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Minime. 313
- Subject: Minime. 313
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 24 Dec 2007 00:50:59 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 313 del 24 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Gerard Lutte: Viaggio di Kenia, Maria Elena e Gerardo nell'amicizia europea 2. Ilaria Ciriaci: La moratoria sulla pena di morte, un passo verso un mondo piu' civile 3. Giovanna Providenti presenta "Donne per la pace" di Anna Scarantino 4. Gabriella Rossetti presenta "La Parola e le pratiche. Donne protestanti e femminismi" di autrici varie 5. Riletture: AA. VV., Dov'e' la pace sulla terra? 6. Riletture: AA. VV., La sfida di Noe' 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. ESPERIENZE. GERARD LUTTE: VIAGGIO DI KENIA, MARIA ELENA E GERARDO NELL'AMICIZIA EUROPEA [Attraverso Manila D'Angelomaria (per contatti: manilita at libero.it) riceviamo e diffondiamo questo resoconto di Gerard Lutte sul viaggio suo e di Kenia e Maria Elena in Italia e Belgio. Manila D'Angelomaria e' impegnata nella rete di amicizia con le ragazze ed i ragazzi di strada del Guatemala. Gerard Lutte, di origine belga, da molti anni in Italia, docente universitario di psicologia dell'eta' evolutiva, ha partecipato a Roma alla vita e alle lotte degli abitanti di una borgata di baraccati e di un quartiere popolare e ad un lavoro sociale con i giovani piu' emarginati; collabora con movimenti di solidarieta' ed esperienze di accoglienza; ha promosso iniziative mirate e concrete di solidarieta' internazionale dal basso e di auto-aiuto, con particolar riferimento alla situazione centroamericana, di impegno di liberazione con i giovani e soprattutto le bambine e i bambini di strada. Tra le opere di Gerard Lutte: Quando gli adolescenti sono adulti... I giovani in Nicaragua, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Sopprimere l'adolescenza?, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Psicologia degli adolescenti e dei giovani, Il Mulino, Bologna 1987; Dalla religione al vangelo, Kappa, Roma 1989; Cinquantanove ragazze e ragazzi di strada con Gerard Lutte, Principesse e sognatori nelle strade in Guatemala, Kappa, Roma 1994 (ne e' stata successivamente pubblicata una seconda edizione aggiornata). Il sito della Rete di amicizia con le ragazze e i ragazzi di strada del Guatemala, che contiene progetti, testimonianze, ricerche, libri, bollettini e centinaia di foto, sezioni francese, italiana, spagnola ed inglese, e' www.reteamicizia.net] Vi mando un diario telegrafico dei dibattiti, incontri e interviste che la delegazione del Mojoca [il movimento delle ragazze e dei ragazzi di strada di Citta' del Guatemala - ndr], composta da Kenia, Maria Elena ed io, Gerardo, ha svolto in Italia e in Belgo. In conclusione presento una valutazione dei risultati raggiunti. * Settembre 25 - Partenza dal Guatemala. 26 - Arrivo a Roma. Ci aspettano all'aeroporto "Leonardo Da Vinci" Remo Marcone, Massimo Silvestri, Adriana Cancellieri e suo marito Gianpaolo. Cena a casa di Gerardo. 27 - Riposo a casa e cena da Loretta Cavazzini, volontaria nel 2000, suo marito Manolo Gutierrez e sua figlia Georgina. 28 - Dibattito a Caprarola, organizzato dalla famiglia e dagli amici e le amiche di Maurizio Bruziches, volontario nel 2001, deceduto a maggio di quest'anno. Dopo il dibattito, cena con la famiglia e gli amici. Acompagnati da Remo Marcone. 29 - Nel pomeriggio visita a Giulio Girardi, grande amico del Mojoca che ci ha aiutato ad elaborare la pedagogia dell'amicizia liberatrice. Ci accompagna Maria Vasquez. 30 - Visita ai comuni del Basso Rubicone in Romagna, accompagnati in macchina da Massimo Silvestri e sua moglie Molli Vecchi. * Ottobre 1 - Al mattino, nel comune di Savignano sul Rubicone, incontro con il sindaco Elena Battistini, con Tiziano Gasperoni, sindaco di Gatteo, e con Gianfranco Miro Gori, sindaco di San Mauro Pascoli. Incontro con la stampa. Maria Elena e Kenia conquistano il cuore del sindaco di Savignano, cantando "Las Mananitas" per il suo compleanno. Pomeriggio, visita ad una casa-scuola per bambine abbandonate e al centro di salute per donne in difficolta'. Alla sera, dibattito a S. Mauro Pascoli. 2 - Al mattino, dibattito con gli studenti del Liceo Scientifico di S. Mauro Pascoli. Alla sera, incontro alla Provincia di Forli', con i rappresentanti di altri Paesi ospiti di questa Provincia. I sindaci dei tre municipi non solo hanno promesso una sovvenzione per il Mojoca e l'assessore Maria Grazia Montanari di S. Mauro Pascoli una donazione di 500 euro per le adozioni a distanza, ma anche continuano il loro appoggio al Mojoca e si impegnano nel vigilare per il rispetto dei diritti umani delle ragazze e i ragazzi di strada. 3 - Viaggio dalla Romagna fino ad Amelia dove troviamo rappresentanti di altri gruppi del Guatemala che partecipano all'Assemblea dell'Onu dei popoli a Perugia o all'Onu dei giovani a Terni. 4 - Riposo a Roma. 5 - Viaggio a Terni, accompagnati da Remo. Al mattino Assemblea Generale delle delegazioni dei vari continenti che sono presenti all'Onu dei giovani. Kenia prende la parola a nome del Movimento. Incontro con Patrizia Sentinelli, viceministro degli Esteri con delega alla Cooperazione, alla quale consegniamo una documentazione e illustriamo brevemente la condizione dei giovani, delle ragazze e dei ragazzi di strada e la invitiamo a visitare il Mojoca durante la sua visita in Guatemala programmata per l'inizio di dicembre. Nel pomeriggio partecipazione ai gruppi di lavoro sul tema "Dalla periferia alla partecipazione come cittadine e cittadini". 6 - Partecipazione al lavoro di gruppo sull'analisi della condizione dei giovani in America Latina. Nel gruppo incontriamo una rappresentante dell'associazione sorella dei Nats di Colombia. Facciamo anche parte del gruppo incaricato dell'elaborazione del documento sulla condizione delle e dei giovani in America Latina. Gli organizzatori di questo evento cosi' importante a livello mondiale ci hanno detto che il contributo del Mojoca all'analisi della condizione dei giovani dei quartieri popolari e della strada e' stato molto apprezzato e sarebbe stato incluso nel rapporto finale. 7 - Partecipazione all'Eucaristia nella comunita' di base di S. Paolo a Roma, con nostre testimonianze sulla strada. Pranzo con numerosi amici e amiche. Alla sera, incontro e cena con il comitato di gestione di Amistrada. 8 - Dibattito nella sala della Provincia di Roma con il consigliere Nando Simeone, che ha promesso di appoggiare il Mojoca sia economicamente che vigilando sul rispetto dei diritti umani delle ragazze e dei ragazzi di strada. 9 - Inizio del viaggio al Sud, accompagnati in macchina da Massimo e Molly. Ci fermiamo a Fondi, nella casa accogliente di Nino e Maria Teresa Lisi, sul mare. Festeggiamo il compleanno di Nino cantando "Las Mananitas". 10 - Viaggio a Eboli. Siamo accolti nella casa di Anna e Adriano Grimaldi. Cena-incontro con un gruppo di circa venti persone. 11 - Al mattino, incontro al Liceo Scientifico di Eboli. Alcuni docenti e studenti si impegnano con alcune borse di studio. Nel pomeriggio, viaggio a Potenza. Alla sera, incontro e cena con i responsabili dei programmi del gruppo di Potenza e principale finanziatore delle borse a distanza. 12 - Alla sera dibattito nella chiesa di S. Rocco. 13 - Gita nei dintorni di Potenza. Alla sera, cena con numerosi amici e amiche nella casa di Yolanda ed Emilio che ci hanno visitato due anni fa al Mojoca. 14 - Al mattino, testimonianza durante l'eucaristia nella chiesa di S. Anna. Nel pomeriggio, dibattito ad Avigliano, organizzato da Lorenzo e il suo gruppo. 15 - Partiamo per Catanzaro dove sismo ospiti di Rosa Fiore e suo marito Gaetano. Dibattito organizzato da Maria Teresa, reduce da un tirocinio di tre mesi nella casa "8 marzo". Presenti circa cento giovani e, dopo il dibattito, cena sociale e successivamente riunione con le amiche e gli amici di Maria Teresa. Vogliono, insieme a Rosa e Gaetano, formare un gruppo in questa citta'. 16 - Partiamo per la Sicilia. A S. Giovanni ci imbarchiamo con la macchina e la nave ci porta a Messina. Alla sera siamo accolti nella bella casa dei genitori di Laura Gianrusso che e' tornata da poco da un tirocinio di sei mesi nel Guatemala. C'e' un nuovo compleanno da festeggiare con il canto de "Las Mananitas" per il padre di Laura. 17 - Dbattito a Catania dove, sotto la spinta instancabile di Laura, si forma un nuovo gruppo di amicizia. 18 - Maria Elena e Kenia vanno al mare con Laura mentre gli adulti visitano la citta. Alla sera, viaggio con la nave verso Napoli. 19 - Ritorno a Roma. 20 - Alla sera, assemblea generale di Amistrada, con la partecipazione delle amiche e gli amici di molte regioni italiane. Testimonianze di Kenia e Maria Elena, relazione di Gerardo sulla situazione del Guatemala e del Mojoca. L'assemblea prende l'impegno di continuare ad appoggiare il Mojoca nel prossimo anno con un contributo annuo di 150.000 euro. Tutte le compagne e i compagni della giunta direttiva sono confermati nelle loro funzioni. 21 - Cena e incontro con i giovani della comunita' di base di S. Paolo, nella casa di Anna Cavallaro. 22 - Incontro con Nadia De Mond, responsabile nazionale di Mani Tese per l'America Latina, che conferma la decisione di continuare ad appoggiare il programma della scuola del Mojoca. 23 - Accompagnati da Remo, andiamo a Sulmona in Abruzzo, dove per la prima volta nella loro vita Maria Elena e Kenia hanno visto la neve. Alla sera, dibattito nella comunita' montana. Pasquale Iannamorelli, che anima da molti anni il gruppo di pace nella citta', ci consegna un assegno a nome della Regione Abruzzo. Speriamo che questo incontro aiuti a creare un gruppo stabile in questa regione. Siamo ospiti nella casa del fratello di Pasquale e di un'amica. 24 - Al mattino, incontro con le ultime classi delle scuole superiori nel Liceo Scientifico di Sulmona. Nel pomeriggio, ritorno a Roma. 25 - Ultimo giorno a Roma. Prepariamo le valigie. 26 - Accompagnati da Giampaolo e Adriana, andiamo in macchina a Firenze dove sismo accolti nella casa di Carolina e Giovanni e dei loro figli Gerardo ed Evelina. Alla sera, cena sociale e dibattito nella sala parrocchiale di Piagge, alla periferia di Firenze. Nonostante le difficolta' nel raggiungere il luogo e una pioggia torrenziale, partecipano oltre cento persone Se il tempo fosse stato piu' clemente, avrebbero partecipato il doppio. Il dibattito e la cena sono stati organizzati dai gruppi locali di Amistrada e da Mani Tese. E da don Lorenzo Santoro e la sua comunita'. 27 - Gianpaolo e Adriana ci accompagnano a Lucca, dove siamo ospiti di Chiara Ferroni, che ha fatto un tirocinio di sei mesi in Guatemala, e dei suoi genitori. Nel pomeriggio, presentazione del video di Roberto Giovannini "Principesse e sognatori nelle strade" in una sala del municipio di Lucca. Dopo il dibattito, si forma a Lucca un gruppo di solidarieta'. Alla sera, partecipazione ad una cena sociale del gruppo del commercio equo e solidale di Lucca. Breve testimonianza alla fine della cena e promessa di un appoggio al Mojoca. 28 - Con i genitori di Chiara, visitiamo la Torre de Pisa. Ritorno a Firenze con Giampaolo e Adriana. 29 - Incontro di oltre un'ora nel municipio di Firenze con il presidente del consiglio comunale, Eros Cruccolini, e con i consiglieri Diaw Mbaye, Gregorio Malavolti e la presidente del consiglio degli stranieri, Divina Capalad. I rappresentanti promettono di vigilare affinche' siano rispettati i diritti umani delle ragazze e dei ragazzi di strada, di far votare un ordine del giorno a questo proposito, e di cercare l'appoggio dei parlamentari italiani ed europei. 30 - Riposo a Firenze. 31 - Viaggio in treno fino a Venezia dove ci accoglie Francesco, del gruppo di Treviso. Alla sera, dibattito in cui il gruppo riconferma il suo impegno con il Mojoca. in modo particolare con la casa delle ragazze. * Novembre 1 - Giovanni Brisotto ci accompagna a visitare Venezia. Gita romantica in gondola. Nel pomeriggio prendiamo il treno che ci porta in cinque ore a Torino. Il racconto di due emigrati dell'est permette a Kenia e Maria Elena di rendersi maggiormente conto che l'Italia non e' un paradiso per i poveri. Il nostro amico Oscar, che ha fatto due periodi di volontariato nel Mojoca, ci aspetta alla stazione e ci accompagna alla casa accogliente di Angelina e Nico. 2 - Dibattito nella sala comunale di Pinerolo. L'assessore che rappresenta il sindaco promette l'appoggio del comune per il rispetto dei diritti umani delle ragazze e dei ragazzi di strada. Ha partecipato al dibattito una numerosa rappresentanza dei gruppi di amicizia di Piossasco e Rivalta. 3 - Con Angelina, Nico e Oscar, saliamo fino ai duemila metri di altezza sulle Alpi affinche' Kenia e Maria Elena possano toccare la neve. 4 - Dopo un pranzo a Piossasco, nella casa amica di Carla e Cesare, Oscar ci accompagna a Milano alla casa di Santina e Marina, pilastri della solidarieta' italiana. 5 - Incontro nella sede centrale di Mani Tese, con la partecipazione di un rappresentante della Fondazione Piccini che si e' recentemente unita con la Camera di Lavoro di Brescia. Promette di partecipare con Mani Tese al finanziamento della scuola del Mojoca. Pranzo con la presidente nazionale di Mani Tese che celebra il suo compleanno con la tradizionale "Las Mananitas". Nel pomeriggio, incontro con docenti della facolta' di Scienze dell'Educazione dell'Universita' Bicocca, per studiare le possibilita' di collaborazione tra la Facolta' e il Mojoca. L'incontro e' stato organizzato dalla nostra amica Ottavia Albanese. 6 - Al mattino, Kenia e Maria Elena svolgono la loro prima lezione all'Universita' con alcune centinaia di studenti e alcuni docenti. Nel pomeriggio dibattito nella sala messa a disposizione dalla Provincia di Milano. 7 - Viaggio in aereo fino a Bruxelles. Andre' Stuer ci aspetta e ci accompagna a Genappe, nella casa di famiglia che sara' per quindici giorni la casa autogestita "Otto Marzo" in Belgio. Michel ci ha preparato la cena. 8 - Nel pomeriggio, accompagnati in macchina da Marcel Englebert, partiamo verso la Gaume, regione del sud del Belgio, dove si trova il coordinamento della Rete di amicizia belga. Siamo ospiti per quattro giorni della coordinatrice Jacqueline e di suo marito Marcel Englebert nella loro casa accogliente di Marbehan. Loro figlio Benedetto ci insegna un gioco di carte che allietera' molte delle serate seguenti. 9 - Al mattino, Maria Elena e Kenia hanno la gradita sorpresa di veder cadere la neve, come se fosse venuta solo per loro perche' succede molto raramente in questa stagione. Intervista alla radio nazionale belga. Successivamente, con un giornalista della televisione regionale. Nel pomeriggio con un giornalista di "Vers l'Avenir", giornale belga molto diffuso che dedica tutta una pagina al Mojoca. Alla sera, incontro e partecipazione ad una cena sociale nel mercato dove i produttori della regione vendono direttamente i loro prodotti ai consumatori. Questa associazione e' stata fondata dal nostro amico Andre' Wenkin che ospita il segretariato della rete belga. 10 - Riposo e gita con Nathalie che e' stata recentemente per 15 giorni alla casa "8 marzo". Cena in casa di Claire che ha visitato il Mojoca nel 2006. 11 - Nel pomeriggio, dibattito pubblico nella sala parrocchiale di Habay-La-Neuve. 12 - Andiamo con Jacqueline ad Arlon, capoluogo municipale della provincia di Luxemburgo. Siamo ricevuti nel ristorante della scuola alberghiera in un pranzo di festa, dove partecipano studenti che hanno gia' iniziato il loro appoggio al Mojoca. Nel pomeriggio, incontro con queste due classi. Successivamente, partiamo verso la nostra casa a Genappe, accompagnati da Jacques. 13 - Jacques ci accompagna a Bruxelles per un incontro con i responsabili animatori di "Entraide et Fraternite'" che appoggiano il programma delle Quetzalitas. Incontriamo Anna Vassallo e altre amiche e amici che ci hanno visitato l'anno scorso in Guatemala. 14 - Andiamo a Liegi con Andre' Stuer. Troviamo nel municipio il consigliere Hutgens, assessore alla interculturalita', che promette l'appoggio del comune di Liegi e dei parlamentari belgi ed europei nella difesa dei diritti umani delle ragazze e dei ragazzi del Guatemala. Alla sera, cena e dibattito nella casa nica, organizzato da Marta Reguero, Luis Davila e Odette Goffard. Incontriamo anche Barbara Minet che vive in Germania e vorrebbe formare un gruppo di solidarieta' in questo paese. 15 - Nel pomeriggio, accompagnati da Andre' Demarque, incontro nella citta' universitaria di Louvaine-La-Neuve, organizzato con il Cetri (Centro studio e appoggio alle lotte dei popoli latinoamericani) da Amelie Cambier e Xavier Liesenborghs che hanno lavorato per un anno nella scuola del Mojoca. Jacques vuole festeggiare con una cena la futura nascita del suo primo nipote e ci invita ad un ristorante italiano. 16 - Nel pomeriggio incontro Denise e Christiane della Fondazione TK che ha appoggiato per tre anni il progetto di formazione delle donne. Denise e Christiane ci hanno visitato in Guatemala. Speriamo che la collaborazione tra le nostre associazioni potra' continuare nei prossimi anni. Alla sera, cena sociale e incontro con il centro belga del Servizio Civile Internazionale. Alcuni partecipanti si dichiarano disponibili a realizzare un anno di volontariato nel Mojoca. Finito l'incontro, verso mezzanotte, Xavier e Amelie che ci hanno accompagnato ci fanno vedere la piazza centrale di Bruxelles e il Mannekenpis (il celebre bambino che orina), sotto un gelo tagliente. 17 - Nel pomeriggio, dibattito a Louvranges, organizzato da Andre' Stuer, Xavier, Amelie, Andre' e Anne Marie Demarque. Molti altri amici di altri gruppi come Jacqueline, Marcel ed Anne e Philippe di Bruxelles, partecipano a questo incontro. 18 - Riposo a Genappe. 19 - Andiamo con Francoise Boucau al collegio Cardinal Mercie a Braine-l'Alleud, dove troviamo dei gruppi di studenti che hanno aperto un negozio di commercio equo e solidale e vogliono aiutarci. Dopo abbiamo realizzato un breve dibattito con un gruppo di una classe. 20 - Incontro nel quartiere popolare di Laeken (Bruxelles) con le numerose organizzazioni che lavorano con la popolazione povera e spesso immigrata. Queste associazioni sono coordinate dal nostro amico Jacques Hanon. L'incontro era organizzato da Emilio Danero e la commissione giovani di Laeken, che ci hanno promesso essere i rappresentanti a Bruxelles della nostra Rete di amicizia. 21 - Riposo, ultime spese e preparazione delle valigie a Genappe, nella nostra casa degli ultimi undici giorni insieme in Europa. 22 - Andre' Demarque ci accompagna all'aeroporto di Bruxelles. Kenia e Maria Elena ritornano nel loro paese. Riescono ad orientarsi nell'infinito labirinto dell'aeroporto di Madrid. Sono ricevute con una cena di gala nella casa "Otto marzo" dove ora vivono tredici ragazze e sei bambini. Anche gli altri 13 ragazzi della "casa degli amici" e altre ragazze e ragazzi di strada partecipano alla festa. * Kenia e Maria Elena erano venute in Europa come ambasciatrici del Mojoca, spero che ora saranno in Guatemala ambasciatrici dell'amicizia di tante persone e dei gruppi che hanno incontrato. Hanno potuto constatare non solo la delicatezza e tenerezza con la quale siamo stati accolti ovunque, ma anche il lavoro straordinario, la generosita' e creativita' che contraddistinguono le persone che fanno parte della nostra Rete di amicizia. Si sono rese conto che le persone della Rete, gia' impegnate nel lavoro e nei problemi della propria famiglia, trovano il tempo per preoccuparsi delle ragazze e dei ragazzi che vivono in un paese molto lontano. Non possiamo nascondere che questo viaggio di due mesi attraverso la penisola italiana e il sud del Belgio ci ha stancato. Avremmo voluto accettare tanti altri inviti: a Gorizia, Lecco, Brescia, Cassino, Sapri e tanti altri, ma era al di sopra delle nostre forze fisiche. E' ora compito delle persone che hanno ascoltato Maria Elena e Kenia diffondere le loro testimonianze. Ii loro sorrisi, i loro silenzi, le loro incertezze e le loro lacrime che hanno toccato il cuore di molte persone e ha permesso a tutti il rendersi conto di cosa e' il Mojoca. Ora, per non rimanere sterili, tutte queste emozioni devono tradursi in organizzazione ed impegni. Questo viaggio e' stato per noi tre, che abbiamo vssuto per due mesi quasi in simbiosi, una scuola di vita molto esigente. Ho visto Kenia e Maria Elena maturare, diventare piu' sicure di se stesse, al punto di parlare senza paura a centinaia di studenti universitari o a responsabili politici. Hanno approfondito e affinato le loro analisi, stimolate dalle domande che erano loro rivolte durante i dibattiti. A Pinerolo, quando un assessore chiese se i ragazzi di strada non erano un pericolo per la societa', Maria Elena si e' infiammata e ha risposto a lungo. Disse che si', i ragazzi di strada a volte rubano per mangiare perche' non si puo' vivere solo di belle parole, ma che il pericolo vero in Guatemala sono gli uomini armati che uccidono i giovani, i politici che si riempiono le tasche invece di fare gli interessi del loro popolo, le multinazionali che saccheggiano il paese, rubano le risorse minerarie, distruggono il paesaggio, privano centinaia di contadini dei loro mezzi di sussistenza, rovinano il suolo, le riserve di acqua e la salute pubblica. Dopo mi ha detto: avrei voluto dire tutto questo in italiano. Kenia da parte sua dimostrava un senso dell'umorismo tagliente. Nella conclusione di un dibattito con molti studenti, alla fine del quale molto distratti facevano rumore, rispose ad una insegnante che le aveva chiesto "che impressione hai dei nostri studenti?", "Indimenticabile! Hanno ascoltato con tanta attenzione!". Questa esperienza ha senza dubbio arricchito le due ragazze cha hanno avuto il privilegio di rappresentare il Mojoca in Europa. Le ha permesso di prendere maggior consapevolezza della loro missione in questa vita: per Kenia, diventare avvocata che difende i diritti delle donne maltrattate, dei bambini e dei giovani della strada; per Maria Elena, diventare psicologa e difendere i diritti del suo popolo maya. Tutte e due, infatti, erano orgogliose della loro identita' maya. Penso che i tre obiettivi del nostro viaggio in Europa, grazie alla collaborazione di centinaia di amici e amiche in Italia e in Belgio, siano stati raggiunti in misura soddisfacente: 1) far conocere la condizione delle ragazze e dei ragazzi, soprattutto di strada, in Guatemala e nei paesi limitrofi dell'America centrale. Questo obiettivo e' stato in gran parte raggiunto nei numerosi dibattiti organizzati dai gruppi delle reti belga e italiana. L'Assemblea dell'Onu dei giovani a Terni ha conferito a questa informazione una dimensione mondiale. E' stata ampliata dalle interviste a giornali, riviste, radio e televisione. Spetta ora a noi, ai gruppi della Rete, trovare le vie per diffondere ogni volta di piu' la controinformazione sulla condizione delle e dei giovani in America Centrale. 2) Ottenere un appoggio dei politici europei per difendere i diritti delle ragazze e dei ragazzi, particolarmente della strada, in America centrale: in tutte le occasioni in cui abbiamo potuto far conoscere la situazione dei giovani a donne e uomini politici europei abbiamo trovato la massima disponibilita' a intervenire per difendere i diritti delle ragazze e dei ragazzi di strada e dei quartieri popolari. Personalita' significative come la viceministro Patrizia Sentinelli e membri di consigli comunali importanti quali quelli di Firenze e di Liegi, si sono impegnati non solo nel far votare ordini del giorno in difesa di queste e questi giovani, ma anche di interessare le istituzioni nazionali ed internazionali in questa difesa. Anche i documenti finali dell'assemblea dell'Onu dei giovani, sono utili per difendere il popolo della strada. Spetta ora a noi allargare questa rete di sostegno, sia attraverso le "Associazioni Internazioni di Difesa delle Ragazze e Ragazzi di Strada", sia inviando regolarmente a donne e uomini che hanno responsabilita' politiche in Europa una informazione sul rispetto dei diritti umani nelle strade dell'America centrale e richiedendo il loro intervento in caso di necessita'. 3) Rafforzare i legami di amicizia con i gruppi delle reti europee. Credo che anche questo obiettivo sia stato ampiamente raggiunto. Le testimonianze, la sola presenza di Kenia e di Maria Elena, hanno suscitato in tutte le persone che hanno incontrato simpatie e voglia di appoggiare maggiormente il Mojoca. Grazie a questo impegno, sono sorti nuovi gruppi a Catanzaro, Catania, Lucca, Bruxelles e anche in Germania. Finora si tratta di promesse. Chiedo a tutti i gruppi gia' consolidati di appoggiare queste nuove speranze. Non sappiamo ancora se il lavoro di tanti in questi mesi ci permettera' di trovare le risorse economiche che permettano a Kenia, a Maria Elena e a tutte le loro compagne e compagni della strada di realizzare i loro sogni e di essere protette contro le tante violenze che le minacciano ogni giorno. Il loro futuro dipende anche da noi. Alla fine di un dibattito a Caprarola, un partecipante mi chiese due parole di speranza. E a Roma mi chiesero se era possibile un cambiamento in Guatemala. Io risposi indicando Maria Elena e Kenia: qui stanno le parole di speranza, qui c'e' un cambiamento che gia' e' iniziato. Quando un ragazzo o una ragazza di strada che vive nel disprezzo, nella negazione di tutti i suoi diritti compreso quello alla vita, che e' considerata come un oggetto, non come persona umana o come cittadina, quando una ragazza che ha introiettato questo disprezzo e crede che non uscira' mai dalla strada, si alza, prende la parola, rivendica i suoi diritti, si unisce con altre e altri per difendere la propria dignita', si preoccupa della sorte di altri giovani del proprio paese e di tutto il mondo, allora il cambiamento e' gia' in marcia. La storia non e' finita. 2. RIFLESSIONE. ILARIA CIRIACI: LA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE, UN PASSO VERSO UN MONDO PIU' CIVILE [Attraverso Paolo Candelari (per contatti: paolocand at gmail.com) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del Movimento internazionale della riconciliazione - in sigla: Mir - (per contatti: segreteria nazionale, via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, fax: 0115158000, e-mail: segreteria at miritalia.org, sito: www.miritalia.org). Dispiace in questo comunicato il silenzio sulla guerra in corso, sulle stragi in corso, sulla criminale responsabilita' in questo ambito di governi e paesi come l'Italia; dispiace che il Mir - che pure e' una delle maggiori storiche esperienze nonviolente organizzate - da tempo dia l'impressione di avere un atteggiamento che a chi scrive queste righe sembra inammissibile e fin inquietante sulla criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Congratularsi con l'impegno italiano in sede Onu contro la pena di morte e' cosa buona e giusta, tacere sulle stragi di innocenti e di patrioti commesse dalla coalizione militare di occupazione imperialista e razzista di cui l'Italia fa parte in Afghanistan no; il silenzio sulla seconda cosa non priva di valore il pronunciamento sulla prima, ma l'effettuale responsabilita' per la seconda cosa - le stragi in Afghanistan - e' un crimine che la bonta' della prima cosa - l'impegno contro le uccisioni a seguito di processo - non estingue, ed anzi smaschera ancor piu' nel suo orrore. Non si puo' essere dalla parte delle vittime finche' si e' assassini e complici degli assassini; chi sopprime le vite non le salva. E dinanzi alla carneficina tacere non e' possibile, poiche' chi tace gia' col suo mero silenzio acconsente ad essa. La scelta della nonviolenza non ammette questo silenzio (giobbe santabarbara). Paolo Candelari, presidente emerito del Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir), e' una delle piu' conosciute e stimate figure della nonviolenza in Italia. Ilaria Ciriaci e' presidente del Movimento internazionale della riconciliazione (Mir), uno dei principali movimenti nonviolenti] Il Movimento internazionale della riconciliazione (Mir) partendo dal presupposto che la vita di ogni singolo essere umano e' sacra ed inviolabile, e nella convinzione che e' solo la gestione del conflitto e non l'eliminazione del colpevole di reato anche violento che predispone alla reale riconciliazione del singolo con l'altro e con la societa': - esprime la piu' profonda soddisfazione per la risoluzione adottata dall'Onu circa la moratoria sulla pena di morte; - saluta con soddisfazione la presa di coscienza di gran parte dei Paesi della Terra che la pena di morte, lungi dall'essere valido strumento di dissuasione dal crimine, non restituisce dignita' alle vittime dei crimini ne' risulta essere momento educativo o rieducativo sui condannati; la moratoria, passo verso la definitiva cancellazione della pena capitale dal diritto penale, restituisce il principio di garanzia di giustizia agli accusati ed ai condannati, spesso risultati innocenti od estranei ai fatti ad esecuzione avvenuta; - esprime apprezzamento per il particolare impegno del ministero degli esteri italiano e del governo tutto per aver promosso l'iniziativa che raccoglie la sensibilita' di gran parte della societa' civile planetaria; - sollecita il governo italiano a mantenere alta l'attenzione sulla risoluzione dell'Onu ed a mettere in atto ulteriori strategie ed azioni diplomatiche affinche' i Paesi che si avvalgono ancora della pena capitale arrivino presto alla determinazione di compiere questo grande gesto di civilta' e di lungimiranza politica. Torino, 20 dicembre 2007 Per il Mir, la presidente Ilaria Ciriaci 3. LIBRI. GIOVANNA PROVIDENTI PRESENTA "DONNE PER LA PACE" DI ANNA SCARANTINO [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org), col titolo "Donne e madri per la pace". Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza. Anna Scarantino svolge attivita' didattica e di ricerca presso la facolta' di Scienze politiche dell'Universita' Roma Tre, dedicandosi in particolare alla storia dell'Italia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: L'Impero. Un quotidiano "reazionario-futurista" degli anni Venti (Bonacci, Roma 1981) e La comunita' ebraica in Egitto fra le due guerre mondiali ("Storia contemporanea", 6, 1986); all'associazionismo femminile ha dedicato un saggio nel volume Guerra e pace nell'Italia del Novecento, a cura di L. Goglia, R. Moro, L. Nuti, Il Mulino, Bologna 2006; sta curando la pubblicazione del carteggio Giovanni Papini - Giuseppe De Luca per le Edizioni di Storia e Letteratura; la sua opera piu' recente e' Donne per la pace. Maria Bajocco Remiddi e l'Associazione internazionale madri unite per la pace nell'Italia della guerra fredda, Franco Angeli, Milano 2006] Il saggio di Anna Scarantino (Anna Scarantino, Donne per la pace. Maria Bajocco Remiddi e l'Associazione internazionale madri unite per la pace nell'Italia della guerra fredda, Franco Angeli, Milano 2006) e' una attenta e scrupolosa ricerca storica sull'associazionismo pacifista italiano femminile negli anni successivi al secondo dopoguerra: anni "di ripiegamento e conformismo", ma anche da rileggere alla luce dei movimenti sotterranei (e poco studiati) precursori degli anni Settanta. Il saggio e' focalizzato sull'attivita' di uno di questi: l'Associazione Madri unite per la pace, fondata nel 1946 da nove donne (tra cui Maria Remiddi e Marina Della Seta i cui archivi e testimonianza sono le fonti principali del libro), e confluita nella Wilpf poco piu' di dieci anni dopo. L'Aimu e' stata un'associazione formata da donne desiderose di trasformare il trauma dell'esperienza della guerra in una nuova "fiducia nella forza della ragione e del diritto, e nella possibilita' di educare l'uomo ad un comportamento pacifico fin dalla prima infanzia". Nonostante non sia priva di una certa dose di paternalismo, l'Aimu ha il merito di avere scelto di non rifugiarsi nell'ambito unicamente spirituale, come in quel periodo parte del pacifismo preferiva fare, e di avere percorso una strada di autonomia politica in anni in cui la tendenza a schierarsi e il monopolio dei partiti rendeva molto difficile la vita a movimenti che volessero mantenere una propria autonomia di pensiero e di azione, ma non per questo rinunciare a fare politica. Nello scegliere la politica come campo di azione questa generazione di donne, cosi' diversa dalle loro figlie femministe, cominciava "un lavoro di 'dissodamento', di critica a immagini e ruoli tradizionali, che il fascismo aveva riproposto per i suoi fini. Non si tratta soltanto di conquiste concrete... ma di un mutamento di mentalita' destinato ad estendersi progressivamente". Alla domanda posta dall'autrice se esista un contributo specificatamente femminile al pacifismo vorrei rispondere, da lettrice, che il contributo piu' importante che emerge dal suo dettagliato racconto della storia dell'Aimu e delle loro fondatrici e' quello dato al successivo femminismo da queste pioniere, che si mettevano in gioco in prima persona, in un'ottica internazionalista, autonoma (facendo politica dal basso e separatamente dagli uomini) di continuo rinnovamento ed apertura. 4. LIBRI. GABRIELLA ROSSETTI PRESENTA "LA PAROLA E LE PRATICHE. DONNE PROTESTANTI E FEMMINISMI" DI AUTRICI VARIE [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org), col titolo "La Parola e le pratiche. Donne Protestanti e femminismi" e il sommario "Protestantesimo e pensiero della differenza nel libro di sette donne, fra cui spicca il 'nome singolare e irripetibile di Francesca Spano, che ha voluto intensamente questo libro e non l'ha visto stampato'". Il libro di cui qui si parla e' quello di Sabina Baral, Ines Pontet, Giovanna Ribet, Toti Rochat, Francesca Spano, Federica Tourn, Graziella Tron (a cura di), La Parola e le pratiche. Donne protestanti e femminismi, Claudiana, Torino 2007. Gabriella Rossetti e' docente universitaria e saggista] Che un gruppo di donne si riunisca con una certa regolarita' per parlare, discutere e "dirsi" in nome di un richiamo al femminismo (o ai femminismi), e' cosa che certo non avrebbe fatto notizia venti o piu' anni fa. Che queste donne avessero scelto insieme un tema da mettere al centro delle proprie discussioni e lo facessero a partire da una comune collocazione su un territorio e anche da una comune appartenenza ad una istituzione, una professione, una passione, neppure. Che pero' questo avvenga oggi, in continuita' consapevole con la storia di un passato sia recente che remoto, che il tema prescelto sia il rapporto con il sacro e la religione (una religione e la sua "Parola"), che le donne di diverse eta' e storie partecipi del gruppo decidano di scrivere, far circolare e pubblicare i pensieri, le vicende e le narrazioni che le hanno tenute insieme tanto a lungo e' cosa che oggi non puo' non fare notizia. E si tratta di una buona notizia. Il gruppo di sette autrici (che non firmano, ma neppure rimangono anonime: i loro nomi sono in quarta di copertina) e' di donne di diverse eta' "inserite nelle chiese evangeliche", "tutte gravitanti intorno alle valli valdesi". Due identificazioni forti, un territorio e una chiesa, che pero' si aprono verso altro e oltre: l'oltre del discorso attorno alla religione che non puo' limitarsi ad essere locale, ma, anche, l'apertura verso altre donne, alcune lontane nel tempo e nello spazio, ma tutte legate dalla volonta' e dal desiderio delle autrici di riconoscerne l'esistenza e il valore: da una parte le altre donne valdesi che popolano una storia poco nota e degna di essere raccontata e raccolta (le donne pastore dal 1962, ma anche le antiche profetesse e predicatrici del medioevo e alcune contemporanee "scrittrici autorevoli" di cui si pubblicano brevi e intensi interventi); dall'altra le donne dei femminismi italiani e non solo con le quali si entra in rapporto di riconoscenza/riconoscimento, ma anche, e questa e' un'altra buona notizia, di dissenso e distinzione, senza che questo produca ne' guerre ne' rinunce al confronto e allo scambio. Se si dovesse rispondere alla domanda "di che parla questo libro?" direi che parla di una storia (riconosciuta come tale, piu' che come "genealogia" fusionale, quindi con la consapevolezza della distanza e delle differenze) in cui si incontrano due tradizioni: quella antica e minoritaria ma non marginale in Italia, della cultura protestante (capace, tanto per fare un esempio, di distinguere tra autorita' e potere conferendo ai propri ministri autorita' fondata nel riconoscimento e non potere sulla comunita') e quella recente del femminismo che ha puntato sulla liberazione di soggetti capaci di parola e di azione piu' che sulla rivendicazione di diritti e di eguaglianza e di potere su altri. Una storia di scambi tra le due tradizioni, di scoperte di affinita' e differenze che rompono i confini di ambiti pensati spesso come non comunicanti. In copertina cinque parole e un'immagine. Le parole: "La Parola", "pratiche", "donne" "protestanti" e "femminismi" invitano chiunque legga il libro a riprendere il filo del discorso e continuare; l'immagine, una donna che guarda in alto, sta per le autrici e per molte altre, ma ha anche un nome singolare e irripetibile: Francesca Spano, che ha voluto intensamente questo libro e non l'ha visto stampato. 5. RILETTURE. AA. VV.: DOV'E' LA PACE SULLA TERRA? AA. VV., Dov'e' la pace sulla terra? Lettera aperta alle donne e agli uomini di buna volonta' (nuova edizione), Emi, Bologna 2001, pp. 190, euro 8. Una lettera sottoscritta da donne e uomini cattolici nel dicembre 2001, e un'ampia raccolta (piuttosto eterogenea e di diseguale valore e interesse) di documenti di quello stesso anno - l'anno del G8 a Genova, l'anno dell'11 settembre - aperta e chiusa da due interventi di Giovanni Paolo II. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 6. RILETTURE. AA. VV.: LA SFIDA DI NOE' AA. VV., La sfida di Noe'. Approdare a un nuovo ordine economico internazionale, Emi, Bologna 1998, pp. 128, lre 13.000. Il volume raccoglie le relazioni al convegno omonimo svoltosi a Firenze il 22-24 ottobre 1997 per iniziativa di Mani Tese. Interventi di Ugo Biggeri, Susan George, Paolo Ceratto, Dan Gallin, Hazel Henderson, Wolfgang Sachs, Paul H. Dembinski, Njoki Njoroge Njehu, Ann Pettifor, Ubeti Godfrey Nzamujo, Shamim Anwar, Jesus Gonzales Rangel, Sabina Siniscalchi, Paolo Bruni, Friedrich Hambunger, Richard Eglin, Mario Tonveronachi, Ahmad Kamal, Riccardo Petrella. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 313 del 24 dicembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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