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Minime. 496
- Subject: Minime. 496
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 24 Jun 2008 00:37:18 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 496 del 24 giugno 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Maria Milagros Rivera Garretas: Pensare un uomo nuovo non violento 2. Beppe Pavan: "Tolleranza zero" nei confronti della guerra 3. Ali Rashid: La tregua di Gaza 4. Daniele Barbieri intervista Lance Henson 5. Libreria delle donne di Milano: Qualche idea per le letture estive 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. RIFLESSIONE. MARIA MILAGROS RIVERA GARRETAS: PENSARE UN UOMO NUOVO NON VIOLENTO [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo dal titolo "Pensare un uomo nuovo non violento", scritto originariamente per una rivista spagnola che non l'ha pubblicato, e il cui testo originale si trova nel sito www.ub.es/duoda; la traduzione e' di Clara Jourdan. Maria-Milagros Rivera Garretas, pensatrice femminista, storica, docente universitaria di Storia medioevale a Barcellona, animatrice del Centre de recerca de dones e della rivista "Duoda", da anni collabora con la rivista italiana "Via Dogana" e con la comunita' filosofica femminile Diotima. Dalla rivista "Via Dogana" riprendiamo la seguente scheda di presentazione: "Maria-Milagros Rivera Garretas vive a Barcellona, dove insegna Storia medievale all'Universita', portando la sua passione ben oltre le mura dell'istituzione. La rete di relazioni che ha saputo creare con il Centre de recerca de dones e con la rivista 'Duoda' si e' allargata alla Rete mondiale con un master on line e con un cd-rom sulle memorie di Leonor Lopez de Cordoba, la prima autobiografia conosciuta in lingua spagnola di una donna vicina alla regina di Castiglia tra il 1404 e il 1412. In italiano possiamo leggere Nominare il mondo al femminile (trad. di Emma Scaramuzza, Editori Riuniti 1998). Da anni ha un intenso rapporto di scambio con 'Via Dogana' e con [la comunita' filosofica femminile] Diotima, anche come traduttrice: e' in gran parte a lei che dobbiamo la conoscenza nei paesi di lingua spagnola del pensiero italiano della differenza sessuale". Tra le opere di Maria-Milagros Rivera Garretas: Nominare il mondo al femminile, Editori Riuniti, Roma 1998; Mujeres en relacion. Feminismo 1970-2000, Icaria Editorial, 2003, edizione italiana Donne in relazione. La rivoluzione del femminismo, Liguori, Napoli 2007; La diferencia sexual en la historia, Universitat de Valencia, 2005] Chiedo agli uomini che hanno conosciuto qualche volta l'amore - e sono molti perche' senza amore non sarebbero vivi - di pensare tra loro un uomo nuovo: un uomo non violento, un modo di essere uomo che riconosceranno tra quelli che gia' ci sono e decideranno come sara'. Solo questo puo' rendere impensabile la violenza contro le donne: impensabile come e' impensabile oggi il cannibalismo. Perche' l'accumularsi di omicidi in Spagna nei primi due mesi dell'anno - diciassette alla fine di febbraio oltre a un numero indeterminato di donne gravemente ferite - mostra decisamente che gli uomini sono responsabili come sesso e come cultura. La cultura, storicamente maschile, di risolvere mediante una legge sta fallendo. La legge attuale vale perche' ha preso nota che la differenza sessuale esiste e perche', indubbiamente, aiuta a lenire alcune delle conseguenze della violenza. Ma non la evita. E' questo il suo fallimento. Se sono uomini gli aggressori, sono loro quelli che possono pensare come smettere di esserlo. So che, in confronto alle donne, gli uomini hanno poca esperienza di mettersi in discussione, anche quelli che ne sanno molto di mettere tutto in discussione. Ma so anche che si trovano in un momento storico critico perche', non essendosi quasi interrogati sul loro essere uomini durante gli ultimi quarant'anni, la maniera di esserlo della maggior parte di loro e' rimasta indietro rispetto al presente. Lia Cigarini ha recentemente scritto su una rivista di politica di Milano ("Via Dogana") che la crisi della democrazia rappresentativa e' molto legata all'assenza di pratica politica e di pensiero maschile libero sul modo di essere uomo oggi, quando il successo della rivoluzione del femminismo e' visibile in tutti gli ambiti della vita sociale. E' evidente che se noi donne siamo cambiate profondamente grazie all'autocoscienza, e gli uomini sono rimasti dove stavano tempo fa, senza elaborare il loro senso della mascolinita' in un mondo ormai trasformato, la convivenza di donne e uomini in casa non puo' non essere insostenibile. Essendo una donna, io non so cosa sia essere un uomo. Pero' posso dire che vedo le loro vite imprigionate dalla dialettica. Sono dialettici nel loro lavoro, definito dalla lotta e dalla competitivita', sono dialettici nel loro ozio, definito da sport dedicati a eliminare avversari, sono dialettici nella loro politica, definita dalla contrapposizione di forze e ragioni. Ma succede che oltre la dialettica - non contro - ci sia la vita. E questo noi donne lo sappiamo. Qui - penso - e' il nodo del mancato incontro tra i sessi. Un mancato incontro che e' di coppia e di civilta'. 2. RIFLESSIONE. BEPPE PAVAN: "TOLLERANZA ZERO" NEI CONFRONTI DELLA GUERRA [Ringraziamo Beppe Pavan per contatti: carlaebeppe at libero.it) per questo intervento. Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale"] 1820: il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha dato un numero ad una sua risoluzione. Gli stupri di guerra da ora in poi saranno considerati armi e i responsabili puniti dal tribunale dell'Aja. Sembra che debba unirmi al coro degli elogi: finalmente! Il segretario generale dell'Onu ha detto che usera' "tolleranza zero" verso i responsabili e i loro superiori... Un passo avanti? In questa giungla che e' diventato il mondo "civile" e "cristiano" sembrerebbe di si'. Ma l'Onu e' nata, se non ricordo male, per praticare la "tolleranza zero" nei confronti della guerra! "Mai piu'!" si disse. E il segretario generale pretende di essere creduto quando proclama guerra alle violenze sessuali in guerra? La violenza sessuale contro le donne appartiene alle pratiche del dominio maschile, esattamente nello stesso elenco in cui troviamo la guerra. Per eliminarla non c'e' che una sola strada: gli uomini, tutti gli uomini, a cominciare da me e dal segretario generale dell'Onu, si mettano consapevolmente in cammino di cambiamento. Cambiamento delle loro pratiche di vita, del loro modo di concepire e di stare nelle relazioni, abbandonando ogni pretesa di dominio e riconoscendo ogni persona diversa da se' soggetto libero e titolare del diritto all'autodeterminazione e al rispetto. L'Onu dovra' tornare sui suoi passi e dichiarare "tolleranza zero" anche contro la guerra e condannarne i responsabili e sciogliere gli eserciti e imparare l'arte della mediazione nella gestione dei conflitti. Deve diventare un'arte universale, non applicata solo nei conflitti tra marito e moglie o tra bulli di scuola. E intanto ogni uomo smetta di fere violenza alle donne, in qualunque modo. Cosi', quando qualcuno di loro diventera' presidente di uno Stato o primo ministro, avra' imparato ad usare la mediazione anche nelle relazioni internazionali, senza limiti di tempo: alla pazienza non bisogna imporre un termine, altrimenti bisogna chiamarla con un altro nome. 3. RIFLESSIONE. ALI RASHID: LA TREGUA DI GAZA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 giugno 2008 col titolo "Occasione da non perdere, ma e' troppo fragile la tregua di Gaza". Ali Rashid e' stato a lungo il primo segretario della delegazione palestinese in Italia; poi parlamentare italiano, eletto alla Camera dei Deputati nelle elezioni dell'aprile 2006. Fine intellettuale di profonda cultura, conoscitore minuzioso degli aspetti storici, politici, economici e culturali della situazione nell'area mediorientale, esperto di questioni internazionali, acuto osservatore della cultura e della societa' italiana e protagonista dell'impegno civile e della cultura democratica nel nostro paese. E' figura di grande autorevolezza per rigore intellettuale e morale, ed e' una delle piu' qualificate voci della grande tradizione culturale laica palestinese. Suoi scritti appaiono sovente nel nostro paese sui principali quotidiani democratici e sulle maggiori riviste di cultura e politica] I primi rifornimenti di carburanti hanno varcato la chiusura ermetica della stremata Striscia di Gaza: e' il segno tangibile dell'entrata in vigore della tregua tra il governo israeliano e Hamas, grazie alla mediazione del Cairo. Un cauto ottimismo per un disperato bisogno di relativa normalita' domina i sentimenti dei palestinesi dopo un assedio che dura da piu' di un anno, e degli israeliani costretti a subire le rappresaglie palestinesi con il lancio quotidiano dei missili artigianali Qassam. Primi segnali, anche se accompagnati da operazioni dell'aviazione e delle truppe israeliane lungo la Striscia, che hanno causato la morte di un militante di Hamas e il ferimento di altri due; e da una escalation in Cisgiordania con il rastrellamento della citta' di Kalqilya, la distruzione delle case di due ricercati e l'incendio di decine di ettari di grano e ulivi da parte dei coloni a Borin presso Nablus. Mentre tutte le organizzazioni palestinesi ribadiscono il loro rispetto all'accordo, il premier israeliano Olmert dichiara la sua "perplessita'" sull'efficacia della sua tregua, precisando che, se fallisce, e' gia' pronto un piano per un massiccio attacco militare. L'accordo rischia di essere subito ridimensionato. Israele vorrebbe limitarne la portata alla Striscia, senza modificare minimamente la sua strategia di annessione "strisciante" della Cisgiordania con l'allargamento degli insediamenti, l'annessione di Gerusalemme, la continuazione del Muro e la paralisi delle trattative di pace con l'Anp. Sul piano politico, grande importanza assume il fatto che le trattative che hanno portato alla tregua, pur mediate dall'Egitto, siano state direttamente con Hamas. Israele aveva imposto al mondo - cosi' ha fatto subito l'Ue - di inserirla nella lista delle organizzazioni terroristiche. Delegittimando cosi' il governo palestinese democraticamente eletto nel gennaio 2006, azzerandone la rappresentanza e dividendo i palestinesi spinti quasi ad una feroce guerra intestina. E, mentre il governo israeliano proseguiva le trattative con Hamas, ha posto il veto a ogni contatto tra Abu Mazen e la stessa Hamas. Ma dopo l'ultima visita di Bush e le sue dichiarazione pessimistiche per la creazione di uno stato palestinese entro il 2008, Abu Mazen si e' trovato costretto a passare la mano dichiarando la sua volonta' di riprendere i contatti con Hamas per ricomporre l'unita' nazionale e preparare nuove elezioni. Non c'e' dubbio che questo fragile accordo evidenzi per ora solo un insieme di debolezze: quella israeliana che, di fronte agli incerti esiti di una "vittoria militare" dopo la sconfitta in Libano, vede il nodo della sicurezza tornare ai suoi confini; la debolezza di Hamas di fronte alla grave crisi umanitaria della Striscia di Gaza a causa dell'assedio e delle incursioni militari continue che hanno provocato una emorragia di consensi; la debolezza dei governi arabi che vedevano nella continuazione delle sofferenze di Gaza una minaccia alla stabilita' dei loro regimi ed un rafforzamento dell'islamismo militante e del ruolo dell'Iran nella regione. Ora gli occhi del mondo sono puntati sull'Iran. Dopo il fallimento Usa nel destabilizzare il Libano e limitare il ruolo di Hezbollah, si tenta di neutralizzare la questione palestinese, ferita aperta nella coscienza araba ed elemento unificante dell'islamismo militante. Serve la "calma", per affrontare meglio il nodo Iran prima della fine del mandato dell'Amministrazione Bush. Ai palestinesi si aprono nuove prospettive per ricostruire la loro unita' nazionale, riproporre il piano arabo per una soluzione politica impegnando la comunita' internazionale, stanca delle guerre di Bush, in un vero processo di pace in Medio Oriente e per una soluzione politica della crisi iraniana. Il resto e' continuazione della guerra con nuovi e vecchi mezzi. 4. RIFLESSIONE. DANIELE BARBIERI INTERVISTA LANCE HENSON [Ringraziamo Daniele Barbieri (per contatti: pkdick at fastmail.it) per avrci messo a disposizione questo suo articolo apparso sul quotidiano "L'unione sarda" del 23 giugno 2008. Daniele Barbieri, nato a Roma il 3 ottobre 1948, vive a Imola; pubblicista dal 1970 e giornalista professionista dal 1991, da sempre impegnato nei movimenti per la pace, di solidarieta' e per i diritti civili, ha lavorato all'interno dei quotidiani "Il manifesto" (per il quale e' stato a lungo corrispondente dall'Emilia Romagna), "L'unione sarda" e "Mattina" (supplemento bolognese de "L'unita'"); ha collaborato a numerose riviste, fra cui "Mondo nuovo", "Musica jazz", "Azione sociale", "Muzak", "Il discobolo", "Politica ed economia" (di cui e' stato redattore), "Meta", "Cyborg", "Alfazeta", "Mosaico di pace", "Hp - Acca parlante", "Zero in condotta", "Amici dei lebbrosi", "Redattore sociale", attualmente e' redattore del settimanale "Carta"; da tempo collabora con il mensile "Piazza grande" (con cui ha organizzato anche vari corsi di giornalismo sociale) e con alcune ong (in particolare il Cospe) nella formazione o in ricerche; ha lavorato all'agenzia on line "Migranews" (sostenuta dalla linea Equal dell'Unione europea): nel giugno 2005 la Emi di Bologna ha pubblicato il volume Migrante-mente, il popolo invisibile prende la parola, che raccoglie una selezione di venticinque autori e autrici fra quelli che hanno scritto per "Migranews". Come reporter (e come persona impegnata contro le guerre) e' stato nei Balcani, in America latina e in Africa; nell'aprile del 2002 si e' recato in Palestina con una delegazione del "Coordinamento degli enti locali per la pace". E' genitore di Jan. Inoltre e' autore o co-autore di alcuni testi per la scuola (due sulla fantascienza e uno sullo sport), di un book-game sul '68 e inoltre di Agenda nera: 30 anni di neofascismo in Italia, de I signori del gioco: storia, massificazione, interpretazioni dello sport (con lo pseudonimo di Gianni Boccardelli) e di testi inseriti in alcuni libri a piu' mani. Con Riccardo Mancini, da poco scomparso, ha pubblicato alcuni libri e moltissimi articoli di fantascienza (erano loro quell'"Erremme Dibbi'" che scriveva tanti anni sul quotidiano "Il manifesto" articoli non dimenticati). Lance Henson (1944), poeta cheyenne, e' una delle voci piu' rilevanti della cultura e dell'impegno dei nativi americani. Dal sito ilnarratore.it riprendiamo la seguente scheda: "Lance David Henson, nato a Washington nel 1944 e cresciuto nell'Oklahoma occidentale con la sua tribu', e' un poeta Cheyenne tra i piu' rappresentativi della cultura dei nativi d'America. Laureato in scrittura creativa all'Universita' di Tulsa, ha pubblicato 23 libri di poesie e la sua opera compare nelle principali antologie di letteratura dei nativi americani ed e' stata tradotta in piu' di 25 lingue, e pubblicata anche in Italia. Membro della Chiesa Nativa Americana e capo del Dog Soldier Clan, ha partecipato numerose volte ai raduni del suo popolo come danzatore e pittore. Ha rappresentato la nazione Cheyenne al Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite per le popolazioni indigene e da piu' di 30 anni e' attivamente impegnato nella lotta per i diritti dei Cheyenne e delle popolazioni indigene del mondo. La poesia di Henson fonde la filosofia Cheyenne e le tradizioni alla cronaca sociale e politica del mondo moderno. Ha pubblicato in Italia diversi volumi tra cui Un moto d'improvvisa solitudine (1998), Canto di rivoluzione (1998), Traduzioni in un giorno di vento (2001)", Sand Creek, 2005] Due anni fa Lance Henson era in vacanza vicino Olbia. Si trovo' in mezzo a un incendio. "Il mare era diventato nero, il cielo pieno di fumo". Non era la sua prima volta in Sardegna, e' una terra che ama e conosce bene, anche i paesini dell'interno dove ai pastori di essere italiani non interessa molto: si sentono colonizzati, proprio come lui. "Siamo noti come cheyenne, con il nome che ci davano i nemici, perche' quando gli esploratori inglesi mappavano il West noi tsitsistas non parlammo con loro, puzzavano troppo". Henson e' un poeta, pubblicato in molti Paesi. Ha 64 anni ben portati ed e' cresciuto a Calumet in Oklahoma nel gruppo dei "dog soldiers" cioe' dei guerrieri e poeti. Professa il culto della "Chiesa dei nativi" ed e' osservatore e relatore alla "Conferenza delle Nazioni Unite sui popoli indigeni" a Ginevra. "All'inizio abitavamo nella zona che chiamate Canada. Oggi noi cheyenne meridionali, una delle 300 tribu' sopravvissute ai massacri, siamo ridotti a circa 11.000. La nostra lingua si insegna ancora, difendiamo le cerimonie e i legami con le piante e le stagioni, conserviamo un'organizzazione sociale con 44 capi". Ne raccontera' in Sardegna dove e' invitato per conferenze e letture poetiche. Sara' il 25 giugno a Burcei, nel pomeriggio, e la sera ospite degli scout (Cngei) di Cagliari. Il 26 e' invitato a Mandas, il 27 a Sestu e il 28 a La Maddalena. Se in questi giorni lo incontrerete, fate caso a come veste: la cinta e il coltello (che usa a fini pacifici) sono sardi. Nell'Isola parla volentieri di storia perche' si sente compreso. "Il dolore e' un'eredita' dell'invasione, alla quale ci opponiamo col misticismo (quello che voi chiamate religione) e tenendo vive le tradizioni. Aver perso le nostre terre, i luoghi sacri e il legame con la terra non e' il passato, e' l'oggi. Contro questo dolore usiamo una medicina vecchia di migliaia d'anni e, ogni giorno, una vita cerimoniale che non e' facile per voi capire". Quanti di voi resistono e quanti sono mele, il vecchio nome (rossi fuori ma bianchi dentro) dato ai collaborazionisti? "Non possiamo vivere a modo nostro, il 70% dei nativi e' disoccupato, al massimo regge un'economia familiare. C'e' grande solidarieta', quello si'. Ecco una storia buffa. Ci sono riserve dove fa molto freddo, l'unica scuola funzionante e' a 40 chilometri e magari ci si va su vecchi pullman gelidi. Anni fa ne parlai in una scuola per bianchi ricchi dove, per un breve periodo, avevo insegnato: si sono cosi' commossi che portarono 100 scatole di vestiti, tutti Armani e roba cosi'. Immaginate in una povera riserva dell'Oklahoma...". Ci si puo' intendere? Veho (o wihio) e' il modo per definire i bianchi: significa vedova nera o nemico mortale. Non esiste possibilita' di convivere? "Quando gli schiavi neri ci vennero mandati contro, molti scapparono, altri si unirono a noi, alcuni ci fecero guerra: questi ultimi li chiamiamo neri-bianchi" risponde: "Per i neri l'unica speranza e' sbiancarsi o aveva ragione Malcolm X, devono riallacciarsi alle loro radici? Il simbolo del nostro modo di vivere e' un cerchio, intersecato con altri (quelli di animali, acqua, piante). I governi Usa hanno sempre cercato di spezzare questi cerchi. Negli anni '30 misuravano addirittura le percentuali di sangue rosso e i meticci erano obbligati a scegliere da che parte stare. Tenerci divisi e' la cosa piu' importante. La vedova nera e' bellissima, ma porta la morte. Puo' comportarsi diversamente? La domanda non dovete porla ai nativi ma agli statunitensi. Noi cheyenne siamo cambiati; i veho vogliono farlo? Sapranno trovare un'altra cultura, valori che non siano i soldi? L'11 settembre e' il culmine di qualcosa cominciato molto indietro. Gli Usa preferiscono far guerra al mondo piuttosto che mettersi in discussione? Se continuano cosi' il loro sistema crollera', ma bisogna vedere quanti danni fara' prima". Henson ha 4 figli. Uno di loro, Michael (Woheiv, cioe' Stella del mattino) nacque nell'anniversario di Wounded Knee mentre Zoe (Maheyuno, vuol dire Quando lo spirito della medicina si siede) e' nata il 29 novembre, un altro anniversario: il massacro di Sand Creek nel 1864. In un altro 29 novembre ebbe una visione e scrisse Le poesie del corvo che, con altri poemi "scritti nella lingua del nemico" (cioe' l'inglese), sono in Sand Creek, riedito nel 2005 da Biblioteca dell'immagine di Pordenone). Se si parla della strage di Wounded Knee, il 29 dicembre 1890, chiarisce: "Per noi nativi quello non e' il passato. E' una visione occidentale pensare il tempo cosi'". E spiega: "Cosa possiamo imparare da Wounded Knee? Intanto 83 anni dopo quel luogo entra a far parte della resistenza". Alcuni militanti dell'Aim (American Indian Movement) l'occupano - per 71 giorni - per protestare contro la politica del governo verso i nativi. Il quotidiano "Washington Post" scrive: e' l'occasione per "seppellire una parte della vergogna della nazione". Ma le forze federali attaccano: due nativi vengono uccisi. "Per noi", racconta Lance Henson, "non esisteva neanche un luogo dove parlare. Nel '76 andammo alla sede Onu di Ginevra ma solo nel '77 riuscimmo a prendere la parola. Poi vennero quelli del Sud America, i popoli sottomessi all'Urss e tanti altri ancora: resta l'unico spazio internazionale per i nativi. Dal '78 esiste una sessione formale sui popoli indigeni. Credo che in realta' tutto ricominci nel '73 a Wounded Knee, riprendendo il filo della resistenza". 5. LIBRI. LIBRERIA DELLE DONNE DI MILANO: QUALCHE IDEA PER LE LETTURE ESTIVE [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)] Care amiche, cari amici, spesso in vacanza ci piace leggere piu' che in altri momenti dell'anno. Vi proponiamo dunque qualche idea per le letture estive. Potete acquistare i libri consigliati in Libreria o scriverci per ordinarli e riceverli per posta in contrassegno. Vi ricordiamo che dopo il 20 luglio non si fanno piu' spedizioni. Buone vacanze. * Proposte di Clara Jourdan - AA. VV., La risata del '68, Nottetempo, Roma 2008, euro 8. Davvero tascabile (161 pagine formato 10x15), questo volumetto e' un racconto storico a piu' voci (5 maschili e 5 femminili) del famoso avvenimento di quarant'anni fa. I testi - tutti interessanti, alcuni anche belli - sono in ordine alfabetico per autrici/autori. Suggerisco di cominciare da quello di Luisa Muraro. - Per amore del mondo. Il taglio del conflitto, Nicolodi, Rovereto 2007, euro 14. E' la pubblicazione su carta di un numero della rivista online di Diotima, la comunita' filosofica femminile dell'UniversitA' di Verona. Buona idea farne un libro, da portare in vacanza e leggere un po' per volta, in italiano, spagnolo, inglese, francese, tedesco. Il nome della rivista E' "rubato" ad Hannah Arendt, perche' "l'amore per la filosofia che pratica Diotima e' amore per il mondo". Di grande interesse politico il tema di questo numero, che si interroga su "dove passa la linea dei conflitti nel femminismo". Tra le autrici, oltre alle filosofe di Diotima ci sono Rosi Braidotti, Maria-Milagros Rivera Garretas, Francoise Collin, Francoise Duroux, Paola Bono, Nancy Miller, Antje Schrupp, Maria Isabel Pena Aguado, Tiziana Vettor, Fina Birules, Catrin Dingler, Marisa Forcina, Barbara Godard. - Marina Terragni, La scomparsa delle donne, Mondadori, 2008, euro 9. E' la ristampa in edizione economica del libro che l'anno scorso ha lanciato la provocazione "la differenza femminile rischia di estinguersi". L'autrice, giornalista che scrive su varie testate anche distantissime tra loro ("Corriere della sera" e "Via Dogana", per esempio), racconta con passione e intelligenza lo stato attuale di "maschile, femminile e altre cose del genere". Per chi non l'ha ancora letto, o per regalarlo, questo e' il momento. * Proposte di Renata Dionigi - Angeles Mastretta, Mariti, Giunti 2008, pp. 283, euro 14,50, e Angeles Mastretta, Donne dagli occhi grandi, Giunti Pocket, pp. 197, euro 5,90. Chi non ha ancora letto Donne dagli occhi grandi, pubblicato in Italia nel 1996, approfitti della recente ristampa e del modico prezzo per immergersi nel mondo colorato e magico di una genealogia di donne messicane cosi' lontanevicine a noi nel loro forte desiderio di inventarsi una vita piu' libera e felice per se' e per le altre. Dopo quasi 15 anni A. M. riprende le vicende "forse" delle stesse donne raccontandoci con ironia e complicita' le tribolazioni amorose che le stesse hanno condiviso con mariti, amanti, fidanzati, fidanzate, nell'arco di una vita. Lo sguardo attento e maturo dell'autrice registra con tenero distacco aspettative troppo fantasticate, sogni spesso assurdi, solitudini non sempre tristi, alternati a momenti di euforia, di stanchezza, di delusione, di nostalgia... perche' cosi' sono i rapporti d'amore, cosi' e' la vita... - Amelie Nothomb, Ne' di Eva ne' di Adamo, Voland 2008, pp. 151, euro 13. Ho letto con ansia la poetica storia d'amore dei due giovani protagonisti sperando nel lieto fine, pur consapevole del filo spietato e inquietante che caratterizza tutti i romanzi della eclettica scrittrice. Amelie e' l'estrosa giovane belga che durante il suo soggiorno in Giappone conosce Rinri, ricco, bello e bizzarro studente: si frequentano, si innamorano. Attraverso Rinri, Amelie riscopre il Giappone della sua infanzia, le abitudine, le tradizioni dimenticate; con Amelie, cosi' diversa dalle sue coetanee, Rinri sa essere se stesso con grande liberta' e rispetto per le scelte reciproche. E' un legame fatto di amicizia, di affetto, di risate, con tante diversita' e tanti punti in comune: un legame che ha senso, un legame perfetto: troppo perfetto per Amelie che con le sue acute e ironiche riflessioni sa dire cose non scontate sull'amore e "ruminare su questo grave argomento". Il re e' nudo. * Una proposta di Zina Borgini Elvira Reale, Prima della depressione. Manuale di prevenzione dedicato alle donne. Franco Angeli, 2008, pp. 254, euro 20. La depressione e' una malattia in continuo aumento specie tra le donne. E' possibile prevenirla? Elvira Reale, con questo prezioso testo afferma di si' e ci da' le sue ricette che non prevedono farmaci. A tutte le donne che si sentono stanche, demotivate e svalorizzate consiglia di approfondire queste loro sensazioni, e di imparare a riconoscere i fattori di rischio che portano alla depressione. Da questa conoscenza inizia la prevenzione. Dietro ogni depressione vi sono motivi e fatti della vita quotidiana che devono essere modificati, la prima misura correttiva e' centrare l'attenzione su di se': attenzione ai propri bisogni fisici e psicologici, al riposo, al tempo libero. Il libro inoltre affronta gli effetti del mobbing, della maternita' e del maltrattamento con testimonianze dirette, consigli utili, test e dati epidemiologici, un catalogo di interventi preventivi a misura di donna. Inoltre con un'ottica di genere ci conduce in un percorso che indaga i pregiudizi della societa' e della medicina nel rapporto con il corpo e la mente femminili. Elvira Reale dirige oggi il Centro Prevenzione Salute Mentale Donna, Unita' Operativa di Psicologia Clinica della Asl Napoli 1 e coordina il progetto speciale della Regione Campania sulla salute della donna. Svolge attivita' di ricerca con il Cnr e l'Oms, ha fatto diversi progetti per il Ministero delle Pari Opportunita' e per la Commissione Nazionale di Parita'. * Proposte di Laura Minguzzi - Giovanni Cenacchi, Cammino tra le ombre, Mondadori, 2007, pp. 133, euro 13. Consiglio un libro che sembra un diario, ma non lo e'. E' un testo di aforismi sul rapporto tra la creatura sofferente e il suo creatore. E' la storia di un giovane uomo, pieno di vita, colpito da un male incurabile: un testo letterarario in cui sentiamo la voce di Giovanni che con una lingua scabra, secca, essenziale, severa si confronta con rabbia, con veemenza con l'ingiustizia di Dio, del dolore. Non vuole rassegnarsi a lasciare il mondo, la figlia Viola, e anche col sopravvenire dell'accettazione, non sentiamo mai in lui un senso di sconfitta. Una scrittura forte, densa, esatta, cosmica, colma dell'amore che ha ricevuto. E alla fine la rabbia si dissolve nella comprensione del tanto, immenso amore che ha ricevuto nella sua pur breve vita. - Simone de Beauvoir, Una morte dolcissima, Einaudi 2001, pp. 106, 9 euro. Una lettura di gioventu' che ho riletto quasi per dovere dopo averne letto e discusso in classe con le e i mie studenti dei passaggi in originale e avere ascoltato le loro osservazioni e le loro domande. E' una pratica frequente la mia, quella di mettermi in sintonia col futuro dialogando o litigando con giovani donne e giovani uomini che il destino per mezzo del lavoro mi fa incrociare e mi spinge a coinvolgere nelle mie letture nuove o vecchie per sentire lo spirito del tempo e respirare i cambiamenti ed espormi al passare degli anni. Parlare del dolore per la perdita della madre, anche se anziana, da parte di una intellettuale esistenzialista li ha lasciati un po' attoniti, non sapevano bene dove incasellare questo racconto che, a mio avviso, ha retto straordinariamente alla ricorrenza per cui e' stato ristampato. * Proposte di Luisa Muraro - Andre' Gorz, Lettera a D. Storia di un amore, Sellerio, Palermo 2008, euro 9. Si tratta di una confessione resa in extremis da un intellettuale molto noto in Francia e altrove, confessione non tanto del suo amore, che la sua compagna aveva gia' ricevuto piu' e piu' volte, in passato, ma di un amore dolente per la maniera fasulla in cui lui si era posto nel rapporto con lei: ora riconosce e dichiara la superiorita' morale e l'originale intelligenza di cui lei era dotata, detto con precisione biografica e con un accento di strazio per la malattia di lei che non e' piu' in condizione di ascoltarlo. Buona anche la nota di Adriano Sofri, da leggere dopo il testo di Gorz. - Catherine Lovey, L'interdetto, Nottetempo, Roma 2008, euro 9. Fa parte di una nuova collana di gialli della casa editrice di Ginevra Bompiani, casa di qualita', ed e' piu' che un giallo o non esattamente un giallo, ti fa viaggiare nella mente di un uomo del tipo che non si vorrebbe mai averci a che fare, ma esistono, una cosa da brivido, tutto vero. - Adelia Battista, Ortese segreta, Minimum fax, Roma 2008, euro 7,50. La mia amica Graziella Ravagni mi incarica di raccomandare questo piccolo libro che lei ha letto e riletto, lo leggero' anch'io che credo nelle sue scelte e nei suoi giudizi, Graziella e' una fine lettrice, mi spinge inoltre il fascino che continuo a sentire per la scrittrice e per il personaggio che hanno nome Anna Maria Ortese. * Proposte di Liliana Rampello - Simone Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, Castevecchi 2008, pp. 67, euro 7. Il testo della Weil e' molto breve, una trentina di pagine, ma come sa chi conosce questa grande filosofa, fulminante e ricco di riflessioni che oggi piu' che mai possono esser utili per orientarsi nella realta'. Quanto lei chiede e' che non ci sottomettiamo al "prendere partito", al "prendere posizione pro o contro", bensi' che continuiamo a pensare... Come sempre dunque il richiamo apparentemente piu' semplice, pensare, in realta' richiede una vera e propria "operazione" cui dobbiamo renderci disponibili. Il suo testo e' accompagnato da alcune pagine di Breton che se ne era fatto promotore nel 1950, a 7 anni dalla morte dell'autrice, e ha una postfazione di Alain. Imperdibile. - Margaret Mead, America allo specchio. Lo sguardo di un'antropologa, il Saggiatore 2008, pp. 260, euro 19. Un po' dimenticata, e a torto, la Mead e' una lettura sempre interessante. In questo caso abbiamo per le mani le sue riflessioni tra il 1939 e il 1941, anno dell'attacco di Pearl Harbor e dell'ingresso dell'America nella seconda guerra mondiale, che vengono oggi riproposte nell'edizione aggiornata del 1965, molti anni dopo il lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. E' un'analisi su molti piani, ma la cosa piu' interessante per me e' che anche noi siamo circondate da guerre e pericoli atomici e mi sembra che la politica non abbia alcuna bussola in proposito. A lei interessa capire la sua America, l'origine e il presente del suo paese, la scelta della guerra contro la possibilita' della pace, a noi dovrebbe interessare dove va oggi quella stessa America e dove va l'Italia, che sembra seguirne una politica di potenza con una capacita' d i analisi critica pressoche' nulla. - Anilda Ibrahimi, Rosso come una sposa, Einaudi 2008, pp. 261, euro 16. L'autrice, di origine albanese, vive a Roma e scrive in italiano, ma la sua mente e' affollata da una lunga e bella storia che la fa risalire lungo tutti i racconti di famiglia. E' un romanzo con alcune ingenuita' linguistiche e costruttive, ma di piacevole lettura e spesso divertente, come avviene a chi puo' usare la lente della distanza, senza perdere il filo dell'origine. Ci fa conoscere il suo paese, e io penso che l'unico modo che abbiamo per rimanere civili sia conoscere gli altri con tutti i mezzi che abbiamo a nostra disposizione. Un romanzo e' un ottimo modo per sapere qualcosa di piu' dell'altra, degli altri. * Una proposta di Renata Sarfati Nellie Bly, Il giro del mondo in 72 giorni, a cura di Luisa Cetti, Mursia, pp. 266, euro 17. Il libro racconta il viaggio compiuto nel 1899 per sfidare l'avventura romanzesca di Phileas Fogg. Nellie Bly, che aveva allora solo 24 anni, racconta il suo giro del mondo con notevole spirito di osservazione e una certa ironia nella descrizione dei suoi compagni di viaggio, degli incontri effettuati nelle tappe del suo itinerario, non nascondendo le difficolta', gli errori e le fatiche che punteggiano la sua corsa contro il tempo. E' una lettura piacevole e divertente, che si conclude con un'interessante intervista all'anarchica Emma Goldman quando era in carcere a New York. * Una proposta di Luciana Tavernini Se non ci siete mai state o avete perduto gli incontri al Circolo della rosa di Milano, avrete l'opportunita' di farvene un'idea con il volume E cosi' via, in un circolo di potenza illimitata (2008, euro 6) dove le curatrici Laura Minguzzi e Serena Fuart hanno raccolto gli interventi di alcune iniziative politiche del 2006. Si sente il farsi del pensiero che nasce dall'esperienza e dallo scambio vivo. Vi si parla dell'uso politico delle donne, del rapporto con gli uomini, di procreazione assistita, maternita' e aborto, di alcune esperienze politiche come quella della lista elettorale napoletana promossa dall'Associazione Emily o quella pluriennale delle Vicine di casa di Mestre. E' un contributo a una riflessione che con un andamento circolare ci fa tornare su questi temi per continuare ad approfondirli. * Proposte di Vita Cosentino - Angela Cascone, Basta che piova, La Chiocciola 2008, euro 5. E' l'opera prima di una "specialista in malattie infettive e chiacchiere", scoperta da Fiorella Cagnoni nel suo recente appassionamento al Sud d'Italia. Raccolta di racconti brevi, che delle terre vesuviane riprendono umanita' e poesia. I miei preferiti sono quelli in cui il suo sguardo si posa sui personaggi dolenti che incontra nella sua professione. In fondo, un piccolo dizionario per lettrici e lettori di lingua non napoletana. - Luce Irigaray, La via dell'amore, Bollati Boringhieri 2008, euro 14. All'interno della tematica di fondo dell'autrice, l'essere due in questo mondo, questa ultima pubblicazione approfondisce in particolare le possibilita' del linguaggio per uscire da un monologo sempre piu' estrapolato dal reale, e tornare ad essere linguaggio vivente. Lettura non sempre facile, ma densa di stimoli per chi ha passione politica. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 496 del 24 giugno 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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