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Minime. 324
- Subject: Minime. 324
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 4 Jan 2008 00:55:27 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 324 del 4 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Il Kenya, domani 2. Elena Buccoliero: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 3. Luciano Capitini: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 4. Mario Di Marco: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 5. Fulvio Cesare Manara: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 6. Giovanni Sarubbi: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 7. Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" 8. Il "Cos in rete" di gennaio 9. Un ricordo di Riccardo Mancini 10. Ettore Masina: Lettera 124 del luglio 2007 11. L'Agenda dell'antimafia 2008 12. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 13. Riedizioni: Aristofane, Commedie 14. Riedizioni: Marco Tullio Cicerone, Opere retoriche 15. Riedizioni: Publio Virgilio Marone, Eneide 16. Peppe Sini: Verso liste nonviolente 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento 18. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. IL KENYA, DOMANI Il Kenya e' il nostro domani. Quella politica e' la stessa verso cui i poteri dominanti hanno avviato il mondo intero: globalizzazione e tribalizzazione ad un tempo, regime della corruzione e dello sfruttamento universale ed assoluto misconoscimento del valore assoluto della vita umana. Il partito unico mondiale dell'annichilismo: stadio supremo dell'imperialismo. Quei morti la nostra storia li ha uccisi, la politica oggi li' e qui ed ovunque dominante. Ne uccidera' ancora, la', qua ed ovunque, se non faremo vincere la politica della nonviolenza. O ci salveremo tutti, o non si salvera' nessuno. 2. AMICIZIE. ELENA BUCCOLIERO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) per questo intervento. Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta" e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente (con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu' ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 de "La nonviolenza e' in cammino"] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" per la sua storia e per il suo presente, perche' rinnova l'incontro con amici di sempre e perche' apre a nuove esperienze e possibilita'; perche' dice quello che altri giornali non dicono ma non corre dietro all'attualita', piuttosto sta vicino al senso delle cose; perche' c'e' dentro un lavoro sincero, appassionato e gratuito di tante persone, Mao per primo, a cui va tutto il mio affetto e la mia riconoscenza; perche' aiuta a pensare che la nonviolenza e' praticabile e la pace non e' solo un'utopia; perche' apre spazi di collegamento e di dialogo tra di noi, amici della nonviolenza, che spesso soffriamo di difficolta' tutte nostre nel raccontarci e nel collegarci; perche' mi dice in breve e con leggerezza pillole su temi come l'economia o la storia che di mio non frequenterei altrimenti pur riconoscendone l'importanza; perche' e' stata fondata da Aldo Capitini e va avanti da oltre quarant'anni senza un briciolo di pubblicita' o sponsorizzazioni esterne, e di questi tempi non e' poco; perche' con tutti i suoi limiti e' la prima fonte di sostegno per il Movimento Nonviolento, un'altra realta' che esiste se noi vogliamo che ci sia, una realta' forte e fragile ed importante, per nulla scontata; perche' solo abbonandoci alla rivista e proponendola ad altri potremo avere una "Azione Nonviolenta" ancora piu' bella, piu' ricca di contenuti, piu' qualificata nei contributi, piu' aperta e vivace. Per tutte queste ragioni abbono ad "Azione Nonviolenta" me stessa ed altri: amici interessati che non si prenderebbero il tempo di andare alla posta a fare il versamento perche' hanno troppo da fare ma sono grati se lo faccio io per loro, oppure compagni di strada conosciuti da poco che non sanno niente di "Azione Nonviolenta" ma intuisco saranno contenti di incontrarla. Dico questo come invito a tanti di noi, a trovare lo spazio per proporre "Azione Nonviolenta", perche' ritengo sia una delle vie possibili, non tantissime, lungo le quali e' possibile mantenere un contatto costante e qualificato con la nonviolenza organizzata in Italia e nel mondo. 3. AMICIZIE. LUCIANO CAPITINI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Luciano Capitini (per contatti: capitps at libero.it) per questo intervento. Luciano Capitini e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nell'associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini", nella Rete di Lilliput e in numerose altre esperienze e iniziative nonviolente; persona di straordinaria mitezza e disponibilita' all'ascolto e all'aiuto, ha condotto a Pesaro una esperienza di mediazione sociale nonviolenta; e' tra i coordinatori della campagna "Scelgo la nonviolenza"] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" per tantissimi motivi (io ne ho uno piu' di tutti: e' stata fondata da mio zio!). Oggi voglio segnalarvene uno; si tratta di questo: siamo abituati e portati a "specializzarci" nel nostro informarci, nella scelta di cosa leggere. Va a finire che restringiamo man mano il ventaglio delle pubblicazioni e libri che ci procuriamo: e' una forma di inaridimento subdola a cui rischiamo di adattarci. Se ti abboni ad "Azione Nonviolenta" ti procuri anche un antidoto a quel rischio: quasi ogni numero riguarda una particolare tematica, con tanti articoli e interventi che vertono sullo stesso oggetto di riflessione, e ti coinvolgono, ti interessano a fondo, risvegliano tematiche che scioccamente avevi messo da parte... Ultimamente e' successo con il recente numero sul bullismo, un argomento che aveva interessato mia moglie e me, ma che avevamo poi tralasciato quando abbiamo assunto la presunzione di saperne quasi tutto. Logicamente non era cosi', e' passato del tempo e le acquisizioni sono aumentate, l'elaborazione approfondita... e' stata una bella sorpresa, ed ho ricordato con piacere che "Azione Nonviolenta", di queste sorprese, ce ne fa tante. 4. AMICIZIE. MARIO DI MARCO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Mario Di Marco (per contatti: mdmsoft at tin.it) per questo intervento. Mario Di Marco, ingegnere, insegnante, gia' obiettore di coscienza al servizio militare, responsabile delle persone in servizio civile presso la Caritas diocesana di Viterbo, impegnato in molte iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza, e' da sempre uno dei fondamentali punti di riferimento a Viterbo per tutte le persone di volonta' buona] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" perche' e' una delle voci piu' chiare, credibili ed autorevoli che indicano nei valori della nonviolenza l'unica via possibile per evitare la distruzone totale. 5. AMICIZIE. FULVIO CESARE MANARA: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0 at tin.it) per questo intervento. Fulvio Cesare Manara e' un prestigioso studioso e amico della nonviolenza; nato a Bergamo il 29 giugno 1958, coniugato con tre figli, laureato in filosofia presso l'Universita' di Milano discutendo la tesi "Fides falsa. Il concetto di eresia in Tommaso d'Aquino", ha frequentato seminari di ricerca e studio presso vari enti: il Program on Nonviolent Sanctions della Harvard University, la Western Michigan University, la American Philosophical Association (Central Division), e la Albert Einstein Institution (Cambridge, Ma, Usa). Perfezionatosi a Padova in didattica della filosofia, e' stato ricercatore esterno della Fondazione Tovini presso il Dipartimento di filosofia dell'Universita' di Padova, dove ha condotto una ricerca sul laboratorio di filosofia. Nell'anno accademico 2004-2005 ha insegnato "Religioni e diritti dell'uomo" al Master di II livello dell'Universita' degli Studi di Bergamo. Nel settore della didattica della filosofia insegna filosofia e storia nei licei statali; opera quale formatore di formatori e interviene in corsi di formazione promossi da istituti superiori in varie parti d'Italia ed in seminari e corsi promossi dal Ministero e da altre agenzie (la piu' recente attivita' e' la funzione di moderatore in due forum della Sfi per l'Indire); ha collaborato al laboratorio di didattica della filosofia presso la Siss Veneto; e' membro del consiglio direttivo e della commissione didattica nazionale della Societa' filosofica italiana; suo campo di sperimentazione e di indagine e' la comunita' di ricerca filosofica e il laboratorio di filosofia; collabora in qualita' di redattore a "Comunicazione filosofica. Rivista telematica di ricerca e didattica filosofica" (sito: www.getnet.it/sfi/013.html); collabora in qualita' di formatore esterno al corso di perfezionamento in filosofia e didattica della filosofia dell'Universita' di Bari, e al corso di perfezionamento in metodologia dell'insegnamento filosofico presso l'Universita' di Padova. Nel settore disciplinare della didattica della filosofia ha pubblicato una quindicina di saggi e alcune recensioni, oltre al volume "Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia", Lampi di Stampa, Milano 2004. Nel settore degli studi sulla nonviolenza si occupa continuativamente di etica della nonviolenza, settore in cui ha pubblicato una ventina tra saggi e articoli; opera quale formatore con esperienza di metodologia attiva: addestrato nelle competenze dell'ascolto attivo e della gestione del lavoro di gruppo, grazie ad una esperienza ventennale di animazione e facilitazione di gruppi, anima a sua volta all'ascolto attivo, ad una gestione di gruppo centrata sulla leadership partecipativa ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Dal 2002 e' collaboratore della cattedra di Pedagogia sociale dell'Universita' di Bergamo, ove si occupa in particolare del tema della trasformazione nonviolenta dei conflitti. Tra le opere di Fulvio Cesare Manara: Scritti vari sulla nonviolenza, l'obiezione di coscienza e l'educazione alla pace, Eirene, Bergamo 1990; (a cura di), La nonviolenza si impara, Celsb, Bergamo 2003; Tra cattedra e vita. Comunicazione e insegnamento della filosofia tra Kant e Gentile, Lampi di stampa, Milano 2004; Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004; Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" perche' non potrei farne a meno, disponendo dell'intera collezione, fin dal primo numero... non potrei farne a meno, come spazio aperto di incontro, di riflessione, per un'educazione permanente e integrale alla nonviolenza, per una vita orientata alla nonviolenza; perche' "Azione nonviolenta" non e' semplicemente una rivista, ma, assieme alla Casa per la Nonviolenza ed al Movimento Nonviolento, la sento come una casa comune per la ricerca e l'esplorazione di mondi possibili in cui la distruttivita' venga trasformata in armonia, in ogni direzione; e mi sento che ne ho, ancora, di cammino da fare. 6. AMICIZIE. GIOVANNI SARUBBI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Giovanni Sarubbi (per contatti: redazione at ildialogo.org) per questo intervento. Giovanni Sarubbi, amico della nonviolenza, promotore del dialogo interreligioso, giornalista, saggista, editore, dirige l'eccellente rivista e sito de "Il dialogo" (www.ildialogo.org)] Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche': - voglio respirare un po' di aria pulita ogni tanto; - non voglio finanziare con i miei soldi gli editori che sostengono le guerre, le vendite di armi, la distruzione dell'ambiente e della Madre Terra; - non voglio contribuire alla creazione di "caste giornalistiche" o di altro tipo che fanno la loro fortuna sulla pelle degli ultimi della Terra, o dei compagni di strada o di coloro che si impegnano per un mondo migliore ai quali si sono furbescamente associati; - voglio che la nonviolenza sia qualcosa che diventi patrimonio di tutta l'umanita' e non di ristretti circoli di intellettuali, seguendo l'esempio di Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini, Danilo Dolci... - voglio contribuire alla realizzazione di un organo di informazione che aiuti l'umanita' a rifiutare la violenza, l'ingordigia, la sopraffazione, la schiavitu', l'odio razziale comunque si manifesti; - voglio anche buone notizie e non un lungo elenco di catastrofi, omicidi, guerre che ci fanno vedere nemici dappertutto, ci riempiono d'ansia e ci costringono a comportarci come se ogni giorno fosse l'ultimo giorno dell'umanita'; - non voglio essere ossessionato dalla pubblicita' che ci costringe a comprare "di tutto, di piu'" mentre miliardi di esseri umani muoiono di fame; - voglio un mondo radicalmente diverso da quello attuale, senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, senza la violenza sulle donne, sui bambini, sulla Madre Terra, senza piu' guerre, dove si possa condividere tutto, dove ci sia vita per tutti, dove sia bandita l'ingordigia e alla paura sia sostituita la gioia e l'amore. 7. INDICAZIONI PRATICHE. PER ABBONARSI AD "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; e' un mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Redazione, direzione e amministrazione sono in via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. Oppure bonifico bancario sullo stesso conto presso BancoPosta ABI 07601 - CAB 11700. Speificare nella causale "Abbonamento a 'Azione nonviolenta'". E' possibile chiedere una copia omaggio della rivista, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 8. STRUMENTI. IL "COS IN RETE" DI GENNAIO [Dall'Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini" (per contatti: l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Cari amici, vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di gennaio 2008 del "C.O.S. in rete", www.cosinrete.it. Ricordando il Centro di Orientamento Sociale di Capitini, il primo esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra gli altri testi, in questo numero ci sono: Perugia. Dal delitto al campus; L'uso violento delle religioni; Si salvi chi puo'; Il processo a Mussolini; La verita' sul rincaro dei prezzi; Guarire i torturati; ecc. La partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti mandando i contributi all'indrizzo e-mail: capitini at tiscali.it o al blog del C.O.S.: http://cos.splinder.com Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e': www.aldocapitini.it 9. LUTTI. UN RICORDO DI RICCARDO MANCINI [Da Daniele Barbieri (per contatti: pkdick at fastmail.it) e da tante altre persone amiche riceviamo questo ricordo di Riccardo Mancini. Daniele Barbieri, nato a Roma il 3 ottobre 1948, vive a Imola; pubblicista dal 1970 e giornalista professionista dal 1991, da sempre impegnato nei movimenti per la pace, di solidarieta' e per i diritti civili, ha lavorato all'interno dei quotidiani "Il manifesto" (per il quale e' stato a lungo corrispondente dall'Emilia Romagna), "L'unione sarda" e "Mattina" (supplemento bolognese de "L'unita'"); ha collaborato a numerose riviste, fra cui "Mondo nuovo", "Musica jazz", "Azione sociale", "Muzak", "Il discobolo", "Politica ed economia" (di cui e' stato redattore), "Meta", "Cyborg", "Alfazeta", "Mosaico di pace", "Hp - Acca parlante", "Zero in condotta", "Amici dei lebbrosi", "Redattore sociale", attualmente e' redattore del settimanale "Carta"; da tempo collabora con il mensile "Piazza grande" (con cui ha organizzato anche vari corsi di giornalismo sociale) e con alcune ong (in particolare il Cospe) nella formazione o in ricerche; ha lavorato all'agenzia on line "Migranews" (sostenuta dalla linea Equal dell'Unione europea): nel giugno 2005 la Emi di Bologna ha pubblicato il volume Migrante-mente, il popolo invisibile prende la parola, che raccoglie una selezione di venticinque autori e autrici fra quelli che hanno scritto per "Migranews". Come reporter (e come persona impegnata contro le guerre) e' stato nei Balcani, in America latina e in Africa; nell'aprile del 2002 si e' recato in Palestina con una delegazione del "Coordinamento degli enti locali per la pace". E' genitore di Jan. Inoltre e' autore o co-autore di alcuni testi per la scuola (due sulla fantascienza e uno sullo sport), di un book-game sul '68 e inoltre di Agenda nera: 30 anni di neofascismo in Italia, de I signori del gioco: storia, massificazione, interpretazioni dello sport (con lo pseudonimo di Gianni Boccardelli) e di testi inseriti in alcuni libri a piu' mani. Riccardo Mancini (1951-2007), giornalista, saggista, fondatore della casa editrice Avverbi Edizioni, presidente del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) di Roma, docente di giornalismo; insieme a Daniele Barbieri ha scritto deliziosi saggi sulla narrativa d'anticipazione] Riccardo era un gatto. Era geniale. Era giocoso. Era un giornalista onesto, specie sempre piu' rara. Ed era soprattutto generoso. Un compagno inevitabilmente. Una risata contagiosa, una testa piena di idee. Riccardo Mancini e' morto a 56 anni, d'improvviso. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo bene lo ricorda in Lotta Continua, nei movimenti, a lottare in ospedale perche' la tanto attesa riforma sanitaria non fosse una beffa, poi a rinunciare al "posto sicuro" perche' gli piaceva mettersi in gioco. Libero anche di fare stranezze ma sempre "obbligato" (da se stesso) a impegnarsi, a lottare per i diritti di tutte e tutti. Gli piaceva sudare su inchieste serie e subito dopo inventarsi un book-game sul '68. Era presidente del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) di Roma. Ha smascherato truffe (la rubrica "Gatta Cikova" e il libretto "Non ci casco"). Ha fondato, dieci anni fa, la casa editrice Avverbi: scettica e dalla parte del metodo scientifico. Credeva che "per conquistare un futuro bisogna prima sognarlo" ed anche per questo amava la fantascienza e ne ha scritto tanto (con Daniele Barbieri sotto la sigla Erremme Dibbi'). Ma quel che piu' conta riguarda i sentimenti e forse e' ancora piu' difficile da scrivere: Riccardo ha riempito d'amore Rosalba, i figli Manuele e Marcello, sua madre, amici e amiche. Scopri' la canzone "Hermanos" di Atahualpa ascoltando Mercedes Sosa. La imparo' e una volta riascoltando da lui i versi "Ho cosi' tanti fratelli da non poterli contare" scherzammo perche' era figlio unico ma poi pensammo si', e' proprio vero. Ed e' per questo che ci firmiamo cosi'. I tanti fratelli, le tante sorelle di Riccardo 10. MAESTRI E COMPAGNI. ETTORE MASINA: LETTERA 124 DEL LUGLIO 2007 [Dal sito di Ettore Masina (www.ettoremasina.it) riprendiamo la sua lettera mensile n. 124 del luglio 2007. Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994; O. G. E., 2006), Il volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino"] La lingua dei vincitori 1. Dal suo letto d'ospedale, una mattina del febbraio 1975, Gigi Ghirotti vide che nella notte era completamente fiorito un albero che egli aveva adottato come amico. Quel tripudio di colori in un inverno non ancora concluso lo estasio': lui, uno dei migliori giornalisti italiani, stava morendo, di cancro, ma quella mattina senti' che la sua vicenda, incomprensibile e dolorosa, era inserita nel mistero di una vita che ostinatamente si esprime oltre ogni limite. Forse penso' al verso di Quasimodo in cui Dio viene chiamato "Dio del cancro e Dio del fiore rosso", certo, come narro' egli stesso, desidero' di poter cantare l'immensita' e la forza del processo creativo. Dai ricordi dell'adolescenza senti' emergere la bellezza di un inno latino medievale, il "Veni, Creator Spiritus" (Vieni, o Spirito Creatore), e si accinse a recitarlo accanto a quella finestra; ma tristemente si accorse di non ricordarne piu' le parole. Gigi poteva ancora scendere dal letto e lo fece; e comincio' a domandare a pazienti, medici, suore e visitatori se qualcuno di loro poteva aiutarlo, ma tutti, un po' sorpresi, scuotevano la testa. Soltanto a fine mattina incontro' un seminarista americano, studente a Roma, che visitava i malati per non dimenticare le sofferenze dell'uomo. Alla domanda del giornalista sorrise e disse che si', quell'inno lui lo aveva studiato a memoria, al ginnasio e, si', lo ricordava ancora; ma aggiunse, arrossendo un poco, che non ne comprendeva piu' il significato: la sua conoscenza del latino era ormai svanita. Allora, insieme, l'uomo che comprendeva la sostanza del messaggio ma non poteva leggerlo nella sua autenticita' e quello che ne conosceva soltanto la formulazione pregarono, quasi aiutandosi l'un l'altro a decifrare un antico manoscritto. * 2. Ho ripensato a questo episodio quando ho letto il "motu proprio" con il quale Benedetto XVI concede, di fatto, a chi vuole, il diritto (non il permesso) di celebrare la Messa secondo il rito di Pio V, in vigore dal 1570 sino alla riforma liturgica del 1963. E ho pensato che sarebbe bello che i nostalgici del latino e coloro che vivono il vangelo senza avere una cultura classica si aiutassero fra loro per una maggiore pienezza di vita ecclesiale; ma so bene, purtroppo, che non a questo provvede il documento papale; e so anche meglio perche' e per chi papa Ratzinger ha sancito il diritto a celebrare la Messa pre-conciliare. Questo "perche'" e questo "per chi" stanno non gia' nel fatto che vi sono persone le quali vedono nel latino una lingua tradizionalmente "cattolica", segno di unita' fra i credenti di tutte le nazioni, ma nel fatto che alcune centinaia di migliaia di individui (dunque una men che minima parte di quel miliardo e 200 milioni di persone che gli statistici calcolano battezzate nella Chiesa cattolica) dietro questo sentimento mascherano (ma neppure troppo) l'odio per la primavera conciliare e il desiderio di perpetuare una serie di privilegi personali e di classe. E' un vecchio clericalismo quello cui Benedetto XVI concede ora la vittoria: il clericalismo del prete solo all'altare, avanti a tutti come un generale, intento a pronunziare formule incomprensibili a chi lo ascolta (e dunque magiche) in una lingua che soltanto pochi "signori" conoscono; e in quella lingua misteriosa proclama persino le Scritture rendendole messaggio castale; un celebrante separato, nelle antiche basiliche, da un'area vuota e soprelevata chiamata presbiterio: la quale sembra oggi, dove non e' stata "corretta", una profonda ferita inferta all'unita' dell'assemblea eucaristica. E la messa, "quella" messa, e' infatti legata al singolo sacerdote, per cui la stessa idea di "concelebrazione" appare negata, con risultati che oggi appaiono persino comici. Ricordo la chiesa di un collegio straniero a Roma, visitata prima del Concilio: una grande sala circolare con una dozzina di cappelle laterali, in ciascuna delle quali un prete celebrava la "sua" messa mentre due poveri chierichetti si affannavano a correre dall'uno all'altro altare, qui porgendo ampolline e la' rialzando pianete, a pochi metri di distanza scampanellando per annunziare la Consacrazione o recitando ad alta voce il Confiteor... Era, quella di Pio V, una Messa resa affascinante nella solennita' delle cattedrali, dallo sfolgorio di paramenti, dalla virtuosita' di superbi cori, di musiche sconvolgenti (non sempre il gregoriano, anzi, ben piu' spesso, il barocco del dopo-Riforma); spettacolo talvolta indimenticabile nella sua teatralita' ma sempre difficile da seguire con la preghiera; e ridotto spesso, nella pratica feriale delle piu' modeste parrocchie, a una sorta di borbottio di un prete raggelato dalla sua anche simbolica solitudine. I fedeli, del resto, venivano esortati ad "assistere" alla Messa ed era normale sentirli dire: "Ho preso la Messa", come qualcosa che era soltanto dono da ricevere e non atto consapevole. * 3. Ma c'e' anche di peggio, ed e' la composizione "sociale" dei gruppi cui Benedetto XVI ha steso la sua mano improvvisamente prodiga. Per quarant'anni Lefebvre e i suoi fedelissimi hanno apertamente e fieramente avversato i documenti (e piu' lo spirito) del Concilio (che, non lo si dimentichi, e' la massima espressione ecclesiale: i vescovi di tutta la Terra riuniti intorno al papa). Attribuendo all'assise ecumenica le cause dello sfacelo del mondo e della Chiesa, i lefebvriani sono contro la liberta' religiosa, contro l'ecumenismo, contro la democrazia, contro lo Stato di diritto, contro la laicita' dello Stato e percio' hanno offerto e offrono una sponda religiosa alle peggiori formazioni politiche del nostro tempo. Basterebbe ricordare un altro vescovo che fu accanto al francese, il brasiliano Proenca Sigaud: fondatore di un'associazione chiamata "Tradizione, Famiglia, Proprieta'", di fatto una specie di cappellania per latifondisti persecutori dei poveri e per generali delle dittature latino-americane. Non per niente i lefebvriani celebrano Pio V come il Santo della vittoria dei cristiani sull'Islam, quella battaglia di Lepanto che secondo loro andrebbe ripresa, non soltanto contro i musulmani ma contro tutto il mondo moderno. Per loro il latino e' la lingua dei vincitori. * 4. Raggelanti mi paiono anche le motivazioni portate da papa Ratzinger sulla sua decisione, notoriamente in contrasto con il parere della maggior parte dell'episcopato. La sua decisione sarebbe nata, egli dice, dalla preoccupazione per un eccesso di creativita' (disordinata) da parte dei fedeli conciliari e dalla sofferenza che da esso scaturirebbe per molti, anche giovani, che hanno imparato ad amare i sacri misteri nella celebrazione che ne fa la liturgia tridentina. Argomento, a me pare, stupefacente: invece di invitare queste brave persone, questa elite tanto sensibile a partecipare attivamente alla elaborazione di una liturgia piu' fedele ai dettami e allo spirito della riflessione del Concilio, si concede loro di mantenersi in una bolla di vetro, al riparo dei rischi della testimonianza cristiana nella storia, cioe' a non tenere conto della riforma varata dall'insieme dei vescovi convocati da due pontefici. Per non tradire la riforma gli si concede di ignorarla! La seconda motivazione del "motu proprio" papale e' quello della volonta' di riconciliazione nella Chiesa. Ora a me sembra che vi sia qui un'altra prova della cultura eurocentrica e classicheggiante dell'attuale pontefice e della sua scarsa, scarsissima e solo libresca conoscenza del mondo d'oggi. Gli pare doloroso (ed e' ben giusto che cosi' sia) uno scisma, anche se fortunatamente limitato nelle sue dimensioni perche' coinvolge borghesi laureati francesi, svizzeri e italiani, e cerca di ricondurlo nell'alveo dell'ortodossia, ma sembra del tutto inconsapevole della sofferenza di grandi masse di povera gente prodotta da certe sue scelte prudenziali. Non ha detto, in occasione del tristissimo viaggio in Brasile, che la beatificazione di monsignor Romero sollecitata da milioni di campesinos, e' rinviata a chissa' quando per ragioni di opportunita'? Queste opportunita' sembrano esistere soltanto ai margini delle favelas o dei laboratori teologici segnati dal sangue dei nuovi martiri, come quello di Sobrino; e intanto in tutto il cosiddetto Terzo Mondo continua, e si ingrossa, l'esodo da una Chiesa che sembra incomprensibile e incapace di comprendere. Non basta moltiplicare, secondo una recente ripresa dello stile di Giovanni Paolo II, la santificazione di preti e di suore d'antico stampo, ne' calcolare con la bilancia dei cortigiani le folle che si addensano in piazza San Pietro: la Chiesa di Cristo o e' speranza alta, forza rinnovatrice della storia dei poveri, o continua a parlare la lingua dei vincitori. 11. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 12. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 13. RIEDIZIONI. ARISTOFANE: COMMEDIE Aristofane, Commedie, Mondadori, Milano 2007, pp. XVI + 920, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Dario Del Corno, Giulio Guidorizzi, Carlo Prato, Massimo Vetta, Giuseppe Zanetto, con testo a fronte, buone introduzioni, apparato filologico e nessun commento (che e' il modo migliore di leggere Aristofane), cinque delle undici commedie superstiti dell'autore sul cui stampo si e' modellata tutta la storia del ridere col coltello tra i denti: ci sono Le nuvole, Gli uccelli, Le donne alle Tesmoforie (che noi poveri vecchierelli chiamiamo Le Tesmoforiazuse), Le rane, Le donne all'assemblea (che noi vecchi poveretti chiamiamo Le Ecclesiazuse). Diciamolo una volta di piu': i tragici greci sapevano tutto, e tutto da loro s'impara; ma reso omaggio ora e sempre ad Eschilo, Sofocle ed Euripide, non si disdegni la verita' che e' nella commedia: Aristofane sembra uno di quegli impossibili chiacchieroni che incontri al lavatoio o dal barbiere (ci sono ancora i lavatoi? ci sono ancora i barbieri? cosa ne resta dell'umanita' scomparsi questi augusti istituti?), e pare che ti parli di pettegolezzi maligno e buffone: e invece alla fine ti accorgi che ti chiamava alla lotta contro tutti i poteri assassini, contro tutte le paludate menzogne, contro tutte le vili cecita'. Sembravano livide scempiaggini futili e triviali, ed era infinito un appello alla resistenza, compagni. 14. RIEDIZIONI. MARCO TULLIO CICERONE: OPERE RETORICHE Marco Tullio Cicerone, Opere retoriche, Mondadori, Milano 2007, pp. VI + 968, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Il Brutus, l'Orator e in appendice l'apocrifa Rhetorica ad C. Herennium, rispettivamente a cura di Enrica Malcovati, Giannicola Barone, Filippo Cancelli, ovviamente con testo latino a fronte. Chi non ama la retorica e' destinato ad esserne vittima. Ma chi ama la retorica rischia di farsi gaglioffo, rapace, carnefice. Ma senza retorica non c'e' discorso comune, non c'e' comune deliberazione, non c'e' umanita' civile. Conoscere ed amare la retorica, quindi, necesse est. E mantenere la propria integrita'. Quanto a Cicerone, perdindirindina, ogni volta che torno a leggerlo torna ad incantarmi, quel vecchio pallone gonfiato, quel vecchio maestro di tutte le acrobazie, quel vecchio uomo solo e disperato, quel vecchio abissale conoscitore di tutti i meandri del cuore dell'uomo e del mondo. Mi diceva una volta Annibale Scarpante: "Modo negativo, Cicerone ha tutti i miei difetti ed anche parecchi di piu'; modo positivo, ha quasi tutte le capacita' che non sono mai riuscito ad avere, molte delle quali talora una parte di me ardentemente desidera, l'altra parte provandone vergogna; ah, specchio, specchio delle mie brame...". 15. RIEDIZIONI. PUBLIO VIRGILIO MARONE: ENEIDE Publio Virgilio Marone, Eneide, Fondazione Lorenzo Valla, 1978-1983, Mondadori, Milano 1989, 2007, pp. XCIV + 922, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Con testo a fronte, a cura di Ettore Paratore, traduzione di Luca Canali, cronologia di Marco Beck. Ci diceva una volta Giobbe Santabarbara: "Prescindiamo adesso da Paratore e da Canali, e sull'uno e sull'altro molto ameremmo scrivere, dappoiche' in modi diversi molte cose ci hanno insegnato. E concentriamoci su Virgilio. Ci sono due, anzi tre Virgili: quello dell'Eneide che mi imposero a scuola e che trovavo noiosa e odiosa nel suo imitare Omero senza punto riuscirvi (et pour cause: l'Eneide nulla aveva a che fare con l'Odissea, figurarsi con l'Iliade); quello delle Bucoliche e delle Georgiche che ti commuove per la precisione della sua analitica dei sentimenti e delle collocazioni sociali e la sua acutezza scientifica e morale (detto altrimenti: la sua denuncia dell'oppressione di classe e l'appello a una renovatio che restituisse centralita' al rapporto amoroso ed esatto tra umani e natura). E infine quello dell'Eneide riletta finalmente quando la barba era gia' bianca e solo allora scoperta. O forse si potrebbe dire diversamente: due Virgili vi sono, anzi tre: quello che ci veniva inflitto al ginnasio in utroque come museo e repertorio; quello che accompagnava Dante e che bastava a farti sapere che vi era un altro Virgilio, se Dante lo aveva eletto a guida in quel viaggio che e' il nostro ineludibile viaggio. Ma eravamo giovani, e non avevamo ancora scoperto la chiave di accesso a quel segreto. Cosi' Virgilio restava per un verso la monumentale ma algida Eneide affaticata dalla legione o dalla ciurma dei commentatori e traduttori che gravavano su di essa come le arpie su quell'antica mensa, e per l'altro le Bucoliche dolcissime, le nitide Georgiche, e non so quanti esametri sonanti impigliati nel pozzo della memoria e quante volte scintillanti ritirati su' con la carrucola che cigola. Molti anni passarono, e molte vicende. E quel giovane che ero, che pensava che la poesia fossero solo i tragici e Lucrezio e poi un lungo balzo di anni verso Dante e poi verso Leopardi e Belli, e poi solo la prosa di Kafka, ahime', vecchio e' divenuto. Vecchio ormai sono, e da vecchio finalmente ho incontrato anche l'Eneide nella maestosa venusta' sua. Riconciliato in questo: nelle antiche letture; e in tutto il resto non riconciliato". 16. CONTROEDITORIALE. PEPPE SINI: VERSO LISTE NONVIOLENTE Siamo gente pratica. Ci contentiamo di poco, sappiamo come vanno le cose del mondo e quanto profondo sia il pozzo del cuore umano. Cosi' possiamo ammettere che a governare la cosa pubblica ancora non sia la permanente assemblea dell'umanita' intera. E possiamo anche ammettere che si sbagli sovente, dacche' la forza della democrazia non e' nel non sbagliare, ma nell'aver la possibilita' e la capacita' di correggere gli errori. * Quello che non possiamo ammettere e' che governino gli assassini. Anche se essi hanno governato dalla notte dei tempi, e' giunta l'ora che questa processione finisca, e cominci una novella istoria. Cominci una nuova storia prima che quella processione tutto porti al naufragio, all'abisso, al nulla. Una nuova storia puo' cominciare qui e adesso prendendo sul serio quei principi fondamentali che chi sconfisse il fascismo volle scrivere negli articoli che aprono la Costituzione della Repubblica Italiana e definiscono i valori supremi cui essa fa riferimento. Una politica costituzionale, vorremmo. Si converra' che non e' chiedere la luna. * Ma questa politica costituzionale solo la scelta della nonviolenza puo' adempierla. Ed affinche' la scelta della nonviolenza amministri la cosa pubblica secondo le linee-guida dei principi fondamentali della Costituzione italiana, occorre che le persone amiche della nonviolenza entrino nelle istituzioni. E vi entrino non per gentile concessione degli assassini, ma con la propria identita' e le proprie forze. Non e' difficile. Ma occorre decidersi a farlo. E per farlo occorre innanzitutto rompere ogni subalternita' ed ogni collusione col partito della guerra e del razzismo, col partito del femminicidio e del collasso della biosfera, col partito degli assassini. * Occorre cessare di votare per il partito degli assassini e costruire liste elettorali di persone amiche della nonviolenza. Liste elettorali di donne e di uomini di volonta' buona e di tenace concetto che pongano a fondamento del proprio programma la scelta della nonviolenza. Sapendo che essa e' lotta, la piu' ardua e la piu' necessaria, contro tutte le violenze e le menzogne, contro tutte le oppressioni e le vilta'. Questo oggi occorre, piu' ancora del pane. 17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 18. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 324 del 4 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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