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Minime. 526
- Subject: Minime. 526
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 24 Jul 2008 01:06:55 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 526 del 24 luglio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Lettera aperta in forma di diffida al Presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) 2. Il 24 luglio a Torino 3. Il 25 luglio a Pisa 4. "Nepi per la pace": Conclusa la terza rassegna di "Cinema per la pace" a Nepi 5. Nadia Fusini: Hannah Arendt e Il Castello di Kafka 6. Armando Torno presenta alcuni libri sulla menzogna 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. DOCUMENTI. LETTERA APERTA IN FORMA DI DIFFIDA AL PRESIDENTE DELL'ENTE NAZIONALE PER L'AVIAZIONE CIVILE (ENAC) Al Presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), e per opportuna conoscenza: al Commissario europeo ai Trasporti, ai Ministri italiani all'Ambiente, ai Beni culturali, ai Trasporti e al Welfare, al Presidente della Regione Lazio, al Presidente della Provincia di Viterbo, al Sindaco del Comune di Viterbo * Oggetto: Lettera aperta in forma di diffida dal compiere o avallare eventuali atti di inappropriato sostegno ovvero favoreggiamento della realizzazione a Viterbo del devastante mega-aeroporto per voli low cost, struttura contra legem perche' incompatibile con il Piano territoriale paesaggistico regionale e con la vigente legislazione di tutela dei beni archeologici, ambientali, culturali, sociali e in difesa della salute, della sicurezza, dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi dei cittadini di Viterbo e dell'Alto Lazio * Signor Presidente dell'Enac, con la presente le segnaliamo quanto segue: 1. che il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo per esplicita ammissione dello stesso assessore con delega ad hoc del Comune di Viterbo e' incompatibile con il Piano territoriale paesaggistico regionale del Lazio; pertanto esso non puo' essere realizzato. 2. Peraltro, lei e la struttura che presiede, non ignorate che: - il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo si troverebbe nel cuore dell'area termale del Bulicame, bene naturalistico, storico-culturale, monumentale, terapeutico ed economico di fondamentale importanza: la realizzazione del mega-aeroporto implicherebbe la devastazione di quell'area, pertanto tale sciagurata realizzazione e' impossibile de facto e illecita de jure. - il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo provocherebbe un enorme inquinamento di grave nocumento per la salute, la sicurezza e la qualita' della vita dei cittadini viterbesi. - il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo inoltre colpirebbe, e quindi danneggerebbe gravemente, anche ulteriori rilevantissimi beni locali: ambientali e sanitari, storico-culturali, scientifici, produttivi ed economici. - il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo si collocherebbe in un territorio che non dispone di adeguate infrastrutture per il trasporto via terra da Viterbo a Roma, con effetti di congestione ed inquinamento ulteriore che danneggerebbero anch'essi gravemente il territorio, l'economia, i diritti soggettivi e i legittimi interessi della popolazione altolaziale. - il mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo sarebbe infine anche in conflitto con preesistenti insediamenti di altre istituzioni pubbliche e con peculiari attivita' e prerogative delle stesse di interesse strategico nazionale. 3. A questo si aggiunga anche che il parere a suo tempo espresso dal Ministero dei Trasporti che individuava Viterbo come possibile sito per il mega-aeroporto per voli low cost era viziato da colossali e sin grotteschi errori di merito e di metodo, da palesi irregolarita' ed incongruita' procedurali e rispetto alla normativa di riferimento, deficienze tali da inficiare alla radice la correttezza e quindi la validita' di quell'atto. 4. Inoltre non si dimentichi che il mega-aeroporto nel sito specifico in cui ne e' proposta la realizzazione confligge con, ed e' privo di, fondamentali e ineludibili requisiti richiesti dalla vigente normativa nazionale e comunitaria in materia di Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica e Valutazione d'impatto sulla salute; cosicche' esso e' palesemente contra legem e pertanto irrealizzabile. 5. Infine si ricordi che la realizzazione del mega-aeroporto per voli low cost a Viterbo confliggerebbe altresi' con ulteriori normative e vincoli esistenti a tutela di beni pubblici e privati che ne sarebbero danneggiati e fin devastati; talche' tale realizzazione configurerebbe una lunga serie di specifiche violazioni di legge. Alla luce di tutto quanto precede diffidiamo lei e la struttura che presiede dal compiere o avallare eventuali atti di inappropriato sostegno ovvero favoreggiamento della realizzazione a Viterbo del devastante mega-aeroporto per voli low cost, struttura contra legem perche' incompatibile con il Piano territoriale paesaggistico regionale e con la vigente legislazione di tutela dei beni archeologici, ambientali, culturali, sociali e in difesa della salute, della sicurezza, dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi dei cittadini di Viterbo e dell'Alto Lazio. Distinti saluti, la portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini Viterbo, 23 luglio 2008 2. INCONTRI. IL 24 LUGLIO A TORINO [Dal Centro Studi Sereno Regis (per contatti: tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail: comunicazione at serenoregis.org, sito www.serenoregis.org) riceviamo e diffondiamo] Giovedi 24 luglio 2008, con inizio alle ore 17, presso la Sala Gandhi del Centro Studi "Sereno Regis", via Garibaldi 13, a Torino, si terra' un incontro con Stephen Zunes sul tema "La politica americana in Medio Oriente e le radici del terrorismo". * Stephen Zunes ha una cattedra all'Universita' di San Francisco all'interno di un programma di studi sulla pace e la giustizia. Zunes e' inoltre uno specialista del Medio Oriente, dove ha soggiornato a piu' riprese. Collabora a "Foreign Policy in Focus" e fa parte del comitato di direzione della "International Peace Research Association". * Una delle sue ultime pubblicazioni, La scatola esplosiva, e' l'opera di un docente americano che vuole anzitutto spiegare ai suoi concittadini la politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente e, consapevole dell'allargarsi di un movimento di coscienza popolare, vuole proporre un radicale cambio di rotta: sostegno alle Nazioni Unite e rapporti equi sul piano economico e politico con i paesi mediorientali. Zunes racconta come gli Stati Uniti sono divenuti la potenza che ha preso il testimone del colonialismo per governare l'economia del petrolio nel Medio Oriente. Nella strategia del "divide et impera" coloniale, gli Usa sono stati i grandi fomentatori del terrorismo cosi' come del fondamentalismo. Sono cosi' i sostenitori dei regimi piu' autoritari e sanguinari, purche' loro alleati. Dall'Egitto all'Iran la politica estera americana ha creato una catastrofe. Ed oggi lo sbocco della catastrofe prevede una catena di guerre. Ma se tutto questo produrra' piu' terrorismo e sempre piu' odio verso gli Usa, Zunes vede la possibile via d'uscita, desiderata da molti americani, che appunto comporta una uscita dal sistema di rapporti coloniali. Questa e' l'unica salvezza per gli stessi americani. 3. INCONTRI. IL 25 LUGLIO A PISA [Da Giovanni Mandorino (per contatti: gmandorino at interfree.it) riceviamo e diffondiamo] Venerdi' 25 luglio, dalle ore 17 alle ore 19, nell'aula BF, palazzo Matteucci, Piazza Torricelli 2, l'Universita' di Pisa, Corso di Laurea in Scienze per la pace, Strategie della Difesa Popolare Nonviolenta (prof. Antonno Drago), organizza un seminario con Stephen Zunes, professore di Politica e studi internazionali dell'Universita' di San Francisco, che parlera' su "U.S. Foreign Policy and Pro-Democracy Movements: People Power or Imperialism?". * Stephen Zunes e' professore di Politica e Studi Internazionali all'Universita' di San Francisco, dove dirige il programma di ricerca sul Medio Oriente. E' senior policy analyst per il progetto Foreign Policy in Focus dell'Istituto per gli Studi Politici, editore di "Peace Review", e presidente del comitato dei consulenti accademici dell'International Center on Nonviolent Conflict. E' autore di molti articoli e libri sulla politica del Medio Oriente, la politica estera Usa, terrorismo internazionale, nonproliferazione nucleare, azione strategica nonviolenta e diritti umani. E' il curatore principale di Nonviolent Social Movements (Blackwell Publ., 1999), l'autore del famoso Tinderbox: U.S. Middle East Policy and the Roots of Terrorism (Common Courage Press, 2003) e coautore di Western Sahara: Nationalism, Conflict, and International Accountability (Syracuse Univ. P., 2008.). E' editorialista per gli affari esteri del "National Catholic Reporter" e contribuisce regolarmente al website Common Dreams della rivista "Tikkun". * Le rivoluzioni "arancioni", avvenute dopo una serie di rivoluzioni chiaramente nonviolente (Cecoslovacchia 1968, Filippine 1986, Paesi liberatisi nel 1989, ecc.), hanno lasciato il sospetto che la Cia, per destabilizzare regimi invisi agli Usa, abbia suscitato gruppi di intervento che hanno sfruttato le potenzialita' politiche dei metodi e delle tecniche nonviolente collaudate in precedenti rivoluzioni. Zunes e' uno degli studiosi che piu' si e' occupato di questa polemica. 4. INIZIATIVE. "NEPI PER LA PACE": CONCLUSA LA TERZA RASSEGNA DI "CINEMA PER LA PACE" A NEPI [Dal Comitato "Nepi per la pace" (e-mail: info at comitatonepiperlapace.it, sito: www.comitatonepiperlapace.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Domenica 20 luglio 2008 si e' conclusa a Nepi (Viterbo) la terza rassegna di "Cinema per la pace" organizzata dal comitato "Nepi per la pace". Dal 14 al 20 luglio sono stati proposti sette film che hanno suscitato grande interesse da parte di un pubblico numeroso ed attento e che sono stati di stimolo per una riflessione su temi legati alle politiche di pace. La rassegna si e' conclusa con la proiezione del film documentario "Biutiful Cauntri" sul fenomeno dell'ecomafia e delle discariche abusive in Campania. "Biutiful Cauntri", ovvero "il bel paese", per indicare una zona che la camorra usava per bruciare e seppellire i rifiuti tossici provenienti in larga parte dalle industrie e dalle fabbriche del Nord Italia. Il documentario ha mostrato con grande efficacia il crimine ambientale che si e' consumato in Campania: piu' di 1.200 discariche abusive di rifiuti tossici, oltre 2 miliardi di euro spesi per la cosiddetta emergenza rifiuti e ben 10 commissari straordinari che si sono succeduti dal 1994 in poi, senza trovare una valida soluzione per questa ferita mortale inferta alla salute delle persone, all'ambiente e all'economia campana. Il film con la sua forte e netta denuncia degli intrecci tra camorra, politica, e logge massoniche e' stato il punto di partenza per un'ampia riflessione sulla situazione delle discariche abusive presenti anche nel territorio viterbese. Discariche abusive che rappresentano un danno ed un pericolo per l'ambiente e la salute delle persone, discariche di rifiuti tossici risultato dell'azione criminale di organizzazioni malavitose ormai da anni infiltrate anche nella nostra provincia e favorite dall'assenza di una adeguata politica di controllo e difesa del territorio. Hanno portato la loro testimonianza e preso parte alla discussione le rappresentanti dei comitati cittadini impegnati nella tutela dell'ambiente e della salute di Cinelli-Vetralla e Capranica e il sindaco del Comune di Castel Sant'Elia - tre dei comuni viterbesi interessati dal fenomeno delle discariche abusive -, l'assessore all'ambiente del Comune di Nepi, il referente dell'Osservatorio provinciale "ambiente e legalita'" di Viterbo, e la dottoressa Antonella Litta, presidente del comitato "Nepi per la pace" e referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia). Nel dibattito, seguito con vivo interesse nonostante l'ora tarda da tante persone, sono state evidenziate le criticita' ambientali del nostro territorio, generate spesso da un modello di sviluppo che si vuole continuare ad imporre a tutti costi senza tenere in giusta considerazione quelle che sono le caratteristiche e le vocazioni naturali e tradizionali della nostra terra. E' stata espressa unanimemente la necessita' di un maggior controllo del territorio e di una immediata ripresa dell'azione per mettere in sicurezza ed avviare la bonifica delle discariche nei comuni interessati, iniziativa che deve assolutamente essere una responsabilita' prioritaria dei sindaci e delle istituzioni, come anche la necessita' di una sempre maggiore informazione dei cittadini viterbesi riguardo a questi fenomeni. La terza rassegna cinematografica si e' chiusa quindi all'insegna di un rinnovato impegno per la tutela della salute e dell'ambiente, valore fondamentale ed indispensabile per ogni politica di pace sia a livello locale che globale, e con un sentito ringraziamento a tutti i soci del comitato "Nepi per la pace" per la passione e la generosita' che hanno fatto il successo di questa iniziativa e di tutte le precedenti. 5. RIFLESSIONE. NADIA FUSINI: HANNAH ARENDT E IL CASTELLO DI KAFKA [Dal quotidiano "La Repubblica" del 21 luglio 2008 col titolo "Il segreto di Hannah. Quel che Kafka rivelo' alla Arendt" e il sommario "Se la Weil e la Bespaloff avevano intuito il tema dello sradicamento umano, lei pote' osservare l'intera parabola del totalitarismo. Durante l'esilio in America, la pensatrice affronto' Il Castello e capi' il male radicale che stava stravolgendo il mondo. Solo la coscienza individuale puo' difendere il volto etico dell'esistenza. L'abuso della forza tramutava in dis-umani sia i persecutori che le vittime". Nadia Fusini, nata ad Orbetello nel 1946, acuta intellettuale, fine saggista, narratrice, traduttrice e curatrice di edizioni di classici, docente universitaria (laureata in lettere e filosofia all'Universita' La Sapienza di Roma nel luglio 1972 con Agostino Lombardo e Giorgio Melchiori con una tesi sul tema dell'iniziazione nella letteratura del Novecento; dopo un periodo di studi nel campo della letteratura americana negli Stati Uniti presso le universita' di Ann Arbor e di Harvard, ha studiato Shakespeare e il teatro elisabettiano presso lo Shakespeare Institute di Birmingham, in Gran Bretagna; e' stata nel 1978-'82 professore incaricato di lingua e letteratura inglese all'Universita' di Bari e dal 1982 ha la cattedra di lingua e letteratura inglese all'Universita' La Sapienza di Roma; dal 2000-2001 insegna, oltre letteratura inglese, critica shakespeariana), e' impegnata nelle esperienze del movimento delle donne. Opere di Nadia Fusini: segnaliamo particolarmente (a cura di, con Mariella Gramaglia), La poesia femminista, Savelli, Roma 1974; La passione dell'origine. Studi sul tragico shakespeariano e il romanzesco moderno, Dedalo, Bari 1981; Pensieri di pace e di guerra, Centro Virginia Woolf, Roma 1984; Nomi. Dieci scritture femminili, Feltrinelli, Milano 1986, nuova edizione Donzelli, Roma 1996; Due. La passione del legame di Kafka, Feltrinelli, Milano 1988; La luminosa. Genealogia di Fedra, Feltrinelli, Milano 1990; B e B. Beckett e Bacon, Garzanti, Milano 1994; La bocca piu' di tutto mi piaceva, Donzelli, Roma 1996; Due volte la stessa carezza, Bompiani, Milano 1997; Uomini e donne. Una fratellanza inquieta, Donzelli, Roma 1996; Il figlio negato, Mondadori, Milano; L'amor vile, Mondadori, Milano 1999; Lo specchio di Elisabetta, Mondadori, Milano 2001; I volti dell'amore, Mondadori, Milano 2003; La bocca piu' di tutto mi piaceva, Mondadori, Milano 2004; Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf, Mondadori, Milano 2006. Ha curato traduzioni e edizioni, tra gli altri, di testi di Mary Shelley, Keats, Ford, Shakespeare, Wallace, Virginia Woolf (di cui ha curato l'edizione delle opere nei Meridiani Mondadori). Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000. Rachel Bespaloff, musicista e filosofa, nata nel 1895 da una famiglia ebraica in Ucraina, figlia del pensatore e militante sionista Daniel Pasmanik; nel 1897 la famiglia si trasferi' a Ginevra, in Svizzera; visse poi in Francia - a Parigi nel 1922 si sposo' con Shraga Nissim Bespaloff - e, dal 1942, esule negli Stati Uniti, a New York, dove lavoro' alle trasmissioni radiofoniche in francese a sostegno della lotta contro il nazifascismo, e fu poi docente universitaria; si tolse la vita nel 1949. Brillante allieva del musicista Ernest Bloch, nel 1925 l'incontro con Lev Sestov la oriento' a privilegiare la filosofia rispetto alla musica. Fu in fecondo contatto intellettuale anche con Daniel Halevy, Gabriel Marcel, Jean Wahl (con cui ebbe un rilevante carteggio). Nel 1935 pubblica Cheminements et carrefours; nel 1943 Dell'Iliade; e nel corso del tempo numerosi rilevanti saggi prevalentemente di argomento filosofico e letterario. Opere di Rachel Bespaloff: Cheminements et carrefours, 1935; Dell'Iliade, 1943; Lettres a' Jean Wahl 1937-1947. Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994. Franz Kafka, scrittore praghese di lingua tedesca (1883-1924), forse il piu' grande scrittore del Novecento. Opere di Franz Kafka: andrebbe letto tutto: romanzi, racconti, diari, lettere. Opere su Franz Kafka: sono infinite, segnaliamo almeno alcuni autori che su Kafka hanno scritto significativamente: Guenther Anders, Hannah Arendt, Walter Benjamin, Maurice Blanchot, Elias Canetti, Remo Cantoni, Marthe Robert. Per un avvio: Marino Freschi, Introduzione a Kafka, Laterza, Roma Bari 1993, 2001] Nell'agosto 1944 Hannah Arendt fu invitata ai colloqui di Pontigny-en-Amerique, che si svolgevano presso il College di Mount Holyhoke, nel Massachussets, non lontanto da Boston. Dal monastero circestense in Borgogna, armi e bagagli gli "Entretiens de Pontigny" si erano li' trasferiti, dopo l'invasione nazista del suolo francese, e Mount Holyhoke era diventato in quegli anni un sicuro riparo per chi di origine ebraica fuggisse dalle persecuzioni razziali. Del comitato di intellettuali esuli facevano parte Jacques Maritain, Gustave Cohen, Jean Wahl. Insieme con Jean Wahl, nel 1942 era arrivata Rachel Bespaloff. La quale dal '43 aveva preso a insegnare letteratura francese. Rachel era senz'altro tra coloro che in quell'agosto ascoltarono il discorso di Hannah Arendt su Kafka. Partendo dal romanzo Il Castello, Hannah Arendt affrontava lo stesso tema della violenza, cui Rachel e Simone Weil s'erano appassionate leggendo l'Iliade. A partire da un testo letterario anche lei rifletteva sul presente. Kafka era vicino, assai piu' vicino di Omero; era piu' facile, in un certo senso, leggerlo come un pensatore politico. E soprattutto profetico, perche' Hannah Arendt rintraccia nel romanzo kafkiano la descrizione di una nuova forma di governo, sconosciuta - osserva - a Montesquieu; la forma che di li' a poco - Kafka scriveva negli anni '20 - il mondo avrebbe assunto. Anzi, aveva assunto. Agli orecchi di chi ascoltava l'appassionata conferenza si profilo' un nuovo nesso tra passato e futuro; un vincolo agghiacciante in cui il futuro investiva d'impeto il presente e non donava, semmai toglieva il passato, facendosi beffe di ogni umana, troppo umana arroganza. Ma se il futuro era alle spalle, e il presente intransitabile - che fare? La domanda non e' irrilevante per Hannah, la quale si presentera' sempre non come una filosofa: "Io non appartengo alla cerchia dei filosofi" ripetera' piu' volte. Ci tiene a dirlo, quasi annunciasse in tal modo la sua vocazione, che e' quella di pensare: "il mio mestiere, la mia disciplina e' di pensare", afferma senza mezzi termini; e prosegue qualificando il suo proprio modo di pensare come Selbstdenken. E cioe', al modo di una che pensa da se', che pensa da sola. Cosi' amava dire Rahel Levin Varnhagen, la giovane donna ebrea a cui all'inizio degli anni Trenta aveva dedicato la sua attenzione. Quando nel suo salotto letterario di Berlino Rachel conversava con Schlegel, con Humboldt, con Schleiermacher, Rachel proclamava: "tutto dipende dal riuscire a pensare da soli". Appunto. Il fatto che si pensi da soli, pero', non significa che i pensieri non si intreccino in una rete di stimoli, impulsi, echi, rimandi. E' questa trama, al contrario, che io invito a cogliere tra i pensieri di Hannah, di Rachel - questa Rachel che ora Hannah ha di fronte in ascolto - e Simone. Dopo il seminario di Mount Holyhoke Rachel Bespaloff e Hannah Arendt si incontrarono un'altra volta a una cena a cui erano presenti, tra gli altri, Hermann Broch e Mary McCarthy. I quali saranno nel tempo grandi amici di Hannah. Ed erano stati entrambi coinvolti nella pubblicazione in inglese del saggio sull'Iliade di Rachel. Se Rachel ascolto' Hannah, perche' Hannah non avrebbe dovuto leggere Rachel? Pur nelle distinzioni che rimangono tra loro, le due donne condividono esperienze che le accomunano; l'esilio, la persecuzione, e delle letture. Kafka, Benjamin, Brecht sono nomi che dicono molto anche a Rachel. La quale in quegli anni legge i romanzi di Albert Camus e rabbrividisce alla "furia di gelida violenza" che vi trova. K. - il protagonista del Castello - spiega Hannah, voleva essere un uomo come tutti gli altri. Ma scopre che la societa' in cui vive non e' piu' umana; ragion per cui, la sua intenzione, all'apparenza semplice, modesta, di realizzare i diritti umani essenziali, risultera' un progetto impossibile a realizzare. Le forze di un singolo individuo possono bastare a costruirsi una camera, osserva Hannah, ma non "a soddisfare il bisogno elementare di vivere un'esistenza umana". Ecco, il male - che Simone aveva definito "incolore, monotono, arido, noioso", e Hannah chiama "radicale", mentre piu' tardi, con maggiore precisione, sostituira' l'aggettivo "radicale" con "estremo". Ecco, la violenza - e cioe', la distruzione della dignita' umana, l'uccisione della personalita' morale, dell'unicita' dell'uomo. Ecco l'"uomo-cosa". Ecco l'"irrealta'". Un uomo di buona volonta', il quale vuole solo quello che gli spetta di diritto, e cioe' una casa, un lavoro, una famiglia, il diritto di cittadinanza; un uomo che non chiede mai nulla piu' del giusto, le cui ambizioni sono tutte qui, ripete Hannah: avere una casa, una posizione, un lavoro - viene trattato come se chiedesse l'impossibile. Gli si fa capire che potrebbe avere quel che esige, se solo lo chiedesse come un dono, come un'elargizione dall'alto; non come un diritto. K. si rende conto di qualcosa che e' accaduto senza che tutti gli altri abitanti del villaggio l'abbiano compreso; anzi, proprio senza rendersene conto, l'hanno accettato. E' accaduto che tutto cio' che secondo natura dovrebbe essere in mano all'uomo gli e' stato sottratto dal potere, e gli torna dall'alto come destino, o come dono, o come una maledizione. K. non vuole accettare quel sistema di violenza, ne' l'ossessione della paura in cui vive il villaggio all'ombra del Castello. Morira' spossato in una battaglia che non riesce neppure a ingaggiare. Il potere di fatto non gli riconosce la liberta', ovvero, la "capacita' umana di agire", di confrontarsi in un'"amicizia eguale" con gli altri, di costruirsi la sua propria vita. Ecco il male radicale, il male estremo che soffoca l'esistenza - argomenta Hannah. Kafka lo rivela. Coglie il segreto doloroso, ma vero, dell'esistenza umana. Che il tramite sia l'Iliade, o il Castello, chi legge il testo vi legge il mondo. Se avvicino Hannah Arendt a Simone Weil (e a Rachel Bespaloff) non e' per stringerle in una identita' di vedute che le scolorisca l'una sull'altra. Sono al contrario ben avvertita del "doppio paradosso" di cui parla Roberto Esposito nel suo bel libro L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, uscito qualche anno fa per Donzelli: quel che le avvicina, nel loro caso, sono d'accordo, e' una "lontananza approssimante", "una distanza che congiunge". Ma le risonanze contano e quello "sradicamento umano", che sia Simone sia Rachel avevano intuito nei loro anni, e ora si stava realizzando, Hannah, che sopravvisse loro, ebbe il tempo di vederlo. Simone, ricordo, mori' nel 1943. Rachel nel '49. Hannah nel '75. Erano nate Simone nel 1909, Rachel nel 1895 e Hannah nel 1906. Se le prime due conobbero la sola ipostasi nazi-fascista, Hannah pote' osservare per intero compiersi la parabola del fenomeno totalitario. Ebbe modo dunque di portare a fondo un'intelligenza che si nutri' anche dell'incontro con il pensiero delle altre due donne. Anzi, con un pensiero femminile che non separava la filosofia dalla vita, ne' la lettura dall'esistenza. Un pensiero la cui potenza di illuminazione cresceva in proporzione all'indignazione etica, secondo una piega che muoveva la sensibilita' e l'intelligenza a prendere il punto di vista dell'altro, a mettersi nei panni del piu' debole. La "forza" torna al centro della sua attenzione. Simone l'aveva detto: "non credo che si capisca molto dei rapporti umani, se non si mette al centro la nozione di forza". Hannah la segue; ma di quella forza, che Simone vede come costante universale della natura umana (della quale verita' l'Iliade e' "il piu' bello, il piu' puro degli specchi"), vuole descrivere l'espressione "nuova", frutto dei regimi totalitari che indaga. Nel mondo di Hannah, secondo Hannah, e' accaduto qualcosa di nuovo, una degenerazione, una perversione, una mostruosita' abnorme in cui l'abuso della forza tramuta in dis-umani sia i persecutori, sia le vittime. Tutto e' forza, "salvo in un punto" aveva detto Simone. In quel "punto" aveva identificato una specie di non-forza, una specie di negativo della forza, e l'aveva chiamato Amore. Amore tiene in pugno Ares, aveva detto. Rachel quel "punto" lo chiama piuttosto poesia, ovvero la capacita' del poeta di mantenere viva nella parola l'avventura umana della conoscenza. La sua difesa di un luogo dell'interiorita', dove l'esistenza prende un volto etico. Per Hannah quel "punto" e' la coscienza individuale. La forza ha il potere di "congelare l'anima", aveva detto Simone. Hannah riprende l'immagine, e la modula diversamente: mai nessun potere, afferma, ha preteso l'annientamento della presenza umana, se non quello totalitario. Mai nessun potere ha voluto con altrettanta determinazione annichilire la coscienza. Qui si vuole non soltanto l'obbedienza; qui si vuole l'annientamento non solo della vittima, ma anche del carnefice. Qui si distrugge non solo l'ebreo, ma il nazista. Si annienta l'uomo. E tale degenerazione non e' iscritta nelle cellule del potere; semmai, ne e' l'esito perverso. Su questo punto tra le tre donne non c'e' accordo. Non si tratta di stabilire oggi, a distanza di anni, chi ha torto e ragione. Ma di non dimenticare l'ascolto di cui sono state capaci proprio mettendo a tema ognuna a suo modo la loro differenza. Perche' oggi si ha l'impressione che sia necessario pensare la liberta', e ripensare la politica. 6. LIBRI. ARMANDO TORNO PRESENTA ALCUNI LIBRI SULLA MENZOGNA [Dal "Corriere della sera" del 21 luglio 2008 col titolo "Non possiamo vivere senza menzogna" e il sommario "Ritorna l'affascinante polemica sulla falsita' tra Constant e Kant. E un'opera dimenticata di Hobbes. Ignacio Mendiola: la bugia e' un rifugio. Ci protegge dal mondo". Armando Torno (Milano, 1953), giornalista culturale, saggista, editorialista del "Corriere della sera". Tra le opere di Armando Torno: Mirabilia. Itinerari bibliografici dal XV al XX secolo, Bocca, 1983; La peste di Milano, Rusconi, 1987, 1998; (con Pierangelo Sequeri), Divertimenti per Dio. Wolfgang Amadeus Mozart, Piemme, 1991; Pro e contro Dio. Tre millenni di ragione e di fede, Mondadori, 1993; Senza Dio? Due secoli di riflessioni tra speranza e negazione, Mondadori, 1995; Mozart a Milano, La Vita Felice, 1996, Mondadori, 2004; La truffa del tempo, Mondadori, 2000; (con Carmelo Di Gennaro), La Scala nell'eta' di Verdi, Il Polifilo, 2001; Le virtu' dell'ozio, Mondadori, 2002; La moralita' della violenza. Considerazioni sul male della storia, Mondadori, 2003; Quel che resta di Dio. Cinque percorsi alla ricerca della fede, Mondadori, 2005; Il gioco di Dio. Dodici storie della Bibbia, Mondadori, 2007; Arturo Benedetti Michelangeli. Un incontro, Morcelliana, 2007] Nel 1797 il trentenne Benjamin Constant scrive un trattatello dal titolo Delle reazioni politiche. Viene subito tradotto e ripartito in vari fascicoli da una rivista tedesca. Tra i molti nervi scoperti che l'amico di Madame de Stael si procura il piacere di toccare c'e' il tema della menzogna. Da uomo del suo tempo, disilluso quanto brillante, Constant ricorda che i principi universali, qualora si dovessero utilizzare per le concretezze della vita, dovrebbero fondarsi su qualcosa di intermedio, insomma su un riferimento capace di concatenarli con la realta'. E, tra le molte frasi, ce n'e' una che non poteva passare inosservata: "Dire la verita' e' un dovere, ma solo nei confronti di chi ha diritto alla verita'". Apparentemente sembra una teoria come molte altre di quel periodo ma, mettendo a punto la cosa, Constant non riesce a trattenersi dal criticare Immanuel Kant e, in particolare, alcune sue riflessioni. Tra le quali c'era la seguente: "Persino di fronte a degli assassini che vi chiedessero se il vostro amico, che loro stanno inseguendo, si sia rifugiato in casa vostra, la menzogna sarebbe un crimine". Era noto - e lo e' ancora ai nostri giorni - che per il sommo pensatore bisogna dire la verita' in ogni situazione. Sempre e comunque. La replica non si fa attendere. Kant risponde, ribattendo punto per punto (come fece Origene contro il pagano Celso), con uno scritto dal titolo Su un presunto diritto di mentire per amore dell'umanita'. Per dirla in breve, il tedesco non si muove di un millimetro. Tra le sue parole vale la pena ricordare: "Chi dunque mente, per quanto buone siano le sue intenzioni, ha l'obbligo di assumersi la responsabilita' delle conseguenze che ne derivano"; e ancora: "E' pertanto un sacro precetto della ragione - precetto che si impone incondizionatamente ed e' irriducibile ad ogni ordine di convenienza - essere veritieri (onesti) in ogni dichiarazione". Ora, chi volesse conoscere quella polemica e prendere atto dei testi, trova in un delizioso libretto, firmato Kant-Constant e dal titolo Il diritto di mentire, quanto desidera. La curatrice, Sabrina Mori Carmignani, merita una menzione per il saggio introduttivo e la confezione del piccolo volume edito da Passigli. Pagine che sollevano una questione irrisolta da millenni: gia' Agostino aveva scritto il De mendacio, dove distingueva e catalogava le bugie, mentre sette secoli prima di lui Eubulide di Mileto (ripreso da Aristotele) elaboro' il "Sofisma del mentitore". Che, nella prima formulazione, suonava cosi': "Se menti dicendo di mentire, nello stesso tempo menti e dici la verita'". Lo hanno ripreso i logici del Novecento. L'argomento sarebbe una questione oziosa e irrisolta della filosofia se non fosse tornato di grande attualita'. O meglio, per dirla con i francesi, "e' nel vento". Prova ne e' la traduzione italiana, uscita da Tropea, di un brillante saggio di Ignacio Mendiola, Elogio della menzogna. In esso si afferma una verita' incontestabile: sulla menzogna sono state dette molte bugie. Gli esempi riportati si sprecano e il sociologo basco ne prende a prestito dal cinema, dalla letteratura e dalle esperienze esistenziali. Che sarebbe l'amore senza la bugia? Mendiola rivendica il nostro diritto a mentire. Per lui Pinocchio non esiste ma di questo burattino abbiamo bisogno, come del principe azzurro e del lupo cattivo, giacche' tra le braccia delle loro menzogne abbiamo trascorso ore serene e sonni beati. Ma lasciamogli la parola: "La menzogna e' una protezione contro il mondo, un costrutto che ci salvaguarda dall'inclemenza del nonsenso, un rifugio che deve essere costruito anche da chi ripudia la menzogna, perche' nella verita' risiede solo l'inesistente occhio di Dio". Non si esprime da credente, ma i suoi argomenti sono perfetti per la vita che dobbiamo sopportare. Si dovrebbe infine parlare di menzogna culturale, dell'inganno dell'arte e dell'architettura, del fondamentale ruolo della bugia in politica, in economia e nella societa' della comunicazione di oggi (senza menzogna ci sarebbe la tv?), ma preferiamo segnalarvi un ultimo libro che indirettamente soffia sull'argomento. Si tratta della Historia Ecclesiastica di Thomas Hobbes, che ha appena visto la luce presso l'editore parigino Honore' Champion con il testo critico latino, la versione inglese e una formidabile introduzione di 300 pagine di Patricia Springborg dell'ateneo di Sydney (esce con il contributo della Libera Universita' di Bolzano). Quest'opera, in forma di carme elegiaco, che non ha mai trovato rilievo negli studi su Hobbes, e' forse lo scritto piu' virulento e polemico del filosofo inglese. Alla base c'e' la condanna del potere papale, ma i versi sono permeati da una domanda inquietante, espressa sovente in forma di satira: di quante menzogne ha avuto bisogno la Chiesa nella storia? Come si fa a rispondere? Hobbes non ne offre l'elenco. E poi, tutto sommato, per chi ha fede non e' particolarmente importante. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 526 del 24 luglio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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