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Coi piedi per terra. 137
- Subject: Coi piedi per terra. 137
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 24 Nov 2008 11:11:02 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 137 del 24 novembre 2008 In questo numero: 1. A Viterbo contro il mega-aeroporto fuorilegge e insensato 2. Antonella Litta relatrice a due convegni a Marino e a Genova 3. Peppe Sini: L'imbroglio del mega-aeroporto a Viterbo. Ora intervenga la magistratura 4. Luca Bellincioni: L'apocalisse della Tuscia 5. Alessandro Pizzi: Otto argomenti contro il ritorno al nucleare 6. Marinella Correggia: Acqua 7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INIZIATIVE. A VITERBO CONTRO IL MEGA-AEROPORTO FUORILEGGE E INSENSATO Si e' svolta a Viterbo nel pomeriggio del 21 ottobre 2008 un'iniziativa di informazione dei cittadini promossa dal "Centro di ricerca per la pace". La struttura ecopacifista viterbese ha diffuso materiali informativi denunciando come il mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma che una lobby politico-affaristica vorrebbe realizzare a Viterbo sia non solo nocivo e distruttivo, ma anche fuorilegge e insensato. * Il mega-aeroporto e' un'opera nociva e distruttiva, fuorilegge e insensata: perche' devasterebbe la zona termale del Bulicame; provocherebbe gravi danni alla salute e alla qualita' della vita di moltissimi cittadini con l'inquinamento - anche acustico - prodotto; perche' costituirebbe un immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera che danneggia gravemente autentici beni economici e sociali dell'Alto Lazio (ambiente e cultura, termalismo, agricoltura, alta formazione, accoglienza e turismo di qualita' e residenziale) e i legittimi interessi ed i diritti soggettivi dei cittadini che vi risiedono. * Il mega-aeroporto e' un'opera nociva e distruttiva, fuorilegge e insensata: perche' e' del tutto priva di fondamentali requisiti stabiliti dalla vigente legislazione italiana ed europea; perche' confligge con le norme di salvaguardia previste dal Piano territoriale paesaggistico regionale; perche' l'iter autorizzativo sin qui seguito e' stato proceduralmente scorretto, carente e per alcuni aspetti fin scandaloso; perche' sussistono precisi elementi che a rigor di legge rendono irrealizzabile l'opera. Opera che non ha mai affrontato la procedura di Valutazione d'impatto ambientale, ne' quella di Valutazione ambientale strategica, ne' quella di Valutazione d'impatto sulla salute. E non solo: la mole dell'opera richiederebbe l'espletamento di una procedura autorizzativa preliminare da parte dell'Unione Europea, che invece non vi e' mai stata. E ancora: gli stessi fautori della dissennata opera hanno dovuto a piu' riprese ammettere che l'opera e' di fatto irrealizzabile alla luce di rilevanti ed ineludibili vigenti disposizioni normative e regolamentari. * Tutti i cittadini raggiunti dall'iniziativa di informazione odierna hanno espresso piena condivisione delle analisi formulate dal movimento che si oppone al mega-aeroporto e si impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Soltanto una ristretta cricca di speculatori, di devastatori, di irresponsabili, e con essa un numero sempre piu' ridotto di persone ingannate e ignare delle reali conseguenze dell'opera, continua a voler realizzare questo mega-aeroporto nocivo e distruttivo, fuorilegge e insensato. La gran parte della popolazione di Viterbo e dell'Alto Lazio, con tutta evidenza, appena e' adeguatamente informata della realta' effettuale, si oppone con decisione alla "ciampinizzazione" di Viterbo, ovvero all'enorme danno ambientale, sanitario ed economico che questa ennesima gravosissima servitu' speculativa provocherebbe al territorio e alle persone che qui vivono. 2. INCONTRI. ANTONELLA LITTA RELATRICE A DUE CONVEGNI A MARINO E A GENOVA [Riproponiamo il seguente comunicato dal titolo completo "La dottoressa Antonella Litta relatrice a due convegni a Marino e a Genova sull'impatto sanitario delle strutture aeroportuali", gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] La dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, sara' nelle prossime settimane relatrice a due convegni di studio a Marino (Roma) e a Genova. * A Marino - comune che subisce direttamente il grave impatto dell'aeroporto di Ciampino, con cui il suo territorio confina - sara' relatrice alla tavola rotonda sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini", che si svolgera' sabato 29 novembre 2008, dalle ore 16 alle ore 19, presso il salone parrocchiale della parrocchia "Nativita' della beata vergine Maria" in via Gramsci 1, a Santa Maria delle Mole. * A Genova sara' relatrice al prestigioso convegno nazionale delle "Giornate italiane mediche per l'ambiente" sull'inquinamento delle catene alimentari, che si terra' giovedi' 11 e venerdi' 12 dicembre 2008. * Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. 3. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: L'IMBROGLIO DEL MEGA-AEROPORTO A VITERBO. ORA INTERVENGA LA MAGISTRATURA [Riproponiamo questo intervento gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Vi sono messeri e consorterie che da anni cercano di imporre un nocivo e distruttivo mega-aeroporto alla citta' di Viterbo, e di far ingoiare ai cittadini la sesquipedale bugia che realizzare un mega-aeroporto nel cuore dell'area termale di immenso valore naturalistico, storico e sociale del Bulicame, e a un tiro di schioppo da popolosi quartieri densamente abitati, sia cosa buona e giusta, quando invece e' evidente che si tratta di un crimine: un crimine ambientale, un crimine contro la salute e la sicurezza dei cittadini, un'operazione devastatrice e speculativa che viola leggi e diritti, un pasticciaccio brutto tanto illecito quanto folle. * Quegli stessi messeri e consorterie da qualche mese in qua sono via via costretti a confessare che mentivano sapendo di mentire, che ingannavano sapendo di ingannare, che imbrogliavano sapendo di imbrogliare. Dopo aver per anni giurato e spergiurato che tutto era in regola, che tutto era per il meglio, fino a inventare formule come "aeroporto a impatto zero" e via improvvisando in un'apoteosi di propaganda sempre piu' allucinatoria o dadaista, di fronte a precise contestazioni lorsignori sono stati costretti passo dopo passo a confessare una magagna dopo l'altra. * Ad esempio: il Consiglio comunale di Viterbo e' costretto a confessare che il mega-aeroporto viola il Piano territoriale paesaggistico regionale e le relative norme di salvaguardia ambientale. Ad esempio: il vicepresidente della Regione e' costretto a confessare che il mega-aeroporto impatta su un'emergenza archeologica. Ad esempio: tutte le istituzioni sono costrette a confessare che non e' mai stata effettuata alcuna valutazione d'impatto ambientale. Ad esempio: il presidente dell'Enac e' costretto a confessare che la situazione reale delle infrastrutture di collegamento tra Viterbo e Roma rende impossibile la realizzazione dell'opera. Ad esempio: sempre l'Enac e il Comune sono costretti a confessare che la pista del sedime viterbese e il suo stesso orientamento rendono irrealizzabile il mega-aeroporto. Ad esempio: centri studi pur interni alla lobby aeronautica sono costretti a confessare che le procedure decisionali sin qui seguite sono state irregolari e illecite. E si potrebbe continuare. * Ed ancora non sono stati evidenziati i problemi maggiori e decisivi: - il danno all'area termale del Bulicame; - il danno all'orto botanico ed alle attivita' di ricerca scientifica dell'Universita'; - il danno alle culture agricole pregiate insistenti nell'area piu' prossima al sedime aeroportuale; - il danno alla salute dei cittadini che subiranno un massiccio inquinamento chimico ed acustico; - il danno all'economia locale che vedra' devastati fondamentali beni naturali, culturali, agricoli, terapeutici, sociali, termali, turistici, e che vedra' deprezzato il valore di immobili ed esercizi ed avvelenato il territorio. E si potrebbe continuare. * Per non dire del colossale scellerato sperpero del pubblico denaro. Per non dire dei pericoli di infiltrazione di poteri criminali, gia' da piu' parti autorevolmente denunciati. Per non dire della flagrante violazione delle vigenti norme europee ed italiane in materia di difesa dell'ambiente, di tutela della salute, di protezione del territorio e dei suoi beni, di garanzia dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi delle comunita' locali e dei singoli cittadini. Per non dire che con l'imbroglio di Viterbo si e' continuato ad ingannare e opprimere la popolazione di Ciampino facendo credere che i voli che soffocano e avvelenano quella citta' sarebbero stati spostati su Viterbo, mentre questo non e' avvenuto e non avverra': per la cittadinanza di Ciampino occorre ridurre subito e drasticamente i voli semplicemente abolendo quelli di troppo, non mantenerli criminalmente con promesse bugiarde di impossibili trasferimenti altrove. Per non dire che il dissennato incremento del trasporto aereo contribuisce in ingente misura a provocare il surriscaldamento del clima, la principale emergenza ambientale globale; e tanto la comunita' scientifica internazionale quanto le istituzioni e gli statisti piu' avvertiti chiedono di procedere verso una immediata e drastica riduzione delle emissioni inquinanti con quel che ne consegue. E si potrebbe continuare. * Tutto e' ormai cosi' chiaro che solo degli irresponsabili - o peggio - potrebbero continuare ad insistere nel proporre la realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo. Ma i messeri e le consorterie che con tanta protervia un anno fa vollero condannare Viterbo ad essere la vittima designata del devastante mega-aeroporto per i voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non demordono. I nuovi attila sono stati smascherati, sono stati costretti a confessare, ma ancora persistono nella loro sciagurata intenzione. * Occorre quindi continuare a resistere per difendere la nostra terra e i nostri diritti, per difendere l'ambiente, la salute, la legalita', il bene comune. Con la forza della verita', con la forza della democrazia, con la forza della legalita'. * Ed occorre anche porre una richiesta precisa: che le competenti istituzioni di controllo, e particolarmente le magistrature penali, civili ed amministrative per quanto rispettivamente di competenza, intervengano. Intervengano le competenti magistrature sui molti profili di irregolarita' ed illiceita' da piu' parti denunciati. Intervengano le competenti magistrature per impedire che si proceda a scempi irreversibili, ma anche per accertare e punire quanto di irregolare e di illecito sia gia' stato fatto in flagrante violazione delle norme vigenti e dei criteri di condotta ammessi dall'ordinamento. Aver ingannato i cittadini, aver svolto una propaganda mistificante e menzognera, aver variamente occultato conoscenze fattuali decisive, aver sperperato soldi pubblici per manipolare l'opinione pubblica, aver tentato di realizzare operazioni ed opere palesemente inique, devastanti e nocive, ebbene, sono tutti fatti assai gravi, di cui in uno stato di diritto i messeri e le consorterie che se ne sono resi responsabili devono rispondere dinanzi alle istituzioni competenti, dinanzi alle competenti magistrature. 4. RIFLESSIONE. LUCA BELLINCIONI: L'APOCALISSE DELLA TUSCIA [Ringraziamo Luca Bellincioni (per contatti: lucabellincioni at interfree.it) per questo intervento dal titolo "Il terzo aeroporto a Viterbo, ossia l'apocalisse della Tuscia" Luca Bellincioni e' nato a Roma il 13 ottobre 1977 e risiede ad Aprilia (Lt); dopo la laurea in Lettere - conseguita con una tesi in Storia dell'Europa - ha collaborato con il Dipartimento di Storia moderna e contemporanea della Facolta' di Lettere dell'íUniversita' "La Sapienza" di Roma ad un'edizione critica dei maggiori documenti federalisti ed europeisti della Resistenza italiana; e' autore di numerosi articoli e saggi brevi; escursionista e fotoamatore, sensibile alle tematiche dell'ambiente e del paesaggio, e' segretario dell'Associazione culturale onlus "Oreas" (finalizzata alla promozione del turismo ambientale ed ecosostenibile nel Lazio), della quale cura gran parte dei progetti nonche' l'archivio fotografico] Tempo fa, la notizia che il terzo scalo aeroportuale del Lazio sara' a Viterbo, ha suscitato un tripudio nelle "poltrone" del viterbese, lasciando pero' assi perplessa una grande fetta della societa' che credeva (e crede tuttora) nella Tuscia come in un territorio ove davvero poter sperimentare il concetto (tanto sbandierato a destra e manca) di "sviluppo sostenibile". Molti infatti sono i dubbi - o meglio, le certezze - circa l'impatto ambientale e paesaggistico che avra' la gigantesca opera: ad esempio, contando la vicinanza dell'area dell'aeroporto con il Bulicame e con tutta la zona termale, con lo splendido sito archeologico di Castel d'Asso, e, non ultima, con la stessa magnifica Tuscania (oggi uno dei centri piu' visitati del viterbese), la quale vedra' svanire i propri secolari silenzi maremmani dal sibilare continuo ed incombente degli aeroplani. Un aspetto peraltro, quest'ultimo, da non sottovalutare (ed invece sinora sottovalutato), poiche' l'inquinamento acustico e visivo determinato dal "vai e vieni" degli aerei pesera' su un'area assai piu' vasta di quella dell'aeroporto: anzi, pensando alle rotte che i velivoli effettueranno, praticamente tutto il territorio della Tuscia sara' invaso dal traffico aereo con un risultato disastroso per la quiete, prima proverbiale, delle terre degli antichi etruschi ma anche per la qualita' stessa dell'aria. Alcune zone come la bassa Tuscia, pensiamo ai monti della Tolfa e della Valle del Biedano - che gia' risentono degli scali civili e militari del litorale - vedranno i propri cieli solcati in continuazione dagli aerei, in stridente contraddizione con la loro qualita' (che andrebbe invece assolutamente salvaguardata e valorizzata turisticamente) di aree naturali ancora selvagge. Del resto, sappiamo tutti che il terzo scalo a Viterbo servira' per portare ulteriori turisti in Toscana, in Umbria e soprattutto a Roma, favorendo quindi non il territorio della Tuscia ma aree che oggi gia' possiedono enormi flussi turistici, che vedranno cosi' ulteriormente incrementati. Insomma una vera e propria nuova (l'ennesima) servitu'. Dopo le centrali di Civitavecchia e di Montalto con i grandi elettrodotti che squarciano la Maremma viterbese, dopo i folli progetti di impianti eolici e di centrali a biomasse nelle zone piu' intatte e pregiate della Provincia, veniamo dunque anche a questa faraonica idiozia dell'aeroporto, idea sostenuta chiaramente da chi non ha alcun amore per questa terra ma solo ed esclusivamente interessi (direttamente o indirettamente) personali, oppure da chi sia semplicemente legato ad un'ideologia di sviluppo vecchia, sorpassata e anche un po' demenziale, basata sulla trasformazione totale e completa del territorio, con la sua conseguente perdita di identita' e di specificita': un processo che applicato alla Tuscia alla lunga la porterebbe a divenire una sorta di gigantesco dormitorio sia della vicina metropoli romana sia del grande distretto industriale che verrebbe inevitabilmente a realizzarsi a Viterbo e nelle zone limitrofe, a causa delle nuove imponenti infrastrutture. Un progetto, in definitiva, che suona come l'ennesima e ultradecennale conferma dell'incapacita' della classe politica della Tuscia di saper valorizzare adeguatamente questo territorio e di dargli un indirizzo ben preciso ed il piu' possibile condiviso. L'aeroporto apporterebbe infatti gravissimi danni all'immagine turistica del territorio tutto, gia' d'altro canto interessato, negli ultimi anni, da inquietanti fenomeni di degrado come l'incontrollato proliferare di piccoli insediamenti produttivi sparsi in aree ambientali di pregio, con grande erosione delle risorse paesaggistiche della provincia. Una volta realizzato l'aeroporto, d'altronde, ci si troverebbe di fronte il problema dei trasporti che come sappiamo sono piuttosto scadenti tra Viterbo e Roma ma anche tra Viterbo e Siena e Perugia: cosi' si darebbe il via ad altri progetti altrettanto faraonici di autostrade e superstrade finora falliti non solo per mancanza di fondi ma anche per l'evidente vocazione agro-pastorale e turistica della Tuscia. Del resto, chi di buon senso oserebbe dire che la Cassia fra Montefiascone e Siena, ad esempio, abbisognerebbe di un allargamento, visto che il territorio interessato da quella tratta - essendo oggi a vocazione agricola e turistica e privo di grossi agglomerati urbani - non ha alcun problema di traffico per sua stessa natura? O, oggi come oggi, chi potrebbe dire che l'Aurelia Bis non basta per i collegamenti fra Viterbo e Civitavecchia, se - per la stessa natura agreste del territorio splendidamente "deserto" che quella strada attraversa - ci passano piu' trattori che automobili? Ed inoltre, come si potrebbe conciliare la tutela di beni archeologici e paesaggistici sparsi ovunque nella Tuscia con la creazione di nuove infrastrutture in funzione dell'aeroporto? Di cio' ancora non si parla, ma chi e' lungimirante, e vede purtroppo nella storia il ripetersi sempre degli stessi fatti, non puo' non vedere chiaro che la creazione dell'aeroporto costera' una trasformazione totale dell'assetto territoriale della provincia. Di questo passo addio alla Tuscia, ossia a cio' che noi oggi conosciamo come "Tuscia", vale a dire un'area agricola e naturale di eccezionale pregio, caratterizzata da una straordinaria armonia fra beni archeologici e paesaggistici, e che proprio su queste risorse, in quanto oggi divenute assai rare in molte parti d'Italia, dovrebbe poggiare il proprio futuro, tramite seri progetti per la conservazione del territorio e del paesaggio storico (ad esempio tramite l'istituzione di un vasto parco nazionale) e nuove (e veramente "europee") strategie di promozione e valorizzazione delle proprie bellezze (in tal senso va segnalato il progetto presentato dagli uffici provinciali, dell'inserimento dell'Alta Tuscia fra i siti Unesco e nella rete dei geoparchi d'Europa). Ed invece gli amministratori locali, servi di pochi avidi speculatori, stanno svendendo la Tuscia ad un concetto di progresso cieco, demente e cancrenoso, e che quindi "progresso" niente affatto e', ma pura barbarie e violenza contro un bene che ci e' stato generosamente tramandato dai nostri saggi antenati e che purtroppo una volta distrutto non sara' piu' riproducibile: il territorio. 5. RIFLESSIONE. ALESSANDRO PIZZI: OTTO ARGOMENTI CONTRO IL RITORNO AL NUCLEARE [Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questo intervento, gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino". Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio] Il nucleare non serve a risolvere il problema energetico. Una petizione popolare indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio, lanciata ai primi di settembre dall'associazione "Per il bene comune" ha per titolo: "Non abbiamo bisogno del nucleare". Trovo molto appropriato il titolo e del tutto condivisibile il contenuto della petizione. Per chi volesse firmare l'appello l'indirizzo e': http://petizione.perilbenecomune.org/ Per giustificare la scelta nucleare viene messa in atto una vera campagna di disinformazione. * 1. Chi vuole il nucleare afferma che l'energia prodotta ha costi bassi e favorisce l'indipendenza energetica. Non e' vero che il nucleare ci libera dalla dipendenza dall'estero, tanto e' vero che l'uranio, l'Italia dovrebbe importarlo. L'uranio non e' inesauribile e ha un costo che da 2001 al 2007 e' moltiplicato per dieci. Studi come "The economic future of nuclear power" condotto dall'Universita' di Chicago nell'agosto 2004 per conto del Dipartimento dell'energia statunitense sui costi del nucleare confrontati con quelli relativi alla produzione termoelettrica da gas naturale e carbone, o "The future of nuclearpower" pubblicato nel 2003 dal Massachusetts Institute of Technology, dimostrano come i costi del nucleare sono maggiori rispetto a quelli relativi alla produzione termoelettrica da gas naturale e carbone. Secondo una stima del dipartimento dell'energia degli Usa i costi dell'elettricita' da nuovi impianti in funzione al 2015 e al 2030 sono: Carbone 56,1 dollari per MWh al 2015 e 53,7 al 2030; Gas 55,2 dollari per MWh al 2015 e 57,2 al 2030; Eolico 68,0 dollari per MWh al 2015 e 67,9 al 2030; Nucleare 63,3 dollari per MWh al 2015 e 58,8 al 2030 (fonte: Eia/Doe 2007 Annual Forecast - valori espressi in dollari del 2005 per MWh. Inoltre e' da tenere presente che per gli impianti nucleari negli Usa e' previsto un sussidio di 18 dollari al MWh. Tra costo industriale e sussidio il costo raggiunge circa gli 80 dollari al MWh). Non c'e' da stupirsi se l'Enel e Edison si dichiarano pronti a coprire il 15-20% del fabbisogno elettrico al 2030 con 10-15 centrali. Piu' la bolletta e' alta, piu' si consuma, piu' guadagnano. * 2. Altra menzogna e' raccontata a proposito del risparmio sull'emissione di gas ad effetto serra come l'anidride carbonica. Non si dice che gli impianti nucleari richiedono enormi quantita' di acciaio speciale, zirconio e cemento, materiali che per la loro produzione richiedono carbone e petrolio. Anche le altre fasi della filiera nucleare, dall'estrazione del minerale d'uranio, alla produzione delle barre di combustibile, fino al loro stoccaggio e riprocessamento fanno si' che le emissioni indirette della produzione di un kWh da energia nucleare e' comparabile con quella del kWh prodotto in una centrale a gas. * 3. I fautori del nucleare affermano che oggi le centrali sono piu' sicure. Con la tecnologia oggi disponibile rimangono irrisolti tutti i problemi di sicurezza e dello smaltimento delle scorie. Da mettere in evidenza le conseguenze sulla salute dei cittadini per la fuoriuscita dalle centrali anche di piccole dosi di radioattivita'. La ricerca sui reattori sicuri "Generation IV" promossa dagli Stati Uniti insieme ad altre nazioni, a cui si e' aggiunta anche l'Italia, sui reattori raffreddati ad acqua o a gas e su quelli a spettro veloce, si e' posta l'obiettivo di pervenire entro il 2030 a un prototipo di reattore, quindi siamo lontani dall'oggi. Per quello che riguarda lo smaltimento delle scorie radioattive, ricordo che secondo l'inventario dell'Apat (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici) in Italia c'e' una montagna di rifiuti altamente radioattivi: circa 25.000 m3 di rifiuti, 250 tonnellate di combustibile irraggiato - pari al 99% della radioattivita' presente nel nostro Paese -, a cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 80-90.000 m3 di rifiuti che deriverebbero dallo smantellamento delle quattro centrali e degli impianti del ciclo del combustibile, che aspettano ancora un sito sicuro per lo smaltimento. * 4. Centrali e bombe nucleari sono strettamente connesse. La relazione tra il nucleare civile e quello militare e' strettissima, tanto e' vero che, ad esempio, all'Iran gli Usa vogliono proibire la costruzione di centrali nucleari con l'accusa che utilizzerebbe parte della filiera per la costruzione di bombe atomiche. * 5. La propaganda menzognera afferma che il nucleare serve per risolvere il problema energetico. Il nucleare produce solo energia elettrica. Anche se il Governo fosse in grado di costruire le centrali nucleari necessarie a coprire il 25% del fabbisogno di energia elettrica, come recentemente sostenuto dal Ministro Scajola, darebbe un modesto contributo al bilancio energetico nazionale. Infatti in Italia secondo i dati del Bilancio energetico nazionale del Ministero dello Sviluppo Economico e una elaborazione dell'Enea sui consumi finali per il 2007 l'elettricita' rappresenta solo il 18%, contro il 48% di petrolio, il 29% di gas e il 5% di carbone, cosi' distribuiti per settori: Trasporti: 97% petrolio, 1% gas, 2% elettricita'; Industria: 19% petrolio, 40% gas, 12% carbone, 29% elettricita'; Residenziale e Terziario: 11% petrolio, 55% gas, 4% carbone, 30% elettricita'. Quindi con il nucleare si andrebbe a coprire con l'ipotesi Enel tra il 2,5% e il 3,6% di tutti i consumi finali, e secondo Scajola il 4,5% di tutti i consumi finali. Questo sarebbe il contributo del nucleare al problema energetico nazionale. Inoltre gli ingenti investimenti per il nucleare toglierebbe risorse per lo sviluppo delle energie rinnovabili. La petizione popolare, ricordata all'inizio, riporta che in Italia basterebbe che venisse coperto di pannelli fotovoltaici solo lo 0,4% delle superfici costruite per soddisfare l'intero fabbisogno nazionale di energia elettrica. Ma c'e' una risorsa ancora piu' importante a mio parere, quella chiamata efficienza energetica negli usi finali dell'energia elettrica. Uno studio, commissionato da Greenpeace, dal titolo "La rivoluzione dell'efficienza", fatto dal Gruppo di ricerca sull'efficienza negli usi finali dell'energia del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano, dimostra che il risparmio di energia elettrica va ben oltre il 20% previsto dal Piano d'azione per l'efficienza energetica della Commissione Europea con conseguente diminuzione delle emissioni di CO2. Va ricordato che L'Unione Europea recentemente ha dato il via libera al piano sul clima, denominato "20-20-20". Cioe' il raggiungimento del 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili, il miglioramento del 20% dell'efficienza e un taglio del 20% nelle emissioni di anidride carbonica. Traguardi da raggiungere in tutta Europa entro la data del 2020 (per quanto riguarda l'Italia, dovra' tagliare il 13% di emissioni di C02 nei settori non inclusi nel sistema di scambio di emissioni (Ets) e dovra' aumentare del 17% i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005). Lo studio sopra richiamato ha preso in considerazione i settori Residenziale, Terziario commerciale, Terziario pubblico e Industriale con interventi riguardanti gli usi finali per illuminazione, per i motori elettrici, per gli elettrodomestici e, inoltre, per la riduzione del consumo dovuto allo stato di Stand-by e per consumi a vuoto (per esempio un impianto di illuminazione o ventilazione in funzione fuori dalle ore di uso di un ufficio; nastri trasportatori, macchinari, aria compressa in funzione senza utilizzo nell'industria), per l'aumento dell'efficienza di treni e tram, per la produzione di acqua calda sanitaria con solare termico, per le lavatrici e lavastoviglie con alimentazione di acqua calda prodotta esternamente, per esempio collegandole all'impianto a gas per l'acqua calda o meglio ancora all'impianto di pannelli solari termici escludendo la resistenza elettrica e per interventi sull'involucro edilizio per il raffrescamento passivo a basso consumo. "Il Rapporto ci presenta una buona notizia. Esiste in Italia un potenziale di efficienza ampiamente ottenibile entro il 2020 e superiore al 20% che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti. E' possibile tagliare 50 milioni di tonnellate di CO2 rispetto allo scenario tendenziale con un vantaggio economico per la societa' e aumentando l'occupazione". Cosi' si esprime lo studio del Politecnico di Milano. * 6. Investimenti e fonti energetiche rinnovabili. Per ottenere il risparmio di energia elettrica e per la diffusione delle energie rinnovabili e' necessaria una volonta' politica per un consistente investimento. Investimento che, come ampiamente dimostrato dal rapporto "La rivoluzione dell'efficienza", ha un ritorno benefico sull'ambiente (significativa diminuzione delle emissioni di CO2) e sull'economia in termini di occupazione e risparmio. Il gruppo di ricerca afferma: "Nel complesso per raccogliere il potenziale economicamente conveniente occorrerebbero investimenti in tecnologie e programmi per circa 80 miliardi di euro (circa 5,7 miliardi/anno negli anni dal 2007 al 2020), con un beneficio economico che si protrarra' nel tempo fino al 2040. Il beneficio economico cumulato netto, cioe' la riduzione della bolletta elettrica meno gli investimenti sopra citati, risulterebbe di 65 miliardi di euro attuali... In termini occupazionali, in base a una analisi di casi internazionali, si stima un aumento dell'occupazione tra 46.000 e 80.000 posti di lavoro per 14 anni". * 7. Cambio di stile di vita. Risparmio di energia elettrica con conseguente minore emissioni di gas ad effetto serra puo' essere ottenuto anche con atti di responsabilita' personale, con un cambio di stile di vita. Voglio fare solo alcuni esempi. Per capire come cambiare stili di vita per non utilizzare inutilmente l'energia, per diminuire le emissioni di gas serra e per vivere in armonia con noi stessi e con il pianeta rimando al bel libro di Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli. Manuale di ecoazioni individuali e collettive, Feltrinelli, Milano 2007. Esempi. Si puo' vivere benissimo con meno elettrodomestici, cito dal libro di Marinella Correggia: "Meno elettro- piu' 'mano-domestici'. Ogni gesto una macchina? Grattugia, spremiagrumi, coltello, apriscatole, scopa, radiosveglia, spazzolino, rasoio, scale, tutto elettrico? E' ora che si facciano avanti i 'manodomestici', che aiutano senza clic"; a proposito della lavastoviglie: "Non l'ha ordinata il medico. Nelle famiglie piccole lavare i piatti a mano puo' essere un buon esercizio di meditazione o socializzazione e se ben fatto risparmia acqua, prendendo poco tempo"; a proposito di divertimenti: "Divertirsi si' ma... perfino i divertimenti incidono parecchio; oltre a notti bianche, discoteche e concerti, non appena apre una sala multimediale la potenza richiesta agli installatori e' enorme: dell'ordine di 500 Kw"; per non parlare delle partite di calcio giocate in notturna, non certo per esigenze sportive ma solo per motivi commerciali delle televisioni che le trasmettono; e' stato calcolato ("Terna Web Magazine" del 10 luglio 2008) che per illuminare lo stadio Olimpico di Roma per i 90 minuti della partita si consumano 5372 Kwh, 4,5 volte il consumo pro capite in un anno dei cittadini dei capoluoghi di provincia. * 8. Conclusione. L'introduzione delle energie rinnovabili, soprattutto il solare fotovoltaico e termodinamico, l'introduzione delle tecnologie per l'efficienza negli usi finali di energia elettrica e il risparmio possono escludere completamente il ricorso al costoso e pericoloso nucleare. Il 4 novembre 2008 la Camera ha compiuto il primo passo per il ritorno al nucleare con l'approvazione dell'Agenzia per la sicurezza delle centrali atomiche, che secondo i piu' ottimisti dovrebbero entrare in funzione nel 2020, per arrivare a regime nel giro di una decina di anni. Se il Governo vuole ritornare al nucleare non lo fa per questioni di energia, ma per favorire qualche industriale, a partire da chi si occupa di acciaio e cemento, e per controllare il territorio, per ridurre gli spazi della partecipazione democratica dal basso della popolazione alle scelte politiche. Tanto e' vero che il pacchetto approvato alla Camera addirittura prevede la "militarizzazione" dei territori su cui dovranno sorgere le centrali nucleari e anche la possibilita' di commissariamento se non si trova l'accordo con la popolazione. A noi il compito di svelare le menzogne dei potenti, di fare informazione corretta e di facilitare la partecipazione consapevole dei cittadini alle scelte politiche. 6. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 novembre 2008 col titolo "La meta' senz'acqua". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] Oggi e' la Giornata mondiale delle toilette, e il 2008 e' l'anno mondiale dei servizi igienico-sanitari... Per ricordare che 2,6 miliardi di persone non hanno accesso ad alcun servizio igienico e fognario; che un sesto della popolazione mondiale attinge acqua da fonti contaminate da feci umane e animali, che meta' della popolazione totale dei paesi impoveriti soffre di patologie collegate all'acqua; e che ogni sei secondi un bambino muore di diarrea. Ma il dimezzamento della popolazione che non ha accesso a questo servizio essenziale e' forse il piu' difficile fra gli "obiettivi del Millennio" stabiliti dalle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2015 (ma siamo terribilmente indietro su tutti). Disporre di servizi igienici e' essenziale anche per disporre di acqua pulita. E questa pare un'altra "mission impossible" fra gli obiettivi del Millennio. Infatti, in questi giorni alla Asia Pacific Regional Water Conference in corso a Kuala Lumpur e' tutto un susseguirsi di dati allarmanti. Nel 2080, causa caos climatico, ben 3,2 miliardi di esseri umani - per non dire degli altri viventi, animali ed ecosistemi - non avranno accesso all'acqua pulita . E se il 2080 ci pare troppo in la', ebbene, nel 2050 i senz'acqua potrebbero essere 2 miliardi. E attualmente sono gia' oltre un miliardo. La siccita' e lo sconvolgimento del regime delle piogge in certe aree riducono la disponibilita' idrica, mentre le inondazioni e i cicloni in altre aree intaccano la qualita' dell'acqua; l'innalzamento del livello dei mari aumenta la concentrazione di sale alle foci di molti fiumi dai quali tanti paesi asiatici traggono l'acqua potabile; lo scioglimento dei ghiacciai perenni, poi, riduce a monte la portata dei corsi d'acqua. E' l'Asia, con i suoi quattro miliardi di abitanti, il continente dall'avvenire piu' problematico. Gli esperti riuniti a Kuala Lumpur chiedono ai governi di darsi da fare per frenare il caos climatico, e nel breve periodo di proteggere le fonti d'acqua, anche costruendo infrastrutture per proteggere le coste, migliorando la gestione dei bacini idrografici, adottando nuove tecnologie per rendere disponibile e sicura una maggiore quantita' di acqua. Ma si tratta anche di riformare i sistemi agricoli e industriali rendendoli meno idrovori; ed e' l'enorme tema dell'acqua "nascosta" o "virtuale", risorsa necessaria per produrre ogni bene e servizio. Intanto, pochi giorni fa alla Conferenza mondiale sulla desertificazione tenutasi in Turchia, si e' discusso dello studio realizzato nel 2007 da duecento esperti di 25 paesi per il quale "senza azioni opportune, sia nei paesi del Nord che in quelli del Sud, circa 50 milioni di persone potrebbero dover lasciare le proprie terre nei prossimi dieci anni a causa della desertificazione e del degrado dei suoli". Anche qui, grande responsabile e' il caos climatico. Un terzo della popolazione mondiale, due miliardi di persone, vive in aree a rischio. La brutta notizia e' che piantare alberi e' certo una risposta ma non basta e anzi in zone delicate potrebbe, secondo gli studiosi, mettere le risorse idriche in stato di stress ulteriore. Un contesto cosi' seccamente problematico ci chiama tutti all'impegno, anche in Italia. Venerdi' 21 alla Provincia di Roma si riunisce il Coordinamento degli enti locali italiani per l'acqua pubblica: contro la privatizzazione dei servizi idrici entro il 2010, approvata lo scorso agosto con legge 133, articolo 23 bis, dal Parlamento. Il 22 e 23 novembre ad Aprilia si terra' il Secondo forum italiano dei movimenti per l'acqua. Dunque per la democrazia. 7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 137 del 24 novembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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