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Voci e volti della nonviolenza. 225
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 225
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 Sep 2008 12:22:13 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 225 del 5 settembre 2008 In questo numero: 1. Con la guida di Gianfranco Ravasi tra recenti pubblicazioni religiose (parte quarta) 2. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del dicembre 2003 3. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del gennaio 2004 4. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del febbraio 2004 5. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del marzo 2004 6. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni dell'aprile 2004 1. EDITORIALE. CON LA GUIDA DI GIANFRANCO RAVASI TRA RECENTI PUBBLICAZIONI RELIGIOSE (PARTE QUARTA) Proponiamo di seguito alcune segnalazioni bibliografiche estratte dalla rubrica "I libri della fede" tenuta negli scorsi anni dal prestigioso teologo cattolico Gianfranco Ravasi sul mensile "Letture". 2. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL DICEMBRE 2003 [Dal mensile "Letture", n. 602, dicembre 2003, col titolo "Tempo d'Avvento, tempo di speranza". Gianfranco Ravasi (Merate, 1942) arcivescovo cattolico, teologo, biblista, ebraista e archeologo; presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. E' autore di numerose opere di grande valore] Questo mese e' scandito innanzitutto dall'Avvento, il tempo liturgico e simbolico dell'attesa fiduciosa. La profezia biblica e' forse l'emblema piu' alto di questo atteggiamento che, pur rimanendo legato alle immagini e all'orizzonte del presente, si protende verso l'oltre e cerca di intuire un futuro di pienezza. Il noto biblista comasco Bruno Maggioni con La speranza ritrovata (Ancora, 2003, pp. 160, euro 14) continua la sua galleria di figure bibliche, in ideale connessione col suo precedente volume sulla Difficile fede, e introduce accanto a Ezechiele, il profeta della gloria di Dio, al Secondo Isaia, cantore della consolazione e del misterioso Servo del Signore, e a Giona, profeta controvoglia, anche una serie di profili sapienziali. Se e' facile pensare a Giobbe come uomo di speranza nonostante tutto, oppure seguire l'intreccio di quotidianita' e di fiducia tipica dei libri sapienziali classici, piu' arduo e' intuire questo germe nell'aspra riflessione di Qohelet. Eppure anche in quelle pagine il filo, pur esile ed esangue, della speranza non si spezza e ci conduce verso l'incrollabile fiducia di altre pagine bibliche. * Tre libri per ritrovare la misticita' del Natale Ma e' soprattutto il Natale a dar luce al mese di dicembre. Tra i tanti e spesso inutili libri "natalizi", eccone tre che sono invece di particolare suggestione. Prima di tutto lasciamoci condurre dalla voce straordinaria di Efrem il Siro, poeta e teologo del IV secolo, nato in Mesopotamia e morto a Edessa nel 373. Ignazio De Francesco ha raccolto, tradotto e commentato gli Inni sulla Nativita' e sull'Epifania di Efrem il Siro (Paoline, 2003, pp. 551, euro 32), premurandosi anche di affrontare nell'introduzione la tormentata questione della data del Natale. Questi canti intrecciano poesia, dottrina e spiritualita'; puntano un'attenzione vivida su Maria; coinvolgono l'assemblea sollecitandone i sentimenti piu' intensi; ripropongono i sacramenti, in particolare il battesimo; non mancano anche di striature contingenti come quella della polemica antigiudaica e introducono vivaci pennellate teologico-poetiche, come quella dell'agnellino dei pastori che bela di gioia perche' sa che col sacrificio del vero Agnello Cristo cesseranno le offerte cruente di agnelli immolati ritualmente! Due altri testi poetico-mistici riserviamo per questo Natale. L'editrice La Locusta di Vicenza ci offre una riedizione (e' ormai l'ottava) delle Poesie sul Natale che lo stesso editore Rienzo Colla raccolse quarant'anni fa (2003, pp. 149, euro 13). E' una deliziosa antologia che coinvolge autori italiani e stranieri, con non poche sorprese e con aggiunte che hanno allargato il panorama fino alla Cina con Bing Xin che canta quel "corpicino fragile in cui alberga la grandezza dello spirito". Di un poeta sono anche le parole dell'altro volumetto, Nostro Natale (2003, pp. 30, euro 5) pubblicato dalla stessa editrice. Autore e' David M. Turoldo e i testi editi sono una vera e propria "chicca". E' quanto il famoso religioso servita scrisse per il Natale e l'Epifania di cinquant'anni fa, sollevando le riserve della curia milanese di allora che evito' di concedere l'"imprimatur". A distanza di mezzo secolo, questo appello e' ancora attuale perche' e' un indice puntato contro le costanti vergogne della politica e della societa' e contro un Natale malamente deformato: "e' una data troppo pensosa per essere celebrata come noi usiamo". * Von Hildebrand rivela l'essenza dell'amore L'essenza del Natale e', infatti, l'amore e, allora, con qualche ardire vorrei proporre un'opera di non agevole lettura ma di alto vigore intellettuale e spirituale. Col testo tedesco a fronte e con l'introduzione, la traduzione e il commento di Paola Premoli de Marchi, e' stata pubblicata l'Essenza dell'amore, il capolavoro del filosofo tedesco (nato pero' a Firenze nel 1889) Dietrich von Hildebrand (Bompiani, 2003, pp. 1.040, euro 30). Convertitosi al cattolicesimo nel 1914, il pensatore, che si oppose con forza al nazismo e fu costretto all'esilio a New York ove morira' nel 1977, si era dedicato a studiare a piu' riprese il tema delle relazioni interpersonali (si pensi al suo Matrimonio o alla Metafisica della comunita') ma anche a percorrere le vie della teologia cristiana. Quest'opera, apparsa nel 1971, e' il frutto della sua maturita' filosofica ed e' una sorta di summa del suo pensiero. L'amore e' colto nella sua struttura intima di donazione, sorgente di felicita', frutto di liberta', alimento dell'affettivita', vertice della moralita': "Nell'amore apriamo le braccia della nostra anima per abbracciare l'anima dell'amato". Uno dei piu' appassionati cantori del Natale nella sua dimensione spirituale piu' intima e' stato san Francesco. Lo vogliamo ricollocare davanti a quel presepio di Greccio - che Giotto ha mirabilmente dipinto negli affreschi di Assisi - con un saggio tematicamente piuttosto inatteso e sviluppato con grande finezza: Curzia Ferrari delinea Il mondo femminile di Francesco d'Assisi (Ancora, 2003, pp. 79, euro 13,50). A far da guida sono proprio i dipinti della basilica della patria del santo. Come Gesu', anche Francesco fu circondato da donne che con la loro sensibilita' resero ancor piu' calda la sua spiritualita': l'amore di mamma Pica, la grazia di Chiara, l'amicizia di Giacomina Settesoli e la presenza di tante altre donne brillano sia negli affreschi giotteschi sia nell'esistenza del santo che nella "nostra madre Terra" riassumeva il grembo fecondo della femminilita' universale. * Anche tra le strenne qualcosa di prezioso Dovremo proprio fare a meno delle strenne? In verita' anche in questo genere, da assumere sempre con cautela, non mancano soggetti meritevoli non solo di conservazione (come spesso accade per le strenne votate agli scaffali delle librerie) ma anche di lettura. Ne scegliamo due. Innanzitutto la curiosa galleria iconografica allestita da Fernando e Gioia Lanzi sul Come riconoscere i santi e i patroni nell'arte e nelle immagini popolari (Jaca Book, 2003, pp. 237, euro 70). La sequenza e' diacronica: si parte da Anna e Gioacchino, i genitori di Maria, e si procede in un viaggio attraverso tutti i secoli cristiani fino a Teresa Benedetta della Croce, ossia Edith Stein, martire nel Lager di Auschwitz nel 1942, per un totale di 154 santi. Naturalmente gli autori si premurano di condurre non solo un'indagine biografica ma anche iconografica, preziosa per il riconoscimento del soggetto raffigurato attraverso i suoi simboli o le sue posture. A questo album colorato della santita' associamo uno stupendo pellegrinaggio visivo da condurre nell'Egitto cristiano dalle origini al XVIII secolo: Mahmoud Zibawi ci offre un mirabile viaggio nell'Arte copta (traduzione italiana di Chiara Formis, Jaca Book, 2003, pp. 237, euro 80). La parola "copto" e' la deformazione del termine greco Aigyptos e attesta le radici antichissime di questa cristianita' che ha elaborato, oltre a una sua spiritualita' monastica di grande qualita' e successo, una tipologia artistica che brilla soprattutto nei monasteri: tanto per fare un esempio, pensiamo a Bagawat, uno dei piu' emozionanti monumenti paleocristiani del deserto egiziano occidentale. Ma c'e' anche l'apparato artistico sontuoso delle chiese del Cairo Vecchio, il cuore dell'attuale capitale dell'Egitto, come quelle di San Sergio o della Vergine al'Mo'allaqa (la chiesa "sospesa"). Affreschi, codici, arredi, porte, architetture, tavole, pannelli, accompagnati da un commento storico-esegetico ci permettono di ritrovare un altro Egitto rispetto a quello monumentale e turistico dei faraoni. * Il vescovo russo che divenne il Recluso Concludiamo ricreando una piccola oasi di spiritualita', sulla scia delle impressioni sollecitate dall'arte copta. Dopo aver segnalato che sono usciti anche i due volumi successivi di altrettante opere di spiritualita' da noi gia' recensite all'apparire del loro primo tomo, e precisamente Il fenomeno mistico di Juan Martin Velasco (vol. 2 "Struttura del fenomeno e contemporaneita'", edizione italiana di Luigi Saibene, Jaca Book, 2003, pp. 253, euro 20) e la Storia della mistica cristiana in Occidente di Bernard McGinn (vol. 2 "Lo sviluppo. VI-XII secolo", traduzione di Marco Rizzi, Marietti 1820, 2003, pp. 688, euro 75), puntiamo su un personaggio originalissimo, il vescovo e mistico russo Teofane il Recluso, della cui sterminata bibliografia (466 titoli!) il gesuita Tomas Spidlik, ora cardinale, estrae un'antologia intitolata Lo spirito e il cuore (Paoline, 2003, pp. 234, euro 19,50). Nato nel 1815 e morto nel 1894, questo vescovo decise nel 1886 di lasciare tutto e di ritirarsi in un monastero isolato: la' si recluse in una piccola cella con cappella, vivendo e scrivendo in assoluto isolamento per dodici anni. La sua era stata una teologia del cuore, approfondita in pagine di grande fragranza spirituale ma anche di acuta introspezione psicologica. Alle soglie della morte aveva confessato: "Morire non e' nulla di speciale. Conceda Dio che moriamo nel Signore, per essere sempre presso di Lui". 3. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL GENNAIO 2004 [Dal mensile "Letture", n. 603, gennaio 2004, col titolo "Dizionari bipartisan e 'safari' giovannei"] E' significativo che, quando si deve elaborare una bibliografia di argomento biblico, ci si trova nell'imbarazzo della scelta. Questo vale anche per la nostra rubrica, che siamo soliti aprire con un rimando alla letteratura esegetica. Ho selezionato una trentina di volumi dedicati a temi biblici apparsi in questi due o tre mesi e non so quale privilegiare. Mi accontentero', allora, di due soli esemplari di genere diverso. Il primo rimanda a una tipologia antichissima, quella del dizionario: ce n'erano gia' tra i reperti della citta' siriana di Ebla ed erano di 4500 anni fa. La Zanichelli, editrice leader in questo ambito, propone ora la traduzione italiana a cura di Piero Capelli del Dizionario della Bibbia (2003, pp. 928 + XV, euro 35) approntato dalla Society of Biblical Literature che si e' avvalsa di ben 179 esperti, ebrei e cristiani, appartenenti a sette nazioni. L'immensa sfilata dei vari lemmi, destinata a rivelare un orizzonte affollato e multicolore di personaggi, di cose, di eventi, di luoghi e di temi, si allarga talora in trattazioni piu' vaste e sistematiche, come quelle sull'archeologia, sull'economia, sulla sociologia, sulla geografia, sulla letteratura. Le pur giuste preoccupazioni ecumeniche forse fanno impallidire le voci teologiche generali (anche se quelle su temi specifici sono precise e accurate) e costringono a ricorrere, con un eccesso di "pudore" interreligioso, a datazioni espresse non col normale a.C. e d.C. ma con un estraneo e.v. (era volgare). Tutto questo non incrina, pero', l'eccellenza di questo sussidio, decisamente superiore per qualita' a molti prodotti analoghi gia' presenti sul mercato editoriale. L'altro volume e', invece, di piu' netta impronta esegetica. Non per nulla fa parte di una collana che reca come sottotitolo la dicitura "Corso di studi biblici". Si tratta di una vasta e corale analisi dell'Opera giovannea, curata da Giuseppe Ghiberti e da vari collaboratori (Elledici, 2003, pp. 555, euro 37). Si puo' immaginare l'impegno necessario per allestire uno strumento didattico di tale genere: la bibliografia sul quarto Vangelo, sull'Apocalisse e sulle tre lettere giovannee e' simile a una foresta e, a prima vista, sembra che sia solo utile tirare le fila. Certo, e' questa la strada imboccata dal volume, che comprende introduzioni, saggi di esegesi e profili tematici specifici (ad esempio: fede e vita, Spirito Santo, Maria, Chiesa). Tuttavia non manca anche il tentativo di inoltrarsi su percorsi meno esplorati, come quelli dell'antropologia culturale, dell'analisi retorica e di quella narratologica. Il curatore, torinese, propone persino un confronto tra la Sindone e i testi pasquali giovannei. * Da Aquino a Bingen Lasciamo il campo molto coltivato dell'esegesi e avviamoci verso la successiva storia della tradizione cristiana. Anche qui ci accontenteremo di un paio di testi. Il primo e' di indole generale: si tratta di uno dei tomi della serie "Storia della teologia" che l'editore Piemme da tempo sta pubblicando (finora sono stati editi tre volumi e ne manca ancora uno sull'eta' contemporanea). Giulio D'Onofrio dell'Universita' di Salerno e della Lateranense di Roma, che ha gia' all'attivo tre saggi sulla teologia medievale, affronta ora per questa collana l'Eta' medievale (vol. II, 2003, pp. 599, euro 65), un'epoca particolarmente feconda per autori, percorsi, opere e incidenza anche nei secoli successivi. Non e' possibile rendere conto di una mappa cosi' ampia, che parte da Boezio e Gregorio Magno e procede fino alle grandi scuole, per quindi ascendere all'apice di Tommaso d'Aquino e ridiscendere verso un autunno ancora capace di stimolare. Cio' che merita attenzione in queste pagine, oltre alla splendida ed essenziale identificazione dei "principi della teologia medievale", e' la ricalibratura del rilievo di molti personaggi meno considerati e il costante intersecarsi tra pensieri differenti, tra civilta' e teologia, tra diverse "officine" di ricerca e percorsi solitari o creativi. Tra questi ultimi c'e' indubbiamente quello della mistica, ed e' a una figura straordinaria che riserviamo il secondo spazio nella nostra galleria bibliografica teologica. Si tratta di Ildegarda di Bingen che, per merito di Marta Cristiani e di Michela Pereira, ha ora una stupenda presenza anche nel panorama culturale laico italiano, cosi' refrattario a temi teologici. Le due studiose hanno infatti approntato un'esemplare edizione, con testo latino a fronte e un impeccabile apparato esegetico, dello scritto piu' impegnativo di questa mistica tedesca, Il libro delle opere divine (Mondadori, "I Meridiani", 2003, pp. 1318, euro 49). Nata nella regione di Magonza nel 1098, Ildegarda fu subito avvolta dalle reti di un'esperienza visionaria che, pero', si innestava su un'eccezionale acutezza intellettuale. Guidata dal "monaco fidato" Wolmar, divenuta lei stessa monaca e badessa di monastero, si era dedicata all'elaborazione di veri e propri trattati teologici che si composero quasi in un trittico ideale: il Liber Scivias, che e' un saggio sistematico di ecclesiologia, il Liber vitae meritorum, un trattato di etica modulato su 35 vizi e 35 virtu', e infine il suo progetto piu' ambizioso, questo Liber divinorum operum, composto nella sua tarda maturita' (da collocare nel decennio 1163-1174). Strutturata su dieci visioni, annunziate, descritte e commentate, l'opera si rivela come un panorama teologico, spesso provocatorio, che in modo enciclopedico ma anche in forma creativa tocca cosmologia ed escatologia, ecclesiologia e mistica, lasciando il lettore ora abbacinato ora stimolato, sempre comunque in tensione (grande rilievo ha l'Apocalisse), eppure con la certezza di una gioia nascosta. Da questa lettura, che talora lascia stremati anche a causa delle divagazioni o delle arditezze di pensiero, non si esce spiritualmente indenni. Non per nulla Ildegarda, morta nel 1179, fu ben presto considerata santa e la sua venerazione fu estesa a tutta la Chiesa a partire dal 1324. La guida delle due curatrici permette di visitare l'orizzonte ildegardiano in modo rigoroso e limpido, e sara' l'occasione per conoscere l'anima genuina della teologia mistica, un'esperienza - come diceva il teologo cardinale Charles Journet - forse pericolosa ma contenente un rischio che dev'essere corso. * Atei ma teologi Concludiamo con due testi sorprendenti, anche per i rispettivi autori che sembrerebbero - per quanto riguarda la teologia - come "topi in moschea", per usare una curiosa locuzione araba. In verita', il primo ha non poco influenzato il pensiero teologico del '900, ma il suo percorso era piuttosto alieno dall'ambito cristiano. Intendiamo riferirci a Martin Heidegger (1889-1976). Ecco pero' apparire nell'edizione delle sue opere a cura di Franco Volpi la Fenomenologia della vita religiosa (traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, 2003, pp. 435, euro 48). Si tratta di una serie di pagine e di appunti destinati ad alcuni corsi che il filosofo avrebbe tenuto tra il 1920 e il 1921, dopo aver abbandonato il cattolicesimo e dichiarato un ateismo "in linea di principio". Eppure, Heidegger si accosta alle fonti cristiane - in particolare a Paolo e ad Agostino, ma affiorano anche Bernardo, Meister Eckhart e Troeltsch - con passione e acutezza, affascinato e conquistato dal fulgore di quel pensiero, consapevole dell'imbarazzo metodologico in cui si viene a trovare lui filosofo e per giunta agnostico. Ancor piu' esplicitamente ateo e' Jean-Paul Sartre (1905-1980), eppure il suo testo narrativo-drammatico Bariona o il figlio del tuono (a cura di Antonio Delogu, traduzione di Marco Antonio Aimo, Christian Marinotti, 2003, pp. 117, euro 14,50) e' un emozionante itinerario nel mistero natalizio. L'opera, infatti, era nata nello Stalag XII D nazista di Treviri, dove il filosofo era internato, ed era destinata a una rappresentazione sacra nel Natale 1940. Il vertice di queste pagine e' nell'illustrazione emozionante e finissima del rapporto tra Maria e il neonato Gesu'. Essa "sente nello stesso tempo che il Cristo e' suo figlio, il suo piccolo, e che e' Dio. Lo guarda e pensa: Questo Dio e' mio figlio. Questa carne divina e' la mia carne. E' fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca e' la forma della mia. Mi rassomiglia. E' Dio e mi assomiglia. Nessuna donna ha avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si puo' prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si puo' toccare e vive". 4. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL FEBBRAIO 2004 [Dal mensile "Letture", n. 604, febbraio 2004, col titolo "A colpi di spada e di amore"] La prima festa liturgica di febbraio e' la presentazione al Tempio del neonato Gesu'. In quell'occasione, come e' noto, Maria e Giuseppe incrociano un anziano fedele, Simeone, che pronuncia uno stupendo cantico messianico ed emette un oracolo profetico anche nei confronti della madre. Questo oracolo funge da titolo al libro che poniamo in apertura al nostro elenco: "Una spada trafiggera' la tua vita" di Aristide Serra (Servitium - Marianum, 2003, pp. 359, euro 27). Si noti la corretta resa del termine greco psyche' con "vita", secondo l'accezione del retroterra linguistico e semantico semitico (Luca 2, 35). Ma Serra, che ha al suo attivo una notevole serie di studi di mariologia biblica, punta al simbolo centrale dell'oracolo, quella spada che aveva dato origine anche a fantasiose ipotesi su un eventuale martirio di Maria. Attraverso una minuziosa indagine condotta a largo spettro (dall'Antico Testamento al giudaismo, dalla letteratura neotestamentaria alla tradizione cristiana fino al XIV sec., tenendo conto del contesto specifico lucano), lo studioso giunge alla conclusione che quella "spada" sia un simbolo della Parola di Dio che percorre, sostiene, ma anche segna nettamente la vita di Maria fino al Golgota. Una Parola che le rivela il senso della sua maternita' divina e il glorioso mistero del Figlio. Stiamo allora nell'ambito della Parola di Dio e proponiamo qualche testo di taglio molto specifico. Cominceremo con Eros e Bibbia, nato da uno dei tanti convegni organizzati da Biblia, associazione laica di cultura biblica (Morcelliana, 2003, pp. 182, euro 16). Nel volume, piu' voci inseguono questo tema che la Bibbia affronta senza pudori puritani - la teologia del corpo non soffre quei complessi che poi saranno indotti anche nella cristianita' da un certo platonismo - ma neppure con sbavature erotiche. La sessualita' e' infatti vista come iscritta gia' nell'atto creativo divino, ma e' intrecciata non solo con l'eros genuino, che parla di tenerezza, bellezza, sentimento, ma soprattutto con l'amore, come insegnano le stupende 1.250 parole ebraiche che compongono quel gioiello che e' il Cantico dei Cantici. * Scavi "divini" Assai specifico e' anche il bel sussidio curato da James H. Charlesworth, Archeologia e fede (traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudi, 2003, pp. 159, euro, 10,50), un volumetto che in modo piano cerca di intrecciare due elementi a prima vista eterogenei: il dato sperimentale dell'archeologia come puo' essere allegato a testi che propongono verita' trascendenti? In realta', noi sappiamo che la Parola eterna e divina si esprime in parole umane e contingenti, l'Atto salvifico si manifesta in eventi verificabili in sede storiografica. E' in questa prospettiva che l'archeologia ha un suo compito, ma anche un limite. E dato che Charlesworth si e' dedicato al sito di Qumran, vorrei accostare un altro saggio scientifico molto settoriale: Emanuela Zurli analizza gli inni che sono stati scoperti nei manoscritti del Mar Morto e ne estrae un profilo tematico interessante per i rapporti col cristianesimo, ossia La giustificazione "solo per grazia" negli scritti di Qumran (Chirico, Napoli, 2003, pp. 233, euro 16,50). Tale tesi, che e' considerata squisitamente paolina, in verita' ha le sue radici gia' in quei rotoli del II-I secolo a.C. che l'autrice esamina con acribia e contestualizza con accuratezza. * Scontri e incontri Lasciamoci ancora condurre dalla curiosita' per ambiti tematici circoscritti. Rimanendo nell'ebraismo, un delizioso profilo della figura dell'ebreo medievale, cosi' come era ritratto nell'arte cristiana, ci e' offerto da Bernhard Blumenkranz nell'opera Il cappello a punta (traduzione di Sabina Marinetti, Laterza, 2003, pp. 177, euro 28), curata da Chiara Frugoni. Sostanzialmente queste pagine, accompagnate da una ricca e necessaria iconografia, illustrano un sentimento che ininterrottamente affiora nella storia dell'Occidente, quello dell'antisemitismo. Si ha cosi' un'interazione tra immagine e sentimenti, tra figurazione e societa', tra illustrazione e testi polemici. Un altro tipo di rapporto teso e' quello che intercorre tra cristianesimo e islam. Molto particolare e' la situazione dei cristiani del Kurdistan, la cui vicenda secolare e' tratteggiata finemente da Mirella Galletti (Jouvence, 2003, pp. 331, euro 25). In verita' la vicenda dei cristiani di rito siriaco del Kurdistan e' originale perche' la loro antichita' ha permesso una convivenza pacata con l'islam dei primi secoli, e ha anche fatto si' che l'impulso missionario conducesse queste comunita' fino all'Estremo Oriente. L'epoca recente ha visto, invece, l'emergere di difficolta' aspre soprattutto con l'apparire degli Stati nazionali (Irak, Iran, Siria, Turchia) e il saggio della Galletti e', al riguardo, suggestivo per le testimonianze che vengono allegate, come lo e' per il finale "breve profilo delle letterature neoaramaiche cristiane" curato da Alessandro Mengozzi. Se stiamo nell'Oriente cristiano, una figura per certi versi affascinante e' quella di Massimo il Confessore (580-655 ca.), la cui sorte finale ha quasi i colori del mito: per la sua strenua tutela della fede romana contro le pretese dell'autorita' imperiale di Bisanzio, fu incarcerato e mutilato col taglio della lingua e della mano, emblematica punizione della sua parola e della sua azione. Di questo "confessore della fede" Claudio Moreschini cura ora la versione di un'opera molto sofisticata, Ambigua (Bompiani, 2003, pp. 735, euro 28), dedicata a questioni di alta metafisica e teologia, ricamate sui testi di altri grandi scrittori cristiani come Gregorio di Nazianzo e Dionigi Areopagita, ma anche ibridate da intuizioni spirituali ed emozioni mistiche. Una sontuosa introduzione di 200 pagine, l'ampio apparato di note e la competenza del curatore italiano rendono quest'opera un vero e proprio banchetto dell'intelligenza ma anche della ricerca genuina condotta sui sentieri d'altura dello spirito. Ci possiamo cosi' spostare in modo coerente ai nostri giorni, tenendoci sul filo del rapporto tra fede e ragione. Fides et ratio e' l'enciclica che Giovanni Paolo II ha pubblicato nel 1998. Alle fonti filosofiche moderne di quel testo, che studia il nesso intimo tra teologia e riflessione razionale, un gruppo di studiosi, coordinati da Roberto di Ceglie, riserva un'analisi molto articolata, raccolta nel volume Verita' della Rivelazione (Ares, 2003, pp. 320, euro 20). La sequenza dei pensatori che l'enciclica prende in considerazione e' notevole; in queste pagine ne vengono evocati nove, da Rosmini a Newman, da Maritain a Gilson e a Edith Stein, passando poi al mondo russo con Caadaev, Solov'ev, Florenskij e Lossky. Si tratta di una vera e propria galleria suddivisa in due sale ideali che corrispondono ai due orizzonti, l'occidentale e l'orientale, ma che si ritrovano - pur nella complessita' delle speculazioni e nella diversita' delle prospettive - attorno al nodo d'oro che intreccia Rivelazione e riflessione, Verita' e analisi, percorso interiore e discorso filosofico, sapienza e intelligenza. * Tormenti (bio)etici Alla teologia e alla filosofia teoretica accostiamo, per concludere, l'etica e l'esistenza. E cosa c'e' di piu' tormentato e complicato ai nostri giorni di quanto lo siano le questioni di bioetica? Michele Aramini offre al riguardo "un manuale semplice per tutti", intitolandolo lapidariamente Bioetica (Portalupi, 2003, pp. 271, euro 14,30). L'opera e' didattica anche nell'impostazione: al quadro generale dei modelli di bioetica (ce n'e' uno nettamente cattolico e uno piu' variegatamente "laico") succede la trattazione dei problemi specifici, dalla fecondazione artificiale ai trapianti, dall'aborto all'eutanasia, dalle cellule staminali all'ingegneria genetica, e cosi' via, sempre tenendo conto dei vari aspetti scientifici, giuridici, sociali e naturalmente etici. Da suggerire calorosamente agli educatori e', infine, un originale sussidio in due volumi di Carlo Fiore, Etica per giovani (Elledici, Leumann, 2003, vol. I: pp. 318, euro 12,91; vol. II: pp. 288, euro 13). E' il tentativo di trascrivere in forma esperienziale, ma senza esaurirsi nella pura e semplice fenomenologia del vissuto, i grandi temi della morale declinandoli nell'orizzonte delle interrogazioni giovanili. L'originalita' e' soprattutto nel linguaggio, nelle applicazioni, nelle selezioni degli argomenti e nel loro sviluppo, senza falsi pudori ed esitazioni, con lo sforzo di giungere al cuore della stessa etica e delle sue istanze capitali. 5. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL MARZO 2004 [Dal mensile "Letture", n. 605, marzo 2004, col titolo "Derive interpretative e difesa del dogma"] Questa volta lasceremo largo spazio alla teologia in senso stretto. Il punto di partenza ci e' offerto dalla dodicesima (sic!) edizione, accompagnata da una nuova e ampia premessa, di un testo molto significativo per autore e per tema. Il teologo in questione e' Joseph Ratzinger, cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e l'opera e' la sua Introduzione al cristianesimo (traduzione italiana di Edoardo Martinelli, Queriniana, 2003, pp. 301, euro 22). Alla base c'e' una serie di lezioni tenute all'Universita' di Tubinga nel 1967, dove Ratzinger era docente: esse volevano idealmente ricalcare il taglio del corso che quasi mezzo secolo prima aveva proposto in quella stessa universita' un altro famoso teologo, Karl Adam (1876-1966) sull'"essenza del cattolicesimo". Il sottotitolo del testo e' esplicito: "Lezioni sul Simbolo apostolico". Ed e' noto che il Credo ruota attorno a due soggetti capitali, Dio e Cristo, nei cui confronti si cerca in queste pagine di impedire una duplice deriva che si e' acutizzata proprio nei nostri giorni (ed e' per questo che il libro ha una sua ulteriore attualita'). Da un lato, infatti, si ha lo stingersi e persino l'estinguersi della concezione del Dio personale, abbandonando in tal modo quella visione biblica che permette persino di assegnare un nome al Signore e di applicargli il simbolismo antropomorfico. D'altro lato, si registra il ribaltamento della cristologia per cui "Cristo da uomo che e' Dio diventa uomo che ha sperimentato Dio in modo speciale", trasformando cosi' la figura di Gesu' in quella di un semplice "illuminato" sul modello di Buddha. A questa deriva l'opera reagisce con vigore impedendo che un'impostazione interpretativa troppo estesa e libera stemperi e dissolva in una sorta di generico "omogeneizzato" spirituale lo "scandalo" dell'annunzio evangelico, come gia' metteva in guardia san Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto. Il volume, allora, vuole "aiutare a far comprendere in maniera nuova la fede, spiegandola e interpretandola, senza pero' degradarne la consistenza a un vacuo chiacchierio che stenta faticosamente a mascherarne un totale vuoto spirituale". * Dialogo con la scienza Diversa e', invece, la prospettiva del testo di un altro noto teologo tedesco, il protestante Juergen Moltmann, che e' stato anche lui docente a Tubinga. Autore della celebrata Teologia della speranza, egli da qualche tempo si sta interessando al dialogo con la cultura contemporanea attorno ad alcune questioni che animano il dibattito anche a livello popolare (in particolare i temi eco-ambientali). Scienza e sapienza (traduzione italiana di Dino Pezzetta, Queriniana, 2003, pp. 199, euro 18) e' appunto il titolo di questa raccolta di saggi tutti coordinati attorno al dialogo tra scienza e teologia. Moltmann si confessa "animato dal desiderio di riformulare il pensiero teologico nel quadro della scienza della natura". I vari capitoli del volume, pur nella loro genesi eterogenea, rivelano quanto sia suggestivo il percorso intrapreso, anche se esso e' fatto balenare solo attraverso sondaggi settoriali: la creazione come sistema aperto, l'autolimitazione di Dio per lasciare spazio all'universo, il futuro del cosmo, il senso del tempo in connessione con l'eterno, Dio e lo spazio, etica e biomedicina, le cosmologie orientali ("leggere il Tao te ching di Laotse con occhi occidentali"), il "caso Giordano Bruno" e cosi' via. Significativo e' soprattutto l'atteggiamento di fondo suggerito alla scienza, quello cioe' di lasciarsi piu' spesso contaminare dalla sapienza (si spiega cosi' il titolo), impedendo l'arroganza dell'autoreferenzialita' fredda e disumana. E in questo la teologia ha una funzione indiscutibile da adempiere. * "Struttura" e "funzione" Passiamo ora in Italia. Lasciato alle spalle un lungo inverno in cui la teologia era esclusivo appannaggio dei "chierici" in senso stretto, sono molti i laici che si dedicano in modo sistematico alle discipline teologiche e tra loro si distinguono le donne. Cettina Militello e' stata una delle prime teologhe a livello cronologico e lo e' ora a livello qualitativo, divenuta ormai non solo cattedratica in facolta' romane ma anche una delle piu' note e apprezzate laiche impegnate nella ricerca teologica. Essa si e' gia' affacciata sul panorama editoriale con una ricca bibliografia e ora offre un importante e ampio trattato di ecclesiologia dal titolo a prima vista enigmatico, ancorato alla tradizione orientale, La Chiesa "il corpo crismato" (Dehoniane, 2003, pp. 783, euro 54). Gia' una sua collega, Serena Noceti, aveva imboccato questa via ma l'aveva percorsa in collaborazione con un noto teologo, Severino Dianich (Trattato sulla Chiesa, Queriniana, 2002, gia' da noi segnalato). Ora, invece, la Militello procede da sola lungo un tracciato classico e originale al tempo stesso: esso "si gioca sulla polarita' linguistica e categoriale di 'struttura' e 'funzione' quali testate all'interno delle quali collocare i diversi temi ecclesiologici". Se la categoria "struttura" e' comune nel discorso teologico sulla Chiesa, ben diversa e' pero' l'attribuzione di significato che in questo saggio viene operata: si tratta, infatti, non della esteriorita' della Chiesa, della sua incarnazione, della sua storicita', bensi' del suo mistero intimo, della sua architettura profonda che la rende popolo di Dio, corpo di Cristo, sua Sposa, una, santa, cattolica e apostolica, animata dallo Spirito (ecco la sua "crismazione"). A questo punto si sviluppa la "funzione" della Chiesa che ha la sua esplicazione nel comune sacerdozio di tutti i fedeli e in quello ministeriale. Naturalmente questo schema non rende conto della grande ricchezza dell'analisi condotta, dello sforzo di tener conto della molteplicita' degli approcci finora esperiti e delle potenzialita' ancora aperte, senza temere percio' di inoltrarsi in nuovi orizzonti, ma con l'ancora ben piantata nel fondale solido dell'antica e costante tradizione teologica e spirituale. A quest'ultimo proposito e' utile un'altra opera di un teologo veneziano, Renzo Gerardi, che ha preparato attraverso una paziente indagine una Storia della Morale (Dehoniane, 2003, pp. 531, euro 41). La teologia "morale" e' stata spesso ridotta in passato a un sistema casuistico, mentre in realta' dovrebbe essere un'"interpretazione teologica dell'esperienza cristiana". Usando una sterminata bibliografia (gia' questo rende prezioso il volume), partendo dai primi secoli patristici e procedendo diacronicamente secolo dopo secolo, scuola dopo scuola, personaggio dopo personaggio fino ai nostri tempi, Gerardi ha delineato un immenso affresco che rivela molte sorprese ma che permette anche di comprendere l'impegno sempre nuovo a cui e' chiamato chi deve illuminare l'esperienza del cristiano. Ora, ad esempio, la teologia morale e' interpellata su questioni prima inattese: pensiamo all'ambiente, all'economia, alla pace, alla bioetica, alla coscienza femminile, al dibattito tra morale autonoma ed etica della fede. Forse alla fine si puo' restare smarriti di fronte alla varieta' delle figure, dei modelli, delle correnti. Ma e' necessario risalire attraverso questo fiume immenso dal percorso sinusoidale con molte anse dalle acque morte, per ritrovare la complessita' dell'uomo, della sua liberta', del bene e del male che compie, della sua capacita' di fede, speranza e amore e della grazia che in lui e' effusa. 6. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DELL'APRILE 2004 [Dal mensile "Letture", n. 606, aprile 2004, col titolo "Negli Atti la Chiesa testimone di Cristo"] Abbiamo questa volta davanti a noi una vasta dotazione di testi da proporre. Sarebbe importante avere la capacita' di recensire in modo fulminante, alla Flaiano per intenderci ("E' un libro ponderoso. Che fa pensare. Ad altro"). D'altronde, pero', non si deve cadere nel rischio che gia' il critico e scrittore americano Edmund Wilson (1895-1972) segnalava in The Shores of Light: "Oggi a malapena si distingue la recensione dall'annuncio pubblicitario". Vedremo di cavarcela in questa lunga elencazione iniziando, pero', da un volume che merita qualche parola in piu': e' William H. Willimon, gli Atti degli Apostoli (edizione italiana a cura di Fernanda Jourdan Comba, Claudiana, 2003, pp. 230, euro 18). La seconda opera lucana, da alcuni considerata come "Atti dello Spirito Santo", e' stata oggetto di differenti interpretazioni: per Haenchen, ad esempio, voleva essere una risposta alle tensioni tra cristianesimo sorgente e potere politico romano; per Baur era un tardo documento ecumenico per placare altre tensioni, quelle interne alla Chiesa, scoppiate tra i seguaci di Pietro e quelli di Paolo; Conzelmann ipotizzava che la questione da risolvere fosse la frustrazione delle prime comunita' per il ritardo della parousia di Cristo, mentre Talbert vi ha visto una polemica antignostica. Il teologo americano Willimon riporta gli Atti al cuore del messaggio cristiano: da un lato, per il Luca degli Atti "l'evento Cristo e' solidamente radicato nelle promesse di Dio a Israele"; d'altro lato, Cristo non dev'essere disincarnato "separandolo dalla sua comunita' messianica, la Chiesa, che non si deve sollevare dall'onere di essere messa alla prova e sfidata nella testimonianza apostolica". Il commento limpido e venato di applicazioni pastorali aiuta a illustrare questa tesi che rende la Chiesa intimamente connessa a Cristo e attenta a evitare ogni compromesso con la cultura dominante. * "Musica sacra" Passiamo ora, dopo questa presentazione un po' piu' estesa, alle segnalazioni minime a cui sopra si accennava. Stando sempre nell'orizzonte neotestamentario, ecco l'Apocalisse di Giovanni a cura di Gianni Garrera (Diabasis, 2003, pp. 274, euro 12). Non ci si lasci fuorviare dal titolo: questo non e' un commento all'ultimo libro della Bibbia. E', invece, un'originale analisi, serrata e densa (fino all'eccesso), nei confronti della musica che pervade tutto quel testo sacro, allo scopo di farne risaltare il significato simbolico e teologico. Se scendiamo lungo il filo cronologico dei secoli, potremmo gettare uno sguardo d'insieme a un altro orizzonte che spesso affascina anche il lettore cristiano, quello dei Grandi temi della mistica ebraica. A essi ci conduce Gabriele Burrini (Dehoniane, 2003, pp. 605, euro 18), proponendo una sorta di foresta lussureggiante di testi, di simboli, di dottrine, di esoterismi, di visioni, di spiritualita' e di magia (sono piu' di 300 paragrafi tematici), il tutto annodato attorno a cinque soggetti: il mondo divino, la creazione, angeli e demoni, l'uomo, Israele. E se si vuole non avere esitazioni di fronte a parole come Pesach, Sefer Torah, Qaddish, Shavu'ot e a cento altri termini ebraici o italiani che evocano argomenti giudaici, ecco le 99 domande sull'ebraismo, ovviamente con altrettante risposte di Walter L. Rotschild (traduzione di Roberto Tonetti, Gribaudi, 2004, pp. 144, euro 10). * Il filo... del Papa Ma ritorniamo nell'orizzonte cristiano. Esso e' scandito, soprattutto per il cattolicesimo, da un filo conduttore che non e' solo storico ma anche teologico, quello del papato. Ecco, in una nuova edizione aggiornata, il noto Dizionario illustrato dei Papi, elaborato da John N. D. Kelly per i famosi "Dizionari Oxford" (traduzione di Antonella Riccio, Piemme, 2003, pp. 871, euro 85): da "Pietro" a "Giovanni Paolo II", questo tomo fa scorrere la successione petrina con profili essenziali dei quasi 300 pontefici, con bibliografia specifica e generale e con ritratti e indici. Certo, questo testo non compete con l'analogo, approfondito e monumentale parallelo edito dalla Treccani (Enciclopedia dei Papi), ma puo' essere uno strumento valido di consultazione immediata. * Due Padri Nella tradizione ecclesiale una posizione preminente hanno anche i Padri della Chiesa. Riserviamo a loro due caselle nella nostra lista di segnalazioni. Parlare di Agostino e la filosofia dell'Amore come fa Salvatore Taranto (Morcelliana, 2003, pp. 337, euro 24) e' in pratica coinvolgere tutto il pensiero di questo vertice della cultura cristiana, dall'Essere al Bene, dalla grazia alla liberta', dalla natura all'elevazione soprannaturale. Questo saggio, percio', puo' trasformarsi in una sorta di introduzione alla riflessione e alla spiritualita' agostiniana, soprattutto adesso che si commemorano i 1.650 anni dalla sua nascita, avvenuta a Tagaste, nell'attuale Algeria, nel 354. Suo contemporaneo, anche se innestato in un altro orizzonte spaziale e culturale, era Giovanni Crisostomo del quale, nella "Collana di Testi Patristici" dell'editrice Citta' Nuova, Domenico Ciarlo propone A Teodoro (2004, pp. 136, euro 10), uno scritto per certi versi misterioso sia per il destinatario (il famoso Teodoro di Mopsuestia?) sia per datazione o classificazione. L'opera comprende infatti una lettera e un trattato, ed e' protesa a sostenere una persona in crisi che e' tentata di lasciare alle spalle l'esperienza monastica. Ma la voce del Crisostomo va oltre l'evento contingente e s'indirizza a tutti coloro che cadono durante il cammino dell'esistenza cristiana e sono, percio', inclini a disperarsi. Non e' l'eroico incedere, a testa alta e senza esitazioni, l'unico modo di avanzare nella perfezione; ben piu' normale e legittimo e' il procedere passo dopo passo, con fatica, sudore, inciampi, ma sempre con ferma costanza. * "Georgia on my mind" Restiamo nell'Oriente cristiano ma in una regione marginale, la Georgia, la mitica Colchide del vello d'oro, ma celebrata anche come "il paese scelto dalla Theotokos e custode della tunica di Cristo". Gaga Shurgaia, che e' di quella terra e che ora vive in Italia, sotto il titolo La spiritualita' georgiana (Studium, 2003, pp. 295, euro 24,50) introduce, traduce e commenta Il Martirio di Abo (VIII sec.), opera di Ioane Sabanisze. E' attraverso questa vicenda agiografica esemplare che si ricostruisce il profilo di una spiritualita' originale che ha saputo elaborare motivi molto differenti tra loro in una fede intensa e incarnata. Da questa regione caucasica trasferiamoci ora al nostro Occidente, al cristianesimo inglese con due personalita' differenti tra loro anche per confessione. Da un lato, ecco la bella biografia di Tommaso Moro della giurista franco-inglese Elisabeth-Marie Ganne (traduzione di Bruno Amato, San Paolo, 2004, pp. 195, euro 14). Definito da Pio XI come "l'uomo completo del Rinascimento" per la sua straordinaria formazione culturale e spirituale, Thomas More e' l'emblema dell'"obiezione di coscienza" contro il potere politico prevaricatore, e la sua decapitazione (1535) suggella un'esistenza che e' in queste pagine ricostruita con finezza anche nella sua interiorita', oltre che nell'indubbio rilievo civile. D'altro lato, sia pure attraverso una traduzione italiana ottocentesca, si ha la possibilita' di gustare lo scritto La perfezione cristiana di John Wesley (1703-1791), il fondatore del metodismo, che ha una sua presenza anche in Italia (traduzione di Everett S. Stackpole, Claudiana - Gbu, 2003, pp. 123, euro 12). Egli e' fermamente convinto che gia' durante l'esistenza terrena, e non solo nell'oltrevita escatologico, e' possibile giungere sulla vetta della perfezione attraverso un "metodo" progressivo, coerente e costante di fedelta' spirituale. * Fermenti esplosivi Per finire, eccoci ai nostri giorni, segnati da fermenti religiosi non sempre controllabili, ora esplosivi fino ad avere connotazioni fondamentaliste, ora attenuati in un sincretismo di incerta colorazione. Una mappa essenziale di questo fenomeno e' tracciata da Enzo Pace ed Eugenio Stretti, Il pluralismo delle fedi: i nuovi movimenti religiosi (Claudiana, 2003, pp. 168, euro 12,50). Ebraismo, islam, religioni orientali, "religioni della mente" (ad esempio, Scientology) sono associate a un'analisi del pluralismo protestante sospeso tra profetismo e millenarismo, mentre nelle Chiese africane si registra un'oscillazione tra profetismo e messianismo. All'orizzonte specifico protestante, da sempre vivace e fin turbolento nel suo dinamismo, e' dedicato il saggio di Giorgio Bouchard, Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo (Claudiana, 2003, pp. 190, euro 12,50). E' una guida per inoltrarsi in un mondo molto variegato che, accanto alle Chiese "storiche" nate dalla Riforma, vede il proliferare di movimenti in espansione come gli avventisti, i pentecostali, gli apostolici, gli unitariani, i geovisti e i mormoni. Una presenza che, sia pure marginalmente, affiora da tempo anche nelle nostre citta'. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 225 del 5 settembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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