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Minime. 407
- Subject: Minime. 407
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 27 Mar 2008 00:57:57 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 407 del 27 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Giobbe Santabarbara: Mohandas Gandhi, Rosa Luxemburg e la guerra 2. A Udine il 27 marzo 3. Normanna Albertini intervista Claudia Fanti 4. Marinella Correggia: Sobrieta' creativa 5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 6. Paola Emilia Cicerone presenta "Scienziate nel tempo. 65 biografie" di Sara Sesti e Liliana Moro 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: MOHANDAS GANDHI, ROSA LUXEMBURG E LA GUERRA [Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977] Che tristezza quei signori parlamentari uscenti che hanno votato e votato e votato per la guerra e le stragi, e adesso in campagna elettorale - le mani ancora sporche di sangue - pretendono di dirsi persone amiche della nonviolenza e addirittura seguaci di Rosa Luxemburg. La quale Rosa Luxemburg, quando il partito socialdemocratico tedesco votava i crediti di guerra, organizzzava l'opposizione alla guerra (e per questo finiva in galera). E Mohandas Gandhi nella maturita' si penti' finanche di aver fatto il barelliere durante la guerra anglo-boera, tanto radicale era diventata la sua opposizione alla guerra da ritenere complicita' con essa anche il servizio di soccorso ai feriti che de facto implicava della guerra l'accettazione. * Ma e' proprio vero che gli dei accecano coloro che vogliono perdere. Cosi' i partiti e i parlamentari responsabili della guerra, e delle stragi di cui essa consiste, e della violazione infame da essa implicata tanto del diritto internazionale quanto della legalita' costituzionale, non si vergognano di dar prova di tanto protervo mentire. E cosa volete che sia? Chi ha ripetutamente votato per far uccidere degli esseri umani non ha piu' vergogna di nulla. * Non un voto ai partiti degli assassini. Non un voto ai parlamentari assassini. Alla guerra opporsi occorre, alle stragi opporsi occorre, al golpe assassino opporsi occorre. Votare certo occorre, ma solo per quelle liste che non siano state complici della guerra e del razzismo, e che abbiano in testa di lista persone che non siano state complici della guerra e del razzismo. Votare certo occorre: contro la guerra, contro il razzismo, per la legalita' costituzionale, per salvare le vite, per difendere la democrazia. 2. INCONTRI. A UDINE IL 27 MARZO [Dal Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene" dell'Universita' di Udine (per contatti: irene.digr at uniud.it) riceviamo e diffondiamo. Francesco Pistolato, studioso, docente, impegnato nel Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene" dell'Universita' di Udine, e' coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine; si occupa di diffusione della lingua tedesca, della cultura austriaca e della cultura della pace; e' tra i promotori di un programma di cultura di pace all'interno delle universita' e delle scuole della macroregione Alpe Adria, comprendente il Friuli-Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia; e' altresi' impegnato nell'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, che ha tra l'altro realizzato una mostra fotografica itinerante sulla Resistenza, gia' esposta in vari luoghi, tra cui la Risiera di S. Sabba di Trieste, e che e a fine 2005 e' stata esposta nella Gedenkstaette des Deutschen Widerstands di Berlino, ed e' visitabile in rete nel sito: www.abaudine.org/virtunascosta/virtu.htm Tra le opere di Francesco Pistolato: (a cura di), Per un'idea di pace, Cleup, Padova 2006; (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007] Giovedi' 27 marzo 2008 nella Sala detta "del pianoforte" al piano terra di Vicolo Florio 4 il gruppo di lettura del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene" torna ad incontrarsi alle ore 17 per commentare insieme su "Il Manifesto e la Denkschrift di Potsdam 2005", pubblicati da "Irene" in allegato al "Messaggero veneto" del 4 marzo 2008 e disponibili on line sul sito www.uniud.it/irene Introduzione di Francesco Pistolato. L'incontro e' aperto a tutti. Si consiglia naturalmente la lettura preventiva dei due testi, ma si e' comunque benvenuti all'incontro, che puo' anche servire da preparazione ad una lettura da effettuarsi successivamente con calma. Il gruppo di lettura ha la finalita' di permettere a chiunque desideri approfondire la propria cultura di pace di condividere questo impegnativo percorso con altre persone e di avviare cosi' la progressiva costituzione di una comunita' di intenti e di riflessione attorno e dentro il Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene". 3. MEMORIA. NORMANNA ALBERTINI INTERVISTA CLAUDIA FANTI [Ringraziamo Normanna Albertini (per contatti: normin56 at aliceposta.it) per averci messo a disposizione la seguente intervista. Normanna Albertini e' nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo ne' Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo trovo bellissimo, perche' vivo nella verita' del mondo, non in un mondo virtuale"); e' impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete Radie' Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta', di pace, per i diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna", mensile dell'Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore, Taranto-Milano 2006. Claudia Fanti, giornalista, redattrice di "Adista", e' impegnate in varie iniziative di pace e di solidarieta'. Opere di Claudia Fanti: El Salvador, il vangelo secondo gli insorti. Monsignor Romero e i movimenti popolari rivoluzionari, Sankara, Roma 2007. Oscar Arnulfo Romero, nato nel 1917, arcivescovo di San Salvador, voce del popolo salvadoregno vittima dell'oligarchia, della dittatura, degli squadroni della morte. Muore assassinato mentre celebra la messa il 24 marzo 1980. Opere di Oscar Romero: Diario, La Meridiana, Molfetta 1991; Dio ha la sua ora, Borla, Roma 1994 Opere su Oscar Romero: AA. VV., Il vescovo Romero, martire della sua fede, per il suo popolo, Emi-Asal, Bologna 1980; AA. VV., Romero... y lo mataron, Ave, Roma 1980; James R. Brockman, Oscar Romero: fedele alla parola, Cittadella, Assisi 1984; Placido Erdozain, Monsignor Romero, martire della Chiesa, Emi, Bologna 1981; Claudia Fanti, il vangelo secondo gli insorti. Monsignor Romero e i movimenti popolari rivoluzionari, Sankara, Roma 2007; Abramo Levi, Un vescovo fatto popolo, Morcelliana, Brescia 1981; Jose' Maria Lopez Vigil, Oscar Romero. Un mosaico di luci, Emi, Bologna 1997; Ettore Masina, Oscar Romero, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1993 (poi riedito, rivisto e ampliato, col titolo L'arcivescovo deve morire, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995); Jon Sobrino, Monsenor Romero, Uca, San Salvador 1989] La quarta di copertina del libro di Claudia Fanti, giornalista di "Adista", recita: "Se, come scrisse Ignacio Ellacuria, 'con monsignor Romero Dio e' passato per El Salvador', molte altre tracce ha lasciato questo passaggio. L'arcivescovo martire e' stato il frutto piu' grande, ma non l'unico, di una terra fecondata con il sangue di tanti suoi figli. Figli poveri, indifesi ed oppressi, ma anche fieri ed eroici, pronti a combattere al prezzo della vita per un mondo altro, un Paese altro, un'esistenza altra. Questo libro racconta la storia di alcuni di loro, uomini e donne, tutti pronti a dare la vita pur di spezzare le catene dell'oppressione. E si delinea cosi' anche la storia di un'altra Chiesa, meno conosciuta, non quella della gerarchia, ma quella del popolo di Dio, fatta di persone prima che di sacerdoti che hanno sposato, in nome di Dio, la causa degli oppressi, lottando e morendo al loro fianco. Una storia di eroismo e di martirio, di dolore e di speranza per un Salvador libero". Claudia Fanti ha presentato il suo libro a Reggio Emilia presso presso la Libreria infoshop Mag 6 Libri & Cd..., in via S. Vincenzi 13/a, il 15 marzo scorso. L'abbiamo intervistata. * - Normanna Albertini: Un libro denso, pieno di dati, quasi scritto "al maschile", ma poi ricco anche di testimonianze toccanti, di resoconti e racconti raccolti sul posto che evidenziano una sensibilita' femminile. Come e' nato il bisogno di scriverlo? - Claudia Fanti: Certe volte la vita ti spinge in determinate direzioni. Io ero giovane, proprio giovane, quando ho letto la biografia di Romero scritta da Ettore Masina. Quello e' stato proprio l'accesso al Salvador. Sono arrivata la' passando per quel libro, li' e' nato il desiderio di andare in quel Paese unico, dove in ogni metro quadrato c'e' il sangue di un martire, di un eroe. In seguito, lavoravo a "Adista" gia' da un po', quando mi telefono' una signora di Pax Christi e mi propose di intervistare un prete molto famoso, una figura quasi leggendaria, che aveva subito un sacco di attentati da cui era sfuggito nei modi piu' rocamboleschi, uno che era stato anche tra i guerriglieri: Rutilio Sanchez. Andai a Firenze a intervistarlo e c'era anche Mariella Tapella che mi invito' ad andare nel Salvador. * - Normanna Albertini: Quindi il libro e' il risultato di un viaggio? - Claudia Fanti: Dal primo viaggio che ho fatto nel Salvador e' nata questa idea di un lavoro di recupero della memoria storica del movimento rivoluzionario contadino su cui non si era scritto molto. Mariella diceva che era una cosa che si doveva fare e, siccome lei era oberata di lavoro, propose a me di farlo, offrendomi il suo aiuto. A me piacque moltissimo, perche' lo sentii come un mio contributo a quel paese che avevo tanto amato nelle pagine dei libri. Nei tre successivi viaggi andai a parlare con le persone, con i dirigenti sopravvissuti, con i preti che erano stati a fianco del movimento. Cosi' nacque questo lavoro che e' molto piu' ampio. Diciamo che il libro rappresenta una terza parte di questo lavoro piu' generale, ridotto per esigenze editoriali. Ho fatto molta fatica a ridurlo, non volevo rinunciare a tutte le testimonianze, anche perche' la gente mi aveva messo a disposizione del tempo, ricordi preziosi, e io volevo dare loro piu' spazio possibile. * - Normanna Albertini: Com'e' strutturato il testo? - Claudia Fanti: Ho cercato di privilegiare tre aspetti: la storia del movimento contadino rivoluzionario visto nella sua coralita', dal risveglio del "gigante addormentato", come veniva chiamato, perche' era proprio "addormentato" dopo l'esito tragico della rivoluzione del '32, fino al livello massimo di presa di coscienza politica e rivoluzionaria. Intrecciato con questa storia c'e' il racconto delle vite di alcuni personaggi che hanno segnato la storia di questo movimento: Rutilio Sanchez, Alberto Enriquez, Ana Maria Castillo... che poi sono quasi tutti morti: Alberto Enriquez, per esempio, e' uno dei pochissimi dirigenti sopravvissuti, mi ha dedicato veramente tanto tempo. E' stata un'esperienza molto forte, molto bella, perche' ti leghi a queste persone, ti senti privilegiata quando ti aprono il loro cuore, ricordando cose estremamente dolorose: la morte della moglie, le torture subite. Hai veramente un momento di comunione con loro. Il terzo aspetto e' quello del risveglio della chiesa della liberazione, che evolve passo passo con il popolo, che va educando e da cui si fa educare. * - Normanna Albertini: E monsignor Romero? - Claudia Fanti: Al centro di questa vicenda, ecco quella particolare del rapporto di monsignor Romero con le organizzazioni popolari rivoluzionarie. Che non e' un rapporto lineare. E' fatto di alti e bassi, di diversi momenti, pero' va evolvendo (e questa, secondo me, e' la grandezza di Romero). Lui non aveva nemmeno un'ideologia chiara - intendo ideologia nell'accezione positiva - pero' aveva quello che Jon Sobrino chiama "onesta' con il reale". Romero era onesto con la realta' e, soprattutto, evolveva nella misura in cui vedeva camminare il popolo in una certa direzione e lo ha accompagnato fino alle estreme conseguenze. Ci sono dei passi molto belli che dimostrano come il pensiero di Romero sia evoluto fino al massimo livello, fino a dire, per esempio, ai dirigenti delle organizzazioni rivoluzionarie con cui aveva frequenti incontri: "Ah, se scoppiera' la rivoluzione non voglio star lontano dal mio popolo, voglio essere anch'io presente, certo non imbracciando un fucile, ma posso curare i feriti, posso raccogliere i cadaveri...". Questo fa veramente venire i brividi. Quando scrive a un prete che era andato nel Nicaragua sandinista, diceva: "Bisognera' andare a vedere quello che succede in Nicaragua...". I sandinisti lo aspettavano a braccia aperte, pero' poi non ci fu tempo per realizzare il viaggio. * - Normanna Albertini: E l'episodio in cui partecipa al funerale di un prete guerrigliero? - Claudia Fanti: Si', Romero dice che i genitori sarebbero andati comunque dal figlio, e anche lui, come padre, doveva esserci, e parliamo di un Romero ancora molto sospettoso, molto diffidente. Per esempio, aveva visto dei militanti che gridavano parole d'ordine rivoluzionarie, e lui diceva: "Questi sono gli organizzati?", e un prete, Massimino Perez, restava li', non sapeva cosa rispondere. Disse: "Si', sono organizzati". Lui aveva molta diffidenza, perche' facevano paura, erano molto radicali, cominciavano a prendere in considerazione l'opzione della lotta armata, quindi Romero ha dovuto fare tutto un cammino per comprendere quella strada. * - Normanna Albertini: Una cosa che colpisce e' la posizione delle donne, sia le guerrigliere, sia le donne impegnate nei movimenti cattolici, e' vero che lottavano "nonostante" i mariti, i compagni? - Claudia Fanti: Ho parlato con le donne del popolo, figure eroiche, e devo dire che non avevano forse neanche una coscienza spiccatamente femminista, erano compagne in mezzo a compagni ma non ne facevano una questione di genere. Condividevano la lotta di un popolo, diciamo che, invece, quelle che sono diventate dirigenti avevano un pensiero di rivendicazione dei diritti della donna. Ho parlato con una guerrigliera che si era dovuta "fermare" per la famiglia, i figli, e di figli ne avevano tanti... Per cui vedeva il marito che avanzava, aveva sempre incarichi piu' elevati, e lei che, invece, era piuttosto vincolata alla famiglia, ferma, sentiva che non poteva partecipare alla lotta come avrebbe voluto. Le pesava proprio, ne faceva un discorso di limiti, di incapacita' dei compagni di capire le esigenze dalla donna. Sicuramente le donne sono state molto presenti a tutti i livelli, anche ai livelli massimi, sicuramente c'e' stato un grande cammino di emancipazione. La guerra, il vivere in mezzo agli orrori, necessariamente livellava le condizioni degli uomini e delle donne. * - Normanna Albertini: Il dopo Romero, normalizzato dall'Opus Dei, a che cosa ha portato? Il Salvador sembra scomparso dalle cronache. - Claudia Fanti: Piu' della meta' del clero salvadoregno ha scritto al prefetto della congregazione dei vescovi, cardinal Giovanni Battista Re, tracciando un profilo dell'arcivescovo di cui, secondo loro, avrebbe bisogno la chiesa salvadoregna. Chiedono che sia salvadoregno di nascita, com'e' sempre stato tranne il caso di monsignor Fernando Saenz Lacalle, che appartenga al clero diocesano, che abbia una solida esperienza pastorale parrocchiale, che abbia una spiccata sensibilita' verso i poveri e che porti avanti una spiritualita' di comunione. Patricamente, e' tutto quello che non e' mons. Saenz Lacalle. E' questo il discorso. Monsignor Saenz Lacalle ha presentato gia' a novembre scorso la rinuncia per raggiunti limiti di eta', pero' il Vaticano, quando non ha interesse a sostituire uno, fa passare anche uno o due anni, quindi non si sa quando avverra' il passaggio. * - Normanna Albertini: Come si e' comportato monsignor Saenz Lacalle? - Claudia Fanti: Di certo, lui ha veramente smantellato tutto quello che era possibile smantellare. Nel giro di pochissimo ha sfrattato gli uffici della Caritas, ha chiuso la rete radiofonica che trasmetteva le omelie di Romero, ha licenziato e destituito delle figure chiave della chiesa della liberazione, ha preso posizioni davvero raccapriccianti. Non ha mai detto una parola a superamento della legge di amnistia, anzi: tutte le volte che se n'e' parlato ha sempre cercato di liquidare la questione parlando di riconciliazione, senza distinguere chi i crimini li ha fatti e chi li ha subiti. Addirittura, sta negoziando con il governo, attaccato dalla commissione interamericana per i diritti umani per aver completamente disatteso le raccomandazioni che la stessa commissione gli aveva fatto nel Duemila riguardo l'omicidio di Romero, tutta una serie di cose che il governo avrebbe dovuto fare. Il governo ha sempre mostrato il massimo disprezzo per queste raccomandazioni, anzi: ha detto che non le avrebbe mai applicate, per cui la commissione adesso lo ha di nuovo accusato e, per evitare la condanna, ha cominciato una serie di colloqui con l'arcidiocesi in cerca di una soluzione che gli evitasse la figuraccia internazionale al minimo costo. C'e' stata un'altra lettera di ottanta tra gruppi e comunita', una lettera all'arcivescovo, una lettera molto indignata per dire che la verita' non si negozia, non ci puo' essere nessun negoziato che non parta dal rispetto totale delle raccomandazioni della commissione interamericana per i diritti umani. Poi c'e' il discorso che mons. Saenz Lacalle ha portato avanti riguardo alla canonizzazione di Romero. * - Normanna Albertini: Gia', a che punto siamo? - Claudia Fanti: Fernando Saenz Lacalle si e' sempre dato molto da fare, ma il Romero di cui parla lui e' un Romero che non esiste. Un santino, la riduzione del profeta martire a santino. Un vescovo devoto, asceta, spirituale, obbediente, e dice che per accelerare il processo di canonizzazione, che secondo me prendera' ancora parecchia polvere nelle stanze vaticane, dice sempre "Non prendete posizioni, evitate prese di posizione politica, strumentalizzazioni della sua figura", della serie "fate di Romero un santino", ancora "Chiedete tante grazie particolari, guarigioni miracolose...". Una vera bestemmia. 4. RIFLESSIONE. MARINELLA CORREGGIA: SOBRIETA' CREATIVA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 marzo 2008, col titolo "La sobrieta' creativa per un buon uso delle rovine". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007. La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] "Meno cose, piu' tempo, piu' relazioni umane, piu' divertimento" propone il progetto chiamato New American Dream (www.newdream.org). Non sembra gradevole? Suggerisce sobrieta' creativa: vivere con coscienza, autogestirsi di piu', comprare meno e meglio. Uscire dai comportamenti fossili, voraci di combustibili fossili e non adatti al futuro. Uscire dalle merci e dai servizi inutili o disutili. Chiamiamoli mali, non beni. Possiamo ispirarci all'esortazione che fu di Gandhi: "Sii tu il cambiamento che vuoi per il mondo". La riconversione ecologica ed equa dell'economia e' una scelta che richiede l'impegno della politica e un eco-orientamento della tecnologia ma passa anche dall'impegno personale. Riorientare in massa gli stili di vita e' contribuire a riorientare il sistema produttivo. O quantomeno a sganciarsi dalle assurdita', come le opere distruttive (autostrade per Tir, aeroporti per low cost, inceneritori per risorse rifiutate, centri commerciali e seconde case) e le produzioni sfruttatrici del lavoro e della natura (agrozootecnia intensiva, petrolchimica, settore estrattivo, fabbriche della fatica). Piu' coerenti e sganciati, diventeremo anche molto piu' esigenti con la politica: per esempio nel chiedere la riconversione, a partire dallo scandalo delle spese militari. Che una sobrieta' creativa sia una necessita' per il salvataggio del mondo a partire dalla spada di Damocle del clima ce lo suggerisce Rajendra Pachauri, presidente dell'Ipcc dell'Onu, che con i suoi rapporti ha sbattuto il caos climatico in faccia all'umanita'. Pachauri ha sottolineato "l'importanza dei cambiamenti negli stili di vita" e ha proposto tre azioni immediate: mangiare meno carne, andare in bicicletta, comprare qualcosa solo se ci serve. Come italiani dobbiamo scendere da oltre 8 tonnellate di CO2 pro capite all'anno, a 1,5 per vivere in un mondo che sia equo e sostenibile. Ma poiche' appunto c'e' anche "la crisi", vediamo se e come usarla - individualmente e collettivamente - non tanto per superarla riavviando una crescita mortifera, quanto per favorire una riconversione di produzione, occupazione e consumi nella direzione di tre "e": eguaglianza, ecologia, empatia. Piu' terra terra: vediamo se, essendoci meno denaro in giro, possiamo al tempo stesso far quadrare meglio i conti e diventare piu' verdi e rossi (piu' ecologisti e piu' equi). Sembra di sentire qualcuno: "I prodotti ecologici ed equi costano di piu'. Chi non ha soldi va al discount!". Risposta: la sfida e' un'ecologia che non sia delle contesse, per usare un'espressione di Giorgio Nebbia, ma accessibile a tutti. Pero' e' certo che quel che costa troppo poco ha spesso dietro sfruttamento della natura e dei produttori, insalubrita', scarsa durata. Di fronte a tante cianfrusaglie materiali e morali la sobrieta' creativa puo' diventare un vero piacere: "Scegliamo buone pratiche; l'abitudine ce le rendera' gradevoli" (attribuito a Pitagora). 5. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di' chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 6. LIBRI. PAOLA EMILIA CICERONE PRESENTA "SCIENZIATE NEL TEMPO. 65 BIOGRAFIE" DI SARA SESTI E LILIANA MORO [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione. Paola Emilia Cicerone, giornalista scientifica, collabora con varie testate. Sara Sesti, insegnante di matematica, fa parte dell'associazione Donne e scienza e collabora con la Mathesis. Ha curato, per il centro di ricerca Pristem dell'Universita' Bocconi, la mostra "Scienziate d'Occidente. Due secoli di storia", e ha fatto parte della redazione delle riviste "Lapis" e "Il Paese delle donne". Ha pubblicato con Liliana Moro il libro Donne di scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila", Pristem - Universita' Bocconi, Milano 2002. Tiene i corsi di informatica della Libera Universita' delle Donne di Milano. E' una delle webmaster del sito www.universitadelledonne.it, per cui cura la ricerca delle immagini e le rubriche Scienza e tecnologie, Libri, Film, Mostre e Pensiamoci. Opere di Sara Sesti: con Liliana Moro, Donne di scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila, Pristem - Universita' Bocconi, seconda edizione 2002, ora nella nuova edizione ampliata Scienziate nel tempo. 65 biografie, Edizioni Lud, Milano 2008. Liliana Moro, storica e saggista, docente di italiano e storia, fa parte della Societa' Italiana delle Storiche e collabora con la Libera Universita' delle Donne come docente. Si occupa di storia dell'istruzione e di storia della scienza e collabora con la rivista "Il paese delle donne". E' una delle webmaster del sito dell'Universita' delle donne, e cura in particolare le rubriche Storia, Guerra, Pensiamoci e l'Agenda. Opere di Liliana Moro: AA. VV., Profumi di donne, Cuen, 1997; con Sara Sesti, Donne di scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila, Pristem - Universita' Bocconi, seconda edizione 2002, ora nella nuova edizione ampliata Scienziate nel tempo. 65 biografie, Edizioni Lud, Milano 2008] Il libro di Sara Sesti e Liliana Moro, Scienziate nel tempo. 65 biografie (Edizioni Lud, Milano 2008, pp. 206), e' l'ampliamento e aggiornamento del 2008 di Donne di scienza. 50 biografie dall'antichita' al Duemila, edito da Pristem-Universita' Bocconi nel 1999. Il saggio, arricchito da un percorso sulla storia dell'educazione e dell'istruzione delle donne, da due notazioni critiche e da una esauriente bibliografia, e' di quelli che fanno venir voglia di "andare oltre", su un terreno poco esplorato come quello della presenza femminile nella storia della scienza. Esplorato con una particolarita' - quella di non indagarne i presupposti scientifici o epistemologici - come facevano saggi celebri come L'eredita' di Ipazia di Margaret Alic (Editori Riuniti, 1989) o I pantaloni di Pitagora di Margaret Wertheim (Instar Libri, 1996) - limitandosi a offrire il profilo biografico di sessantacinque scienziate, introdotto da schede utili a inquadrare ogni personaggio nella realta' dei suo tempo e legandolo a un'immagine che strappa molte di queste donne da un anonimato anche visivo. Molti conoscono, grazie ai premi Nobel che hanno ottenuto, Barbara McClintock o Marie Curie. Il merito del volume e' quello di portare alla luce anche studiose dedite a discipline meno "visibili", come le matematiche Maria Gaetana Agnesi, Emmy Noether e Sophie Germain, o come Rosa Luxemburg, la cui fama politica tende a oscurare l'importanza dei suoi scritti economici. Nella nuova edizione, aggiornata con altre biografie (tra cui le antropologhe Rebecca Cann, Jane Goodall), anche due pioniere: Hedy Lamarr, attrice degli anni '30 e inventrice di una tecnologia ora applicata alle reti wireless e Ellen Swallow-Richards, fondatrice nell'Ottocento dell'ecologia. Ampio spazio e' dedicato, ovviamente, alle scienziate italiane, da Laura Bassi - prima italiana a ottenere una cattedra universitaria nella Bologna del Settecento - a Rita Levi Montalcini. Ma soprattutto alle tante che hanno visto il proprio lavoro ignorato e sminuito a favore degli uomini che avevano accanto: da Sophie Brahe (sorella dell'astronomo Tycho) a Gabrielle du Chatelet (compagna di Voltaire), a Marie Paulze Lavoisier (moglie e collaboratrice del noto chimico) e Ada Byron, collaboratrice di Charles Babbage e programmatrice ante litteram. E non si tratta solo di vicende consegnate all'occhio ormai imparziale della storia: il caso di Mileva Maric, la moglie di Einstein, il cui ruolo nella definizione della teoria della relativita' e' ancora discusso, e quello di Rosalind Franklin, il cui contributo sperimentale alla teoria di Watson e Crick sulla struttura del Dna e' stato spesso sottovalutato dai colleghi, mostrano quali difficolta' debbano affrontare le donne che scelgono di dedicarsi a una carriera scientifica. Dal libro sono state tratte le biografie della mostra "Nobel negati alle donne di scienza". * Il libro puo' essere richiesto: - all'Universita' delle donne, e-mail: universitadonne at tiscali.it - alla Libreria delle donne di Milano, e-mail: info at libreriadelledonne.it, tel. 0270006265. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 407 del 27 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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