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Minime. 330
- Subject: Minime. 330
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 10 Jan 2008 00:40:41 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 330 del 10 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Adriano Moratto: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 2. Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" 3. Rosangela Pesenti: Delle donne per le donne 4. Ettore Masina: Difendere la famiglia 5. Giovanna Providenti: Il sogno di Antigone 6. Enzo Bianchi presenta "Vorrei vivere questi giorni con voi" di Dietrich Bonhoeffer 7. Nanni Salio presenta "The Pathan Unarmed" di Mukulika Banerjee 8. L'Agenda dell'antimafia 2008 9. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. AMICIZIE. ADRIANO MORATTO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Adriano Moratto (per contatti: mir.brescia at libero.it) per questo intervento. Adriano Moratto, nato nel 1949, maestro muratore, aspirante contadino, attualmente e' uno dei responsabili della sede di Brescia del Movimento Nonviolento; impegnato da sempre in molte iniziative di pace e di solidarieta', e' una delle figure piu' note e autorevoli dell'impegno nonviolento in Italia. Un'ampia intervista ad Adriano Moratto e' nelle "Minime" n. 221] Non perche' mi abbono, ma perche' mi sono abbonato. Mi limito agli ultimi due numeri. Ma dove la trovate una rivista che fa un numero monografico sul bullismo. Uscendo dai luoghi comuni, da' un quadro di ampio respiro su un tema misconosciuto e di pervasiva attualita' nel mondo della scuola, suggerendo poi proposte per iniziative concrete. Un numero, quello di novembre, da promuovere, da leggere e far leggere a chi nella scuola lavora o ha dei figliuoli. E poi l'ultimo numero: con il resoconto del congresso. Quando mai e' capitato che i verbali usciti da un congresso siano stati pubblicati, in modo leggibile, tanto da invogliare alla lettura un nazional-popolare come il sottoscritto. Non dico il programma dell'Unione alle ultime politiche, ma quale resoconto di un qualsiasi congresso di partito o di sindacato o di un'associazione qualunque non e' stato pubblicato con dei testi indigeribili ed astrusi. Invece su "Azione nonviolenta" trovate poche e brevi mozioni (approvate, purtroppo, con maggioranze "bulgare", ma non e' colpa della "nostra" rivista) con obbiettivi chiari e semplici che, come spesso accade, rischiano di essere realizzati prima del successivo congresso. Volutamente tralascio di parlare delle rubriche: non e' che posso dire tutto io! Comunque mi sono gia' abbonato. Altri mi spieghino perche' stanno ancora aspettando... 2. INDICAZIONI PRATICHE. PER ABBONARSI AD "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; e' un mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Redazione, direzione e amministrazione sono in via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. Oppure bonifico bancario sullo stesso conto presso BancoPosta ABI 07601 - CAB 11700. Speificare nella causale "Abbonamento a 'Azione nonviolenta'". E' possibile chiedere una copia omaggio della rivista, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 3. RIFLESSIONE. ROSANGELA PESENTI: DELLE DONNE PER LE DONNE [Da una mailing list riprendiamo questo intervento di Rosangela Pesenti (per contatti: rosangela_pesenti at libero.it). Il comunicato dell'Udi cui si fa riferimento e' apparso anche su "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 151 del 5 gennaio 2008. Rosangela Pesenti, laureata in filosofia, da molti anni insegna nella scuola media superiore e svolge attivita' di formazione e aggiornamento. Counsellor professionista e analista transazionale svolge attivita' di counselling psicosociale per gruppi e singoli (adulti e bambini). Entrata giovanissima nel movimento femminista, nell'Udi dal 1978 di cui e' stata in vari ruoli una dirigente nazionale fino al 2003, collabora con numerosi gruppi e associazioni di donne. Fa parte della Convenzione permanente di donne contro tutte le guerre, della Convenzione delle donne di Bergamo, collabora con il Centro "La Porta", con la rivista "Marea" e la rivista del Movimento di cooperazione educativa. Tra le opere di Rosangela Pesenti: Trasloco, Supernova editrice, Venezia 1998; (con Velia Sacchi), E io crescevo..., Supernova editrice, Venezia 2001; saggi in volumi collettanei: "Antigone tra le guerre: appunti al femminile", in Alessandra Ghiglione, Pier Cesare Rivoltella (a cura di), Altrimenti il silenzio, Euresis Edizioni, Milano 1998; "Una bussola per il futuro", in AA. VV., L'economia mondiale con occhi e mani di donna, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 1998; AA. VV., Soggettivita' femminili in (un) movimento. Le donne dell'Udi: storie, memorie, sguardi, Centro di Documentazione Donna, Modena 1999; "I luoghi comuni delle donne", in Rosangela Pesenti, Carmen Plebani (a cura di), Donne migranti, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2000; "Donne, guerra, Resistenza" e "Carte per la memoria", in AA. VV., Storia delle donne: la cittadinanza, Quaderni della Fondazione Serughetti - La Porta, Bergamo 2002; Caterina Liotti, Rosangela Pesenti, Angela Remaggi e Delfina Tromboni (a cura di), Volevamo cambiare il mondo. Memorie e storie dell'Udi in Emilia Romagna, Carocci, Firenze 2002; "Donne pace democrazia", "Bertha Von Suttner", "Lisistrata", in Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne Disarmanti, Intra Moenia, Napoli 2003; "I Congressi dell'Udi", in Marisa Ombra (a cura di), Donne manifeste, Il Saggiatore, Milano 2005; "Tra il corpo e la parola", in Io tu noi. Identita' in cammino, a cura dell'Udi di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 2006] Torno dalla Palestina dove ho scelto di non leggere notizie italiane per immergermi totalmente nella complessita' tragica di questa terra, inimmaginabile nella sua quotidiana spaventosa concretezza, e ho trovato l'attacco alla 194. Aderisco pienamente al comunicato dell'Udi che mi sembra ancora, come da anni, una delle voci che esprime con maggiore chiarezza il fatto di essere un'associazione politica delle donne per le donne. Aspetto che alzino la loro voce anche tutte le donne che hanno visibilita' istituzionale, non solo per ricordare una storia di cui siamo protagoniste e figlie, ma per testimoniare a tutte noi, semplici cittadine, che il varco politico aperto dalle nostre lotte e dalle nostre vite ha un preciso senso politico per garantire il futuro democratico di questo paese. 4. MAESTRI E COMPAGNI. ETTORE MASINA: DIFENDERE LA FAMIGLIA [Dal sito di Ettore Masina (www.ettoremasina.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul mensile "Jesus" nel marzo 2007. Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994; O. G. E., 2006), Il volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino"] "Il vero nodo resta culturale e valoriale: la solidarieta', l'etica, la ricerca della verita', i valori in generale sono in coma nella cultura, nella vita reale, nel linguaggio mediale. In particolare in quest'ultimo, circolano in modo distorto e distorcente. Come rianimarli? Come alimentare il senso di comunita' e di progettualita'? Ne nasce una sfida ai media, alla politica ma anche a quanti sono interpellati dal vangelo della carita'. Quella carita' che - come si legge in Deus caritas est, la prima enciclica di Benedetto XVI - deve animare l'intera esistenza dei fedeli laici e quindi anche la loro attivita' politica, vissuta come carita' sociale". Queste parole cosi' gravi non sono il generico lamento di qualche moralista, di quelli che papa Giovanni definiva "profeti di sventura", ma la conclusione di un esame documentatisssimo della societa' italiana, un libro appena uscito dal Mulino con il titolo Vite fragili. E' il Rapporto 2006 su poverta' ed esclusione sociale in Italia, a cura della Caritas Italiana e della Fondazione E. Zancan. E' un libro che dovrebbe stare sulla scrivania di chiunque ha responsabilita' nella vita della comunita': vescovi e parlamentari, intellettuali e preti, amministratori locali di qualunque dimensione, perche' il rapporto indica, con la precisione di statistiche inoppugnabili, come i meccanismi di esclusione (ma si potrebbe anche dire: di espulsione) sono presenti in tutte le realta' collettive; ed essi sono altrettanti attacchi non soltanto alla vita fisica delle vittime ma anche alla loro dignita'. Ma c'e' di piu'. Il Concilio ci ha insegnato che "La Chiesa riconosce nei poveri e nei sofferenti l'immagine del suo Fondatore". E' il Cristo dunque che viene scacciato dai luoghi in cui non solo progettiamo il futuro ma anche da quelli in cui cerchiamo di assicurarci sicurezza e agiatezza. E questo significa che siamo tutti chiamati in causa, quelli di noi che osiamo dirci cristiani. La Chiesa, la comunita' dei credenti ha due possibilita', come sempre, davanti a se': o chiudersi come una fortezza assediata o aprirsi come una mensa festosa che fa posto a tutti e tutte, mostrando loro la ricchezza del vangelo, della carita' del Signore, della fraternita', della pace, della speranza fondata sull'amore: mostrando, insomma, la felicita' e la liberta' che Gesu' e' venuto a donarci. 5. RIFLESSIONE. GIOVANNA PROVIDENTI: IL SOGNO DI ANTIGONE [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org), col titolo "Il sogno di Antigone" e il sommario "Viaggio attraverso un mito rivisitato in chiave femminista e teatrale dalla regista e attrice Maria Inversi sulla base del testo della filosofa spagnola Maria Zambrano". Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza. Maria Inversi e' drammaturga, regista, scrittrice; dal sito di "Donne e conoscenza storica" (www.url.it/donnestoria) riprendiamo la seguente scheda: "Maria Inversi, autrice e regista teatrale, e' vissuta in alcune citta' italiane e straniere. E' laureata in lingue e letterature straniere e diplomata in giornalismo. Ha frequentato i corsi di teatro presso la Sorbonne-Censier III, Parigi. Ha studiato tecniche recitative, acrobatica e danza con maestri italiani e stranieri. In qualita' di attrice e' stata diretta da registi italiani e stranieri. Dal 1990 si dedica alla regia teatrale. Trai suoi testi ha allestito: Camille C..., segnalato nel Patalogo di Franco Quadri, Judith (Artemisia Gentileschi) menzione speciale Aquilegia Blu, Al di la' del filo, la versione in Vhs e' stata finalista al festival internazionale di Bruxelles; Incontri segreti, racconti di Margherite Duras, Oggi voglio essere felice - Sabina Spielrein, Jung, Freud (1999), SymphonÌai Medea (2000). Di autrici e autori contemporanei ha diretto: La voce umana (Jean Cocteau), Simone Weil di Ingeborg Bachmann, Quel ch'e' vero da Ingeborg Bachmann, La Tomba di Antigone di Maria Zambrano, due versioni (1997-2002). Ha insegnato presso scuole professionali di teatro e tenuto vari seminari per attori e danzatori professionisti. Ha tenuto a Pescara, tra il 1987 e il 1988, un seminario di trenta ore su Artaud e il Teatro contemporaneo. Nel 1987 organizza a Roma il primo corso di danza Butoh (Masaki Iwana). E' stata direttrice artistica di alcune rassegne teatrali e del teatro La comunita' - Roma (1990-91). I suoi spettacoli recensiti su quotidiani nazionali, riviste specializzate di teatro e d'arte, Radio e tv (reti nazionali) hanno circuitato in alcune citta' italiane e straniere presso teatri governativi, comunali e privati. Ha organizzato convegni su Maria Zambrano (1997), Sabina Spielrein (1999-2000), sulla riscrittura dell'archetipo in Medea (2000), sulla storia delle donne (2001) e nel mese di maggio 2003 'Futuro senza guerre, identita' femminili nei conflitti'. E' stata invitata da Galassia Gutemberg (Napoli 2003) con lo spettacolo 'Oggi voglio essere felice - Sabina Spielrein, Jung, Freud' (presentato nel 1999 e 2000). E' intervenuta in alcuni convegni e con pubblicazioni su 'Il femminile a teatro' tra cui: a cura di Maria Inversi, Antigone e il sapere femminile dell'anima, Edizioni Lavoro, Roma; a cura di Edda Melon, Duras Mon amour II, Lindau, Torino; a cura di Titti Danese e Maria Inversi, Medea, memorie di sangue - riscrivere l'archetipo attraverso il mito, Citta' Aperta, Troina. E' articolista per l'inserto culturale di "Conquiste del lavoro"; "Oggi domani anziani" (fino al 2000), "Leggere donna". Premi di scrittura: Al di la' del filo (sul tema della guerra), premio Inner Wheel 2000, pubblicato con Ed. Borgia, Roma; Io no, Dio conta le lacrime delle donne (sulla violenza sessuale) ha ricevuto: menzione speciale drammaturgia del premio Flaiano 2000, Aquilegia Blu (Torino) anno 2000 e primo premio Piceno anno 2003; Non voglio piu' ricordare (sulla violenza ai minori), primo premio Fersen anno 2003, sara' pubblicato su "Editoria e spettacolo"; La violinista (sulla violenza fisica ai minori), quinto premio Piceno anno 2003; Un vestito azzurro, premio Inner Wheel 2003. Ha scritto inoltre: Un uomo senza ambizioni, Mascia. Alcuni racconti sono pubblicati in antologie di piccole case editrici. Parla correntemente francese e inglese". Maria Zambrano, insigne pensatrice spagnola (1904-1991), allieva di Ortega y Gasset, antifranchista, visse a lungo in esilio. Tra le sue opere tradotte in italiano cfr. almeno: Spagna: pensiero, poesia e una citta', Vallecchi, Firenze 1964; I sogni e il tempo, De Luca, Roma 1964; Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991; I beati, Feltrinelli, Milano 1992; La tomba di Antigone. Diotima di Mantinea, La Tartaruga, Milano 1995; Verso un sapere dell'anima, Cortina, Milano 1996; La confessione come genere letterario, Bruno Mondadori, Milano 1997; All'ombra del dio sconosciuto. Antigone, Eloisa, Diotima, Nuova Pratiche Editrice, Milano 1997; Seneca, Bruno Mondadori, Milano 1998; Filosofia e poesia, Pendragon, Bologna 1998. L'agonia dell'Europa, Marsilio, Venezia 1999. Dell'aurora, Marietti, Genova 2000; Delirio e destino, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000; Persona e democrazia. La storia sacrificale, Bruno Mondadori, Milano 2000; L' uomo e il divino, Edizioni Lavoro, Roma 2001; Le parole del ritorno, Citta' Nuova, Roma 2003. Opere su Maria Zambrano: un buon punto di partenza e' il volume monografico Maria Zambrano, pensatrice in esilio, "Aut aut" n. 279, maggio-giugno 1997, e il recente libro di Annarosa Buttarelli, Una filosofa innamorata. Maria Zambrano e i suoi insegnamenti, Bruno Mondadori, Milano 2004; ci permettiamo di segnalare anche, nel nostro stesso notiziario, i testi di Elena Laurenzi e di Donatella Di Cesare riprodotti nei nn. 752, 754 e 805, e "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 11, monografico su Maria Zambrano] La tomba di Antigone e' un breve testo scritto dalla filosofa Maria Zambrano nel 1967, che Maria Inversi (una "artista di teatro che lavora sull'io femminile con pretesa di ri-narrarsi e ri-narrare"), avendolo scoperto una decina di anni fa, ha piu' volte riproposto sul palcoscenico, ma ogni volta in una versione diversa, dettata dal continuo ininterrotto laboratorio interattivo tra lei e il pubblico. L'ultima proposta e' la riduzione della riduzione del testo originale: il risultato di una viscerale ricerca espressiva che mira ad essere il piu' vicino possibile al battito del cuore e al sentire senza mediazioni dello/a spettatore/trice. Un sentire che tocchi l'anima: essendo quella di Antigone non solo la storia di una donna-mito, ma la metafora della "nostra coscienza ottenebrata, sepolta viva dentro di noi, in ciascuno di noi", come scriveva Zambrano. Proviamo a vederla piu' da vicino l'Antigone di Zambrano rivisitata e reinterpretata da Maria Inversi, che della riduzione teatrale (recentemente proposta al "Cometa off" di Roma) e' sia autrice che regista e interprete. Si tratta di una Antigone molto incarnata, e come tale piu' viva che morta, nonostante gia' dentro la tomba. Una donna che, distinguendosi dal mito sofocleo e dalla scelta della madre Giocasta, appare fin da principio molto lontana dall'intenzione di suicidarsi: "come poteva", scriveva Zambrano, "Antigone darsi la morte, lei che non aveva mai disposto della sua vita? Non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi di se stessa". Sepolta viva, ne' nella vita ne' nella morte, Antigone compie un atto di rinascita, attraverso una profonda operazione di autocoscienza, che la filosofa spagnola aveva descritto attraverso dialoghi tra la protagonista e i vari personaggi del mito di Edipo, e che invece nel canovaccio teatrale di Inversi diventa un unico monologo, in cui i personaggi non appaiono, ma vengono evocati. Ogni incontro rappresenta un passo in piu' di crescita e consapevolezza di se stessa e dei propri limiti e potenzialita'. E anche un passo in piu' verso la liberazione dai vincoli posti da cultura, famiglia, politica e leggi ingiuste. Il primo passo e' quello contro la cultura della guerra che prevede un solo vincitore e che nega pieta' e sepoltura ai corpi dei vinti. La protesta di Antigone, di fronte alla morte di entrambi i suoi fratelli, l'uno contro l'altro, e' al di fuori delle parti: il suo atto di pieta' e giustizia acquisisce una grande potenza simbolica quando comprendiamo che, se il fratello rimasto insepolto fosse stato l'altro, lei avrebbe ugualmente "lavato il nostro esecrato fratello": avrebbe rinunciato ad obbedire al potente re Creonte per compiere un gesto equo, non per schierarsi dall'una o dall'altra parte, ma per percorrere tutt'altro luogo simbolico. Un gesto e un luogo che i fratelli morti - entrambi accecati dalla logica maschile e bellica - non avrebbero probabilmente apprezzato ne' capito. "Tutte le vittorie poggiano sul pianto e sul sangue, ma ne' pianto ne' sangue ammorbidiscono i cuori dei vincitori. Non fu gloria la vostra, fratelli miei che errate verso un centro ove dirigervi. Oh morte, aspetta a venire finche' non si riconcilino, finche' io non sappia dove condurli, poiche' forse non andiamo nello stesso posto". Il luogo dove Antigone vive da sepolta non e' in fondo cosi' diverso da quello in cui e' nata e vissuta dentro la famiglia e gli obblighi imposti dalla cultura patriarcale. Ma nella tomba scopre una possibilita' in piu': svelare il gioco segreto tra lei e la sorella Ismene, trasformare in parole consapevoli il non detto appartato del femminile, trasformando in valore il sapere e le pratiche, tra doveri e segreti, delle donne: "Ascolta, sorella, tu che ti trovi ancora in alto sulla terra, ascoltami... quando nascera' qualcosa, dimmi, me lo verrai a dire? Io mi trovo qui, nelle viscere di pietra, ora lo so, condannata affinche' da me non nasca nulla... Io pero' sono qui che deliro, ho voce io, ho voce...". Nel testo di Zambrano-Inversi la debolezza del potere di Creonte, che era uno dei punti-cardine di Sofocle, si trasforma nella forza di Antigone non piu' vittima, ma protagonista. In un suo saggio del 1999 ("Antigone e l'io femminile nel linguaggio teatrale") Maria Inversi scriveva: "nel silenzio della tomba, senza leggi e regole, Antigone trasforma l'espressione della passio femminile ed il suo gesto in parole di forza sociale e dunque politiche... una voce carica e limpida, non compromessa, che si rigenera continuamente trasformando l'odio in amore". La voce politica femminile rappresentata da Antigone e narrata "dal di dentro" (da Zambrano prima e da Inversi dopo) attraverso una operazione di continua rielaborazione di se stesse e dell'anima femminile, e' una voce di liberta' e di rinascita. La liberta' di affermare un proprio ideale e dire no al sole abbagliante e all'affrancamento dalla condanna offerti ad Antigone, in cambio della sua collaborazione, da Creonte, che sarebbe cosi' potuto "passare sopra la legge senza cambiarla". "Se l'uomo del potere fosse sceso qui in altro modo, nell'unico in cui avrebbe dovuto arrischiarsi a venire, con la Legge Nuova, e qui avesse ridotto in cenere la legge vecchia, allora si' che io sarei uscita con lui, al suo fianco, portando la Legge Nuova ben alta sopra la mia testa. Ma ne' lui ne' altri la' sopra lo hanno anche solo sognato". La liberta' di Antigone condannata e' che ora puo' incontrare in piena autenticita' le persone, o la loro ombra, che hanno abitato la sua vita. Ora puo' non nascondersi dietro la maschera del "come tu mi vuoi", da sempre retaggio delle donne, e puo' accogliere il tesoro della differenza. "In nessuna casa siamo mai stati accolti per come eravamo, mendichi, naufraghi, che la tempesta getta su una spiaggia come un relitto, un relitto che e' anche un tesoro... ci colmavano di doni, ci ricoprivano con la loro generosita' come per non vederci. Ma non era questo che chiedevamo, noi chiedevamo che ci lasciassero dare". Nel segno della liberta' e della autenticita' femminile l'Antigone di Zambrano-Inversi e' una donna appesantita-arricchita dall'esilio (il testo e' stato scritto dalla filosofa spagnola nel periodo del suo esilio dalla Spagna franchista) e dalla consapevolezza che nel lungo viaggio compiuto insieme ad Edipo, preoccupato solo per se stesso, il suo essere femminile era stato cancellato dal padre - "Lo sai chi sono, padre? No, non lo sai. Ed e' al padre che tocca dirci chi siamo" - e negato dalla madre, dimenticatasi, mentre sceglieva di suicidarsi, che "il regno della Grande Madre abbraccia tutto cio' che e' nato bene, che e' nato male...". La liberta' di questa Antigone non sta per niente in una questione di liberta' di scelta tra l'una o l'altra cosa (ne' tra la vita e la morte ne' tra lo stare dentro o fuori dal potere) ma nel creare un sogno altro, un sogno di rinascita: "la vita e' illuminata soltanto da questi sogni simili a lampade che rischiarano dal di dentro, guidando i passi dell'uomo nel suo errare sulla Terra". Alla fine della rappresentazione, in un lento e graduale riaffiorare delle luci, l'Antigone rappresentata in scena da Maria Inversi inizia a camminare dando le spalle al pubblico e molto, molto lentamente, come seguendo il tempo del proprio respiro interiore. Verso cosa si dirige? Va verso il suo sogno, verso "il luogo nel quale il cuore possa insediarsi intero... quando l'oscurita' lo avvolge, seguirlo ed entrare con lui laddove la luce si accende. Adesso si', dev'essere il momento. Adesso che la mia stella, la stella del Mattino, e' qui". * Fonti per scrivere questo articolo sono state: il copione di Maria Inversi, "La tomba di Antigone"; (a cura di Maria Inversi) Antigone e il sapere femminile dell'anima, Edizioni Lavoro, Roma 1999; Francesca Brezzi, Antigone e la Philia, Franco Angeli, Milano 2004. 6. LIBRI. ENZO BIANCHI PRESENTA "VORREI VIVERE QUESTI GIORNI CON VOI" DI DIETRICH BONHOEFFER [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 29 dicembre 2007, col titolo "Bonhoeffer, un breviario per il domani". Enzo Bianchi e' animatore della comunita' di Bose. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo questa scheda: "Enzo Bianchi e' nato a Castel Foglione nel Monferrato nel 1943 ed e' fondatore e priore della comunita' monastica di Bose. Nel 1966 ha infatti raggiunto il villaggio di Bose a Magnano (Vercelli) e ha dato inizio a una comunita' monastica ecumenica cui tuttora presiede. Enzo Bianchi e' direttore della rivista biblica "Parola, Spirito e Vita", membro della redazione della rivista internazionale "Concilium" ed autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualita' cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a "La stampa", "Avvenire" e "Luoghi dell'infinito"". Tra le opere di Enzo Bianchi: Il radicalismo cristiano, Gribaudi, 1980; Lontano da chi, Gribaudi, 1984; Un rabbi che amava i banchetti, Marietti, 1985; Il corvo di Elia, Gribaudi, 1986; Amici del Signore, Gribaudi, 1990; Pregare la parola, Gribaudi, 1990; Il profeta che raccontava Dio agli uomini, Marietti, 1990; Apocalisse di Giovanni, Qiqajon, 1990; Magnificat, benedictus, nunc dimittis, Qiqajon, 1990; Ricominciare, Marietti, 1991; Vivere la morte, Gribaudi, 1992; Preghiere della tavola, Qiqajon, 1994; Adamo, dove sei, Qiqajon, 1994; Il giorno del signore, giorno dell'uomo, Piemme, 1994; Da forestiero, Piemme, 1995; Aids. Vivere e morire in comunione, Qiqajon, 1997; Pregare i salmi, Gribaudi, 1997; Come evangelizzare oggi, Qiqajon, 1997; Libro delle preghiere, Einaudi, 1997; Altrimenti. Credere e narrare il Dio, Piemme, 1998; Poesie di Dio, Einaudi, 1999; Altrimenti. Credere e narrare il Dio dei cristiani, Piemme, 1999; Da forestiero. Nella compagnia degli uomini, Piemme, 1999; Giorno del Signore, giorno dell'uomo. Per un rinnovamento della domenica, Piemme, 1999; I paradossi della croce, Morcelliana, 1999; Le parole della spiritualita'. Per un lessico della vita interiore, Rizzoli, 1999; Ricominciare. Nell'anima, nella Chiesa, nel mondo, Marietti, 1999; Accanto al malato. Riflessioni sul senso della malattia e sull'accompagnamento dei malati, Qiqajon, 2000; L'Apocalisse di Giovanni. Commento esegetico-spirituale, Qiqajon, 2000; Come vivere il Giubileo del 2000, Qiqajon, 2000; La lettura spirituale della Bibbia, Piemme, 2000; Non siamo migliori. La vita religiosa nella Chiesa, tra gli uomini, Qiqajon, 2002; Quale fede?, Morcelliana, 2002; I Cristiani nella societa', Rizzoli, 2003; La differenza cristiana, Einaudi, 2006. Dietrich Bonhoeffer, nato a Breslavia nel 1906, pastore e teologo, fu ucciso dai nazisti il 9 aprile del 1945; non e' solo un eroe della Resistenza, e' uno dei pensatori fondamentali del Novecento. Opere di Dietrich Bonhoeffer: Resistenza e resa (lettere e scritti dal carcere), Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1988; Etica, Bompiani, Milano 1969; presso la Queriniana di Brescia sono stati pubblicati molti degli scritti di Bonhoeffer (tra cui ovviamente anche Sanctorum Communio, Atto ed essere, Sequela, La vita comune); e' in corso presso la Queriniana l'edizione italiana dell'edizione critica delle opere di Bonhoeffer. Opere su Dietrich Bonhoeffer: Eberhard Bethge, Dietrich Bonhoeffer, amicizia e resistenza, Claudiana, Torino 1995; Italo Mancini, Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1995; AA. VV., Rileggere Bonhoeffer, "Hermeneutica" 1996, Morcelliana, Brescia 1996; Ruggieri (a cura di), Dietrich Bonhoeffer, la fede concreta, Il Mulino, Bologna 1996; AA. VV., Dietrich Bonhoeffer: un pensiero per il futuro, "Testimonianze" n. 443-444, settembre-dicembre 2005] "Ogni nuovo giorno e' un nuovo inizio della nostra vita" e, a maggior ragione, lo e' ogni nuovo anno. Possiamo certo dirci con lucidita' razionale che non vi e' differenza maggiore nel passaggio dal 31 dicembre al primo gennaio di quella che ci puo' essere, per esempio, tra il 12 e il 13 luglio; resta tuttavia il fatto che quando un nuovo anno civile si apre, abbiamo la sensazione che si debba aprire anche una nuova stagione per noi, per i nostri rapporti, per le nostre attese, insomma una nuova opportunita' per la nostra vita. E' anche per questo motivo che all'avvicinarsi di un nuovo anno civile si moltiplicano le pubblicazioni di calendari e agende su cui segnare gli eventi della nostra vita, magari accostandoli a quelli di memorie storiche o liturgiche oppure a consigli di ogni tipo: ricette, viaggi, massime e pensieri, scadenze fiscali... Accanto a questi "libri-non-libri", in cui buona parte del contenuto lo scrivera' giorno per giorno il possessore, troviamo anche delle raccolte di testi brevi, organizzati per giorni e per mesi, in modo da offrire una sorta di "breviario", un insieme di testi che fornisce il pre-testo per pensare, per dedicare quotidianamente qualche minuto a quell'attivita' cosi' semplice eppur cosi' rara che fa della nostra vita un atto consapevole e non il succedersi di eventi casuali. Ed e' proprio per riflettere e far riflettere sul senso dell'esistenza che Dietrich Bonhoeffer, in prigione per aver cospirato contro Hitler, scrisse ai suoi cari una poesia nell'imminenza di un nuovo anno di guerra: un verso di questo accorato messaggio da' il titolo a una bella antologia di suoi scritti: Voglio vivere questi giorni con voi (a cura di Manfred Weber, Queriniana, pp. 416, euro 29) per poi chiudersi con un significativo "e con voi entrare in un nuovo anno". Di quell'anno Bonhoeffer vedra' solo pochi mesi: all'alba del 9 aprile 1945, salir' nudo sul patibolo del campo di Flossenbuerg per una delle ultime esecuzioni disposte da Hitler in persona nei giorni dello sfacelo del Terzo Reich. Eppure rileggere oggi i suoi pensieri, frammentati e quindi resi ancor piu' abbordabili e assimilabili, significa davvero nutrirsi di una preziosa razione di "pane quotidiano": del grande teologo emerge qui la capacita' di cogliere con poche parole il senso profondo degli eventi e dei sentimenti, di discernere nell'assurdo della barbarie dominante un appello pressante alla riscoperta dell'umanita' di ciascuno e del suo profondo legame con il misterioso agire di Dio, con il suo essersi fatto carne in Gesu' Cristo e aver condiviso la condizione umana. Cosi', dal buio di un carcere disumano, usciranno parole di grande speranza, portatrici di luce e di senso al di la' di qualsiasi cielo chiuso perche', anche quando l'evidenza sembra negarlo, "Dio ci e' al fianco alla sera e al mattino / e stanne certa, in ogni nuovo giorno". E' certezza e augurio anche per noi oggi, per il nuovo anno che inizia. 7 LIBRI. NANNI SALIO PRESENTA "THE PATHAN UNARMED" DI MUKULIKA BANERJEE [Da "Quaderni Satyagraha" n. 3, giugno 2003, riprendiamo la seguente recensione. Giovanni (Nanni) Salio, torinese, nato nel 1943, ricercatore nella facolta' di Fisica dell'Universita' di Torino, segretario dell'Ipri (Italian Peace Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia; e' il fondatore e presidente del Centro studi "Domenico Sereno Regis", dotato di ricca biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente, sviluppo (sede: via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 - 011549005, fax: 0115158000, e-mail: info at cssr-pas.org, sito: www.cssr-pas.org). Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, II edizione riveduta, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; con Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace, vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; con altri, Domenico Sereno Regis, Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Elementi di economia nonviolenta, Movimento Nonviolento, Verona 2001; con D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001. Mukulika Banerjee, antropologa indiana, ha realizzato uno studio fondamentale sulla figura di Abdul Ghaffar Khan (Badshah Khan) e sull'esperienza del movimento nonviolento da lui guidato. Opere di Mukulika Banerjee: The Pathan Unarmed, Oxford Universiy Press, New Delhi 2000. Badshah Khan, nato nel 1890, deceduto nel 1988, un terzo della sua vita passato in carcere sotto gli inglesi e sotto il nuovo stato pakistano; fu leader nonviolento della lotta dei pathan ed e' ricordato come "il Gandhi musulmano". Opere su Badshah Khan: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Sonda, Torino 1990; Mukulika Banerjee, The Pathan Unarmed, New Delhi, Oxford University Press, 2000] Mukulika Banerjee, The Pathan Unarmed, New Delhi, Oxford University Press, 2000. * Sulla figura leggendaria di Badshah Khan, soprannominato il Gandhi musulmano o il Gandhi della frontiera, esiste gia' una bella biografia, che si legge d'un fiato come un avvincente romanzo, scritta da Eknath Easwaran (edizioni Sonda, Torino 1990), notevole studioso della nonviolenza, autore di vari testi di spiritualita' e di meditazione (si veda in particolare La tua vita e' il tuo messaggio, Pratiche, Milano 1997) e fondatore del Blue Mountain Center for Meditation (www.nilgiri.org). Ma il lavoro dell'antropologa indiana Mukulika Banerjee va oltre la semplice narrazione biografica e scava in profondita' e con acume nella cultura pathan e piu' in generale in quella dell'Islam. L'autrice comincio' a interessarsi a questo argomento nel 1988, quando la stampa locale diede notizia della morte di Badshah Khan, all'eta' di 98 anni. La pubblicistica del tempo, segnata largamente dagli stereotipi creati dal colonialismo inglese, presentava i Pathan come un popolo selvaggio, dedito alla vendetta, alle faide tribali, ingovernabile e privo di qualsiasi senso della moderna vita politica. E giustamente sorse spontanea la domanda: come e' stato possibile creare un "esercito" di centomila resistenti nonviolenti noto come khudai khidmatgar (kk, servi di Dio) con una divisa costituita da sgargianti camicie rosse, che dal 1930 al 1947 mise in seria difficolta' gli inglesi adottando una rigorosa condotta di lotta nonviolenta? L'idea che le venne in mente fu di recarsi direttamente a intervistare il maggior numero possibile di persone che avevano partecipato a quella straordinaria esperienza. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Mukulika Banerjee riusci' in un'impresa tutt'altro che semplice: convincere l'universita' a finanziare la sua ricerca sul campo e soprattutto farsi accettare, come donna indiana e sola, in un contesto fortemente patriarcale e ostile come quello pakistano. Superato questo ostacolo, dovette affrontarne un altro non meno grave: riuscire a trovare almeno alcuni degli ormai anziani "servitori di Dio". Tenacemente, segui' tutte le indicazioni che le venivano fornite, finche' durante una cerimonia di commemorazione del quarto anniversario della morte di Badshah Khan, vide spuntare alcune camicie rosse indossate con fierezza in quell'occasione da coloro che avevano partecipato alla lotta nonviolenta di resistenza contro l'imperialismo inglese. Questo esile filo ha portato man mano l'autrice a intervistare settanta resistenti, diciannove dei quali ultranovantenni, consentendole sia di ricostruire il percorso di formazione sia di elaborare una risposta all'interrogativo da cui era partita. Come noto, Badshah Khan fu profondamente influenzato da Gandhi, col quale stabili' un intenso rapporto di collaborazione diventandone un fedele seguace, ma il suo accostamento alla nonviolenza fu precedente all'incontro con Gandhi e deriva da una lettura dell'Islam in chiave coerentemente nonviolenta. La tesi e' che "la nonviolenza dei kk non fu semplicemente gandhiana, l'Islam non fu soltanto sunnita e il Pukhtunwali (il tradizionale codice d'onore) divennero, almeno temporaneamente, qualcosa di assai diverso da cio' che veniva praticato nelle altre aree tribali e in Afghanistan. Nelle zone della frontiera le nuove influenze non annullano le tradizioni precedenti, ma si combinano con esse in una sintesi nuova" creativa e originale. "Studiare la frontiera ha permesso di ricordarci che la creativita' culturale e la sintesi sono realmente la norma invece che l'eccezione" e smentiscono l'ipotesi secondo cui popolazioni non acculturate non sarebbero in grado di sviluppare una moderna azione politica. L'autrice riprende inoltre la tesi esposta da Ashish Nandy in un fondamentale lavoro sulla psicologia del colonialismo (The Intimate Enemy, Oxford University Press, Delhi 1983). Secondo Nandy, Gandhi lotto' non solo per liberare l'India, ma anche per liberare gli inglesi dalla loro psicologia di violenza coloniale basata su un iper-maschilismo, che considerava effeminati gli indiani. Gandhi svincolo' la violenza dal coraggio e l'aggressivita' dalla protesta e si richiamo' al miti dell'androginia presente nella cultura religiosa indiana per integrare femminilita' e mascolinita' in un superamento sia della violenza sia della codardia. Analogamente, Badshah Khan seppe orientare la cultura maschilista dei pathan verso un superamento della violenza inflitta agli altri, ma nello stesso tempo verso l'accettazione della violenza subita sino all'estremo sacrificio della morte, sfidando l'iper-maschilismo degli inglesi proprio sul terreno dell'autentico coraggio. In questo tristissimo periodo di falsa contrapposizione tra islam e occidente, la leggendaria epopea di Badshah Khan costituisce l'ennesima conferma dell'esistenza di un'autentica alternativa nonviolenta alla follia del duplice mortifero fondamentalismo terrorista che ha portato al vicolo cieco della guerra di aggressione all'Iraq. 8. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 9. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 330 del 10 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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