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Coi piedi per terra. 147
- Subject: Coi piedi per terra. 147
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 24 Dec 2008 12:58:59 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 147 del 24 dicembre 2008 In questo numero: 1. Una diffida al Presidente della Provincia di Viterbo 2. Associazione "Respirare": Per difendere il Bulicame e la salute dei viterbesi 3. L'ultimo dell'anno con il Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano 4. Paolo Gerbaudo: Un'azione diretta nonviolenta a Stansted 5. Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli: Scali senza ali 6. Matthias Pfaender: Piste inutili 7. Matthias Pfaender: Terminal deserti 8. Al Presidente della Repubblica una richiesta di intervento 9. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. DOCUMENTI. UNA DIFFIDA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO Al Presidente della Provincia di Viterbo e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo Oggetto: Diffida Signor Presidente della Provincia di Viterbo, le scriviamo in quanto purtroppo da lungo tempo lei ha preso posizione a favore della realizzazione nell'area termale del Bulicame ed a ridosso di popolosi quartieri della citta' di Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "Mordi e fuggi" per Roma. Come gia' abbiamo fatto nei confronti del Sindaco del Comune di Viterbo, anche a lei segnaliamo per l'ennesima volta che la realizzazione nell'area termale del Bulicame di un nocivo e distruttivo mega-aeroporto provocherebbe inevitabilmente: a) un grave ed irreversibile danno ad un'area di enorme valore naturalistico, storico-culturale, sociale, terapeutico ed economico; b) un inquinamento che colpirebbe pesantemente il territorio ed i cittadini, provocando gravi danni alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita dei viterbesi; c) ulteriori gravi danni che abbiamo piu' volte segnalato, ad esempio nella nostra lettera al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008, lettera che gia' le inviammo per opportuna conoscenza. Con la presente siamo pertanto a chiederle di volersi finalmente impegnare per impedire la realizzazione di un'opera inquinante, nociva e distruttiva, un'opera contraria al pubblico interesse, un'opera che violerebbe le vigenti norme a tutela dei beni ambientali e culturali, della salute dei cittadini, dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi della popolazione viterbese. Qualora lei intendesse proseguire invece nel favoreggiamento della realizzazione di un'opera dagli esiti inammissibili, la presente valga come diffida. Riservandoci di sollecitare l'intervento delle competenti istituzioni di controllo e particolarmente delle magistrature giurisdizionalmente preposte ad intervenire, voglia gradire distinti saluti, Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 22 dicembre 2008 2. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": PER DIFENDERE IL BULICAME E LA SALUTE DEI VITERBESI [Riportiamo il seguente comunicato dell'associazione "Respirare" dal titolo completo "Opporsi al mega-aeroporto per difendere il Bulicame e la salute dei viterbesi. Tornare al rispetto della legalita' e del bene comune, della natura e delle persone"] Alla diffida al sindaco del Comune di Viterbo, il comitato che si oppone al mega-aeroporto ha aggiunto quella al presidente della Provincia. E bene ha fatto. Poiche', purtroppo, anche il presidente della Provincia di Viterbo, come anche quello della Regione Lazio, insieme al sindaco hanno favoreggiato la sciagurata ed illegale decisione di realizzare a Viterbo un mega-aeroporto che devasterebbe per sempre l'area termale del Bulicame: un ecocidio la cui criminale follia e' a tutti evidente. E non solo: essendo quell'area prossima a popolosi quartieri della citta', la realizzazione del mega-aeroporto avra' conseguenze disastrose per la salute, la sicurezza e la qualita' della vita di migliaia di cittadini. Per non dire che ormai la comunita' scientifica internazionale, le principali istituzioni sovranazionali e tutti gli statisti piu' avvertiti chiedono interventi urgenti per ridurre le emissioni di gas serra, e tra questi interventi vi e' la riduzione drastica e immediata del trasporto aereo, che all'inquinamento e al surriscaldamento globale del clima contribuisce in ingente misura. La gran parte della popolazione viterbese queste cose ormai le sa. Invece continuano a far finta di niente troppi pubblici amministratori irresponsabili e corrivi a un'operazione speculativa, distruttiva, nociva, violatrice della vigente normativa italiana ed europea. Quando finira' questa sordita'? Quando finira' questa protervia? Quando finira' questa irresponsabilita'? Quando finira' questa minaccia al nostro territorio, ai nostri beni ambientali e culturali, alle nostre risorse e vocazioni produttive, alla nostra salute, ai nostri diritti? Quando si tornera' al rispetto della legalita' e del bene comune, della natura e delle persone? 3. INCONTRI. L'ULTIMO DELL'ANNO CON IL COMITATO CONTRO L'AMPLIAMENTO DELL'AEROPORTO DI AMPUGNANO [Dalla mailing list del Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano-Siena (newsletter-comitato-ampugnano at googlegroups.com)] Cari amici, il Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano-Siena festeggia l'ultimo dell'anno per la seconda volta. Abbiamo bisogno di sapere chi viene con buon anticipo. Ognuno portera' qualcosa da mangiare o bere ma vogliamo organizzare le vivande un po' meglio dello scorso anno, quando c'era una quantita' megagalattica. Scrivete all'indirizzo del comitato (fax: 05771959091, e-mail: ampugnano at gmail.com, sito: www.comitatoampugnano.it) oppure chiamate Maria Rosa allo 0755347839. 4. RASSEGNA STAMPA. PAOLO GERBAUDO: UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA A STANSTED [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 dicembre 2008 col titolo "Londra, contro l'espansione dell'aeroporto. Ecologisti occupano Stansted, 57 arresti"] Cinquantasette persone sono state arrestate ieri mattina all'aeroporto di Stansted nelle vicinanze di Londra, dove avevano occupato una delle piste, provocando la cancellazione di 56 voli della compagnia low-cost Ryanair. Gli attivisti, membri del gruppo anti-aviazione "Plane Stupid" si erano incatenati in mezzo alla pista dopo aver aperto un varco nella rete dell'aeroporto, mettendo in ridicolo il sistema di sorveglianza. "Plane Stupid" protesta contro la recente decisione del governo di aumentare il numero di voli nello scalo di Stansted, noto hub dei voli a basso costo. Secondo il gruppo ecologista i voli di breve distanza sono una sorgente di gas serra che mette a rischio gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal governo. Ironicamente l'azione e' partita a poche ore di distanza dall'invito lanciato dal ministro del nuovo dipartimento per il cambiamento climatico e l'energia, Ed Miliband, che aveva sostenuto la necessita' di una forte mobilitazione popolare per costringere i governi a siglare un nuovo patto sul clima. Per Peter Jones portavoce del gruppo, autore di altre azioni spettacolari in aeroporti e sedi istituzionali, "l'azione diretta e' una parte legittima della mobilitazione contro il cambiamento climatico, rappresenta l'unico modo per costringere l'esecutivo a far seguire i fatti alle belle parole". L'azione aumentera' la pressione sul governo Brown che ha sospeso la decisione sull'espansione dell'aeroporto di Heathrow. Il piano e' stato oggetto di forti resistenze culminate in un campeggio di protesta nell'estate 2007. "In questi mesi abbiamo allenato la popolazione locale a tecniche di azione diretta - ha affermato Peter Jones -. Se il governo andra' avanti con i piani di espansione, dovra' fronteggiare una ribellione di massa". 5. RASSEGNA STAMPA. GIANNI DEL VECCHIO E STEFANO PITRELLI: SCALI SENZA ALI [Dal settimanale "L'Espresso" del 18 dicembre 2008 col titolo "Scali senza ali" e il sommario "Incassano ingenti fondi pubblici. Ma hanno pochi passeggeri. Piste abbandonate. E bilanci in rosso. Sono i piccoli aeroporti d'Italia. Che continuano ad aumentare nonostante la crisi del settore"] Sui cartelloni leggi "19,99 euro da sotto casa tua alla grande citta' che preferisci", e non ti pare vero di pagare cosi' poco per partire da un piccolo scalo e sbarcare in una metropoli. In Italia i micro-aeroporti continuano a spuntare un po' ovunque: Salerno, Comiso e Viterbo sono solo gli ultimi. Magari pensi che cosi' "oggi e' davvero tutto piu' vicino", e non ti rendi conto che i soldi che risparmi da un lato li spendi dall'altro. Sui nostri 39 aeroporti commerciali, infatti, ben 25 non ce la fanno con le proprie gambe, visto che i primi 14 scali assorbono il 90% del traffico totale. Parola di Vito Riggio, presidente dell'Ente nazionale aviazione civile. E se non funzionano e' perche' le piccole piste hanno meno di un milione e mezzo di passeggeri l'anno, taglia minima per uno scalo efficiente. Basti pensare ai 1.700 passeggeri di Grosseto, ai 93.000 di Perugia o ai 105.000 di Crotone (che infatti e' chiuso, non riuscendo a trovare compagnie disposte a servirlo). E quando vanno in perdita, come accade spesso, a coprire i debiti ci pensano gli enti pubblici che nella stragrande maggioranza dei casi li gestiscono: regioni, province, comuni e camere di commercio. Quindi con gli "aeroportini" il passeggero-contribuente rischia di rimetterci, piu' che di risparmiare. Il primo a pagare ovviamente e' lo Stato, che sostiene le amministrazioni degli aeroportini con finanziamenti alle infrastrutture. Negli ultimi dieci anni, per ammodernare le piccole piste italiane sono andati piu' di 570 milioni di euro. Soldi che provengono dalle casse statali, da Bruxelles, e in piccola parte da quelle regionali. Dopodiche' tocca agli enti locali, che pur di non rinunciare alla pista-sotto-casa sono disposti a chiudere un occhio sul rosso fisso delle societa' aeroportuali di cui spesso sono azionisti di maggioranza. Nell'augurio che un giorno il proprio scalo "decolli". A volte e' una possibilita' concreta (basti pensare al successo di Treviso e Verona), a volte e' il frutto di azzardate scommesse politiche, nell'attesa di un salvatore privato. A volte si tratta solo di pie speranze che si infrangono contro la realta'. Se non fosse per l'aeroporto di Bari, che ne bilancia le perdite, Foggia (con meno di 8.000 passeggeri) avrebbe dovuto chiudere da tempo. "Tenerlo in piedi ci costa 600.000 euro l'anno", spiega Marco Franchini, direttore di Aeroporti di Puglia, "se dovessi costruirlo ora, non lo farei". Non diversa la situazione dell'appena nato scalo salernitano: "Per tenerlo aperto tutti questi anni in attesa dei voli di linea abbiamo speso un milione l'anno. Pero' adesso i salernitani possono volare", racconta Mimmo Volpe, vicepresidente del Consorzio dell'aeroporto. Sulla stessa scia Siena (a due passi dal grosso scalo di Pisa), che nel 2007 a fronte dei tre passeggeri al giorno ha perso la bellezza di un milione e 200 mila euro e ha versato all'amministratore delegato Riccardo Raimondi 150.000 euro annui, piu' o meno il fatturato complessivo dell'aeroporto nel 2007 (157.000). "Non capisco i senesi cosa se ne facciano dei voli charter", chiosa Riggio. Che ne ha anche per Trapani: "Negli ultimi tre anni gli enti locali hanno messo un milione di euro l'anno per ripianare il bilancio dello scalo. Il vero problema sono proprio le perdite sanate dalle amministrazioni. Loro sperano in un investimento di ritorno, ma gran parte di queste piste non ha possibilita' di sviluppo". Soprattutto oggi, con Cai che dimezza i voli e non paga le tariffe aeroportuali, lasciando vuote le piste e le casse degli aeroportini. Assaeroporti stima i crediti a rischio in 200 milioni. Tanto che alcuni scali (come quelli pugliesi) hanno deciso di denunciare la vecchia Alitalia. Se qualcuno perde, qualcun altro ci guadagna. Sono le compagnie low cost, che sui piccoli scali hanno costruito la loro fortuna. Perche' oltre ai soldi dei biglietti gli arrivano i soldi degli aeroporti. A partire da quelli che mette ogni anno a disposizione il governo: il principio della continuita' territoriale serve a garantire collegamenti con mete altrimenti difficili da raggiungere, e vede volar via 50 milioni di euro per trasformare mezzi privati in servizio pubblico. Ma se a volte la ragione di questi oneri si spiega da sola (come a Pantelleria e Lampedusa), altre un po' meno. Come a Cuneo, a pochi passi da Torino, dove pure con gli oneri gia' in passato non era stata disposta a volare nessuna compagnia e col nuovo bando adesso si vedra' se andra' meglio. O come ad Albenga (meno di 18.000 passeggeri l'anno), vicino Genova, che vola solo grazie ai miracoli della politica: il ministro Claudio Scajola, che quest'estate ha sbloccato un finanziamento da un milione di euro per la tratta Albenga-Fiumicino, abita guarda caso a 33 chilometri dallo scalo. Poi ci sono i cosiddetti "aiuti allo start-up", in parte statali, in parte europei. Come a dire: se apri un nuovo collegamento aereo ti do una mano all'inizio. L'Europa ha fissato da pochi anni criteri ben precisi per questi aiuti, limitati a un massimo di 3-5 anni. Ad esempio l'aeroporto di Alghero e' finito sotto lo scrutinio della Commissione perche' i contributi concessi alla Ryanair sarebbero stati garantiti ben oltre quel limite, con una spesa di 9 milioni dal 2000 al 2007. Cuore di questi aiuti e' il "sostegno al marketing": in altre parole e' l'aeroporto a fare pubblicita' alla compagnia aerea. Il che ci porta alle ultime vicende dell'aeroporto di Comiso, ancora in fase "prenatale". Il presidente del consiglio provinciale di Ragusa, Giovanni Occhipinti, annuncia il varo per fine 2009. La provincia spera cosi' tanto in Ryanair da aver mandato il sindaco di Comiso a Dublino per illustrare la dote promessa. Che include "l'acquisto di uno spazio su Web da 14.000 euro al giorno", con corredo di "sconti sugli slot e sui servizi a terra". "Avevamo pensato di entrare nell'azionariato della societa' aeroportuale con un milione di euro, ma pensiamo di sfruttare questi soldi per far venire Ryanair", spiega Occhipinti. Ecco dunque come funziona la danza degli aeroportini. Lo conferma una fonte riservata del settore, che spiega: "Le low cost aggirano le normative, vanno dagli aeroporti a chiedere 5-8 euro per ogni passeggero-cliente, senno' si rivolgono da un'altra parte. D'altro canto dove arrivano loro, arrivano i passeggeri, linfa vitale degli scali. Per cui dettano legge. Cosi' ottengono anche sconti per le attivita' di carico-scarico, rifornimento e parcheggio. E gli aeroporti mascherano questi sconti con varie scusanti, a partire dalle 'automulte': ti ho servito male, quindi ti rimborso. Cosi' si sta scatenando una guerra di sotterfugi fra scali che cercano di fregarsi tra loro offrendo un euro in piu'". Significative in proposito le vicende di Forli': prima Bologna gli "ruba" sette voli internazionali Ryanair, poi molla la sua quota dell'aeroporto forlivese, e infine la low cost priva il capoluogo anche dei voli nazionali rimasti. Colpito ma non affondato, il Ridolfi di Forli' dichiara guerra legale agli irlandesi, e cerca di rimpiazzarli con i siciliani della Wind Jet. Come finira'? Certo e' che dallo scontro emerge un solo vincitore: le compagnie. La guerra Forli'-Bologna e' solo la prima di una serie. Anche perche' l'aria di crisi che spira sulle low cost, insieme al ridimensionamento di Cai, rischia di alimentare una lotta sempre piu' feroce. Per immaginare il prossimo futuro basta prendere i dati Enac sul traffico passeggeri di Ciampino (aeroporto simbolo del low cost): a giugno e luglio le presenze sono diminuite di circa il 12% rispetto al 2007, soprattutto perche' parecchie compagnie hanno deciso di non atterrare piu' nel secondo scalo romano. Cifre minacciose per Viterbo, che nell'intenzione della Regione e dei Trasporti dovrebbe prendere il posto di Ciampino dopo la sua chiusura nel 2011. Ma tra la flessione di quest'ultimo e l'indisponibilita' di Ryanair e Easyjet a spostarsi a 120 chilometri dalla capitale, e' facile pronosticare tempi duri anche per l'aeroporto della Tuscia. Sembra evidente che le piccole piste respirano solo con l'ossigeno di Stato ed enti locali. Cosa che pero' non garantisce standard di servizio adeguati per i passeggeri. Lo sanno bene a Trapani, dove quest'estate AirBee ha lasciato piu' di una volta i suoi clienti ad affrontare interminabili attese. Se non a terra. Tanto che l'Enac gli ha sospeso la licenza per sei mesi. A Foggia e' andata anche peggio: agli inizi dell'anno la Clubair (low cost veronese) si era aggiudicata la gara per le rotte dallo scalo pugliese. Il servizio e' durato poco, dato che a maggio l'Enac ha sospeso la gia' provvisoria licenza di vettore aereo a causa della critica situazione finanziaria. In altre parole non c'erano soldi per volare. Altra situazione delicata a Pantelleria, dove a fronte dell'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'aeroporto (costeranno 22 milioni) le compagnie se la danno a gambe. Nonostante i contributi pubblici, AirOne ha abbandonato l'isola, che e' collegata solo dai due voli giornalieri di Meridiana. Piccoli aeroporti, grandi costi, frequenti disservizi. E la politica cosa fa? Alimenta questo circolo vizioso, sgomitando per la pista-sotto-casa. O meglio, nel proprio collegio elettorale. D'altronde cos'e' un aeroportino se non uno "status symbol"? A dirlo e' lo stesso governatore calabrese Agazio Loiero, parlando dell'ultimo progetto: la Regione intende finanziare un quarto scalo a Sibari, a pochi chilometri da Crotone e Lamezia Terme. A infrangere il sogno arriva Riggio: "Non si puo' immaginare un aeroporto in una zona dove non si prevede traffico sufficiente e con problemi aeronautici". Stessa motivazione con cui ha bloccato quello che doveva essere il settimo scalo siciliano: Agrigento. Un vecchio pallino di Toto' Cuffaro, che da governatore aveva per questo stanziato 35 milioni. "Mi sembra un'aspirazione compensativa", conclude Riggio, "perche' ci vuole troppo tempo per fare una strada e una ferrovia". Ma per i nostri amministratori e' sempre meglio un bell'aeroporto. 6. RASSEGNA STAMPA. MATTHIAS PFAENDER: PISTE INUTILI [Dal quotidiano "Il giornale" del 4 agosto 2008 col titolo "Piste inutili: aeroporti da 3 biglietti al giorno" e il sommario "Enormi investimenti senza alcun piano nazionale, pochi viaggiatori: oltre la meta' degli aeroporti italiani opera in perdita. Allo stato costano 700 milioni. Il presidente dell'Enac: 'Troppi terminal deserti'"] Roma - Questo aeroporto s'ha da fare. O ingrandire. O promuovere, collegare, "infrastrutturare". Non c'e' sindaco, assessore o consigliere provinciale che non nutra la voglia matta di alzare gli occhi e vedere i cieli della sua comunita' solcati da aeroplani. E da quando nel 2000 Roma ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti, gli enti locali si sono sostituiti ai ministeri nell'aprire le corde della borsa. Perche' in Italia, da che mondo e' mondo, se non hai pista di atterraggio non sei nessuno. La carica degli aeroporti civili italici tocca quota 101. Di questi, solo 45 sono aperti al traffico commerciale. E di questi appena 21 superano il milione di passeggeri l'anno, soglia minima di esercizio sotto la quale si lavora in perdita. Come dire, 24 aeroporti, piu' della meta' degli scali italiani, sono strutture antieconomiche. Sia ora che sono in funzione, sia prima, in fase di progettazione e costruzione: 700 milioni di euro spalmati in vent'anni dallo Stato su aeroporti dimostratisi solo macchine mangiasoldi. "Ma probabilmente la lista di aeroporti in difficolta' e' piu' nutrita - fanno sapere dall'Enac, Ente nazionale per l'aviazione civile -. La quota del milione di passeggeri e' uno strumento di calcolo di produttivita' un po' antiquata. Per avere la certezza di redditivita' oggi un aeroporto dovrebbe avere mezzo milione di passeggeri in piu'". Sotto quest'ottica, anche scali a una prima occhiata virtuosi potrebbero avere bilanci in rosso. E' la situazione degli aeroporti di Alghero (1.299.047 passeggeri nel 2007), Genova (1.116.211) e Lamezia Terme, che con il suo 1.457.000 passeggeri nell'anno passato ha svolto comunque un ruolo di primo piano tra gli altri sei aeroporti della Sicilia (il primo e' Palermo, 4 milioni e mezzo di biglietti staccati), club cui si e' aggiunto recentemente lo scalo di Comiso, 47 milioni e mezzo spesi per dotare Ragusa di un suo terminal. Ma che i ragusani dispongano di una pista tutta per loro non va giu' ai messinesi, agrigentini ed ennesi, desiderosi anche loro di uno scalo. Ottocento chilometri piu' a nord lo scenario non cambia: a Siena un'alleanza tra Comune, Camera di commercio e Banca Montepaschi ha in progetto l'ampliamento dell'aeroporto, che nel 2007 ha visto transitare appena 1.083 viaggiatori, una media di tre al giorno. Numeri impressionanti, soprattutto se rapportati ai dati del vicino aeroporto di Pisa, che segna invece un record positivo: a fronte di meno di novantamila abitanti, la citta' vanta un aeroporto da 3.718.608 passeggeri all'anno. Questo perche' il mercato e' comunque in forte ascesa, e quasi tutti vogliono accaparrarsi una fetta della torta del trasporto aereo; torta che pero' verosimilmente continuera' a essere mangiata prevalentemente dai grandi poli aeroportuali: Milano, che nel 2007 ha visto transitare tra Malpensa e Linate quasi 34 milioni di viaggiatori, il sei per cento in piu' rispetto al 2006, e Roma, che con Ciampino e Fiumicino rappresenta il fulcro del mercato italiano con 38 milioni e 296.000 passeggeri nel 2007 (piu' 9,2%). Dietro le due metropoli, una piccola compagine di virtuosi sopra i cinque milioni di passeggeri l'anno: Bergamo (5.737.092), Catania (6.079.699), Napoli (5.760.984) e Venezia (7.059.141). Senza una visione d'insieme, senza un piano unitario (come accade per esempio in Spagna, dove tutti gli scali sono gestiti da un'unica societa' a capitale pubblico), ogni aeroporto italiano e' lasciato libero di inventarsi strategie e progetti, cercando di cannibalizzare il vicino. Risultato, decine di aeroporti dai numeri imbarazzanti: Bolzano - 74.922 utenti, Cuneo - 55.973, Brescia - 185.993, Crotone - 105.991, Foggia - 7.465, Parma - 142.837, Perugia - 93.416. Ma nuovi piani di rinnovo e ampliamento fioriscono incessanti, portati avanti da amministratori forti da un lato del prestigio che un aeroporto assicura a una citta', e dall'altro della consapevolezza che, una volta fatto lo scalo, le casse pubbliche si sobbarcano altri costi importanti: infrastrutture di collegamento, controlli doganali e sicurezza, viabilita' e servizi anti-incendio. Nel solo 2007, sono costati 70 milioni di euro. 7. RASSEGNA STAMPA. MATTHIAS PFAENDER: TERMINAL DESERTI [Dal quotidiano "Il giornale" del 4 agosto 2008 col titolo "Troppi terminal deserti" e il sottotitolo "Oggi le torri di controllo sono i nuovi campanili". Ci sia consentito segnalare un errore di fatto e un errore di previsione verso la conclusione di questo articolo: l'errore di fatto e' che a Viterbo non sono "i cittadini" a volere il nocivo e distruttivo mega-aeroporto, ma una lobby politico-affaristica; l'errore di previsione e' che contrariamente a quanto pretende la propaganda della lobby degli speculatori, dei devastatori e degli avvelenatori, siamo persuasi che riusciremo ad impedire la realizzazione del mega-aeroporto insensato e illegale (p. s.)] I campanili dell'Italia contemporanea sono le torri di controllo. Simbolo di importanza e modernita', le torri sovrastate dai radar sono lo status symbol delle citta'; e poco importa poi se sulle piste di atterraggio gli aerei arrivano col contagocce, se il micro-scalo non e' collegato con il resto della rete di trasporti o se i bilanci delle societa' di gestione sono in rosso: se la cittadina a meno di trenta chilometri ha un suo aeroporto, un sindaco non puo' privare i suoi elettori di uno scalo sotto casa. "Il principio e' quello di sempre, l'impronta culturale che ha segnato, e continua a segnare, la vita italiana. Che oggi, pero', invece che nel costruire campanili, si combatte tirando su terminal". Vito Riggio, presidente dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, sintetizza cosi' la situazione italiana. E precisa: "Sotto la mia gestione non sono stati aperti altri aeroporti. Anche quello di Cosimo, che e' da poco entrato in funzione, era stato approvato gia' nel 2000". Perche' ci troviamo una situazione del genere? Perche' in tutto lo stivale non e' mai sorto un aeroporto delle dimensioni di quelli di Madrid, Parigi, Francoforte o Londra? "Eppure le potenzialita' ci sono tutte - spiega Riggio -. L'Italia potrebbe certamente competere con gli hub internazionali. Specie al nord, i numeri, considerando traffico commerciale e turistico, ci sono tutti. Ma se poi guardiamo alla situazione...". La situazione del ricco nord: tanto ricco quanto colonizzato senza discontinuita' da piste di atterraggio. Da est a ovest: Aeroporto di Trieste, Venezia, Treviso, Vicenza, Verona, Bergamo, Milano (Linate e Malpensa), Parma, Genova, Torino, Villanova, Cuneo, Aosta. Senza considerare quelli un po' piu' a nord, Trento e Bolzano, e quelli un po' piu' a sud: Firenze, Bologna, Forli', Reggio Emilia, Rimini. Le lotte intestine rinascimentali sono riproposte in chiave moderna ma ora, invece che con cavalleria e arcieri i potesta' (leggi sindaci e assessori) si sfidano a colpi di prezzario. Perche', dato che Alitalia, la comatosa compagnia di bandiera nazionale, serve solo 19 aeroporti, tutti gli altri scali si arrangiano come possono, cercando di accaparrarsi la presenza di compagnie minori e low cost: le galline d'oro del trasporto aereo, nonostante il recente crollo dei profitti di Ryanair, possono assicurare infatti passeggeri e voli in quantita' (ne sa qualcosa Orio al Serio, l'aeroporto bergamasco che sulle frotte di inglesi che vengono in giornata a fare compere in Italia ci ha costruito una fortuna) ma chiedono al contempo tariffe scontatissime, quando non vere e proprie sovvenzioni. "E il risultato e' questo - illustra Riggio -. A fronte di numeri che garantirebbero uno scalo internazionale di primo livello, tutti quei passeggeri vengono sparpagliati in un pulviscolo di scali. Il bacino di utenza pero' e' talmente ricco da far vivere, o sopravvivere, tutti quanti". E al sud, dove i numeri dei viaggiatori, soprattutto del traffico degli affari, non sono cosi' alti, come si spiega la proliferazione di piste di atterraggio? "Li' valgono altre considerazioni. Per la conformazione del territorio, e' stato storicamente piu' difficile creare una rete di trasporti efficiente. Quindi moltissimi uomini politici hanno visto in un aeroporto la carta giusta per lo sviluppo di un'area. Compiendo pero' in numerosi casi un errore: perche' uno scalo aereo non puo' essere gestito solo dal pubblico, deve sempre essere capace di trovare nuovi clienti ed essere competitivo sul mercato. E per fare questo occorre trovare partner privati". Come fare allora per entrare nella seria A del traffico aereo mondiale? "Ci vuole la volonta' delle istituzioni. Cosi' come la politica ha avallato la proliferazione campanilistica di scali e terminal, ora occorre che qualcuno prenda il coraggio a due mani, e dica che la rete aeroportuale italiana deve essere basata su non piu' di quindici o diciotto aeroporti. Tutti gli altri sono aeroporti regionali utili per altre cose, non per il traffico commerciale". A quanto pare, pero', la tendenza rimane quella di ampliare, costruire, rinnovare. A Viterbo, dove sorgera' il terzo aeroporto del Lazio, i cittadini hanno dovuto abbattere la concorrenza di Frosinone. La capitale ciociara sara' pero' salvata dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, che ha annunciato la possibilita' di costruirvi un quarto aeroporto laziale: "Uno scalo a carattere regionale, una struttura che serva il bacino del Sud del Lazio e del Nord della Campania". In fondo, un aeroporto non si nega a nessuno. 8. DOCUMENTI. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UNA RICHIESTA DI INTERVENTO [Riproponiamo ancora una volta la seguente lettera al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008] Al Presidente della Repubblica e per opportuna conoscenza: al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al Presidente dell'Enac al Presidente della Provincia di Viterbo al Sindaco del Comune di Viterbo al Prefetto di Viterbo e sempre per opportuna conoscenza: alla Ministra dell'Ambiente al Ministro del Welfare al Ministro per i Beni Culturali al Commissario europeo per i Trasporti * Oggetto: Richiesta di intervento del Presidente della Repubblica affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge. * Signor Presidente della Repubblica, con la presente siamo a richiedere un suo autorevole intervento affinche' siano rispettate le vigenti normative - di rilevanza fin costituzionale - a difesa della salute e della sicurezza dei cittadini, di rilevantissimi e peculiari beni ambientali e culturali, di diritti soggettivi e legittimi interessi della comunita' viterbese ed altolaziale e di singoli cittadini ivi residenti; normative vigenti e cogenti diritti minacciati dalla prospettiva della realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera semplicemente illecita e scandalosa. * La realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost avrebbe i seguenti inaccettabili e disastrosi esiti: a) grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) del 18 marzo 2008; b) grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento fondamentale dell'identita' di Viterbo; c) grave impatto su un rilevante bene archeologico come l'emergenza in situ del tracciato dell'antica via consolare Cassia, come ammesso dall'assessore e vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino; d) grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi della Tuscia, bene scientifico, di ricerca e didattico di cospicua rilevanza; e) grave impatto inquinante sulle colture agricole - di qualita' e biologiche - insistenti nell'area maggiormente investita; f) grave danno economico per la citta' con deprezzamento di attivita', esercizi ed immobili; g) conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un recente documento diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente "l'incompatibilita' tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale e la permanenza di un'attivita' di volo militare importante - quella della Cavalleria dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di primaria importanza strategica (come fissato da un recente decreto)" e come gia' precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio comunale di Viterbo del 25 luglio 2008; h) immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera nociva e distruttiva, quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altri interventi della mano pubblica: e particolarmente di un forte sostegno a difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di qualita', delle peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita' un forte sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando la linea Viterbo-Capranica-Roma); i) aggravamento di una condizione di servitu' per l'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative e da fenomeni di inquinamento ed aggressione criminale alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita dei cittadini; l) concreto pericolo che l'opera veicoli interessi ed affari non trasparenti, conflitti di interessi in figure investite di ruoli e funzioni istituzionali, operazioni economiche illecite e penetrazione dei poteri criminali, come segnalato da autorevoli figure istituzionali; m) infine, poiche' il punto di riferimento da parte dei promotori dell'opera e' il sedime di Ciampino e l'attivita' che in esso si svolge, si rileva come proprio la situazione di Ciampino sia insostenibile e gravemente lesiva dei piu' elementari diritti della popolazione locale, ed e' quindi evidentemente scandaloso voler "ciampinizzare" un'altra citta' (occorre invece una drastica e immediata riduzione dei voli su Ciampino). * A cio' si aggiunga che: n) l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che potrebbe arrivare a superare i 3000 m, ne' il suo orientamento"; peraltro il gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare l'attuale per costruirne altra - come sostenuto da ambienti dell'assessorato al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud"; o) l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008; p) l'opera e' totalmente priva di fondamentali verifiche e di fondamentali requisiti previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Valutazione d'impatto sulla salute. * Quanto alla procedura di individuazione di Viterbo come sede di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma: q) la relazione ministeriale del novembre 2007 che ha dato il via ad una serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento in punto di diritto e di fatto, come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18 gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la sua ampia ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano palesemente affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato profilo dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta dalla commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti"; r) non solo: quella relazione contiene dichiarazioni semplicemente dereistiche e si rivela nel merito come non rispondente ad un'analisi fattuale della realta' territoriale: essa infatti ignora del tutto il fatto che il sedime indicato ricade nel cuore dell'area termale del Bulicame e a ridosso di emergenze archelogiche, naturalistiche, scientifiche, culturali, agricole, terapeutiche, economiche ed insediative tali da rendere l'opera ipso facto irrealizzabile; cadendo quindi la validita' di quella relazione, cadono con essa tutti gli atti amministrativi conseguenti, viziati in radice dal vizio dell'atto presupposto e fondativo; s) peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni dei proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale maggior fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente dichiarato di non intendere affatto trasferire la sua attivita' nell'eventuale scalo viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27 aprile 2008 nell'ambito del programma "Report"). * Infine: t) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce della situazione aeroportuale italiana (cfr. la gia' citata inchiesta televisiva della Rai ("Report", 27 aprile 2008); u) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'attuale trend del trasporto aereo internazionale (cfr. ad esempio l'intervento dell'europarlamentare Giulietto Chiesa del primo luglio 2008 che rinvia tra l'altro a un servizio dell'"International Herald Tribune" del 28-29 giugno 2008); v) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'esigenza di ridurre il trasporto aereo per ridurre il surriscaldamento globale del clima (come richiesto dall'Onu, dalla comunita' scientifica internazionale, dagli statisti piu' avvertiti); z) occorre procedere alla riduzione drastica e immediata del trasporto aereo (particolarmente a fini di diporto), come richiesto da interventi di autorevoli personalita' come i premi Nobel Desmond Tutu e Wangari Maathai; e sostenere invece un modello di mobilita' piu' adeguato, sostenibile e democratico. * Signor Presidente della Repubblica, tutto quanto precede, da un anno a questa parte abbiamo piu' volte segnalato ai Ministeri competenti, all'Ente nazionale per l'aviazione civile, al Parlamento europeo ed a quello nazionale, alla Regione Lazio, alla Provincia e al Comune di Viterbo, a molti altri soggetti istituzionali variamente competenti. * Hanno peraltro sostenuto la nostra iniziativa di opposizione al devastante mega-aeroporto molte personalita' illustri come il magistrato Ferdinando Imposimato, la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Stefano Montanari, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Federico Valerio. Altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Nella Ginatempo, Domenico Jervolino, Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria Rivera, Antonella Sapio, Giovanni Scotto, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti Finzi. Scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri. Intellettuali come Maria D'Asaro, Franco Barbero, Eleonora Bellini, Valeria Borgia, Patrizia Caporossi, Augusto Cavadi, Chiara Cavallaro, Giancarla Codrignani, Bruno Dei, Paola Del Zoppo, Francesco De Notaris, Maria G. Di Rienzo, Daniele Gallo, Pupa Garribba, Giorgio Giannini, Federica Giardini, Angela Giuffrida, Fulvio Grimaldi, Letizia Lanza, Elena Liotta, Fiora Luzzatto, Paola Mancinelli, Attilio Mangano, Enzo Mazzi, Sara Michieletto, Elena Monguzzi, Daniela Musumeci, Diana Napoli, Nadia Neri, Helene Paraskeva', Sergio Paronetto, Francesco Pistolato, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti, Tiziana Plebani, Giovanna Providenti, Elio Rindone, Giovanna Rossiello, Anna Saleppichi, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Paola Sessa, Renato Solmi, Giuseppe Tacconi. Personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Normanna Albertini, Giacomo Alessandroni, Alessandro Ambrosin, Roberto Barcaroli, Luciano Benini, Norma Bertullacelli, Carla Biavati, Michele Boato, Liliana Boranga, Franco Borghi, Adriana Bottini, Elena Buccoliero, Paolo Buffoni, Giuseppe Burgio, Elisabetta Caravati, Tiziano Cardosi, Giovanni Colombo, Marinella Correggia, Sergio Dalmasso, Leila Lisa D'Angelo, Riccardo Dello Sbarba, Emilio De Paolis, Gabriele De Veris, Giuliano Falco, Carlo Ferraris, Gianni Ghirga, Agnese Ginocchio, Dario Giocondi, Carlo Gubitosa, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Francesco Lo Cascio, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Maria Antonietta Malleo, Giovanni Mandorino, Nello Margiotta, Carla Mariani, Gian Marco Martignoni, Luca Martinelli, Raffaella Mendolia, Michele Meomartino, Carmine Miccoli, Maddalena Micotti, Mauro Mocci, Luisa Mondo, Adriano Moratto, Fiamma Negrini, Beppe Pavan, Paola Pavese, Strato Petrucci, Enzo Piffer, Luciano Polverari, Anna Puglisi, Piercarlo Racca, Fabio Ragaini, Elio Romano, Carlo Ruta, Silvana Sacchi, Raffaello Saffioti, Luca Salvi, Antonia Sani, Umberto Santino, Giovanni Sarubbi, Eugenio Scardaccione, Anna Schgraffer, Silvano Tartarini, Tiziano Tissino, Amedeo Tosi, Mao Valpiana, Claudio Vedovelli, Marcello Vigli. Il magistrato Gennaro Francione. L'ex-sottosegretario Paolo Cento. I parlamentari europei Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, la gia' citata Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano. I senatori e deputati al parlamento italiano della precedente legislatura Maurizio Acerbo, Angelo Bonelli, Salvatore Bonadonna, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Giovanna Capelli, Anna Donati, Rina Gagliardi, Haidi Giuliani, Salvatore Iacomino, Vladimir Luxuria, Francesco Martone, Lidia Menapace, Maria Cristina Perugia, Paolo Russo, Gianpaolo Silvestri, Massimiliano Smeriglio, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana. I consiglieri regionali del Lazio Roberto Alagna, Enrico Luciani, Ivano Peduzzi, Anna Pizzo. Numerosissime persone del viterbese, tra cui autorevoli figure delle istituzioni e della vita civile. * E sara' opportuno aggiungere che gli stessi sostenitori della nociva e devastante opera hanno dovuto progressivamente sempre piu' esplicitamente ammettere che la loro precedente propaganda era fallace e mistificante, e via via hanno dovuto riconoscere la validita' di quanto da noi rappresentato. * Signor Presidente della Repubblica, giunti a questo punto, ed ormai chiarito inconfutabilmente che l'opera cosi' come prospettata da una propaganda tanto mistificante quanto irresponsabile e' semplicemente nociva, distruttiva, irrealizzabile e fuorilegge, sarebbe ragionevole attendersi che tutte le rappresentanze istituzionali desistano dal continuare a sostenerne la realizzazione; invece purtroppo sembra che alcune figure istituzionali ed alcune cordate affaristiche stiano tuttora operando a favoreggiamento della realizzazione del devastante mega-aeroporto e a danno dei cittadini, a danno dell'ambiente e dei beni pubblici, in violazione delle norme e dei vincoli in vigore. E' perche' la situazione e' questa, che ci siamo determinati a richiedere un suo autorevole intervento affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge. Ovviamente confidiamo che un suo intervento possa essere risolutivo; ma qualora tale intervento non si desse o non sortisse effetto, e si prospettasse la necessita' di richiedere l'ulteriore intervento delle competenti magistrature italiane ed europee in sede amministrativa, civile e penale, ovviamente procederemmo in tal senso, naturalmente richiamando tutto il pregresso ed anche le eventuali resposabilita' - anche per profili omissivi - da parte di vari soggetti istituzionali che fin qui non solo non hanno operato in modo adeguato e corretto ma hanno anche commesso ripetuti atti di cui evidentemente dovranno essere chiamati a rispondere. * Ringraziandola per l'attenzione, e restando a disposizione per ogni ulteriore opportuno chiarimento, ed eleggendo sede presso il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, voglia gradire distinti saluti. La portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta Il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini Viterbo, 4 agosto 2008 9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 147 del 24 dicembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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