilitare in Colombia (per
ulteriori informazioni: www.asud.net).

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 766 del 21 marzo 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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