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Coi piedi per terra. 138
- Subject: Coi piedi per terra. 138
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 26 Nov 2008 09:40:19 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 138 del 26 novembre 2008 In questo numero: 1. Associazione "Respirare": Ai convegnisti che si riuniscono oggi a Viterbo 2. Osvaldo Ercoli: Le forti ragioni della nostra opposizione al mega-aeroporto a Viterbo 3. Antonella Litta: L'impatto del trasporto aereo sulla salute 4. Marinella Correggia: Prevenire i rifiuti 5. Marina Forti: L'Artico si scioglie 6. Maria Luisa Boccia, Grazia Zuffa: La dignita' della persona e l'aggressivita' delle tecnologie 7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": AI CONVEGNISTI CHE SI RIUNISCONO OGGI A VITERBO [Riportiamo il seguente appello diffuso dall'Associazione "Respirare" il 25 novembre 2008, dal titolo completo "Ai convegnisti che si riuniscono oggi a Viterbo nel 'VI forum internazionale dell'informazione per la salvaguardia della natura'". "Respirare" e' un'associazione viterbese per la promozione dell'azione legale, istituzionale e della societa' civile, finalizzata ad impedire il disastro ambientale e sanitario che sarebbe provocato dall'entrata in funzione della centrale a carbone di Tor Valdaliga Nord a Civitavecchia. L'associazione "Respirare" e' stata promossa dalla sezione di Viterbo dell'"Associazione medici per l'ambiente (Isde - Italia)" e dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo] Egregi signori, partecipando oggi e nei prossimi giorni al "VI forum internazionale dell'informazione per la salvaguardia della natura" che si tiene a Viterbo vorremmo che coglieste l'occasione anche per prender coscienza di tre vicende che minacciano questo territorio. La prima: la minaccia dell'avvio di una centrale a carbone a Tor Valdaliga Nord, a Civitavecchia, che avra' ricadute catastrofiche per l'ambiente, per la salute e per l'economia del nostro territorio. La seconda: la minaccia di nuovamente realizzare a Montalto di Castro una centrale nucleare, dopo che la volonta' popolare espressasi in un referendum nel 1987 sanci' la cessazione della follia atomica in Italia. La terza: la minaccia di realizzare a Viterbo un nocivo e distruttivo mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente l'area termale del Bulicame di enorme rilevanza naturalistica, storica, culturale, terapeutica ed economica, e provocherebbe disastrose conseguenze per la salute e il benessere dei cittadini. Vi preghiamo di voler essere attenti a queste tre gravi minacce, e di volervi associare ai cittadini, ai movimenti e agli illustri scienziati che sono impegnati contro la centrale a carbone di Tor Valdaliga Nord, contro la dissennata ripresa del nucleare, contro il mega-aeroporto che devasterebbe ambiente e salute. Un cordiale saluto, L'associazione "Respirare" Viterbo, 25 novembre 2008 2. RIFLESSIONE. OSVALDO ERCOLI: LE FORTI RAGIONI DELLA NOSTRA OPPOSIZIONE AL MEGA-AEROPORTO A VITERBO [Ringraziamo Osvaldo Ercoli (per contatti: osvaldo.ercoli at fastwebnet.it) per questo intervento. Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo] La costruzione di un mega-aeroporto con 10 o addirittura 20 milioni di passeggeri all'anno, come dovrebbe essere quello di Viterbo nelle dichiarazioni dei suoi propagandisti, non e' una bazzecola; e pertanto non puo' essere decisa come fosse una gita fuori porta, enfatizzandola e promettendola con superficialita' preoccupante, costringendoci a sperare che questa superficialita' sia dovuta solo a innocente carenza di conoscenze tecniche e assoluta ignoranza dell'impatto sul territorio. La costruzione di un mega-aeroporto da 10 o addirittura 20 milioni di passeggeri all'anno modifica profondamente la fisionomia del territorio in tutti i suoi aspetti piu' caratteristici e sensibili per la salute, l'ambiente e lo sviluppo. Ovviamente noi non vogliamo abolire il traffico aereo, come non vogliamo abolire macchine e strade, strumenti con i quali dobbiamo convivere; ma vogliamo che questi strumenti siano usati con razionalita' e consapevolezza, e non in modo dissennato a fini di mero profitto per alcuni e provocando gravi danni per tutti. Il traffico aereo che noi vogliamo sia ridotto e' una delle fonti di inquinamento atmosferico di entita' rilevante, inquinamento dovuto ad emissioni di anidride carbonica e polveri sottili, che contribuiscono in ingente misura sia all'effetto serra devastante per la salute del pianeta ed i cui effetti negativi colpiranno senza distinzione alcuna tutti gli esseri umani, sia all'insorgere di pericolose malattie. La costruzione del mega-aeroporto comporta inevitabilmente una enorme emorragia di denaro pubblico, denaro che si potrebbe invece utilizzare per le necessita' piu' urgenti ed inderogabili della popolazione tutta, e non solamente per soddisfare gli interessi di pochi. In particolare, la costruzione del mega-aeroporto di Viterbo sarebbe una calamita' ambientale per il territorio circostante l'area aeroportuale: per le colate indiscriminate di cemento per i vari servizi e infrastrutture, e per gli inquinamenti vari, un danno irreversibile che si infliggerebbe alla zona delle sorgenti del Bulicame che sono la naturale e potenziale ricchezza di Viterbo. Il denaro pubblico dovrebbe essere finalizzato e speso tenendo conto delle vere priorita': e per Viterbo nell'ambito della mobilita' e' indiscutibile la priorita' dei collegamenti via terra per Roma, in particolare su ferrovia, anche per alleviare i pesanti disagi dei numerosi pendolari. * Noi del "comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti" siamo persone che considerano il nostro pianeta un mondo non infinito ma finito, e le risorse della terra ugualmente non infinite ma finite: andrebbero quindi usate con estrema parsimonia ed oculatezza, in modo che tutti gli abitanti del mondo ne possano godere in pari misura. Siamo quelli che vorrebbero lasciare ai propri figli, ai propri nipoti, all'umanita' da venire una terra ancora vivibile. Siamo quelli che si rendono conto che le risorse che depauperiamo giornalmente sono il frutto di milioni di anni di lavoro della natura e che difficilmente potremo di nuovo ripristinarle. Siamo quelli che prima di abbracciare l'ipotesi di un progetto siamo usi analizzarne la realta' e le conseguenze, e porre sull'altro piatto della bilancia le ferite inferte dalla realizzazione del progetto all'unico mondo che abbiamo, e poi consapevolmente prendere una decisione: nel caso del mega-aeroporto a Viterbo e' del tutto evidente che provocherebbe un grave danno all'ambiente e alla salute, al territorio e ai cittadini, ai diritti di tutti e al pubblico bene. 3. RIFLESSIONE. ANTONELLA LITTA: L'IMPATTO DEL TRASPORTO AEREO SULLA SALUTE [Anticipiamo una sintesi della relazione della dottoressa Antonella Litta che verra' presentata al convegno sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini", che si svolgera' a Marino (Roma) il 29 novembre 2008, sintesi gia' apparsa nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Il problema Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche "mordi e fuggi". Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall'intera umanita' in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del pianeta. Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un minimo dal 3% al 10% - contribuendo cosi' in maniera decisiva all'effetto serra e all'inquinamento dell'aria. Le persone che vivono in prossimita' di scali aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento dell'aria anche quello acustico ed elettromagnetico. Secondo le stime di Eurocontrol, l'organizzazione cui partecipano 38 Stati europei e il cui scopo principale e' di sviluppare e mantenere un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo, il numero dei voli nell'Unione Europea raddoppiera' nel 2020 rispetto al 2003 e cosi' l'entita' delle emissioni nocive da trasporto aereo. Il trasporto aereo si configura cosi' sempre piu' come un rilevante elemento d'inquinamento ambientale e di danno alla salute. Diverse sono le problematiche ambientali e sanitarie legate a questo particolare tipo di mobilita'. Nella presente relazione saranno esaminate le tematiche sanitarie ed ambientali legate alle emissioni prodotte dai motori degli aerei, l'inquinamento acustico ed elettromagnetico subito dai residenti in aree prossime agli aeroporti. * Le emissioni dei motori degli aerei Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con cherosene (una miscela composta da diversi tipi di idrocarburi), sono simili per composizione a quelle generate dalla combustione di altri carburanti fossili ma contribuiscono fortemente all'effetto serra perche' sono rilasciate direttamente nell'atmosfera: nella parte piu' alta della troposfera e in quella piu' bassa della stratosfera e per questo sono ancora piu' dannose. Queste emissioni, costituite da gas e polveri, alterano la concentrazione dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono (O3) e il metano (CH4); innescano la formazione di scie di condensazione e aumentano gli addensamenti di nubi contribuendo fortemente anche in questa maniera al surriscaldamento climatico. Il particolato (PM) derivato dalle emissioni dei motori gioca un ruolo sempre piu' importante nel dibattito sul danno da trasporto aereo all'ambiente, agli ecosistemi e alla salute delle persone, soprattutto di quelle che vivono in aree prossime agli aeroporti: infatti il quantitativo maggiore di particolato viene prodotto proprio nelle fasi di decollo ed atterraggio, e anche dall'attrito delle gomme e dei freni degli aerei nella fase di atterraggio. * L'inquinamento acustico Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte all'inquinamento acustico generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli aerei, e dal connesso traffico veicolare. Il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, insonnia e disturbi delle fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema endocrino, del sistema digestivo e dell'udito e' elevatissimo come ormai noto da moltissimo tempo e dimostrato scientificamente. Ben documentati anche i disturbi dell'apprendimento in studenti che frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento acustico. * L'inquinamento elettromagnetico I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici utilizzati per i controlli di sicurezza producono inquinamento elettromagnetico e i lavoratori e i residenti in aree prossime agli aeroporti possono essere esposti ad effetti di sommazione di campi elettromagnetici provenienti da piu' fonti: antenne di telefonia, cavi elettrici ad alta tensione, linee elettriche delle ferrovie etc. Questo particolare tipo di inquinamento, soprattutto quello legato alla presenza degli aeroporti, e' sicuramente il meno studiato e se ne sa ancora poco. * La difesa del diritto alla salute Lorenzo Tomatis, gia' direttore dello Iarc e presidente dell'Associazione italiana medici per l'ambiente Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) affermava: "tutti gli esseri umani sono responsabili dell'ambiente, e i medici lo sono due volte". Lorenzo Tomatis era un medico, scienziato e scrittore ma soprattutto un uomo giusto ed onesto. Un personaggio scomodo perche' capace di dire la verita' in ogni circostanza. Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua lunga attivita' di ricerca che la maggior parte delle malattie deriva dall'interazione tra fenomeni di inquinamento ambientale e genetica umana. Questa certezza e consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo Codice di deontologia medica che all'articolo 5 afferma: "Il medico e' tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini... Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva". Quindi i medici sono chiamati ad un ruolo di responsabilita' nella tutela e salvaguardia dell'ambiente proprio come primo intervento per la difesa della salute di tutte le persone. Il trasporto aereo rappresenta inconfutabilmente un fattore di rischio e danno alla salute e all'ambiente, e pertanto deve essere costantemente studiato, monitorato nei suoi effetti e soggetto a programmi e politiche di contenimento e riduzione. 4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: PREVENIRE I RIFIUTI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 novembre 2008 col titolo "Meno di 100 kg". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] Se ne parla tanto. Eppure i rifiuti urbani continuano ad aumentare. Forse perche' si insiste di piu' sulla necessita' di riciclarli che su quella di non farli, e sul come. In Europa la media annua pro capite di Rsu (rifiuti solidi urbani) e' di 600 kg (negli Usa 750); in Italia siamo poco sotto, e significa che ogni italiano allontana da se' in media circa 1,4 kg di scarti al giorno. Ancora nel 1980 eravamo a 0,6; eppure non stiamo certo meglio di allora. E' certo importante se poi i rifiuti sono raccolti in modo differenziato e avviati al riciclaggio (e questo in molte zone d'Italia e' fatto poco e male). Ma la chiave del cambiamento e' la riduzione a monte, la prima R, eppure la cenerentola nei comportamenti individuali e nelle pratiche collettive. Prevenire i rifiuti significa ridurre l'uso delle risorse e dell'energia necessari nell'estrazione delle materie prime, nella loro lavorazione e nel trasporto dei materiali. Per non dire della riduzione (quasi la prevenzione) delle discariche e degli inceneritori. Correndo una non difficile gara di civilta' l'Europa come l'Italia potrebbero quasi azzerare l'immondizia, o quantomeno arrivare a "meno di 100 kg di rifiuti all'anno per abitante". Cosi' si chiama appunto una campagna promossa in Europa dall'Acr+ (Associazione citta' e regioni per una gestione sostenibile delle risorse e il loro ririclaggio), e in Italia dalle Agende 21, dall'Unesco, dall'Associazione Comuni virtuosi e da altri. Tutti possiamo partecipare, mettendo in pratica e diffondendo i consigli per individui, gruppi e istituzioni locali contenuti in un utile pieghevole scaricabile (su carta riciclata!) dal sito delle agende 21: www.a21italy/cerr_08/cerr_pieghevole.pdf * Spunti per l'impegno individuale Limitare gli usa e getta (lamette, macchinette fotografiche, piatti e bicchieri di plastica, pile) sostituendoli con i loro equivalenti durevoli e riutilizzabili. Selezionare gli acquisti per ridurre quelli troppi imballati stile matrioska. Acquistare alla spina detersivi e altro. Usare l'acqua del rubinetto - evviva brocche, thermos e borracce. Preferire le confezioni famiglia a quelle monodose. Acquistare ortufrutta fresca e sfusa, se possibile locale (al mercato si puo' chiedere la pesa senza sacchetti e mettere tutto in sporta). Far la spesa muniti di borse di stoffa (rifiutando alla cassa sacchettini e sacchettini). Fare il compostaggio anche domestico se si ha un giardino, convertendo i rifiuti organici in terra fertile. Usare per i pupi i pannolini lavabili. Regalare o scambiare i vestiti e i giochi. Combattere lo spreco della carta (rifiutando la pubblicita' postale cosi' come inserti e gadget in edicola). * Spunti per l'impegno a scuola, in ufficio, con gli amici Chiedere cibi sfusi e piatti di ceramica e vetro nelle mense. Prevedere punti di erogazione dell'acqua di rubinetto. Programmare fronte retro computer e stampanti. Regalare tazzine e bicchieri, borracce e buste di tela. * Spunti per le richieste a istituzioni locali Inserire il tema nella fiscalita' a livello di produzione, distribuzione e consumo. Promuovere la vendita di prodotti in confezioni cauzionate o di prodotti sfusi. Vietare il volantinaggio a perdere. Nelle gare di appalto per scuole e uffici pubblici porre il rifiuto degli usa e getta nella fornitura delle mense. Promuovere l'uso di pannolini lavabili per i neonati. Sostenere le associazioni attive nel riuso e recupero e le iniziative per lo scambio dell'usato. Incentivare i gruppi d'acquisto e/o i produttori locali (spesa a km zero e possibilmente a zero rifiuti). * Come si vede, anche partendo dal rifiuto del rifiuto si cambiano le regole del sistema di produzione e consumo. 5. MONDO. MARINA FORTI: L'ARTICO SI SCIOGLIE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 agosto 2008 col titolo "Meltdown nell'Artico". Marina Forti, giornalista e saggista particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, dei diritti umani, del sud del mondo, della globalizzazione, scrive per il quotidiano "Il manifesto" acuti articoli e reportages sui temi dell'ecologia globale e delle lotte delle persone e dei popoli del sud del mondo per sopravvivere e far sopravvivere il mondo e l'umanita' intera. Opere di Marina Forti: La signora di Narmada. Le lotte degli sfollati ambientali nel Sud del mondo, Feltrinelli, Milano 2004] L'ultima tempesta sul mare di Beaufort in Alaska, la settimana scorsa, e' stata fatale per l'oceano Artico: pare infatti che abbia portato grandi masse di aria tiepida sul polo nord, accelerando in modo drastico lo scioglimento della calotta di ghiaccio polare. "Pensavamo che la copertura di ghiaccio dell'Artico avrebbe recuperato, dopo lo scioglimento record dell'estate 2007. E le cose non andavano male fino al mese scorso", dice Mark Serreze, del National Snow and Ice Data Centre di Boulder in Colorado - il centro Usa specializzato nello studio di nevi e ghiacci - al quotidiano britannico "The Guardian" (11 agosto). Poi pero' quelle tempeste hanno cambiato la situazione, spiega: nell'estate 2007 si e' sciolto oltre un milione di chilometri quadrati di ghiaccio artico, piu' che in tutto gli anni precedenti. Quest'estate rischia di essere ancora peggio - anche se per dirlo bisogna aspettare fino a meta' settembre, momento di massimo scioglimento del ghiaccio polare prima che l'inverno raffreddi la situazione. Sapere quale estate sia la peggiore e in fondo una pura curiosita'. il punto e' che anno dopo anno i ghiacci del polo nord si sciolgono, e tutto questo avviene molto piu' in fretta di quanto fosse possibile prevedere anche solo dieci anni fa ("la calotta di ghiaccio scompare dall'Artico molto piu' in fretta di quanto noi riusciamo a sviluppare modelli di computer per calcolarlo", dice Serreze). Quando gli studi sul clima muovevano i primi passi si pensava che la copertura estiva sull'artico sarebbe svanita intorno al 2070, ma poi ogni anno le previsioni sono state riviste al ribasso: ora al centro di ricerche americano dicono che nel giro di 5 anni, gia' nell'estate 2013, il polo nord potrebbe essere completamente libero da ghiaccio. E' una prostettiva disastrosa, anche se ormai molto realistica. In primo luogo, perche' la scomparsa del ghiaccio artico e' un segnale del cambiamento del clima su tutto il pianeta - e dice che sta andando molto piu' in fretta di quanto si pensi. Disastrose sono tutte le conseguenze, meteorologiche e ambientali. Senza l'effetto "frigorifero" della regione artica, il clima dell'emisfero nord del pianeta sara' stravolto. Senza l'effetto-specchio della superfice di ghiaccio le radiazioni solari sono assorbite dal mare, invece di tornare indietro nell'atmosfera, e questo riscaldera' il pianeta ancora piu' in fretta. Non piu' protette dal ghiaccio, le coste affacciate sul mare artico sono piu' esposte all'erosione delle onde e delle tempeste (gli effetti sono gia' visibili in Alaska). Il ghiaccio disciolto intanto alza il livello degli oceani, mettendo in pericolo le regioni piu' basse sui mari (si pensi al Bangladesh o alle piccole isole del Pacifico). Senza contare che la fauna dell'Artico e' direttamente minacciata - come l'orso polare che si procura cibo cacciando tra i ghiacci. C'e' un solo effetto positivo, se cosi' si vuol dire, in questo disastro: ora sara' piu' facile "mappare" l'oceano Artico. Proprio oggi da Barrow, in Alaska, parte una missione della Guardia costiera Usa e dell'Universita' del New Hampshire, per raccogliere dati per una mappa tridimensionale dell'oceano. E' la quarta estate consecutiva che gli Stati Uniti raccolgono dati nell'Artico. Cosi' fanno i britannici e anche i russi, che l'anno scorso hanno piantato la loro bandiera sul fondale del polo nord. Tutti vogliono ridefinire le piattaforme continentali di rispettiva competenza, tutti parlano di (vere o presunte) risorse energetiche, petrolio, gas. Una grande corsa al polo. 6. RIFLESSIONE. MARIA LUISA BOCCIA, GRAZIA ZUFFA: LA DIGNITA' DELLA PERSONA E L'AGGRESSIVITA' DELLE TECNOLOGIE [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul quotidiano "Liberazione" del 18 novembre 2008 col titolo "Eluana, ne' con te, ne' contro di te. Ma insieme a te, alla tua liberta'". Maria Luisa Boccia, nata il 20 giugno 1945 a Roma, dove vive, e' stata senatrice della Repubblica. Dal 1974 lavora all'Universita' di Siena, e vi insegna filosofia politica. Dagli anni '60 ha preso parte alla vita politica del Pci e dei movimenti, avendo la sua prima importante esperienza nel '68. Deve alla famiglia materna la sua formazione politica comunista, e al padre, magistrato e liberale, la sua formazione civile, l'attenzione per l'esistenza e la liberta' di ciascun essere umano. Ad orientare la sua vita, la sua mente, le sue esperienze, politiche e umane, e' stato il femminismo. In particolare e' stato il femminismo a motivare e nutrire l'interesse alla filosofia. La sua pratica tra donne, cominciata nel 1974 a Firenze con il collettivo "Rosa", occupa tuttora il posto centrale nelle sue attivita', nei suoi pensieri, nei suoi rapporti. Ha dato vita negli anni a riviste di donne - "Memoria", "Orsaminore", "Reti" - e a diverse esperienze di gruppi, dei femminili tra i quali ricordare, oltre al suo primo collettivo, dove iniziano alcune delle relazioni femminili piu' profonde e durevoli, "Primo, la liberta'", attivo negli anni della "svolta" dal Pci al Pds; "Koan", con alcune allieve dell'universita'; "Balena", nato dal rifiuto della guerra umanitaria in Kosovo e tuttora felicemente attivo. E' stata giornalista, oltre che docente, partecipa dagli anni '70 alle attivita' del Centro per la riforma dello Stato, ha fatto parte della direzione del Pci, poi del Pds, ed ha concluso questa esperienza politica nel 1996. Vive da molti anni con Marcello Argilli, scrittore per l'infanzia, e non ha figli. Ha scritto articoli, saggi, ed elaborato moltissimi interventi, solo in parte pubblicati, per convegni, incontri, iniziative. Tra i suoi scritti recenti: Percorsi del femminismo, in "Critica marxista" n. 3, 1981; Aborto, pensando l'esperienza, in Coordinamento nazionale donne per i consultori, Storie, menti e sentimenti di donne di fronte all'aborto, Roma 1990; L'io in rivolta. Vissuto e pensiero di Carla Lonzi, La Tartaruga, Milano 1990; con Grazia Zuffa, l'eclissi della madre. Fecondazione artificiale, tecniche, fantasie, norme, Pratiche, Milano 1998; La sinistra e la guerra, in "Parolechiave" nn. 20/21, 1999; Creature di sabbia. Corpi mutanti nello scenario tecnologico, in "Iride" n. 31, 2000; L'eredita' simbolica, in Rossana Rossanda (a cura di), Il manifesto comunista centocinquanta anni dopo, Manifestolibri, Roma 2002; Miracolo della liberta', declino della politica. Rileggendo Hannah Arendt e Simone Weil, in Ida Dominijanni (a cura di), Motivi di liberta', Angeli, Miano 2001; La differenza politica. Donne e cittadinanza, Il Saggiatore, Milano 2002. Grazia Zuffa fa parte del Comitato nazionale di bioetica, psicologa, senatrice per due legislature, nel 1990 presento' un disegno di legge sulle tecnologie della riproduzione artificiale; si occupa da anni di teoria e politica femminista, con particolar riguardo ai temi della sessualita' e della procreazione; direttrice del mensile "Fuoriluogo", autrice di molti saggi, ha collaborato tra l'altro a: Il tempo della maternita', 1993; Franca Pizzini, Lia Lombardi (a cura di), Madre provetta, Angeli, Milano 1994; con Maria Luisa Boccia ha scritto L'eclissi della madre, Pratiche, Milano 1998] "Chiedo silenzio e rispetto. Chiedo che la vicenda di Eluana ritorni nella sfera privata": sono parole di Beppino Englaro dopo che la sentenza della Cassazione ha ribadito, in modo definitivo, la fondatezza della sua richiesta di sospendere i trattamenti che Eluana non avrebbe voluto. E' un richiamo al rispetto della singolarita' e della liberta' di Eluana. Ma e' proprio su questo nocciolo della vicenda umana, che lo scontro politico non pare destinato ad acquietarsi. Anzi, i toni si inaspriscono. Sono in molti a parlare di "eutanasia", perfino di "assassinio". Fisichella, presidente della Pontificia accademia della vita, definisce Eluana "una ragazza mandata a morte" a mo' di schiaffo sulla guancia degli infedeli. Sono parole gravi, tese a colpire innanzitutto le persone piu' vicine ad Eluana, che piu' soffrono ed hanno sofferto per il suo stato, in questi lunghi 16 anni. Chi le pronuncia come anatema vuole produrre una rottura insanabile. Tra chi e' "a favore" e chi e' "contro" Eluana. Giustamente Beppino Englaro aveva gia' chiarito che i giudici non si sono pronunciati ne' "a favore" ne' "contro" Eluana, ma insieme con lei. "Insieme con lei", perche' hanno affermato che nessuno puo' disporre di Eluana e del suo corpo diversamente da come lei stessa avrebbe scelto. Hanno cioe' riconosciuto la liberta' di Eluana - sua e non di altri - di definire la propria dignita' di persona, secondo il suo modo singolare, privato o meglio soggettivo, di pensare e di sentire. Nel volume Eluana. La liberta' e la vita, Beppino Englaro scrive che la figlia considerava certe forme di sopravvivenza forzata "inaccettabili, umilianti e inutili". Che non sopportava l'idea di un corpo inerte ed incosciente, costretto a subire continue manipolazioni e violazioni della propria intimita'. Ma - non esita a riconoscere - "le sue considerazioni sulla vita e sulla morte rispecchiavano cio' che lei desiderava per se stessa", senza negare altre convinzioni. Per alcuni/e la "dignita' della persona" e' legata ad un vissuto di coscienza e relazione col mondo; per altri/e e' degna la vita biologica in se stessa. Quale che sia il modo di intenderla, va rispettato e riconosciuto. Questo ha detto la Corte di Cassazione gia' con la sentenza di luglio. E' un principio costituzionale, laico e democratico, nel quale la soggettivita' di ognuno/a trova un suo spazio. Ma e' proprio qui il cuore dello scontro, etico e politico. Per alcuni/alcune il rispetto della "dignita' della persona" non puo' prescindere dalle convinzioni e dai sentimenti degli uomini e delle donne, in carne ed ossa. Per altri/e la "dignita'" della vita si pone, o meglio deve porsi, al di sopra del singolo essere umano. Per il credente e' Dio a disporre della vita e della morte, del loro valore e del loro significato. Tradotta in norma etica assoluta, da far valere verso tutti e tutte, indipendentemente dalle loro credenze, la tutela della "Vita" astratta si presenta come potere di limitare la liberta' dei soggetti. Da qui l'appello alla legge dello Stato. Una legge che deve incardinarsi su una sola concezione etica. Se ieri si riteneva piu' efficace praticare l'ostracismo sul testamento biologico, bollato come anticamera dell'eutanasia, la legge e' invocata dopo la sentenza della Corte. Per chiudere lo spazio che ha aperto. Tenuto conto dei rapporti di forza in Parlamento si punta a limitare drasticamente sia la possibilita' di decidere quali terapie rifiutare, sia tempi e modi della dichiarazione di volonta'. Si preferisce affidarsi al potere medico, lasciando alla sua discrezionalita' la decisione, anche contro la volonta' del paziente. (Si leggano in proposito le postille di alcuni componenti del comitato di bioetica al documento "Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico"). Rinunciando ad ogni cautela, ad ogni problematicita' sul ricorso alle macchine. E sul potere tecnologico, spesso invasivo, che per loro tramite si esercita sulle vite. Piergiorgio Welby e' stato bollato come peccatore, privato del funerale religioso, perche' non sopportava piu' la prigionia dolorosa della macchina che respirava artificialmente in sua vece. Se vogliamo capire perche' il conflitto fra liberta' e paternalismo autoritario, in se' non nuovo, e' giunto a toni di non ritorno, bisogna nominare il convitato di pietra che pochi, troppo pochi, chiamano in causa, ovvero le tecnologie. Strumenti sempre piu' sofisticati strappano alla morte, consegnando le persone ad uno stato artificiale, sospeso tra la vita e la morte. Difficile da riconoscere perche' e' molto lontano dall'esperienza umana di vita (e di morte). E di conseguenza, anche dalle parole che le hanno dato valore e significato. Solo di recente l'uno e l'altro si sono racchiusi nella vita biologica. Ma e' proprio questa riduzione della vita al biologico che contrasta con l'esperienza ed il sapere della vita umana, sedimentati nel tempo. Lo stato attuale di Eluana - scrive con chiarezza Umberto Veronesi - e' "una nuova condizione di vegetante, creata come esito non voluto delle metodiche di rianimazione e di terapie intensive" ("La Repubblica", 14 novembre '08). "Ho promosso una campagna per il testamento biologico - prosegue - per dare, a chi lo desidera, la possibilita' di rifiutare una vita artificiale". E' una ammissione importante dei limiti della nuova medicina e degli scenari inquietanti che apre nel rapporto fra natura e artificio, rendendo piu' incerto il confine fra vita e morte. Questa incertezza e' proprio cio' che inquieta. Inquieta tutti, naturalmente, non solo chi propugna un'idea di Vita, come antitesi alla Morte. Anzi. Aggrapparsi alla Vita astratta e' un modo per esorcizzare l'inquietudine. Affermare con toni sempre piu' estremi che la Vita e' "data", al di fuori dell'esperienza concreta del vivente, permette infatti di non pensare a quella insostenibile confusione di confini. Anche l'appello alla legge ha la funzione, pratica e simbolica, di sollevarci dall'onere di pensare le inedite condizioni di vita e di morte che le tecnologie producono. Tutto sarebbe risolto una volta che e' sancito, per legge. Questa funzione e' tanto piu' evidente, dopo le sentenze della Corte e del Tribunale di Milano. Grazie alle quali dovrebbe essere evidente che non vi e' "vuoto di diritto". Tutto il contrario, vi e' un pieno di diritto, del quale il Parlamento non puo' non tener conto. Se non vi fosse, non vi sarebbe stato modo di pronunciarsi sul merito del caso specifico Englaro; ma, soprattutto, non sulla sua stessa ammissibilita' giuridica. Le due sentenze della Corte dicono con chiarezza che vi sono norme che consentono di valutare nel merito, caso per caso, le situazioni di malati terminali, o di stati vegetativi, o di altro tipo di intervento medico-tecnologico. Ed indicano un preciso orientamento, quello del rispetto della volonta' della persona. In definitiva la scelta e' nelle mani di ognuno/a di noi. Nessuna legge dovrebbe discostarsi da questo principio. Perche' e' garantito dalla Costituzione. Ma e' molto improbabile che questo avvenga. In questo Parlamento, e nel contesto attuale di scontro, creato dai crociati della "Vita". A cosa serve allora una legge? A mettere in scena il conflitto etico-politico? Ad affermare chi ha il potere di riconoscere o negare, o limitare l'autonomia soggettiva? A dare con l'ennesima legge-manifesto una finta risposta alle inquietudini di tenti e tante? Perche' l'autonomia suscita timori, anche comprensibili. Invece di alimentarli con fantasmi di omicidi e altri orrori, andrebbe favorita la presa di coscienza nello spazio pubblico. Accogliamo la richiesta di silenzio e rispetto di Beppino Englaro. Sarebbe un segno di civilta' consentire, da qui in avanti, che questa concreta vicenda torni alla sfera privata. Mantenendo pero' vivo il seme che ha gettato nella sfera pubblica. Perche' invece che sulla legge, non concentriamo la discussione pubblica sugli scenari inediti di scelta che ci propongono le tecnologie? Un modo concreto per farlo, sarebbe quello di lanciare una campagna per le "dichiarazioni di volonta' anticipata". Confrontandoci tra donne ed uomini con idee ed esperienze differenti, sulla domanda se vorremmo o no sottoscriverle. Nella consapevolezza che, si arrivi o no ad una legge, buona o cattiva che sia, quale uso faremo delle tecnologie, del loro potere sulla vita e sulla morte, dipendera' dalla coscienza singolare e collettiva. C'e' da creare sedi ed occasioni per pensare, per creare senso condiviso. Merita farlo, piuttosto che affidarsi al potere legislativo ed al confronto in Parlamento sulla legge. 7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 138 del 26 novembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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