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Minime. 757
- Subject: Minime. 757
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 12 Mar 2009 01:25:39 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 757 del 12 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Ora 2. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni fedeli allo stato di diritto e all'umanita' 3. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 5. Maria G. Di Rienzo: Baciare rospi 6. Mao Valpiana: All'alba, a Verona 7. Sergio Paronetto: Tribalismo padano e religione guerriera. Una riflessione da Verona 8. Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione ed altre centinaia di associazioni umanitarie: Una lettera aperta ai parlamentari in difesa dei diritti dei bambini 9. Manuela Granaiola: Nel "decreto sicurezza" norme odiose e disumane 10. Pippo Magnaguagno: Razziste, liberticide ed incostituzionali le proposte del "pacchetto sicurezza" 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. ORA Contrastare il razzismo: ora. Contrastare il maschilismo e la violenza sessuale: ora. Contrastare la guerra: ora. Contrastare l'eversione dall'alto: ora. * Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani: ora. Vi e' una sola umanita'. 2. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA' [Riproponiamo il seguente appello] Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni, egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali, vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate parte la seguente proposta di ordine del giorno. A nessuno sfugge la gravita' dell'ora. Un cordiale saluto, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 11 marzo 2009 * Proposta di ordine del giorno Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della Dichiarazione universale dei diritti umani; Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ... invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente razziste ed incostituzionali. 3. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 5. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: BACIARE ROSPI [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento] E certo, certo che abbiamo responsabilita' in quel che ci capita, signor mio. Ma non per come siamo vestite, per l'orario in cui usciamo, per gli amici che abbiamo, per il lavoro che facciamo. E' che non siamo piu' capaci di tessere incantesimi. Piene di coraggio e affetto baciamo rospi, ma per quanto li baciamo e ribaciamo, restano rospi. Affascinate e innamorate baciamo principi, e subito i principi diventano rospi. Penso di aprire un corso per maghe; prima lezione, una finestra aperta, uno specchio e un invito: fatti baciare dal sole ogni mattina, e dalla luna ogni notte. Poi bacia te stessa, e lascia rospi manifesti e rospi travestiti da principi a gracidare lontano, nello stagno. 6. UNA SOLA UMANITA'. MAO VALPIANA: ALL'ALBA, A VERONA [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per questo intervento] Giovedi' 5 marzo, all'alba, presso il campo di Strada La Rizza (Verona) ove abitano nostri concittadini italiani, residenti in Verona da piu' generazioni, su ordine della Questura di Venezia (e, pare, dalle agenzie Ansa, su input "romano") e' stata effettuata la seguente operazione, eseguita da agenti di polizia della questura di Verona: tutti i residenti sono stati fotografati di fronte e di profilo con in mano un cartello con indicato nome, cognome e data di nascita. Don Francesco Cipriani, che da molti anni risiede li', rifiutatosi di farsi fotografare e spiegando che tutti li' dentro erano dotati di carta di identita' e che quindi non erano disposti a farsi fotografare in quel modo, e' stato condotto in Questura e sottoposto alla medesima procedura. Un gruppo di cittadine e cittadini ha ritenuto urgente prendere posizione e scrivere una lettera aperta per rendere pubblico il sentire condiviso; la lettera aperta pubblicata ieri anche su questo foglio, e che di seguito riproponiamo. * Lettera aperta alle autorita' civili e religiose veronesi e alla stampa locale Cosa accadrebbe se domani in un qualsiasi condominio di Borgo Roma, Borgo Trento o Borgo Venezia arrivassero funzionari di Polizia in divisa, svegliando all'alba tutti i membri delle nostre famiglie, per fotografarci di fronte e di profilo, con un cartello identificativo in mano, dicendoci che si tratta di un'operazione di controllo? come reagiremmo? Certamente lo riterremmo intollerabile e gravemente lesivo della nostra dignita'. Noi sottoscritti, cittadine e cittadini veronesi, abbiamo saputo che, all'alba del 5 marzo 2009, agenti di Polizia della Questura di Verona hanno videofilmato e fotografato, di fronte e di profilo, le persone residenti o domiciliate presso le piazzole di sosta di Strada La Rizza, Forte Azzano, famiglie residenti in Verona da decenni; si tratta di nostri concittadini italiani che si riconoscono come appartenenti alla minoranza etnico-linguistica Rom. Apprendiamo da un quotidiano locale che questi concittadini sarebbero stati fotografati da personale di Polizia con un cartello in mano indicante cognome, nome e data di nascita e numero progressivo, nonostante il possesso da parte loro delle carte di identita' e la loro regolare iscrizione ai registri anagrafici; sarebbero stati sottoposti a tale procedura anche alcuni minorenni. In qualita' di semplici cittadini e cittadine, riteniamo che il possesso di carta di identita' e la regolare iscrizione nei registri anagrafici locali, dovrebbero preservarci, a prescindere dalla nostra appartenenza linguistica, religiosa, etnica o dalle provenienze culturali o geografiche di ciascuno di noi, dal subire metodi di identificazione che, al di fuori dei casi tassativamente previsti dal nostro ordinamento, riteniamo lesivi della dignita' personale. Se, poi, come risulta da talune agenzie Ansa, tale procedura fosse stata effettivamente programmata unicamente con riferimento a persone residenti nei "campi nomadi" veneti, la nostra preoccupazione non potrebbe che aumentare: riservare un trattamento deteriore ad un'intera categoria di persone a causa della loro appartenenza ad una minoranza etnica, costituisce certamente offesa intollerabile ai piu' basilari principi giuridici su cui si fonda la nostra comunita'. Dove non c'e' democrazia e dove non c'e' pace per i Sinti, i Rom, gli "zingari", non ci sara' pace e democrazia neppure per tutti gli altri, perche' tutti siamo parte di questa citta': ci attiviamo dunque per noi stessi, per la nostra comunita' civile, per i nostri figli, perche' la citta' e la societa' in cui con responsabilita' ed onesta consapevolezza vogliamo vivere nasca dal rispetto del diritto e della vita di ognuno. Non vogliamo limitarci ad una mera testimonianza di solidarieta', ma anche attivarci perche' tutti, ma proprio tutti, possano da una parte diventare titolari di diritti civili, economici, sociali, politici e culturali, e dall'altra assumersi la responsabilita' di doveri per una inclusione sociale che non comporti annullamento della propria specificita' e non generi e alimenti conflittualita'. Seguono molte firme. * per informazioni, adesioni, contatti: Mao Valpiana, tel. 3482863190, Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 7. UNA SOLA UMANITA'. SERGIO PARONETTO: TRIBALISMO PADANO E RELIGIONE GUERRIERA. UNA RIFLESSIONE DA VERONA [Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per questo intervento] Molti non lo sanno. Chi le pronuncia forse non lo sa ma e' bene rendersene conto. Tante frasi dure e aggressive ripetute a sostegno di ordinanze, di provvedimenti o di proposte legislative a favore dei "padani doc", assomigliano a quelle che hanno preparato il clima politico e culturale delle leggi razziali in Germania (1935) e in Italia (1938). Senza abbondare in citazioni (la bibliografia al riguardo e' immensa), mi limito a ricordare il programma del Partito nazionalsocialista, redatto da Hitler nel 1920, dove si afferma (dal n. 4 al n. 8) la famigerata teoria della "comunita' di popolo" basata sul concetto di Volksgenosse che significa "membro della comunita' popolare", di "razza tedesca", l'unico a godere dei diritti di cittadinanza. Tutti gli altri sono "ospiti" sottomessi a una "legislazione per stranieri". E' questo che si vuole? Chi ritiene esagerato il giudizio di imminente o diluito nazifascismo puo' almeno riflettere sulla logica tribale in cui stiamo cadendo. Vari esponenti politici di governo (nazionale e locale) sembrano pensare solo all'indiano padano perennemente assediato o minacciato. Vogliamo vivere come tribu' separate o parallele? Tribu' significa sia gruppo etnico che organismo sociale determinato e omogeneo che occupa una regione sulla quale afferma diritti tradizionali. Moltissimi rom, sinti o islamici sono italiani-padani da anni, eppure si cercano impronte e foto, si invoca la difesa della "comunita' di popolo", si moltiplicano controlli esasperati del tutto controproducenti, mai pensati, ad esempio, per i sospettati di criminalita' mafiosa o di finanza nera (analizzata dal Financial Crimes Enforcement Network), per gli autori (in gran parte familiari o conoscenti) di violenza contro donne, bambini e bambine o per i responsabili di grandi evasioni fiscali o di vittime del lavoro. Giorni fa, un gruppo di antropologi ha diffuso un appello dal titolo "La civilta' violata. Contro il ripiegamento autoritario e razzista che mina le basi della coesistenza". Le loro argomentazioni assomigliano a quelle di molte organizzazioni sostenitrici della campagna "Siamo medici, non spie" o ai firmatari della recente lettera aperta riguardante l'inutile odiosa schedatura di persone (italiane e veronesi), avvenuta il 5 marzo scorso presso le piazzole di sosta di strada La Rizza, presso Verona. Gli imprenditori delle paure aprono ferite e alimentano divisioni. La cultura del nemico ci rende tutti piu' infelici e insicuri. Il linguaggio volgare e violento che spesso ci avvolge tende a produrre inevitabilmente azioni volgari e violente. La vera sicurezza puo' essere solo costruita assieme come un bene comune. Ultima osservazione. I sostenitori del binomio "sangue e suolo" sono pronti a brandire la croce come simbolo di un "cristianesimo senza Cristo" che mi sembra simile a quello propugnato dall'"Action francaise", il movimento di Charles Maurras sostenitore di un "cattolicesimo anticristiano", condannato da Pio X (1914) e da Pio XI (1926). Ogni progetto autoritario o totalitario ha bisogno di una religione civile settaria o guerriera. Non e' questa la cultura veronese in cui sono cresciuto. Non e' questa la fede cristiana espressa dal recente Sinodo diocesano. Esiste una Verona ricca di risorse democratiche e di esperienze libere e solidali che forse si e' assopita ma puo' risvegliare la sua identita' relazionale e cosmopolita. Qualcosa si muove. Per qualche mese alcuni autobus porteranno per Verona la scritta "Nella mia citta' nessuno e' straniero". 8. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL'IMMIGRAZIONE ED ALTRE CENTINAIA DI ASSOCIAZIONI UMANITARIE: UNA LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI BAMBINI [Dal sito dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (www.asgi.it) riprendiamo la seguente lettera aperta] Alla cortese attenzione dei membri della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, dei membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, dei membri della Commissione parlamentare per l'Infanzia, dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati * Oggetto: Conseguenze dell'art. 45, comma 1, lett. f) del ddl C. 2180 sul diritto del minore a essere registrato alla nascita. * L'art. 45, comma 1, lett. f) del disegno di legge "Disposizioni in materia di sicurezza", approvato dal Senato e attualmente all'esame della Camera (C. 2180), introduce l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile, tra i quali sono inclusi anche gli atti di nascita (la citata disposizione del disegno di legge modifica l'art. 6 comma 2 del D. Lgs. 286/1998, eliminando l'eccezione attualmente prevista in base a cui il cittadino straniero e' esonerato dall'obbligo di presentare il documento di soggiorno per i provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile). L'ufficiale dello stato civile non potra' dunque ricevere la dichiarazione di nascita ne' di riconoscimento del figlio naturale da parte di genitori stranieri privi di permesso di soggiorno. La norma che impedisce la registrazione della nascita si configura come una misura che oggettivamente scoraggia una protezione del minore e della maternita'. Una simile norma appare dunque incostituzionale sotto diversi profili. In primo luogo comporta una palese violazione del dovere per la Repubblica di proteggere la maternita', l'infanzia e la gioventu', favorendo gli istituti necessari a tale scopo (art. 31, comma 2 Cost.) e sfavorisce il diritto-dovere costituzionale dei genitori di mantenere i figli (art. 30, comma 1 Cost.). In secondo luogo viola il divieto costituzionale di privare della capacita' giuridica e del nome una persona per motivi politici (art. 22 Cost.) ed e' noto che la dottrina si riferisce alle privazioni per qualsiasi motivo di interesse politico dello Stato. La norma e' altresi' incostituzionale per violazione del limite previsto dall'art. 117, comma 1 Cost. che impone alla legge di rispettare gli obblighi internazionali. Essa si pone infatti in palese contrasto con la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva con legge 27 maggio 1991, n. 176 che agli articoli 7 e 8 riconosce a ogni minore, senza alcuna discriminazione (dunque indipendentemente dalla nazionalita' e dalla regolarita' del soggiorno del genitore), il diritto di essere "registrato immediatamente al momento della sua nascita", il diritto "ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi", nonche' il diritto "a preservare la propria identita', ivi compresa la sua nazionalita', il suo nome e le sue relazioni famigliari". La disposizione in oggetto violerebbe inoltre l'art. 24, comma 2 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con legge 25 ottobre 1977, n. 881, che espressamente prevede che ogni bambino deve essere registrato immediatamente dopo la nascita ed avere un nome. Le conseguenze di tale modifica normativa sui bambini che nascono in Italia da genitori irregolari sarebbero gravissime. I minori che non saranno registrati alla nascita, infatti, resteranno privi di qualsiasi documento e totalmente sconosciuti alle istituzioni: bambini invisibili, senza identita', e dunque esposti a ogni violazione di quei diritti fondamentali che ai sensi della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza devono essere riconosciuti a ogni minore. Ad esempio, in mancanza di un documento da cui risulti il rapporto di filiazione, molti di questi bambini non potranno acquisire la cittadinanza dei genitori e diventeranno dunque apolidi di fatto. Per tutta la vita incontreranno ostacoli nel rapportarsi con qualsiasi istituzione, inclusa la scuola. Proprio a causa della loro invisibilita', saranno assai piu' facilmente vittime di abusi, di sfruttamento e della tratta di esseri umani. In secondo luogo, vi e' il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno, essendo a questi ultimi impedito il riconoscimento del figlio, e che in tali casi venga aperto un procedimento per la dichiarazione dello stato d'abbandono. Questi bambini, dunque, potranno essere separati dai loro genitori, in violazione del diritto fondamentale di ogni minore a crescere nella propria famiglia (ad eccezione dei casi in cui cio' sia contrario all'interesse del minore), sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e dalla legislazione italiana. E' probabile, infine, che molte donne prive di permesso di soggiorno, temendo che il figlio venga loro tolto, decidano di non partorire in ospedale. Anche in considerazione delle condizioni estremamente precarie in cui vivono molti immigrati irregolari, sono evidenti gli elevatissimi rischi che questo comporterebbe per la salute sia del bambino che della madre, con un conseguente aumento delle morti di parto e delle morti alla nascita. Per evitare queste gravissime violazioni dei diritti dei minori (oltre che dei loro genitori), rivolgiamo un appello ai Parlamentari affinche' respingano la disposizione di cui all'art. 45, comma 1, lett. f) del disegno di legge "Disposizioni in materia di sicurezza" (C. 2180). * Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione ed altre centinaia di associazioni umanitarie 9. UNA SOLA UMANITA'. MANUELA GRANAIOLA: NEL "DECRETO SICUREZZA" NORME ODIOSE E DISUMANE [Ringraziamo la senatrice Manuela Granaiola (per contatti: granaiola.segreteria at gmail.com) per questo intervento] L'ennesimo decreto sulla sicurezza non prevede una lira per le forze dell'ordine. Non un adeguamento tecnico, un mezzo nuovo, un uomo in piu'. Niente per rendere piu' efficace la giustizia dunque l'applicazione delle leggi che e' l'unico strumento reale per contrastare efficacemente l'immigrazione "clandestina". Il decreto non prevede nulla per sostenere l'integrazione. Niente per la scuola dove l'integrazione puo' offrire, con civilta', i migliori frutti. Niente per intervenire nei quartieri piu' degradati. Niente per abbattere (o rendere meno incivili) i campi profughi ormai centri di detenzione. Di contro nuove regole odiose e sostanzialmente inutili che servono solo ad alimentare odio ed isolamento. Un odio che giorno dopo giorno, come ci ricorda la cronaca, da' i suoi frutti peggiori. Ci troviamo di fronte a provvedimenti inutili e pericolosi come quello di obbligare i medici alla denuncia (poi mitigato nella "facolta' di denunciare"). Con un principio incivile e disumano si nega persino la possibilita' per un extracomunitario "clandestino" di rivolgersi con tranquillita' ad un medico, favorendo cosi' la formazione di canali sanitari clandestini e comportando il rischio che nuove patologie si sviluppino fuori da ogni controllo sanitario con l'unico risultato reale di mettere concretamente a rischio la salute pubblica. Questi, insieme alle impronte digitali per i bambini, e ad altre trovate escogitate da questo governo, non hanno sortito alcun risultato se non quello di alimentare negativamente l'immaginario di una parte dell'opinione pubblica gia' preoccupata per la generale situazione di precarieta' economica e sociale che stiamo vivendo. In Versilia un altro operaio e' morto sul lavoro cadendo da un tetto, ma un emendamento volto a garantire il gratuito patrocinio da parte dello stato per le vittime degli incidenti sul lavoro e' stato bocciato da questa maggioranza. Forse in Italia i morti sul lavoro sono troppi e la cosa costerebbe troppo? Mi domando se queste siano quelle radici cristiane che la Lega e gran parte di questa maggioranza voleva cosi' fermamente impresse nella Costituzione europea. 10. UNA SOLA UMANITA'. PIPPO MAGNAGUAGNO: RAZZISTE, LIBERTICIDE ED INCOSTITUZIONALI LE PROPOSTE DEL PACCHETTO SICUREZZA [Ringraziamo Pippo Magnaguagno (per contatti: pippomagna at lillinet.org) per questo intervento] Mi associo completamente al pensiero dei "Beati i costruttori di pace" espresso nella seguente lettera aperta del 6 febbraio 2009: "Signor Ministro, "da alcuni giorni le sue uscite sono sempre piu' sconcertanti. Piu' che appelli alla legge e al diritto i suoi sono dei veri e propri bollettini di guerra contro le persone piu' povere e piu' sfortunate. "Invece di affrontare con tempestivita' ed efficacia i fatti di xenofobia, razzismo e di violenza, in particolare contro le donne, che sono avvenuti ultimamente in Italia, Lei si e' personalmente impegnato in una crociata contro quelli che definisce "i clandestini", ma che tali non sono. Clandestino e' un individuo che sparisce dalla circolazione, perche' ha compiuto qualche crimine o qualche atto vergognoso. "Paragonare gli stranieri senza documenti di soggiorno a dei delinquenti in clandestinita' e' una forzatura che rende sempre piu' difficile la governabilita' sociale. L'unico "delitto" dei cittadini stranieri che vengono in Italia senza visto di ingresso sono il bisogno di lavoro e la fiducia in una promessa di riscatto. Queste persone non sono sparite dalla circolazione. Sono tutte ben presenti e visibili sia a Lampedusa, come nelle nostre citta'. Perche' non propone delle retate a sorpresa in tutte le case dove vive un anziano disabile? Quelli sono i veri covi dei "clandestini"; li trovera' intenti nell'unica forma di "delinquenza" che praticano: accudire vecchi non autosufficienti in cambio di una misera paga e di rari momenti di liberta'. Quanto incoscienti sono gli italiani, che affidano la parte piu' delicata e importante della loro vita e della societa', i bambini e gli anziani, a donne "delinquenti" di altri paesi! "Dobbiamo invece, signor Ministro, riscontrare che non sono gli immigrati i veri clandestini, ma lo Stato. E' lo Stato ad essere latitante, quando non consegna i documenti agli immigrati regolari nei 20 giorni previsti dalla legge. E' lo Stato ad essere clandestino, quando si nega totalmente a coloro che chiedono di essere riconosciuti. Il reato di clandestinita', da Lei fortemente voluto, dovrebbe riguardare i funzionari dello Stato e primo di tutti Lei stesso, signor Ministro. "Per questo Le chiediamo di non etichettare come "clandestini" le persone cui spetta il diritto di essere riconosciute come tali e di esser rispettate nella loro dignita' e anche per il coraggio con cui hanno affrontato peripezie, rischi, sofferenze nel loro viaggio della speranza; a volte a costo della vita. "L'Italia oggi nel mondo e' quella che gli immigrati presentano e fanno conoscere ai loro Paesi, e sono proprio tanti... E non e' certo bella l'immagine che Lei e il suo partito state producendo. "Lei, signor Ministro, si propone come "cattivo" con gli immigrati non riconosciuti. Ci permettiamo di ricordarLe che per mandato e compito costituzionale non deve essere ne' buono ne' cattivo, ma assicurare la difesa dei diritti umani nella legalita'. "Per ottenere un momentaneo consenso elettorale Lei e il suo partito vi siete lanciati in una serie di proposte legislative di accanimento verso i piu' poveri e i piu' sfortunati, condannati a portare il peso di una crisi mondiale, che dovrebbe trovare nella corresponsabilita' e nella solidarieta' le chiavi per riconoscere e affrontare i conflitti che ne derivano. E oggi questi "disgraziati" si trovano privati anche del diritto previsto dalla Costituzione (art. 32) di essere soccorsi dalle strutture sanitarie, anche in caso di estremo bisogno. Anche i medici sono chiamati a fare i poliziotti! "Creare un clima di sfiducia e contrapposizione nella societa', predisporre il terreno per una guerra tra poveri, gia' ora comportano tensioni e atteggiamenti pericolosi per tutti, per la tenuta della convivenza civile e della democrazia. "Da parte nostra vogliamo dire grazie a tutti gli immigrati che hanno accettato di fare i lavori piu' umili, anche se con titoli di studio e competenze per lavori piu' qualificati, e a tutte le badanti che assistono i nostri anziani non autosufficienti realizzando un servizio sociale, che lo Stato in questo momento non sarebbe in grado di assolvere con le attuali strutture". Cosi' la lettera aperta dei "Beati i costruttori di pace". * Se dovessi aggiungere un ulteriore richiamo dell'attenzione su questo insieme di atti contro l'umanita' contenuti nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" mi concentrerei proprio su quelli piu' difficili da capire: se ne parla poco proprio per questo motivo e solo nei forum per specialisti. Sto parlando ad esempio dell'articolo 50 bis, che riporto integralmente: "Art. 50-bis (Repressione di attivita' di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attivita' illecite compiuta a mezzo internet). 1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attivita' di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorita' giudiziaria, puo' disporre con proprio decreto l'interruzione della attivita' indicata, ordinando ai fornitori di connettivita' alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. 2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione e' ammesso ricorso all'autorita' giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 e' revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma. 3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche. 4. I fornitori dei servizi di connettivita' alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attivita' di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico. 5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) e' cosi' sostituito: 'col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda'". E' semplicemente sconcertante: supponiamo che un sito o un blog diano adito al governo di ipotizzare l'esistenza di una violazione di cui al comma 1 di questo articolo, ebbene il governo stesso non deve piu' ricorrere all'autorita' giudiziaria per avviare l'iter, perfettamente normato e previsto, per - ad esempio - calunnia, falso ideologico, incitazione a atti contrari all'ordine pubblico etc.; semplicemente "...puo' disporre con proprio decreto l'interruzione della attivita' indicata, ordinando ai fornitori di connettivita' alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine". Il governo infatti, cosa enorme, non attiva un procedimento giudiziario nei confronti del sito o blog di cui sopra, semplicemente lo sopprime, lasciando la responsabilita' (onerosa anche in termini economici se in presenza di inottemperanza) all'Isp (Internet Provider Service). Il governo rischia quindi di farsi "giustizia da solo", precedente non da poco. L'Isp infatti si trovera' di fronte al dilemma di affrontare o una causa penale da parte del sito o blog che, oscurato, cerchera' di far rispettare i suoi diritti, o la pesantissima sanzione pecuniaria stabilita dal governo. Un "pasticciaccio brutto" che cova un malcelato intento di scavalcare l'autorita' giudiziaria e di imporre una azione censoria e liberticida del governo sempre piu' "solista" (ed autoritaria, senza limiti e senza controlli) in materie che sono di competenza dell'amministrazione della giustizia; cancellando di fatto la separazione dei poteri tra esecutivo e giudiziario, ed avocando surrettiziamente all'esecutivo competenze che non gli sono proprie. * Facciamo un esempio concreto, con specifico riferimento al comma 5 che modifica il quarto comma dell'art. 266 del Codice Penale. L'art. 266 del Codice Penale prevede il reato di "Istigazione di militari a disobbedire alle leggi" e recita "Chiunque istiga i militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa a militari l'apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari, e' punito, per cio' solo, se il fatto non costituisce un piu' grave delitto, con la reclusione da uno a tre anni. La pena e' della reclusione da due a cinque anni se il fatto e' commesso pubblicamente. Le pene sono aumentate se il fatto e' commesso in tempo di guerra. Agli effetti della legge penale, il reato si considera avvenuto pubblicamente quando il fatto e' commesso: 1) col mezzo della stampa, o con altro mezzo di propaganda; 2) in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di piu' persone; 3) in una riunione che, per il luogo in cui e' tenuta, o per il numero degli intervenuti, o per lo scopo od oggetto di essa, abbia carattere di riunione non privata" (La Corte costituzionale, con sentenza 21 marzo 1989, n. 139, ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale di questo articolo nella parte in cui non prevede che per l'istigazione di militari a commettere un reato militare la pena sia sempre applicata in misura inferiore alla meta' della pena stabilita per il reato al quale si riferisce l'istigazione). Ora "Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) e' cosi' sostituito: 'col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda'". Applicando la nuova norma dell'art. 50 bis del "pacchetto sicurezza" ne consegue che siti o blog con contenuti antimilitaristi, o che semplicemente denunciano la violazione dell'art. 11 della Costituzione, potranno essere colpiti e cancellati con mero atto amministrativo dal governo. E poiche' e' noto ormai da tempo che l'intervallo di tempo esistente tra la commissione di violazioni dei diritti umani in attivita' belliche da parte di decisori politici ed esecutori militari e il loro smascheramento si sta riducendo sempre di piu', e questo solo grazie alla velocita' di diffusione delle informazioni, e che internet ha un ruolo decisivo in questo, e' ragionevole ipotizzare che l'obiettivo di questo tipo di norme sia censurare pesantemente l'informazione nel web sui crimini di guerra e sui crimini contro l'umanita'. Anche per queste ragioni le norme razziste, liberticide ed incostituzionali del "pacchetto sicurezza" devono essere respinte da Parlamento. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 757 del 12 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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