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Coi piedi per terra. 120
- Subject: Coi piedi per terra. 120
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 8 Aug 2008 10:20:03 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 120 dell'8 agosto 2008 In questo numero: 1. Al Presidente della Repubblica una richiesta di intervento 2. Aleksandr Solzenicyn: Autolimitazione 3. Marinella Correggia: Deforestazione in Burkina Faso 4. Marinella Correggia: Difendere le paludi 5. Marinella Correggia: La gara delle case Green 6. Manuela Cartosio: Sul traffico illegale del legname 7. Marina Forti: Un cocktail letale 8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UNA RICHIESTA DI INTERVENTO [Riproponiamo la seguente lettera al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008] Al Presidente della Repubblica e per opportuna conoscenza: al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al Presidente dell'Enac al Presidente della Provincia di Viterbo al Sindaco del Comune di Viterbo al Prefetto di Viterbo e sempre per opportuna conoscenza: alla Ministra dell'Ambiente al Ministro del Welfare al Ministro per i Beni Culturali al Commissario europeo per i Trasporti * Oggetto: Richiesta di intervento del Presidente della Repubblica affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge. * Signor Presidente della Repubblica, con la presente siamo a richiedere un suo autorevole intervento affinche' siano rispettate le vigenti normative - di rilevanza fin costituzionale - a difesa della salute e della sicurezza dei cittadini, di rilevantissimi e peculiari beni ambientali e culturali, di diritti soggettivi e legittimi interessi della comunita' viterbese ed altolaziale e di singoli cittadini ivi residenti; normative vigenti e cogenti diritti minacciati dalla prospettiva della realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera semplicemente illecita e scandalosa. * La realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost avrebbe i seguenti inaccettabili e disastrosi esiti: a) grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) del 18 marzo 2008; b) grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento fondamentale dell'identita' di Viterbo; c) grave impatto su un rilevante bene archeologico come l'emergenza in situ del tracciato dell'antica via consolare Cassia, come ammesso dall'assessore e vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino; d) grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi della Tuscia, bene scientifico, di ricerca e didattico di cospicua rilevanza; e) grave impatto inquinante sulle colture agricole - di qualita' e biologiche - insistenti nell'area maggiormente investita; f) grave danno economico per la citta' con deprezzamento di attivita', esercizi ed immobili; g) conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un recente documento diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente "l'incompatibilita' tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale e la permanenza di un'attivita' di volo militare importante - quella della Cavalleria dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di primaria importanza strategica (come fissato da un recente decreto)" e come gia' precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio comunale di Viterbo del 25 luglio 2008; h) immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera nociva e distruttiva, quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altri interventi della mano pubblica: e particolarmente di un forte sostegno a difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di qualita', delle peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita' un forte sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando la linea Viterbo-Capranica-Roma); i) aggravamento di una condizione di servitu' per l'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative e da fenomeni di inquinamento ed aggressione criminale alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita dei cittadini; l) concreto pericolo che l'opera veicoli interessi ed affari non trasparenti, conflitti di interessi in figure investite di ruoli e funzioni istituzionali, operazioni economiche illecite e penetrazione dei poteri criminali, come segnalato da autorevoli figure istituzionali; m) infine, poiche' il punto di riferimento da parte dei promotori dell'opera e' il sedime di Ciampino e l'attivita' che in esso si svolge, si rileva come proprio la situazione di Ciampino sia insostenibile e gravemente lesiva dei piu' elementari diritti della popolazione locale, ed e' quindi evidentemente scandaloso voler "ciampinizzare" un'altra citta' (occorre invece una drastica e immediata riduzione dei voli su Ciampino). * A cio' si aggiunga che: n) l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che potrebbe arrivare a superare i 3000 m, ne' il suo orientamento"; peraltro il gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare l'attuale per costruirne altra - come sostenuto da ambienti dell'assessorato al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud"; o) l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008; p) l'opera e' totalmente priva di fondamentali verifiche e di fondamentali requisiti previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Valutazione d'impatto sulla salute. * Quanto alla procedura di individuazione di Viterbo come sede di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma: q) la relazione ministeriale del novembre 2007 che ha dato il via ad una serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento in punto di diritto e di fatto, come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18 gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la sua ampia ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano palesemente affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato profilo dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta dalla commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti"; r) non solo: quella relazione contiene dichiarazioni semplicemente dereistiche e si rivela nel merito come non rispondente ad un'analisi fattuale della realta' territoriale: essa infatti ignora del tutto il fatto che il sedime indicato ricade nel cuore dell'area termale del Bulicame e a ridosso di emergenze archelogiche, naturalistiche, scientifiche, culturali, agricole, terapeutiche, economiche ed insediative tali da rendere l'opera ipso facto irrealizzabile; cadendo quindi la validita' di quella relazione, cadono con essa tutti gli atti amministrativi conseguenti, viziati in radice dal vizio dell'atto presupposto e fondativo; s) peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni dei proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale maggior fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente dichiarato di non intendere affatto trasferire la sua attivita' nell'eventuale scalo viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27 aprile 2008 nell'ambito del programma "Report"). * Infine: t) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce della situazione aeroportuale italiana (cfr. la gia' citata inchiesta televisiva della Rai ("Report", 27 aprile 2008); u) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'attuale trend del trasporto aereo internazionale (cfr. ad esempio l'intervento dell'europarlamentare Giulietto Chiesa del primo luglio 2008 che rinvia tra l'altro a un servizio dell'"International Herald Tribune" del 28-29 giugno 2008); v) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'esigenza di ridurre il trasporto aereo per ridurre il surriscaldamento globale del clima (come richiesto dall'Onu, dalla comunita' scientifica internazionale, dagli statisti piu' avvertiti); z) occorre procedere alla riduzione drastica e immediata del trasporto aereo (particolarmente a fini di diporto), come richiesto da interventi di autorevoli personalita' come i premi Nobel Desmond Tutu e Wangari Maathai; e sostenere invece un modello di mobilita' piu' adeguato, sostenibile e democratico. * Signor Presidente della Repubblica, tutto quanto precede, da un anno a questa parte abbiamo piu' volte segnalato ai Ministeri competenti, all'Ente nazionale per l'aviazione civile, al Parlamento europeo ed a quello nazionale, alla Regione Lazio, alla Provincia e al Comune di Viterbo, a molti altri soggetti istituzionali variamente competenti. * Hanno peraltro sostenuto la nostra iniziativa di opposizione al devastante mega-aeroporto molte personalita' illustri come il magistrato Ferdinando Imposimato, la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. Scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Stefano Montanari, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Federico Valerio. Altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Nella Ginatempo, Domenico Jervolino, Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria Rivera, Antonella Sapio, Giovanni Scotto, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti Finzi. Scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri. Intellettuali come Maria D'Asaro, Franco Barbero, Eleonora Bellini, Valeria Borgia, Patrizia Caporossi, Augusto Cavadi, Chiara Cavallaro, Giancarla Codrignani, Bruno Dei, Paola Del Zoppo, Francesco De Notaris, Maria G. Di Rienzo, Daniele Gallo, Pupa Garribba, Giorgio Giannini, Federica Giardini, Angela Giuffrida, Fulvio Grimaldi, Letizia Lanza, Elena Liotta, Fiora Luzzatto, Paola Mancinelli, Attilio Mangano, Enzo Mazzi, Sara Michieletto, Elena Monguzzi, Daniela Musumeci, Diana Napoli, Nadia Neri, Helene Paraskeva', Sergio Paronetto, Francesco Pistolato, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti, Tiziana Plebani, Giovanna Providenti, Elio Rindone, Giovanna Rossiello, Anna Saleppichi, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Paola Sessa, Renato Solmi, Giuseppe Tacconi. Personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Normanna Albertini, Giacomo Alessandroni, Alessandro Ambrosin, Roberto Barcaroli, Luciano Benini, Norma Bertullacelli, Carla Biavati, Michele Boato, Liliana Boranga, Franco Borghi, Adriana Bottini, Elena Buccoliero, Paolo Buffoni, Giuseppe Burgio, Elisabetta Caravati, Tiziano Cardosi, Giovanni Colombo, Marinella Correggia, Sergio Dalmasso, Leila Lisa D'Angelo, Riccardo Dello Sbarba, Emilio De Paolis, Gabriele De Veris, Giuliano Falco, Carlo Ferraris, Gianni Ghirga, Agnese Ginocchio, Dario Giocondi, Carlo Gubitosa, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Francesco Lo Cascio, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Maria Antonietta Malleo, Giovanni Mandorino, Nello Margiotta, Carla Mariani, Gian Marco Martignoni, Luca Martinelli, Raffaella Mendolia, Michele Meomartino, Carmine Miccoli, Maddalena Micotti, Mauro Mocci, Luisa Mondo, Adriano Moratto, Fiamma Negrini, Beppe Pavan, Paola Pavese, Strato Petrucci, Enzo Piffer, Luciano Polverari, Anna Puglisi, Piercarlo Racca, Fabio Ragaini, Elio Romano, Carlo Ruta, Silvana Sacchi, Raffaello Saffioti, Luca Salvi, Antonia Sani, Umberto Santino, Giovanni Sarubbi, Eugenio Scardaccione, Anna Schgraffer, Silvano Tartarini, Tiziano Tissino, Amedeo Tosi, Mao Valpiana, Claudio Vedovelli, Marcello Vigli. Il magistrato Gennaro Francione. L'ex-sottosegretario Paolo Cento. I parlamentari europei Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, la gia' citata Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano. I senatori e deputati al parlamento italiano della precedente legislatura Maurizio Acerbo, Angelo Bonelli, Salvatore Bonadonna, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Giovanna Capelli, Anna Donati, Rina Gagliardi, Haidi Giuliani, Salvatore Iacomino, Vladimir Luxuria, Francesco Martone, Lidia Menapace, Maria Cristina Perugia, Paolo Russo, Gianpaolo Silvestri, Massimiliano Smeriglio, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana. I consiglieri regionali del Lazio Roberto Alagna, Enrico Luciani, Ivano Peduzzi, Anna Pizzo. Numerosissime persone del viterbese, tra cui autorevoli figure delle istituzioni e della vita civile. * E sara' opportuno aggiungere che gli stessi sostenitori della nociva e devastante opera hanno dovuto progressivamente sempre piu' esplicitamente ammettere che la loro precedente propaganda era fallace e mistificante, e via via hanno dovuto riconoscere la validita' di quanto da noi rappresentato. * Signor Presidente della Repubblica, giunti a questo punto, ed ormai chiarito inconfutabilmente che l'opera cosi' come prospettata da una propaganda tanto mistificante quanto irresponsabile e' semplicemente nociva, distruttiva, irrealizzabile e fuorilegge, sarebbe ragionevole attendersi che tutte le rappresentanze istituzionali desistano dal continuare a sostenerne la realizzazione; invece purtroppo sembra che alcune figure istituzionali ed alcune cordate affaristiche stiano tuttora operando a favoreggiamento della realizzazione del devastante mega-aeroporto e a danno dei cittadini, a danno dell'ambiente e dei beni pubblici, in violazione delle norme e dei vincoli in vigore. E' perche' la situazione e' questa, che ci siamo determinati a richiedere un suo autorevole intervento affinche' sia impedita la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della comunita' ed in flagrante violazione di legge. Ovviamente confidiamo che un suo intervento possa essere risolutivo; ma qualora tale intervento non si desse o non sortisse effetto, e si prospettasse la necessita' di richiedere l'ulteriore intervento delle competenti magistrature italiane ed europee in sede amministrativa, civile e penale, ovviamente procederemmo in tal senso, naturalmente richiamando tutto il pregresso ed anche le eventuali resposabilita' - anche per profili omissivi - da parte di vari soggetti istituzionali che fin qui non solo non hanno operato in modo adeguato e corretto ma hanno anche commesso ripetuti atti di cui evidentemente dovranno essere chiamati a rispondere. * Ringraziandola per l'attenzione, e restando a disposizione per ogni ulteriore opportuno chiarimento, ed eleggendo sede presso il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, voglia gradire distinti saluti. La portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta Il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini Viterbo, 4 agosto 2008 2. MAESTRI. ALEKSANDR SOLZENICYN: AUTOLIMITAZIONE [Dal "Corriere della sera" del 12 marzo 2000 col titolo "Note di civilta'. Autolimitazione o il mondo non ce la fara'". Aleksandr Solzenicyn, nato nel 1918, laureatosi in fisica e matematica, accusato di propaganda antisovietica fu deportato nel Gulag nel 1945, rilasciato nel 1956, divenuto scrittore, nel 1970 ebbe il Premio Nobel per la letteratura, e fu costretto a lasciare l'Urss. Solo in anni recenti era tornato in Russia. E' deceduto il 3 agosto 2008. E' stato uno dei testimoni piu' grandi del XX secolo e uno dei maggiori protagonisti della lotta contro il totalitarismo e per la dignita' umana. Tra le opere di Aleksandr Solzenicyn: fondamentali sono Arcipelago Gulag (ora disponibile in tre volumi in edizione economica Oscar Mondadori), e Una giornata di Ivan Denisovic (ora disponibile anche in edizione ultraeconomica presso Newton Compton); cfr. inoltre almeno Il primo cerchio; Divisione cancro (tradotto anche col titolo Reparto C, e come Padiglione cancro); Una candela al vento; Il cervo e la bella del campo; Per il bene della causa (raccolta dei racconti); riportiamo un elenco delle principali opere tradotte in italiano: Divisione cancro (1967); Il primo cerchio (1969); Reparto C (1969); Una candela al vento (1970); Agosto 1914 (1971); Arcipelago Gulag (1973-1978); Lettera ai leaders sovietici (1974); Vivere senza menzogna (1974); La quercia e il vitello: saggi di vita letteraria (1975); Discorsi americani (1976); Lenin a Zurigo (1976); Tutto il teatro (1976); Tre storie (1986); Come ricostruire la nostra Russia? (1990); La questione russa alla fine del secolo XX (1995); Ego (1995); Duecento anni insieme (2003-2007); Miniature (2006). Opere su Aleksandr Solzenicyn: un punto di partenza puo' ancora essere Erica Klein, Invito alla lettura di Solzenicyn, Mursia, Milano 1975; cfr. anche Olivier Clement, Solzenicyn in Russia, Jaca Book, Milano 1976, Claude Lefort, L'uomo al bando, Vallecchi, Firenze 1980. Notevole la lunga intervista filmata da Aleksandr Sokurov. Cfr. anche i materiali nei fascicoli di "Voci e volti della nonviolenza" n. 209 e 210] Nello spirito inquieto dei tempi moderni, il millennio e' stato celebrato con un anno d'anticipo, senza attendere il 2001. E chi non desidera affrontare questo solenne passaggio con esultanza e un fermento di speranza? Con la stessa speranza, molti salutarono il XX come un secolo di alti principi e grandi obiettivi, non immaginando gli orrori cannibaleschi che avrebbe portato. Il Novecento non ha dato testimonianza di una crescita di moralita' del genere umano. Che motivo abbiamo di aspettarci che il Duemila sia piu' generoso? E' in atto il degrado ambientale. Ci sono l'esplosione demografica mondiale e il colossale problema del Terzo Mondo, che costituisce i quattro quinti del genere umano e presto raggiungera' i cinque sesti, diventando la componente piu' importante del pianeta. Annegando nella poverta' e nella miseria, i Paesi in via di sviluppo avanzeranno sempre maggiori richieste alle nazioni progredite. Con il rischio di nuovi e minacciosi conflitti, guerre per la sopravvivenza. L'Occidente si trova a dover compiere un'azione complessa di bilanciamento: mantenere un rispetto totale per l'intero prezioso pluralismo delle culture mondiali - con la loro ricerca di soluzioni sociali chiare - senza perdere di vista i propri valori. Questo equilibrio ci chiede di limitare le nostre esigenze, di subordinare i nostri interessi a criteri morali. Direi che noi potremmo provare vera soddisfazione spirituale non nel potere, ma nel rifiuto del nostro potere. In altre parole: autolimitazione. Oggi, non molti si sentiranno pronti ad accettare personalmente questo principio. Tuttavia, nelle circostanze sempre piu' complesse dell'era moderna, e' questa l'unica via giusta per preservare tutti noi. 3. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: DEFORESTAZIONE IN BURKINA FASO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 luglio 2008 col titolo "Deserto deforestato". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] Incendi dolosi, pascolo, taglio illegale del legname, prelievo incontrollato di carbone, espansione della frontiera agricola. Pare di sentir elencare le cause della distruzione dell'Amazzonia brasiliana. Invece questo cahier de doleances si riferisce al Burkina Faso; ne parla l'agenzia stampa internazionale Inter Press Service, citando uno studio del ministero dell'Ambiente : 110.000 ettari di riserve forestali scompaiano ogni anno; 75.000 sono trasformate in colture, case e piccole cittadine; il resto e' divorato da un prelievo distruttivo di risorse. Ovvia la differenza rispetto all'Amazzonia: qui non si parla di foreste pluviali tropicali, ma di aree fitte di alberi a far da barriera contro il deserto e spesso derivanti da recenti piantumazioni. Il programma ecopartecipativo "ogni villaggio, un bosco di villaggio" fu tra i tantissimi lanciati dal presidente Thomas Sankara prima di essere ucciso nel 1987. Fra le priorita' della rivoluzione c'era infatti la lotta all'avanzata del deserto, tragedia ecologica e sociale per l'intero paese a cominciare da quel 90% della popolazione che viveva e lavorava nei campi riarsi. Tuttora copiano dalle invenzioni dell'epoca sankarista diverse iniziative governative: il programma nazionale "mese dell'albero" e l'operazione "65/15": "65.000 alberi in 15 minuti". Periodicamente funzionari pubblici, deputati, soldati si aggiungono agli agricoltori e agli abitanti dei villaggi e personalmente vanno a piantare alberelli nelle riserve forestali durante la stagione delle piogge. L'anno scorso si e' cosi' arrivati a nove milioni di nuovi alberi, mentre le aspettative erano di 7 milioni e appena quattro anni fa non si arrivava a 3,5 milioni all'anno. Continuano le campagne di educazione comunitaria, e c'e' anche un sistema di premi - in genere in natura: attrezzi agricoli, ad esempio; o materiale scolastico - per le migliori iniziative di protezione dei boschi. Presto i premi saranno estesi all'ambito urbano e alle associazioni attive nel miglioramento ambientale. Ma appunto questi passi avanti sono annullati dalle minacce derivanti da uno sviluppo incontrollato, legato al business ma anche ai bisogni socioeconomici di una popolazione in aumento. I risultati sono gravi: degrado di ecosistemi fragilissimi, sedimentazioni che bloccano le limitate vie d'acqua, aree afforestate scomparse, riduzione della produzione di beni forestali. Anche quelli il cui prelievo e' piu' sostenibile, quelli diversi dal legname, i cosiddetti "non wood forest products": frutti oleosi, foglie e parti medicinali, oli, erbe commestibili... Il governo pensa a piani di spostamento di insediamenti situati in riserve forestali. Tuttavia secondo Moustapha Sarr, che e' direttore del parco Bangreweogo, un antico bosco riabilitato di recente e diventato il polmone verde della polverosa capitale Ouagadougou, il problema non sono le comunita' dei luoghi interessati, che da anni proteggono gli alberi, ma nuove attivita' estrattive che non predispongono un adeguato reintegro di quanto prelevato. Ma certo la poverta' ha molto a che vedere con il fenomeno. Piu' del business che invece e' alla radice del disastro amazzonico imputabile ai latifondisti dei pascoli e della soia, ai mercanti di legname pregiato e alle multinazionali estrattive. E se le popolazioni rurali e urbane tuttora ricorrono al taglio massiccio di legna da ardere e all'acquisto di carbonella e' per mancanza di alternative; sulle cucine solari non si e' mai davvero puntato, e la diffusione del gas da cucina va a rilento. 4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: DIFENDERE LE PALUDI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 luglio 2008 col titolo "Le paludi della paura"] Paludi, torbiere, acquitrini, foci a delta dei fiumi, sistemi di mangrovie costiere, tundre, lagune, piane alluvionali: sono le zone umide del pianeta, e occupano il 6% della superficie terrestre. Nell'immaginario collettivo sono zone malsane e in effetti non sono un habitat adatto alla specie umana. Eppure la loro esistenza e' essenziale per la nostra sopravvivenza: "imprigionano" non tanto il mostro di Lochness ma un mostro ben piu' pauroso: 771 miliardi di tonnellate fra carbonio e metano, una quantita' che se tradotta in CO2 equivalente - l'anidride carbonica e' il principale gas serra - e' pari a un quinto del totale dei gas serra presenti in atmosfera. La loro distruzione, se proseguira', per il pianeta sara' una "bomba C", C come carbonio: ne rilasceranno una quantita' tale da amplificare il riscaldamento del clima a livelli insostenibili. Sono 40 le tonnellate di carbonio rilasciate per ogni ettaro di palude tropicale "bonificata", e sono da 2,5 a 10 le tonnellate di carbonio rilasciate per ogni ettaro di torbiera raschiato via. Se ne e' discusso a una recente conferenza scientifica internazionale, organizzata a Cuiaba (Brasile) dall'Universita' delle Nazioni Unite e dall'Universita' Federale del Mato Grosso, con la partecipazione di settecento scienziati da 28 paese. Cuiaba si trova all'imbocco del Pantanal, un complesso patchwork di laghi, lagune, fiumi, foreste e isole forestali, la piu' estesa pianura alluvionale del mondo: 150.000 chilometri quadrati, suddivisi fra Brasile, Bolivia e Paraguay. Buona parte delle migliaia di specie che lo popolano, fra cui molte migratorie, sono in via di estinzione. Benche' sotto pressione da parte dell'agricoltura intensiva, dello sviluppo industriale e urbano, il Pantanal tutto sommato sta abbastanza bene, anche perche' e' valorizzato e dunque protetto come attrazione turistica. Invece il 60% delle zone umide del pianeta sono stati distrutti negli scorsi cento anni: soprattutto drenati per ottenerne terre agricole ma anche scomparse a causa dell'inquinamento, della costruzione di dighe e canali, del pompaggio delle acque di falda, dello sviluppo urbano e dell'estrazione della torba. Il cambiamento climatico inaridisce altre terre umide. In effetti l'effetto serra e' la principale minaccia alle paludi, soprattutto nelle regioni artiche o vicine all'Artico dove le torbiere un tempo permanentemente ghiacciate si stanno sciogliendo. Se la temperatura globale aumentera' di 3 o 4 gradi centigradi, la maggior parte delle terre umide scomparira'. Succedera' anche al Pantanal. Sono stati grandemente sottovalutati sia il pericolo rappresentato dalla distruzione delle zone umide, sia i grandi servizi ambientali che la loro protezione garantisce. Spesso hanno ecosistemi la cui biodiversita' rivaleggia con quella delle foreste pluviali e delle barriere coralline. E poi aiutano il ricarico degli acquiferi, la depurazione delle acque, il riciclaggio dei nutrienti; e fanno da barriera contro le tempeste violente sulle coste e contro la loro erosione. Il disastro di New Orleans sarebbe stato meno tremendo se decenni fa le paludi di quell'area non fossero state drenate. Ma si pensi anche alle mangrovie, la cui distruzione sulle coste asiatiche - per farne resort turistici o allevamenti di gamberetti - ha reso catastrofica la forza dello tsunami del 2004. Gli Stati Uniti stanno dedicando risorse a ripristinare le zone umide in Florida e Louisiana. Con costi esorbitanti. La prevenzione, come al solito, costerebbe molto meno e sarebbe molto piu' efficace. Gli scienziati a Cuiaba hanno lanciato un appello alla comunita' internazionale per un piano d'azione concordato e urgente. 5. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: LA GARA DELLE CASE GREEN [Dal quotidiano "Il manifesto" del 31 luglio 2008 col titolo "La gara delle case Green"] Bethany Lewis, nove anni, gioca bene a football. Ma non e' per questo che l'inglesina e' apparsa in foto e gesta sul "Guardian". Negli ultimi sei mesi la sua vista acuta le e' servita per controllare continuamente un monitor nella sua casa a Leeds; cosi' e' stata determinante nell'ottenere un taglio dei consumi di energia familiari di oltre un quarto. Il monitor, in effetti, mostra il costo dell'energia consumata nella casa, minuto per minuto; e se la lancetta o chi per essa si spinge oltre i due pence l'ora, Bethany vuole sapere perche'. La sua vigilanza e' andata di pari passo con quella svolta in altre 63 case in otto strade che si chiamano Green (verde). Nel paese e' infatti in corso - da gennaio - una sana competizione fra le Green Streets. Sulla base dei risultati, questa attenzione domestica ai consumi se estesa a tutto il paese potrebbe far risparmiare alla Gran Bretagna 4,6 miliardi di sterline in bolletta energetica. Il che fa pendant con un bell'aiuto dato al clima, con una riduzione delle relative emissioni di gas serra di un bel 20%. Bethany ha spiegato che quando torna da scuola controlla i numeri, e "se mi sembrano troppo alti, vado a vedere se la tivu' e' stata lasciata inutilmente accesa, o se lo stereo e' stato lasciato con lo stand-by acceso. E spengo tutto". Migliaia di piccoli atti di questo tipo hanno fatto si' che la strada in cui abitano i Lewis, la Green Lane nel sobborgo di Cookridge, stia guidando l'originale gara: cumulativamente queste case anni '70 hanno tagliato i costi energetici del 29,32% solo con il comportamento. Le sette rivali della via di Bethany se la stanno cavando bene, salvo la Green Street di Manchester che e' ferma a una riduzione dell'8,56%. Ma l'Institute of Public Policy Research (Ippr), che sta monitorando la gara per la British Gas calcola una media di riduzione del 20%. Ancor piu' bravo di Bethany e' Cyrus, tre anni, della famiglia Neysari che conduce la classifica, dalla cima della sua collinetta. Grazie anche ai pannelli solari installati sul tetto, hanno tagliato di meta' i consumi energetici globali; 500 sterline in sei mesi solo di gas. I pannelli sono una dotazione fornita dalla gara, insieme alle valvole termostatiche per i radiatori di ogni camera, e alle cisterne per l'acqua (si tratta di case monofamiliari). Ma e' soprattutto il comportamento ad aver giocato e in questo Cyrus c'entra parecchio: va in giro a verificare. Potere dei bambini, educatori una volta educati. Semplici gesti diventano abitudini: mettere i coperchi alle pentole, annullare le lucine rosse, lavare a pieno carico e a temperature piu' modeste, spegnere il forno 5 minuti prima, asciugare i capelli all'aria, abbassare di un grado il termostato, non usare i tagliaerba a motore per i giardinetti... Il progetto comprende anche un "consulente per il risparmio energetico" ogni otto nuclei familiari. Alla luce dei buoni risultati l'Ippr formula due proposte. Primo, il Tesoro destini 4 milioni di sterline per avviare simili gare in molti altri contesti. Secondo: che si recluti una "forza nazionale di consiglieri energetici" simili agli esperti che la British Gas ha assegnato alle Green Streets della gara, insieme a 30.000 sterline per le attrezzature (pannelli, boiler ecc.). Ovviamente non una persona ogni otto famiglie, ma ad esempio uno ogni 20 vie inglesi: farebbero 10.000 consiglieri. Il costo e' stato calcolato in 500 milioni di sterline all'anno: poco piu' di un decimo rispetto a quanto il paese risparmierebbe in costi dell'energia. Il resto lo farebbero dei prestiti a basso tasso di interesse alle famiglie. 6. MONDO. MANUELA CARTOSIO: SUL TRAFFICO ILLEGALE DEL LEGNAME [Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 luglio 2008 col titolo "Traffico illegale del legno". Manuela Cartosio e' giornalista e saggista, particolarmente attenta ai movimenti e alle lotte sociali] Quasi un quinto del legname importato nel 2006 nell'Unione Europea proviene da risorse illegali. Una quantita' compresa tra i 26 e i 30 milioni di metri cubi, equivalente al totale del legname prodotto in una anno in Polonia. Lo sostiene il rapporto diffuso ieri dal Wwf che traccia le dieci rotte piu' importanti del traffico illegale del legno. La parte del leone la fa la Russia da dove, attraverso la Finlandia, arrivano nella Ue una decina di milioni di metri cubi di legname e di derivati (polpa e carta) di provenienza illegale o sospetta. Al secondo posto l'Indonesia, seguita dalla Cina che importa grandi quantita' di legname da regioni ad alto rischio per poi commercializzarle nel resto del mondo. Tra le zone piu' depredate spicca l'Amazzonia dove quasi l'80% del taglio delle foreste e' illegale. Hanno origini sospette o illegali il 23% dei prodotti in legno importati dall'Europa dell'Est, il 40% di quelli importati dal Sud-Est asiatico, il 30% di quelli provenienti dal Sud America, oltre il 36% di quelli che arrivano dall'Africa. L'Italia si piazza al quarto posto - dopo Finlandia, Regno Unito e Germania - tra i paesi della Ue piu' conniventi. Il nostro paese importa un quarto del legname fuorilegge proveniente da Camerun, Repubblica democratica del Congo, Gabon; il 14% di quello esportato dalla Bolivia, dall'Indonesia e dalla Thailandia; il 7% di quello spedito dalla Cina e il 5% dalla Malesia. Pur non essendo precise al millimetro, le cifre certificano il fallimento del piano d'azione avviato nel 2003 dall'Unione Europea. Il Flegt - Forest Law Enforcement, Governance and Trade - non ha fermato il commercio di legname illegale. E' necessario pianificare negoziati con i colossi Russia e Cina, dice Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic and Timber Trade del Wwf Italia. Il taglio illegale di legname e' la causa prima della deforestazione e la seconda dei cambiamenti climatici. Il 25% delle emissioni di gas serra e' provocato dalla degradazione delle foreste. Gli alberi sono una ricchezza che dura nel tempo. Tagliandoli, si incassa la ricchezza monetaria e si distrugge quella ambientale. Tagliandoli illegalmente, per di piu', si abbassano i prezzi del legname con gravi danni per le economie locali. Secondo la Banca mondiale la perdita economica derivante dal commercio illegale del legno ammonta a 10 miliardi di dollari l'anno. A questi vanno aggiunti 5 miliardi di dollari di tasse evase. Una perdita secca per i paesi poveri da cui proviene questa materia prima. Al traffico illegale di legname si associano le classiche forme dell'economia criminale: violenze, corruzione, riciclaggio di denaro sporco, acquisto di armi, finanziamento delle guerre civili e dei regimi dittatoriali. La giunta militare del Myanmar, per fare solo un esempio, si e' autofinanziata con i profitti derivanti dal saccheggio delle foreste e dall'esportazione di teak. Anche Greenpeace e' impegnata in una campagna contro il traffico illegale di legname. Lo scorso marzo un gruppo di suoi attivisti e' riuscito a bloccare nel porto di Caen una nave carica di legname illegale proveniente dall'Amazzonia. Non si temono, per ora, simili blitz nel porto di Zhangijiang, vicino alla foce dello Yangze, snodo principale del traffico di legname in Cina. Nel porto arrivano tronchi da Siberia, Indonesia, Brasile, Birmania, Gabon, Congo, Mozambico. Dalla fine degli anni '90 la Cina ha diminuito i disboscamenti sul suo territorio e ha quadruplicato le importazioni dai paesi dove si taglia illegalmente a manetta. 7. MONDO. MARINA FORTI: UN COCKTAIL LETALE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 giugno 2008 col titolo "Un cocktail letale". Marina Forti, giornalista e saggista particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, dei diritti umani, del sud del mondo, della globalizzazione, scrive per il quotidiano "Il manifesto" acuti articoli e reportages sui temi dell'ecologia globale e delle lotte delle persone e dei popoli del sud del mondo per sopravvivere e far sopravvivere il mondo e l'umanita' intera. Opere di Marina Forti: La signora di Narmada. Le lotte degli sfollati ambientali nel Sud del mondo, Feltrinelli, Milano 2004] La "linea del fronte della battaglia contro il cambiamento del clima" e' il Sahel. Cosi' Jan Egeland, consigliere speciale del segretario generale dell'Onu per la risoluzione dei conflitti, definisce la regione che separa il deserto del Sahara dalle terre piu' fertili dell'Africa nera, una lunga fascia semidesertica che corre dall'Atlantico fino al Mar Rosso. A guardare quei paesaggi aridi di terra sabbiosa e roccia, si capisce bene perche' Egeland ne faccia la "linea del fronte" del cambiamento del clima. Si capisce anche perche' sia proprio un esperto della "risoluzione dei conflitti" a parlare di clima e di poverta'. In effetti Egeland, gia' consigliere dell'Onu per i diritti umani, afferma che il Sahel e' un luogo dove "il cambiamento del clima, il degrado ambientale, il conflitto per le risorse naturali, il traffico di droghe, armi e esseri umani... tutto si mescola in un cocktail letale" (cosi' dichiarava ieri in un'intervista all'agenzia Reuter). Un cocktail letale. L'inviato delle Nazioni Unite sta visitando alcuni dei principali stati del Sahel: Burkina Faso, Mali, Niger. In Mali ad esempio ha visitato laghi e fiumi che si stanno prosciugando, drammatico effetto di una prolungata siccita'. In tutta la regione la siccita' e l'avanzata del deserto rendono ancora piu' difficile la vita sia degli agricoltori stanziali, sia delle popolazioni pastorali. In Mali ad esempio Egeland ha incontrato i leader di comunita' Tuareg: i quali hanno spiegato come si sentano negletti dalle nazioni in cui vivono e dall'intera comunita' mondiale, lasciati nella poverta'. "Questi risentimenti, la poverta' acuita dal degrado ambientale, acuiscono la sensazione di essere lasciati ai margini... Si sentono minacciati come comunita' pastorale: e questo spinge molti giovani a convincersi che 'no, non voglio piu' dialogo, voglio lottare perche' il dialogo non porta a nulla'", dice Egeland. E infatti tra i Tuareg divampa ormai da un paio d'anni una ribellione armata, che si e' manifestata a volte nel territorio della Mauritania, di recente nello stesso Mali dove guerrieri nomadi hanno attaccato accampamenti militari e colonne di truppe nella regione nordorientale del Kidal - il mese scorso uno di questi attacchi ha lasciato 17 ribelli e 15 soldati sul terreno. Anche nel Niger, una ribellione armata guidata da Tuareg nella regione che produce uranio ha fatto gia' 70 morti tra i soldati governativi: e il conflitto sta salendo di intensita', come testimonia il fatto che un migliaio di civili (sempre Tuareg) sono sfollati a sud, nel Burkina Faso, per sottrarsi ai combattimenti. Ieri il governo burkinabe' ha fatto appello all'assistenza umanitaria internazionale per aiutarli. Ad aggravare il tutto, la regione tra Sahel e Sahara e' anche una zona di contrabbando e traffici, con grandi quantita' di droghe e di armi che traversano la regione: Egeland spiega che narcotrafficanti colombiani ormai hanno fatto di quella regione dell'Africa occidentale un hub per il traffico di cocaina verso l'Europa, usando sia imbarchi sulle coste atlantiche sia le via carovaniere attraverso il Sahara verso nord. Tanto che molti si chiedono quanto, nella rivolta Tuareg, sia autoctono e quanto sia istigato e alimentato da trafficanti di droghe e armi... Insomma, ha ragione l'inviato dell'Onu: il Sahel illustra in modo perfetto come il degrado ambientale, lo sfruttamento (legale o illegale) di risorse, traffici e contrabbandi, emarginazione sociale e poverta' possano produrre una miscela esplosiva. 8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 120 dell'8 agosto 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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