Minime. 463



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 463 del 22 maggio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Preferisco i lupi
2. Il 22 maggio a Nuoro
3. Il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo aderisce e partecipa
alla manifestazione del 24 maggio a Tarquinia
4. Il 25 maggio a Viterbo
5. Marinella Correggia: Entro il 2015...
6. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
7. Luciana Percovich: A settembre nuova edizione de "Il linguaggio della
dea" di Marija Gimbutas
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: PREFERISCO I LUPI
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Con Michele Boato e Mao
Valpiana ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come
donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?"  da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Tra le opere
di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti,
Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza
velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli
2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e'
in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81]

Ecco che e' arrivata. La "prossima Lorena" di cui scrivevo la settimana
scorsa. Questa non l'hanno uccisa, e' viva, se si puo' chiamare vita quella
di una quattordicenne italiana violentata per un anno da almeno ventitre'
baldi giovanotti italiani (gli indagati erano inizialmente un'ottantina),
che la ricattavano tramite un filmato. Sottolineo la nazionalita' a scopo
terapeutico: se ce n'era uno solo di straniero, in mezzo alla folla degli
stupratori, si sarebbe scatenato l'uragano.
I maestri pensatori nostrani si stanno stracciando le vesti sul "deserto
morale della gioventu'", come se non fosse il riflesso, la conseguenza e
l'imitazione dell'abisso immorale degli adulti. Quasi tutti i violentatori
si sono discolpati di fronte ai carabinieri dicendo che "Lei ci stava". E
certo. La sequenza e': lusingala, minacciala, filmala, ricattala. Poi ci
sta. La mafia non si comporta mica diversamente, e in Italia se ti
condannano per mafia la pena e' un seggio parlamentare.
La ragazzina a scuola e' stata bocciata, non ha amici, e' alternativamente
anoressica o bulimica. Era diventata lo zimbello dei giovani del suo paese:
dicevano che era affetta da Aids e che bastava uno squillo di telefono per
averla, che sessualmente era disponibile a qualsiasi cosa e di sua spontanea
volonta'. Dov'erano gli adulti? I genitori, gli educatori, gli insegnanti?
Ci "stavano" anche loro? Volete farmi credere che si puo' stuprare in gruppo
una bambina per un anno intero, diffamarla per l'intero paese e ridurla
psichicamente ad una larva senza che nessuno sappia, nessuno capisca,
nessuno sospetti?
*
Ecco che e' arrivata, un altro file nella mia cartella: quando mi decidero'
a scrivere il distillato di questa cantina di veleni mi esplodera' il cuore.
Pero' dovro' farlo, perche' anche questa "Lorena" sparira' dalla carta
stampata, e dalla memoria collettiva, nel giro di pochissimo tempo. Non ne
sapremo piu' nulla, perche' non sara' piu' utile a qualcuno saperne
qualcosa. Si denunciano quattro stupri al giorno, nel Belpaese (e quindi la
cifra e' assai probabilmente piu' alta), ma a tenere la prima pagina sono
quelli che comodano in periodo elettorale o per propaganda politica.
Allora ascoltatemi, amici e amiche di progressista indole, che sobbalzate
alla parola "femminismo", che vivete nell'era fantastica del
post-patriarcato, che scrivete articoli sulla sconfinata liberta' delle
veline e delle velate, che analizzate il raptus e il deserto morale della
gioventu': non potete chiamarvene fuori in questo modo. La guerra mondiale
contro le donne ha un fronte nel vostro paese, e la guerra va fermata. Se
siete solo minimamente conseguenti con le belle parole che riempiono i
vostri testi e le vostre bocche, usate gli uni e le altre per protestare.
Protestate contro quella cultura che inonda i giovani maschi dei principi di
dominio e violenza, e che esalta i delinquenti come furbi. Protestate contro
quella cultura del venditi-e-compra che seduce ambo i sessi. Smettete di
essere complici passivi dei discorsi sessisti che udite e delle molestie di
cui siete testimoni. Se avete accesso ai media, usatelo per dissentire. In
quante dobbiamo morire ancora, fisicamente o emotivamente, prima che la cosa
vi faccia orrore?
*
E ascoltatemi, ragazzi: lo stupro non e' sesso. Farlo con altri dieci che ti
guardano mentre aspettano il loro turno, su una ragazzina ricattata, non e'
sesso, e' roba da sfigati. Non e' da "veri uomini", e' da "veri vigliacchi".
Lo stupro e' la parodia del sesso che la violenza vi da', ed e' un surrogato
infame. Non avete neppure idea di quanto sia delizioso scoprirsi a vicenda,
proteggersi a vicenda, rispettarsi a vicenda, provare tenerezza l'uno per
l'altra e viceversa, inventare, sperimentare, "pazziare" in un letto o su un
divano con qualcuno che ci desidera, ci considera, ci vuole bene. Non ve la
menero' sull'amore: so anch'io che puo' essere disgiunto dal desiderio, ma
so altrettanto bene che se non rispetti ed impari a conoscere il corpo
stretto al tuo la soddisfazione che ne ricavi puoi averla da solo,
maggiorata, in bagno, e so pure che quando sei innamorato di qualcuna/o la
cosa ti riesce cinquemila volte meglio. Ascoltate anche questo: le ragazze
non sono venute al mondo per compiacervi. Non vi appartengono, non sono
spoglia di guerra o bottino di conquista. Voi non siete venuti al mondo per
compiacerle, stesso discorso. Voi e loro condividete uno status giuridico
che garantisce i vostri diritti umani. Cio' significa che voi e loro
condividete il diritto, poiche' entrambi siete esseri umani, a non essere
stuprati, battuti, umiliati e cosi' via. Non ci sono persone che diventano
"cose" in base ad una loro caratteristica, e questo vale per le femmine, per
i maschi, per quelle di tredici anni, per quelli di diciassette, per quelli
con gli occhiali, per quelle con le orecchie a sventola, per quelle che
parlano un'altra lingua e per quelli che sono arrivati qui da un altro
paese.
Non e' difficile da capire, vero? Perche' dovete sapere ancora una cosa: non
siete immuni alla violenza sessuale. Ma nel caso non sara' una donna a
forzarvi, sara' un altro uomo. E' di oggi (21 maggio 2008) la notizia che
nella mia citta' un coetaneo della ragazzina del lucchese e' stato stuprato
da un vicino di casa. Quest'uomo ha potuto farlo grazie ad una gerarchia
valoriale che anche voi tendete a perpetuare, quella che avete appreso dagli
adulti, quella che vedete in televisione, quella che vi propongono
ossessivamente pubblicita' e video eccetera. Il maschio dominante, il cui
unico potere e' quello di costringere con la violenza gli altri e le altre a
far quello che vuole lui. E dopo che l'hai simbolicamente uccisa con lo
stupro, la tua vittima, cosa ti resta? Potrebbe parlare, darti fastidi,
forse bisogna aumentare la dose di violenza, picchiarla di piu', infine
ammazzarla davvero. Bel seduttore, bel dongiovanni, proprio "figo". Voi vi
vantate di essere diversi, non volete che la vostra vita sia controllata, vi
credete autonomi: allora perche' non avete uno scatto di orgoglio e non
rigettate tutta l'immondizia di cui vi ingozzano? Avete paura del giudizio
dei vostri amici? Chi vi organizza nel cosiddetto "branco" non e' un amico,
e' un farabutto che vi voltera' le spalle non appena sgarrerete per volonta'
o necessita', e che se per salvarsi dovra' pugnalarvi alla schiena lo fara'
senza rimorso. Gerarchia, ragazzi. Dominio. Chi sta sotto conta fin tanto
che serve ed esattamente nella misura in cui serve.
Immagino che possa esserci un brivido di piacere nel sentirsi assimilati ad
un gruppo di lupi che cacciano insieme, ma se l'esercizio della violenza e'
l'unico piacere che riuscite ad avere i vostri sensi sono gia' morti per tre
quarti. Vi diro', bisognerebbe conoscerli meglio, i lupi. Credo si
offenderebbero ad essere equiparati ad un club di stupratori. Innanzitutto,
cacciano per mangiare e non per accoppiarsi. Derivano il loro "rango" da
quello delle loro madri: tanto che un capo puo' essere cieco da un occhio o
zoppo, non dev'essere necessariamente il piu' dotato a livello fisico. E
qual e' il ruolo di questo capo, infine? Proteggere. Attirare i pericoli
lontano dal branco, sacrificandosi se necessario. Senza offesa, lo
preferisco ad un violentatore. Se mai dovesse attaccarmi lo fara' per fame o
per difesa, e mai per libidine di servilismo ai dettami di una societa' che
distrugge voi ragazzi nel mentre vi incita a distruggere altre ed altri
esseri umani.

2. INCONTRI. IL 22 MAGGIO A NUORO
[Dalla redazione dei "Quaderni Satyagraha" (per contatti:
centro at gandhiedizioni.com) riceviamo e diffondiamo.
Elisa Nivola, amica della nonviolenza, pedagogista, allieva e collaboratrice
di Aldo Capitini, autrice di varie importanti pubblicazioni, suscitatrice di
iniziative di coscientizzazione e di solidarieta', una luminosa figura della
nonviolenza in cammino; e' stata docente di pedagogia alla facolta' di
Magistero dell'Universita' di Cagliari dai primi anni '60 alla fine degli
anni '90, sempre attivamente impegnata nel promuovere e diffondere la scuola
attiva ed aperta, l'educazione degli adulti, le pratiche della democrazia
partecipata, della nonviolenza e dell'educazione progressiva, la lingua e la
cultura sarda come forma di identita' aperta e cosmopolitica. E' deceduta
pochi giorni fa. Tra le opere di Elisa Nivola: Profilo storico
dell'educazione popolare in Sardegna, 1973; La condizione giovanile in
Sardegna, 1981; Educazione e societa' in Sardegna, 1983; Pedagogia e
politica nella "questione sarda", 1992; (con Maria Erminia Satta),
Tessiduras de paghe, 2006. Su Elisa Nivola si veda il ricordo di Daniele
Barbieri in "Voci e volti della nonviolenza" n. 151]

Giovedi' 22 maggio, con inizio alle ore 18,30, presso l'auditorium della
Biblioteca S. Satta di Nuoro si terra' il convegno intitolato: "Pro Elisa
Nivola".
Si parlera' della pedagogista oranese da poco scomparsa avendo come
riferimento il libro "Tessiduras de Paghe - Tessiture di Pace", un corposo
volume dei "Quaderni Satyagraha", che richiamano la nonviolenza gandhiana,
curato appunto da Elisa Nivola e da Maria Erminia Satta. "Tessiduras de
paghe" e' quasi interamente dedicato alla questione sarda come paradigma di
paci reali e possibili. Riguardino queste storie di paese oppure il
conflitto arabo-israeliano, le basi militari nella nostra isola e,
allargando, l'esperienza di fra Gerardo tra i minatori dell'iglesiente,
l'acqua come problema mondiale e molto altro ancora. La capacita' dei saggi
e delle storie narrate nel volume e' quella di tramare dialogo tra
Michelangelo Pira e Antonio Pigliaru da una parte e dall'altra padre Ernesto
Balducci, grande organizzatore di speranza, il Mahatma Gandhi e Aldo
Capitini, docente di nonviolenza, maestro e predecessore di Elisa Nivola
all'universita' di Cagliari.
A dire dell'importanza della Sardegna in questo progetto di pace nella
locandina che reclamizza il convegno e' stata tradotta in sardo
un'affermazione di Alex Zanotelli, il comboniano di "Nigrizia": "paret chi
s'Europa apat irmenticau tottu su fachere suo contra sas armas atomicas".
Relatori al Convegno sono Maria Erminia Satta, Ugo Collu e Natalino Piras.
Tra un intervento e l'altro cantera' il coro di Aglientu diretto da Giovanni
Puggioni. Il repertorio e' quello classico: "Di li musi i' lu monti", "Lu
baddhu cantatu", "Amargura", "Corsicana", e omaggio al coro di Nuoro di
Tonino Puddu, "Su bolu de s'astore". Dice un passaggio del Quaderno delle
"Tessiduras" che la musica e il canto sono da considerarsi "come il piu'
formidabile strumento di formazione e d'azione per una operazione di pace".
*
Per informazioni e contatti: Consorzio per la pubblica lettura "S. Satta",
e-mail: attivitaculturali at bibliotecasatta.it, sito: www.bibliotecasatta.it

3. INIZIATIVE. IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO ADERISCE E
PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DEL 24 MAGGIO A TARQUINIA
[Riportiamo il seguente comunicato del 21 maggio 2008 del comitato che si
oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto
aereo (per contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org)]

Il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo aderisce e partecipa alla manifestazione del
24 maggio a Tarquinia promossa dal movimento "no coke" dell'Alto Lazio che
si oppone alla riconversione a carbone della centrale Enel di Tor Valdaliga
Nord a Civitavecchia.
Il comitato si oppone alle scelte dissennate e sciagurate proprie di un
modello di sviluppo di servitu', antidemocratico ed ecocida, nocivo per la
salute delle persone, distruttivo del bene comune.
Il comitato sostiene l'impegno per difendere l'ambiente e la salute delle
persone; per la valorizzazione delle fonti energetiche alternative,
sostenibili e rinnovabili; per un'economia fondata su scelte di giustizia,
di sobrieta', di condivisione, di responsabilita' anche verso la biosfera e
le future generazioni.
Che cittadini, movimenti ed istituzioni si impegnino in difesa del diritti
di tutti, dell'unica casa comune che abbiamo.
Che con la forza della verita', della democrazia, della legalita', della
nonviolenza sia respinta l'ennesima aggressione inquinante e devastante
all'Alto Lazio e alle popolazioni che vi vivono.
Che la giornata del 24 maggio a Tarquinia sia un momento alto di impegno
comune di solidarieta', di verita' e di giustizia.

4. INIZIATIVE. IL 25 MAGGIO A VITERBO

Domenica 25 maggio 2008 il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo promuove una passeggiata nei
luoghi d'interesse naturalistico e storico-culturale che l'eventuale
realizzazione di un mega-aeroporto devasterebbe irreversibilmente.
Il programma della passeggiata e' il seguente:
Alle ore 16,30 ritrovo davanti all'Orto botanico, con interventi di Giuseppe
Nascetti e Silvano Onofri.
Inizio della passeggiata, accompagnati da Paolo Giannini che illustrera' nel
corso della passeggiata le emergenze naturalistiche e storico-culturali.
Alle ore 17,30 circa: al Bulicame.
Alle ore 18 circa: alle Pozze della Tuscanese.
Alle ore 19 circa: alle Sorgenti delle Zitelle, con intervento di Antonello
Ricci.
Alle ore 20: fine della passeggiata e prosecuzione della serata al centro
sociale autogestito "Valle Faul" con cena e musica.
A tutti i partecipanti sara' messo a disposizione l'opuscolo "Low cost
quanto ci costi!".
*
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it

5. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ENTRO IL 2015...
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 aprile 2008, col titolo "Altro che
dimezzare affamati e assetati..."
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

Sembra la letterina delle buone intenzioni. Entro il 2015 dobbiamo:
dimezzare la quantita' di persone colpite da poverta' estrema e fame;
raggiungere l'istruzione universale per tutti; promuovere l'eguaglianza di
genere e l'empowerment delle donne; ridurre la mortalita' infantile;
migliorare la salute materna; combattere Aids, malaria e malattie "dei
poveri"; assicurare la sostenibilita' ambientale. Sono i cosiddetti
Obiettivi di sviluppo del millennio (Millennium Development Goals) fissati
dall'Onu nel 2000. Dentro c'e' di tutto, anche l'accesso all'acqua potabile
e ai servizi igienici (a cui e' dedicato il 2008).
Qualche risultato in materia c'e' stato, negli anni scorsi. Lo ha
evidenziato la due giorni di bilancio e di identificazione dei problemi
organizzata dall'Assemblea Generale dell'Onu; ne da' conto l'agenzia stampa
terzomondista Inter Press Service. Moderate buone notizie vengono
soprattutto dal campo della salute: tre milioni di bambini in piu'
sopravvivono ai loro primi cinque anni di vita; due milioni di persone in
piu' ricevono un trattamento anti-aids; milioni di bambini in piu' vanno a
scuola. Poverta', istruzione e salute sono i tre obiettivi chiave, i piu'
urgenti, che hanno un effetto sugli altri. Ma: mancano miseri sette anni e
quei famosi dimezzamenti sono lontanissimi. Perche'? Oltre ai soliti
ostacoli, nuovi problemi grossi come macigni si mettono di traverso. Fra
questi: i costi alle stelle di cibo e petrolio, l'aumento dei costi dei
trasporti, una riduzione nelle spese per l'"aiuto" allo sviluppo (ma sarebbe
meglio chiamarlo restituzione) e perfino una carenza di lavoratori nel campo
della sanita'. Cosi' il numero assoluto - va meglio con le percentuali - di
poveri nell'Africa subsahariana continua a crescere: nel 2015 potrebbero
essere 360 milioni. Inoltre 72 milioni di bambini a livello globale non
vengono nemmeno iscritti a scuola. Non solo: circa 10 milioni di bambini
muoiono prima di raggiungere i cinque anni di eta'. E poi: 1,7 milioni di
africani in piu' ogni anno diventano sieropositivi. E c'e' il dato,
denunciato da Amnesty International, del mezzo milione di donne che nel
mondo ogni anno muoiono di parto. Quanto al cibo, Josette Sheeran,
direttrice esecutiva del World Food Programme (Wfp) avverte che ci sono
segnali precisi che "si sta entrando in un nuovo periodo di fame" mentre il
numero assoluto di affamati e' di 854 milioni. Il Wfp la settimana scorsa ha
lanciato un appello: servono almeno 500 milioni di dollari per coprire i
programmi di assistenza alimentare per il 2008. Ma un aumento del 20% dei
prezzi delle derrate alimentari da gennaio a ora, dal grano al riso, ha
provocato gia' tumulti per il pane in Burkina Faso, Costa d'Avorio, Egitto e
Camerun.
La pianificazione familiare e' la grande assente nella gran parte delle
politiche nazionali. Eppure, secondo calcoli dell'Unfpa (Fondo dell'Onu per
la popolazione) realizzati per l'Egitto, ogni dollaro investito in questo
settore farebbe risparmiare oltre 30 dollari di spesa per istruzione,
salute, cibo, casa e servizi igienici e idrici. Studi condotti in Messico,
Vietnam e Thailandia dimostrano l'importanza di questo investimento
"preventivo". Anche se poi e' allucinante che l'Unfpa - come altri
organismi - traduca l'analisi costi-benefici in termini monetari: "L'impatto
economico globale delle morti materne e neonatali ammonta a 15 miliardi di
dollari all'anno in perdita di produttivita'"!
Comunque una delle ragioni del mancato progresso nella riduzione della
mortalita' materna sta nella carenza di lavoratori della salute a livello di
base, dovuto sia a restrizioni di bilancio che alla scarsa attrattivita' di
molte di queste professioni nel Sud del mondo. In Africa e Asia mancano
quattro milioni di addetti, e soprattutto c'e' bisogno immediato di oltre
300.000 ostetriche nei villaggi. Certo, investendo ogni anno l'equivalente
di 12 ore di spese militari, se ne pagherebbero di ostetriche e in generale,
secondo l'Onu, si salverebbero mezzo milione di donne e otto milioni di
bambini. Ma l'Onu di chi e'?

6. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per
molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per
la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del
commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di'
chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

7. LIBRI. LUCIANA PERCOVICH: A SETTEMBRE NUOVA EDIZIONE DE "IL LINGUAGGIO
DELLA DEA" DI MARIJA GIMBUTAS
[Da Luciana Percovich (per contatti: percovichluciana at libero.it) riceviamo e
diffondiamo.
Luciana Percovich vive e lavora a Milano, dove insegna inglese al Liceo
classico Manzoni; partecipa dall'inizio degli anni Settanta al movimento
delle donne (Gruppo femminista per una medicina delle donne, Libreria delle
donne), collabora con la Libera universita' delle donne come docente e
membro del comitato di gestione; ha collaborato con La Tartaruga edizioni e
con diverse riviste, tra cui "Fluttuaria", "Lapis", "Madreperla", "Memoria",
"Orsaminore", "Reti", "Sottosopra"; suoi saggi sono apparsi in volumi
collettanei: Verso il luogo delle origini, La Tartaruga, Milano 1992; Donne
del Nord / donne del Sud, Angeli, Milano 1994; Figuras de la madre, Catedra,
Madrid 1996; ha diretto la collana di saggistica "Il Vaso di Pandora" per La
Salamandra edizioni.
Marija Gimbutas (1921-1994), archeomitologa, particolarmente le sue ricerche
ed ipotesi sulla religione della grande dea hanno avuto grande influenza in
rilevanti ambiti della riflessione femminista. Dalla Wikipedia, edizione
italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda. "Marija Gimbutas
(Vilnius, 23 gennaio 1921 - Los Angeles, 2 febbraio 1994) e' stata
un'archeologa e linguista lituana. Studio' le culture del neolitico e
dell'eta' del bronzo della 'antica Europa', un'espressione da lei
introdotta. I lavori pubblicati tra il 1946 e il 1971 introdussero nuovi
punti di vista nell'ambito della linguistica e dell'interpretazione della
mitologia. Marija Gimbutas giunse negli Stati Uniti come rifugiata dalla
Lituania nel 1949 dopo aver conseguito un dottorato (PhD) in archeologia nel
1946 all'Universita' di Tubinga in Germania, ma mai dimentico' le radici
lituane. Inizio' all'Harvard University traducendo testi di archeologia
dell'Europa orientale, e divenne assistente al Dipartimento di Antropologia.
Nel 1955 divenne Fellow dell'Harvard's Peabody Museum. Nel 1956, la Gimbutas
introdusse la sua 'Ipotesi Kurgan', che coniugava lo studio della cultura
Kurgan con la linguistica al fine di risolvere alcuni problemi concernenti
gli antichi popoli parlanti il proto-indo-europeo (Pie), che qualifico' come
genti 'Kurgan'. Questa ipotesi e il suo atteggiamento multidisciplinare
ebbero un impatto significativo sull'indoeuropeistica. In qualita' di
professore di archeologia alla Ucla University dal 1963 al 1989, Marija
Gimbutas diresse i maggiori scavi dei siti del neolitico nell'Europa
sud-orientale tra il 1967 e il 1980, grazie ai quali furono portati alla
luce una gran quantita' di manufatti artistici e di uso quotidiano risalenti
ad un periodo precedente a quello che si riteneva a quel tempo l'inizio del
neolitico in Europa. Gimbutas si guadagno' una reputazione di specialista
dell'eta' del bronzo indoeuropea, nonche' del folklore lituano e della
preistoria di balti e slavi, parzialmente riassunta nel definitivo Bronze
Age Cultures of Central and Eastern Europe (1965), ma ottenne una fama
inaspettata con i suoi tre libri: The Goddesses and Gods of Old Europe
(1974), The Language of the Goddess (1989) - che ispiro' una mostra a
Wiesbaden, 1993/'94 - ed il suo ultimo libro The Civilization of the Goddess
(1991), che presenteva una panoramica delle sue teorie circa le culture del
neolitico in Europa: configurazioni architettoniche, strutture sociali,
arte, religione e letteratura. Il libro discuteva le differenze tra gli
elementi del sistema della 'antica Europa', da lei considerato matriarcale e
ginocentrico, e la cultura patriarcale portata dagli indoeuropei nell'eta'
del bronzo. Secondo la Gimbutas, questi due sistemi si sarebbero fusi
generando le societa' classica dell'Europa storica. Nel suo lavoro la
Gimbutas reinterpreto' la preistoria europea alla luce delle sue conoscenze
in linguistica, etnologia e storia delle religioni, proponendo cosi' un
quadro in contrasto con i tradizionali assunti circa l'inizio della civilta'
europea. Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero il contributo di Marija
Gimbutas paragonabile alla decifrazione dei geroglifici egiziani. Campbell
scrisse la prefazione ad una edizione del The Language of the Goddess
(1989), prima che la Gimbutas morisse, e spesso diceva di quanto
profondamente si rammaricasse che le sue ricerche sulle culture del
neolitico dell'Europa non fossero disponibili nel tempo in cui lui stava
scrivendo The Masks of God. I suoi articoli sono archiviati insieme con
quelli della Gimbutas alla 'Joseph Campbell and Marija Gimbutas library', al
Pacifica Graduate Institute, a sud di Santa Barbara, California. Joan Marler
scrisse: 'Sebbene l'interpretazione dell'ideologia delle societa'
preistoriche sia considerata inopportuna nella ricerca archeologica, per
Marija era ovvio che ciascun aspetto della cultura dell'Antica Europa
espresse un sofisticato simbolismo religioso. Pertanto si dedico' allo
studio esaustivo dell'iconografia e del simbolismo del neolitico al fine di
scoprirne i significati sociali e mitologici. Per realizzare cio' fu
necessario allargare gli orizzonti dell'archeologia descrittiva al fine di
includere linguistica, mitologia, comparazione delle religioni e lo studio
storiografico. Lei defini' questo approccio interdisciplinare come
archeomitologia'. L'ipotesi Kurgan e' quella che riceve maggiori consensi
circa la diffusione delle lingue indoeuropee. I critici sostengono che gli
oggetti ritrovati nelle sepolture, di cui la Gimbutas non tiene conto,
suggeriscano in realta' che nel neolitico vi fossero ruoli sociali piu'
usuali per i sessi; contestano l'enfasi data alla figura femminile quando in
realta' sono presenti anche molte figure maschili o asessuate. Andrew
Fleming, in "The Myth of the Mother Goddess" (World Archaeology 1969), nega
che la spirale neolitica, i cerchi, ed i punti siano simboli che
rappresentano gli occhi; che gli occhi, le facce e le figure asessuate siano
simboli femminili; o che certe figure femminili possano rappresentare
divinita'. Peter Ucko giunge ad ipotizzare che quelle figure femminili che
la Gimbutas presumeva fossero simbolo della fertilita', fossero in realta'
vere e proprie bambole del neolitico. I suoi tentativi di decifrare i segni
neolitici come ideogrammi, in The Language of the Goddess (1989),
incontrarono anche dure opposizioni. Opere di Marija Gimbutas: 1946: Die
Bestaettung in Litauen in der vorgeschichtlichen Zeit. Tubingen: In
Kommission bei J.C.B. Mohr; 1958: Ancient symbolism in Lithuanian folk art.
Philadelphia: American Folklore Society. Memoirs of the American Folklore
Society 49; 1961: "Notes on the chronology and expansion of the Pit-grave
culture", in J. Bohm & S. J. De Laet (eds), L'Europe a' la fin de 1'Age de
la pierre. Prague: Czechoslovak Academy of Sciences; 1963: The Balts.
London: Thames and Hudson, Ancient peoples and places 33; 1965: Bronze Age
cultures in Central and Eastern Europe. The Hague/London: Mouton: 1986: (con
Colin Renfrew e Ernestine S. Elster), Excavations at Sitagroi, a prehistoric
village in northeast Greece. Vol. 1. Los Angeles: Institute of Archaeology,
University of California, Monumenta archaeologica 13; 1985: Baltai
priesistoriniais laikais : etnogeneze, materialine kultura ir mitologija.
Vilnius: Mokslas; 1974: The Goddesses and Gods of Old Europe; 1976: (a cura
di), Neolithic Macedonia as reflected by excavation at Anza, southeast
Yugoslavia. Los Angeles: Institute of Archaeology, University of California,
Monumenta archaeologica 1; 1977: "The first wave of Eurasian steppe
pastoralists into Copper Age Europe", Journal of Indo-European Studies 5;
1980: "The Kurgan wave 2 (c. 3400 - 3200 B.C) into Europe and the following
transformation of culture", Journal of Indo-European Studies 8; 1989: Il
linguaggio della Dea: mito e culto della Dea madre nell'Europa neolitica;
introduzione di Joseph Campbell; traduzione di Nicola Crocetti di The
Language of the Goddess; 1989: (con Shan Winn e Daniel Shimabuku),
"Achilleion: a Neolithic settlement in Thessaly, Greece, 6400-5600 B.C." Los
Angeles: Institute of Archaeology, University of California, Los Angeles.
Monumenta archaeologica 14; 1991: The Civilization of the Goddess; 1992: Die
Ethnogenese der europaeischen Indogermanen. Innsbruck: Institut fuer
Sprachwissenschaft der Universitaet Innsbruck, Innsbrucker Beitraege zur
Sprachwissenschaft , Vortraege und kleinere Schriften 54; 1997: (con Miriam
Robbins Dexter e Karlene Jones-Bley, a cura di), The Kurgan culture and the
Indo-Europeanization of Europe. Selected articles from 1952 to 1993 by M.
Gimbutas. Journal of Indo-European Studies monograph 18, Washington DC:
Institute for the Study of Man; 1999: (a cura di Miriam Robbins Dexter), The
Living Goddesses. Berkeley/Los Angeles: University of California Press;
1997: (a cura di Miriam Robbins Dexter e Edgar C. Polome'), "Varia on the
Indo-European Past: Papers in Memory of Marija Gimbutas", Journal of
Indo-European Studies Monograph 19. Washington, DC: The Institute for the
Study of Man. Opere su Marija Gimbutas: John Chapman 1998: "The impact of
modern invasions and migrations on archaeological explanation. A
biographical sketch of Marija Gimbutas", in M. Diaz-Andreu e M.-L. Stig
Soerensen (a cura di), Excavating Women (London: Unwin); A. Hausler 1995:
"Ueber Archaeologie und den Ursprung der Indogermanen", in M. Kuna e N.
Venclova' (a cura di), Whither archaeology? Papers in honour of Evzen
Neustupny (Prague, Akademie)"]

A settembre sara' pronta la nuova edizione del famoso ed esauritissimo libro
di Marija Gimbutas, Il linguaggio della dea. E' possibile contribuire alla
sua uscita prenotando delle copie con uno sconto considerevole sul sito
www.venexia.it
Marija Gimbutas (1921-1994), nata in Lituania, studio' Archeologia
all'Universita' di Vilnius. Fuggita durante l'invasione russa, si laureo'
nel 1946 all'Universita' di Tubinga. Nel 1949 si trasferi' negli Usa,
lavorando prima ad Harvard e dal 1963 all'Universita' di Los Angeles come
docente di archeologia europea. E' autrice di oltre 20 opere e 200
pubblicazioni su argomenti che spaziano dalla mitologia dell'antica Europa
alla religione della grande dea e alle origini delle culture indoeuropee.
Il linguaggio della dea (1989), pietra miliare dell'archeomitologia, ha
rivoluzionato le prospettive sulle origini della nostra cultura. L'autrice
e' riuscita a ricostruire la civilta' arcaica dell'Europa antica e a
riportare alla luce la presenza centrale del femminile nella storia. I suoi
studi spaziano dal neolitico all'eta' del bronzo. A sostegno delle sue tesi,
esamina i reperti, in parte gia' noti e in parte da lei stessa dissepolti
durante i suoi scavi nel bacino del Danubio e nel nord della Grecia, che
comprendono un vastissimo repertorio di oltre duemila manufatti, tutti
riprodotti nel volume, mostrando i nessi dimenticati tra il mondo materiale
e quello dei miti di una cultura raffinata, la cui genesi e' alle radici del
patrimonio culturale dell'Occidente.
Il volume e' di 400 pagine, per euro 38,70. Si puo' prenotare il libro al
prezzo scontato di euro 32,50 invece di 38,70 e senza spese di spedizione,
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8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 463 del 22 maggio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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