[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Minime. 351
- Subject: Minime. 351
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 31 Jan 2008 00:32:52 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 351 del 31 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Al liceo scientifico di Tuscania il giorno della memoria della Shoah e il ricordo di Mohandas Gandhi nel sessantesimo anniversario della scomparsa 2. Maria G. Di Rienzo: Ihr gluecklichen Augen 3. Giulio Vittorangeli: Contrastare la barbarie senza diventare barbari 4. Anche a Tuscania un'iniziativa di informazione sulle nocive e distruttive conseguenze del mega-aeroporto 5. L'apprezzamento e il sostegno del professor Gianni Tamino 6. Elena Loewenthal presenta una mostra dedicata a Vito Volterra e Carlo Levi 7. E' in edicola "L'antibarbarie" di Giuliano Pontara 8. L'Agenda dell'antimafia 2008 9. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. AL LICEO SCIENTIFICO DI TUSCANIA IL GIORNO DELLA MEMORIA DELLA SHOAH E IL RICORDO DI GANDHI NEL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA [Vittorio Emanuele Giuntella, nato nel 1913, dopo l'8 settembre 1943, tenente degli alpini, fu uno degli ufficiali italiani che rifiutarono di servire i nazifascisti e fu internato in Lager della Polonia e della Germania. Storico, docente di storia dell'eta' dell'illuminismo all'Universita' di Roma, costantemente impegnato per i diritti umani, e' stato tra i piu' autorevoli rappresentanti dell'Opera Nomadi. E' scomparso nel 1996. Opere di Vittorio Emanuele Giuntella: autorevolissimi i suoi studi sul '700 e quelli sulle vicende della seconda guerra mondiale, della deportazione e della Resistenza; fondamentale e' il suo volume Il nazismo e i Lager, Studium, Roma 1979. Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1976. Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006] Al liceo scientifico di Tuscania (in provincia di Viterbo) il 29 gennaio 2008 alcune classi hanno celebrato il giorno della memoria della Shoah, ricordando in particolare le figure di Vittorio Emanuele Giuntella e di Primo Levi. E' stato altresi' ricordato Mohandas Gandhi, di cui il 30 gennaio ricorre il sessantesimo anniversario della morte. Nel ricordo si e' evidenziato come alla barbarie nazista si contrapponga l'"antibarbarie" della nonviolenza; come il grande lascito di tutte le grandi figure e le grandi tradizioni di pensiero dell'umanita' convochi ogni essere umano all'impegno comune contro ogni violenza, a una responsabilita' e a una solidarieta' che tutti gli esseri umani raggiunga ed aiuti; come l'umanita' sia chiamata a riconoscere, promuovere e inverare tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. 2. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: IHR GLUECKLICHEN AUGEN [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione questo suo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81] Da dove cominciare, mia Italia delusa, svillaneggiata, opulenta e crudele, falsamente indifferente, falsamente sensibile? La crisi governativa, la crisi della politica in se', la societa' in crisi, le "emergenze" razzismo, bullismo, rifiuti, violenza di genere? * Io parto da me, come le mie buone maestre mi hanno insegnato. E guardo. Ho una famiglia mia da ventinove anni, piccola e coesa, amorevole. Di "inconsueto" ha il non essere unita da un matrimonio qualsiasi, ma e' una famiglia che paga le bollette e le tasse, fa la raccolta differenziata dei rifiuti, cerca di non inquinare ne' terra ne' cuori, si sostiene nelle difficolta' e i suoi membri sono impegnati a vario titolo in movimenti, gruppi, associazioni di volontariato, eccetera. Non occorre che il mio sguardo ruoti molto distante da casa: solo nella mia scala condominiale di famiglie simili ce ne sono altre tre. E gia' mi sento un po' meno "inconsueta". Le altre famiglie, le "tradizionali", non mostrano il minimo disagio per la vicinanza. A volte, scambiando quattro chiacchiere, i loro membri parlano di figli e nipoti conviventi, senza nessuno scandalo. Non e' da ieri che la chiesa cattolica non approva unioni come la mia e quelle dei miei vicini, ma la cosa non mi ha mai disturbata piu' di tanto: puo' sconsigliare questo tipo di famiglia umana ai suoi fedeli, ne ha il diritto, e la cosa non mi riguarda. E soprattutto non riguarda le leggi della Repubblica. Da un paio d'anni, pero', sono venuta a sapere che vivendo semplicemente la mia esistenza, e chiedendo per essa allo stato, non alla chiesa, un minimo di riconoscimento, io "mino alla base la stabilita' della nostra societa'". Questa non e' un'opinione rispettabile di cui io posso discutere: e' miope odio, e lo respingo come tale. Se chi reiteratamente fa questa affermazione ha le prove (o seri dubbi) che la sottoscritta stia compiendo atti eversivi tramite una semplice, personale e non sindacabile scelta di vita, e' pregato di denunciarli alle autorita' competenti; ma se, come sono orgogliosa e certa di poter affermare, non ne ha alcuna, non posso che attenderne le scuse: pubbliche come sono pubbliche le dichiarazioni al proposito. * Parto da me, ma non e' il ballo del mattone, tutte le inchieste demografiche hanno fotografato negli ultimi anni questa realta', che le famiglie italiane non "tradizionali", oltre ad essere socialmente accettate, sono la maggioranza: convivenze, unioni che si ricostruiscono dopo separazioni o divorzi, genitori single, e via dicendo. Non mi interessa che l'attuale gerarchia ecclesiastica ne prenda atto, ma mi scandalizza al sommo grado che per acquiescenza ad essa rifiuti di prenderne atto la classe politica italiana. Come puo' tale classe politica pretendere non dico di dare inizio a riforme, ma solamente di governare l'esistente? Per governare l'esistente bisogna almeno non rifiutarsi di vederlo. Lo spettacolo umiliante fornito in questi giorni dal Senato, fra sputi mortadelle aggressioni e insulti, fotografa infine cio' che l'Italia si sta avviando ad essere, mortificata da anni di menzogne e di "grandi fratelli". Mi sorprende che qualcuno ancora ululi se al compagno di classe intelligente e onesto gli altri ragazzini ficcano la testa nel water: cosa abbiamo insegnato a bambini e giovani in tutti questi anni? Cosa gli abbiamo mostrato in tv, cosa gli abbiamo suggerito sui giornali, al cinema, per strada e in casa? Che essere violenti, prepotenti, arroganti, e' "fico". Che fregare il prossimo e' il massimo a cui puoi aspirare. La mia generazione ha avuto due ambigue ma benedette fortune: la prima, nella nostra infanzia, era il comandamento n. 11 per le marachelle: "almeno non farti beccare", perche' sapevi senz'ombra di dubbio che certe azioni erano sbagliate, mentre adesso non solo non lo sono, ma vanno anche spettacolarizzate con foto dei cellulari e filmati su You Tube. Perche' infine cosa succede ai "grandi" quando li condannano per truffe e malversazioni varie? Li invitano ai talk show o li candidano al Parlamento. Non mi direte che si tratta di riprovazione sociale. Nell'adolescenza della mia generazione vi fu questa seconda fortuna: una grande stagione di lotta politica e sociale, in cui per quanto utopici e sconsiderati e velleitari potessero essere alcuni dei nostri sogni, noi abbiamo almeno sognato, e sognato di nostro. Forse, per cominciare a riparare i danni nel nostro paese, dovremmo fare lo sforzo di restituire questo, ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze: la possibilita' di sognare, e di lavorare, per qualcosa che non sia il posto da "velina" o la macchina che fa i 300 all'ora. 3. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: CONTRASTARE LA BARBARIE SENZA DIVENTARE BARBARI [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] Sappiamo che non e' solo la politica ad essere in crisi. E' l'intera societa' italiana a rischio. L'ultimo rapporto dell'istituto di ricerca Eurispes ne fa un'analisi spietata: "Il Belpaese attraversa un periodo difficile sia dal punto di vista della legalita', della situazione politica, ambientale e delle comunicazioni". Certo quello che e' avvenuto in Senato durante il voto di sfiducia contro il governo di centrosinistra, non e' pensabile in nessun Paese civile. La gazzarra della destra italiana (il mangiar mortadella con lo spumante tra i velluti rossi di Palazzo Madama o la rissa e gli insulti da strada tra senatori) e' qualcosa di piu' del tratto volgare della politica, e' uno stile che rasenta il fascismo. Anche i fucili invocati dalla Lega Nord o la prima pagina del quotidiano "Libero", spingono a parlare, seppure impropriamente, di fascismo. Si e' appena celebrata la Giornata della Memoria, ma siamo sicuri di essere davvero usciti dal modo di pensare che ha portato ad Auschwitz? Certo c'e' un profondo distacco tra la politica e i cittadini; ma e' la societa' civile che esprime, con il voto, il proprio ceto politico. Non a caso il nostro e' un Paese sempre piu' povero e sempre piu' razzista: "Una mucillagine, un insieme inconcludente d'individualismo che non guarda al futuro", secondo il rapporto del Censis. Qualcosa si e' rotto nel profondo della societa' italiana. Il conflitto etico-culturale non e' tanto tra vertici e base, istituzioni e popolo, ma e' interno al popolo e alle istituzioni, e' diffuso ovunque. Prevale la perdita di senso etico e di spirito pubblico; oltre che un profondo imbarbarimento. Pericolosissimo e' il rischio di caduta del senso dell'appartenenza democratica dei cittadini alla "res publica", la distruzione degli indeboliti fili (ancora esistenti) che legano i cittadini alla loro cosa pubblica. E' predominante la regressione individualistica di tutti i valori di riferimento (laici e religiosi, dalla liberta' al lavoro, all'etica pubblica), un tempo interpretati collettivamente. Prevale la sensazione diffusa di una deriva verso il peggio in tutti i campi della vita individuale e collettiva, dalla politica allo smaltimento dei rifiuti. La spazzatura in cui soffoca il nostro Paese non e' solo quella che invade le strade di Napoli. Una Italia brutta e moralmente logorata, intrappolata nell'inerzia di un presente depresso e senza futuro che progressivamente uccide la sua vitalita'. La vita e' malata dappertutto, per come nel mondo hanno vinto gli interessi delle multinazionali e quindi per come ha vinto, dovunque, lo sfacciato egoismo del singolo contro l'interesse dell'umanita'. * Come uscire da questa situazione? Per prima cosa prendendone coscienza. Oggi sappiamo che ci aspettano anni durissimi, di sfaldamento sociale, di caduta, di veleni, in cui il futuro dovremo strapparcelo a morsi. Seconda cosa, contrastare la barbarie senza diventare barbari. E' possibile essere pacifisti e alternativi, senza vittimismi aggressivi, esorcismi verbali, turpiloquio permanente? (il "vaffa" urlato per sfogarsi e strappare applausi e' solo un penoso insulto). E' possibile essere contro la politica di Bush, senza essere infantilmente anti-americani? E' possibile contrastare il degrado senza degradarsi? Terza cosa, se c'e' un antidoto, sta nelle "minoranze attive", li' c'e' ancora vita e senso. Li' puo' ancora esserci politica sorgiva. In queste minoranze attive naturalmente inseriamo tutti quanti operano per la nonviolenza. Essere "minoranza", come diceva un filosofo, e' l'unico progetto, se la maggioranza e' diventata poltiglia. Allora e' fondamentale fare insieme qualche cosa che freni la deriva alla dominazione sfrenata del denaro e delle merci, che ci frantumano ciascuno nel singolo e nei pochi, raramente in transitorie masse. Il passaggio e' stretto, ma e' solo nei passaggi stretti che qualcosa puo' venire al mondo. 4. INIZIATIVE. ANCHE A TUSCANIA UN'INIZIATIVA DI INFORMAZIONE SULLE NOCIVE E DISTRUTTIVE CONSEGUENZE DEL MEGA-AEROPORTO A VITERBO Il 29 gennaio 2008 a Tuscania (Vt) il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha realizzato una diffusione di materiale informativo ai cittadini sulle nocive e distruttive conseguenze della dissennata realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma. I cittadini raggiunti hanno espresso interesse ed apprezzamento per l'iniziativa di informazione che il movimento che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo sta svolgendo. Sempre piu' cittadini, man mano che si diffonde capillarmente l'azione informativa svolta dal comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, esprimono un persuaso sostegno alle forti ragioni dell'opposizione alla devastante opera. E non a caso a sostegno del comitato che si oppone al mega-aeroporto si sono espressi tra gli altri anche illustri scienziati ed autorevolissime personalita' istituzionali e della societa' civile solleciti del pubblico bene. * Occorre infatti che tutti sappiano queste elementari e decisive verita': a) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce un grave danno per la salute delle persone, provocando un grave inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico, e contribuendo all'effetto serra. b) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce un grave scempio dell'ambiente e di rilevantissimi beni naturalistici, storici, culturali, sociali, terapeutici ed economici. c) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce un grave danno economico al territorio viterbese e ai cittadini che vi abitano. d) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce un grave, enorme sperpero di soldi pubblici, che verranno sottratti ad altre infrastrutture ed altri servizi di cui il viterbese ed i viterbesi hanno estremo bisogno; un grave enorme sperpero di soldi pubblici a danno di tutti i cittadini ed a vantaggio di pochi speculatori. e) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce un ulteriore incremento del trasporto aereo, quando invece l'Onu e la comunita' scientifica internazionale chiedono interventi urgenti per ridurre drasticamente le emissioni di CO2, e tra questi interventi fondamentale e' ridurre anche il trasporto aereo. f) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo costituisce una catastrofe ambientale, sanitaria, sociale ed economica per la citta' e per la provincia di Viterbo, poiche' imporrebbe a Viterbo le stesse conseguenze nefaste visibili a Ciampino: sarebbe un crimine e una follia "ciampinizzare" Viterbo, quando invece si deve urgentemente liberare Ciampino (alla cui popolazione va tutta la nostra solidarieta') dall'eccesso di voli, cosa conseguibile semplicemente riducendo drasticamente i voli. Lo ripetiamo: occorre salvare Viterbo, ed occorre salvare Ciampino: non solo non ci deve essere nessun aumento dei voli, ma e' necessaria una loro drastica riduzione. g) Il devastante mega-aeroporto a Viterbo non crea affatto lavoro stabile e diffuso, ma precariato e servitu', un enorme danno all'economia e ai diritti dei cittadini; lo conferma il fatto scandaloso che certe compagnie low cost violano i diritti sindacali fondamentali dei loro dipendenti e addirittura si rifiutano di rispettare le leggi italiane. h) Ed infine: il devastante mega-aeroporto di Viterbo e' del tutto privo delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Valutazione d'impatto ambientale, di Valutazione ambientale strategica, di Valutazione d'impatto sulla salute. Non si puo' accettare un'opera nociva, distruttiva, priva delle verifiche e quindi dei requisiti disposti dalle leggi, in contrasto con il bene pubblico. * Occorre difendere la salute, la sicurezza e il benessere della popolazione dell'Alto Lazio. Occorre difendere l'ambiente, i beni culturali e sociali, le autentiche vocazioni produttive del territorio dell'Alto Lazio. Occorre realizzare trasporti e servizi utili a tutti i cittadini. Occorre promuovere la creazione di posti di lavoro stabili e rispettosi della dignita' e dei diritti delle persone. Occorre tutelare l'ecosistema locale e salvare la biosfera dal collasso. Occorre promuovere il rispetto della legge e della morale. Occorre che i cittadini siano informati e non ingannati. Occorre che i cittadini possano decidere insieme e non subire la violenza e le menzogne delle lobbies politico-affaristiche e dei poteri speculativi e predatori. Occorre far valere la democrazia. Chiediamo rispetto per la dignita', la sicurezza, la salute e i diritti di ogni essere umano. * Per questo motivi sempre piu' persone nell'Alto Lazio si oppongono alla dissennata proposta del mega-aeroporto. Per questi motivi sempre piu' persone nell'Alto Lazio propongono un modello di mobilita' centrato sul trasporto pubblico sostenibile ed al servizio di tutti i cittadini, chiedono il potenziamento innanzitutto delle ferrovie, sostengono la scelta di un modello di sviluppo che valorizzi e non distrugga i beni ambientali e culturali di cui la provincia di Viterbo e' ricca, si impegnano per sostenere e promuovere le autentiche vocazioni produttive del territorio, stanno lottando per difendere la salute, i diritti e la dignita' di tutte le persone e le comunita' che nell'Alto Lazio vivono. Per questo sempre piu' ampia e persuasa tra la popolazione del viterbese e' l'opposizione alla dissennata proposta del mega-aeroporto e allo sciagurato incremento delle malattie e dei disastri conseguenti a una folle e criminale crescita del trasporto aereo. * Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org; per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it; per ricevere la newsletter "Coi piedi per terra": nbawac at tin.it 5. SOLIDARIETA'. L'APPREZZAMENTO E IL SOSTEGNO DEL PROFESSOR GIANNI TAMINO [Riprendiamo il seguente comunicato del 29 gennaio 2008 del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo (per contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org), dal titolo completo "L'apprezzamento e il sostegno del professor Gianni Tamino all'azione del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna in difesa della salute e della sicurezza delle eprsone, a tutela dell'ambiente e per il rispetto della legalita'". Gianni Tamino (Mogliano Veneto, 1947), prestigioso scienziato, e' docente universitario, rigoroso studioso di questioni ambientali, gia' parlamentare italiano ed europeo, amico della nonviolenza. Laureato nel 1970 in Scienze naturali, docente universitario dal 1974 di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di diritto ambientale all'Universita' di Padova. Ha svolto ricerche sugli aspetti fisici e molecolari del flusso d'informazione genetica, sugli effetti mutageni e cancerogeni degli inquinanti ambientali, sui rischi biologici dei processi e dei prodotti frutto delle moderne biotecnologie e dei campi elettromagnetici. E' stato membro della Camera dei Deputati dal 1983 al 1992 e membro del Parlamento Europeo dal 1995 al 1999, dove e' stato vicepresidente della Commissione per la cultura, l'istruzione e i mezzi di informazione ed ha anche seguito in particolare la normativa comunitaria in tema di biotecnologie. Membro del gruppo di lavoro del Ministero delle politiche agricole sugli Ogm, del Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie e della Commissione interministeriale per le biotecnologie. Ha partecipato a numerosi convegni, ha pubblicato numerosi articoli su riviste scientifiche, ha partecipato come esperto a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche. Tra le opere di Gianni Tamino: (con Fabrizia Pratesi), Ladri di geni. Dalle manipolazioni genetiche ai brevetti sul vivente, Editori Riuniti, 2001; Il bivio genetico. Salute e biotecnologia tra ricerca e mercato, Edizioni Ambiente, 2001; (con Gino Ditadi, Margherita Hack), Etica, biodiversita', biotecnologie, emergenze ambientali, Isonomia, 2002; (et alii, a cura di L. Silici), Ogm: le verita' sconosciute di una strategia di conquista, Editori Riuniti, 2004; Cancro: un male evitabile. Come combattere una strage inutile, Cosmopolis, 2006] Nel corso di un recente convegno dell'associazione dei Medici per l'ambiente (Isde Italia) svoltosi ad Arezzo, anche il prestigioso scienziato Gianni Tamino, dell'Universita' di Padova, ha espresso apprezzamento e sostegno al Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. In un colloquio con la dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato e referente dell'Isde per la provincia di Viterbo, il professor Tamino ha attestato la sua solidarieta' con l'impegno per difendere la salute dei cittadini, i beni culturali e ambientali, i diritti anche delle generazioni future, la biosfera (che l'incremento del trasporto aereo contribuisce in ingente misura a devastare). * Sono sempre piu' numerosi gli scienziati di prestigio internazionale che da Angelo Baracca a Virginio Bettini, da Marcello Cini a Paul Connett, da Giorgio Cortellessa a Giuseppe Nascetti, da Giorgio Nebbia a Gianni Tamino, a Federico Valerio, a molti altri, esprimono un esplicito apprezzamento e un persuaso sostegno all'iniziativa del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. * Il comitato in queste settimane sta anche intensificando l'azione di informazione dei cittadini del viterbese, fin qui esclusi dal processo decisionale e vittime di una propaganda mistificante diffusa da una lobby politico-affaristica insipiente ed irresponsabile; il sostegno di tanti illustri scienziati e di tante autorevoli personalita' delle istituzioni e della societa' civile (tra le moltissime adesioni quella della vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, del magistrato Ferdinando Imposimato, di padre Alex Zanotelli, di decine di parlamentari europei, senatori e deputati italiani, di numerosissimi docenti universitari ed intellettuali di prestigio internazionale come Dacia Maraini, Lea Melandri, Silvia Vegetti Finzi e tante e tanti altri) all'impegno del comitato che si oppone al devastante mega-aeroporto e' una significativa conferma della giustezza dell'iniziativa in difesa della salute di tutte le persone e dell'ambiente bene comune da salvaguardare e valorizzare, non da distruggere per gli interessi di pochi barbari speculatori. 6. INIZIATIVE. ELENA LOEWENTHAL PRESENTA UNA MOSTRA DEDICATA A VITO VOLTERRA E CARLO LEVI [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 26 dicembre 2008, col titolo "Il matematico tra i pochi a dire di no". Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg. Vito Volterra, matematico e fisico insigne (Ancona 1860 - Roma 1940), docente universitario, senatore, accademico dei Lincei, fu uno dei dodici docenti universitari che rifiutarono il giuramento di fedelta' al fascismo. Opere su Vito Volterra: qui segnaliamo almeno Giorgio Boatti, Preferirei di no, Einaudi, Torino 2001. Carlo Levi, medico, pittore, scrittore, militante politico antifascista, meridionalista. Nato a Torino nel 1902, amico di Piero Gobetti e dei fratelli Rosselli, impegnato in "Giustizia e Liberta'", arrestato e mandato al confino, emigra poi in Francia, rientra in Italia ed e' a Firenze durante la Resistenza. Dirigente del Partito d'Azione, impegnato per i diritti delle popolazioni del sud, senatore indipendente di sinistra, e' morto nel 1975 a Roma. Opere di Carlo Levi: in volume cfr. almeno Cristo si e' fermato a Eboli, 1945; Paura della liberta', 1946; L'orologio, 1950; Le parole sono pietre, 1955; Il futuro ha un cuore antico, 1956; La doppia notte dei tigli, 1959; Tutto il miele e' finito, 1964; tutti presso Einaudi. Presso la casa editrice Donzelli sono recentemente apparsi vari volumi di scritti, conversazioni e interviste di Carlo Levi: Le mille patrie; Lo specchio; Prima e dopo le parole; Roma fuggitiva; Le tracce della memoria; Un dolente amore per la vita; Il pianeta senza confini; Le ragioni dei topi; Il dovere dei tempi. Tra le opere su Carlo Levi: Giovanni Falaschi, Carlo Levi, La Nuova Italia, Firenze; Ghislana Sirovich, L'azione politica di Carlo Levi, Il Ventaglio, Roma] Il tempo ha un cammino incerto: a volte deposita distanze incolmabili, a volte sembra non passare mai. Poi capita ogni tanto, assai di rado, che un lasso lungo magari decenni, magari a cavallo di due secoli e altrettanti millenni, svanisca in un nonnulla. Un sorriso, magari. Come quello che, c'e' da giurarci, sarebbe affiorato sotto i baffi di Vito Volterra appena qualche giorno fa. Di fronte alla mesta notizia che i nostri studenti sono i piu' brocchi in matematica di tutto il vecchio continente, e detto fra noi vanno di pari passo con i loro impreparati insegnanti. C'e' da giurarci, che la notizia avrebbe strappato un sorriso a Vito Volterra: di quei sorrisi che non dicono proprio "io l'avevo detto". Non a chiare lettere e senza un germe di maligna soddisfazione nell'animo. Ma cosi', nascosto fra i baffi e la barba brizzolata, capace - quel sorriso appena accennato - di risvegliare la memoria e farsi leggere da cima a fondo. Lui, Vito Volterra, il grande matematico nato ad Ancona nel 1860 e morto nella sua casa di Roma nel 1940, l'aveva gia' detto scuotendo il capo, anzi protestando a chiare lettere, che la riforma scolastica del ministro Gentile trascurava troppo le materie scientifiche. Ben vengano il latino e il greco, ma i tempi chiamano la scienza, diceva. I tempi, pero', erano quelli che erano e di li' a qualche anno sarebbe iniziata per lui, Vito Volterra, una damnatio memoriae che e' stata il lento, inesausto metronomo di decenni, secoli e millenni a seguire. Fra i pochi professori universitari a non firmare il giuramento di fedelta' al fascismo (cui Giorgio Boatti ha dedicato un bellissimo libro, Preferirei di no, uscito da Einaudi nel 2001), Volterra - che era certamente lo scienziato, l'intellettuale italiano piu' famoso e celebrato all'estero - venne gradualmente rimosso da cariche ufficiali e dalla memoria collettiva, piu' o meno scientifica, del nostro paese. E in fondo ancora oggi e' cosi'. Ma ieri, in occasione della Giornata della Memoria, si e' inaugurata a Roma una mostra che offre al pubblico non specialista un primo squarcio in questo oblio. Nella ridondanza di celebrazioni che accompagna ormai il 27 gennaio, e' un bel segno ricordare la figura di Vito Volterra. Far mente locale a tutto quel che non s'e ancora - colpevolmente - scritto e detto di lui. "Il prezzo della Liberta'. Omaggio a Vito Volterra e Carlo Levi" restera' aperta a Palazzo Giustiniani in Roma (via della Dogana Vecchia 29) sino al 17 febbraio. Un ritratto doppio, offre questo percorso. Due figure in un certo senso distanti fra loro, ma in fondo non troppo. Carlo Levi era di Torino, e Vito Volterra visse per un breve periodo a Torino, fu fra i fondatori del Politecnico. Una generazione separa i due, ma entrambi subirono dal fascismo il confino: Levi in senso stretto, Volterra in un altro, non meno profondo, restando a Roma, rifugiandosi nella sua amata casa di Ariccia. Entrambi furono personalita' a largo spettro, menti aperte in un mondo chiuso. 7. LIBRI. E' IN EDICOLA "L'ANTIBARBARIE" DI GIULIANO PONTARA In supplemento al quotidiano "L'Unita'" e' in edicola il libro di Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, apparso presso le Edizioni Gruppo Abele di Torino nel 2006 ed ora riproposto in edizione economica a 7,50 euro. Come abbiamo piu' volte segnalato e' un libro di capitale importanza di uno dei massimi studiosi della nonviolenza (gia' curatore della fondamentale antologia degli scritti di Mohandas K. Gandhi, teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996). 8. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 9. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 351 del 31 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Voci e volti della nonviolenza. 143
- Next by Date: Nonviolenza. Femminile plurale. 155
- Previous by thread: Voci e volti della nonviolenza. 143
- Next by thread: Nonviolenza. Femminile plurale. 155
- Indice: