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Voci e volti della nonviolenza. 314
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 314
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 17 Mar 2009 12:38:55 +0100
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 314 del 17 marzo 2009 In questo numero: 1. Hannah Arendt: Ma quando scrivo 2. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni fedeli allo stato di diritto e all'umanita' 3. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 5. Stefano Gorla: Charles Schulz 1. MAESTRE. HANNAH ARENDT: MA QUANDO SCRIVO [Da Hannah Arendt, Karl Jaspers, Carteggio, Feltrinelli, Milano 1989, p. 204 (e' un frammento di una lettera di Hannah Arendt a Karl Jaspers del 20 ottobre 1963)] Ma quando scrivo credo di dover dire le cose come sono. 2. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA' [Riproponiamo il seguente appello] Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni, egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali, vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate parte la seguente proposta di ordine del giorno. A nessuno sfugge la gravita' dell'ora. Un cordiale saluto, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 11 marzo 2009 * Proposta di ordine del giorno Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della Dichiarazione universale dei diritti umani; Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ... invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente razziste ed incostituzionali. 3. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 5. PROFILI. STEFANO GORLA: CHARLES SCHULZ [Dal mensile "Letture", n. 566, aprile 2000, col titolo "Charles Schulz" e il sommario "In cinquant'anni di carriera, il creatore dei Peanuts ha disegnato ventimila strisce, pubblicate in 75 Paesi, tradotte in 26 lingue. Con i suoi personaggi ha saputo divertire e far riflettere, anche su tematiche religiose"] "Da grande voglio fare il profeta", dice Linus. "Lodevole ambizione... C'e' sempre bisogno di qualche buon profeta", ribatte Charlie Brown e, guardando Linus dritto negli occhi, aggiunge: "L'unico guaio e' che molti si rivelano poi falsi profeti". "Potrei fare il falso profeta in buona fede", riprende un disarmante Linus. Quattro vignette, una striscia e qualche battuta per i due personaggi creati da Charles Schulz, un artista preconizzato, da parenti e insegnanti, uno di quegli uomini per cui la strada era in qualche modo segnata. Fu lo zio che, due giorni dopo la sua nascita, gli affibbio' il soprannome di Sparky, abbreviazione di Spark plug, cavallo prodigio di Barney Google (Barnabo' Goggoloni o Bertoldo Scalzapolli nella versione italiana), fumetto di particolare successo. Cosi' Charles Monroe Schulz fu per tutti Sparky, scintilla, nomignolo con cui firmo' i suoi primi lavori e con il quale lo chiamano gli amici. L'aneddotica ci regala anche un altro stralcio di intuizione legato a un'insegnante che guardando un disegno del giovanissimo Sparky commento': "Un giorno, Charles, sarai un artista". Era il 1927. Schulz ricordo' questo episodio della sua vita quando, in occasione del quarantesimo anniversario dei Peanuts, fu ospitata a Parigi, nel Pavillon Marsan, l'ala del Louvre che accoglie il Musee des Arts Decoratifs, una mostra a lui dedicata. Fu forse anche facile profeta di se stesso quando si augurava di poter disegnare i suoi amici di carta fino alla fine dei suoi giorni o, almeno, disse, per il giubileo dei Peanuts, "per altri venticinque anni". Non ne era cosciente, ma con lucidita' aveva tracciato il suo futuro. Infatti, e' morto il giorno in cui e' stata pubblicata la sua ultima striscia, il 13 febbraio 2000, a 77 anni, cinquant'anni dopo il suo brillante inizio. Charles Monroe Schulz nasce a Saint Paul - la citta' che con Minneapolis e' una delle Twin Cities (citta' gemelle) del Minnesota - il 26 novembre 1922. La sua biografia non registra particolari impennate: lo vediamo infatti sempre schivo, tranquillo, religioso, padre affettuoso, amante della vita pianificata e dello sport. Il padre, Carl, e' figlio di immigrati tedeschi e fa il barbiere. La madre, Dena, appartiene alla piccola borghesia e ha radici scandinave. A completare la famigliola, un cane, un bastardino in bianco e nero, che fu regalato a Schulz per il suo tredicesimo compleanno, il prototipo in carne e ossa di Snoopy: stessa testa e stesse macchie, il tutto solo di qualche taglia piu' grande. * La scuola per corrispondenza Dell'infanzia di Sparky si conoscono l'eccezionale interesse per lo sport: baseball, hockey e persino golf, e una passione per i fumetti, condivisa in famiglia. Dopo la licenza superiore, conseguita senza lode e senza infamia, Sparky, spinto dalla madre, si iscrive a una scuola per corrispondenza, l'Art Instruction Schools, allora Federal Schools con sede a Minneapolis, scuola che lo vide come insegnante qualche anno dopo. La cosa curiosa e' che Schulz invio' sempre i suoi lavori per posta pur essendo la scuola poco distante da casa sua e mai si avventuro', da alunno, nella sua sede. In quegli anni, due avvenimenti drammatici spezzarono la serena quotidianita' di Schulz: la morte della madre, dopo lunga e dolorosissima malattia, e la chiamata alle armi. Cose che, anche nella sua vita successiva, si sposeranno a momenti di depressione. Il ritorno in patria e la vita a due con l'amato padre coincidono con il periodo in cui Schulz si avvicina professionalmente al mondo dei fumetti. Le sue prime esperienze sono legate alla rivista cattolica a fumetti "Timeless Topix" che, dopo aver acquistato alcune tavole mai pubblicate e dopo avergli promesso una collaborazione, lo dirotto' sul lettering, ovvero il lavoro di scrittura all'interno dei balloons, dei fumetti. Assunto come insegnante dalla sua vecchia scuola, nel tempo libero disegnava e discuteva coi colleghi dei suoi prodotti, prodotti che ogni tanto manda a qualche editore. Tra il 1948 e il 1950 il "Saturday Evening Post" gli pubblico' alcune vignette ma nulla piu'. Fu comunque guardando queste vignette che un collega gli disse: "Sparky, penso che dovresti disegnare altri ragazzini come questi. Sono davvero buoni". Schulz segui' il consiglio e nacque la serie Li'l Folks che vendette al "Pioneer Press" di Saint Paul. Nella primavera del 1950, Schulz invia una selezione delle tavole all'United Feature Syndacate di New York. Riceve risposta da Jim Freeman, il direttore editoriale, che si mostra interessato. Schulz ha pronta una nuova striscia, che personalmente preferisce alle vignette. Parte dunque per New York allo scopo di presentarla: la striscia dei Peanuts apparve su nove quotidiani. Era il 2 ottobre 1950. "Bene! Ecco che arriva il buon vecchio Charlie Brown! (Good ol' Charlie Brown)", dice un bambino rivolto a una bambina seduta accanto a lui sui gradini di una casa. "Il buon vecchio Charlie Brown... Sissignore!", mentre un ragazzino dalla grossa testa pelata, i pantaloni corti e un sorriso stampato in viso si avvicina. "Il buon vecchio Charlie Brown...", ripete il bambino mentre Charlie Brown si allontana. "Come lo odio!". Inizia cosi' la lunga saga dei Peanuts. Anche il nome della striscia, Peanuts (noccioline o cose di poco conto), ha la sua storia: imposto dal Syndacate, sara' sempre mal digerito da Schulz che lo trova banale, "il peggior titolo mai escogitato per un fumetto". Eppure il fumetto di Schulz conquista consensi, si estende a dismisura. * Fenomeno planetario Ora che il corpus schulziano si puo' considerare concluso, e per l'annunciata chiusura e per la morte dell'autore, ci ritroviamo a fare i conti con le cifre che cercano di descriverlo. In cinquant'anni di carriera, Schulz ha disegnato circa ventimila strisce pubblicate in 75 Paesi, raccolte in almeno 1.400 volumi, tradotti in 26 lingue. Oltre trecento milioni di lettori e poi la valanga del merchandising e i circa 62 mediometraggi per la tv, quattro lungometraggi per il cinema, un musical, ventidue riviste sul ghiaccio e un parco dei divertimenti. Solo queste cifre fanno venire le vertigini scoprendo come questo fumetto sia un fenomeno planetario. Ma c'e' di piu'. Schulz, uomo riflessivo e calibrato, ha prodotto tutto questo da solo, con l'aiuto di pochi collaboratori. "Non ho mai avuto un assistente per il lavoro vero e proprio delle strisce e delle pagine a fumetti... Il disegno e' relativamente semplice, dato lo stile che ho adottato, e sono troppo orgoglioso per usare le idee di chiunque altro". Le motivazioni manifestano piu' modestia che verita'. Resta il fatto che Schulz e' un artista completo, pienamente padrone della sua arte. E' un microcosmo che cresce con lui, che si evolve con le idee del suo creatore, con le sue esperienze, che si alimenta della vita del suo autore. I Peanuts delle origini sono basati sulla crudelta' tipica dei bambini, che emerge soprattutto nell'osservazione dei giochi. Perche' nel gioco le regole sono assolute. Attraverso questa lente Schulz racconta il mondo dei bambini senza ridurlo a stolida metafora, ci rappresenta quel mondo a cui ognuno e' necessariamente legato, non in funzione della maturita' raggiunta, ma nella sua autonoma determinazione. * Un inguaribile ottimista Sono verbosi i Peanuts, passano molto tempo a parlare, discutere, a scoprire il mondo con la forza della parola. Miti, ansie, timori e anche nevrosi sono riletti attraverso i percorsi della psicologia infantile che permette a Schulz di manifestare il suo pensiero, sostanzialmente ottimistico, sul mondo che ci circonda. Si', sebbene Schulz non ci nasconda niente della realta', non smette attraverso il personaggio di Charlie Brown di darcene una lettura positiva. Charlie Brown e' un inguaribile ottimista, mai sconfitto anche se mai vincente, un ottimista malinconico che spera contro ogni speranza, che non smette di calciare il pallone tenuto dalla perfida Lucy, che immancabilmente glielo sottrae all'ultimo momento. Charles M. Schulz, e' stato affermato da piu' parti, appartiene alla storia culturale americana. Umberto Eco lo definisce un poeta, forse un poeta della condizione umana nel XX secolo. Una definizione fatta per stupire, per scandalizzare (si era nel 1963), per sfida e per presa di posizione. Era in atto il processo che tendeva a sdoganare i fumetti nel mondo della cultura alta. Schulz ha sempre cercato di dribblare il problema. In un'intervista del 1992, alla domanda: "L'hanno definito il poeta della matita, che ne pensa?", rispondeva con la solita disarmante umilta': "Sinceramente non mi sono mai posto il problema. Perche' non capisco molto la poesia. Non seguo i poeti di oggi. Non leggo molti versi. Preferisco la solidita' dei romanzieri russi, come Leone Tolstoj". Schulz come artista ha deciso di confrontarsi con il genere della comic strip, per sua natura seriale, dove gli elementi portanti sono la ripetizione e la ridondanza. Avviene come nella variazione musicale: al tema principale sono apportate infinite e minime modifiche che creano una sorta di mascheramento del tema. Il suo svelarsi produce piacere e freschezza anche se si racconta la stessa infinita e rassicurante storia. La proposta in piu' strisce della stessa situazione narrativa e degli stessi protagonisti permette di conoscere personaggi e situazione, di familiarizzare. Schulz ha saputo impiegare sapientemente i meccanismi del fumetto definendo con maggior chiarezza i suoi personaggi in uno scavo psicologico magistrale. La stessa attenzione e' posta sull'ambiente dove si svolge la narrazione. Un ambiente rarefatto, stilizzato: ora la scuola, ora il campo da baseball, il muretto, i gradini della casa, ambienti che progressivamente perdono di consistenza, fanno sempre meno riferimento alla realta'. Cosi' come avviene per la cuccia di Snoopy che non puo' essere disegnata che di profilo, perche' Snoopy non puo' abitare in una comune cuccia. Abita infatti in uno spazio metafisico, sulla sommita' della cuccia, dove e' impossibile stare in equilibrio, e sotto di lui, protetto da anonime pareti di legno, la complessita' di spazi e arredi con biliardo, biblioteca, il ciclo di affreschi sulla storia della civilta' dipinti sul soffitto e il Van Gogh distrutto nel famoso incendio del 1966. Fantasia e realta' prodotta dal fantastico si intersecano. Nell'evoluzione dell'ambiente Schulz ricorda come, all'inizio, fosse per lui normale disegnare i bambini sul bordo del marciapiede, quasi un tributo alla sua infanzia o ai fumetti di Skippy disegnati da Percy Crosby. Certo, subito si presentava il problema dell'eta' dei suoi piccoli amici di carta. Troppo piccoli per stare in strada, ed ecco allora l'espediente di disegnarli sui gradini della casa che immettono sul marciapiede e poi, nella rarefazione dell'ambiente, dietro il famoso muretto, luogo di meditazione e di riflessione. Attraverso questo processo, Schulz permise di identificare immediatamente il personaggio e le sue azioni. Per questo motivo i personaggi non sono mai mostrati attraverso complesse angolature, ben conosciute dall'insegnante di disegno, ma sono mostrati privilegiando la rappresentazione senza la mediazione della prospettiva. Una scelta, quella di non rappresentare lo spazio, realizzata attraverso l'assoluta semplificazione grafica e prospettica. Un'opzione radicale che spesso arriva a regalare la scena ai soli personaggi senza alcun oggetto sullo sfondo o affidando lo sfondo a semplificate linee. Schulz compie cosi' una particolare scelta espressiva che si ripercuote anche sul suo disegno semplice ed efficace, che ci permette di intuire infinite variazioni nella curata mimica facciale, dove una diversa inclinazione della bocca e il taglio degli occhi creano un grande effetto. * Il lettore sulla scena Schulz sostiene che "non ci sarebbe nessun vantaggio a mostrare", per esempio, "Schroeder da diversi punti di vista. E' molto piu' importante che il lettore lo identifichi immediatamente e riceva un'impressione familiare quando lo vede seduto al pianoforte in miniatura... Bisogna riconoscere che sarebbe difficile fare altrimenti almeno alcuni di questi personaggi. In certi casi perche' semplicemente non si adattano e in altri casi perche' certe angolature potrebbero darne una visione errata... Cerco il lato migliore e Schroeder risulta meglio se visto di profilo, mentre suona il piano". In questa ricerca, Schulz ha anche sempre privilegiato il punto di vista che pone direttamente il lettore sulla scena ovvero disegnando i personaggi visti dal loro livello, evitando il punto d'osservazione di superiorita' di un occhio adulto. Anche l'elemento del ritmo e della scansione delle storie ha particolare rilevanza. "Avere a disposizione molti personaggi", sostiene Schulz, "permette d'avere un'ampia tastiera su cui suonare". E' attraverso la giustapposizione di storie, l'incastro di personaggi, che si crea il ritmo della narrazione nel fluire delle strisce tematiche. Allora avviene che dopo una serie di strisce, saldamente ancorate alla realta', Schulz inserisca una delle strampalate avventure letterarie o fantasiose di Snoopy, vero fool shakesperiano, jolly ed elemento base del ritmo. * Le tavole domenicali Naturalmente, l'importanza del ritmo e' da cogliersi anche all'interno delle strisce o delle pagine domenicali, i due generi con cui Schulz presenta il suo lavoro. Se le quattro vignette di una striscia hanno un loro ritmo interno e permettono la variazione solo attraverso l'alternarsi di piani e campi, che Schulz utilizza in matematica sequenza centrando il tutto sul risultato finale, la tavola domenicale permette un diverso tipo d'espressione avendo a disposizione dieci o dodici vignette. A volte Schulz, nel laborioso lavoro di preparazione, parte dalla vignetta finale, che contiene la battuta conclusiva, per poi procedere all'indietro cosi' da calcolare meglio gli spazi. Certe volte e' necessario anche disegnare per prima l'ultima vignetta per eliminare ogni dubbio sull'efficacia del disegno finale. Parlando del suo lavoro, Schulz ha spiegato che "puo' accadere che venga un'idea e che scopra poi che non e' attuabile sulla carta oppure che non e' possibile disegnarla come l'avevo vista nella mente... E' molto meglio scoprirlo subito, disegnando l'ultima sezione soltanto quando si e' finita l'intera pagina". Resta il fatto che nelle tavole domenicali l'ultima sezione e' particolarmente importante. Quando si guarda l'intera pagina e' quasi naturale che l'occhio cada in basso a destra e il rischio di sciupare il piacere di giungere progressivamente all'ultima vignetta e' altissimo. Ecco perche' fra le preoccupazioni di Schulz c'e' sempre stata quella di cercare di non attirare eccessivamente l'attenzione su quella vignetta cercando pero' di non rendere insapore il tutto. Oltre al ritmo, resta anche il problema di attirare l'attenzione del lettore che sfoglia la pagina del giornale dove le strisce sono pubblicate. E' il gioco di considerare gli elementi grafici che verosimilmente la pagina mette in campo e la concorrenza con le altre strisce. Schulz ha scelto la strada della vignetta ariosa, molti spazi, tratti fini e testo: una strada efficace. Se meticolosa e' l'attenzione e la preparazione tecnica delle strisce, il genere con cui Schulz ha scelto di esprimere la sua arte, non meno ricercata e' l'attenzione contenutistica che Schulz ha dedicato al suo lavoro in uno squisito scavo delle personalita' dei suoi personaggi, che ha sempre percepito come vivi e vitali. Diamo uno sguardo alla galleria dei characters creati da Schulz, veri attori di carta, personaggi in grado di non sfigurare accanto ai protagonisti delle opere di Beckett, Kafka, Joyce, Salinger, ma anche Mark Twain e Ian McEvan. * Attori di carta Il protagonista della striscia e' certamente Charlie Brown, il bambino dalla "faccia facciosa", che compare da subito nella striscia. Agli inizi sono infatti solo quattro gli attori di carta che si contendono la scena: Charlie Brown, Snoopy, Shermy e Patty, queste due progressivamente scomparse dalle strisce. Charlie Brown, sempre nominato e chiamato con nome e cognome anche dagli amici piu' intimi, "dal tipetto disinvolto delle prime strisce si trasforma nel 'perdente' che conosciamo", dice Schulz, aggiungendo che "deve essere quello che subisce perche' e' la caricatura della persona media. La maggior parte di noi e' molto piu' abituata a perdere che a vincere. Per ogni individuo che sia un vincitore nato, ce ne sono cento avvezzi alla sconfitta che si consolano con i fumetti". E mentre Schulz dichiara questa sua convinzione, ci fa sapere anche del suo legame profondo con Charlie Brown, pur negandone l'identificazione, "perche' io mi tormento, Charlie Brown deve tormentarsi". Schulz non si riconosce nel suo personaggio principale, anche se molti sostengono il contrario, perche' non puo' identificarsi solo in Charlie Brown, con cui condivide un padre barbiere e una madre casalinga oltre a una cocente passione delusa per una donna dai capelli rossi. Non puo' identificarsi solo in Charlie Brown, perche' in lui c'e' anche la parte pazza e trasgressiva di Snoopy, il personaggio cui affida le lancinanti parole con le quali si e' congedato dal pubblico. Snoopy e' sul suo tetto con la fida macchina da scrivere e si legge, a firma Schulz: "Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. E' stata la realizzazione del sogno che avevo da bambino. Purtroppo, pero', ora non sono piu' in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiestomi da una striscia quotidiana: e per questo motivo, annuncio il mio ritiro dall'attivita'...". Charlie Brown e' mite e maldestro, eppure altamente popolare tra i suoi amici che pero' fanno di tutto per non dimostrarglielo, si', perche' tutti hanno in Charlie Brown un appoggio e un confronto. E' un punto di riferimento, quasi sempre il punto focale della striscia, anche o forse soprattutto quando e' tempestato dagli scherzi, dai soprusi e dalla ragione che si impone con quella violenza di cui solo i bambini sono capaci. * Snoopy, bracchetto sapiens Charlie Brown conosce il dubbio, sa riflettere, perdona le offese e sa trovare il lato positivo delle cose. Malinconico e ottimista, si erge sulla pedana del lanciatore pronto all'ennesimo sacrificio per una partita di baseball che non vincera' mai, novello Giovanni Drogo di buzzatiana memoria. Malinconico e portatore della consapevolezza schulziana secondo cui "la malinconia, per chi la guarda, e' piu' divertente della felicita'. I guai altrui fanno ridere, se non sono troppo gravi". Per Charlie Brown, il bambino con "un sacco di cicatrici... tutte mentali", questa massima e' diventata legge, una legge che ci insegna come la vita sia fatta di lotte modeste ma vitali per la propria integrita'. Snoopy e' il cane di Charlie Brown e, come abbiamo accennato, e' l'altra faccia di Schulz. E' forse il personaggio che si e' evoluto maggiormente all'interno della saga dei Peanuts, seppur con grande lentezza. La sua progressiva trasformazione e' stata completa, tanto da far esclamare a Schulz: "... non fu facile impedirgli di impadronirsi totalmente della striscia". Ora, da protagonista, non cammina piu' a quattro zampe ma, da vero bracchetto sapiens, a due zampe in posizione eretta, e dell'antico padrone ha scordato persino il nome. Lo chiama: "quel bambino dalla testa rotonda" e se ne e' completamente affrancato, pur conservando un particolare affetto per chi gli procura cibo e senso di sicurezza. E' la simpatica follia dei Peanuts, a volte la lucida follia. Pensa, rimugina, medita il saggio ed eccentrico bracchetto. Fregoli della striscia, muta continuamente ambito d'azione. Un diverso copricapo, un paio di occhiali da sole e Snoopy si trasforma in asso della prima guerra mondiale, in scrittore, avvocato, capo scout, chirurgo, nel seduttore Joe Falchetto, in giocatore di hockey o maestro di tennis. Anche la sua cuccia partecipa delle mutazioni e diviene ora un Sopwith Camel, il mitico aereo targato 1916, oppure lo studio dell'incompreso autore o redattore che affida sentenze, romanzi e aforismi alla fida macchina per scrivere che potrebbe essere una Olivetti lettera 22, il trionfo del design italiano, esposta al Museo d'Arte moderna di New York e nata nel 1950, poco dopo la striscia di Schulz. Ecco, allora, che tra Hemingway e Moravia, autori che hanno amato quella macchina per scrivere, puo' sedere il letterato Snoopy, il cane che rifiuta l'unidimensionalita'. Resta una curiosita'. Non ci risulta che Snoopy abbia mai interpretato qualche fiaba anche se il suo nome fu preso in considerazione dalla Disney durante la lavorazione del lungometraggio animato Biancaneve e i setti nani, come nome da affibbiare ad uno dei nani: si era alla fine degli anni Trenta ed e' bene non giocare con le date, ma Schulz ci avrebbe tolto una curiosita' facendogli impersonare quel ruolo. Lucy e Linus sono due fratelli, i fratelli Van Pelt. Linus e', secondo gli antichi canoni greci, il deuteragonista, l'altro protagonista, il secondo. Piu' giovane di Charlie Brown, mischia saggezza a sarcasmo, infantilismi (potrebbe essere diversamente?) a lampi di vero e proprio genio. Tendente al nevrotico, e' securizzato dalla mitica coperta che assorbe paure e frustrazioni, l'oggetto "transizionale", per usare il linguaggio coniato da Winnicott. Sembra vivere in un universo parallelo e forse e' l'unico, con Charlie Brown, che rispetta la dignita' altrui. Anche la sua frase piu' caustica non distrugge, e' opinione dissonante, espressione di una personalita' altra che solo casualmente interagisce con il mondo. Personaggio complesso e articolato, aperto all'epifanica alterita' del Grande Cocomero. La sorella e' piu' prosaica, grintosa e somma di tutte le cattiverie infantili. Sprezzante e persecutoria, e' la materializzazione degli incubi di Charlie Brown. Un personaggio totalmente sgradevole che raramente attira il sorriso o la simpatia, eppure un personaggio dotato di un fascino particolare. Poco avvezza al ragionamento, e' la negazione della dialogicita', eppure (o forse per questo) si trasforma in dispensatrice di cinici consigli dal suo pulpito di soccorso psichiatrico a 5 centesimi. Con lei, Schulz si leva qualche sassolino dalla scarpa. "Ti ho aiutato moltissimo!", dice a un incredulo Charlie Brown, "ti ho dimostrato che la psichiatria e' una scienza esatta". "Una scienza esatta?!", esclama un esterrefatto Charlie Brown. "Certo, tu mi devi esattamente centroquarantatre' dollari!". Naturalmente Lucy non e' un'eroina totalmente negativa, e' funzionale al disegno generale, e il suo continuo sottolineare la propria presunta superiorita' e' segnale di una debolezza interiore, forse il terrore di trovarsi di fronte al proprio limite. Lucy umilia gli altri per rassicurare se stessa, eppure si scioglie di fronte all'amore non corrisposto. Passa il tempo languidamente aggrappata al pianoforte giocattolo di Schroeder, il bambino amante della musica classica, che ha eletto Beethoven a suo personale idolo. * Eroi epici e drammatici In Schroeder, e nella sua forma monomaniacale, Schulz lumeggia i processi legati al consumo dei miti culturali cosi' come in Pig Pen, il bambino che ha fatto della sporcizia un'arte, descrive l'assoluta sintonia tra arte e artista. Il tutto in armonia con quello che l'infantile eta' di Pig Pen gli permette di vivere: la repulsione alla pulizia e la vita selvaggia dei cortili polverosi. Personaggi a loro modo epici e drammatici. Sally, la sorella minore di Charlie Brown, e' il personaggio che con maggior difficolta' riesce a integrarsi con il mondo che la circonda. Impersonifica la continua indignazione verso tutto e tutti, asserendo continuamente la sua liberta' di pensiero e di azione. Famosi sono i suoi elaborati scolastici dove, con una buona dose di sarcasmo, rilegge l'esperienza quotidiana di milioni di ragazzi. "Tema di scienze sociali: 'Cosa ho imparato quest'anno a scuola'". Vignetta muta nella quale Sally pensa, e quindi il componimento. "Quest'anno ho imparato a tenere d'occhio la merenda per non farmela scippare!". Liricamente disarmante. Il palcoscenico dei Peanuts si e' arricchito negli anni di diversi tipi, diventando sempre piu' fumetto corale. Ecco Piperita Patty, alias Patricia Reichardt, energica e simpatica ragazzina dalla brillante parlantina che chiama Charlie Brown "Ciccio" e continua a definire Snoopy il piu' strano bambino mai conosciuto. Ecco Marcie, la sagace amica di Piperita, che si ostina a chiamarla "capo" e a salvarla da disastrose situazioni scolastiche. Ecco Woodstock, il simpatico uccellino che comunica, naturalmente, con il linguaggio degli uccelli che soltanto Snoopy comprende alla perfezione. Oppure Spike, il fratello di Snoopy, moderno anacoreta sempre alle prese con cocciuti cactus. Dell'allegra e numerosa famiglia dei Peanuts non fanno parte, naturalmente, gli adulti, che appaiono solo tangenzialmente e sempre fuori campo, satelliti di un complesso sistema solare. C'e' la nonna di Linus, nemica giurata della coperta-tampone spirituale del nostro eroe. C'e' il padre, barbiere, di Charlie Brown o i temibili insegnanti. Non si vedono e non si odono. Semplicemente non compaiono mai, aumentando l'alone di mistero intorno ai brandelli di realta' che apprendiamo solo attraverso la mediazione dei nostri piccoli amici. Colpisce la capacita' analitica di Schulz espressa in poetiche e sintetiche espressioni. "Charles M. Schulz", ricorda con lucidita' Oreste del Buono, "e' un vero maestro di stile nella limpidezza dell'espressione e nella chiarezza della riflessione". E questo anche da un punto di vista linguistico. Schulz esprime sempre i suoi concetti con una lingua piana, con linguaggio semplice, rifuggendo ogni gergalita' e, come acutamente ha osservato Umberto Eco, senza "peccare di anacoluti". * Lo sport, metafora della vita Mai una volgarita' o una banalita' gratuita. Minime sono anche le discussioni filologiche, Schulz si traduce in modo quasi letterale, vista la sua "lingua da Harvard" e al massimo e' concesso dissertare su di un "Good Grief!", pendendo per un geniale "misericordia!" o un piu' piano "santo cielo!". Le uniche difficolta' per traduttori e lettori sono legate ai termini tecnici di alcuni sport in Italia poco praticati, per esempio il golf, anche perche' Schulz nelle vignette sportive ha dato il meglio di se'. Ha sempre inseguito la precisione, basandosi su di una conoscenza profonda e diretta dei giochi, nella consapevolezza che le difficolta' che si devono affrontare negli sport sono metafora completa di cio' che si deve affrontare nella vita. "Ogni volta che ho subito una schiacciante sconfitta al bowling o che non sono riuscito a classificarmi nelle eliminazioni di un torneo di golf", confessa Schulz, "sono stato in grado di trasferire le mie frustrazioni sul povero Charlie Brown. E quando Charlie Brown cerca di analizzare le proprie difficolta' nella vita, riesce a farlo meglio se le esprime in termini sportivi". Charles M. Schulz e i suoi amici di carta sono giunti in Italia agli inizi degli anni Sessanta e sulle sue strisce "sofisticate e un po' intellettuali" sono cresciute generazioni di ragazzi. I Peanuts erano noti in Italia a un piccolo gruppo di appassionati, piu' che per le strisce giornaliere dei quotidiani americani, per le raccolte pubblicate da Hot, Rinehart & Wiston. Libretti che giungevano dall'Inghilterra, perche' passare l'oceano non era ancora molto agevole. Nel 1963, la Milano Libri, fervida libreria milanese, dava alle stampe Arriva Charlie Brown!, prefazione di Umberto Eco, e fu proprio il poco eroico Charlie Brown a contribuire allo sdoganamento, in Italia, del "genere letterario" fumetto. Quei bambini esprimevano "pensieri onesti, di speranza e di fiducia", scrive Fernanda Pivano. Il gran passo verso la consacrazione venne pero' compiuto solo nel 1965 grazie a un giornale nato dalla sinistra borghese, "Linus", diretto da Giovanni Gandini. Certo, mister Schulz e' sempre rimasto imbarazzato di fronte alle letture profonde della sua opera, siano esse filosofiche o religiose. Letture possibili e sostanzialmente vere. Schulz non esito' a dare una sorta di imprimatur alla sagace opera di Robert L. Short, studioso americano laureato in teologia, che ha intuito ed espresso in modo piu' pieno il senso cristiano della sua opera. Delle fatiche di Short resta una vivace trilogia, in Italia pubblicata da Gribaudi. Il Vangelo secondo Charlie Brown apri' le danze, seguirono La Bibbia secondo Linus e Le parabole secondo Snoopy. Dello Schulz religioso si sa poco in Italia. Eppure egli ha sempre espresso apertamente la sua fede, in un modo squisitamente laico, nella simpatica coniugazione tra arte, fede e umorismo in una strada battuta da pochi. Ma se le interpretazioni religiose lo preoccupavano meno, temeva quelle filosofiche o pseudointellettuali. "Mi sorprende che qualcuno mi prenda per un intellettuale, perche' io volevo soltanto fare felice un po' di gente", dice Schulz, il quale ha mantenuto questo sereno distacco anche attraverso il controllo assoluto sul merchandising. Anche il piu' piccolo oggetto su cui appare l'allegra brigata di Charlie Brown e compagni ha avuto la sua approvazione. La scelta di far morire la sua arte con lui ha fatto discutere o lo fara'. I figli da tempo gli avevano regalato la promessa che i Peanuts si sarebbero fermati con lui. Il successo non ha mai nuociuto alla creativita' di Schulz, che non si e' mai ancorato alla ripetitivita' meccanica della sua arte. Le sue strisce con gli anni hanno acquisito spessore, la complessita' del suo mondo si e' arricchita, non ingarbugliata. Basta pensare alla lieve e matura striscia di Janice, la bambina sottoposta a chemioterapia. Dalla tragedia alla commedia tutto e' stato rappresentato sul palcoscenico dei Peanuts. Ci piace ricordare anche l'azzeccatissima definizione di Oreste del Buono: "Un fumetto come diagnosi, prognosi ed esorcismo". Mister Schulz se ne e' andato mentre i giornali pubblicavano la sua ultima striscia. "Forse", ha detto il figlio Monte, "aveva fatto tutto quello che aveva voluto fare, e gli sembrava di aver finito...". Schulz aveva fatto tutto, forse, certamente ha coronato il suo sogno di lasciare il mondo migliore di quanto non l'avesse trovato. * Figlio di un barbiere, muore a 77 anni, nel giorno dellíultima striscia 1922. Charles Monroe Schulz nasce il 26 novembre. Il padre e' un barbiere. 1937. Viene pubblicato il primo disegno di Schulz: e' Spike, il suo cane, e appare su Belive it or Not di Ripley. 1940. Schulz si iscrive alla Art Instruction Schools di Minneapolis, una scuola per corrispondenza. 1943. Viene chiamato alle armi e due anni dopo inviato in Francia con la XX divisione. 1946. Primo lavoro nel mondo del fumetto alla rivista cattolica "Timeless Topix". Si occupa di lettering. 1947. Viene assunto come professore di disegno alla Art Instruction Schools di Minneapolis. 1949. Crea la serie Li'l Folks pubblicata dal "Pioneer Press". 1950. Esce la prima striscia dei Peanuts: e' il 2 ottobre. 1951. Sposa Joyce Halverson. Dal matrimonio nascono cinque figli che diventano la principale fonte di ispirazione per le strisce. 1952. Esce il primo volume che raccoglie le strisce di Schulz. 1955. Riceve il premio "Reuben" dalla National Cartoonist Society. 1963. Laurea ad honorem dall'Universita' Anderson, nell'Indiana. I Peanuts arrivano in Italia. 1965. Primo film per la tv dei Peanuts: vince i premi Emmy e Peabody. I Peanuts escono sulla copertina del "Time". 1967. Charlie Brown sulla copertina di "Life". Debutto off-Broadway del musical dedicato ai Peanuts. 1969. L'Apollo 10 decolla per circumnavigare la luna con il modulo di comando chiamato "Charlie Brown" e il modulo lunare "Snoopy". 1970. La "coperta di sicurezza" di Linus viene inserita nel Webste'r Dictionary. 1978. Schulz e' nominato cartoonist dell'anno da Le Pavillon International de l'Humor de Montreal. 1984. Il Guinness Book of Records dichiara i Peanuts il fumetto piu' popolare del mondo. 1985. Si apre a Buena Park in California un parco divertimenti dedicato ai Peanuts. 1990. Mostra sui Peanuts al Louvre di Parigi. Schulz e' insignito della Legion d'Onore. 1992. Schulz inaugura a Roma la mostra Il mondo di Snoopy. 2000, 3 gennaio. Schulz disegna l'ultima striscia, che sara' pubblicata il 13 febbraio. 2000. Schulz muore il 13 febbraio. * Bibliografia minima Charles M. Schulz, Arriva Charlie Brown!, Milano Libri, 1963. Charles M. Schulz, Povero Charlie Brown, Milano Libri. Charles M. Schulz, Il terzo libro di Charlie Brown, Milano Libri. Umberto Eco intervista Elio Vittorini e Oreste del Buono, in "Linus" n. 1, aprile 1965, pp. 1-2. Charles M. Schulz (a cura di Franco Cavallone), Il bambino a una dimensione. Il meglio di Charlie Brown & C., Oscar Mondadori, 1968. Robert L. Short, Il Vangelo secondo Charlie Brown, Gribaudi, 1968. Charles M. Schulz (a cura di Franco Cavallone), E' domani Charlie Brown!, Oscar Mondadori, 1971. Charles M. Schulz, Ben venga maggio!, Milano Libri, 1973. Charles M. Schulz, Il Giubileo dei Peanuts. La mia vita e la mia arte con Charlie Brown e gli altri, Rizzoli, 1976. Charles M. Schulz (a cura di Giovanni Trimboli), 40 anni. Vita e arte, Rizzoli - Milano Libri, 1990. Le raccolte di strisce dei Peanuts sono state pubblicate dalla Milano Libri, dalla Rizzoli, dalla Bompiani e dalla Mondadori. La Baldini & Castoldi sta pubblicando una ristampa cronologica delle strisce. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 314 del 17 marzo 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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