Minime. 460



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 460 del 19 maggio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Giulio Vittorangeli: "E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo"
2. Il 25 maggio a Viterbo
3. Antonella Litta: Relazione all'incontro di Ladispoli del 10 maggio 2008
4. Michele Nani ricorda Georges Haupt
5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
6. Letture: Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni
di tensione
7. Riedizioni: Montaigne, Saggi
8. Riedizioni: Nico Pitrelli, L'uomo che restitui' la parola ai matti
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: "E' AVVENUTO, QUINDI PUO' ACCADERE DI
NUOVO"
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

E' stata inaugurata una nuova stagione politica tra maggioranza ed
opposizione, bipartisan, all'insegna della cortesia e delle grandi intese.
Del resto ha vinto Berlusconi con il programma di Veltroni; certo avrebbe
potuto vincere Veltroni con il programma di Berlusconi... l'accusa in
campagna elettorale non e' stata forse quella di essersi copiati il
programma?
Per cui in Parlamento si consuma il rituale surreale di un palazzo
pacificato: "serenamente e pacatamente... si puo' fare!".
Solo che fuori il paese brucia, e non solo metaforicamente.
La cultura di destra e' ormai egemone ovunque. Gli adolescenti vittime e
carnefici del cosiddetto "bullismo", riproducono la ferocia dell'ideologia
dominante.
A Nascemi tre minorenni diventano branco e seviziano il corpo di una
ragazzina coetanea.
A Verona si puo' morire per mano di una banda di neofascisti, ufficialmente
"per una sigaretta negata".
A Napoli un grave episodio di cronaca scatena il terribile "fai da te" di
una comunita' suburbana. La responsabilita' individuale per le singole
azioni viene sostituita dalla punizione collettiva alla comunita' di
appartenenza. Siamo alla pulizia etnica, ai pogrom. Centinaia di persone con
taniche di benzina e bastoni aggrediscono i campi rom di Ponticelli.
Dicono che dietro c'e' l'ombra della speculazione edilizia legata ai
progetti di riqualificazione dell'area dove sorgono (sorgevano) gli
insediamenti. Ed inevitabilmente alla testa della protesta c'e' la camorra,
quella che ha insanguinato Napoli con centinaia di delitti. Solo che con la
macrocriminalita' ci si convive, mentre e' la microcriminalita' che
angoscia.
*
Una frase famosa ammoniva che se si iniziava col bruciare i libri si finiva
col bruciare le persone. Noi abbiamo saltato la prima parte, siamo gia' al
tentativo di bruciare direttamente gli esseri umani.
Del resto i libri non li legge piu' nessuno, non c'e' piu' l'esigenza di
bruciarli; ci si "forma" solo attraverso la televisione, la cui
programmazione e' suddivisa fra informazione terrorizzante (cio' che fa
notizia sono le cattive notizie) e puro intrattenimento di rara oscenita'.
Vorra' pure dire qualcosa se il padrone delle tv commerciali e' oggi il
Presidente del Consiglio.
Avremmo bisogno di un'informazione che provi a rappresentare la complessita'
del reale e non a porre false equazioni tra immigrati e criminalita'; dove
la crisi e le difficolta' odierne, la precarieta' del lavoro, l'aumento del
costo della vita, talvolta anche il prezzo del pane, sono attribuiti
essenzialmente alla presenza degli immigrati, piu' o meno regolari.
Avremmo bisogno di una politica che si proponga di governare fenomeni
sociali complessi e non di esorcizzarli seminando odio e paura.
Avremmo bisogno di una societa' non piu' spietata, ma di una vera convivenza
fatta di diritti uguali per tutti; di un mondo che non abbia un bisogno
cronico di vite vendute, importate da lontano, spremute, e poi da incenerire
o deportare.
Intanto la bestia feroce dell'odio verso il diverso (ieri l'ebreo, oggi il
rom, il romeno, l'islamico, eccetera.) e' nuovamente uscita dalla gabbia.
Si invocano prefetti e commissari straordinari; si trovano giustificazioni
ad operazioni squadriste e razziste, di uomini e donne che lanciano
bottiglie molotov contro altri uomini e donne colpevoli di essere nati
altrove e di essere poveri e malvestiti.
Si chiedono a gran voce rimpatri ed espulsioni. Cosi' nell'attesa che la
nostra compagnia area si riprenda, possiamo usare per le deportazioni i
treni; magari per maggiore sicurezza blindare i vagoni. Poi per precisione
possiamo numerare i "viaggiatori" (visto mai che qualcuno voglia fuggire),
magari tatuando il numero sul braccio e perche' no, visto che siamo alla
pulizia etnica, possiamo anche usare i triangoli di diversi colori, secondo
la "razza" di appartenenza.
E' stato fatto gia' in passato, ma oggi possiamo fare di meglio; siamo nel
nuovo secolo con una nuova tecnologia piu' sofisticata. Non e' detto che si
debba ricorrere ai vecchi sistemi delle camere a gas. Del resto, almeno i
rom ci sono abituati; erano nei campi nazisti insieme agli ebrei. E
recentemente sono passati anche per le espulsioni delle guerre balcaniche.
Mai come in questo momento ci sembrano incontrovertibili le parole di Primo
Levi: "E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa... E'
avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo...".

2. INIZIATIVE. IL 25 MAGGIO A VITERBO

Domenica 25 maggio 2008 il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo promuove una passeggiata nei
luoghi d'interesse naturalistico e storico-culturale che l'eventuale
realizzazione di un mega-aeroporto devasterebbe irreversibilmente.
Il programma della passeggiata e' il seguente:
Alle ore 16,30 ritrovo davanti all'Orto botanico, con interventi di Giuseppe
Nascetti e Silvano Onofri.
Inizio della passeggiata, accompagnati da Paolo Giannini che illustrera' nel
corso della passeggiata le emergenze naturalistiche e storico-culturali.
Alle ore 17,30 circa: al Bulicame.
Alle ore 18 circa: alle Pozze della Tuscanese.
Alle ore 19 circa: alle Sorgenti delle Zitelle, con intervento di Antonello
Ricci.
Alle ore 20: fine della passeggiata e prosecuzione della serata al centro
sociale "Valle Faul" con cena e musica.
A tutti i partecipanti sara' messo a disposizione l'opuscolo "Low cost
quanto ci costi!".
*
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it

3. MATERIALI. ANTONELLA LITTA: RELAZIONE ALL'INCONTRO DI LADISPOLI DEL 10
MAGGIO 2008
[Riportiamo il testo della relazione tenuta da Antonella Litta all'incontro
sul tema: "Per la riduzione del trasporto aereo" tenutosi a Ladspoli il 10
maggio 2008.
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' nazionale ed internazionale. Presidente del
Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla
pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Sono Antonella Litta e faccio parte dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente, Isde-Italia (International Society of  Doctors  for the
Enviroment). Sono anche la portavoce del comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo.
Il comitato e' nato a luglio scorso sotto la spinta della preoccupazione per
il danno che la costruzione dell'aeroporto di Viterbo avrebbe determinato
per l'ambiente e la salute. Una preoccupazione resa ancora piu' forte dalla
conoscenza di tante realta' italiane ed estere gia' sedi di scali
aeroportuali e dalla drammatica situazione ambientale e sanitaria vissuta
dagli abitanti di Ciampino.
*
Ho scelto di impegnarmi in questo comitato anche perche' sono un medico.
Lorenzo Tomatis, gia' presidente dell'Agenzia internazionale per le ricerche
sul cancro (Iarc) e dell'Associazione Isde-Italia, affermava: "tutti gli
esseri umani sono responsabili dell'ambiente, ma i medici lo sono due
volte".
Lorenzo Tomatis era un medico, uno scienziato e uno scrittore, ma
soprattutto un uomo giusto ed onesto. Un  medico con un curriculum
scientifico prestigioso ma sconosciuto ai piu' e alle platee televisive. Un
personaggio scomodo perche' capace di dire la verita' in ogni circostanza.
Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua lunga attivita' di ricerca, con
oltre 200 pubblicazioni scientifiche sul tema della cancerogenesi, come la
maggior parte delle malattie derivi dall'interazione tra inquinanti
ambientali e genetica umana.
Questa certezza e consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo codice di
deontologia medica  che all'articolo 5 afferma: "Il medico e' tenuto a
considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale
determinante della salute dei cittadini. (...) Il medico favorisce e
partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi
di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva".
Questa assunzione di responsabilita' ci dice semplicemente che bisogna fare
sempre molta attenzione quando si propongono e si progettano nuovo sostanze,
nuove tecnologie e nuove infrastrutture i cui danni ed effetti nocivi non
sono ben conosciuti e studiati. Nessuna emergenza puo' imporre l'adozione di
tecnologie e soluzioni che si possono rivelare dannose per l'ambiente e per
la salute.
La realizzazione di grandi infrastrutture, come gli aeroporti, determina
inconfutabilmente danni ambientali e sanitari attraverso l'inquinamento
dell'aria, l'inquinamento acustico e quello elettromagnetico. Non si puo'
piu' continuare a ripetere l'errore di esporre persone e intere comunita' a
rischi per la salute, salvo poi, a distanza di anni, e purtroppo dopo morti
e malati, riconoscere quanto gia' l'evidenza scientifica aveva mostrato,
come nel caso dell'amianto, riconosciuto quale potentissimo cancerogeno solo
dopo tantissimi anni e migliaia di morti.
In ogni fase decisionale e' quindi opportuno acquisire la necessaria
documentazione scientifica, l'adozione del principio di precauzione e la
valutazione dell'impatto sanitario (Vis) come raccomandato dall'Unione
Europea, insieme alla valutazione di impatto ambientale (Via) e alla
valutazione ambientale strategica (Vas).
*
Nella lettera inviata ai colleghi medici dell'Alto Lazio e scritta insiema
al dottor Mauro Mocci e al dottor Gianni Ghirga, anch'essi dell'Associazione
medici per l'ambiente, abbiamo voluto condividere la preoccupazione per il
danno alla salute che il traffico aereo genera.
Abbiamo svolto un lavoro di ricerca bibliografica. Esistono una  miriade di
lavori e dati scientifici che dimostrano i danni prodotti dalle polveri
sottili ed ultrasottili provenienti dai processi di combustione del
cherosene, come dall'esposizione al benzene, e i danni prodotti
dall'inquinamento acustico e quello elettromagnetico.
E' noto ed ormai acquisito che moltissimi agenti inquinanti immessi
nell'atmosfera, nell'aria e nel suolo entrano tramite la respirazione e la
catena alimentare in contatto con l'organismo umano dopo aver causato danni
ed alterazioni irreversibili anche all'ambiente e alla biodiversita' degli
ecosistemi.
In ogni area aeroportuale, il continuo decollo, atterraggio e sorvolo degli
aerei provoca un forte aumento delle emissioni inquinanti.
Il traffico aereo, inoltre, contribuisce per circa il 10% all'incremento di
anidride carbonica e quindi al surriscaldamento climatico dell'intero
pianeta immettendo direttamente anidride carbonica, gas e polveri negli
strati piu' alti della troposfera ed in quelli piu' bassi della stratosfera
alterando di fatto la composizione dell'atmosfera. Un jumbo che viaggia da
Roma a New York inquina mediamente come il traffico su gomma prodotto da una
citta' di 40.000 persone in un anno.
La situazione della regione Lazio e in particolare dell'Alto Lazio per
quantitativo di emissioni di anidride carbonica e' tra le piu' gravi in
Italia.
La combustione del cherosene (combustibile meno raffinato rispetto alla
benzina) genera ed accresce la presenza di gas dannosi quali: Monossido di
Carbonio (CO), Ossidi di Zolfo (SOx), Ossidi di Azoto (NOx) responsabili
anche del fenomeno delle piogge acide e dei processi di eutrofizzazione dei
mari, produce Idrocarburi (HC) - come la presenza del benzene, noto
cancerogeno -, e l'inquinamento da polveri sottili ed ultrasottili
(particolato di dimensioni inferiori a 5 e 2.5 micron di diametro). Queste
polveri attraverso i polmoni veicolano direttamente nel sangue e nel
cervello i metalli pesanti liberati proprio dalla combustione del cherosene
e dall'erosione ed abrasioni dei sistemi di frenaggio e degli pneumatici dei
velivoli sulle piste.
All'inquinamento causato dagli aerei bisogna poi aggiungere quello provocato
dall'intenso traffico di automobili e dei veicoli a supporto delle attivita'
aeroportuali, e quello determinato dalla presenza di migliaia di passeggeri
in transito ogni giorno.
I dati riportati sono frutto di una obiettiva documentazione e di quanto
vissuto e testimoniato ogni giorno dalle popolazioni di Ciampino, Malpensa,
Linate, Bolzano, Orio al Serio, e di tante altre citta' sede di aeroporti in
Italia come in Europa ed America.
Il particolato ultrafine (le polveri prodotte dai processi di combustione)
attraversa i sistemi di filtraggio, permane lungamente in atmosfera, e puo'
essere trasportato per decine e centinaia di chilometri, penetra attraverso
tutte le barriere e membrane organiche - ivi compresi i nervi cranici, la
barriera ematocerebrale, la placenta, gli endoteli, le membrane
plasmatiche - raggiungendo i nuclei cellulari col proprio carico di metalli
pesanti ed altri fattori cancerogeni, interferendo cosi' con i sistemi di
riparazione del Dna e con i meccanismi dell'espressione genica.
Esistono evidenze sempre piu' consistenti di come numerosi inquinanti
introdotti nel corpo umano inducano processi infiammatori cronici che
determinano uno stress cellulare progressivo a carico di tutti gli organi e
i tessuti, aprendo la strada a patologie gravi come arterosclerosi e cancro.
Ma l'aspetto che piu' preoccupa concerne la possibilita' che il danno
genetico colpisca le cellule germinali materne o paterne (causando la
possibile trasmissione alle successive generazioni di lesioni e patologie
anche gravi) o direttamente il feto nel momento piu' delicato del suo
sviluppo.
Studi scientifici condotti mostrano l'evidente correlazione tra
l'esposizione alle polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri
ospedalieri, della mortalita', delle malattie respiratorie, delle malattie
cronico-degenerative (Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sclerosi
Multipla), delle malattie endocrine, delle malattie neoplastiche e del
sistema cardiovascolare.
L'inalazione delle polveri sottili e ultrasottili provoca riduzione della
funzionalita' polmonare nei bambini, riduzione della speranza di vita,
aumento delle malattie neoplastiche e basso peso alla nascita per
esposizioni avvenute nel periodo di gravidanza e precedentemente.
Il territorio circostante un aeroporto e' sottoposto  anche ad impatto
acustico, e le persone che vi risiedono al rischio di contrarre patologie
cardiovascolari, insonnia, irritabilita', astenia, disturbi dell'udito.
I sistemi radar della torre di controllo e quelli a bordo degli aerei
insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici
utilizzati per i controlli di sicurezza  generano inquinamento
elettromagnetico. Questo particolare tipo di inquinamento, e in particolare
quello generato dalla presenza di aeroporti, e' sicuramente il meno studiato
e di cui sappiamo ancora molto poco e quindi sicuramente meritevole di una
maggiore considerazione, attenzione e studio.
*
Il territorio viterbese risente di una  delicata situazione dal punto di
vista ambientale, infatti alla naturale radioattivita' del sottosuolo,
dovuta al radon, si aggiunge la presenza di discariche abusive non ancora
messe in sicurezza, le alte concentrazioni di metalli pesanti nelle acque e
dell'arsenico, i processi di eutrofizzazione dei laghi, la presenza del piu'
grande polo energetico d'Europa (le centrali di Civitavecchia e Montalto di
Castro, con il progetto di riconversione a carbone della centrale di
Torvaldaliga Nord a Civitavecchia e i conseguenti ulteriori enormi danni per
ambiente e salute).
Se fosse realizzato l'aeroporto di Viterbo, aree di particolare bellezza,
fascino e storia come quella del Bulicame, dell'orto botanico e delle terme
sarebbero stravolte per sempre a causa della cementificazione, e il loro
ecosistema e biodiversita' profondamente e irreparabilmente danneggiati
dagli inquinanti generati e diffusi dal traffico aereo.
La scelta di realizzare un aeroporto a Viterbo aggiungerebbe quindi un
ulteriore e gravissimo fattore d'inquinamento e quindi di rischio per
l'ambiente e per la salute, in particolare per quella dei bambini.
*
Voglio chiudere questo mio intervento ancora con le parole di Tomatis:
"Quando si parla di prevenzione del cancro, tutti pensano alla cosiddetta
diagnosi precoce, ma c'e' una prevenzione che si puo' fare a monte, cercando
di non limitare i danni della malattia diagnosticandola al piu' presto,
quanto piuttosto di evitare l'insorgere del cancro, impedendo l'esposizione
alle sostanze che lo provocano. La prevenzione primaria si occupa proprio di
questo: fare ricerca sulle sostanze naturali o sintetiche per capire quali
sono cancerogene e, una volta individuate, suggerire alla autorita'
sanitarie della misure di salute pubblica per toglierle dalla circolazione.
Si tratta di una strategia che protegge tutti - il ricco come il povero - ma
purtroppo e' bistrattata da scienziati, politici ed autorita' sanitarie".
Ecco, non realizzare l'aeroporto a Viterbo e impegnarsi per ridurre il
traffico aereo significa fare prevenzione primaria e far rispettare
l'articolo 32 della Costituzione Italiana che afferma: "La Repubblica tutela
la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettivita'".
Il nostro impegno e' perche' questo diritto sia rispettato e realizzato
pienamente.

4. MEMORIA. MICHELE NANI RICORDA GEORGES HAUPT
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 aprile 2008, col titolo "Ricordi. La
storia militante di Georges Haupt".
Michele Nani, storico, docente all'Universita' di Padova, ha condotto studi
alla Fondation pour la memoire de la Shoah presso l'Ecole des Hautes Etudes
en Sciences Sociales di Parigi, fa parte della Sissco e della redazione
della rivista "Novecento. Per una storia del tempo presente".  Si e'
occupato prevalentemente della storia del razzismo e del nazionalismo in
Italia, intrecciando la storia delle idee e degli intellettuali con la
storia dell'opinione pubblica e della stampa; accanto a questi oggetti
principali, ha studiato diversi aspetti della storia culturale
dell'Ottocento italiano, interessandosi alla divulgazione scientifica,
all'editoria, ai rapporti fra pittura e politica e fra teatro e societa'; ha
dedicato alcuni studi alla storia politica e amministrativa del Novecento;
attualmente lavora ad una ricerca sui socialisti e la "questione ebraica"
nell'Ottocento europeo, nel quadro di una riflessione piu' complessiva sulla
storia dell'antisemitismo e del movimento operaio, sulla storia sociale
della politica e sul rapporto fra la storiografia e le scienze sociali, in
particolare la sociologia. Opere di Michele Nani: Fisiologia sociale e
politica della razza latina. Note sui dispositivi di naturalizzazione negli
scritti di Angelo Mosso, in Studi sul razzismo italiano, a cura di Alberto
Burgio e Luciano Casali, Bologna, Clueb 1996; Per una storia del ceto
politico locale bolognese (1946-1970). Materiali sociografici sugli eletti
nei Comuni e in Provincia, a cura e con introduzione di Michele Nani,
Bologna, Provincia di Bologna/Archivio Storico - Istituto per la Storia
della Resistenza e della Societa' Contemporanea nella Provincia di Bologna,
1999; L'immaginario razziale di un ufficiale della nuova Italia: Niccola
Marselli, in Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d'Italia
1870-1940, a cura di Alberto Burgio, Bologna, Il Mulino 1999; La repubblica
dei braccianti. La campagna elettorale del 1946 nel Ferrarese, in La
fondazione della Repubblica. Modelli e immaginario repubblicani in Emilia e
Romagna negli anni della Costituente, a cura di Mariuccia Salvati, Milano,
Angeli 1999; Che cos'e' il razzismo? Chiavi di lettura, introduzione al
dossier Il razzismo fra storia e invenzione, a cura di Michele Nani e Paola
Zagatti, ne "I viaggi di Erodoto", n. 37, 1999; Editoria e culture
scientifiche nell'Italia postunitaria. Appunti sulle edizioni Dumolard, in
"Ricerche storicheÓ, n. 2, 1999; (con Riccardo Bonavita) Icone della
propaganda. I discorsi della guerra civile, in Immagini nemiche. La guerra
civile spagnola e le sue rappresentazioni 1936-1939, Bologna, Compositori
1999 (catalogo dell'omonima mostra, Bologna, dicembre 1999-febbraio 2000);
Angelo Mosso, La fatica [1891], a cura e con introduzione di Michele Nani,
Firenze, Giunti 2001; La "lotta della civilta' contro la barbarie".
Colonialismo e immagine dell'"alterita'" africana nella stampa torinese al
tempo dell'andata a Massaua, in [Dipartimento di Discipline Storiche -
Universita' di Bologna] Annale 1999-2000, Bologna, Clueb 2002; "Dalle
viscere del popolo". Pellizza, il "quarto stato" e il socialismo, in Michele
Nani, Liliana Ellena, Marco Scavino, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo
tra cultura e politica. Un'immagine e la sua fortuna, introduzione di Aurora
Scotti, Torino, Angolo Manzoni 2002; Vedi alla voce "razzismo", ne
"L'informazione bibliografica", n. 3, 2002; Per un profilo del Consiglio
provinciale: appunti sul secondo Ottocento (1860-1914), in Terra di
Provincia. Uomini donne memorie figure. Percorsi storico-istituzionali della
Provincia di Ferrara dal 1796 agli anni '80 del Novecento, a cura di Delfina
Tromboni, Ferrara, Amministrazione provinciale di Ferrara 2003; L'immagine
degli ebrei fra vecchi e nuovi stereotipi, in "Contemporanea", n. 2, 2004;
Una zuffa di simboli. Il Cristo di Bovio e il suo pubblico, in L'Italia fin
de siecle a teatro, a cura di Carlotta Sorba, Roma, Carocci 2004; Nazione e
alterita' fra storia e politica. Il caso italiano, in "Novecento", n. 11,
2004; La nazione e i suoi altri, in "Storica", n. 30, 2004; "Le metamorfosi
del razzismo", in Storia della Shoah, Torino, Utet 2005; Ai confini della
nazione. Stampa e razzismo nell'Italia di fine Ottocento, Roma, Carocci
2006.
Georges Haupt (1928-1978) e' stato un illustre storico del movimento
operaio. Nato in una famiglia ebraica in Transilvania, deportato ad
Auschwitz (sara' l'unico sopravvissuto della sua famiglia), alla liberazione
torna in Transilvania, divenuta territorio rumeno; studia poi
all'universita' di Leningrado e si laurea con una tesi sui rapporti tra
rivoluzionari russi e rumeni nella seconda meta' dell'Ottocento. Nel 1958
lascia la Romania e si trasferisce in Francia; dal 1962 fa parte della
rivista "Le Mouvement Social", diviene directeur d'etudes all'Ecole des
hautes etudes en sciences sociales, dirige la collana della "Bibliotheque
socialiste" per Maspero; e' stato condirettore della monumentale Storia del
marxismo, Einaudi, Torino 1978-1982. Tra le opere di Georges Haupt: La
Deuxieme internationale, 1899-1914. Etude critique des sources, Editions de
l'Ehess, 1964; Le Congres manque'. L'internationale a' la veille de la
premiere guerre mondiale, Maspero, 1965; (con Madeleine Reberioux), La
Deuxieme internationale et l'Orient, Editions Cujas, 1967; Le Bureau
socialiste international, 1900-1907, tome 1. Compte rendu des reunions,
manifestations et circulaire, Editions de l'Ehess, 1969; L'historien et le
mouvement social, La Decouverte, 1980; Le mouvement ouvrier bulgare,
1882-1918. Essai bibliographique, Editions de l'Ehess, 1984; Les marxistes
et la question nationale, 1848-1914, L'Harmattan, 1997; Dictionnaire
biographique du mouvement ouvrier international. L'Autriche, Editions
ouvrieres, 2000; tra le sue opere tradotte in italiano: Lenin e la Seconda
Internazionale, Roma, 1969; Il fallimento della Seconda Internazionale,
Roma, 1970; La II Internazionale, Firenze, 1973; L'Internazionale socialista
dalla Comune a Lenin, Torino, 1978]

Era nato nel 1928 a Satu-Mare, in Transilvania, era sopravvissuto alla
guerra e alla deportazione ad Auschwitz, ove scomparvero i suoi cari, ed era
passato indenne attraverso l'Urss staliniana, per concludere la sua vita a
Roma nel marzo 1978, stroncato da un attacco di cuore. Sono passati
trent'anni dalla morte di Georges Haupt, lo storico che ha rinnovato piu'
profondamente lo studio della dimensione internazionale del movimento
operaio. La sua stessa biografia aveva posto le condizioni di tale
innovazione. Come in molte famiglie ebraiche delle periferie
austro-ungariche, anche nella sua si parlavano tedesco e yiddish, ma lui
confessava di sognare in ungherese, la lingua di comunicazione con la madre;
aveva studiato in Romania e poi a Leningrado, per fare ritorno a Bucarest e
dirigervi l'Istituto di storia; dopo il '56 era approdato in Francia,
all'Ecole des hautes etudes en sciences sociales e dal '66 teneva corsi
negli Stati Uniti. Come ricordarono i compagni della rivista "Le mouvement
social" era "l'Internazionale vivente". Anche in Italia era di casa, alla
milanese Fondazione Feltrinelli come alla romana Fondazione Basso, ma pure
alla Einaudi, ove aveva coordinato l'importante Storia del marxismo.
Si era presentato a Parigi con uno straordinario lavoro di ricerca sulle
fonti per la storia della Seconda Internazionale (1964; nuova edizione
italiana 1973), al di la' della giustapposizione delle vicende nazionali del
socialismo, in nome di una storia globale del movimento operaio come
espressione delle trasformazioni fondamentali dell'eta' contemporanea, in
grado di dar conto dell'articolazione sociale e della circolazione dei
militanti, delle forme organizzative, delle idee. Risultati piu' maturi di
questo indirizzo si hanno negli ultimi saggi, sulla Spd come partito-guida e
sui modelli di formazione dei gruppi dirigenti internazionali. Aveva intanto
curato la riedizione di molte fonti (atti e documenti, ma anche memorie e
carteggi, come quelli di Camille Huysmans e Rosa Luxemburg) e si era
interrogato sul nodo del '14, sul "fallimento" dell'internazionalismo, ma
anche sulle interpretazioni marxiste della "questione nazionale".
A partire dalla riedizione delle autobiografie dei bolscevichi e dalla
collaborazione con Jean Maitron nella cura del monumentale dizionario
biografico del movimento operaio francese, si era interessato alle
traiettorie individuali dei militanti e ne aveva promosso la pubblicazione.
Sin dal 1971, con il saggio sulla Comune come simbolo e come esempio, aveva
distinto la memoria istituzionale e ideologica del movimento operaio dalla
riflessione politica piu' aperta, ma anche dalla storia come ricerca.
Nell'introdurre la raccolta L'Internazionale operaia dalla Comune a Lenin
(edita da Einaudi proprio nel 1978), Haupt si era chiesto: Perche' la storia
del movimento operaio? Nel nome di Franz Mehring e di Arthur Rosenberg aveva
contestato le indebite proiezioni del presente sul passato (e viceversa), a
favore di una relazione piu' meditata fra la storia-tradizione e la storia
come pratica, laboratorio, esperienza. Come ricordo' Mariuccia Salvati
("Rivista di storia contemporanea", n. 3, 1979), questa continua
riarticolazione lo portava lontano sia da un sapere teso alla
legittimazione, sia dai miti dell'immediatezza militante del lavoro storico
e della spontaneita' conculcata delle masse: il rapporto fra classe e sua
rappresentanza era per Haupt tanto necessario, quanto problematico. Si puo'
solo aggiungere che, finita la "storia militante", ancor oggi buona parte
della storiografia continua a legittimare la politica presente, un'altra
politica per la quale il rapporto con il mondo del lavoro da problematico si
e' fatto difficile, o superfluo.
Capace di riflettere criticamente sul proprio lavoro, Haupt rimase per tutta
la vita uno storico marxista e impegnato, due aggettivi "inattuali", che
hanno favorito la dimenticanza del suo ricco lascito. Dopo il 1989 molti
hanno ritenuto superata la sua ricerca: ancora non disponiamo di una
biografia, rarissimi sono gli studi, il trentennale della morte non sembra
avere (ancora?) promosso momenti di riflessione. Conscio dei limiti
eurocentrici del socialismo, con un'altra compianta studiosa, Madeleine
Reberioux, aveva curato sin dal '67 un volume sull'Internazionale e
l'Oriente: e forse proprio nella fioritura di studi sulla storia del lavoro
al di fuori di un'Europa sempre piu' periferica vive la lezione
internazionalista di Haupt.

5. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per
molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per
la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del
commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di'
chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

6. LETTURE. ANDREA COZZO: GESTIONE CREATIVA E NONVIOLENTA DELLE SITUAZIONI
DI TENSIONE
Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione.
Manuale di formazione per le forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007,
pp. , euro 10. Con una prefazione di Nicola Zito, questore di Livorno, e una
postfazione di Patrizio Loprete, assistente capo della polizia di Stato. Un
corso in quattro incontri per formare le forze dell'ordine alla nonviolenza.
L'autore, docente all'Universita' di Palermo, e' uno degli studiosi ed amici
della nonviolenza piu' noti e apprezzati in Italia (autore tra l'altro di
Conflittualita' nonviolenta, Mimesis, Milano 2004, uno dei testi migliori
pubblicati in Italia in questi ultimi anni in materia); da anni tiene corsi
di formazione alla nonviolenza per operatori della Guardia di Finanza,
Carabinieri, Vigili Urbani. Per richieste: Gandhi Edizioni, via Santa
Cecilia 30, 56127 Pisa, tel. 050542573, e-mail: centro at gandhiedizioni.com,
sito: www.gandhiedizioni.com

7. RIEDIZIONI. MONTAIGNE: SAGGI
Montaigne, Saggi, Mondadori, Milano 1986, 2008, pp. VI + 1196, euro 12,90
(in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura e nella traduzione di
Virginio Enrico (che risale agli anni '50 del secolo scorso, e forse oggi
sarebbe opportuno che anche le numerose preziose citazioni latine del testo
venissero anch'esse tradotte in nota - Montaigne apprese il latino
nell'infanzia come lingua viva, ed era ai suoi tempi la lingua
transnazionale per eccellenza, e quel repertorio di classici era a un
dipresso per le classi colte cio' che oggi per i ceti e le caste dei
privilegiati e' la koine' televisiva - e valuti il paziente e ironico
lettore quale profitto si e' tratto nel cambio da quella civilta' alla
presente barbarie). Ma diciamo adesso l'essenziale: Se un libro puo' essere
un amico, questo dei Saggi di Montaigne e' il miglior amico che tu possa
desiderare.

8. RIEDIZIONI. NICO PITRELLI: L'UOMO CHE RESTITUI' LA PAROLA AI MATTI
Nico Pitrelli, L'uomo che restitui' la parola ai matti. Franco Basaglia, la
comunicazione e la fine dei manicomi, Editori Riuniti, Roma 2004, Nuova
iniziativa editoriale, Roma 2008, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al
quotidiano "L'Unita'"). Con una prefazione di Peppe Dell'Acqua, questa agile
ricostruzione della vicenda e della proposta basagliana potra' essere ancora
utile come primo accostamento a una delle figure e ad una delle esperienze
decisive - e maggiormente aggettanti - del Novecento. Ovviamente di Franco
Basaglia e' indispensabile leggere almeno i due volumi degli Scritti presso
Einaudi (e il saggio "Condotte perturbate" ivi non incluso ed edito
successivamente nell'antologia L'utopia della realta' sempre per Einaudi);
ed ancora imprescindibili sono i due volumi di Franca Ongaro Basaglia,
Salute/malattia, Einaudi, e Una voce, Il Saggiatore; ed anche almeno quella
sempre utile raccolta documentaria del lavoro teorico e pratico del
movimento di Psichiatria Democratica: Autobiografia di un movimento; e
quella fondamentale monografia su Basaglia di Mario Colucci e Pierangelo Di
Vittorio per Bruno Mondadori - e per questa nota fermiamoci qui).

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 460 del 19 maggio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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