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Minime. 314
- Subject: Minime. 314
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 25 Dec 2007 00:51:30 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 314 del 25 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 2. Eugenio Melandri: Auguri 3. Romina Bassini e Mario De Caro intervistano Hilary Putnam 4. Enzo Bianchi presenta "Gesu' di Nazaret e Paolo di Tarso" di Giuseppe Barbaglio 5. Elena Loewenthal presenta "Nascere nella storia" di Marinella Corridori, Vassilios Fanos, Italo Farnetani 6. Riletture: AA. VV., Nuove regole per il nuovo millennio 7. Riletture: Tarcisio M. Benvenuti, Elena Bartolini, Arturo Paoli, Gino Barsella, Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Dacci oggi il nostro pane 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 [Dal sito www.qualevita.it riprendiamo la seguente presentazione dell'agenda "Giorni nonviolenti" 2008] Dal 1994, ogni anno pubblichiamo l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita', per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. * In un clima di crescente invasione della pratica neoliberista, occorre tenere alto il livello dell'indignazione, oltre che, naturalmente, della proposta di vita alternativa vissuta nella sobrieta' gioiosa. E per farlo, c'e' bisogno di coniugare due condizioni in modo inscindibile: quella della liberta' e quella della responsabilita'. Uno dei pericoli piu' insidiosi dei nostri tempi e' proprio la perdita dello spazio per responsabilizzarsi, la perdita della capacita' di "ascolto interiore". In ogni parte del pianeta, e anche da noi, vanno purtroppo moltiplicandosi sfruttatori di ogni tipo i quali, non contenti di essersi appropriati delle nostre capacita' di produzione e di consumo, vorrebbero prendersi anche la nostra capacita' di produrre emozioni, sentimenti, sogni. Una maniera per arginare questa deriva e' anche quella di nutrire le nostre vite con riflessioni scaturite dalla testimonianza e dalla penna di tanti "compagni e compagne di viaggio". Per tutte le ore e i giorni del 2008. Per valutare l'importanza di donne e uomini che magari non abbiamo mai conosciuto ma che hanno segnato in qualche modo la nostra vita, il metro non e' quello di una brillante e copiosa produzione letteraria ne' dei riscontri mediatici della loro attivita'. Quello che conta e' se - dopo anni dalla loro scomparsa - hanno ancora qualcosa da dire, da proporre, qualche stimolo che metta in crisi le nostre esistenze assonnate, impigrite, spesso infelici. In una parola, quel che rimane e' la credibilita' della loro esistenza. Nel caso di Mohandas Gandhi, Martin Luther King, Ignazio Silone, di cui quest'anno ricorrono rispettivamente i 60, 40 e 30 anni dalla morte, si puo' ben dire che e' proprio la loro autorevolezza a renderli vivi, presenti, partecipi al segmento di storia che noi, oggi, siamo chiamati a costruire. Quando ci si trova di fronte a "grandi anime" (mahatma) come le tre che vogliamo tenere presenti lungo tutto il 2008, non e' mai difficile ricondurle a fili conduttori comuni. Sia per Gandhi che per King e Silone i tratti affini si chiamano coerenza, semplicita', difesa appassionata dei poveri, rinuncia ad ogni tipo di violenza per risolvere i problemi, sorprendente modernita' delle loro idee ispiratrici. Nell'ambito di chi crede che un mondo "altro" non solo e' possibile, ma necessario, si discute con sempre maggiore insistenza di stili di vita, di rallentamento dei ritmi, di sobrieta', di decrescita. Ma anche queste rischiano di essere soltanto belle parole. Oggi, piu' che in altri tempi, c'e' pochissima fiducia nelle parole, perche' e' difficile distinguere la notizia dalla pubblicita', la realta' dalle fanfaronate, la verita' dalla bugia permanente. E' credibile chi puo' dire, come Gesu' di Nazareth, "Vieni e vedi" (Giov. 1, 39); e' credibile chi ha un'esperienza da offrire alla quale ognuno puo' partecipare, che ognuno puo' condividere. Gandhi spesso ripeteva: "La mia vita e' il mio messaggio". Lo stesso sicuramente vale anche per Ignazio Silone e Martin Luther King. * Chi vuole ricevere a casa l'agenda "Giorni nonviolenti" ci telefoni o ci mandi una mail. Manderemo un pacco postale contenente l'agenda o le agende richieste (le spese di spedizione sono a nostro carico). 1 copia di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 10. 3 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 9,30 cad. 5 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 8,60 cad. 10 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 8,10 cad. 25 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 7,50 cad. 50 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 7,00 cad. 100 copie di "Giorni nonviolenti" 2008 euro 5,75 cad. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 2. RIFLESSIONE. EUGENIO MELANDRI: AUGURI [Ringraziamo Eugenio Melandri (per contatti: eugenio.melandri at tele2.it) per questo intervento. Eugenio Melandri, religioso saveriano, giornalista, gia' parlamentare europeo, impegnato nei movimenti di pace, di solidarieta', contro il razzismo, per la nonviolenza; e' tra i principali animatori di "Chiama l'Africa". Dal sito www.eugeniomelandri.it riprendiamo la seguente scheda: "Nasce a Brisighella (Ra) nel 1949. Nel 1974 entra nei missionari saveriani. Frequenta l'Universita' di Trento dove si laurea in sociologia. Nel 1980 diviene direttore della rivista "Missione Oggi". In quel periodo e' esponente di punta del mondo pacifista. Partecipa in prima linea alle manifestazioni contro l'installazione dei missili di Comiso, lancia la campagna per il disarmo unilaterale a cui aderiscono personalitaa' di ogni posizione politica: da Carlo Cassola a padre David Maria Turoldo. Sono gli anni dell'impegno pacifista e per la cooperazione internazionale. Nel 1989 accetta di candidarsi alle elezioni europee nelle liste di Democrazia Proletaria. Fa proprio in quel periodo un motto di Pedro Casaldaliga, vescovo in Brasile: "Con Maria Dio si e' fatto uomo in Gesu' Cristo; Con Giuseppe Dio si e' fatto classe". Durante il mandato parlamentare e' vicepresidente dell'Assemblea paritaria Ue-Acp che raduna i rappresentanti del Parlamento europeo con i paesi di Africa, Caraibi e Pacifico. Effettua molte missioni in Africa, Asia e America Latina: dal Salvador dove riconduce a casa un gruppo di profughi che da diversi anni avevano dovuto abbandonare il paese, alla Mongolia che, con un suo rapporto al Parlamento, diviene partner economico dell'Unione Europea. E' a Cuba dove incontra diverse volte i leaders politici locali per preparare una risoluzione - approvata all'unanimita' dal Parlamento - che apre le relazioni economiche tra Europa e L'Avana. Si impegna per la causa di tutti i popoli oppressi: dai Kurdistan al Sudafrica; da Timor est, al Nicaragua e Haiti. Fonda, nel frattempo, l'associazione "Senzaconfine" per i diritti degli immigrati e insieme con Dino Frisullo si impegna perche' i diritti non siano riservati ai soli cittadini italiani. Nel 1992 e' eletto al parlamento italiano con il Prc, ma si dimette dall'incarico per non tenere due mandati parlamentari. Dopo la parentesi parlamentare torna a lavorare nella societa' civile. E' presidente dell'"Associazione obiettori nonviolenti". Con altri amici fonda "Chiama l'Africa" di cui e' tuttora coordinatore. Viene chiamato a dirigere la rivista "Solidarieta' internazionale" dalle cui pagine segue criticamente le vicissitudini della cooperazione". Opere di Eugenio Melandri: segnaliamo almeno I protagonisti, Emi, Bologna 1984] Corre inesorabilmente il tempo. Siamo di nuovo alla fine di un anno. E, di nuovo, da una parte guardiamo indietro, per capire dove siamo arrivati e, dall'altra, gettiamo lo sguardo oltre il muro, per cogliere il futuro che ci aspetta. La vita di ognuno di noi puo' paragonarsi a un viaggio. Giorno dopo giorno, ora dopo ora. Con la sfida, insita nella nostra stessa umanita', di lasciare a chi verra' dopo di noi un mondo piu' abitabile e piu' umano. Fa parte del nostro universo culturale la speranza in un domani migliore: l'eta' dell'oro sta davanti a noi, non dietro di noi. Un atto di fede che ci permette di impegnarci, di lavorare, spesso anche instancabilmente, di soffrire, a volte anche di morire, pur di dare mani, gambe, vita a questo futuro migliore. Anche quando le cose non marciano come vorremmo. Anche se ci sono difficolta' che sembrano insormontabili. E arriviamo cosi' al cuore piu' profondo dell'essere umano. Piccolo e fragile, come il Bambino della grotta di Betlem, come ogni bambino che, nascendo, porta una carica di novita' a questo vecchio mondo. Ma, allo stesso tempo, grande e suggestivo, unico e irripetibile. Il poeta indiano Tagore scriveva che ogni bambino che nasce ci da' la certezza che Dio non si e' ancora stancato di noi. E' vero, ogni nascita e' un miracolo. E' l'incarnarsi della speranza. Il farsi storia dell'utopia. Al di la' della fede di ognuno, Natale ñ ogni Natale, in qualsiasi parte del mondo avvenga - e' questo irrompere strepitoso di vita dentro la nostra stanchezza. Non e' strano che proprio a dicembre, alla fine di un anno di storia, siamo quasi costretti a porci le domande di fondo, che toccano la nostra identita' umana. A incontrarci con la vita che ha il volto di un bambino che nasce. Lontano dai palazzi. Avvolto in pochi panni. Deposto in una greppia. A significare la grandezza di ogni vita. Al di la' delle ricchezze, del potere, degli orpelli che tanto facilmente costruiamo perche' ci manca il coraggio di andare all'essenza delle cose. Ogni persona che nasce in questo mondo e' unica e irripetibile. Va amata e rispettata in se stessa. Non per quello che ha, ma per quello che e'. Non per le cose che fa, ma per la novita' di cui e' portatrice. Sessant'anni fa veniva promulgata la carta universale dei diritti umani. E' vero: ancora oggi, a tanti anni di distanza, troppe persone non hanno ancora la possibilita' di godere pienamente di questi diritti. E' il segno della grande contraddizione che ci portiamo dentro. Siamo capaci di rinnovare ogni giorno il miracolo della vita che nasce come frutto d'amore, ma siamo anche capaci di rifiutare le vita, di renderla dura e difficile. Perfino di dare la morte. Ma e' pur anche vero che - e la proclamazione della carta dei diritti umani lo dimostra - ci portiamo dentro la nostalgia di un mondo dove la vita di tutti sia posta al centro, sia davvero e sempre rispettata come sacra. Dicembre e' un mese di confine. Da un lato ci richiama alla vita che nasce, e dall'altro ñ con il morire dell'anno ñ ci spinge a fare i conti con la nostra fine. Con la morte. Perche' e' vero che quando nasciamo cominciamo a morire. Forse per dirci che, se vogliamo dare un senso profondo ed umano anche al nostro dover morire, siamo sfidati a fare di tutto perche' ad ogni bambino che nasce sia data la possibilita' di vivere. E di vivere in pienezza. Auguri Eugenio 3. RIFLESSIONE. ROMINA BASSINI E MARIO DE CARO INTERVISTANO HILARY PUTNAM [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 dicembre 2007, col titolo "Tra la filosofia e la scienza un rapporto irrinunciabile" e il sommario "Incontro con il grande filosofo americano, che in questa intervista torna, fra l'altro, su alcune tesi cruciali del cognitivismo e sull'ideale universalistico dell'etica, che non andrebbe mai separato dall'ideale conoscitivo intrinseco alla ricerca della verita'. Il funzionalismo e' tutto rivolto verso cio' che avviene nella testa degli individui: presuppone cioe' che la mente sia interna alla scatola cranica. In realta', pero', gli stati mentali sono determinati sia da cio' che c'e' nei nostri cervelli sia dalle transazioni che i nostri cervelli, e corpi, hanno con l'ambiente esterno e con gli altri soggetti". Su Romina Bassini non abbiamo informazioni. Mario De Caro e' docente di Filosofia morale presso l'Universita' Roma Tre. E' stato Visiting Scholar al Massachusetts Institute of Technology, Fulbright Fellow alla Harvard University ed ha insegnato anche alla Tufts University e al Saint Mary's College (Notre Dame, Indiana). E' curatore di varie antologie, tra cui Interpretations and Causes (Kluwer, Dordrecht 1999), Naturalism in Question (Harvard University Press, Cambridge, Mass., 2004, con D. Macarthur), Scetticismo. Una vicenda filosofica (Carocci, Roma 2007, con E. Spinelli), Cartographies of the Mind. Philosophy and Psychology in Intersection (Springer, Dordrecht 2007, con M. Marraffa e F. Ferretti). Ha in preparazione il volume Azione (Il Mulino, Bologna) e l'antologia Normativity and Naturalism (Columbia University Press, New York, con D. Macarthur). E' membro dei comitati editoriali di European Journal of Analytic Philosophy, Filosofia e questioni pubbliche, del website Rescogitans, dell'e-publisher Polimetrica (serie "Philosophy of Mind and Language") e degli Advisory Panels di Linguistic and Philosophical Investigations, Review of Contemporary Philosophy and Analysis and Metaphysics. Opere di Mario De Caro: Dal punto di vista dell'interprete, Carocci, 1998; Il libero arbitrio, Laterza, 2004; La mente e la natura, Fazi, 2005. Su Hilary Putnam dal sito www.emsf.rai.it rirpendiamo la seguente scheda: "Hilary Putnam nasce a Chicago il 31 luglio 1926. Si forma alla scuola di Quine e Reichenbach. Nel 1965 insegna filosofia alla Harvard University , dove, dal 1976 e' Walter Beverly Pearson Professor di Matematica e logica matematica. Le molteplici riflessioni di Putnam nell'ambito della logica, dell'epistemologia, della matematica, della linguistica e della psicologia si compongono in una unitaria 'filosofia della mente' che respinge nettamente le spiegazioni dei fatti mentali in termini fisico-chimici e deterministici (materialismo, fisicalismo e comportamentismo). Gli stati mentali, per Putnam, sono autonomi e interpretabili solo all'interno di un quadro storico di 'valori'. In tal modo l'ipotesi epistemologica e psico-antropologica di Putnam acquista un non secondario risvolto etico". Opere di Hilary Putnam: La filosofia della logica. Nominalismo e realismo nella logica contemporanea, Isedi, Milano 1975; Mente, linguaggio e realta' (1975), Adelphi, Milano 1987; Matematica, materia e metodo (1975), Adelphi, Milano 1993; Verita' e etica (1978), Il Saggiatore, Milano, 1982; Ragione, verita' e storia (1981), Il Saggiatore, Milano, 1985; La sfida del realismo (1987), Milano, 1991; Rappresentazione e realta' (1988), Garzanti, Milano 1993; Realismo dal volto umano (1990), Il Mulino, Bologna 1995; Rinnovare la filosofia (1992), Garzanti, Milano 1998; Il pragmatismo: una questione aperta (1992), Laterza, Roma-Bari 2003; Mente, corpo, mondo, Il Mulino, Bologna 2003; Etica senza ontologia (2004), Bruno Mondadori, Milano 2005. Dalla stessa fonte dell'intervista che segue riportiamo anche la seguente scheda: "Hilary Putnam, professore emerito alla Harvard University, e' uno dei massimi filosofi contemporanei. I suoi contributi hanno segnato in profondita', e spesso rivoluzionato, una quantita' di campi diversi, dalla filosofia della fisica e della matematica alla teoria della conoscenza, dalla metafisica alla filosofia del linguaggio, dall'etica alla logica, dalla filosofia della mente alla storiografia filosofica. Con la sua teoria funzionalistica della mente (della quale e' poi divenuto severo critico) e' stato uno dei fondatori della scienza cognitiva. Come matematico ha offerto un contributo decisivo alla risoluzione di uno dei celebri 'Problemi di Hilbert'. Tra le sue opere tradotte in italiano, La filosofia della logica (Isedi 1975), Verita' e etica (Il Saggiatore 1982), Ragione, verita' e storia (Il Saggiatore 1985), Mente, linguaggio e realta' (Adelphi 1987), Matematica, materia e metodo (Adelphi 1993), Rappresentazione e realta' (Garzanti 1993), Il pragmatismo: una questione aperta (Laterza 1995), Realismo dal volto umano (Il Mulino 1995), Rinnovare la filosofia (Garzanti 1998), Mente, corpo, mondo (Il Mulino 2003), Fatto/valore. Fine di una dicotomia e altri saggi (Fazi 2004), Etica senza ontologia (Bruno Mondadori 2005)"] "L'Intelligenza Artificiale? In realta' non e' mai esistita". A sentire una frase cosi' categorica, verrebbe da pensare che sia stata pronunciata da uno di quei Catoni che da giornali e tv ci allertano quotidianamente sulla pericolosita' della scienza. Se pero' a dire queste parole e' Hilary Putnam conviene starlo a sentire. I suoi studi, infatti, hanno contribuito alla nascita delle scienze cognitive e rivoluzionato la filosofia della fisica e quella della matematica - oltre a trasformare la filosofia del linguaggio e la teoria della conoscenza (con il famoso scenario dei "cervelli in una vasca", che ha poi ispirato gli autori del film Matrix). Inoltre, nel campo della metafisica Putnam e' stato protagonista di un grande dibattito sul tema del realismo, rispetto al quale ha cambiato piu' volte la sua posizione: dalla visione scientistica dei primi anni e' passato a una forma di idealismo moderato (il cosiddetto "realismo interno") per poi approdare al "realismo diretto" che si ispira ai maestri del pragmatismo. E, infine, anche le questioni dell'etica hanno costituito un argomento dei suoi dibattiti, quando si e' trovato a difendere l'oggettivita' dei giudizi morali nelle sue discussioni con Amartya Sen e con Juergen Habermas, mentre per altro verso ha criticato con forza la classica distinzione weberiana tra fatti e valori. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Allora, ci vuole riassumere le sue obiezioni all'Intelligenza Artificiale? - Hilary Putnam: Mi spiace dirlo, ma il termine "Intelligenza Artificiale" e' niente piu' di uno slogan con il quale Marvin Minsky cerco', e ottenne, congrui finanziamenti da investire in una serie di fantasiosi programmi di ricerca. Il maggiore successo raggiunto in questo campo di indagine ha riguardato i cosiddetti Information Retrieval System, i sistemi che permettono il recupero delle informazioni. Ma anche questo risultato, per quanto importante, non ci ha per nulla avvicinato al traguardo della simulazione dell'intelligenza umana in una creatura artificiale: in proposito, basti pensare che tale creatura dovrebbe padroneggiare una lingua naturale. * - Romina Bassini e Mario De Caro: All'inizio degli anni Sessanta, lei propose la famosa tesi del "funzionalismo", che fu cruciale per la nascita delle scienze cognitive. Secondo questa tesi, la mente e' analoga a un programma per computer: gli stati mentali, cioe', sarebbero "stati funzionali", indipendenti dal sostrato fisico che li realizza, proprio come il software e' indipendente dall'hardware su cui gira. Secondo Jerry Fodor questa idea mostra come lo studio dei fenomeni mentali non sia riducibile allo studio dei meccanismi neurofisiologici che ne sono alla base. Lei cosa ne pensa? - Hilary Putnam: La mia idea e' che bisogna andare oltre il funzionalismo. E' vero, come dice questa concezione, che la composizione fisica dei nostri corpi non e' essenziale per definire gli stati mentali: potrebbero infatti esistere creature molto diverse da noi, dotate tuttavia degli stessi nostri stati mentali. Ma possiamo anche immaginare creature con stati funzionali diversi dai nostri, in grado di pensare esattamente cio' che pensiamo noi: dunque, nemmeno il programma coincide con gli stati mentali. In un certo senso, allora, anche il funzionalismo e' riduzionista; ma c'e' un problema ancora piu' grave. Il funzionalismo e' tutto rivolto verso cio' che avviene nella testa dell'individuo: presuppone cioe' che la mente sia interna alla scatola cranica. In realta' pero' gli stati mentali sono determinati sia da cio' che c'e' nei nostri cervelli sia dalle transazioni che i nostri cervelli, e i nostri corpi, hanno con l'ambiente esterno e con gli altri individui. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Dunque, lei nega che il significato dei nostri pensieri si trovi all'interno della nostra scatola cranica. E' una posizione che chiama evidentemente in causa le scienze cognitive: quali pensa possano essere gli sviluppi cui vanno incontro, oggi, queste scienze? - Hilary Putnam: La scienza cognitiva e' una disciplina molto giovane e promettente, che paragonerei a un grande ombrello sotto il quale vengono coperti progetti di ricerca molto diversi tra loro. Rispetto a molti di questi, il mio giudizio e' estremamente favorevole, ma a volte qualche scienziato cognitivo sostiene tesi insensate, come del resto accade anche ai fisici e ai matematici. Per questa ragione credo che uno dei compiti della filosofia sia quello di vigilare su quanto viene argomentato in altri settori di ricerca. Una volta Stanley Fish, acceso fautore del postmoderno, mi disse che era stufo dei filosofi che fanno i vigili del pensiero. Avrei dovuto rispondergli, ma purtroppo non lo feci, che ci sono occasioni in cui anche i vigili sono utili. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Cosi' lei attribuisce alla filosofia anche il compito di distinguere tra buona scienza e pseudoscienza? - Hilary Putnam: Si', ma con cio' non intendo dire che questa importante funzione debba essere praticata solo da chi si e' addottorato in filosofia. Recentemente, ad esempio, il fisico Lee Smolin, in un libro titolato The Trouble With Physics, ha ottimamente invaso il campo dei filosofi della scienza sviluppando una critica molto vigorosa della cosiddetta "teoria delle stringhe" (oggi popolarissima tra i fisici). Secondo Smolin, questa teoria, non disponendo di dati sperimentali a proprio sostegno, non ottempera a uno dei requisiti fondamentali dell'indagine empirica. In generale, un punto di vista filosofico sulle teorie scientifiche e' essenziale per stabilirne il grado di coerenza interna e la misura in cui esse danno conto dei dati empirici. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Lei critica molto duramente tanto lo scientismo insito in molte concezioni positivistiche e naturalistiche quanto il relativismo delle concezioni postmoderne. Quale pensa che possa essere il futuro della filosofia? - Hilary Putnam: A me pare che tanto le visioni scientistiche quanto quelle postmoderne presuppongano, sia pure da punti di vista opposti, il fatto che la filosofia non abbia alcun futuro. A mio parere l'idea che non esistano parametri oggettivi per la valutazione delle teorie, come pensano i postmoderni, e' assurda. Ma e' insensato e irrealizzabile anche il progetto di ricondurre alla scienza gli aspetti intrinsecamente umanistici della filosofia. Bisogna riconoscere, pero', che ci sono parti della filosofia che si sovrappongono ai campi d'indagine propri della ricerca scientifica. Naturalmente, i filosofi non fanno esperimenti, non dimostrano teoremi - anche se alcuni di loro, come ad esempio i maestri della filosofia analitica, tra cui Russell e Frege, sono stati anche dei grandi matematici. Periodicamente, pero', la scienza incontra profonde crisi concettuali e in quei casi la filosofia ha il compito di contribuire a cercare soluzioni efficaci per uscire da queste impasse. E' gia' accaduto, per esempio, nella famosa diatriba tra Leibniz e Newton sul calcolo infinitesimale e la natura dello spazio, o nella discussione sulla nascita della teoria degli insiemi; e, oggi, nel dibattito a volte aspro sulla teoria delle stringhe. In simili periodi di crisi, ritengo che scienziati e filosofi possano e debbano contribuire insieme all'avanzamento della ricerca. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Lei ha avuto occasione di osservare che i filosofi oggi impegnati nel tentativo di ridurre la filosofia alla scienza sono condizionati da un vero "orrore per la normativita'", propria di campi come l'etica e l'estetica. In questi ambiti, in effetti, sembra estremamente difficile, e forse impossibile, superare completamente i disaccordi. Qual e' la sua opinione al riguardo? - Hilary Putnam: La domanda principale che l'etica dovrebbe porsi e' come si possano negoziare i punti di disaccordo rispetto ai bisogni fondamentali degli esseri umani. A questa domanda i grandi pragmatisti, in particolare John Dewey, solevano rispondere che la soluzione la puo' offrire una democrazia compiuta, in cui ci si sforzi di comprendere quali siano veramente le necessita' e i desideri delle persone, senza cercare di determinarli a priori. Questo processo di ricerca e' essenziale e non dovrebbe mai essere interrotto, restando tuttavia consapevoli che in questo campo la possibilita' dell'errore e' sempre presente. In questo senso a me piace parlare della necessita' di una democrazia sperimentale e fallibilista. A mio giudizio, la risposta al problema del disaccordo non la forniscono certi sistemi come quello platonico o aristotelico, che pretendono di determinare fattori come il "bisogno umano piu' elevato" o il "ruolo supremo del filosofo". Gerarchie del genere sono ormai insostenibili. In questa luce, chi pensa che l'etica sia soggettiva e' ancora condizionato dalla paura della normativita'. Come ha giustamente notato Stanley Cavell, un disaccordo razionale e' possibile proprio perche' non sempre si riesce a concordare su una tesi comune. Ma il riconoscimento del disaccordo puo' permetterci di convivere nello stesso universo di valori. A volte si dice che l'etica dovrebbe spiegare come le persone morali dovrebbero comportarsi nei confronti di quelle immorali. La vera questione, pero', e' un'altra, ovvero come le persone morali possano interagire le une con le altre, dato che le forme della moralita' sono tanto diverse tra loro. E' qui che entra in gioco l'orrore per la normativita', che e' poi l'orrore del disaccordo. * - Romina Bassini e Mario De Caro: E' possibile o auspicabile, secondo lei, un'etica veramente universale? - Hilary Putnam: L'universalismo e' uno degli interessi principali dell'etica, ma non puo' essere l'unico. Naturalmente puo' rappresentare una soluzione importante se si prendono in esame temi delicati come l'oppressione delle minoranze religiose e la discriminazione delle donne. In casi come questi, pero', e' importante notare che, quando si sostengono tesi discriminatorie, oltre all'ideale universalistico dell'etica viene compromesso anche l'ideale conoscitivo della ricerca della verita'. I razzisti, per esempio, dicono cose empiricamente false sul primato della loro razza, i maschilisti dicono cose false sul primato del sesso maschile su quello femminile e analogamente gli intolleranti religiosi dicono falsita' sulle religioni che vogliono discriminare. Etica e ricerca della verita' non possono essere dissociate. * - Romina Bassini e Mario De Caro: Sin qui abbiamo discusso prevalentemente il ruolo della filosofia e il rapporto che essa intrattiene con la scienza. A suo giudizio anche l'arte puo' svolgere una funzione filosoficamente rilevante? - Hilary Putnam: Secondo Iris Murdoch - che fu sia un'ottima narratrice che un'ottima filosofa - gli artisti, soprattutto gli scrittori, ci mettono in grado di vedere quanto il mondo sia articolato e complesso, quante differenze e sfumature esistano nella realta'. E queste considerazioni valgono soprattutto per il mondo umano. La coppa d'oro di Henry James, e Middlemarch di George Eliot sono due, tra i tanti capolavori che mi vengono in mente, capaci di esemplificare perfettamente questa idea. Se ci si dimentica del linguaggio comune, affidandosi soltanto a quello tecnico, il rischio e' che si descrivano gli esseri umani con un gergo sociologico completamente deumanizzato. In 1984, George Orwell ci parla mirabilmente di questo rischio. E, d'altra parte, Guerra e pace di Tolstoj e' li' a testimoniare magnificamente che se vogliamo comprendere il mondo, occorre prima comprenderne l'inesauribile varieta'. E' questo, a mio giudizio, il compito piu' importante che la letteratura puo' assolvere. 4. LIBRI. ENZO BIANCHI PRESENTA "GESU' DI NAZARET E PAOLO DI TARSO" DI GIUSEPPE BARBAGLIO [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 15 dicembre 2007, col titolo "Gesu' paesano e Paolo cosmopolita". Enzo Bianchi e' animatore della comunita' di Bose. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo questa scheda: "Enzo Bianchi e' nato a Castel Foglione nel Monferrato nel 1943 ed e' fondatore e priore della comunita' monastica di Bose. Nel 1966 ha infatti raggiunto il villaggio di Bose a Magnano (Vercelli) e ha dato inizio a una comunita' monastica ecumenica cui tuttora presiede. Enzo Bianchi e' direttore della rivista biblica "Parola, Spirito e Vita", membro della redazione della rivista internazionale "Concilium" ed autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualita' cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a "La stampa", "Avvenire" e "Luoghi dell'infinito"". Tra le opere di Enzo Bianchi: Il radicalismo cristiano, Gribaudi, 1980; Lontano da chi, Gribaudi, 1984; Un rabbi che amava i banchetti, Marietti, 1985; Il corvo di Elia, Gribaudi, 1986; Amici del Signore, Gribaudi, 1990; Pregare la parola, Gribaudi, 1990; Il profeta che raccontava Dio agli uomini, Marietti, 1990; Apocalisse di Giovanni, Qiqajon, 1990; Magnificat, benedictus, nunc dimittis, Qiqajon, 1990; Ricominciare, Marietti, 1991; Vivere la morte, Gribaudi, 1992; Preghiere della tavola, Qiqajon, 1994; Adamo, dove sei, Qiqajon, 1994; Il giorno del signore, giorno dell'uomo, Piemme, 1994; Da forestiero, Piemme, 1995; Aids. Vivere e morire in comunione, Qiqajon, 1997; Pregare i salmi, Gribaudi, 1997; Come evangelizzare oggi, Qiqajon, 1997; Libro delle preghiere, Einaudi, 1997; Altrimenti. Credere e narrare il Dio, Piemme, 1998; Poesie di Dio, Einaudi, 1999; Altrimenti. Credere e narrare il Dio dei cristiani, Piemme, 1999; Da forestiero. Nella compagnia degli uomini, Piemme, 1999; Giorno del Signore, giorno dell'uomo. Per un rinnovamento della domenica, Piemme, 1999; I paradossi della croce, Morcelliana, 1999; Le parole della spiritualita'. Per un lessico della vita interiore, Rizzoli, 1999; Ricominciare. Nell'anima, nella Chiesa, nel mondo, Marietti, 1999; Accanto al malato. Riflessioni sul senso della malattia e sull'accompagnamento dei malati, Qiqajon, 2000; L'Apocalisse di Giovanni. Commento esegetico-spirituale, Qiqajon, 2000; Come vivere il Giubileo del 2000, Qiqajon, 2000; La lettura spirituale della Bibbia, Piemme, 2000; Non siamo migliori. La vita religiosa nella Chiesa, tra gli uomini, Qiqajon, 2002; Quale fede?, Morcelliana, 2002; I Cristiani nella societa', Rizzoli, 2003; La differenza cristiana, Einaudi, 2006. Giuseppe Barbaglio (1934-2007), illustre biblista, docente, saggista, e' stato una delle figure piu' vive della riflessione teologica contemporanea; nato nel 1934 a Crema, ha studiato a Roma, Gerusalemme e Urbino, conseguendo la laurea in teologia, la licentia docendi in scienze bibliche e la laurea in filosofia; partecipe di molte rilevanti esperienze di pensiero, di molte e molti educatore. Tra le molte opere di Giuseppe Barbaglio: Fede acquisita e fede infusa secondo Duns Scoto, Occam e Biel, Brescia 1968; (con Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni), I Vangeli, Cittadella, Assisi 1975; Le lettere di Paolo, voll. I-II, Roma 1980, 1990; Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi 1987; Nuovo Testamento greco e italiano, Bologna 1990, 1991; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi 1991; La teologia di Paolo, Dehoniane, Bologna 2001; Gesu' ebreo di Galilea. Indagine storica, Dehoniane, Bologna 2002; Il pensare dell'apostolo Paolo, Dehoniane, Bologna 2004; Gesu' di Nazareth e Paolo di Tarso, Dehoniane, Bologna 2006. Cfr. anche il sito www.giuseppebarbaglio.it] Il 28 marzo di quest'anno e' morto Giuseppe Barbaglio, insigne biblista, esperto dell'ambiente storico del Nuovo Testamento e delle origini cristiane, autore di opere storico-esegetiche su Gesu' e su Paolo (cfr. il sito: www.giuseppebarbaglio.it), ma anche uomo di dialogo e di liberta', appassionato ai temi della giustizia e della laicita', impegnato in realta' ecclesiali di base. L'ultimo libro che ci ha lasciato riunisce i due "amori" che hanno segnato il suo lavoro di studioso: Gesu' di Nazaret e Paolo di Tarso (Edizioni Dehoniane, pp. 312, euro 25). Con rigore storiografico l'autore guida il lettore in un confronto tra due personaggi contemporanei che non si sono mai incontrati personalmente (Gesu', nato nell'ultimo decennio del I secolo a.C., mori' nel 30 o 33 d.C., mentre Paolo, nato a cavallo dell'era cristiana, mori' intorno al 60 d.C.) e che hanno posto i fondamenti del cristianesimo. Il confronto e' scottante: se per secoli si e' pensato che Paolo fosse in piena continuita' con Gesu' e la sua predicazione, a partire dal XIX secolo le posizioni degli studiosi si diversificano ed emergono quelle che oppongono radicalmente la predicazione semplice del Galileo alla complessa costruzione teologica dell'uomo di Tarso. Se per Harnack Paolo fu colui che meglio comprese Gesu' e ne continuo' l'opera, Wrede li pose in un'opposizione insanabile e Klausner vide in Paolo il "vero fondatore del cristianesimo" che fece di una setta giudaica una nuova religione. Per Nietzsche l'antitesi fra Gesu' e Paolo non potrebbe essere piu' netta: "Il vangelo mori' sulla croce. Alla buona novella segui' la peggiore di tutte: quella di Paolo". Con equilibrio Barbaglio svela i tratti caratterizzanti dei due personaggi e ne esamina continuita' e discontinuita'. Se Gesu' e' un ebreo palestinese, un paesano, Paolo e' un ebreo della diaspora, abita in una citta' cosmopolita e viaggia nelle metropoli dell'impero romano; il primo parla l'aramaico, il secondo e' bilingue e usa il greco; Gesu' si esprime oralmente e non ha scritto nulla, Paolo ha scritto molte lettere a comunita' cristiane; Gesu' si rivolge a gente semplice della Galilea, Paolo si muove tra "gentili" e scrive a persone che gia' credono in Cristo. Se per Gesu' il centro della sua predicazione e' il regno di Dio e la sua forza liberante per poveri e oppressi, per Paolo tutto e' centrato sulla grazia di Dio manifestata nel Cristo morto e risorto che giustifica e rimette i peccati dell'umanita'. Il passaggio piu' evidente tra i due e' che l'annunciatore, Gesu', diviene, in Paolo, l'annunciato. Tra le differenze emerge una continuita' di fondo: entrambi presentano l'immagine di un Dio includente gli esclusi. Gesu' lo afferma nei ristretti confini del mondo giudaico nei confronti di emarginati e peccatori; Paolo nel bacino del Mediterraneo in riferimento alle genti, ai non ebrei. In tempi in cui il mercato editoriale si intasa di libri su Gesu' e sul cristianesimo, spesso di dubbio o certamente scarso valore, c'e' bisogno di opere rigorose e accessibili. Anche per questo il nostro grazie a Giuseppe Barbaglio. 5. LIBRI. ELENA LOEWENTHAL PRESENTA "NASCERE NELLA STORIA" DI MARINELLA CORRIDORI, VASSILIOS FANOS, ITALO FARNETANI [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 22 dicembre 2007, col titolo "Nativita', la forza delle donne". Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg. Marinella Corridori e' docente di storia. Vassilios Fanos, neonatologo, docente di pediatria all'Universita' di Cagliari. Italo Farnetani, pediatra, docente all'Universita' di Milano, autore di molte pubblicazioni] E' tempo di nativita'. Difficile immaginare un evento cosi' sacro e profano al tempo stesso. Questa doppia natura, sospesa fra cielo e terra, fra il divino e una grotta riscaldata dal fiato degli animali, e' la cifra comune d'ogni nascita: di quella che si rinnova ogni notte fra il 24 e il 25 di dicembre, e di tutte le innumerevoli che si avvicendano sulla faccia di questa terra. La nascita, e prima ancora il concepire, e' da sempre la dannazione ma anche la forza delle donne. "Partorirai nel dolore", grida il Signore ad Eva che ha ancora in bocca l'amaro (o dolce?) sapore del frutto proibito. Da allora ogni donna partorendo soffre ma sa che non puo' essere altrimenti. Il travaglio e' dolore quasi inenarrabile perche' lo sforzo - e la felicita' - di mettere al mondo un figlio e' cosa che ti ottenebra la coscienza. Ma e' inenarrabile soprattutto perche' passa in un modo diverso da ogni altro male: con il primo vagito del neonato, il travaglio muore e ne muore persino il ricordo. Questo giogo e privilegio del dare alla luce la vita segna da sempre una tremenda distanza fra l'uomo e la donna. L'uno comanda, l'altra tace. Ma tutto dipende da lei, dalla capacita' femminile di far sopravvivere la storia. Senza il suo utero, non ci sarebbe da comandare e questo l'uomo lo sa, lo teme. Capisce di non potere far altro che guardare. Magari da dietro quella porta chiusa oltre la quale, avvolto nel mistero, un tempo aveva luogo il parto. Oggi tutto e' piu' svelato, a partire dall'ecografia tridimensionale, dal battito cardiaco che risuona attraverso la pelle, dalla sala parto che ammette ormai la presenza del futuro padre. * Per ricuperare la dimensione magica, misteriosa del venire al mondo, capita un libro che si intitola Nascere nella storia, ed e' curato da Marinella Corridori, Vassilios Fanos, Italo Farnetani (Mondadori libri illustrati, pp. 115, euro 30). E' davvero un volume "trasversale", opera congiunta di una professoressa di storia, un neonatologo appassionato di archeologia e un pediatra, che insieme raccontano la storia della nascita. Una storia lunga quanto il mondo, ma in fondo - e proprio qui sta la sua straordinaria bellezza - sempre eguale. Il lettore trovera' curiosita' della Grecia antica e dell'Egitto dei faraoni, guardera' una ricca iconografia. Peccato per l'assenza del mondo biblico, dove si partoriva eccome. Persino per procura, come quando una schiava metteva al mondo il figlio "sulle ginocchia" della sua sterile padrona, dal cui marito era stata ingravidata. Si troveranno in compenso tante altre notizie e immagini. La partoriente mentre scioglie i capelli per "liberare" i nodi che legano il nascituro al suo ventre. Le sedie e le posizioni in cui le differenti civilta' immaginano la donna in quei momenti. Il parto cesareo che un tempo si faceva per salvare almeno il bambino, quando ormai la madre non respirava piu'. I presagi che la gravidanza porta con se', veri o falsi che siano. Insomma, fra queste pagine si racconta il viaggio piu' lungo e piu' bello che ci sia: l'andar verso la vita. 6. RILETTURE. AA. VV.: NUOVE REGOLE PER IL NUOVO MILLENNIO AA. VV., Nuove regole per il nuovo millennio, Emi, Bologna 2001, pp. 160, euro 8,26. Le relazioni presentate al convegno su "Nuove regole per il nuovo millennio" organizzato da Mani Tese Firenze il 18-19 marzo 2000; contributi di Angela Comelli, Roberto Bissio, Sakiko Fukuda-Parr, Deepak Nayyar, Mario Agostinelli, Neal Kearney, Heinz Bierbaum, Yilmaz Akyuz, Alex Michalos, Giovanni Andrea Cornia, Christophe Aguiton, Nicola Bullard, Ann Pettifor, Kailash Satyarthi, Francesco Gesualdi, Ugo Biggeri, Dario Fo, Arturo Paoli, Carlos Ximenes Belo, Susan George. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 7. RILETTURE. TARCISIO M. BENVENUTI, ELENA BARTOLINI, ARTURO PAOLI, GINO BARSELLA, LUIGI CIOTTI, RITA BORSELLINO: DACCI OGGI IL NOSTRO PANE Tarcisio M. Benvenuti, Elena Bartolini, Arturo Paoli, Gino Barsella, Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Dacci oggi il nostro pane. I cristiani in un'economia di giustizia per sfamare il mondo, Emi, Bologna 2002, pp. 96, euro 6. Gli interventi a un convegno tenutosi a Firenze promosso dalla Banca Etica. Con una prefazione di Fabio Salviato. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 314 del 25 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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