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Nonviolenza. Femminile plurale. 178
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 178
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 24 Apr 2008 10:28:28 +0200
- Importance: Normal
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 178 del 24 aprile 2008 In questo numero: 1. Nadine Gordimer: Le domande che nessuno mi ha fatto (2003) 2. Giuliana Manganelli intervista Nadine Gordimer (2002) 3. Henk Rossouw intervista Nadine Gordimer (2004) 4. Mario Baudino intervista Nadine Gordimer (2006) 5. Silvana Mazzocchi intervista Nadine Gordimer (2006) 6. Alain Elkann intervista Nadine Gordimer (2007) 1. MAESTRE. NADINE GORDIMER: LE DOMANDE CHE NESSUNO MI HA FATTO (2003) [Da "La Repubblica" del 19 luglio 2003, col titolo "Le domande che nessuno mi ha fatto. Nadine Gordimer si autointervista". Nadine Gordimer e' una delle piu' grandi scrittrici contemporanee, sudafricana, impegnata contro l'apartheid, Premio Nobel per la letteratura. Opere di Nadine Gordimer: oltre i suoi numerosi volumi di racconti e romanzi (tra cui: Un mondo di stranieri, Occasione d'amore, Il mondo tardoborghese, Un ospite d'onore, La figlia di Burger, Luglio, Qualcosa la' fuori, Storia di mio figlio, Un'arma in casa, Occasione d'amore, L'aggancio, Sveglia!, Il salto, Beethoven era per un sedicesimo nero, tutti presso Feltrinelli; Il bacio del soldato, presso La Tartaruga) segnaliamo Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990; Scrivere ed essere, Feltrinelli, Milano 1996; Vivere nella speranza e nella storia. Note dal nostro secolo, Feltrinelli, MIlano 1999; Scrivere e' vivere. Scritti e interviste, Datanews, Milano 2007. Opere su Nadine Gordimer: AA. VV., Nadine Gordimer: a bibliography of primary and secondary sources, 1937-1992, Hans Zell, London 1994. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Nadine Gordimer (Johannesburg, 20 novembre 1923) e' una scrittrice sudafricana, autrice di romanzi e saggi, vincitrice del Booker Prize nel 1974 e del Premio Nobel per la letteratura nel 1991. Nel gennaio 2007 le viene assegnato il Premio Grinzane Cavour per la Lettura. Nasce a Springs, centro minerario nell'area urbana a est di Johannesburg (East Rand) nella provincia del Gauteng, da Isidore e Nan Gordimer. I suoi genitori sono entrambi immigranti ebrei: il padre si era trasferito in Sudafrica dalla Lettonia, la madre da Londra. Vive a Johannesburg... La madre la spinge sin da piccola a leggere e a interessarsi al mondo che la circonda: comincia cosi' a scoprire il razzismo di cui e' permeata la societa' in cui vive. Si iscrive alla University of Witwatersrand... qui tocca con mano le barriere esistenti fra i giovani studenti bianchi e i neri anche nell'istruzione universitaria. In questi anni entra in contatto con l'African National Congress e inizia la sua lotta contro la discriminazione razziale. Negli anni '60 e '70 insegna in alcune universita' degli Stati Uniti. Si batte contro l'apartheid. Molte delle sue opere affrontano la questione delle tensioni morali e psicologiche dovute alla segregazione razziale in atto nella sua patria. La sua prima pubblicazione e' un breve racconto per bambini, The Quest for Seen Gold, apparso sul "Children's Sunday Express" nel 1937. La sua prima raccolta, Face to Face (Faccia a faccia), e' pubblicata nel 1949. Il primo romanzo The Lying Days, e' pubblicato nel 1953. Fra i membri fondatori del Congress of South African Writers, Nadine Gordimer e' stata premiata con numerosi titoli onorifici... Bibliografia: a) Romanzi: The Lying Days (I giorni della menzogna) (1953); A World of Strangers (Un mondo di stranieri) (1958); Occasion for Loving (Occasione d'amore) (1963); The Late Bourgeois World (Il mondo tardoborghese) (1966); A Guest of Honour (Un ospite d'onore) (1970); The Conservationist (Il conservatore) (1974), vincitore del Booker prize nel 1974; Burger's Daughter (La figlia di Burger) (1979); July's People (Luglio) (1981); A Sport of Nature (Una forza della natura) (1987); My Son's Story (Storia di mio figlio) (1990); None to Accompany Me (Nessuno al mio fianco) (1994); The House Gun (Un'arma in casa) (1998); The Pickup (L'aggancio) (2001); Get a Life (2005); b) Raccolte di racconti: Face to Face (Faccia a faccia) (1949); Town and Country Lovers; The Soft Voice of the Serpent (La voce soave del serpente) (1952); Six feet of the Country (1956); Not for Publication (1965); Livingstone's Companions (I compagni di Livingstone) (1970); Selected Stories (1975); No Place Like: Selected Stories (1978); A Soldier's Embrace (1980); Something Out There (Qualcosa la' fuori) (1984); Correspondence Course and other Stories (1984); The Moment Before the Gun Went Off (1988); Jump: And Other Stories (Il salto) (1991); Why Haven't You Written: Selected Stories 1950-1972 (1992); Loot: And Other Stories (2003); c) Teatro: The First Circle (1949) pub. in Six One-Act Plays; d) Saggi: The Essential Gesture (1988); The Black Interpreters (1973); Writing and Being (Scrivere ed essere. Lezioni di poetica) (1995); e) Altre opere: On the Mines (1973); Lifetimes under Apartheid (1986)"] Qual e' la sua piu' grande lacuna? Aver vissuto una vita in Africa senza aver imparato una lingua africana. Persino nell'ambito delle amicizie piu' intime, dell'attivita' letteraria e politica, i miei compagni neri sudafricani con me parlano solo inglese. Quando conversano tra loro in un'altra lingua (tutti ne parlano almeno tre o quattro) non riesco ad afferrare che quelle poche parole entrate nell'uso comune dell'inglese sudafricano. Il risultato e' che sono sorda rispetto ad una componente essenziale della cultura sudafricana cui appartengo e nei confronti della quale mi sento impegnata. * Qual e' la bugia piu' sfacciata che ha mai detto? A dire la verita' non saprei. Vivere il periodo dell'apartheid controllati dalla polizia segreta ha fatto di tutti noi oppositori del regime dei bugiardi patentati. Si mentiva affermando di non sapere dove si trovasse una persona ricercata, si mentiva sui propri incontri e movimenti. Era necessario, per proteggere gli altri e se stessi. * Come scrittrice qualche successo lo ha ottenuto. Ha anche una figlia e un figlio. Quanto vale come madre? Lo chieda ai miei figli se non vuole altre bugie auto-protettive. * Il piu' bel complimento mai ricevuto? Tanti anni fa, eravamo in campeggio presso una fattoria e sono stata punta dalle zecche. In risposta alle mie lagnanze un vecchio contadino, molto poco attraente, mi disse: "Se fossi una zecca piacerebbe anche a me pungerla". * Qual e' stato il commento su di lei come scrittrice che l'ha avvilita di piu'? Alla domanda di un compagno di scuola su quale lavoro facesse sua madre mio figlio a otto anni rispose: "La dattilografa". Era vero. Ero nel mio studio a battere a macchina un romanzo o qualcos'altro e dalla finestra per caso mi e' arrivato alle orecchie questo suo giudizio. * Quale reazione ha di fronte alla stroncatura di un suo libro? La ignoro se e' opera di qualche imbrattacarte, che dimostra di non aver compreso il contenuto del libro. Fingo (con me stessa) di ignorarla se a scriverla e' una persona di cui rispetto il giudizio e la capacita' critica. Tengo in considerazione la critica nel valutare i risultati raggiunti o meno. * Quanto la gratifica veder apprezzati i suoi scritti? Vale la risposta di prima: niente affatto se non rispetto il giudizio di chi mi loda, mi sento gratificata quando reputo che l'opera giustifichi un riconoscimento da parte di qualcuno di cui rispetto l'onesta', l'intelletto e il livello di competenza letteraria. * Quando scrive assume droghe, fuma marijuana o beve alcolici per stimolare la creativita'? Solo un doppio scotch, ore dopo aver concluso il mio lavoro giornaliero (accidenti! Sarebbe una bella domanda per molti dei miei colleghi scrittori, a cominciare da de Quincey). * Pensa che uno scrittore dovrebbe anche saper cucinare? Si'. La torre d'avorio e' senza cucina. Il lavoro al suo interno ha bisogno della concretezza delle incombenze quotidiane, distrazioni che fanno parte dell'esistenza di tutti, anche se noi scrittori ce ne lamentiamo moltissimo. * Pur essendo una donna liberata, non preferirebbe essere nata uomo? No. Ma quanto piu' ampia e' l'esperienza di vita di uno scrittore, tanto maggiore e' la sua capacita' di identificarsi con vite diverse dalla propria e creare molteplicita' di personaggi. Talvolta penso, ad esempio, di aver perso la possibilita' di estendere la mia esperienza emotiva non avendo mai provato attrazione sessuale per una donna. Comunque lo scrittore, in quanto tale, e' una specie particolare di creatura androgina, che compendia tutti i sessi e tutte le eta' quando crea i personaggi dei suoi romanzi, tutte le persone che ha conosciuto, osservato o con cui ha interagito. Cosi' se il caso ha voluto che fossi donna, come scrittrice sono un'intelligenza composita. * Lei ha 79 anni, quando ha intenzione di scrivere la sua autobiografia? Autobiografia? Mai. Sono troppo gelosa della mia privacy. E' tutto cio' che hai, in fin dei conti. I biografi invece devono cavarsela con quello che in qualche modo e' accessibile, di riffa o di raffa. * Pensa che in futuro si continueranno a leggere libri, stampati su carta, rilegati? No. Sono convinta che tra cent'anni o anche meno le parole proiettate su schermi senza limiti e fluenti direttamente alle orecchie in forma di suono - al di la' dei mezzi tecnici esistenti al presente - avranno ridotto il libro alla stregua delle tavolette di pietra rinvenute dagli archeologi. Provo un brivido di sollievo nella consapevolezza che non saro' in circolazione a subire questa privazione. * Bene, ora posso trarre le mie conclusioni sul carattere dell'individuo che ho intervistato. Sarebbe interessante sentire da altre vittime delle interviste quali domande - fortunatamente? - non sono loro mai state poste. 2. MAESTRE. GIULIANA MANGANELLI INTERVISTA NADINE GORDIMER (2002) [Da "Il Secolo XIX" del 29 giugno 2002, col titolo "La guerra di Nadine Gordimer"] La scrittrice sudafricana Nadine Gordimer, premio Nobel 1991, ha ricevuto nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale a Genova, il Premio internazionale Primo Levi per "l'impegno che ha contraddistinto tutta la sua vita contro forme diverse di umiliazione e sofferenza dell'uomo, quali l'apartheid e l'Aids". Nella stessa occasione consegnato anche il Grifo d'oro della citta' di Genova. Ad accoglierla il sindaco Giuseppe Pericu, Ariel Dello Strologo, presidente del Centro culturale Primo Levi, il presidente della Corte Costituzionale Cesare Ruperto, il presidente delle Comunita' ebraiche Amos Luzzatto e il presidente dell'Ist di Genova Lucio Luzzatto. * - Giuliana Manganelli: Il G8 di Kananaskis si e' appena concluso. L'Africa era in cima all'agenda, in realta' la geopolitica ha rimescolate le carte. Sicurezza, Medio Oriente, sono balzati in primo piano. Come ambasciatore dell'Undp, United Nations Development Programme dell'Onu, lei, Mrs Gordimer, e' soddisfatta dei risultati? - Nadine Gordimer: A dir la verita' non sono al corrente delle conclusioni dal momento che mi trovo in Italia da qualche giorno. Le posso dire, pero', dei forti contrasti negli incontri preliminari. * - Giuliana Manganelli: Disaccordi tra chi? - Nadine Gordimer: Thabo Mbeki, il presidente del Sudafrica, ha promosso con molto coraggio un progetto chiamato Nepad, per favorire la cooperazione tra le nazioni africane. Quello che ha detto ai meeting preparatori e' stato: "Bene, signori, non vogliamo piu' starcene con il piattino dell'elemosina in mano. Noi vogliamo che il G8 stanzi piu' denaro ma che lo faccia tenendo conto delle decisioni e delle volonta' dei paesi in via di sviluppo in generale. * - Giuliana Manganelli: Dove dovrebbero essere diretti gli investimenti? - Nadine Gordimer: Molto spesso le decisioni che riguardano i paesi in via di sviluppo sono prese dai paesi piu' ricchi, senza consultare i diretti interessati. Vogliamo solo che le risorse e la destinazione degli stanziamenti siano decise dai nostri governi. * - Giuliana Manganelli: Cioe'? - Nadine Gordimer: Per sapere cosa serve bisogna conoscere davvero le condizioni di quei luoghi. Nei miei viaggi con l'Undp visitiamo zone dell'Africa per renderci conto dei reali bisogni della gente. E' evidente che le agenzie internazionali ignorano un fatto sostanziale: spesso mancano le strutture di base per fornire un qualsiasi aiuto. * - Giuliana Manganelli: Parlare di "digital divide" allora fa un po' ridere? - Nadine Gordimer: Invocano un computer in ogni scuola, scuola dove magari non c'e' neanche l'acqua corrente. Nel Mali ho visto un computer in un municipio, uno in una scuola. Ma non c'e' corrente elettrica per farlo funzionare. Poco male, dicono le agenzie per lo sviluppo, ci mettiamo un generatore. E i soldi per il carburante dove li trovano? Internet non e' la risposta per ogni problema. * - Giuliana Manganelli: Quali sono le priorita'? - Nadine Gordimer: Le infrastrutture, le strade. Se in un'area con un fiume la pesca e' la risorsa e la citta' piu' vicina e' a 150 km, non serve istruirli sulle tecniche della vivaistica ittica. Bisogna dargli i soldi per fare la strada, in modo che possano portare il prodotto ai mercati e venderlo. * - Giuliana Manganelli: Conosciamo il suo impegno in favore dei bambini malati di Aids. "Il Secolo XIX" ha lanciato l'idea di un grande evento musicale per il 2004 quando Genova sara' capitale europea della cultura. Cosa ne pensa di un Live Aid per costruire un ospedale per bambini in Africa? - Nadine Gordimer: Il rock e' un modo meraviglioso per fare soldi. Il mondo dello spettacolo, soprattutto le pop star, hanno fatto un lavoro eccellente per combattere l'Aids. Invece la comunita' internazionale degli scrittori arranca penosamente. Sembra che non siamo in grado di coordinare il nostro impegno umanitario, ognuno fa quello che puo' per conto proprio. * - Giuliana Manganelli: Individualisti esasperati o diversa visibilita' per il vostro pubblico? - Nadine Gordimer: Siamo lontani dal pubblico, ci nascondiamo dietro parole stampate. L'anno scorso avevo in mente di chiedere ai miei colleghi scrittori dei racconti per un'antologia. Ma non storie su gente che muore di Aids, doveva essere un libro gradevole per Natale, non prediche. Avremmo chiesto a editori di tutto il mondo di tradurlo pubblicarlo. Tutti avremmo lavorato gratis e gli incassi sarebbero stati per la lotta all'Aids. Purtroppo mio marito si ammalo' gravemente e mori', il mio progetto e' rimasto nel cassetto. * - Giuliana Manganelli: A proposito di editori, lei e' "uno dei Nobel" di Inge, come ama chiamarvi la signora Feltrinelli. E' fresco di stampa il suo L'aggancio. Una fedelta' che dura da quarant'anni. - Nadine Gordimer: Siamo grandi amici. Conoscevo Giangiacomo e quando ho visto Carlo per la prima volta stava imparando appena a camminare. Inge, poi, e' una donna straordinaria. * - Giuliana Manganelli: Nel 1991 ha vinto un Nobel che e' stato un segnale di riscatto per la gente del Sudafrica e di riconoscimento a una donna che ha combattuto tutta la vita contro l'apartheid. E' stato difficile combattere con parole su libri di carta? - Nadine Gordimer: In Sudafrica tre miei libri sono stati messi al bando tra il '60 e il '70. Ma grazie a tutti gli dei che esistono ora e' tutto finito: abbiamo liberta' di parola, ed e' una sensazione meravigliosa per una persona come me che ha vissuto la minaccia della censura. * - Giuliana Manganelli: Le cose cambiano, d'altra parte speranza e futuro sono sue parole-chiave. - Nadine Gordimer: Certo, non dobbiamo dimenticare la saggezza di Nelson Mandela. Grazie a lui siamo riusciti a cambiare senza fare una guerra civile. Da una parte il potentissimo esercito dell'apartheid, con Mandela tutta la popolazione nera e noi bianchi democratici, non ci siamo saltati alla gola ammazzandoci nelle strade. Questo dovrebbe essere un esempio per tutti i paesi in conflitto: Pakistan e India, Israele e Palestina. Sediamoci al tavolo con i nostri nemici e discutiamo. E' l'unica chance per la pace. Non si puo' aspettare che i fondamentalisti e i terroristi cessino i loro attacchi. Bisogna parlare anche mentre si fanno saltare. 3. MAESTRE. HENK RUSSOUW INTERVISTA NADINE GORDIMER (2004) [Dal sito www.feltrinellieditore.it riprendiamo la seguente intervista tratta da "Newsweek" del 6 dicembre 2004, dal titolo "Scrivere per una nuova causa. Intervista a Nadine Gordimer"] Con la fine dell'apartheid e le successive elezioni democratiche in Sud Africa del 1994, l'autrice premio Nobel e voce critica antiapartheid Nadine Gordimer ha indirizzato l'impegno del suo paese nella lotta all'Hiv/Aids. Ispirata dai concerti per la ricerca di fondi contro l'Aids del cantante degli U2 Bono, l'ottantunenne Gordimer ha utilizzato le proprie amicizie per mettere insieme venti tra i migliori scrittori del mondo, che hanno collaborato con lei a un'antologia di racconti, Telling Tales (Storie), i cui proventi verranno totalmente devoluti in beneficenza. * - Henk Rossouw: Com'e' nata l'idea di questo progetto? - Nadine Gordimer: Molte persone, come Bono ad esempio, si sono impegnate nella raccolta di fondi per combattere l'Hiv/Aids, e io mi sono detta: che cosa abbiamo fatto noi scrittori? Ovviamente il nostro primo interesse e' la liberta' di scrivere. Ma guardare da un'altra parte o mettere la testa sotto la sabbia riguardo alla questione dell'Aids, quando in molti, nella comunita' degli artisti, scrittori inclusi, sono stati vittime di questa malattia, mi sembrava molto strano. Ho pensato, a che cosa serve lamentarmi? Devo fare qualcosa! Ho scritto a venti scrittori, inclusi cinque premi Nobel. Alcuni di loro sono miei amici. Ho scritto loro: "Bene, voglio un tuo racconto. E non voglio niente che abbia come soggetto l'Hiv/Aids". Sono stata incredibilmente fortunata, perche' sono dei racconti bellissimi. E cosi' diversi tra loro. Soltanto i nomi danno un'idea di quanto siano diversi, si passa da Salman Rushdie a Margaret Atwood, Susan Sontag, Hanif Kureishi, Woody Allen, Arthur Miller, John Updike e Chinua Achebe. * - Henk Rossouw: Perche' questi scrittori hanno messo a disposizione il loro talento gratuitamente? - Nadine Gordimer: Senza dubbio per dare il meglio di cio' che hanno a disposizione, la loro creativita', per farsi carico della responsabilita' collettiva dell'umanita' che noi portiamo avanti combattendo l'Hiv/Aids. Il libro e' in pratica un'estensione della mia vita. Come disse Camus, "Il giorno in cui saro' solo uno scrittore, io smettero' di essere uno scrittore". * - Henk Rossouw: Gabriel Garcia Marquez ha offerto il suo racconto "Morte costante al di la' dell'amore" sulla fine delle speranze di un senatore colombiano. - Nadine Gordimer: Lui e' cosi' fragile in questo momento. Cosi' malato. L'ho visto giusto un anno fa a Cuba. E' un uomo adorabile. * - Henk Rossouw: E Jose' Saramago, un altro premio Nobel, ti ha dato "Il centauro"? - Nadine Gordimer: E' una delle storie piu' belle del libro. Il centauro e' una bestia mitologica e, dopo milioni di anni, si scopre che uno di questi centauri e' sopravvissuto. E' costretto a correre continuamente, per fuggire dagli uomini che vogliono catturarlo o ucciderlo. E' estremamente commovente, la sofferenza di essere meta' animale e meta' umano. Riflettendoci, non e' solo un racconto su una bestia mitologica, ma anche un racconto sulle persone perseguitate, cacciate, e che vagano di paese in paese in questa immigrazione senza fine dei nostri giorni. * - Henk Rossouw: Si aspetta che i lettori comprino questo libro senza pensare ad un gesto di carita'? - Nadine Gordimer: Non e' assolutamente un gesto di carita' comprare questo libro, non voglio che sia cosi'. I narratori del volume rivelano le incredibili possibilita' della scrittura. I loro racconti sono per il nostro divertimento, mentre leggerli supporta i milioni tra di noi in Sud Africa che hanno gia' contratto o che potrebbero contrarre l'Hiv/Aids. Un bambino su cinque nasce con l'Hiv proprio mentre sto parlando. * - Henk Rossouw: Con tredici romanzi e nove volumi di racconti collezionati nel suo cammino, lei ha sviluppato una lunga e importante carriera letteraria. Come vuole essere ricordata? - Nadine Gordimer: Il meglio che c'e' in me, tutto cio' che ha un valore in me, e' nei libri. Sto parlando della capacita' d'osservazione, dello sforzo di capire la vita e di trasmetterla. Per me scrivere, dal primo giorno a oggi, e' un viaggio alla scoperta del mistero della vita. Penso ci sia solo questa vita. Ma questa vita e' incredibile. Quello che mi interessa davvero, cosa che sto iniziando a notare adesso nei miei libri - che sono scritti da piu' punti di vista: in prima persona come uomo, bambino, donna, giovane, vecchio - e' che in realta' sto scrivendo il libro di tutta la mia vita. * - Henk Rossouw: I critici hanno detto che la morte e' un tema della sua ultima antologia di racconti, Loot, probabilmente perche' loro sanno che lei ha piu' di ottant'anni. E' cosi'? - Nadine Gordimer: Nessuno puo' negare che lo scrittore ha un'immaginazione e che puo' ricreare periodi diversi dal suo. In una delle prime storie che ho pubblicato raccontavo di un anziano signore che andava a far visita a suo figlio e a sua figlia adottiva. E' basata sui suoi sentimenti contraddittori, nascosti o dimenticati. Ma come potevo esserne a conoscenza? Avevo solo 15 anni. * - Henk Rossouw: Scrive ancora quasi ogni giorno? - Nadine Gordimer: Quando sento che non ce la faccio piu', mi fermo. Spero di capire prima o poi perche' sono cosi' critica nei confronti del mio lavoro. Sono il mio critico piu' severo. 4. MAESTRE. MARIO BAUDINO INTERVISTA NADINE GORDIMER (2006) [Da "La Stampa" del 7 gennaio 2006, col titolo "Vi parlero' dei leoni perche' siamo come loro. Intervista a Nadine Gordimer"] Parlera' di leoni. Nadine Gordimer, premio Nobel nel 1991, riconosciuta signora - insieme a Doris Lessing - della letteratura africana e simbolo di una grande lotta conclusasi bene, almeno per una volta, in quel tormentato continente, ha scelto per la sua "lectio magistralis" un tema a sua volta altamente simbolico. "Il mio titolo sara': Il leone nella letteratura", ci dice da Johannnesburg, alla vigilia della partenza per Torino. Conosce bene la citta', e in genere anche il Piemonte, per un motivo famigliare legato alle strane coincidenze della vita. Sua figlia vive da tre anni a Briaglia, nel Cuneese. Dove non ci sono leoni, ma boschi e campagne, viti e ricordi napoleonici. Niente a che vedere con la natura selvaggia del Sud Africa, con la drammatica epica di quel paese, di cui la Gordimer e' stata protagonista. Ne' con l'orizzonte smisurato della letteratura africana. * - Mario Baudino: Ma in che misura si puo' parlare di letteratura africana, mettendo insieme esperienze e storie cosi' diverse e lontane fra loro nel grande continente? - Nadine Gordimer: Allo stesso modo in cui si puo' parlare di letteratura europea, o nordamericana. Tenendo cioe' conto di differenti autori in differenti parti di un Paese o di un continente, ed esplorando la loro vita, i loro sogni, i loro valori, tutto cio' insomma che ha a che fare con la vita umana. * - Mario Baudino: E il leone? - Nadine Gordimer: Per molti e' il simbolo stesso dell'Africa. Io mi consentiro' un piccolo gioco di specchi, partendo dalla figura dello scrittore. In Africa i leoni siamo noi, gli scrittori. * - Mario Baudino: Nel senso di un ruolo altamente riconosciuto? Lo scrittore come re nella foresta dell'immaginario? - Nadine Gordimer: Non proprio un re, ma una voce possente che esprime i valori, la storia del continente. * - Mario Baudino: In che modo si sente una scrittrice africana? Che senso da' all'aggettivo? - Nadine Gordimer: Intanto sono un'africana, e non per esempio un'europea. Sono bianca, certo, ma sono nata e ho vissuto qui, mi sono battuta per la liberta' nel mio Paese. Quando, come nel mio caso, ci si identifica con la 1otta degli indigeni africani - dei neri - per l'emancipazione, si diventa una di quelle persone il cui colore della pelle non e' piu' importante. * - Mario Baudino: Anche nel Sud Africa di oggi il colore della pelle non e' piu' importante? - Nadine Gordimer: Non lo e' piu', questo e' certo. Forse molta gente non sa che la nostra nuova Costituzione e' un meraviglioso documento, certamente una delle migliori al mondo. Rispetta la liberta' e la vita di tutti, senza guardare al colore... Credo che solo chi ha vissuto qui nei tempi dell'apartheid possa capire pienamente la bellezza di questo testo. E' un grande risultato, a pochi anni dalla fine della segregazione razziale. * - Mario Baudino: Questi anni di liberta' hanno mutato anche il suo modo di scrivere? - Nadine Gordimer: E' ovvio che ogni svolta politica e sociale ti influenza: perche' cambia la vita della gente, i contesti, le leggi. Se sei nero e sei vittima della segregazione razziale, non puoi per esempio andare al cinema con i bianchi, e questo conta molto per la tua esperienza del mondo. Quando ero piccola, io avevo la possibilita' di frequentare una ricca biblioteca pubblica, perche' ero bianca. Se fossi stata nera non mi sarebbe stato possibile, e forse non sarei diventata una scrittrice. Tre dei miei libri, in passato, sono stati proibiti. Venivano pubblicati solo all'estero: puo' immaginare che cosa significhi per uno scrittore non poter essere letto dalla sua gente. Puo' immaginare quanto fosse duro. Ora non e' piu' cosi', e questo cambia molte cose. * - Mario Baudino: Nel suo ultimo romanzo, Sveglia!, lei affronta il problema dell'ambiente. - Nadine Gordimer: La interrompo. Per ricordare che Giangiacomo Feltrinelli e' stato il mio primo editore straniero, e gli sono rimasta sempre molto legata. * - Mario Baudino: Vede che c'e' un pezzo di destino italiano, nella sua vita? Ma torniamo a Sveglia!. E' un romanzo duro, la storia terribile di un uomo contaminato dalle terapie contro il cancro, che non vuole aver figli nel timore che nascano malati. Ma anche un romanzo di speranza. - Nadine Gordimer: Ho scoperto che la gente puo' venir curata in modo tale che un figlio puo' nascere con gravi lesioni. Ho fatto qualche ricerca, soprattutto sui rapporti fra cancro e ambiente. E' accaduto anche a Kenzaburo Oe, il grande scrittore giapponese, Nobe1 nel '94: suo figlio ha pagato le conseguenze della bomba di Hiroshima. Ma in Sveglia! racconto anche che alla fine, quando il bambino nasce, sono comunque tutti contenti. E' un fatto umano, un sentimento naturale, animale. Gli animali lottano semplicemente per resistere e perpetuare la catena della vita. * - Mario Baudino: Un'ultima domanda, a proposito di figli. Ora che una parte della sua famiglia e' italianizzata, scrivera' mai un romanzo ambientato in Piemonte? - Nadine Gordimer: Non credo. Il mio principio e': la tua base sia cio' che conosci meglio. E la base del mio lavoro e' la mia gente, l'Africa. Penso che rimarro' in mezzo ai leoni. 5. MAESTRE. SILVANA MAZZOCCHI INTERVISTA NADINE GORDIMER (2006) [Da "La Repubblica" del 18 marzo 2006, col titolo "Intervista a Nadine Gordimer su Sveglia!"] Dice: "Le parole sono il mezzo che ho sempre usato per cercare di comprendere il mistero dell'esistenza". Nadine Gordimer, 82 anni, rappresenta con Doris Lessing la voce femminile di lingua inglese della letteratura sudafricana. Da sempre la sua vita si identifica con la scrittura; quando era bambina leggeva tutto quello che le capitava a tiro e il suo primo racconto lo scrisse appena quindicenne. Anche il suo impegno politico e sociale contro ogni razzismo e ogni sopraffazione viene da lontano; almeno da quando ragazzina, lei figlia di padre lituano e di madre inglese, comincio' a comprendere che, nel suo paese, i neri erano stranieri senza diritti e senza difese. Da allora e per mezzo secolo ha combattuto l'apartheid; ha scritto racconti e romanzi tradotti in tutto il mondo e saggi e articoli che testimoniano il suo ruolo di eccezionale coscienza critica nel vecchio e nel nuovo Sud Africa e, nel 1991, ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Il suo ultimo libro Get a life, Sveglia! nella versione italiana in uscita per Feltrinelli e' una storia emozionante in cui si intrecciano problemi contemporanei e sentimenti. La salvaguardia della natura e il progresso economico, la lotta contro l'Aids e la complessita' delle relazioni umane, ma anche la nuova poverta' nel Sud Africa post-apartheid. Del suo romanzo piu' recente Nadine Gordimer parla volentieri - "l'inquinamento e' un pericolo talmente enorme..." - mentre non vuole far cenno ai suoi progetti futuri. "Per scaramanzia", assicura, perche' "chi parla troppo di una storia, magari alla fine non la scrive". * - Silvana Mazzocchi: In Sveglia! tornano i temi a lei piu' cari: l'amore, la malattia, i rapporti tra genitori e figli. E c'e' l'ecologia... - Nadine Gordimer: Si', e' la natura la questione centrale del libro. Il protagonista e' un ambientalista, una persona che lavora per la salvaguardia dell'ambiente, fondamentale in ogni parte del mondo. Sappiamo che l'inquinamento minaccia l'aria che respiriamo e attacca le coltivazioni che ci danno il cibo. E siamo consapevoli che i vistosi cambiamenti di clima a cui siamo soggetti sono provocati dalla distruzione della natura operata dall'uomo. * - Silvana Mazzocchi: L'inquinamento e' un problema cosi' grave nel nuovo Sud Africa? - Nadine Gordimer: E' raccontato nel libro; si pensa che per far fronte al bisogno di elettricita' che c'e' nel paese, la soluzione sia una grande centrale nucleare. Ovviamente il governo sostiene che e' perfettamente sicura, mentre noi sappiamo che non e' vero. E che i reattori nucleari sono si' degli ottimi mezzi per produrre elettricita', ma che sono rischiosi. E che, se qualcosa andasse storto, si produrrebbero delle fuoriuscite nucleari, letali per gli esseri umani. * - Silvana Mazzocchi: Nel suo romanzo si parla anche di Aids. E lei, che si da' molto da fare per aiutare i bambini vittime della malattia, racconta di Lindsay, la madre del protagonista, che adotta una bimba nera sieropositiva. In quello che lei scrive si ritrovano il suo impegno e le sue convinzioni. - Nadine Gordimer: Non e' questione di convinzioni, ho scritto quello che vedo intorno a me. Non so cosa succeda negli altri paesi, ma in Sud Africa il problema e' enorme. Conosco persone che hanno adottato bambini orfani, con i genitori morti ambedue di Aids. Ci sono migliaia di bimbi sieropositivi, vengono chiamati "gli orfani dell'Aids", anche se non tutti sono malati. E, per fortuna, ci sono persone straordinarie, spesso neri e anche poveri, che si prendono cura di questi bambini. * - Silvana Mazzocchi: Nuovo e vecchio Sud Africa. Per cinquant'anni lei si e' impegnata contro l'apartheid e i suoi libri sono stati spesso messi al bando. E' stato difficile per lei, una scrittrice, lottare con le parole? - Nadine Gordimer: No, anzi si', e' stato difficile. Comunque niente di paragonabile con coloro, donne e uomini, che veramente hanno sacrificato la loro vita, le loro ambizioni e il loro lavoro per il movimento di liberazione. Fino ad andare in prigione. O in esilio. Penso che quello che ho potuto fare io sia stato davvero poca cosa rispetto a loro. Ma io non sono solo una scrittrice, sono un essere umano, una cittadina del mio paese e dunque ho preso parte ad alcune delle attivita' del movimento di liberazione. E mi sono assunta i miei rischi. Anche se non c'e' paragone con quelli che sono finiti in prigione. * - Silvana Mazzocchi: Nella sua vita lei ha scritto quattordici romanzi, una dozzina di raccolte di racconti e una quantita' di saggi. Ha vinto il Nobel e una decina di premi letterari e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti. Che cosa significa per lei scrivere? - Nadine Gordimer: Significa tentare di dare un senso al mistero della vita. Io lo faccio tramite le parole. * - Silvana Mazzocchi: Lo dice come fosse una piccola cosa. - Nadine Gordimer: E' una cosa grande, grandissima, che dura tutta la vita. * - Silvana Mazzocchi: Da saggista lei si e' spesso occupata di questioni politiche. Che rapporto c'e' tra romanzi e realta'? - Nadine Gordimer: La politica ha una grande influenza sulla vita delle persone, sul loro modo di vivere, di lavorare. Sui loro valori e su tutto cio' che diventa centrale nella loro esistenza. E, certamente, uno scrittore trae le sue storie da cio' che lo circonda. I personaggi che inventa non vengono dal nulla; sono concepiti attraverso l'ambiente, la societa', la situazione politica, il linguaggio, il paese e le relazioni che si producono nella vita quotidiana della gente. * - Silvana Mazzocchi: Una volta lei ha detto che quello che scrive in un romanzo e' piu' vero di quello che si puo' trovare in un saggio. E' cosi'? - Nadine Gordimer: Si', il fatto e' che la verita' che c'e' in un romanzo e' una verita' diversa rispetto a quella religiosa, assoluta. E' la verita' insita nel modo di vivere delle persone. Chi scrive guarda con occhio oggettivo, racconta e va vicinissimo alla verita'. Invece, in un saggio o in un'intervista, e' normale che scatti una specie di protezione quando, nel tentativo di afferrare fino in fondo la verita', finisci per esprimere solo il tuo punto di vista. * - Silvana Mazzocchi: Torniamo al suo ultimo libro. In Sveglia!, futuro e speranza sono parole-chiave. - Nadine Gordimer: E' cosi'. Anzi dovremmo dire presente e speranza; il futuro contiene comunque la speranza. Nel libro tutto questo si capisce quando il protagonista, Paul, non vuole correre il rischio di avere un altro figlio perche' pensa che possa nascere con la stessa sua malattia (un tumore alla tiroide lo costringe a un trattamento che lo rende temporaneamente radioattivo - ndr). Insomma teme che possa essere vittima della radioattivita' che si e' insinuata nel suo corpo. Cosi' lo rifiuta, ma quando sua moglie riesce comunque a rimanere incinta e il bimbo nasce, tutti danno il benvenuto alla nuova vita. E una nuova vita significa sempre speranza. * - Silvana Mazzocchi: Sta gia' pensando al suo prossimo libro? - Nadine Gordimer: Non rispondo, sono superstiziosa. Ho avuto amici di talento che, dopo aver molto parlato del libro che stavano progettando, non lo hanno mai scritto. * - Silvana Mazzocchi: Come mai dai suoi libri non e' mai stato tratto un film? - Nadine Gordimer: Non so. Forse perche', ogni volta che qualcuno si e' mostrato interessato, io ho chiesto di vedere gli altri film scritti o fatti da colui che avrebbe dovuto lavorare alla mia storia. E' successo almeno tre volte: mi hanno spedito le cassette, io le ho viste e mi sono resa conto che quella persona non aveva la minima idea ne' di quello che io avevo tentato di comunicare con i miei libri, ne' del mio paese. Cosi' sono stata molto determinata: meglio non avere alcun film tratto dai miei libri che averne uno che non ha niente a che vedere con quello che c'e' scritto dentro. 6. MAESTRE. ALAIN ELKANN INTERVISTA NADINE GORDIMER (2007) [Dal supplemento "Specchio" del quotidiano "La stampa" del 27 gennaio 2007, riprendiamo la seguente intervista dal titolo "Per il futuro del Sudafrica. Intervista a Nadine Gordimer"] - Alain Elkann: Signora Gordimer, lei ha piu' volte affermato: "Le parole sono il mezzo che ho sempre usato per comprendere il mistero dell'universo". E' la sua missione? - Nadine Gordimer: Penso che essere uno scrittore sia cercare di scoprire il mondo. Cosi', per capire il mio mondo e comprendere la mia ricerca bisogna leggere i miei ventidue libri... Credo che le persone che sono religiose abbiano altri modi e mezzi: io invece sono atea e devo trovare i mezzi che piu' mi si addicono. * - Alain Elkann: Il titolo del suo ultimo romanzo pubblicato in Italia e' Sveglia!, e il protagonista, Paul, e' un ecologista. Quella ecologica e' la sua ultima battaglia? - Nadine Gordimer: Si'. I temi ecologici mi preoccupano molto. Generalmente il futuro e' sconosciuto, nel nostro caso invece sappiamo benissimo che cosa stiamo facendo, che cosa stiamo distruggendo del mondo che ci circonda. * - Alain Elkann: Torniamo al suo Paese e alla sua lotta contro l'apartheid. - Nadine Gordimer: E' stato straordinario veder risolvere il problema dell'oppressione senza una guerra civile. C'erano grandi leader nella popolazione nera, Mandela e molti altri, e dobbiamo ringraziarli per l'epilogo pacifico di un tempo segnato dalla violenza. * - Alain Elkann: Lo ha detto in tante interviste: vedere bambini bianchi e neri andare mano nella mano per strada... - Nadine Gordimer: E anche innamorati di diverso colore che si baciano nei parchi, che si amano. Tutto questo non sarebbe stato possibile, oggi si'. * - Alain Elkann: E' tutto cosi' tranquillo? - Nadine Gordimer: Ci sono piccole minoranze di bianchi che non riescono ad accettare quello che interpretano come una sconfitta, ci sono alcuni neri che non si rendono conto di che cosa fosse veramente líapartheid, e vorrebbero che tutto fosse piu' veloce... Ma sono passati solo undici anni, e per una democrazia undici anni sono pochissimi. * - Alain Elkann: Che paese e', oggi, il Sudafrica? - Nadine Gordimer: Fa completamente parte del mondo e dei suoi problemi. lo vedo il futuro del nostro Paese con ottimismo. Ma sono anche realista, e so che ci sono questioni specifiche: abbiamo molta disoccupazione, c'e' il grandissimo problema dell'Aids... * - Alain Elkann: Un altro fronte su cui si e' impegnata parecchio. - Nadine Gordimer: Ho voluto realizzare un'antologia di racconti i cui diritti vanno alle cure contro questa terribile malattia. La mia idea era che noi scrittori dobbiamo, possiamo fare la nostra parte. Ho contattato tra gli altri Claudio Magris. Guenter Grass, Garcia Marquez, Carlos Fuentes e anche Woody Allen. Circa venti scrittori hanno scritto bellissimi racconti per questa iniziativa. L'antologia e' andata bene, abbiamo messo insieme una bella somma di danaro da destinare alla lotta contro la nuova peste. Un tempo erano i topi a portare la malattia, sulle navi, ma il flusso di navi non era niente comparato a quello degli aerei, oggi! * - Alain Elkann: Lei che cosa sta scrivendo? - Nadine Gordimer: Ho appena finito un libro di racconti, verra' pubblicato in Inghilterra alla fine dell'anno. C'e' anche un racconto dedicato a un mondo passato: quello della madre di mio marito. * - Alain Elkann: Ci dica qualcosa di piu'. - Nadine Gordimer: Il titolo del racconto e' "Una donna frivola". E' difficile che io scriva qualcosa che non fa parte della mia vita. Intendiamoci: io non scrivo della mia vita, i miei personaggi sono lontani da me. Mi sono messa nei panni di uomini anziani quando ero giovane e oggi in quelli di persone molto piu' giovani di me, ma gli scrittori parlano sempre di quello che sentono e di quello che vedono intorno. * - Alain Elkann: E' fiera del Premio Grinzane Cavour che le e' stato consegnato a Torino la settimana scorsa? - Nadine Gordimer: Ho avuto molti premi, tra cui il Nobel nel 1991. Piu' che fiera, devo essere riconoscente: e' molto gratificante il fatto che il proprio talento venga riconosciuto. ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento settimanale del giovedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 178 del 24 aprile 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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