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Minime. 749
- Subject: Minime. 749
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 4 Mar 2009 01:06:31 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 749 del 4 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. I campi, l'umanita' 2. Immorali e illegali le ronde misogine e razziste, eversivo e criminogeno il governo che avalla e favoreggia lo squadrismo, corrotti e clientelari gli enti locali che le finanzieranno coi soldi di tutti per avere milizie di partito 3. Peppe Sini: Aprire un secondo fronte contro il razzismo 4. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 5. Lidia Menapace: La barbarie di un governo eversivo 6. Milli Virgilio: Decretazione emergenziale e violenza maschile contro la liberta' femminile 7. Giampaolo Cadalanu intervista Angelo Del Boca 8. Enrico Piovesana: Mentre i civili continuano a morire come mosche 9. Una guerra terrorista e stragista 10. L'8 marzo al centro sociale "Valle Faul" 11. Una magagna al giorno: l"'interferenza" con i cannoneggiamenti del poligono di Monteromano 12. Letture: Enrico Peyretti, Il diritto di non uccidere 13. Riedizioni: Erodoto, Storie 14. Riedizioni: Thomas Hobbes, Leviatano 15. Riedizioni: Immanuel Kant, Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. I CAMPI, L'UMANITA' Come e' possibile accettare, e sono ormai dieci anni, che nel nostro paese esistano campi di concentramento in cui sono detenute persone che di nessun reato sono accusate? Come e' possibile accettare che sui bordi delle strade (non in luoghi nascosti e inaccessibili) giovani vite siano tenute in schiavitu' per le voglie di maschi indigeni predatori sessuali schiavisti? Come e' possibile accettare che le persone che cercando di sfuggire alle guerre e alle dittature giungono nel nostro paese vi trovino solo la violenza dei poteri criminali, solo la violenza dei razzisti al potere? Come e' possibile accettare una cosi' flagrante violazione della legalita' costituzionale, della Dichiarazione universale dei diritti umani? Occorre opporsi al razzismo, opporsi alle mafie, opporsi agli schiavisti, salvare le vite. Come faceva don Oreste Benzi. 2. UNA SOLA UMANITA'. IMMORALI E ILLEGALI LE RONDE MISOGINE E RAZZISTE, EVERSIVO E CRIMINOGENO IL GOVERNO CHE AVALLA E FAVOREGGIA LO SQUADRISMO, CORROTTI E CLIENTELARI GLI ENTI LOCALI CHE LE FINANZIERANNO COI SOLDI DI TUTTI PER AVERE MILIZIE DI PARTITO Una volta "La ronde" era un indimenticabile film di Max Ophuls, oggi le ronde sono un orrore in piu' per le nostre strade. A promuoverle ed animarle sono i forsennati alla Borghezio, un leghista gia' resosi protagonista di un'infame aggressione misogina e razzista a giovani donne immigrate. Il governo, invece di contrastare queste scellerate squadracce come vuole la legge e la decenza, le legalizza, avallandone cosi' la brutalita', fomentando vieppiu' la sovversione delle bande paramilitari, e consentendo in prospettiva agli enti locali di finanziare gli squadristi: cosi' ad un tempo operando un ennesimo atto di clientelismo, un'ennesima ruberia di soldi pubblici, un ennesimo passo verso il regime dell'apartheid e verso il "doppio stato" di hitleriana memoria. Le ronde: volute dal partito piu' biecamente maschilista oltre che razzista del panorama politico italiano (nessuno puo' aver dimenticato certi ributtanti slogan scatologici); le ronde: che condividono con gli autori di violenze sessuali la medesima mentalita' misogina, il medesimo atteggiamento proprietario del corpo delle donne; le ronde: complici degli schiavisti, persecutrici delle oppresse e degli oppressi, nemiche dell'umanita'. 3. EDITORIALE. PEPPE SINI: APRIRE UN SECONDO FRONTE CONTRO IL RAZZISMO Mentre il razzismo dispiega la sua violenza e il governo tenta di istituzionalizzarlo facendo scempio della Costituzione, della democrazia, del diritto e della civilta', occorre che tutte le risorse morali ed intellettuali del paese, delle istituzioni e della societa' facciano fronte a questa barbarica aggressione, difendano la legalita' e l'umanita'. Occorre uscire dalla subalternita', cessare di essere timidi o intimiditi, dismettere ogni implicita rassegnazione. * In primo luogo In primo luogo occorre respingere uno per uno i provvedimenti governativi criminali e criminogeni, razzisti e fascisti. Ed occorre respingere la propaganda hitleriana che cerca di colonizzare le menti delle persone, una propaganda intesa ad ottenere la passivita', l'acquiescenza, l'indifferenza vile e complice a fronte dell'enormita' dei decreti razzisti. Occorre costruire una resistenza democratica e nonviolenta al tentativo golpista del governo eversivo. Occorre costruire una resistenza democratica e nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano. Occorre costruire una resistenza democratica e nonviolenta in difesa della legalita' e dell'umanita'. Occorre contrastare ogni tentativo di usare violenza su esseri umani gia' duramente perseguitati, che nel nostro paese giungono nella speranza di trovarvi umanita' e solidarieta', civilta' e diritto; esseri umani che la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, invita a venire nel nostro paese per trovar scampo dalle guerre e dalla fame, dalle dittature e dalla violenza. Il passo ad hoc dell'articolo 10 della Costituzione e' infatti lapidario: ""Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Tu leggi queste parole e senti che sono state scritte col sangue dei martiri del Risorgimento e della Resistenza. Ma non basta contrastare il tentativo sovversivo dei razzisti al governo opponendosi ai singoli provvedimenti razzisti decretati ed avallati dai loro complici in questo o quel ramo del Parlamento. E non basta contrastare la propaganda razzista, misogina e onnicorruttrice che i mass-media al servizio del regime eruttano senza sosta. E non basta costruire cultura e solidarieta': certo, occorre che fioriscano ovunque esperienze di incontro e di riconoscimento di umanita', iniziative di accoglienza e di integrazione, azioni per la legalita' e i diritti di tutti, educazione al rispetto di ogni essere umano. Occorre fare tutto questo, ma non solo. * Il secondo fronte Occorre aprire anche un secondo fronte di lotta contro il razzismo. Ed il secondo fronte e' questo: occorre chiedere ed ottenere che lo stato intervenga con la forza della legislazione vigente per contrastare il razzismo, per perseguire ai sensi di legge i criminali razzisti. Vi e' un partito, la Lega Nord, che non fa mistero di essere razzista, di propagandare la persecuzione razzista, di inneggiare alla violenza razzista, di organizzare le milizie razziste, di cercare di imporre un golpe razzista sfruttando la presenza di cui dispone nel Consiglio dei Ministri e in Parlamento. Occorre affermare con chiarezza che la Lega Nord in quanto organizzazione razzista va messa fuorilegge: non e' ammissibile che un'organizzazione razzista governi l'Italia. La Lega Nord e i suoi ben piu' forti alleati hanno vinto le elezioni. Anche Mussolini vinse le elezioni. Anche Hitler vinse le elezioni. Ma se chi vince le elezioni viola la legalita', commette crimini, cerca di imporre la violenza razzista, anche nei suoi confronti valgono le leggi comuni. La Lega Nord va messa fuorilegge. I decreti razzisti di un governo razzista sono in contrasto con la Costituzione e sono quindi sostanzialmente illegittimi, illeciti, illegali, criminali. E' oggi che occorre fermare l'eversione razzista nel nostro paese. Oggi. Siano messe fuorilegge le organizzazioni razziste, siano perseguiti ai sensi di legge i criminali razzisti e golpisti. 4. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 5. UNA SOLA UMANITA'. LIDIA MENAPACE: LA BARBARIE DI UN GOVERNO EVERSIVO [Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at alice.it) per questo intervento] Il giudizio sul pacchetto detto cinicamente "sicurezza" e' che esso e' uno dei segni piu' evidenti del carattere del governo Berlusconi, che non perdo tempo a definire prefascista razzista eccetera perche' mi pare che la sua definizione piu' precisa sia "eversivo". E valga il vero. Il ministro Maroni prima indica e propaganda uno strumento incostituzionale, incivile, come le ronde e poi promette che le mettera' sotto il controllo delle forze dell'ordine. Come gia' si e' visto non e' possibile, ma intanto passa l'idea che sia giusto che ogni singolo cittadino brevi manu intervenga in questioni di ordine pubblico, che sono prerogativa dello stato, non delegabile. L'elenco delle pratiche eversive e' lungo quanto il "pacchetto", ma una delle peggiori e' far diventare le migrazioni cosiddette "clandestine" un reato penale invece che - al massimo - un illecito amministrativo e giudicare gia' criminali tutti quelli che sbarcano o vengono trovati sul territorio non in regola, e incarcerarli senza processo per mesi in carceri come i Cie (Centri di identificazione ed espulsione, gia' Cpt), un obbrobrio umano e giuridico. Si puo' criticare il "pacchetto" a ogni sua riga: in piu' i sentimenti cattivi, di paura e vendetta, e anche le oggettive insicurezze che le popolazioni - sia immigrate, che di cittadinanza italiana ma emarginate - esprimono, ci dicono che il "pacchetto" puo' far passare diffusamente una cultura violenta e barbara. Non vedo forze che in parlamento contrastino tale andazzo: al massimo chiedono di aumentare il numero delle forze dell'ordine. Percio' tutto quello che si puo' e si deve fare e' nella societa': rinvigorire il buon vicinato, le solidali reti di sostegno e soccorso nei quartieri e tutte le forme di prevenzione possibili, a cominciare dall'insegnameno della cultura del rispetto per le persone, anche per evitare che avvengano gli stupri, e impedire che oltre all'orribile dolore che provocano in chi ne e' vittima, essi non diventino un ulteriore incentivo a una cultura razzista e machista. 6. UNA SOLA UMANITA'. MILLI VIRGILIO: DECRETAZIONE EMERGENZIALE E VIOLENZA MASCHILE CONTRO LA LIBERTA' FEMMINILE [Dal quotidiano "Il manifesto" del primo marzo 2009 col titolo "Violenza sessuale, l'emergenza contro il diverso"] Ai delitti di violenza sessuale i media dedicano ormai ogni giorno la massima visibilita'. Il senso comune ne ricava emergenza e recrudescenza, generando cosi' insicurezza e legittimando la richiesta di soluzioni emergenziali, quali la militarizzazione del territorio. Eppure l'analisi non e' avvalorata dai dati. Tanta visibilita' dopo tanto secolare silenzio va allo stupro di strada, che e' violenza statisticamente minoritaria rispetto alla violenza maschile domestica sulle donne. La questione della liberta' femminile dalla violenza maschile ha raggiunto lo spazio pubblico alla fine degli anni '70. Anche allora era in evidenza la violenza sessuale e la necessita' di una modifica normativa. Ma i movimenti delle donne avevano gia' consapevolezza che la violenza maschile non era solo sessuale, ma anche fisica, psicologica, economica, e che era "domestica", nel senso che alligna prevalentemente nelle relazioni di prossimita', e che trova origine nei rapporti di potere uomo/donna in famiglia. Da qui erano nati i centri antiviolenza e la richiesta di misure legislative quali l'ordine di allontanamento del maltrattatore. In seguito, le richieste di finanziare un piano nazionale contro la violenza di genere e di normare riconoscimento e valorizzazione dei centri antiviolenza. L'eco mediatico di tutto questo e' stato scarso: il silenzio ha avvolto per lunghi anni i delitti e le attivita' di contrasto cresciute nei territori, spesso con il coinvolgimento finanziario degli enti locali. D'un tratto l'iniziativa politica nazionale e locale spinge sull'acceleratore, utilizzando in modo strumentale e distorto l'"emergenza-stupri". Il nuovo reato di stalking ("atti persecutori", che spesso purtroppo preannunciano fatti maggiormente lesivi) aveva proceduto con i tempi parlamentari, mentre i tempi piu' rapidi del decreto erano stati riservati al tema della violenza sessuale, affrontato tuttavia solo in alcuni parzialissimi aspetti e non nella complessita' che meriterebbe. Cosi' nei provvedimenti Maroni per la sicurezza pubblica, appena approvati dal senato, erano stati inseriti il divieto di sostituire il carcere con gli arresti domiciliari e l'arresto in flagranza per gli autori di stupro (ma non per l'ex che assassina la donna che ha osato interrompere la relazione sentimentale). Era passata anche la difesa legale a spese dello stato (da anni chiesta per le donne che subiscono violenza maschile) e senza limite di reddito, ma solo per le donne che hanno subito violenza di tipo sessuale. Poi, ancora al rialzo legislativo/penale. I tempi parlamentari sono sembrati troppo lunghi al governo, che ha voluto procedere con decreto legge, giustificando la "straordinaria necessita' e urgenza", indispensabile per scavalcare il parlamento, con "l'allarmante crescita di episodi collegati alla violenza sessuale". Cosi' ricominciamo dal punto di partenza. Nel decreto d'urgenza vengono infilati anche lo stalking e le ronde e l'ergastolo per l'omicidio in occasione di violenza sessuale. Tutte queste novita' legislative sono intitolate alla sicurezza "pubblica", ma in sostanza riservate ai migranti e alle restrizioni nei loro confronti. Per realizzare l'obiettivo di tutelare le "nostre" donne e' stato scelto l'approccio contro il migrante, cioe' il differente, costruito come "il nemico" che sporca tutto, strade, cose e donne. La coincidenza, fondata su valori patriarcali, puo' superare gli schieramenti. Paga sul piano dell'immagine mediatica. Compatta contro un nemico comune e giustifica scelte autoritarie e illiberali. Cosa importa che produca differenze e esasperi esclusioni! Ma soprattutto non ha nulla a che vedere con la liberta' femminile. Anzi riduce la liberta' di tutte e di tutti. 7. UNA SOLA UMANITA'. GIAMPAOLO CADALANU INTERVISTA ANGELO DEL BOCA [Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 marzo 2009 col titolo "Lo storico Angelo Del Boca: E adesso costruiamo laggiu' inumani centri di detenzione per immigrati..."] Angelo Del Boca non nasconde la sua delusione. Altro che "giornata della memoria" per le vittime delle imprese imperiali fasciste, come lo storico piu' importante del colonialismo italiano propone da decenni: nel trattato con la Libia non c'e' nemmeno il riconoscimento dei crimini commessi in Africa. * - Giampaolo Cadalanu: Professor Del Boca, come giudica il trattato di amicizia con Tripoli? - Angelo Del Boca: Ho studiato molto bene il trattato, anche con l'amico Nicola Labanca. Non discuto la parte economica, ne' quella politica, discuto quella "storica". Ho scoperto che c'e' appena un accenno di sfuggita al passato. Insomma, l'Italia versa 5 miliardi di dollari, sostanzialmente come indennizzo per i crimini compiuti in trent¥anni di presenza in Libia e per i centomila morti provocati, ma nel Trattato non se ne fa riferimento. * - Giampaolo Cadalanu: Come mai? - Angelo Del Boca: Non so se sia stata una specifica richiesta di Berlusconi o di chi ha discusso la formulazione del trattato, o piuttosto una dimenticanza. Ma quest'ultima ipotesi e' davvero improbabile. Gheddafi ha sempre voluto sottolineare l'esigenza di conservare la memoria delle vittime dei massacri italiani. Se pero' e' solo un'operazione economica, per il gas, cinque miliardi mi sembrano davvero molti, anzi troppi. Se non c'e' la richiesta di perdono, che cos'e' tutta questa premura, con i regali personali a Gheddafi? * - Giampaolo Cadalanu: Professore, lei vorrebbe da Berlusconi un gesto come quello di Willy Brandt al ghetto di Varsavia? - Angelo Del Boca: Figuriamoci! Non lo credo proprio adatto a gesti del genere. Berlusconi non festeggia il 25 aprile, parla della condanna al confino per i dissidenti come di una vacanza... Non mi meraviglio di questa assenza. * - Giampaolo Cadalanu: Non crede che un obiettivo importante di questo trattato sia l'intesa sull'immigrazione? - Angelo Del Boca: Potrebbe servire ad accontentare i leghisti, che pensano a come fermare i clandestini. Ma per la verita' negli ultimi tempi i libici stanno gia' mettendo le mani avanti, sostengono - ma e' una bugia - di avere sul loro territorio sei milioni di migranti, dicono apertamente che sara' difficile per loro riuscire a controllare confini cosi' vasti. * - Giampaolo Cadalanu: Gli accordi prevedono anche una partecipazione italiana. - Angelo Del Boca: I due paesi dovrebbero organizzare una flottiglia mista per pattugliare le coste libiche e impedire le partenze, si parla anche di radar volti verso il deserto per controllare gli arrivi. Ma ho molti dubbi sull'operazione. * - Giampaolo Cadalanu: Che cosa pensa dei centri di detenzione in territorio libico, su cui si sono rivolte le critiche durissime di Amnesty International? - Angelo Del Boca: Sono completamente d'accordo con Amnesty. Da quanto si riesce a sapere sono in realta' campi di concentramento. Nel mio ultimo libro (Il mio Novecento, edito da Neri Pozza - ndr) ho riportato diverse testimonianze di chi li ha visitati: Jas Gawronski parla di "inumanita'", il prefetto Mori racconta di 650 persone rinchiuse in condizioni terribili dove ne erano previste 100, e cosi' via. Ora mi chiedo: come puo' l'Italia partecipare alla costruzione di opere del genere? 8. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: MENTRE I CIVILI CONTINUANO A MORIRE COME MOSCHE [Dal sito di "Peacereporter" (http://it.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 3 marzo 2009 dal titolo "Afghanistan, tra guerra e politica" e il sommario "Crescente l'insofferenza verso l'occupazione occidentale"] In Afghanistan i civili continuano a morire come le mosche sotto il fuoco delle truppe Usa e Nato. L'ultimo "incidente" venuto alla luce risale a lunedi' scorso, 23 febbraio, quando otto civili sono morti e diciassette sono rimasti feriti in un bombardamento aereo sull'abitato di Sangin, nella provincia meridionale di Helmand, ordinato in risposta a un'imboscata talebana contro una pattuglia britannica. * "Piu' soldati, piu' guerra" In un clima di crescente ostilita' verso le truppe occidentali, la decisione di Washington di inviare altri 30.000 soldati nei prossimi mesi (17.000 gia' in primavera) sta suscitando la dura opposizione tra i parlamentari afgani di origine pashtun, la popolazione maggiormente colpita dalle operazioni militari. Una cinquantina di deputati stanno lavorando per bloccare l'invio di rinforzi. "Ci mandino piuttosto 30.000 insegnanti, o 30.000 dottori o 30.000 ingegneri, ma non inviino qui altri soldati perche' questo portera' solo piu' violenza", ha dichiarato alla stampa la deputata Shukria Barakzai, fondatrice della rivista "Aina-e-Zan", "Lo Specchio delle Donne". "La maggioranza della popolazione e' contraria all'arrivo di piu' truppe perche' sa che queste non porteranno piu' sicurezza, ma solo piu' guerra", gli fa eco un altro parlamentare pashtun, Hanif Shah Hosseini. * Critici La crescente insofferenza degli afgani verso l'occupazione occidentale e' destinata a diventare argomento principe della campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Il presidente uscente Hamid Karzai, nel disperato e ipocrita tentativo di recuperare consensi interni - dopo aver perso l'appoggio di Washington - continuera' a protestare contro le stragi Usa e Nato di civili. Lo sfidante Mohamad Hanif Atmar, attuale ministro degli Interni, sostiene il graduale ritiro delle truppe straniere e la "afganizzazione" del conflitto. "Non abbiamo bisogno di piu' soldati stranieri, abbiamo solo bisogno di armi e addestratori per i nostri combattenti, che riuscirebbero a sconfiggere il nemico nel giro di cinque anni invece dei quindici previsti dalla Nato, e a un decimo del costo che oggi l'Occidente sostiene per finanziare le sue truppe". * Allineati Gli altri candidati, visti i loro curriculum, difficilmente criticheranno le decisioni del Pentagono e della Nato. Il primo della lista (ancora non ufficialmente candidato) e' il noto "falco" Zalmay Khalilzad, ex ambasciatore statunitense in Afghanistan, in Iraq e all'Onu. Sono cittadini Usa anche i candidati ufficiali Ashraf Ghani - ex ministro delle Finanze ed ex consigliere di Karzai, formatosi nelle migliori universita' statunitensi, alla Banca Mondiale e alle Nazioni Unite - e Ali Ahmad Jalali - ex ufficiale della resistenza antisovietica ed ex ministro dell'Interno di Karzai, insegnante di strategia militare all'Universita' di Difesa Nazionale del Pentagono, a Washington. Fedeli alla linea Usa anche gli altri tre candidati: Anwar ul-Haq Ahady, altro ex ministro delle Finanze formatosi negli Stati Uniti, Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri considerato il piu' filo-americano tra i leader tagichi dell'Alleanza del Nord, e Gul Agha Sherzai, ex signore della guerra e attuale governatore della provincia di Nangarhar, combattente al servizio degli Usa sia contro i sovietici che contro i talebani (fu lui a conquistare Kandahar nel 2001): oggi e' accusato di legami con il narcotraffico ma e' indicato da Obama come un modello di politico afgano locale. 9. RIFLESSIONE. UNA GUERRA TERRORISTA E STRAGISTA Scriviamolo una volta ancora che quella afgana e' una guerra terrorista e stragista, razzista e imperialista, mafiosa e totalitaria. E che la partecipazione militare italiana ad essa e' immorale e criminale, viola il diritto internazionale e la legalita' costituzionale. Scriviamolo una volta di piu' che la pace si costruisce con la pace, che occorre smetterla di uccidere, che occorre salvare le vite, tutte le vite, e riconoscere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani. Solo la nonviolenza puo' farlo. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 10. INIZIATIVE. L'8 MARZO AL CENTRO SOCIALE "VALLE FAUL" [Dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo (per contatti: csavallefaul at autistici.org) riceviamo e diffondiamo] Siamo tutte/i clandestine/i Domenica 8 marzo, nella giornata internazionale della lotta di liberazione delle donne, presso il centro sociale autogestito "valle faul" sito in strada Castel d'Asso a Viterbo si terra' una giornata contro il razzismo, per sostenere il diritto d'asilo, per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, contro la violenza fascista, razzista, militarista, maschilista e patriarcale. La giornata sara' caratterizzata da interventi riguardanti particolarmente le gravissime scelte del governo in materia di immigrazione e di "sicurezza". * Una giornata antirazzista ed antimaschilista di musica e di solidarieta' Si iniziera' alle ore 13 con un pranzo sociale, a seguire mostra multimediale permanente dei lavori di recupero effettuati nella nuova sede, interventi di persone impegnate contro il "pacchetto sicurezza" razzista e disumano, e alle ore 17,30 concerto ethno-jazz dello storico gruppo tedesco "Embryo", che presentano l'ultimo lavoro autoprodotto, in tour in Italia ed eccezionalmente a Viterbo. * La musica degli Embryo Gli "Embryo" sono un collettivo musicale dal 1969 in giro per il mondo col mitico furgone per fondere e scambiare emozioni vibranti. Artisti che usano il linguaggio universale della musica, per denunciare la retorica e l'aberrazione della guerra, dell'odio razziale, della schiavitu'. Gia' a Viterbo alcuni anni fa hanno lasciato un segno indelebile con un concerto "live a Instanbul" emozionante, con strumenti provenienti da tutto il mondo, influenze e sonorita' etniche che hanno caratterizzato da sempre lo storico gruppo tedesco. * "valle faul" vive e lotta contro il razzismo e per l'umanita' Ci teniamo a far sapere a tutte e tutti che mentre l'area dell'ex-gazometro, che e' stata la nostra prima sede, e' ricaduta nel degrado piu' assoluto nonostante le promesse degli amministratori comunali di un repentino recupero, noi abbiamo recuperato e restituiamo alla citta' l'area dell'ex capannone del Cogema. Questa area nella zona di Castel d'Asso in cui adesso viviamo ed operiamo, dopo essere stata abbandonata per vent'anni, ora grazie agli okkupanti sostenitori e frequentatori non e' piu' una discarica a cielo aperto, ma un luogo di socialita', di accoglienza e di liberta' per la promozione di eventi culturali e artistici, per la promozione di nuovi modelli di sviluppo e forme di vita comunitarie, per la difesa dei diritti umani, contro la guerra e tutte le forme di riduzione in schiavitu' delle persone, non ultima la precarieta' estrema a cui sono condannati milioni di persone. * Con le sorelle e i fratelli migranti Vogliamo esprimere tutta la nostra indignazione per le inaccettabili condizioni disumane a cui sono sottoposti gli immigrati. La scelta del governo dei rimpatri forzati condanna alla fame e alla morte queste persone, che fuggono dai loro paesi costretti dalle guerre, dalle dittature, dalla miseria provocata dalla rapina imperialista delle loro risorse da parte delle multinazionali. Eppure gli immigrati sono la forza lavoro che tiene ancora in piedi l'economia nell'epoca della globalizzazione neoliberista. I migranti sono adoperati e sfruttati nei lavori piu' umili, reclutati da caporali in collusione con organizzazioni criminali internazionali dedite alla riduzione in schiavitu' e allo sfruttamento piu' estremo e crudele degli esseri umani. La strategia tanto cara alle destre e' diffondere il terrore creando un clima di odio e tensione fino alla cosiddetta "guerra tra poveri", dove - nelle intenzioni del sistema di potere razzista - i migranti dovrebbero fungere da capro espiatorio e italiani disperati e impoveriti dovrebbero fungere da loro aguzzini. Noi che da sempre ci opponiamo ad ogni atto di odio razzista, noi che da sempre ci opponiamo ad ogni atto di violenza maschilista, noi non riconosciamo a nessuna "ronda" il potere di vigilare sulla liberta' inviolabile della persona. Le cosiddette "ronde" sono squadracce fasciste, non possono esistere in un paese civile. Cercheremo in ogni modo di contrastare e fermare tutti i tentativi di chiunque voglia colpire le nostre sorelle ed i nostri fratelli migranti; la responsabilita' dell'insicurezza sociale e' dei gruppi politici ed economici dominanti che ci hanno precipitato tutti in una crisi economica mondiale per arricchirsi sfruttando e opprimendo ferocemente le persone, i popoli e la natura. Ricordiamo che l'articolo 10 della Costituzione italiana afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". I provvedimenti razzisti del "pacchetto sicurezza" sono incostituzionali e criminali, disumani e fascisti. * Un appello Secondo noi cosi' si garantisce liberta' e sicurezza: solo quando anche l'ultimo individuo della terra sia libero e gli vengano riconosciuti tutti i suoi diritti: al lavoro, alla casa, alla salute, alla scuola, alla liberta' di pensiero, di parola, di movimento e di relazione, a una vita degna e solidale. Lanciamo un appello alla societa', alla scuola, ai cittadini, alle associazioni, ai partiti, ai sindacati, a prendere le distanze da qualsiasi forma di violenza razzista e fascista, militarista e autoritaria, maschilista e patriarcale. Lanciamo un appello a mobilitarsi ogni giorno per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per costruire una societa' multietnica ed interculturale fondata sui valori del rispetto, della tolleranza e della solidarieta'. Vogliamo concludere con le parole di una persona che lotto' contro il nazismo: "Prima vennero a prendere gli zingari e fui contento perche' rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perche' mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perche' mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perche' non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare". 11. DISASTRI. UNA MAGAGNA AL GIORNO: L'"INTERFERENZA" CON I CANNONEGGIAMENTI DEL POLIGONO DI MONTEROMANO Scrivono i fautori del mega-aeroporto a Viterbo proprio all'inizio del memorandum pressoche' semiclandestino circolato tra i consiglieri comunali di Viterbo, memorandum in cui sono stati costretti a rivelare la montagna di motivi ostativi alla realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto, che uno dei problemi (anzi, il primo nel loro stesso elenco) e' la "interferenza delle traiettorie di volo con il poligono di Monte Romano". * Per chi non lo sapesse, il poligono militare di Monteromano, in provincia di Viterbo, e' uno dei piu' grandi d'Europa, e le esercitazioni di tiro hanno lunghissima gittata (talche' in occasione delle frequentissime esercitazioni sono asservite non solo le aree del poligono ma anche quelle esterne sorvolate dai proiettili), e piu' volte in anni passati le esercitazioni hanno provocato gravi incidenti, fin mortali. I fautori del mega-aeroporto sono costretti a confessare questo problema: l'"interferenza delle traiettorie di volo con il poligono di Monte Romano". Ed e' un problema attualmente irrisolvibile: poiche' nel sedime in cui si vorrebbe realizzare il mega-aeroporto si tratterebbe addirittura di disassare la pista (oltre che allungarla) con tutto quello che cio' implicherebbe, e con l'impossibilita' di farlo poiche' l'area non lo consente: infatti il sedime si trova pressoche' a ridosso del centro abitato, nel cuore dell'area termale del Bulicame, tra emergenze archeologiche, storico-culturali, terapeutiche, strutture scientifiche dell'Universita' ed aziende agricole di pregio, ed esistono inoltre vincoli legislativi insormontabili per i piani dei nuovi vandali. * Noi che da decenni ci battiamo contro le servitu' militari nell'Alto Lazio, e che tante volte abbiamo denunciato la presenza e le attivita' del poligono di Monteromano e organizzato pubbliche manifestazioni contro di esso, evidenziamo una volta di piu' l'irresponsabilita' di lobby politico-amministrative rapaci e speculative che per brama di privato profitto non si peritano di perseguire progetti che avrebbero come esito di mettere a rischio la vita stessa delle persone. La vita stessa delle persone. * Ed ancora una volta diciamo no alle servitu' militari, no alle servitu' inquinanti, no alle servitu' speculative. E quindi no al mega-aeroporto nocivo e distruttivo, folle e criminale. Vogliamo vivere nella nostra terra in pace, sicurezza, legalita' e solidarieta'. 12. LETTURE. ENRICO PEYRETTI: IL DIRITTO DI NON UCCIDERE Enrico Peyretti, Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009, pp. 152, euro 14. Un libro prezioso di una delle figure piu' acute e profonde del pensiero nonviolento oggi in Italia. Una lettura che vivamente raccomandiamo. Per richieste alla benemerita casa editrice: Il Margine, via Taramelli 8, 38100 Trento, tel. 0461983368, e-mail: editrice at il-margine.it, sito: www.il-margine.it 13. RIEDIZIONI. ERODOTO: STORIE Erodoto, Storie, Rizzoli-Rcs, Milano 1997, 2009, 2 voll. per complessive pp. 1672, euro 7,90 + 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Testo greco a fronte, introduzione di Filippo Cassola, traduzione di Augusta Izzo d'Accinni, premessa al testo e note di Daniela Fausti. In Erodoto trovi tutto quello che potresti trovare in un libro, e molte cose ancora che non avresti mai creduto che in un libro potessero essere disposte, comprese. E' un miracolo che mi lascia ogni volta stupefatto. Basterebbe questa sola opera per dar conto dell'intera civilta' umana. 14. RIEDIZIONI. THOMAS HOBBES, LEVIATANO Thomas Hobbes, Leviatano, Bompiani-Rcs, Milano 2001, 2009, pp. 816, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). A cura di Raffaella Santi, e con una presentazione di Silvano Tagliagambe, l'opera che chiunque si occupi di politica finge di aver letto, ostentandone sdegno. Chi l'ha letta davvero sa che e' ben altro rispetto alla caricatura cui la vulgata la riduce. E quelli che avemmo la fortuna di rileggerla la seconda volta accompagnati dalle riflessioni di Norberto Bobbio sappiamo decrittare decisivo un arcano dello stato moderno e della moderna storia: ed abbiamo uno strumento ermeneutico indispensabile per la lotta che oggi e sempre e' da condurre contro ogni violenza, contro ogni vilta', contro tutte le oppressioni e le menzogne assassine. Chi non ha letto il Leviatano non si avventuri in questa sterminata arena del mondo. Chi lo ha letto ed ha cuore di essere umano e sdegno nutre per ogni ingiustizia non torni a recludersi nelle biblioteche: c'e' una lotta da condurre, la nonviolenza e' la via. 15. RIEDIZIONI. IMMANUEL KANT: SCRITTI POLITICI E DI FILOSOFIA DELLA STORIA E DEL DIRITTO Immanuel Kant, Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, Utet, Torino 1956, 1998, Mondadori, Milano 2009, pp. VI+ 692, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Variamente tradotta e curata da Norberto Bobbio, Luigi Firpo e Vittorio Mathieu, Gioele Solari e Giovanni Vidari, questa nota raccolta di scritti kantiani (con in appendice uno scritto di Christian Garve) reca alcuni degli scritti piu' appassionanti di Kant al di fuori delle tre Critiche, come l'aureo progetto filosofico Per la pace perpetua. Reca anche - ahinoi - le lezioni in cui ripeteva anche alcune scempiaggini "sulle razze umane", che documentano come all'epoca anche le menti piu' acute subissero i comuni pregiudizi: ma il nostro Kant e' quello che nella seconda Critica riconosce e argomenta la dignita' umana di tutti gli esseri umani e fonda su basi ad un tempo esistenziali e razionali l'etica e la politica dei diritti umani; quello che nella seconda Critica disvela e fonda la scelta della nonviolenza nel riconoscimento della dignita' di ogni altro, la scelta della nonviolenza come prospettiva aggettante ed inveratrice colta dal punto piu' alto della meditazione dell'Illuminismo europeo, appello morale e lascito politico all'umanita' intera. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 749 del 4 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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