[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Minime. 346
- Subject: Minime. 346
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 26 Jan 2008 00:33:26 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 346 del 26 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Una cosa che chiunque capisce 2. Mao Valpiana: Giornalismo e nonviolenza. L'esempio di Gandhi 3. Umberto Santino: Cuffaro e dintorni. Ovvero: appunti per una fenomenologia dell'indecenza 4. Ad Orte scalo contro l'aeroporto 5. A Bolzano il 30 gennaio 6. A Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio 7. A Vicenza il 30 gennaio 8. Maria Antonietta Saracino presenta "Turpestato" di Sony Labou Tansi 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UNA COSA CHE CHIUNQUE CAPISCE Se non si presenteranno liste della sinistra della nonviolenza, molti elettori e molte elettrici che vogliono essere persone oneste non potranno votare alle prossime elezioni. * Se non si presenteranno liste della sinistra della nonviolenza, molti elettori e molte elettrici che vogliono essere persone democratiche e di sinistra non potranno votare alle prossime elezioni. * Se non si presenteranno liste della sinistra della nonviolenza, molti elettori e molte elettrici che vogliono essere persone di pace, solidali con l'umanita' intera e sollecite della biosfera, non potranno votare alle prossime elezioni. * Se non si presenteranno liste della sinistra della nonviolenza, molti elettori e molte elettrici il cui voto e' determinante per impedire la vittoria della coalizione della destra piu' oltranzista, nazista e mafiosa, non potranno votare alle prossime elezioni. * Se non altro per questo, per consentire a tante persone (persone di tenace concetto, di retto sentire, di volonta' buona) di votare, di godere ancora del diritto e del piacere di votare, di usare dello strumento democratico del voto per affermare giustizia e liberta', verita' e responsabilita', solidarieta' e dignita', e' indispensabile presentare liste della sinistra della nonviolenza alle prossime elezioni. 2. EDITORIALE. MAO VALPIANA: GIORNALISMO E NONVIOLENZA. L'ESEMPIO DI GANDHI [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a disposizione in anteprima l'editoriale (dal titolo "Giornalismo e nonviolenza. La forza delle parole") del numero 1-2 di gennaio-febbraio 2008 di "Azione nonviolenta", un prezioso fascicolo monografico dedicato a "Gandhi giornalista". Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". Per contattare la redazione, la direzione o l'amministrazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007. Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006] Oggi l'informazione e' in crisi. I giornali sono strumenti di potere e manipolazione, asserviti al lucro degli editori che vivono di contributi statali e pubblicita'. La liberta' di stampa e' soffocata dal mercato. "Azione nonviolenta" ha sempre rifiutato questa logica, e grazie solo alla fiducia e al consenso dei suoi lettori ha mantenuto la propria indipendenza e dignita', al servizio della nonviolenza. Con questo numero, rinnovato nella grafica, la nostra rivista entra nel suo quarantacinquesimo anno di vita. Lo facciamo con un fascicolo monografico dedicato al giornalismo nonviolento inaugurato cento anni fa dal giornalista Gandhi, che ha inventato la parola Satyagraha per definire il suo movimento e poterne scrivere per farlo conoscere a tutto il mondo. A quel giornalismo ci ispiriamo. La nonviolenza, oggi come ieri, e' forza della verita', e' parola che entra nella storia. * L'iconografia gandhiana solitamente ci mostra il Mahatma come un marciatore alla testa dei suoi, un digiunatore a letto, un asceta in preghiera, un oratore davanti a folle enormi, un prigioniero dietro le sbarre; nei filmati d'epoca lo vediamo spesso in viaggio in India o in Inghilterra; le fotografie ufficiali lo ritraggono con il vicere' o con le nipoti. Raramente lo vediamo con la penna in mano, intento a scrivere. Eppure Gandhi, oltre che avvocato, politico, santo, fu soprattutto un giornalista. I cento volumi dei "Collected works of Mahatma Gandhi" ci confermano che Gandhi scrisse moltissimo. Uno dei motivi per cui ringraziava chi lo incarcerava era che le quattro pareti bianche intorno gli consentivano di concentrarsi esclusivamente su preghiera e scrittura, i due pilastri della sua vita. "Non puo' esservi posto per la menzogna nei miei scritti, perche' e' mia incrollabile fede che non vi e' altra religione che la Verita'". Dunque per Gandhi giornalismo e nonviolenza sono un binomio indissolubile. E' lui stesso a raccontarcelo: "Mi sono dedicato al giornalismo... per appoggiare quella che ho creduto essere la missione della mia vita. Sono ansioso, anzi impaziente, di dimostrare che non vi e' rimedio ai molti mali della vita salvo che nella nonviolenza". Le "regole" di Gandhi, per scrivere in spirito di verita', sono semplici e chiare: "ogni parola e' oggetto di meditazione e ponderazione, non una e' scritta con voluta esagerazione o semplicemente per far piacere a qualcuno... per essere coerente con la mia fede non posso scrivere con ira o malizia, non posso scrivere oziosamente, o per eccitare la passione... Spesso la mia vanita' detta un'espressione brillante, o l'ira un aggettivo duro. E' una prova terribile ma un buon esercizio strappare queste erbacce". * La scrittura di Gandhi ha uno stile asciutto e lineare. Con parole semplici arriva alla profondita' del suo pensiero. Sapeva di rivolgersi a gente in gran parte ancora analfabeta, che avrebbe sentito leggere quegli articoli durante le assemblee serali di villaggio. Il suo doveva essere insieme un giornalismo militante ed educativo. Doveva elevare un popolo, e mobilitarlo. Il giornale doveva essere letto e compreso da tutti. Gandhi mira percio', nella scelta dei temi e del vocabolario usato, a stabilire un intimo legame fra il direttore ed i lettori: "Settimana dopo settimana ho messo tutta la mia anima in quelle colonne". Naturalmente i giornali fondati da Gandhi non avevano scopo di lucro, ma egli si occupava di tutti gli aspetti editoriali, anche quello economico. Nella sua autobiografia, parlando di "Indian Opinion", ci racconta: "Non pensavo di dover investire del denaro in questo giornale, ma presto mi accorsi che non avrebbe potuto continuare ad esistere senza il mio aiuto economico... sospenderlo a questo punto sarebbe stato una vera perdita, oltre che una disgrazia. Cosi' continuai ad immettervi il mio denaro, sinche' alla fine vi riversai tutti i miei risparmi: ricordo che in un certo periodo ci rimettevo 75 sterline al mese". Egli, come in tutti gli aspetti della sua vita spirituale e materiale, cerca di avvicinarsi alla perfezione anche nel giornalismo: "Il lettore scorre le pagine di 'Young India' discretamente rifinite e talvolta, con Romain Rolland, e' propenso a dire 'che vecchio perfetto dev'essere!'. Bene, sappia il mondo che questa perfezione e' coltivata ansiosamente e piamente... e il lettore sappia che quando questa perfezione sara' diventata perfettamente naturale, vale a dire quando io saro' diventato incapace di male e nulla di duro o altezzoso occupera', sia pure momentaneamente, il mondo del mio pensiero, allora e soltanto allora la mia nonviolenza muovera' tutti i cuori del mondo. Non ho proposto a me e al lettore una prova o un ideale impossibile. E' privilegio e diritto innato dell'uomo. Abbiamo perduto il paradiso solo per riconquistarlo". 3. EDITORIALE. UMBERTO SANTINO: CUFFARO E DINTORNI. OVVERO: APPUNTI PER UNA FENOMENOLOGIA DELL'INDECENZA [Dal sito del Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" (per contatti: via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it) riprendiamo il seguente articolo, precedentemente apparso nell'edizione palermitana del quotidiano "La Repubblica" il 23 gennaio 2008 con il titolo "Il doppio volto della sentenza". Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni e' uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino" nei nn. 931-934] Siamo ormai in piena overdose di indecenza e temo che non sia agevole trovare l'antidoto per uscirne. La sentenza che condanna Cuffaro a 5 anni di carcere per favoreggiamento a singoli mafiosi (questa e' la lettura che danno del dispositivo i procuratori Grasso e Messineo, mentre Cuffaro e i suoi avvocati escludono qualsiasi riferimento a imputati o condannati per mafia), ma non alla mafia nel suo complesso, e' un capolavoro di bizantinismo e viene incontro all'attesa del presidente che aveva piu' volte manifestato il suo pensiero: se non mi condannano per mafia resto al mio posto. Difficile dire quanto gli abbiano giovato le preghiere dei suoi amici o quanto sia piu' terrenamente da addebitare a una giustizia che non e' nuova a sortite del genere. Gia' con il processo Andreotti si era messo a punto un modello: quello del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, cosi' sono contenti tutti. Contenta la Procura che otteneva l'accertamento del delitto di associazione semplice fino al 1980, ma impunibile perche' prescritto; contento l'imputato che da quell'anno in poi veniva riconosciuto innocente e santificato come antimafioso. Ora, sulla linea di quel precedente, Cuffaro viene condannato per favoreggiamento senza l'aggravante mafiosa, in base a un'interpretazione delle norme vigenti che sara' correttissima per gli addetti ai lavori ma e' indigeribile sul piano logico: non si capisce come favorire dei mafiosi, che sono tali per l'appartenenza all'organizzazione, non significhi favorire la mafia. Si aggiunga che il reato per cui e' stato condannato e' soggetto a rapida prescrizione, che l'esclusione perpetua dai pubblici servizi scatta solo con sentenza definitiva, che con ogni probabilit‡ non ci sara' mai. E volete che Toto' non festeggiasse con vassoi di cannoli? La stampa annuncia che due magistrati, che a quanto pare hanno idee un po' diverse, indagano per incriminare Cuffaro per concorso esterno ma non e' detto che ci riescano. Il precedente non puo' non pesare come non puo' non aver pesato su quanto e' accaduto la scelta dell'allora procuratore capo di andarci piano e puntare solo sul favoreggiamento, con il risultato di produrre profonde spaccature nel palazzo di giustizia. Ora, giustissimamente, l'opposizione, le associazioni, finora qualche migliaio di persone, chiedono che Cuffaro si dimetta e dalla maggioranza arrivano prese di distanza da Micciche' e perfino da Dell'Utri che ha sulle spalle una condanna per concorso, ma si riuscira' a scalzare Toto' dalla poltrona? Mi auguro che ci si riesca, perche' la vergogna e' troppo grande, ma i problemi che ci troviamo di fronte vanno oltre le disavventure di un singolo personaggio. Per cominciare, una giustizia che, sulla base di una legislazione antimafia, frettolosa, contraddittoria e lacunosa, picchia duro su capi e gregari ma balbetta sul sistema di relazioni che fanno forte e, finora, indistruttibile il potere mafioso. Si continua con un vero e proprio imbarbarimento della vita politica: l'antico clientelismo ha lasciato spazio all'illegalita' sistemica e diffusa, grembo ospitale per il proliferare delle mafie. Gli elettori siciliani hanno votato Cuffaro pur sapendo che era indagato: gli interessi di molti, le attese di tanti evidentemente hanno pesato piu' delle inchieste giudiziarie o forse le inchieste sono servite ad aureolare il volto tondeggiante di Toto'. Qualcuno parla di una "questione meridionale" irrisolta precipitata in questione criminale, ma, per fare qualche esempio, le montagne di rifiuti campani prima che prodotto dei camorristi lo sono di politici sedicenti di sinistra incapaci e pasticcioni. E le ultime vicende di Mastella rimandano alle scelte dell'attuale governo: non ci voleva molto a capire che tutto avrebbe dovuto fare meno che il ministro della giustizia. Se il centrodestra inclina al criminale, ma e' riuscito finora a salvare un bel po' di penne, il centrosinistra si e' liquefatto, ben piu' delle previsioni di Bauman. Per una fenomenologia dell'Italia contemporanea non guasta aggiungere qualcosa sui rapporti con il Vaticano. Un rettore ha la felice idea di invitare il papa all'inaugurazione dell'anno accademico, alcuni dicono: cosa c'entra il papa e ricordano che questo papa non perde occasione per proclamare la superiorita' della fede sulla scienza. La lettera di 67 docenti e l'annuncio di proteste di qualche centinaio di studenti vengono bollati come intolleranza e si ha un miracoloso rovesciamento delle parti: la chiesa e' per la liberta' di pensiero, gli scienziati che ricordano il processo a Galilei sono dei "laicisti" come oggi si dice, fanatici e antidemocratici. E, su invito del cardinal Ruini, in duecentomila accorrono in piazza san Pietro per essere vicini al papa a cui si sarebbe impedito di parlare. Tra di essi parecchi del neonato Partito democratico che e' certamente meno laico della Dc degasperiana. Per una fenomenologia dell'eta' contemporanea il materiale basta e avanza... 4. INIZIATIVE. AD ORTE SCALO CONTRO L'AEROPORTO [Riportiamo il seguente comunicato dal titolo completo "Il 25 gennaio 2008 ad Orte scalo contro l'aeroporto il 'Centro di ricerca per la pace' di Viterbo diffonde un documento informativo"] Il 25 gennaio 2008 ad Orte scalo il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha diffuso tra la cittadinanza ed i viaggiatori un documento informativo sulle gravi conseguenze della realizzazione del devastante mega-aeroporto di Viterbo. Molto interesse ha suscitato il dettagliato documento diffuso e l'illustrazione di esso da parte del responsabile della struttura pacifista viterbese. Ancora una volta si conferma che quando i cittadini vengono correttamente informati essi concordano con il movimento che si oppone alla nociva e distruttiva opera aeroportuale, condividono la necessita' di ridurre drasticamente il trasporto aereo, sostengono la proposta di un modello di mobilita' che migliori il trasporto pubblico terrestre e particolarmente le ferrovie, e di un modello di sviluppo che valorizzi e non distrugga i beni ambientali e culturali, le autentiche vocazioni produttive locali, le risorse materiali e civili del territorio e della comunita'. Ancora una volta si conferma che quando si propone un'informazione adeguata i cittadini si pronunciano in difesa del diritto alla salute, si esprimono in difesa di un ambiente salubre e vivibile, si pronunciano contro le sperpero del pubblico denaro, si pronunciano in difesa dei diritti sociali della popolazione. Il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo e' privo delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Via (Valutazione d'impatto ambientale), Vas (Valutazione ambientale strategica), Vis (Valutazione d'impatto sulla salute). Il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo produrrebbe un enorme inquinamento, in un territorio come l'Alto Lazio che gia' subisce la presenza di molti fattori gravemente inquinanti. Inquinamento atmosferico, inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico. Inquinamento che provoca gravi patologie. Il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo costerebbe al pubblico erario una spesa enorme, spesa che andrebbe a vantaggio di pochi speculatori e a danno della collettivita'. I denari pubblici devono invece essere usati per opere e servizi a beneficio dei cittadini e non a loro danno. Il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo danneggerebbe rilevantissimi beni naturalistici, storici, culturali, sociali, terapeutici ed economici. Danneggerebbe l'intera comunita' altolaziale. Il devastante progetto del mega-aeroporto a Viterbo incrementerebbe ulteriormente un trasporto aereo che gia' contribuisce in ingente misura all'effetto serra, ovvero al surriscaldamento del clima che costituisce oggi la prima e piu' drammatica emergenza ambientale mondiale. L'Onu, la comunita' scientifica internazionale, gli statisti piu' avvertiti, l'opinione pubblica informata, i popoli del sud del mondo, chiedono da anni di ridurre l'effetto serra che sta provocando una immensa catastrofe. Per ridurre l'effetto serra e' indispensabile ridurre le emissioni inquinanti: ridurre il trasporto aereo, cosi' come il traffico veicolare privato, e' una priorita' assoluta. Realizzare un mega-aeroporto a Viterbo e' un danno enorme e un'enorme follia. Occorre impedire questo danno e questa follia. Occorre piuttosto ridurre immediatamente e drasticamente il trasporto aereo. Cominciando da Ciampino, che da anni e' vittima dell'enorme nocivita' dell'aeroporto. I cittadini dell'Alto Lazio, quando hanno la possibilita' di disporre di una corretta informazione, scelgono di difendere la salute, l'ambiente, il bene pubblico, i diritti di tutti. Scelgono di difendere la legalita' e la democrazia. Nei prossimi giorni il movimento che si oppone al disastroso mega-aeroporto realizzera' altre iniziativa di informazione, sensibilizzazione, coscientizzazione, partecipazione democratica. 5. INCONTRI. A BOLZANO IL 30 GENNAIO [Da Francesco Comina (per contatti: francesco.comina at gmail.com) riceviamo e diffondiamo] Primo convegno nazionale: "Il Mahatma letto da quattro angolature diverse. Il futuro di Gandhi. A sessant'anni dalla scomparsa (30 gennaio 1948)". Il Centro per la pace del Comune di Bolzano apre una riflessione interculturale sul tema della nonviolenza con alcuni relatori di primo piano del panorama italiano, come mons. Luigi Bettazzi, testimone degli eventi che hanno segnato l'Italia negli anni Sessanta e Settanta, Enrico Peyretti, uno dei maggiori studiosi di Gandhi, membro del Peace Recherche Institut. Mercoledi' 30 gennaio, ore 20,30, Sala di Rappresentanza del Comune, vicolo Gumer 7. Bolzano. * Sono passati sessant'anni dalla morte del profeta della nonviolenza. Poche ore prima di venire colpito da una pallottola Gandhi disse: "Se anche ora venissi colpito da una pallottola e nel morire pronunciassi solamente il nome di Dio allora significa che il mio intento e' stato raggiunto". L'intento di Gandhi era quello di rendere l'umanita' nonviolenta, ossia capace di risolvere le controversie non attraverso l'uso della forza ma attraverso la forza insopprimibile della ragione e del buon senso. Ora, dopo sessant'anni, ci accorgiamo che Gandhi e' stato un uomo del futuro. La sua azione si spalanca nel futuro. Ecco perche' abbiamo scelto di dare come titolo all'incontro "Il futuro di Gandhi", perche' sempre piu' la sua azione, la sua forza della verita' (satyagraha) diventera' il principio della saggezza politica dell'avvenire. 6. INCONTRI. A PIACENZA IL 30 GENNAIO E IL 2 FEBBRAIO [Dall'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, e-mail: info at associazione-ariel.it, sito: www.associazione-ariel.it) riceviamo e diffondiamo] L'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, sito: www.associazione-ariel.it) promuove il convegno "Neotopia. La nonviolenza di Gandhi per la democrazia partecipata oggi" che si terra' a Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio 2008. * Sessant'anni fa, attorno alle cinque pomeridiane del 30 Gennaio 1948, nel giardino di casa Birla dove ogni giorno teneva i suoi incontri di preghiera aperti a tutte le religioni, Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma, veniva assassinato da un fanatico indu'. Motivo di tanto odio l'amore incondizionato, e il profondo senso di giustizia ed equanimita', che Gandhi dimostrava nei confronti dei musulmani; troppo amore, dunque, la sua colpa agli occhi dei fanatici intolleranti. Per questa assurda ragione il mondo fu privato della guida dell'uomo di cui Albert Einstein avrebbe detto: Le generazioni a venire difficilmente potranno credere che un uomo simile abbia camminato in carne e ossa sulla Terra. E' probabilmente vero che Gandhi, come egli stesso affermo' piu' volte, non abbia inventato nulla di nuovo: la verita' e la nonviolenza, soleva dire, sono antiche come le montagne. Ma oggi piu' che mai e' chiaro al mondo che la sua lettura in chiave spirituale dei nodi politici, economici e sociali che affliggono la societa' moderna rimane di straordinaria attualita' e utilita'. Questo convegno si pone dunque come momento di confronto e progettualita' per il risveglio di una coscienza spirituale, etica e sociale che favorisca la conversione delle odierne societa' strutturalmente violente in comunita' nonviolente basate sui valori da sempre insegnati dai maestri spirituali dell'umanita'. * Programma Mercoledi' 30 gennaio 2008, LX anniversario dell'assassinio di Mohandas K. Gandhi, ore 21, sala convegni dell'Unione dei Commercianti, str. Bobbiese 2 (Galleana), Piacenza: "L'eredita' del Mahatma e i maestri italiani della nonviolenza". Videoproiezione di documenti rari su Gandhi, Vinoba e i discepoli italiani. Intervengono: padre Anthony Elenjimittam, monaco domenicano e discepolo diretto del Mahatma Gandhi, fondatore della Missione Sat-Chit-Ananda di Assisi per il dialogo interreligioso; Federico Fioretto, ricercatore, vicepresidente dell'Associazione Ariel, Gazzola (Piacenza); Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Giovanni Salio, presidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino, membro del Mir ñ Movimento Nonviolento e della rete Transcend. * Sabato 2 febbraio 2008, ore 9, cinema teatro Politeama, via S. Siro, 7, Piacenza: "Fondamenti, attualita' e urgenza dell'azione nonviolenta". In apertura dei lavori: Alexia canta John Lennon. Introduzione dei lavori: Federico Fioretto, vicepresidente Associazione Ariel; intervengono: Ervin Laszlo, fondatore e presidente del Club di Budapest (in video); don Albino Bizzotto, fondatore e presidente di "Beati i costruttori di pace"; Silvana Borgognini, docente di Biologia delle popolazioni umane presso il corso di laurea in Scienze della Pace dell'Universita' di Pisa; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Enrico Peyretti, del Centro Studi Sereno Regis di Torino, fondatore del mensile "Il foglio". Vi sara' spazio per le domande del pubblico. * Sabato 2 febbraio 2008, ore 15, Aula Magna I.s.i.i. "G. Marconi", via IV Novembre 122, Piacenza: primo tavolo di dibattito: "L'educazione alla democrazia partecipata e alla nonviolenza"; intervengono: Valeria Ando', docente di Lingua e civilta' greca e responsabile del laboratorio "Pensiero femminile e nonviolenza di genere" all'Universita' di Palermo; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Pierpaolo Triani, docente di Metodologia dell'integrazione sociale e Metodologia del lavoro socio-educativo all'Universita' cattolica di Piacenza; vi sara' spazio per le domande del pubblico. Secondo tavolo di dibattito: "La forza della nonviolenza nelle esperienze comunitarie"; intervengono: Antonino Drago, docente di Strategie di difesa popolare nonviolenta all'Universita' di Pisa, alleato dell'Arca; Elfo Frassino (Antonio Bernini), presidente Conacreis - coordinamento nazionale comunita' di ricerca etica, interiore e spirituale; Vincenzo Linarello, presidente del Consorzio di cooperative sociali Goel, animatore delle Comunita' libere di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria); Silvana Panciera, premio "Donna d'Europa" 1995 (per il Belgio) per l'impegno socioculturale, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia); vi sara' spazio per le domande del pubblico. Intervento conclusivo: padre Alex Zanotelli: missionario comboniano, della comunita' "Crescere insieme" di Napoli. 7. INCONTRI. A VICENZA IL 30 GENNAIO [Da Francesco e Adelina Ambrosi (per contatti: ambrosi.francesco at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo] A 60 anni dalla morte di Gandhi, il profeta della nonviolenza e dei diritti civili, una serata di riflessione, approfondimento e commemorazione. Mercoledi' 30 gennaio 2008, ore 20,30, presso l'Istituto saveriano missioni estere, in viale Trento n. 119, a Vicenza, proiezione di un filmato su Gandhi; seguiranno gli interventi: "Attualita' del messaggio di Gandhi, a cura di Matteo Soccio (Movimento Nonviolento); "Obiezione di coscienza alla guerra: ua testimonianza" di Russel Hoitt (ex soldato Usa della caserma Ederle di Vicenza). Organizzano l'iniziativa il Movimento Internazionale della Riconciliazione, il Movimento Nonviolento, la Rete Lilliput. 8. LIBRI. MARIA ANTONIETTA SARACINO PRESENTA "TURPESTATO" DI SONY LABOU TANSI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 gennaio 2008, col titolo "La storia declamata di Labou Tansi. Una satira sferzante della corruzione" e il sommario "Apparso nel 1981, Turpestato, romanzo breve dell'autore congolese, e' uscito da poco per la sigla Le Nuove Muse. Un esempio fra i tanti dell'attenzione che le piccole case editrici dimostrano verso i testi africani". Maria Antonietta Saracino, anglista, insegna all'Universita' di Roma "La Sapienza"; si occupa di letterature anglofone di Africa, Caraibi, India e di multiculturalismo. Ha curato numerosi testi, tra cui Altri lati del mondo (Roma, 1994), ha tradotto e curato testi di Bessie Head (Sudafrica), Miriam Makeba (Sudafrica), la narrativa africana di Doris Lessing e Joseph Conrad, testi di Edward Said, di poeti africani contemporanei, di Aphra Behn; ha curato Africapoesia, all'interno del festival Romapoesia del 1999; ha pubblicato saggi sulle principali aree delle letterature post-coloniali anglofone, collabora regolarmente con le pagine culturali de "Il manifesto" e con i programmi culturali di Radio3. Sony Labou Tansi, scrittore, poeta, drammaturgo e regista congolese (nato nell'ex Congo Belga, poi Zaire, ora Repubblica democratica del Congo, nel 1947, e deceduto nel 1995); autore di opere teatrali e poetiche, nel 1979 ha scritto il suo primo romanzo, La vie et demie, che gli e' valso un premio al Festival Internazionale della Francofonia; ne sono seguiti con successo altri cinque, l'ultimo, Le commencement des douleurs, e' uscito nel 1995, anno della sua prematura scomparsa. Tra le opere di Sony Labou Tansi tradotte in italiano: Le sette solitudini di Lorsa Lopez, Einaudi, 1988; Il quarto lato del triangolo, La Rosa, 1997; Turpestato. Lo Stato scandaloso, Le Nuove Muse, 2007; Nemico del popolo, Epoche', 2007] "Vorrei riuscire a cacciare dentro a ogni parola il dolore degli uomini che vivono sotto gli artigli di un secolo che strazia ogni speranza... Con quale diritto, mi si dira'? Avendo avuto la fortuna sfacciata di nascere Africano, ho il diritto di gettare uno sguardo di controllo su tutti i conti dell'Umanita', e in particolare su quelli che si chiamano Storia". A parlare e' Sony Labou Tansi, congolese, nella prefazione alla piece teatrale Antoine m'ha venduto il suo destino (Einaudi 1987). Parole dure e affilate che contraddistinguono tutta l'opera di Tansi, autore che alla scrittura - poetica, teatrale e narrativa - affida il compito di "far dire alla realta' quello che con i suoi soli mezzi non avrebbe potuto dire... che nessun aspetto della realta' umana puo' essere fatto passare sotto silenzio dalla Storia... La mia scrittura sara' piuttosto strillata, che semplicemente scritta. La mia stessa vita sara' fatta di proteste, di urla e di manifestazioni, piuttosto che semplicemente vissuta" (Le sette solitudini di Lorsa Lopez, Einaudi 1988). E' la potenza di un urlo che tanto piu' alto si deve levare quanto piu' forte e' la violenza cui si deve opporre. Un urlo dichiarato, ma non per questo meno doloroso, che attraversa ogni pagina di questo autore - nato nel 1947 in Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo, morto di aids a quarantotto anni, nel 1995 - e che ritroviamo in tutta la sua forza nell'ultima delle opere di Tansi ad apparire in italiano, Turpestato. Lo stato scandaloso (traduzione di Irene Stelli e Egi Volterrani, Le Nuove Muse pp. 156, euro 14). Romanzo breve, apparso in francese nel 1981, narrato da una voce che anche in questo caso ci arriva decisa, stentorea: piu' che scritta, la storia e' parlata, declamata quasi, con un ritmo verbale crescente e via via piu' intenso, a dare corpo, con toni di satira sferzante, alla presunta controstoria di un paese africano dal punto di vista di un dittatore-presidente corrotto, un essere dal corpo gonfio e puzzolente, preda di voracita' fisiche e sessuali (rappresentate da una gigantesca ernia), i cui desideri insistenti devono venire soddisfatti con la complicita' di cortigiani corrotti, metafora del sottobosco politico senza la connivenza del quale nessun potere corrotto riuscirebbe a durare. Contro questa Africa rovinata da una parte dei suoi stessi figli, in un potente romanzo che ha la forza del discorso teatrale, si scaglia Sony Labou Tansi assumendo su di se' il ruolo di coscienza civile e militante, di portavoce di un popolo, che in altri paesi africani, si pensi alla Nigeria ad esempio, hanno fatto proprio autori quale Wole Soyinka e Ken Saro-Wiwa, o in Kenya, Ngugi wa Thiong'o. * Turpestato e' uno dei titoli della casa editrice torinese Le Nuove Muse, creata nel 2007 da Egi Volterrani, traduttore e grande esperto di letterature africane francofone, per dare spazio a voci dell'universo multiculturale contemporaneo. Testi agili, grande cura nelle traduzioni, veste grafica attraente. Oltre a Turpestato, sono gia' apparsi, tra gli altri, Regina Poku, della ivoriana Veronique Tadjo che con questa rilettura di un'antica leggenda si e' aggiudicata nel 2005 il Grand Prix Litteraire d'Afrique Noire; ma anche Dalla Mecca a qui, di al-Sadiq al-Nayhum (uno dei due soli autori libici a essere stati tradotti in italiano sino ad oggi, come avverte nella prefazione Isabella Camera D'Afflitto) o Garcon Manque' della algerina Nina Bouraoui. Scritti che arrivano da varie parti del continente africano e che silenziosamente - perche' sopraffatti dal rumore della editoria di massa - ma con decisione, nel corso dell'anno appena passato sono arrivati in libreria. Segno di una attenzione della piccola editoria che gia' da anni svolge un prezioso lavoro di scouting in questo settore, dando spazio alle nuove generazioni di autori africani che si affacciano sulla scena editoriale. Numerosi i nigeriani, a cominciare da Biyi Bandele, classe 1967, poeta, drammaturgo, nato in Nigeria ma residente a Londra, di cui la casa editrice Goree ha proposto Nudo al mercato (in originale The Sympathetic Undertaker and Other Dreams, traduzione di Barbara Del Mercato, cura di Pietro Deandrea, pp. 266, euro 15), satira tragicomica non priva di toni di grande drammaticita' che prende di mira un periodo particolarmente duro della storia nigeriana, quello che tra il 1985 e il 1993 ha visto al potere la giunta militare presieduta da Ibrahim Babangida, sospettato di crimini efferati e responsabile di avere annullato, nel 1993, le libere elezioni nel paese. E a Goree si deve anche la pubblicazione di Questo e' il mio corpo!, della sudafricana Sindiwe Magona (traduzione di Claudia Menichella e Maria Scaglione, postfazione di Maria Paola Guarducci, pp. 282, euro 17), il primo romanzo ad affrontare il tema dell'aids in Sudafrica con riferimento alla condizione femminile; mentre l'autobiografia della scrittrice, Ai figli dei miei figli (traduzione di Paola Gaddi, pp. 253, euro 16) era apparsa in precedenza per Nutrimenti. Di nuovo nell'ambito della letteratura nigeriana vanno segnalati L'occhio della terra, raccolta poetica di Niyi Osundare, pubblicata con testo a fronte dall'editore Le Lettere, di Firenze (traduzione e cura di Pietro Deandrea, pp. 122, euro 16,50) e, per i tipi di Fusi Orari, il divertente e dissacrante L'ibisco viola, opera di esordio della giovane - classe 1977 - Chimamanda Ngozi Adichie (traduzione di Maria Giuseppina Cavallo, pp. 260, euro 15), il cui secondo romanzo, Half of a Yellow Sun, uscira' prossimamente per Einaudi. Nel catalogo della casa editrice Sartorio di Pavia, infine, non ha avuto la fama che avrebbe meritato un altro romanzo di autore nigeriano, il notevolissimo Angeli dannati di Helon Habila. Sul versante della francofonia, invece, la casa editrice Epoche', piccola, ma con un catalogo molto curato, presenta Notte dentro, intenso romanzo di esordio della camerunense Leonora Miano (traduzione di Monica Martignoni, pp. 190, euro 13,50). 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 346 del 26 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Coi piedi per terra. 69
- Next by Date: Voci e volti della nonviolenza. 140
- Previous by thread: Coi piedi per terra. 69
- Next by thread: Voci e volti della nonviolenza. 140
- Indice: