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Coi piedi per terra. 141
- Subject: Coi piedi per terra. 141
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 8 Dec 2008 10:45:23 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 141 dell'8 dicembre 2008 In questo numero: 1. Si e' svolta a Viterbo il 4 dicembre un'iniziativa di informazione contro il mega-aeroporto fuorilegge 2. La dottoressa Antonella Litta relatrice al convegno nazionale di Genova dell'International Society of Doctors for the Environment 3. Dodici domande ad Alessandro Pizzi sull'opposizione al nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo 4. Isde di Viterbo: Una lettera al prefetto 5. Angelo Baracca e Giorgio Ferrari: Opporsi al nucleare 6. Marinella Correggia: Opporsi al nucleare 7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INIZIATIVE. SI E' SVOLTA A VITERBO IL 4 DICEMBRE UN'INIZIATIVA DI INFORMAZIONE CONTRO IL MEGA-AEROPORTO FUORILEGGE Promossa dal "Centro di ricerca per la pace", si e' svolta a Viterbo nel pomeriggio di giovedi' 4 dicembre 2008 un'iniziativa di informazione dei cittadini sullo scandalo del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, fuorilegge e insensato. * Il mega-aeroporto devasterebbe la zona termale del Bulicame; provocherebbe gravi danni alla salute e alla qualita' della vita di moltissimi cittadini con l'enorme inquinamento - anche acustico - prodotto; costituirebbe un immenso sperpero di fondi pubblici e danneggerebbe gravemente autentici beni economici e sociali dell'Alto Lazio (ambiente e cultura, termalismo, agricoltura, alta formazione, accoglienza e turismo di qualita' e residenziale) e i legittimi interessi ed i diritti soggettivi dei cittadini che vi risiedono. Il mega-aeroporto e' del tutto privo di fondamentali requisiti stabiliti dalla vigente legislazione italiana ed europea; confligge con le norme di salvaguardia previste dal Piano territoriale paesaggistico regionale; l'iter autorizzativo e' stato proceduralmente scorretto, carente e scandaloso, fondato su dati non veritieri; sussistono precisi elementi che a rigor di legge rendono irrealizzabile l'opera: non ha mai affrontato la procedura di Valutazione d'impatto ambientale, ne' quella di Valutazione ambientale strategica, ne' quella di Valutazione d'impatto sulla salute; inoltre la mole dell'opera richiederebbe l'espletamento di una procedura autorizzativa preliminare da parte dell'Unione Europea, che invece non vi e' mai stata. Gli stessi fautori della dissennata opera hanno dovuto a piu' riprese ammettere che l'opera e' di fatto irrealizzabile alla luce di rilevanti ed ineludibili vigenti disposizioni normative e regolamentari. * Nel corso dell'iniziativa di informazione, svoltasi in viale Trento e in viale Trieste (in cui si trovano stazioni ferroviarie e fermate degli autobus), sono stati diffusi materiali di documentazione prodotti dal movimento che si oppone al mega-aeroporto, e vi e' stata una efficace interlocuzione con cittadini e pendolari. * Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha sottolineato come "il nocivo e distruttivo mega-aeroporto per voli low cost del turismo 'mordi e fuggi' per Roma a Viterbo non puo' essere realizzato. E la lobby che lo ha propagandato fin dall'inizio mentiva sapendo di mentire. Ingannava sapendo di ingannare". "Si e' trattato di una doppia truffa", ha dichiarato Peppe Sini, "una truffa alla popolazione viterbese: ingannata facendole credere che fosse fattibile e addirittura benefica un'opera che invece sarebbe un disastro per la popolazione locale, un'opera nociva e distruttiva, un'opera fuorilegge. E una truffa ancora piu' grave alla popolazione di Ciampino: ingannata facendole credere che solo la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo - realizzazione fraudolentemente spacciata per certa, e addirittura prossima - avrebbe consentito di liberare Ciampino dall'ingente attivita' aeroportuale che la avvelena; propalando questa menzogna si e' evitato di assumere i provvedimenti li' necessari e urgenti: ovvero la drastica e immediata riduzione dei voli a Ciampino, non delocalizzandoli ma abolendoli tout court". "Una doppia truffa", ha concluso il responsabile del centro pacifista (tra gli animatori del movimento che si oppone al mega-aeroporto), "che amministratori irresponsabili e affaristi senza scrupoli stanno cercando tuttora di portare avanti nonostante sia stata ormai smascherata. Una doppia truffa: della quale i responsabili devono essere chiamati a rispondere nelle competenti sedi istituzionali. Una doppia truffa: sulla quale devono intervenire le competenti magistrature". 2. INCONTRI. LA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA RELATRICE AL CONVEGNO NAZIONALE DI GENOVA DELL'INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR THE ENVIRONMENT [Riproponiamo il seguente comunicato del comitato del 6 dicembre 2008 dal titolo completo "La dottoressa Antonella Litta relatrice sull''Impatto sanitario delle strutture aeroportuali' al convegno nazionale di Genova dei Medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia)", gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammlino"] La dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, sara' relatrice al convegno nazionale dell'International Society of Doctors for the Environment che si terra' a Genova l'11 e 12 dicembre 2008. La sua relazione vertera' sul tema dell'"Impatto sanitario delle strutture aeroportuali". * Il prestigioso convegno nazionale delle "Giornate italiane mediche per l'ambiente" sull'inquinamento delle catene alimentari, che si terra' giovedi' 11 e venerdi' 12 dicembre a Genova, costituisce l'appuntamento scientifico di maggior rilevanza promosso dai Medici per l'ambiente nel 2008. * Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. 3. RIFLESSIONE. DODICI DOMANDE AD ALESSANDRO PIZZI SULL'OPPOSIZIONE AL NOCIVO E DISTRUTTIVO MEGA-AEROPORTO A VITERBO [Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questa intervista, gia' apparsa nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio] - "Minime": In questi giorni e' divenuto di conoscenza comune che ai tanti piu' noti ed evidenti si somma un altro insormontabile impedimento alla realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo: la pista e il suo orientamento; cosicche' l'opera si rivela ancora una volta del tutto irrealizzabile e diviene manifesto che la scelta ministeriale del sedime di Viterbo per realizzare il mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma si basava su una grave mistificazione e fin esplicita falsificazione della realta' effettuale. Ancora una volta oggi le istituzioni sono costrette a darvi ragione... - Alessandro Pizzi: La questione della pista e del suo orientamento e' cosa risaputa da tempo, tanto e' vero che noi l'inserimmo nella lettera che inviammo al Presidente della Repubblica il 4 agosto 2008. Stanno emergendo tanti altri impedimenti, ammessi dalle stesse istituzioni: ad esempio il Comune di Viterbo con la delibera n. 92 del 25 luglio 2008, da noi chiamata "delibera della vergogna", e' costretto a chiedere alla Regione Lazio di togliere i vincoli paesistici alla zona interessata dal mega-aeroporto, altrimenti la struttura non puo' essere costruita; altro esempio, i propagandisti del mega-aeroporto sono stati piu' volte costretti ad ammettere l'inadeguatezza dei collegamenti tra Viterbo e Roma. Recentemente sulla stampa locale e' stata pubblicata la notizia che sta per essere ultimata una grande clinica privata poco distante la zona dove dovrebbe essere costruito il mega-aeroporto. Voglio ricordare che Giorgio Bocca su "L'Espresso" di qualche settimana fa riportava la notizia che a suo tempo Berlusconi, per evitare che gli abitanti di Milano 2 subissero il fastidio dovuto al passaggio degli aerei, fece costruire un ospedale. E le rotte aeree furono spostate. * - "Minime": Se dovesse elencare in estrema sintesi i principali motivi per cui il mega-aeroporto non puo' e non deve essere realizzato, quali sarebbero? - Alessandro Pizzi: Primo: danneggerebbe irreversibilmente la zona termale; il Bulicame citato da Dante, che e' l'elemento piu' rappresentativo della nostra provincia. Secondo: l'aeroporto ha un impatto devastante per la salute dei cittadini per l'inquinamento acustico e atmosferico per le polveri sottili, ha un impatto devastante per l'ambiente naturale, nell'ottobre scorso il "Corriere della sera" riportava il fatto allarmante che Malpensa ha inquinato in modo irreversibile un bosco protetto dall'Unesco, in questo bosco ci sono piu' idrocarburi che nei terreni a fianco del casello piu' trafficato dell'autostrada A1. Cinque volte di piu'. Terzo: Occorre diminuire il traffico aereo a partire dagli inutili e dannosi voli low-cost al servizio del turismo "mordi e fuggi", ma non solo: vanno ridotti drasticamente il trasporto di inutili merci, che servono solo al profitto delle multinazionali; vanno ridotti i voli per inutili vertici e convegni. Il trasporto aereo contribuisce in modo significativo al consumo di carburante e al riscaldamento del clima, che rappresenta l'emergenza dei prossimi decenni. Senza un intervento serio e repentino per diminuire drasticamente il consumo di materie prime e le emissioni dei gas che alterano il clima si andra' incontro a veri e propri disastri ambientali e umani. * - "Minime": E quali interventi per una mobilita' compatibile con un modello di sviluppo adeguato per l'Alto Lazio ritiene siano necessari? - Alessandro Pizzi: La mobilita' nella nostra provincia, come del resto in tutta l'Italia, deve basarsi sulla ferrovia. Occorre invertire la politica sin qui seguita della riduzione sistematica del trasporto merci e passeggeri con la ferrovia a favore dei mezzi molto piu' inquinanti come gli aerei, i Tir e le automobili. All'interno del servizio ferroviario andrebbero valorizzate le linee per i preziosi treni locali e regionali al posto delle costosissime e spesso inutili linee ad alta velocita'. E' da ribadire la condanna della scelta scellerata che porto' a sostituire la tratta ferroviaria Civitavecchia-Orte con l'inquinante linea di autocorriere. Sempre a proposito di mobilita', considerato che nella nostra provincia sono in molti ad amare il ciclismo, forse non sarebbe male scegliere la bicicletta per spostarsi in citta' o tra posti vicini, invece dell'inquinante e ingombrante automobile. Il nostro territorio si presta bene, a mio avviso, alla forma di "turismo di vicinato", quello che si puo' fare a piedi con gruppi organizzati lungo strade adatte lontane dalle automobili. In pochi giorni si possono scoprire posti meravigliosi e incontrare la gente del posto con cui scambiare esperienze. Il nostro territorio si presta bene anche a organizzare una resistenza alla crisi attuale e a lanciare un modello di produzione e consumo, a partire dai prodotti agricoli, alternativo a quello attuale distruttivo di risorse e inquinante. Penso alla vendita diretta dei prodotti da parte dei contadini o al fiorire di orti, su terreni privati ma anche pubblici, gestiti da gruppi di famiglie. In questo modo si riducono di molto le emissioni di gas che alterano il clima dovute al trasporto. Se guardiamo da dove provengono certi cibi che compriamo al supermercato ci rendiamo conto della irrazionalita' dell'economia dominante, utile solo al guadagno di pochi. * - "Minime": Il vostro comitato mette sempre in rilievo che l'opposizione al mega-aeroporto non ha solo motivi "locali" ma anche motivi "globali", che si tratta di difendere non solo l'ambiente dell'Alto Lazio, ma la biosfera. Potrebbe sviluppare ancora una volta (lo ha gia' fatto in varie relazioni tenute a convegni di studio) le ragioni complessive di opposizione all'incremento del trasporto aereo, ovvero le ragioni dell'impegno per una sua drastica e immediata riduzione? - Alessandro Pizzi: Perche' il trasporto aereo consuma grandi quantita' di carburante ed emette grandi quantita' di gas ad effetto serra che sono destinate a crescere a tal punto che il presidente dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l'indiano Rajendra Pachauri, durante un incontro dal titolo "Il tuo viaggio e' davvero necessario?", ha lanciato l'appello a ridurre i viaggi aerei, la cui crescita e' una delle principali responsabili del riscaldamento climatico. Sarebbe molto importante usare le riserve di petrolio e gas rimaste per usi necessari, e ad esempio costruire pannelli solari e pale eoliche, e risparmiare tagliando viaggi inutili e trasporto di merci voluttuarie. * - "Minime": Vi sta molto a cuore la situazione di Ciampino, alla cui popolazione avete sempre espresso una forte solidarieta', e con i comitati che lottano per la riduzione dei voli a Ciampino vi siete incontrati, li avete ospitati a Viterbo in un incontro appassionante e fin commovente, avete diffuso nel viterbese i loro materiali di documentazione e riflessione. Come e' nata e come si e' sviluppata questa intensa soldarieta'? - Alessandro Pizzi: Occupandoci di aeroporto ci siamo imbattuti nella denuncia dei comitati di Ciampino, abbiamo letto le loro riflessioni e i loro studi. Abbiamo preso contatti con i due comitati facendo iniziative insieme. Dopo aver conosciuto i dati della catastrofe ambientale di Ciampino e dopo aver conosciuto le storie personali fatte di dolore e malattie causate dall'aeroporto non si puo' che essere solidali con la popolazione di Ciampino. L'aeroporto di Ciampino per voli low-cost doveva essere chiuso da tempo. Comunque va chiuso immediatamente annullando i voli. Non possono essere sacrificate salute e qualita' delle vite umane per l'arricchimento della societa' Adr (Aeroporti di Roma) che gestisce l'aeroporto e per l'arricchimento delle compagnie aeree. Cosa assurda, la societa' Adr dopo aver provocato la catastrofe ambientale e sanitaria di Ciampino e' stata delegata a presentare il progetto di fattibilita' dell'aeroporto di Viterbo. * - "Minime": Il mega-aeroporto, le discariche abusive, il polo energetico, l'Enel che vuole mettere in funzione Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone, il governo che vuol riprendere la follia del nucleare... l'Alto Lazio e' sotto attacco, e' gravemente minacciato da opere nocive e distruttive, da interessi speculativi e criminali. Cosa occorre fare nel viterbese per impedire il disastro? - Alessandro Pizzi: Favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche. In molti paesi della provincia sono nati comitati di lotta, che spesso hanno trovato amministrazioni locali infastidite dalla loro presenza e invece di aprire un confronto hanno preferito mostrare i muscoli e far sentire da che parte sta il potere. Penso soprattutto al movimento "No Coke" di Tarquinia, ma non solo. Ritengo la partecipazione dei cittadini una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per impedire il disastro. * - "Minime": Il vostro comitato ha alcune caratteristiche peculiari che si riconnettono ad alcune tradizioni teoriche e pratiche di grande rilevanza e specificita': le esperienze e le riflessioni della nonviolenza; quel "pensare globalmente, agire localmente" che fu una delle intuizioni piu' acute del movimento ecologista negli anni '70 e '80; la fiducia nell'attivita' di informazione, documentazione e coscientizzazione dei cittadini attraverso un paziente, accurato e prolungato impegno di comunicazione e di ascolto; il sentirsi parte e stimolo di un movimento ampio e plurale, contro ogni tentazione riduzionista o dirigista, valorizzando piuttosto le differenze ed i diversi percorsi in una persuasa adesione al principio responsabilita' e alla democrazia nel suo sviluppo piu' ampio di "potere di tutti" (come amava dire Aldo Capitini); l'interlocuzione costante con le istituzioni anche quando il ceto politico-amministrativo sembra essere sordo, refrattario, distratto, inadeguato, in malafede. Come nascono queste caratteristiche del vostro comitato, e quali risultati vi sembra stia dando il vostro metodo di lavoro? - Alessandro Pizzi: Nel momento in cui la politica viene fatta essenzialmente attraverso la televisione in forme piu' o meno spettacolari, che tendono ad escludere la partecipazione attiva dei cittadini, e nel momento in cui c'e' una presa di coscienza del fatto che ogni nostra azione ha ripercussioni sull'intero pianeta diventa necessario un sforzo per favorire lo sviluppo della democrazia indicato da Aldo Capitini nel senso del "potere di tutti". Il metodo seguito sta dando ottimi risultati, testimoniati dal fatto che non siamo piu' soli ad opporci alla scelta dell'aeroporto. * - "Minime": Lei e' anche un docente, con una lunga esperienza di insegnamento di discipline scientifiche. Cosa sarebbe opportuno fare nelle scuole per educare alla responsabilita', all'impegno civile, al rispetto per la verita', alla solidarieta'? - Alessandro Pizzi: Sono convinto che lo studio costituisca una condizione necessaria per scelte di impegno civile, per il rispetto della verita' e per la solidarieta'. Ho insegnato matematica e fisica, discipline che abituano al rigore logico e che permettono di interpretare la struttura di molti fenomeni della vita, aiutano a capire la questione energetica, a comprendere i problemi dell'inquinamento del pianeta. Ma anche lo studio di queste discipline costituisce una condizione necessaria ma non sufficiente. Il comportamento e l'esempio degli adulti nella scuola e' fondamentale per la formazione dei giovani. Esiste una comunicazione non verbale, che conta piu' delle lezioni: e' il modo di essere di un docente. La scuola dovrebbe mettere in condizione i giovani di studiare e mostrare loro un modello di comportamento basato sul rigore logico e morale. Cosi' i giovani saranno messi in condizione di fare le scelte che riterranno opportune, basate sulla loro esperienza e sulla loro capacita' critica. * - "Minime": Lei e' stato anche un pubblico amministratore assai apprezzato come sindaco di una citta' dell'Alto Lazio. Cosa potrebbero e dovrebbero fare gli enti locali per difendere ambiente, beni comuni, salute e diritti delle persone? - Alessandro Pizzi: Negli ultimi anni ho capito la lezione di Hannah Arendt: si puo' sempre dire un si' o un no. Per difendere ambiente, beni comuni, salute e diritti delle persone, gli enti locali dovrebbero cominciare a dire dei no. Ad esempio: no alla follia del ritorno al nucleare. No all'aeroporto. No alla messa in funzione della centrale di Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone. No alle delibere contro i mendicanti e i rom. No all'uso del territorio per i mega villaggi turistici con annessi campi da golf, che "bevono" acqua quanto un paese di 8.000 persone. * - "Minime": Lei e' molto attento ai piu' drammatici problemi sociali: come insegnante, come pubblico amministratore, come persona impegnata nel volontariato. C'e' un nesso tra le politiche speculative di rapina delle risorse e di devastazione ambientale e le politiche di violazione dei diritti umani e di negazione del diritto all'educazione, alla salute, all'assistenza, alla casa, al lavoro - a una vita degna, per dirlo in una parola -? - Alessandro Pizzi: Il riscaldamento del clima e' causato, come riconosciuto dalla comunita' scientifica, principalmente dall'attivita' umana. Cioe' dal modello di economia dominante, che genera disuguaglianze sempre crescenti. Un recente rapporto dell'Onu (2006) dice che il rapporto tra il reddito del 20% degli abitanti piu' ricchi del pianeta e il 20% piu' povero era nel 1820 di 3 a 1, nel 1960 di 30 a 1 e nel 2001 di 80 a 1. E' evidente che la responsabilita' dei cambiamenti climatici dei vari paesi e' assai diversa, cosi' come e' diversa la responsabilita' dei cittadini (tra i ricchi e i poveri). Penso a quelli africani o dell'America latina o agli occidentali piu' poveri, per questi dovranno essere disponibili quantita' di energia e materia superiori a quelle attuali, e per i cittadini piu' ricchi tale quantita' dovra' essere ridotta drasticamente. Non dobbiamo dimenticare che la poverta' e' causa delle morti dei bambini per fame o denutrizione, piu' di sei milioni all'anno. Gli scienziati sostengono che la produzione di cibo e' sufficiente a soddisfare il bisogno energetico e proteico di tutti gli abitanti del pianeta. Questo concetto lo ribadi' anche Gandhi all'inizio del secolo scorso: "Il nostro pianeta ha risorse sufficienti per soddisfare i bisogni fondamentali di tutti, non l'avidita' di qualcuno". Per procurare maggior denaro e ricchezza a pochi si calpesta il diritto ad una vita dignitosa alla maggioranza dei cittadini del mondo. E' di questi giorni la denuncia dei vescovi congolesi a proposito della guerra nel Kivu, regione della Repubblica Democratica del Congo: e' "una guerra paravento per coprire il saccheggio delle ricchezze minerarie del paese". * - "Minime": Lei e' anche particolarmente attento alle questioni internazionali, al rapporto tra Nord e Sud del mondo, all'impatto che le scelte di politica internazionale e di modello di sviluppo hanno sulle condizioni di vita delle popolazioni del sud del mondo oggi e per le generazioni future domani. Ha anche preso parte anni fa a un'importante iniziativa nonviolenta in una zona della Repubblica democratica del Congo tuttora flagellata dalla guerra: cosa le e' restato di quella esperienza? - Alessandro Pizzi: Mi e' rimasta la convinzione che quel popolo, che vive in un posto, a mio parere, meraviglioso, ha le risorse e la capacita' per risolvere i propri problemi e vivere finalmente una vita dignitosa. A condizione che i Paesi occidentali e le multinazionali la smettano di sfruttare illegalmente le immense risorse minerarie del Congo. * - "Minime": Quali libri suggerirebbe di leggere per primi a un giovane che volesse accostarsi allo studio delle problematiche della salvaguardia dell'ambiente e dell'impegno civile per i diritti umani? - Alessandro Pizzi: Suggerirei i seguenti: George Monbiot, Calore, Longanesi; Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo, Mondadori; Mauro Bonaiuti (a cura di), Obiettivo decrescita, Editrice Missionaria Italiana; Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri; Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli; Alexander Langer, Fare la pace, Cierre edizioni; Aldo Capitini, Il potere di tutti, Guerra Edizioni; Antonino Drago, Le due opzioni, La Meridiana; Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, Bollati Boringhieri. 4. DOCUMENTI. ISDE DI VITERBO: UNA LETTERA AL PREFETTO [Da Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Al Prefetto di Viterbo, e per opportuna conoscenza: al Sindaco del Comune di Caprarola, al Sindaco del Comune di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, all'Assessore all'ambiente della Regione Lazio, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica sezione 4 Vetralla - Asl Viterbo, all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo Oggetto: richiesta d'intervento presso le amministrazioni comunali di Ronciglione e Caprarola perche' sia rispettato l'art. 22 della legge 241/90 e per verificare se siano stati rispettati ed attuati il comma 3 dell'art. 5 e il comma 4 dell'art.10 del DL del 2 febbraio 2001 n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83 CE relativa alla qualita' delle acque destinate a consumo umano". * Egregio Prefetto, nel ringraziarla per la sua costante, attenta e sollecita attenzione alle problematiche dei cittadini e del territorio della nostra provincia, le facciamo ancora presente, in merito alla vicenda della presenza nelle acque del lago di Vico dell'alga Plankthotrix rubescens, che gli acquedotti dei comuni di Ronciglione e Caprarola sono riforniti dalle acque di questo lago, e che soprattutto nel periodo autunnale ed invernale l'alga Plankthotrix rubescens va incontro ad una intensa fioritura con una conseguente maggiore produzione della sua tossina (microcistina) che puo' rappresentare un potenziale rischio per l'ambiente e per la salute delle persone, in particolare per quella dei bambini. La forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari, determinati dalle condizioni del lago, ci ha spinto a richiedere ai Sindaci dei comuni di Ronciglione e Caprarola, le documentazioni relative alla potabilita' e salubrita' delle acque del lago di Vico destinate a consumo umano, ai controlli, alla gestione e al tipo d'impiantistica in uso nei due potabilizzatori comunali nel periodo compreso dal 2003 al 2008, e la documentazione di tutti gli atti posti in essere dalle due amministrazioni, per tutelare la salute dei cittadini dopo le comunicazioni a loro indirizzate dal Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica sezione 4 Vetralla - Asl Viterbo (comunicazioni del 4 gennaio 2008, 26 marzo 2008 e 28 maggio 2008). Le richieste della nostra associazione sono state formulate rispettivamente in data 14 agosto 2008 e 25 novembre 2008 e protocollate presso i competenti uffici dei Comuni di Caprarola e Ronciglione. Le copie fotostatiche di queste richieste, recanti il timbro di protocollo dei rispettivi uffici comunali, e che a tutt'oggi non hanno ricevuto alcuna risposta, sono a sua completa disposizione. * Egregio Prefetto, in considerazione di quanto sopra esposto le chiediamo di intervenire presso le due amministrazioni comunali per tutelare il pieno rispetto dell'articolo art. 22 della legge 241/90 e per verificare se siano stati rispettati ed attuati in modo corretto il comma 3 dell'art. 5 e il comma 4 dell'art. 10 del DL del 2 febbraio 2001 n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83 CE relativa alla qualita' delle acque destinate a consumo umano". Le chiediamo inoltre, per quanto in suo potere, di acquisire tutte le informazioni riguardanti il monitoraggio delle condizioni del lago, della concentrazione della tossina nelle sue acque e in quelle distribuite dagli acquedotti; monitoraggio che in questo periodo dell'anno dovrebbe essere attuato con maggiore frequenza. Le chiediamo anche di farsi promotore della richiesta di un nuovo parere sulle condizioni dell'ecosistema del lago di Vico presso l'Istituto Superiore di Sanita' e l'Universita' della Tuscia poiche' sono stati effettuati ulteriori e piu' recenti studi relativi all'alga Plankthotrix rubescens e alla sua tossicita'. * Certi della sua attenzione, voglia gradire distinti saluti, dottoressa Antonella Litta, referente per la provincia di Viterbo dellAssociazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 5 dicembre 2008 5. ENERGIA. ANGELO BARACCA E GIORGIO FERRARI: OPPORSI AL NUCLEARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 luglio 2008 col titolo "I soliti noti dell'atomo" il sommaro "Nucleare. Il programma di Scajola e la sua impossibilita'. Alcuni buoni motivi per non crederci"] Dietro il maschio decisionismo di Scajola, dietro un esecutivo "in tuta mimetica", il re e' nudo. Sconcerta l'improvvisazione con cui si e' annunciato il programma nucleare, in un contesto normativo e industriale inadeguato a garantire affidabilita' e sicurezza nelle fasi di progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti. Progettazione che non si fara' in Italia, come non la si fece per Trino, Latina, Garigliano e Caorso, ma almeno quel programma ci aveva messo in grado di capire e intervenire sul progetto e di arrivare, dopo 15 anni, alla definizione del Pun (Progetto unificato nucleare). Quanto alla costruzione, il nanismo industriale italiano, che pure non ha impedito lauti profitti a una miriade di piccoli e medi imprenditori, non permette illusioni circa l'affidamento delle commesse nucleari, una volta distrutte o cedute le competenze e le capacita' del settore elettromeccanico nazionale. Restano i soliti noti dell'ingegneria civile: Impregilo (inceneritore di Acerra), Italcementi (cemento fasullo) e le minimizzate capacita' dell'Ansaldo. Quanto all'esercizio, una volta fiore all'occhiello del vecchio Enel pubblico, insieme al personale specializzato sono andati in pensione anche i criteri (e le strutture) che sovrintendevano alla gestione degli impianti nucleari: personale qualificato, ottimizzazione del ciclo del combustibile, gestione delle salvaguardie, quality assurance e altre attivita' tipicamente nucleari che non si improvvisano. Esiziale infine, ai fini della credibilita' del programma, e' l'impreparazione degli addetti a qualsiasi livello, perche' in tutti questi anni le industrie e i governi di ogni colore non hanno speso un soldo nella ricerca e nella formazione, universitaria e non. Come rimediare a queste mancanze? L'organico dell'Enea e' sottodimensionato, e spesso composto di personale con contratti a termine. Anche ammesso che questi deficit strutturali siano colmati con contractor e consulenti stranieri, quale autorita' di sicurezza sara' in grado di portare avanti l'istruttoria necessaria a validare il progetto e a rilasciare la licenza di esercizio per questi impianti? Dal canto suo il governo ha approntato un ddl specifico da cui si evince che: a) i nuovi impianti nucleari possono essere di piu' tipologie; b) la scelta dei siti e i criteri di localizzazione di questi impianti e del deposito nazionale per le scorie sono delegati al governo; c) questi criteri includono quello della sicurezza nazionale; d) l'unico organo abilitato a dirimere le controversie relative a tali impianti e' il Tar del Lazio ed eventuali misure cautelari prese da altra autorita' giudiziaria restano sospese fino a pronuncia dello stesso. Il primo punto lascia intendere che la scelta del tipo di reattore potrebbe non essere unica. Vale a dire che se la Francia e' in pole position per la scelta del reattore Epr (considerati gli stretti legami di Edf con Edison ed Enel e le simpatie per Sarkozy), la piaggeria di Berlusconi verso Bush lascia una porta aperta per l'Ap1000 della Westinghouse, anche se optare per due tipi di impianto a fronte di un programma di sole 5 centrali costituirebbe il massimo dell'inettitudine! Quanto agli altri punti, essi possono essere riassunti con due frasi: militarizzazione del territorio e aggiramento delle norme e procedure sull'informazione e partecipazione dei cittadini alle scelte riguardanti questo tipo di insediamenti. E' bene ricordare che gia' il decreto Scanzano (governo Berlusconi) definiva il deposito nazionale per le scorie "opera di difesa militare" e che il Decreto legislativo del 16 febbraio 2008 (governo Prodi) introduce la possibilita' di escludere da qualunque valutazione ambientale le opere considerate dall'esecutivo di difesa nazionale o su cui venga apposto il segreto di stato. Come fara' poi Scajola a definire entro l'anno le localizzazioni delle centrali nucleari, viste le levate di scudi di molte Regioni, compresa la fedele Lombardia? Qui entra in gioco l'arte del taroccamento: gli impianti da costruire sono cinque come i siti dei vecchi impianti in dismissione (Trino, Caorso, Montalto, Latina, Garigliano). Sovrapponendo le due serie si semplifica l'istruttoria per la scelta del sito e si evita in teoria il prevedibile contenzioso con le popolazioni perche' i siti sono gia' licenziati, e il decommissioning delle vecchie istallazioni, almeno per le parti strutturali. Tre di questi siti (Garigliano, Trino e Caorso) sono su due fiumi: il Garigliano di portata modesta, e il Po che gia' non dispone di acqua a sufficienza per gli impianti termici esistenti lungo il suo corso: figurarsi per due nucleari da 1300-1600 Mw che richiedono dai 1800 ai 4300 mc/minuto ciascuno (30.000-72.000 litri/secondo). Si deve quindi ricorrere a torri di raffreddamento, strutture di cemento armato alte 200 metri e altrettanto larghe alla base che, oltre a far lievitare i costi di impianto del 30-40% e a ridurne l'efficienza, immettono in atmosfera milioni di tonnellate di vapore acqueo, riscaldando l'aria. Resta da spiegare la vocazione nucleare di Confindustria. Intanto va rimarcato che le grosse utilities elettriche (Enel ed Edison) siedono ai vertici della struttura presieduta da Marcegaglia, la cui impresa di famiglia completa con A2A il tiro a quattro di tutta l'operazione. Si tratta di incamerare gli aiuti di stato senza i quali non si avvia nessun cantiere, aiuti che - sull'esempio degli Usa - potranno consistere in agevolazioni tariffarie per i primi anni di esercizio (un CIP 6 nucleare); garanzie sovrane, cioe' dello stato, su finanziamenti e assicurazione; erogazioni a fondo perduto. Il tutto da compensare redistribuendo le voci "nucleari" gia' presenti nelle tariffe elettriche e valutabili intorno ai 0,6-0,7 cent/Kwh, cioe' per un gettito annuo di oltre 2 miliardi di euro. Sara' cosi' decisivo il ruolo dell'Enel che deve ripianare un indebitamento esorbitante, causato da disinvolte acquisizioni all'estero, specie in Slovacchia dove si sta rivelando disastroso l'acquisto delle centrali nucleari della societa' Slovenske Elektrarne. Uno scenario inquietante dunque, dove non sara' facile mettere tutti d'accordo, e dove nemmeno si puo' escludere che il programma abortisca dopo il primo impianto addossandone la colpa ad altri, cosa che e' nello stile di Berlusconi. Una ragione in piu' per rovesciare, insieme alla scelta nucleare, il liberismo imperante anche a sinistra e riproporre la socializzazione di risorse primarie come l'acqua e l'energia. * Postilla. Alcune chiarificazioni su Italia e Francia Due luoghi comuni sostengono che importiamo energia perche' non abbiamo centrali a sufficienza, e la importiamo dalla Francia perche' ha le centrali nucleari. La potenza installata in Italia nel 2006 era di 89.800 Mw, a fronte di una domanda di picco di 55.600 Mw, con un margine teorico di sovrapotenza di oltre 34.000 Mw (il 38%, il piu' alto d'Europa) ma con un grado di utilizzo degli impianti inferiore al 50%. Abbiamo peraltro le tariffe piu' alte d'Europa: 74,75 Ä/Mwh (media annuale 2006), tra 17 e 26 Ä /Mwh superiori alla media europea (ma fino a 40 Ä/Mwh nelle ore di picco). Non e' dunque la mancanza di centrali, ma l'alto costo del Kwh italiano la causa delle importazioni di energia. Questo alto costo viene attribuito al fatto che non abbiamo il nucleare, mentre le tariffe sono piu' basse in Francia, che produce il 78% dell'energia elettrica dal nucleare. A parte che dalla Francia importiamo il 6,4% (su un totale del 15,4%) del nostro fabbisogno, nessuno rileva che le tariffe francesi sono simili a quelle di Germania e Inghilterra, e addirittura superiori a quelle della Spagna (19%). Inoltre, il sistema francese e' troppo rigido per seguire le variazioni giornaliere del fabbisogno, perche' le centrali nucleari hanno pochissima modulazione, per cui nelle 24 ore generano energia in sovrappiu' che deve essere esportata (anche sottocosto) per non dovere fermare gli impianti. Ma questa rigidita' costringe la Francia ad importare energia nelle ore di punta con costi elevatissimi. 6. ENERGIA. MARINELLA CORREGGIA: OPPORSI AL NUCLEARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 dicembre 2008 col titolo "L'ultima del governo"] C'e' un giacimento pulito a cui attingere tutti - individui, comunita', nazioni, mondo - per ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra. Si chiama risparmio energetico. In Italia e' boicottato in molti modi e ultimamente dall'art. 29 del decreto legge 185 del governo, che rende piu' difficile l'accesso agli sgravi fiscali per chi investe sulla riduzione dei consumi degli edifici. Invece certe energie alternative al petrolio non sono affatto neutre per il clima. Se si tiene conto di tutta la filiera, anche la rischiosissima energia nucleare come fonte di energia elettrica porta con se' un bel corredo di emissioni di anidride carbonica - il principale gas serra. Benjamin Sovacool, ricercatore dell'Universita' di Singapore, ha studiato con cura 103 ricerche - realizzate dal settore pubblico e recenti - sul ciclo di vita dell'energia nucleare (Energy Policy 38/2008). Ha dovuto metterne da parte oltre l'80% per debolezza metodologica. Conclusione? Per le 19 ricerche valide, un kilowattora di energia elettrica prodotto con il nucleare comporta l'emissione in media di 66 grammi di anidride carbonica, a causa dell'uso di energia fossile nella filiera. Il 38% delle emissioni e' imputabile all'estrazione e lavorazione dell'uranio; lo smantellamento delle centrali a fine vita incide per il 18%, la loro attivita' per il 17%, lo stoccaggio delle scorie per il 15% e infine la loro costruzione il 12% (per le centrali che durano 40 anni). Certamente le centrali a carbone, petrolio o gas emettono fino a 15 volte piu' CO2: da 443 grammi a 1.050 per kWh. Ma il ciclo di vita del combustibile nucleare puo' arrivare in certi casi fino a 288 grammi di CO2 per kWh, cioe' i due terzi di una centrale a gas con buon rendimento. In effetti entrano in gioco molti fattori, ad esempio la distanza fra miniere e centrali, la qualita' del combustibile, il tipo di generatore, la durata delle centrali. Ma soprattutto, per Sovacool, non c'e' confronto con le rinnovabili. Considerando anche qui l'intero ciclo di vita, dall'estrazione delle componenti allo smaltimento finale, qui le emissioni di CO2 sono molto inferiori a quelle del nucleare: da 29 a 35 grammi di CO2 per kWh prodotto con il fotovoltaico, ad esempio. Di fronte alla sordita' governativa e' importante che gli enti locali raccolgano l'appello a un nuovo movimento di "comuni denuclearizzati". In Sardegna pochi giorni fa ha detto no al nucleare, all'unanimita', il consiglio comunale di Gonnesa, provincia di Carbonia-Iglesias. Spiega il sindaco Pietro Cocco: "Quando il governo ha deciso di individuare i siti in cui realizzare 8 centrali nucleari, Gonnesa ha immediatamente voluto manifestare la sua netta contrarieta' dichiarandosi indisponibile ad accogliere nel suo territorio sia le centrali che le scorie, anche quelle provenienti dalle centrali chiuse a seguito del referendum del 1987". Va detto che l'area del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e' disseminata di siti minerari, luoghi che potrebbero essere ritenuti ideali per fare stoccaggio. Il comune di Gonnesa, sindaco, giunta e consiglio comunale, lanciano un appello alla Regione Sardegna perche' si dichiari tutta denuclearizzata e a Comuni, Province, Regioni e associazioni "contro questa scelta pericolosissima e scellerata per il nostro paese, anche perche' le gia' insufficienti risorse economiche stabilite per investire sulle fonti rinnovabili sarebbero dirottate verso il nucleare". Il decreto legge 185 lo dimostra. E per indicare le alternative, Gonnesa sta autorizzando un parco fotovoltaico e riflettendo sull'eolico (tenendo conto del paesaggio). 7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 141 dell'8 dicembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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