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Coi piedi per terra. 160
- Subject: Coi piedi per terra. 160
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 23 Feb 2009 13:59:30 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 160 del 23 febbraio 2009 In questo numero: 1. Alessandro Pizzi: Relazione al convegno di Vignanello del 6 febbraio 2009 2. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. DOCUMENTI. ALESSANDRO PIZZI: RELAZIONE AL CONVEGNO DI VIGNANELLO DEL 6 FEBBRAIO 2009 [Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio] Gentili signore e gentili signori, se fossimo governati da politici, locali e nazionali, responsabili verso il bene comune, oggi probabilmente non parleremmo dell'aeroporto di Viterbo. Sia per il suo impatto, sia perche' non sono state rispettate le leggi italiane ed europee. Infatti: il piano paesistico della Regione Lazio ne impedisce la costruzione, tanto e' vero che il Comune di Viterbo e' stato costretto con delibera 92 del 25 luglio 2008 a chiedere alla Regione Lazio di stralciare il sito del futuro aeroporto dal piano. L'orientamento della pista attuale non consente la realizzazione del mega-aeroporto, fatto oggi ammesso anche da chi vuole la struttura; noi lo avevamo scritto in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica il 4 agosto 2008. Manca lo studio della Valutazione Strategica, necessaria per la costruzione dell'opera; manca inoltre addirittura un progetto dell'aeroporto. Si e' dato l'incarico alla societa' che dovrebbe gestire l'aeroporto (Adr, Aeroporti Di Roma) di presentare un progetto di fattibilita'. Non ci sono collegamenti veloci con Roma (al cui turismo "mordi e fuggi" il mega-aeroporto di Viterbo sarebbe precipuamente asservito). Non sono state rispettate le vigenti leggi europee per la costruzione dell'aeroporto. Le ragioni del no all'aeroporto di Viterbo aumentano. Cosi' come aumenta il numero dei cittadini che si rende conto della inutilita' e pericolosita' dell'opera. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati articoli su quotidiani e settimanali che contribuiscono a una riflessione critica sull'aeroporto e sul traffico aereo. * 1. Impatto dell'aeroporto Devasterebbe la zona termale e il Bulicame, citato da Dante nella Divina Commedia. Possiamo immaginare cosa significa andare alle Terme per curarsi e respirare gli scarichi degli aerei e ascoltare il loro rumore. Oltre tutto si tratta di un aeroporto del tutto estraneo alla vocazione del territorio della Tuscia. Un aeroporto che deve servire per i voli low cost per portare i turisti del "mordi e fuggi" a Roma, turisti che scendono nel "nonluogo" che e' l'aeroporto, e non vedono l'ora di andare a Roma. Nuocerebbe alla salute dei cittadini che abitano nei pressi dell'aeroporto, e in generale a tutta Viterbo, per l'inquinamento acustico e per le polveri sottili. Per soddisfare desideri indotti dalla pubblicita' e dalle agenzie di viaggio, per soddisfare la voglia di profitto delle compagnie low cost e di qualche affarista locale, non solo si va a danneggiare la zona delle Terme, ma si crea un grave danno alla salute dei cittadini che abitano vicino all'aeroporto e in qualche misura ai cittadini della provincia. A parte il fatto che la maggiore compagnia low cost, la Ryanair, e un'altra importante compagnia low cost, nel caso di chiusura di Ciampino, hanno scelto Fiumicino e rifiutato l'ipotesi Viterbo (vedi intervista pubblicata da "L'Espresso"). Tralascio il grave problema dell'inquinamento acustico, che tutti hanno ben presente, non prima di aver ricordato che la societa' che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio, spesso portato ad esempio dalla lobby aeroportuale viterbese, deve insonorizzare gli edifici pubblici a partire dalle scuole che si trovano vicino all'aeroporto stesso. Metto in evidenza l'inquinamento atmosferico. Il 17 ottobre scorso il "Corriere della sera" pubblica un articolo a firma Luigi Ferrarella in cui si parla dell'inquinamento di un bosco da parte dell'aeroporto di Malpensa. Riporto alcuni stralci: "Malpensa, inquinato il bosco Unesco. I livelli 5 volte piu' alti del casello sull'autostrada A1. Malpensa, inquinato il bosco Unesco: pagano Sea e ministero. Condannati a 5 milioni di indennizzo. Ci sono piu' idrocarburi nel bosco secolare, patrimonio dell'Unesco, che nei terreni a fianco del casello piu' trafficato dell'autostrada A1. Cinque volte di piu'. Per effetto dei gas inquinanti rilasciati dagli aerei in decollo dall'aeroporto di 'Malpensa 2000' sul vicino bosco, dove ora un albero su tre e' malato e dovrebbe essere abbattuto, e dove 15 anni non basteranno a ripristinare l'area dichiarata 'riserva della biosfera' dall'Unesco (529 al mondo). Per questo il Tribunale civile di Milano ha condannato il ministero dei Trasporti e la Sea (la spa controllata dal Comune che gestisce Linate e Malpensa) a indennizzare con 5 milioni di euro (tra capitale e interessi) la proprieta' dei 210 ettari della tenuta 'Cascina 3 Pini' tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino. Tutta interna al Parco del Ticino, e confinante con le piste operative dal 1998 pur in assenza della Valutazione di impatto ambientale e con superamento dei parametri previsti dall'approvato piano regolatore generale dell'aeroporto, la tenuta comprende, oltre al bosco di 174 ettari, anche aree a uso agricolo e alcune residenze anni '30. La proprieta' puntava a valorizzare l'oasi naturalistica, ma sia l'oasi sia il valore commerciale della zona (stimato gia' nel 1992 in piu' di 14 miliardi di lire) sono stati pressoche' azzerati - hanno lamentato gli avvocati della societa' Gianluca Gariboldi e Bruno Gattai - dall'intollerabilita' delle immissioni prodotte da Malpensa 2000". Dopo aver descritto la situazione disastrosa del bosco ("gli alberi e le piante praticamente sani (classe 1) sono scarsamente rappresentati", mentre nella popolazione verde "sono maggiormente rappresentati gli alberi che mostrano danno compreso tra il 50% e il 75% (classe 3), e quelli con danno fra il 75% e il 99% (classe 4)"), l'articolo conclude: "Rimediare, a detta del perito del giudice, non sara' semplice: rilevantissimi sarebbero i costi per l'abbattimento delle piante danneggiate, pari al 30% del patrimonio boschivo; e nemmeno 15 anni sarebbero sufficienti a garantirne il ripristino se l'apporto di gas inquinanti non dovesse cessare". * Chi ha condotto studi sull'impatto degli aeroporti sull'ambiente e sulla salute dei cittadini, come ad esempio l'associazione Usa Citizens Aviation Watch Association (Caw, www.us-caw.org) denuncia una grave situazione che peggiora con l'aumento dei voli. Ma quello che succede intorno ad un aeroporto lo sappiamo bene da Ciampino, che va chiuso immediatamente. Occupandoci di aeroporto ci siamo imbattuti nella denuncia dei comitati di Ciampino, abbiamo letto le loro riflessioni e i loro studi. Abbiamo preso contatti con i due comitati facendo iniziative insieme. Dopo aver conosciuto i dati della catastrofe ambientale di Ciampino e dopo aver conosciuto le storie personali fatte di dolore e malattie causate dall'aeroporto non si puo' che essere solidali con la popolazione di Ciampino. In un incontro pubblico avvenuto a maggio a Viterbo con i due comitati di Ciampino, c'e' stata la drammatica e commovente testimonianza di una signora del comitato "No fly" che denunciava la malattia del figlio tredicenne causata dall'aeroporto. L'aeroporto di Ciampino per voli low-cost doveva essere chiuso da tempo. Comunque va chiuso immediatamente annullando i voli. Non possono essere sacrificate salute e qualita' delle vite umane per l'arricchimento della societa' Adr (Aeroporti di Roma) che gestisce l'aeroporto, e per l'arricchimento delle compagnie aeree. Cosa assurda, la societa' Adr dopo aver provocato la catastrofe ambientale e sanitaria di Ciampino e' stata delegata a gestire il futuro aeroporto di Viterbo e a presentare il progetto di fattibilita' dell'aeroporto stesso. A Viterbo il mega-aeroporto al servizio del turismo "mordi e fuggi" per Roma non solo distruggerebbe la zona termale e il Bulicame, ma rappresenterebbe una seria minaccia per tutto il territorio circostante, per le emergenze archeologiche e scientifiche, per i boschi, per i terreni agricoli con le pregiate coltivazioni locali; e costituirebbe una minaccia per la salute dei cittadini. * 2. Il trasporto aereo contribuisce all'aumento della temperatura e quindi ai cambiamenti climatici Il trasporto aereo secondo i calcoli degli scienziati del prestigioso Caltech California Institute of Tecnology(Istituto di Tecnologia della California) provoca il 10% dell'effetto serra. Il trasporto aereo in Italia e in Europa e' il mezzo di trasporto che cresce piu' rapidamente. Il trasporto aereo e' poco democratico: vola solo il 5% della popolazione mondiale; secondo un indagine inglese, pubblicata da George Monbiot nel libro Calore (edito in Italia da Longanesi), smentisce la favola che con i voli low cost possono volare tutti, infatti prendere l'aereo riguarda solo il 6% delle classi meno agiate. Il trasporto aereo non contabilizza nel prezzo di volo i costi dell'inquinamento, del rumore, dell'effetto serra, della congestione, degli incidenti (secondo alcuni calcoli la collettivita' paga oltre 2 miliardi di euro all'anno per i costi "esterni"; Marinella Correggia, in un recente articolo pubblicato su "Il manifesto", parla dei costi di una campagna dei Medici Senza Frontiere contro la malnutrizione, e sostiene che la spesa e' di 750 milioni di euro all'anno, che e' meno di un millesimo delle spese per gli armamenti e un centesimo delle sovvenzioni europee al trasporto aereo). Il trasporto aereo consuma molta energia. Tra tutti i settori economici, secondo i dati dell'Enea, dal 1990 quello che ha avuto un incremento maggiore e' quello dei trasporti (+25%), e tra i trasporti quello che e' piu' cresciuto e' quello aereo (raddoppiato), con un forte incremento dopo il 2001 con conseguente aumento di consumo di carburante e quindi di emissione di CO2. La Commissione Europea calcola che se la crescita del trasporto aereo proseguira' al ritmo attuale, entro il 2012 le emissioni di CO2 prodotte dai voli internazionali in partenza dagli scali europei aumenteranno del 150% rispetto al valore del 1990. Un aumento che vanificherebbe piu' di un quarto (secondo i verdi fino alla meta') delle riduzioni necessarie per realizzare l'obiettivo comunitario fissato dal Protocollo di Kyoto. Inoltre si deve considerare che a detta di molti scienziati, compresi quelli che lavorano per l'Ipcc, il contributo del trasporto aereo al surriscaldamento del clima va ben oltre il solo rilascio di CO2: si deve aggiungere, ad esempio, l'effetto del vapore acqueo (le scie). In un documento del 21 aprile 2006 il Comitato economico e sociale europeo suggerisce di "rendere piu' competitivi i modi di trasporto di superficie, al fine di offrire alternative piu' interessanti per il trasporto delle persone e delle merci all'interno dell'Unione Europea. secondo la Commissione Ambientale d'Inchiesta (Eac) della House of Commons (Camera dei Comuni) britannica, "nel 2050, il solo settore dell'aviazione rappresentera' ben il 66% delle emissioni del Paese". Il trasporto aereo non solo contribuisce al riscaldamento del clima, ma usa anche una grande quantita' di energia. E sempre da un documento del Comitato economico e sociale europeo si viene a sapere che: "Benche' negli ultimi 40 anni l'efficienza dei carburanti per aerei sia aumentata di oltre l'11,70%, nello stesso periodo la quantita' totale del carburante utilizzato e' cresciuta di oltre il 400%". * Sempre a proposito dell'impatto del traffico aereo voglio riportare alcuni brani di un articolo pubblicato il 12 maggio scorso nel sito web della rivista "Quale Energia": "Le emissioni dei trasporti aerei cresceranno piu' del previsto, lo rivela uno studio divulgato recentemente. Intanto si propone di creare un'autorita' Onu che imponga l'emission trading al trasporto internazionale. Il settore dell'aviazione non sta tagliando le emissioni, anzi, da qui al 2025 la quantita' di CO2 rilasciata dagli aerei potrebbe raddoppiare, con le connesse conseguenze per il riscaldamnto climatico. A rivelarlo uno studio internazionale presentato lo scorso anno ad un seminario per addetti ai lavori, "USA/Europe Air Traffic Management Seminar", a Barcellona. Documento la cui divulgazione era stata negata dagli organizzatori dell'incontro, ma che e' stato reso pubblico nei giorni scorsi dall'associazione ambientalista inglese Aviation Environment Federation. Nel report - realizzato dal Dipartimento dei trasporti americano, dall'Agenzia europea per il controllo del traffico aereo (Eurocontrol) e dalla Manchester Metropolitan University - si legge che dal 2000 al 2025 aumentera' il numero di persone esposte all'inquinamento acustico da aerei e l'ossido di azoto rilasciato in alta quota triplichera', ma cio' che impressiona sono soprattutto le stime sulle emissioni di CO2. Secondo 'Trends in Global Noise and Emissions From Commercial Aviation for 2000 through 2025' - questo il titolo del documento - l'anidride carbonica emessa dal trasporto aereo passera' dai 572 milioni di tonnellate annue del 2000 a una cifra tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi di tonnellate nel 2025: questo significa che si avvereranno o addirittura saranno superate le stime del 'peggior scenario' previsto dall'International Panel on Climate Change (Ipcc) riguardo alle emissioni per il settore aereo. Per Jeff Gazzard di Aviation Environment Federation, l'organizzazione che ha portato il report all'attenzione del pubblico, queste cifre dimostrano che le emissioni del settore aereo rischiano di vanificare tutti gli obiettivi di riduzione della CO2 di tutti gli altri settori, anche perche' i gas serra rilasciati ad alta quota hanno un potere climalterante doppio rispetto a quelli prodotti al livello del mare". * I viaggi in aereo sono cosi' necessari? Cito alcuni articoli apparsi recentemente. Ad esempio su "Panorama" del 4 luglio 2008 il giornalista Luca Sciortino pubblicava un articolo dal titolo "Troppi convegni, sale l'effetto serra. Sul 'Britisch medical journal' un singolare mea culpa: le tante conferenze internazionali su temi clinici moltiplicano i viaggi aerei inquinanti". Nell'articolo viene riportata l'opinione di due medici inglesi: "Malcom Green (professore di medicina respiratoria all'Imperial college di Londra) e James Owen Drife (professore di ostetricia all'universita' di Leeds), si interrogano sulla questione sul 'British medical journal', che al tema dedica la copertina. Due gli aspetti che emergono. Primo, i medici potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di CO2 rinunciando ai numerosi viaggi aerei per convegni internazionali e scegliendo di dibattere sulle loro ricerche in videoconferenza". In un altro passo il giornalista riporta questi dati: "Partiamo da un calcolo approssimativo. All'incontro annuale dell'American cardiac society hanno partecipato 45.000 medici da tutto il mondo. Se ognuno ha percorso in andata e ritorno 10.000 km, siccome le emissioni di un aereo sono grosso modo 250 chili ogni 1.000 km per passeggero, il totale fa 2 tonnellate e mezzo; moltiplicando per 45.000 si superano le 100.000 tonnellate di CO2. Se un analogo numero di medici partecipa a 10 conferenze mondiali in un anno, le emissioni diventano di un milione di tonnellate di CO2, quelle assorbite da 250.000 ettari di foreste. Ecco perche' Green caldeggia i congressi virtuali in teleconferenza". Una denuncia molto pesante della pericolosita' del traffico aereo viene dall'Onu, denuncia riportata da Marco Stefanini su "Repubblica": "Appello dell'organismo Onu per il clima e degli ambientalisti: Ridurre drasticamente i viaggi di lavoro approfittando dei progressi tecnologici. L'aereo avvelena il pianeta, meglio la videoconferenza. Le videoconferenze possono contribuire a salvare il pianeta. Parola dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il foro intergovernativo sul mutamento climatico, formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite. La tesi e' stata sostenuta dal presidente dell'Ipcc, l'indiano Rajendra Pachauri, durante un incontro dal titolo 'Il tuo viaggio e' davvero necessario?', che si e' tenuto a Westminster alla presenza di vari esponenti del parlamento britannico. Parlando in videoconferenza, l'economista e scienziato ambientale ha lanciato un appello alle aziende di tutto il mondo: ridurre i viaggi di lavoro dei propri dipendenti, e sostituirli con riunioni in videoconferenza, grazie anche ai progressi tecnologici compiuti dalle comunicazioni. In questo modo sara' possibile ridurre le emissioni di gas serra prodotte dall'aviazione commerciale, una delle principali responsabili del riscaldamento globale del pianeta". In un altro passo dell'articolo viene riportato virgolettato il pensiero del presidente dell'Ipcc, afferma Pachauri : "Il settore dei trasporti contribuisce in maniera sostanziale alle emissioni di gas serra, e in alcune parti del pianeta rappresenta il 40% delle emissioni totali. Sicuramente uno dei fattori determinanti e' rappresentato dalla crescita dell'aviazione civile. Se si potessero sostituire i viaggi di lavoro con videoconferenze, sarebbe possibile tenere a freno le emissioni degli aerei". L'articolo si conclude con questa affermazione: "Effetto serra da aviazione. Una stima per difetto paragona l'inquinamento di ogni aeromobile a quello di 500 auto non catalizzate. L'aeroporto di Malpensa, tanto per fare un esempio, equivale a 250-300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000. Ogni anno, gli aerei generano 700 milioni di tonnellate di CO2. Una singola persona che viaggia dall'Europa a New York consuma tra 1,5 e 2 tonnellate di CO2 (il calcolo e' della Aviation Environment Federation). Proseguendo su questa strada, l'effetto serra da aviazione civile potrebbe triplicarsi entro il 2050 rispetto ai dati del 1990: la maggiore efficienza energetica degli aerei moderni e i passi avanti della tecnologia verranno annullati dalla crescita dei voli". Il giornalista e ambientalista inglese George Monbiot da tempo sostiene che se entro il 2030 i Paesi ricchi non taglieranno le emissioni di anidride carbonica del 90%, la temperatura salira' di due gradi con gravi danni agli ecosistemi. In una sua recente intervista, pubblicata dal sito web de "La Repubblica delle Donne", a proposito del traffico aereo sostiene che bisogna smettete di volare: "I voli sono la fonte di inquinamento che cresce piu' velocemente sul pianeta. Per fare un esempio, su un volo Londra-New York ogni passeggero produce 1,2 tonnellate di CO2, esattamente la quantita' che avremmo diritto a consumare in un anno se tagliassimo le emissioni del 90%. Purtroppo oggi non esistono alternative alla benzina". Avete capito bene? Dite addio al weekend a Parigi, la vacanza ai Caraibi, la casa di vacanza a Marrakech... "Il 99% dei viaggi aerei sono inutili. Per gli incontri di lavoro c'e' la webcam, perche' spostare 80 chili di persona da un posto all'altro? Salvo i voli per ragioni umanitarie. E le 'miglia d'amore', quelle percorse per i nostri affetti". La giornalista Mara Accettura gli chiede: "Mr Monbiot, e' sicuro di quel che dice?". E lui risponde: "So che non volare e' un grosso sacrificio, ma vorrei farle notare che coinvolge una piccolissima parte della popolazione mondiale. Se le pare estremo, e' perche' in quella minima parte c'e' proprio lei". Continua l'intervistatrice: "Ma come facciamo a impedire di viaggiare a centinaia di milioni di indiani e di cinesi, che hanno iniziato adesso ad assaporare il benessere?", Monbiot conclude: "E infatti non siamo nella posizione di dire nulla. Noi, i maggiori inquinatori pro capite, dobbiamo prima tagliare le emissioni. Fino a che non daremo l'esempio, ci sentiremo rispondere: Sorry, no deal". * Ancora, permettetemi di leggere alcuni brani dell'appello di Aqqaluk Lynge, leader degli Inuit della Groenlandia, contenuto in articolo pubblicato da "La Stampa" il 31 maggio 2007. "Quello che accade al Sud, in Gran Bretagna, colpisce noi al Nord. Potete anche pensare che l'allargamento dell'aeroporto di Stansted sia una piccola cosa nell'accelerare l'effetto serra. Ma chiunque puo' dire la stessa cosa su quello che sta facendo. E' una scusa per non prendere decisioni e il risultato e' la catastrofe. Noi Inuit cacciamo sul ghiaccio da cinquemila anni, per generazioni abbiamo potuto prevedere con assoluta precisione gli spostamenti delle nostre prede, foche, balene, orsi, e procurarci cibo e tutto quello che era necessario senza distruggere la natura. Oggi non e' piu' possibile. Per noi l'effetto serra non e' solo un'ipotesi, uno studio scientifico. E' una realta'. E potrebbe esserlo anche per voi nel giro di pochi decenni. E' troppo chiedere un po' di moderazione per la salvezza del mio popolo oggi e del vostro popolo domani? Il mio e' un piccolo popolo, ma quello che gli sta accadendo riguarda tutti voi. Quando ero giovane, il ghiaccio si formava a novembre. Ora parecchi mesi dopo. Non so se sia tutta colpa degli aerei che passano sopra la Groenlandia per raggiungere gli Stati Uniti. So pero' che e' anche colpa di quegli aerei. Le compagnie a basso costo hanno appena deciso di triplicare il numero dei voli transoceanici, da 80.000 a 240.000 l'anno. Ma cosi' facendo distruggeranno la nostra e la vostra terra. Fermateli. Fermatevi". A me sembra che coloro che vedono l'aeroporto come volano dello sviluppo abbiano in mente il modello di economia che ho prima ricordato: massiccio uso di energia e materia, considerate illimitate, consumismo sfrenato non solo di beni materiali, ma anche di turismo e di cultura. Non viene presa' affatto in considerazione la scarsita' delle risorse. Tutto viene misurato in termini monetari, non vengono rispettati i principi fondamentali della natura. I fenomeni che interessano gli equilibri dei sistemi ecologici sono governati dalla crescita esponenziale. Cosa vuol dire? Faccio un esempio: "Immaginate di avere un laghetto. Un giorno vi accorgete che nel laghetto cresce una ninfea. Sapete che le piante di ninfea raddoppiano le proprie dimensioni ogni giorno. Vi rendete conto che se la pianta potesse svilupparsi liberamente, in trenta giorni ricoprirebbe l'intera superficie del laghetto, soffocando ogni altra forma di vita acquatica. Ma all'inizio la pianta sembra piccola, cosi' per il momento decidete di non intervenire. Affronterete il problema quando la pianta avra' ricoperto meta' del laghetto. La domanda e': quanto tempo avrete allora a disposizione per salvare il laghetto? La risposta e': un solo giorno! Il ventinovesimo giorno il laghetto e' ricoperto per meta'. L'indomani - dopo l'ultimo raddoppio - il laghetto sara' invaso completamente. In un primo momento puo' sembrare ragionevole aspettare che il laghetto sia ricoperto per meta'. Il ventunesimo giorno la pianta ricopre solo lo 0,02% dello specchio d'acqua, il venticinquesimo giorno solo il 3%. Eppure questa politica ci concede appena un giorno per salvare il laghetto". Commentano gli autori del libro in cui questo noto esempio e' citato e da cui lo riprendo (Donella Meadows, Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo): "E' facile capire come la crescita esponenziale, combinata con i ritardi della risposta, possa condurre al superamento dei limiti. La crescita appare a lungo insignificante. Tutto sembra tranquillo. Poi, all'improvviso, il cambiamento e' sempre piu' rapido, finche', con gli ultimi uno o due raddoppi, non c'e' piu' tempo per reagire". I fenomeni che regolano gli equilibri del sistema Terra, sia naturali sia sociali, sono del tipo visto nell'esempio, sono fenomeni a crescita esponenziale. Parlo della crescita demografica, dell'accumulazione del capitale da parte di poche persone, dell'uso delle risorse energetiche e materiali, dell'emissione dei gas ad effetto serra, dell'inquinamento. La crescita esponenziale impedisce di vedere i pericoli provocando ritardi negli interventi, facendo danni spesso irreversibili. * Il modello di economia dominante non rispetta un principio fondamentale della natura, quello che dice che energia e materia si degradano e quindi vanno usati in modo appropriato per lasciare un mondo vivibile alle future generazioni. Ad esempio, scaldare l'acqua per usi sanitari con l'energia elettrica o con il metano costituisce uno spreco incredibile, utilizziamo una fiamma, quella del metano, che puo' raggiungere 2000 gradi per avere l'acqua con temperatura inferiore ai 40 gradi. Molto piu' appropriato l'uso del pannello solare. Per la produzione di acqua calda sanitaria con solare termico, per le lavatrici e lavastoviglie con alimentazione di acqua calda prodotta esternamente, per esempio collegandole all'impianto a gas per l'acqua calda o meglio ancora all'impianto di pannelli solari termici escludendo l'alimentazione elettrica. Il nostro territorio si presta bene anche a organizzare una resistenza alla crisi attuale e a lanciare un modello di produzione e consumo, a partire dai prodotti agricoli, alternativo a quello attuale distruttivo di risorse e inquinante. Penso alla vendita diretta dei prodotti da parte dei contadini o al fiorire di orti, su terreni privati ma anche pubblici, gestiti da gruppi di famiglie. In questo modo si riducono di molto le emissioni di gas che alterano il clima dovute al trasporto. Se guardiamo da dove provengono certi cibi che compriamo al supermercato ci rendiamo conto della irrazionalita' dell'economia dominante, utile solo al guadagno di pochi. Per la mobilita' nei centri abitati le tecnologie piu' appropriate sono la bicicletta e il mezzo pubblico, meglio ancora il camminare a piedi. L'economista Georgescu-Roegen in una conferenza del 1970 affermo': "piu' alto e' il grado di sviluppo economico, tanto maggiore e' necessariamente l'ammontare annuo di impoverimento, e di conseguenza tanto piu' breve diventa la speranza di vita della specie umana. Il risultato di tutto questo e' chiaro. Tutte le volte che produciamo una Cadillac distruggiamo irreversibilmente un ammontare di bassa entropia che potrebbe essere invece usato per produrre un aratro o una vanga. In altre parole, tutte le volte che produciamo una Cadillac lo facciamo a prezzo della diminuzione del numero di vite umane nel futuro". Bassa entropia indica energia e materia molto pregiata. Una volta che entra nel sistema economico, produzione e consumo, si ha irreversibilmente un degrado, che non puo' essere arrestato, se non parzialmente con il riuso e il riciclo (questo vale per la materia). Quindi cose molto pregiate vanno usate in modo appropriato e non sprecate. Oltre alla qualita' c'e' anche la quantita'. Il modello economico dominante non tiene conto della limitatezza delle risorse. E' come se noi avessimo un budget di energia e materia da utilizzare, esaurito il quale andiamo ad intaccare le risorse delle future generazioni e a provocare danni ad altri esseri umani. Un nuovo modello di mobilita' deve vedere al centro il trasporto passeggeri e merci con il treno, ad esempio per andare da Napoli a Milano l'aereo emette anidride carbonica (in Kg per passeggero) quasi 4 volte il treno, l'auto a diesel quasi 3 volte il treno, e l'auto a benzina 2,5 volte il treno (calcoli che si possono effettuare in diversi siti in internet come ad esempio "Azzero CO2"); per il trasporto merci, ad esempio 300 tonnellate da Gioia Tauro a Stoccarda, l'aereo emette CO2 piu' di 30 volte il treno e un camion piu' di 4 volte il treno. Per favorire il trasporto con il treno, oltre ad incentivare tale mezzo (tariffe basse e viaggi confortevoli) ci vorrebbero degli amministratori locali e nazionali che avessero il coraggio e la lungimiranza di ostacolare le auto e gli aerei. Ad esempio non costruendo nuove strade, nuovi parcheggi nei centri storici, non costruendo nuove piste e nuovi aeroporti. Piu' spazio viene dato alle auto o agli aerei piu' viene riempito, e cosi' ne servira' dell'altro, all'infinito. Dovremmo avere governanti che vietano voli sotto una determinata soglia di km (ho fatto l'esempio di Napoli-Milano); si dovrebbero fare campagne per persuadere i cittadini a fare le vacanze cosiddette "di vicinato" per scoprire le bellezze naturali e culturali dei posti vicini, piuttosto che fare le vacanze in posti esotici e lontani e magari a Natale in posti caldi oppure praticare il devastante turismo del "mordi e fuggi" con i voli low cost. Parlavo di coraggio perche' per gli amministratori locali e i governanti costruire una nuova strada o un aeroporto puo' portare un consenso immediato, anche perche' i danni si vedranno solo in seguito. * E' arrivato il momento, se ancora siamo in tempo, di cambiare stili di vita nel mondo ricco (su questo tema c'e' un bel libro di Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli. Manuale di ecoazioni individuali e collettive, Feltrinelli Editore). E' arrivato il momento di assumersi le responsabilita', sia come persone sia come movimenti della societa' civile che come organizzazioni politiche e istituzioni, per avviare una campagna per contrastare lo sviluppo illimitato e per imboccare il cammino che porta alla decrescita condivisa, alla sobrieta' felice. Leggendo i giornali di questi giorni ci accorgiamo che la crisi sta riducendo i consumi, allora voglio fare una riflessione: se la riduzione dei consumi viene praticata come scelta puo' portare ad una nuova organizzazione sociale basata sulla solidarieta' e sull'amore, ma se viene imposta dalla crisi puo' produrre guasti sociali e violenza. Prima facciamo la scelta della sobrieta' meglio e' per l'umanita'. A proposito di crisi, recentemente l'amministratore delegato di Air France, Spinetta, ha rilasciato uníintervista a "La Stampa" in cui disegna i contorni di un cataclisma: "La magnitudo di cio' che viviamo oggi come industria aerea e' tre-quattro volte lo shock subito con gli attentati alle torri gemelle". Parole pesantissime, se si pensa che dopo l'11 settembre tutte le compagnie americane furono salvate dalla bancarotta solo grazie ai sussidi dell'amministrazione Bush. Ma allora perche' spendere inutilmente soldi e sprecare materia ed energia per costruire un nuovo aeroporto? Perche' gli assessori alla formazione professionale della Provincia e della Regione annunciano l'intenzione di sperperare soldi pubblici illudendo i giovani con inutili corsi di formazione finalizzata alle attivita' dell'aeroporto? E poi, prima di questi giovani, eventualmente non sarebbero impiegati i lavoratori Alitalia in esubero? In questo periodo di crisi sarebbe molto importante usare le riserve di petrolio e gas rimaste per usi necessari, e ad esempio costruire pannelli solari e pale eoliche, e risparmiare tagliando viaggi inutili e trasporto di merci voluttuarie, e soprattutto smettere di costruire i mezzi bellici. * A mio parere, le questioni dell'aeroporto e del trasporto aereo, che verrebbe cosi' incrementato, rappresentano un esempio di cattivo uso delle risorse e di non applicazione del principio di precauzione. Inoltre il trasporto aereo ben si inserisce nel modello di economia dominante: l'aereo e' frutto dell'alta tecnologia, usa grandi quantita' di energia, produce grandi quantita' di gas ad effetto serra, raggiunge alte velocita', e' molto rumoroso, e' usato da una esigua minoranza, produce guadagni per le compagnie aeree e costi per la collettivita' (anche attraverso gli ingenti sovvenzionamenti pubblici alle compagnie private), provoca gravi danni alla salute dei cittadini che vivono nei pressi degli aeroporti, danneggia in modo serio l'ambiente contribuendo in modo considerevole al riscaldamento del clima. Insomma tutto il contrario dell'agenda necessaria cosi' come definita dalle parole d'ordine scritte piu' di dieci anni fa dall'indimenticabile Alexander Langer, che riteneva necessarie per salvare il pianeta e l'umanita': "piu' lentamente, piu' profondamente, piu' soavemente". Inoltre nuoce anche alla formazione di un pensiero critico e responsabile, perche' induce a credere che si puo' andare in ogni luogo in qualsiasi momento senza tener conto dei costi collettivi in termini di salute e di spesa pubblica. * Il modello di sviluppo dominante provoca danni alla biosfera Il sistema che perpetua la poverta' ha la tendenza a superare i limiti imposti dal mondo fisico. Secondo gli studi di Mathis Wackernagel, l'ideatore dell'indicatore Impronta Ecologica: "il consumo di risorse da parte dell'umanita', messo a confronto con la superficie disponibile, oltrepassa oggi la capacita' di carico globale di circa il 20%. Vale a dire che la domanda umana ha superato le risorse naturali". l'Impronta Ecologica (IE) misura, in unita' di superficie, la natura che consumiamo (spazio per abitare, energia per scaldarci, per muoverci, piante che producono l'ossigeno per respirare, area che fornisce il cibo). A fronte di una produttivita' media della natura pro-capite di circa 12 ettari (30 acri), l'IE media pro-capite in Africa e' di 7 ettari (18 acri) e in Nord America di 95 ettari (234 acri). Per l'emissione di gas ad effetto serra, prendendo come esempio solo la CO2, voglio citare alcuni dati pubblicati da uno studio americano e dall'Enea (Ambiente Italia 2006): mediamente un cittadino del Lussemburgo emette anidride carbonica 405 volte un cittadino dell'Etiopia e 101 volte un cittadino del Bangladesh; un cittadino degli Stati Uniti 333 volte un etiope e 83 volte un cittadino del Bangladesh; un cittadino del Regno Unito 158 volte un etiope e 40 volte un cittadino del Bangladesh; un italiano 137 volte un etiope e 34 volte un cittadino del Bangladesh. E' evidente che la responsabilita' dei singoli Paesi per i cambiamenti climatici e' assai diversa, cosi' come e' diversa la responsabilita' dei cittadini (tra i ricchi e i poveri). Penso a quelli africani o dell'America Latina o agli occidentali piu' poveri, per questi dovranno essere disponibili quantita' di energia e materia superiore a quella attuale, e per i cittadini piu' ricchi tale quantita' dovra' essere ridotta drasticamente. Parlo di cittadini perche', come sostengono tre ricercatori dell'Universita' di Torino in un articolo apparso sul mensile "Azione nonviolenta": "Si delineano sempre piu' chiaramente due categorie: non piu' Nord/Sud, o Paesi sviluppati e paesi sottosviluppati, ma abitanti 'globalizzati' e abitanti 'localizzati': i primi si spostano facilmente e godono in abbondanza delle risorse naturali provenienti da ogni parte del mondo; i secondi sono vincolati alla loro terra, e possono usufruire solo dei beni locali. Se questi vengono a mancare, sono costretti a migrare per sopravvivere". A proposito delle conseguenze sociali del modello di economia dominante e dell'accumulazione della ricchezza a crescita esponenziale, leggo questi dati dell'Onu: la differenza di reddito fra il 20% delle persone piu' ricche del mondo e il 20% delle piu' povere era nel 1820 (poco dopo l'inizio dell'industrializzazione) di 3 a 1; nel 1913 di 11 a 1; nel 1963 di 30 a 1; nel 1990 di 60 a 1; nel 2001 di 80 a 1. * E' arrivato il momento di chiedere alle persone agiate dei paesi ricchi di fare a meno di alcune cose, auto potenti, i voli in Thailandia, in Florida o a Roma per la notte bianca, a vantaggio degli altri. Permettetemi una citazione di Gandhi, diceva nel 1909: "Il nostro pianeta ha risorse sufficienti per soddisfare i bisogni fondamentali di tutti, non l'avidita' di qualcuno". Nel novembre 2007 la rivista "Le Scienze" pubblica un articolo di due docenti universitari di politiche dell'alimentazione dell'Universita' di Copenhagen in cui si sostiene che: "La produzione mondiale di cibo e' sufficiente a soddisfare il bisogno energetico e proteico di tutti gli abitanti del pianeta. Ma la poverta' impedisce a milioni di persone di acquistare il cibo". L'articolo inizia cosi': "Entro mezz'ora, 360 bambini in eta' prescolare moriranno di fame o denutrizione". Tra qualche anno dovremmo spiegare alle nuove generazioni che ritenevamo piu' importante una vacanza in America o avere un'auto che fosse in grado di passare da 0 a 100 km/h in meno di 5 secondi, piuttosto che avere a cuore l'equilibrio ecologico della Terra. I cambiamenti climatici rappresentano una seria minaccia per l'umanita'. Gia' oggi con un innalzamento di soli 0,6 gradi centigradi, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita' 150.000 persone muoiono ogni anno per i cambiamenti climatici, poiche' le malattie si diffondono piu' velocemente a temperature superiori. Alcuni scienziati britannici stimano che l'aumento di 2,1 gradi esporra' tra 2,1 e 3 miliardi di persone al rischio di carenze idriche. Si prevedono probabili riduzioni di raccolti agricoli che si combinano con altri problemi. Uno studio sostiene che temperature superiori di 2,3 gradi a quelle attuali esporranno altri 180-230 milioni di persone al rischio di contrarre la malaria. Un congresso di scienziati organizzato dal Met Office del Regno Unito ha avvertito che a un grado centigrado al di sopra dei livelli preindustriali i raccolti agricoli iniziano a ridursi nelle zone interne dei continenti, le siccita' si diffondono nell'Africa, la qualita' dell'acqua peggiora e le barriere coralline cominciano a morire. Lo studio continua con scenari causati da aumenti superiori. Chi ha responsabilita' di governo locale e nazionale deve prendere decisioni lungimiranti per consegnare alle generazioni future a partire dai bambini che oggi hanno dieci anni un mondo vivibile e non offeso da catastrofi, che molti in modo ingannevole si ostinano a chiamare naturali, piu' di quelle che accadono oggi. Sin dai lontani anni '60 si sente dire che occorre favorire il trasporto delle persone e delle merci su ferrovia rispetto al trasporto su gomma. Per sapere cosa ha fatto la politica per attuare cio' basta leggere il rapporto annuale dell'Enea sull'"Ambiente Italia", a dire il vero basterebbe osservare le citta' e le strade, comunque si scopre che nel 2005 l'incidenza percentuale del trasporto merci e passeggeri con il treno e' diminuita, e nello stesso periodo e' aumentata l'incidenza del trasporto su gomma dei passeggeri e delle merci (nel 1990 il trasporto merci con il treno incideva per il 13%, nel 2005 per il 10%, mentre il trasporto su gomma nel 1990 incideva per il 62% e nel 2005 per il 66%. Per i passeggeri la situazione e' analoga: nel 1990 il treno incideva per il 6% e nel 2005 per il 4,8%, il trasporto con autovetture nel 1990 incideva per il 72% e nel 2005 per oltre il 74%). E poi ci meravigliamo se l'aria delle nostre citta' e' avvelenata e aumentano le allergie. A me sembra chiaro che chi aveva responsabilita' di governo ha favorito un modello di mobilita' insostenibile per l'ambiente e per la salute dei cittadini. Per il bene di tutti c'e' da augurarsi una presa di coscienza della societa' politica. E dire che scienziati ed economisti come Nicolas Georgescu-Roegen, Barry Commoner, Giorgio Nebbia, Jeremy Rifkin, Enzo Tiezzi, ambientalisti come Alexander Langer, movimenti come il movimento antinucleare o quelli recenti che si battono contro il liberismo, da decenni pongono l'attenzione sui limiti fisici della Terra, sulla necessita' di usare in modo appropriato l'energia, segnalando che l'obiettivo fondamentale dell'economia moderna, la crescita economica illimitata, essendo in contraddizione con le leggi fondamentali della natura va abbandonato. C'e' da augurarsi, prima che sia troppo tardi, che i governanti di oggi sappiano prendere misure drastiche che riducano il traffico automobilistico e aereo, quelli maggiormente insostenibili, non mettendo piu' a disposizione delle autovetture e camion nuove strade e parcheggi - soprattutto nei centri storici -, e nuovi aeroporti, abolendo piuttosto i voli sotto una certa distanza. * Cito, in chiusura, la canzone di Roberto Vecchioni "Samarcanda", che riprende una vecchia storia. Un soldato nell'antica Bassora, pieno di paura, ando' dal suo re e gli disse: "Salvami, sovrano, fammi fuggire di qua. Ero nella piazza del mercato e ho incontrato la Morte vestita di nero, che mi ha guardato con malignita'. Prestami il tuo cavallo cosi' che possa correre fino a Samarcanda. Temo per la mia vita a restare qua". "Dategli il miglior destriero", disse il sovrano, " figlio del lampo, degno di un re". Piu' tardi il re incontro' la Morte in citta' e le disse: "Il mio soldato era molto impaurito. Mi ha detto che ti ha incontrato oggi al mercato e che lo guardavi con malignita'". "Oh no", rispose la Morte, "il mio era solamente uno sguardo stupito, perche' lo aspettavo per stanotte a Samarcanda. Stamani ne era lontanissimo". Enzo Tiezzi, nel libro Tempi storici, tempi biologici, commenta: "Forse c'e' una Samarcanda anche nel nostro destino. La nostra cultura economica e sociale e' tutta interna alla logica della ricerca del cavallo per arrivare a Samarcanda piu' in fretta, nella tecnologia per risolvere un problema di oggi senza preoccuparsi se la risoluzione di quel problema va nella direzione di aumentare i problemi per l'umanita', di avvicinare il momento dell'esaurimento delle risorse, di mettere in moto un meccanismo senza ritorno di danni irreparabili alla biosfera, all'ambiente necessario per sopravvivere. In fondo alla strada della crescita senza limiti ci puo' essere una Samarcanda che ci aspetta". Termino ricordando ancora una volta le parole che ci indicano le azioni che dobbiamo compiere per salvare il pianeta e l'umanita': lentius, profundius, suavius; piu' lentamente, piu' profondamente, piu' dolcemente (Alexander Langer) * Bibliografia Mauro Bonaiuti (a cura di), Obiettivo decrescita, Editrice Missionaria Italiana. Elena Camino, Giuseppe Barbiero, Alice Benessia, articolo in "Azione Nonviolenta", 8-9/2007. Aldo Capitini, Il potere di tutti, Guerra Edizioni. Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli. Antonino Drago, Le due opzioni, La Meridiana. Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, Bollati Boringhieri. Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri. Alexander Langer, Fare la pace, Cierre edizioni. Donella Meadows, Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo, Mondadori. Gorge Monbiot, Calore!, Longanesi. Enzo Tiezzi, Tempi storici, tempi biologici, Garzanti. 2. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 160 del 23 febbraio 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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