[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Voci e volti della nonviolenza. 263
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 263
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 18 Nov 2008 14:17:07 +0100
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 263 del 18 novembre 2008 In questo numero: 1. Luisa Muraro: Donne e biciclette 2. Et coetera 1. LUISA MURARO: DONNE E BICICLETTE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 novembre 2008 col titolo "Donne e biciclette, politica e desiderio"] Anni fa, un tale, conosciuto per il suo impegno ecologista, si soffermo' sui modi alternativi per spostarsi in citta'; l'argomento sembrava esaurito quando dal pubblico un anonimo si alzo' e disse: "E le biciclette? Ci sono anche le biciclette!". Da allora, nella sua lotta contro la peste delle automobili in citta', quel tale non ha piu' dimenticato che esistono le biciclette. La storia mi e' stata raccontata per invitarmi a seguire l'esempio dell'anonimo. Avevo letto un testo sulla "barbarie" che incombe a livello planetario, autore Guido Viale, e su quello che possiamo fare per arginarla: un testo non lungo ma di grande portata, vasto senza essere vacuo, perche' intenso e concretamente volonteroso nella difficile ricerca delle risposte. Ma balbettante in quest'ultima parte, protestavo io, privo com'era di riferimenti alla storia delle donne e al femminismo, che hanno parecchio da insegnare in fatto di lotta alla barbarie. Diglielo, ne terra' conto come quel tale delle biciclette, mi hanno detto. Non ero contraria a seguire questo suggerimento. Mi ha fermata non il fondato pensiero che sarebbe stato inutile, ma un altro che mi si e' annunciato beffardamente con una famosa battuta di Toto'. "La serva serve" dice Toto' in Toto' a colori, con una tautologia pregnante, non dispiaccia al filosofo Hume. Donne e biciclette, e' un accostamento di questo tipo. C'e' tutto un filone dei discorsi politici che viaggia sugli argomenti servili, specialmente per quel che riguarda le donne. L'input maggiore lo da' l'immigrazione. Questa, massiccia quanto recente per l'Italia, ha scombussolato i ceti popolari e i loro incerti equilibri di sopravvivenza e dignita'. Una certezza pero' spicca, che mette tutti d'accordo: l'immigrazione femminile non crea alcun problema e ne risolve molti. In maniera meno sfacciata, il detto di Toto' si applica anche alle altre donne, etichettate correntemente "risorsa umana". Sarah Palin era la donna che doveva servire; non lo e' mai stata, invece, Hillary Clinton. Rispetto al femminismo, si tratta non di una aperta sconfessione, poiche' l'intento resta quello di difendere la causa delle donne, ma di un ripiego, che risalta se torniamo all'affermazione iniziale del femminismo. Vi tornero' con parole di Angela Putino. Ogni politica degna di questo nome, ha scritto Angela in uno dei suoi ultimi contributi, muove da un interesse non oggettivabile, da qualcosa che si fa avanti nella vita soggettiva. Cosi' e' anche quella femminista: essere femministe ha voluto dire portare ai piu' vari ed estremi effetti, cio' che era avvenuto nella soggettivita', non tenendo conto dell'oggettivita' delle condizioni storiche in quanto non potevano certo essere queste ad avere prodotto l'evento della liberta' femminile. Questo tipo di evento, scrive piu' avanti, che non puo' essere sostituito, e' venuto a dire che "cio' che pensa una donna e' pensiero e non interesse di parte, cio' che lei pensa e' pensiero per tutti". * Non conosco migliore introduzione di queste parole alla lettura di un testo recentemente apparso, Il doppio si'. Lavoro e maternita' (Libreria delle donne, Milano 2008), scritto da donne riunite in un gruppo di ascolto e riflessione nello stile dei gruppi di autocoscienza degli anni Settanta. Potrei anche dire cosi': la migliore spiegazione delle parole di Angela Putino la da' questo breve libro. Esso fa affiorare, nel paesaggio sconnesso della nostra epoca, un desiderio di maternita' che coesiste, quasi incongruo, con il desiderio di affermarsi nell'attivita' lavorativa. La letterale doppiezza di questo desiderare riesce qui ad esprimersi sfruttando, quasi come un pretesto ma serio e sentito, la rivendicazione di un tempo parziale (o part-time), tradizionalmente avversata dai datori di lavoro quanto dai sindacati. Sui libri e sui giornali, lo chiamano il problema della conciliazione, ma quelle che lo vivono in prima persona sembrano, al contrario, le portatrici di pretese destabilizzanti per l'organizzazione del lavoro. Si parla tanto di flessibilita', ma bisogna essere donne conviventi con creature amate per scoprire la rigidita' di un mondo che, gratta gratta, ha sempre temuto la liberta', non quella codificata o ritagliata, cioe' forse neanche liberta', ma quella che nel suo sorgere si confonde con il desiderio e la spontaneita'. C'e' un femminismo della liberta', l'unico che possa considerarsi politica delle donne, che comincia nel momento in cui una dice quello che desidera e lo dice in un contesto in cui le sue parole vengono riprese. Il doppio si' nasce da questa autorizzazione a dire l'esperienza per se' stessa e non in funzione di cose gia' stabilite. Non importa tanto quello che poi si potra' raggiungere, importa questo incipit di presa di coscienza, per cui nessuna e' seconda a nessuno e a niente. Quanto spesso e facilmente ci si allontani da questo evento iniziale e si creda cio' nonostante di agire politicamente, lo mostrero' con un esempio che non vuol essere polemico. Il gruppo Sbilanciamoci ha pubblicato recentemente un bilancio immaginario, per delineare una ragione economica alternativa a quella che ci governa con i suoi esiti piuttosto disastrosi. Buona idea, certamente. Fra le voci di spesa piu' cospicue, figurano gli asili nido. Bene anche questo? No. Rieccoci davanti all'eterna richiesta degli asili nido che la sinistra presenta e ripresenta interpretando si' un bisogno delle lavoratrici, ma sicuramente non un loro desiderio, affermano quelle del Doppio si'. Il desiderio delle giovani donne che diventano madri, nella stragrande maggioranza dei casi, e' di poter stare accanto alle loro creature nei primi mesi e, possibilmente, anche nei primi anni di vita. Il nido non e' che un ripiego, troppo spesso negato anche questo. Se e' vero, come qui e' evidente, che desiderio e bisogno non sono la stessa cosa, bisogna sapere che la politica comincia non dal bisogno, ma dall'espressione consapevole di un desiderio, perche' e' con questa che si esce dalla subordinazione alla realta' data e prende vita una soggettivita' che poi si misurera' con il mondo. Poi verra', in caso, la richiesta degli asili nido, per stare al nostro esempio, sapendo che ci sono circostanze che impongono un differimento, e sapendo altrettanto bene che ci sono casi in cui nessun differimento e' sentito come accettabile. E' in questi casi che capitano cose come la pazzia o la rivoluzione e altre ancora, non meno notevoli. * In ogni caso, il tempo del realismo e' quello della seconda battuta. Non puo' venire prima che una soggettivita' sia venuta al mondo con la libera espressione di se'. Se invece cominciamo a costruire la nostra rappresentazione della realta' sopra un desiderio taciuto e ignorato, ci sara' solo l'istanza del bisogno oggettivo gia' commisurato alle esigenze di una convivenza organizzata cosi' o cola', e non c'e', non ci sara' posto per un soggetto libero. La scansione tra quello che viene prima e quello che deve restare secondo, traduce l'insegnamento della pratica femminista, la cui giustezza, quando ci e' diventata evidente, ci ha fatto dire: la politica e' la politica delle donne. Quelli che tengono nel dovuto conto il realismo, non credano che la libera espressione del desiderio sia qualcosa di avulso dal reale. Il desiderio che parla per se stesso, ma non e' lasciato solo a parlare come si fa con i pazzi, il desiderio che puo' parlare di se' ad altre, altri, a modo suo e' in rispondenza con il reale. Leggendo Il doppio si' ho scoperto che il desiderio di maternita', se non fosse ostacolato, porterebbe le donne a un tasso di fecondita' che risponde esattamente a quello che la demografia considera ottimale per il nostro tipo di societa', due virgola qualcosa. Che cosa valga concretamente questa coincidenza io non so dire, ma il suo significato simbolico mi pare chiaro. Al di qua dei programmi e delle imposizioni, esiste l'eventualita' di una coincidenza che salva, insieme, il mondo comune e il desiderio soggettivo: vale la pena di cercare a che livello essa si costituisca. In queste settimane e mesi, forse saranno anni, di passione collettiva per l'andamento dell'economia, piovono diagnosi e prognosi che vanno dal catastrofismo di quelli che combattono ogni illusione alle furbate di quelli che stanno escogitando nuove "bolle". Ci sono anche i volonterosi che dicono: non tutto il male vien per nuocere, abbiamo l'occasione di ritrovare l'orientamento dell'economia reale, ecc. Io presto attenzione a tutti ma specialmente ai "profittatori", imbroglioni o volonterosi, perche' negli uni e negli altri vedo all'opera l'economia del desiderio: mi fanno pensare all'erbetta verde che spunta velocemente sul terreno su cui e' passato l'incendio. Il bene, qualunque cosa sia, comunque lo intendiate (io lo intendo come cio' per cui vale la pena di vivere), non ha principio da considerazioni realistiche ne' da pitture oggettive del reale. Comincia nella forma di uno sproposito, simile a quello di Antonella, una delle parlanti nel Doppio si': "Il mio obiettivo e': voglio tutto". 2. ET COETERA Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici femministe, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 263 del 18 novembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 643
- Next by Date: Minime. 644
- Previous by thread: Minime. 643
- Next by thread: Minime. 644
- Indice: