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La domenica della nonviolenza. 140
- Subject: La domenica della nonviolenza. 140
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 2 Dec 2007 13:02:05 +0100
- Importance: Normal
============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 140 del 2 dicembre 2007 In questo numero: 1. Enzo Ferrara, Stefano Serafini e Benedetto Terracini ricordano Lorenzo Tomatis 2. Patrizia Gentilini: Ricordando Lorenzo 3. Isde Italia: Un medico per l'ambiente 4. Harri Vainio: Una breve biografia di Lorenzo Tomatis (1993) 1. MEMORIA. ENZO FERRARA, STEFANO SERAFINI E BENEDETTO TERRACINI RICORDANO LORENZO TOMATIS [Dal mensile "Lo straniero", n. 89 del novembre 2007 (disponibile anche nel sito www.lostraniero.net)] L'ultimo giorno d'estate e' morto a Lione, a 78 anni, Lorenzo Tomatis, Renzo per gli amici, oncologo di fama mondiale e, come scrittore, interprete inimitabile dei sentimenti intimi e delle contraddizioni personali piu' profonde degli uomini di scienza. Le reti mondiali dei movimenti per il diritto alla salute e a un ambiente pulito si sono riempite di messaggi di cordoglio. Le partecipazioni del mondo scientifico ñ l'establishment, avrebbe detto lui ñ per il quale era un personaggio scomodo, verranno forse dopo. Tomatis, pero', aveva un curriculum inarrivabile. Nato a Sassoferrato da padre torinese e madre triestina, laureatosi a Torino nel 1953, dopo periodi di tirocinio in igiene e anatomia patologica (Torino) e in cancerogenesi sperimentale (Chicago), inizio' a lavorare alla Agenzia internazionale per le ricerche sul cancro (Iarc) di Lione alla fine degli anni Sessanta. Ne sarebbe stato poi il direttore per dodici anni, fino al pensionamento nel 1993. Dirigeva inizialmente l'Unita' di cancerogenesi e da subito si pose il problema della socializzazione delle osservazioni sui rischi di cancro ambientale, per lo piu' sepolte nelle biblioteche universitarie. Dal 1969 inizio' cio' che per molti ha rappresentato il principale contributo dell'Iarc alla prevenzione tumorale: il Programma per la valutazione del rischio di cancerogenicita', con la raccolta dei risultati in una serie di pubblicazioni monografiche. Quel programma guadagno' reputazione per rigore e integrita' ma anche per il contributo che seppe fornire alle misure di prevenzione e salute pubblica. Le agenzie di controllo, l'universita' e l'industria su quei dati fondarono le prime esperienze di valutazione del rischio tumorale. Il primo gruppo di lavoro s'incontro' a Lione nel dicembre 1970, per definire i criteri delle monografie ed esaminare le informazioni su cinque composti chimici. Assieme a studi su altre 14 sostanze, il primo volume venne stampato nel 1972. La pubblicazione ebbe successo: il programma fu lanciato definitivamente assieme alle autorevoli Monografie Iarc per la valutazione dei rischi cancerogeni. Con il sostegno della Commissione europea e dell'Istituto nazionale per i tumori degli Stati Uniti, il programma vide una rapida espansione anche in istituzioni che con l'Iarc collaboravano, tra cui diverse italiane. Assieme a queste attivita', per vent'anni l'Iarc impiego' ogni sforzo per assicurare la diffusione delle informazioni, in particolare verso la comunita' scientifica e gli enti di vigilanza. Soprattutto, nella produzione delle monografie Tomatis seppe introdurre due grosse novita': l'approccio multidisciplinare (non solo il reciproco resoconto dei risultati osservati in discipline diverse, ma la loro effettiva integrazione) e la coesistenza del rigore con la trasparenza e la capacita' di comunicare ai non scienziati certezze e incertezze della ricerca sperimentale. Contemporaneamente, si cercava di organizzare la classificazione per ridurre i costi e i tempi degli studi, evitare duplicazioni e costruire un insieme di conoscenze comuni. Grazie a bollettini periodici, dal 1973 fu possibile sapere chi stava sperimentando e cosa stava sperimentando. Quando Tomatis lascio' Lione erano stati pubblicati 58 volumi monografici. E' in preparazione oggi il numero 89, mentre piu' di 900 sostanze risultano classificate. Dopo il pensionamento, dalla sua casa di Aurisina, vicino Trieste, Tomatis seppe integrare competenza e intelligenza in iniziative di base su salute e ambiente. Divenne presidente della sezione italiana della Associazione internazionale dei medici per l'ambiente e nel 2001, dopo l'elezione di Bush jr, quando negli Usa lo spoil system si abbatte' sui comitati di ricerca generando sospetti su disegni di normalizzazione della comunita' scientifica, osservo' che anche le monografie Iarc andavano perdendo in qualita' e obiettivita'. Uno studio riportava le pressioni esercitate su una parte degli esperti dall'industria e mostrava la riduzione dell'attenzione nei confronti della salute pubblica e della prevenzione primaria osservando, oltretutto, che le 12 sostanze riclassificate in senso meno cancerogeno (dall'atrazina alla fibra di vetro, dagli ftalati al tricloroetilene) lo erano state tutte nel corso degli ultimi sette anni. Affiancata a oltre duecento studi di carattere scientifico vi e' poi la produzione letteraria di Tomatis che, tra saggistica e romanzo autobiografico, descrive contraddizioni, debolezze e vizi dell'ambiente scientifico. I contenuti espongono il tessuto umano e psicologico da cui la scienza prende forma, mostrando che molto spesso non di buona stoffa si tratta. Il laboratorio, primo volume, sostenuto all'Einaudi da Italo Calvino nel 1965, e' centrato sulle contraddizioni del giovane scienziato schiacciato tra la melmosa pigrizia culturale dell'accademia italiana e le ambigue lusinghe del sistema americano. I libri successivi, La ricerca illimitata (1974), Storia naturale del ricercatore. Il mondo della ricerca visto dall'interno (1985) e quelli piu' recenti, La rielezione (1996), e Il fuoriuscito (2005), raccontano le pressioni del potere economico e gli irrisolti conflitti di interesse dei ricercatori. L'esperienza dell'accademia e dei laboratori internazionali, del prodursi concreto del corpus scientifico condiviso al quale ha grandemente contribuito, hanno insegnato a Tomatis molto e le sue osservazioni sull'esagerazione del valore della "certezza scientifica" e del metodo in camice bianco, sui miti della concentrazione tecnologica, o della statistica, per fare qualche esempio, meritano di essere lette. La riflessione epistemologica, che tante volte pecca di astrazione fra i professionisti della materia, e' qui al suo livello empirico e realissimo, e' cosa viva, e colpisce con immediatezza. E' vero: la miopia e la pochezza di una classe politica attenta al predominio del momento anziche' alle prospettive di sviluppo si concretizza in triste inedia di spazi e strumenti scientifici; si fa impossibilita' di restare, viaggi lontani, sradicamento. Ma infine giunge a riflettersi non meno colpevole negli odi personali e nelle coazioni caratteriali di uomini da laboratorio pronti a ingannare in nome di una "scienza" che se in Italia e' misera, altrove e' addirittura ipertrofica di emolumenti, carriere e borse di studio, soggetta al grande affare dell'economia che e' poi la politica piu' avanzata nel tempo e a occidente. La verita', parola per antonomasia legata al concetto di scienza, la si vede sovente scivolar via fra le righe come un'illusione giovanile, nonostante egli scriva che "esistono ancora ragioni per non disperare". Le sue pagine compongono un ottimo breviario per i giovani desiderosi di farsi scienziati, finche' ancora in Italia duri la possibilita' almeno di cominciare, per poi andar fuori e fiorire ñ possibilmente senza bruciarsi l'anima. Sono molti coloro che hanno avuto il privilegio di fruire dei suoi consigli e della sua guida, una serie di prove di intelligenza e di generosita' che ora e' importante non disperdere. 2. MEMORIA. PATRIZIA GENTILINI: RICORDANDO LORENZO [Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione" (www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis] La notizia della scomparsa a 78 anni, a Lione, di Lorenzo Tomatis ci ha lasciato desolati e sgomenti: siamo tutti piu' soli, vorrei dire orfani. Questa morte era attesa, da tempo Lorenzo combatteva con coraggio e dignita' contro quella malattia a cui aveva dedicato tutta la sua vita di ricercatore e medico, ma non per questo il vuoto che lascia e' meno grande. Fino all'ultimo momento di vita la sua voce pacata, il suo silenzio paziente, la sua lucida intelligenza, era li', per noi, per ascoltarci innanzi tutto, per correggere il nostro lavoro, per scrivere un commento, per rispondere ai nostri dubbi, per darci un consiglio sempre discreto e puntuale, per indicarci ancora una volta la strada. E la strada che Lorenzo per tutta la vita, non solo a noi, ha indicato era quella di una ricerca e di una medicina che mai, e per nessuna ragione, poteva essere disgiunta dal suo fine ultimo: quello di essere sempre e comunque al servizio dell'essere umano, della sua salute, della sua dignita'. Lorenzo Tomatis e' stato un ricercatore in campo oncologico di fama mondiale, negli anni in cui ha diretto la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha posto le basi scientifiche e metodologiche della cancerogenesi, identificando e classificando gli agenti inquinanti e le loro conseguenze per la salute umana. Lorenzo ha sempre strenuamente difeso e posto l'accento sul ruolo della prevenzione primaria, ovvero sulla tutela della salute attraverso la riduzione dell'esposizione alle sostanze nocive che - come lui diceva - non smettono di essere tali una volta che escono dalle fabbriche o sotto latitudini diverse... Purtroppo non e' stato ascoltato; certamente oggi, anche per questo, il mondo e' piu' iniquo, sofferente, avvelenato. Tutto sembra ormai ineluttabile, cosi' Lorenzo chiamava quella sorta di oblio, quella rassegnazione, quello stringersi nelle spalle che sembra avere contagiato tutti, che ci porta ad accettare ogni compromesso, ogni sopruso, che ci porta a pensare che niente e nessuno possa ormai arrestare la deriva del nostro mondo, come se non fossimo piu' capaci di progettare il nostro destino, di pensare, di sognare, di ricercare salute, equita', pace. In questo mondo malato lui vedeva una medicina parimenti malata, sempre piu' tecnologica ed orientata esclusivamente alla cura, ma sempre piu' lontana dalla ricerca delle vere cause delle malattie. La chiamava: "la grande distrazione"... "una follia riduzionista sembrava essersi impossessata della mente di gran parte dei ricercatori"... "ogni laboratorio doveva scegliersi... il suo gene"; il ricercatore andava a caccia della proteina alterata, senza piu' domandarsi il perche' di quel danno. Nel corso del suo lavoro, Tomatis ha dovuto assistere all'acquiescenza di ricercatori e scienziati che, condizionati sempre piu' dagli interessi economici delle grandi corporation, producono risultati ambigui e confondenti in modo da rimandare ogni misura di prevenzione, molto piu' attenti a non ridurre i profitti di chi comanda piuttosto che a proteggere la salute pubblica. "Quando mi sono lasciato comprare? Quando ho capito che la ricerca e' al servizio del potere e che il ricercatore e' un'oca che produce uova d'oro e che quell'oro andava tutto sulla tavola di chi comanda": queste sono le parole di un suo collega riportate nell'ultimo libro autobiografico di Lorenzo, Il fuoriuscito, in cui gia' il titolo bene esprime la sua volonta' di porsi fuori da questo sistema malato, un sistema in cui non e' stato per lui piu' possibile riconoscersi. L'attivita' letteraria di Lorenzo e' l'altra grande espressione della sua personalita': Tomatis infatti non e' stato solo un grande medico ed un grande ricercatore, ma anche un grande scrittore e proprio nei suoi romanzi egli rivela la sua umanita' piu' profonda. Nelle anamnesi alle vecchiette che si protraevano oltre misura o nell'abbraccio di Giannino che gli butta i suoi i braccini attorno al collo quando Lorenzo lascia il suo primo lavoro in un sanatorio c'e' tutto lo struggimento di un medico di fronte al dolore ed alla sofferenza, specie a quella innocente di un bambino. Lorenzo non era religioso ed ancor piu', proprio per questo, la sua pietas ci commuove. Quanto rammarico, nei suoi occhi e nelle sue pagine, per i malati, i morti, per le sofferenze evitabili ed inutili, specie quelle dei bambini sacrificati sull'altare degli interessi e del profitto. L'infanzia! Lorenzo aveva ben chiaro lo scenario che si va preparando ed il prezzo che paghera' chi verra' dopo di noi per il degrado e l'inquinamento generalizzato dell'ambiente. Non potro' mai dimenticare le parole da lui pronunciate il 24 novembre 2005, all'inizio dell'audizione in Comune a Forli': "le generazioni a venire non ci perdoneranno il danno che noi stiamo loro facendo". Mi piace anche ricordare le altre parole che, sempre in quell'occasione, Tomatis ci disse: "a Forli' ho visto la scintilla del cambiamento e da una scintilla puo' nascere anche un grande incendio... e' il momento della Resistenza". Lorenzo, potrei continuare a riempire pagine e pagine pensando a te, certa che non arriverei mai ad esprimere compiutamente tutto cio' che sento, in particolare l'amicizia, l'affetto, la gratitudine... Sono sicura di esprimere in questo momento anche i sentimenti di tanti e tanti cittadini di Forli' che hanno avuto la grande opportunita' di conoscerti, di ascoltarti, di stimarti. Lorenzo, nel Giardino dei Giusti che c'e' dentro il mio cuore, l'albero che in tuo onore ho piantato non si secchera' mai. 3. MEMORIA. ISDE ITALIA: UN MEDICO PER L'AMBIENTE [Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione" (www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis. L'Isde e' l'International Society of Doctors for the Environment, presente in Italia come Associazione Medici per l'Ambiente - Isde Italia] Lorenzo Tomatis e' mancato il 21 settembre 2007: ci sentiamo addolorati, sgomenti, soli. E non soltanto noi "Medici per l'Ambiente", che abbiamo avuto Lorenzo come maestro e, dal 1990, presidente del ccomitato scientifico internazionale di Isde, ma anche tutti coloro che, come abitanti di questo pianeta, hanno a cuore il destino dell'essere umano. Lorenzo Tomatis e' stato infatti grande come medico, come ricercatore, come scrittore, ma soprattutto come uomo: ed e' stato per ciascuno di noi un maestro perche' ha messo sempre al primo posto, fino all'ultimo suo giorno di vita, il rispetto per la vita, e per la dignita' dell'essere umano. Non sembrino esagerate queste parole: se la strada indicata da uomini come Lorenzo fosse stata seguita, il mondo sarebbe oggi diverso, piu' a nostra misura, meno inquinato, piu' equo. Lorenzo nasce a Ancona nel 1929 e si laurea in medicina, sperimentando, gia' al momento della laurea, la protervia baronale di un professore che utilizza per la propria libera docenza il lavoro sperimentale da lui condotto per oltre un anno. Deluso ed amareggiato si laurea con una tesi sulla poliomielite. Giovane medico lavora poi in un istituto per malati cronici di Tbc, toccando con mano la sofferenza e la rassegnazione di una umanita' dal destino in gran parte segnato, che ricordera' magistralmente nelle pagine del romanzo autobiografico Il fuoriuscito. Abbandonando un mondo accademico in cui non trova spazio, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1957 e nel 1967 approda a Lione, dove crea e dirige l'Agenzia per la Ricerca sul Cancro (Iarc) fino al 1993. Negli anni in cui dirige la Iarc lavora con passione e rigore metodologico: la sua produzione scientifica e' amplissima e vedono la luce in quegli anni, sotto la sua direzione, le monografie Iarc, nelle quali prende forma l'attuale sistema di valutazione e classificazione delle sostanze cancerogene. Il suo rigore scientifico ed il suo acume di ricercatore si declineranno sempre intorno a una visione della scienza, della medicina e della ricerca al servizio dell'essere umano. In un mondo accademico sempre piu' chiuso e condizionato da dogmi e in una medicina sempre piu' "distratta" e sempre piu' influenzata dalle corporations e dai potentati economici Tomatis ha continuato a dare una testimonianza tenace, limpida, coerente del valore etico della medicina. Con lungimiranza gia' da qualche decennio Tomatis aveva identificato nelle generazioni a venire le vittime innocenti della deriva della nostra civilta', questa era la sua preoccupazione piu' viva: "le generazione a venire non ci perdoneranno il danno che stiamo facendo loro". Noi "Medici per l'Ambiente" che abbiamo avuto la grande opportunita' di conoscerlo ed amarlo e di averlo come maestro in questi anni, cercheremo di essere sempre all'altezza del suo insegnamento e di conservare la sua memoria. 4. MEMORIA. HARRI VAINIO: UNA BREVE BIOGRAFIA DI LORENZO TOMATIS (1993) [Dal fascicolo monografico di "Epidemiologia & prevenzione" (www.epidemiologiaeprevenzione.it) in ricordo di Lorenzo Tomatis, riprendiamo la seguente biografia li' introdotta dalla seguente nota: "Proponiamo ai lettori la traduzione della biografia scritta da Harri Vainio nel 1993, pubblicata dalla rivista 'Environmental Health Perspective' in occasione della conclusione della carriera di Tomatis presso l'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro di Lione. Nelle prossime settimane provvederemo ad aggiornarla per documentare le attivita' svolte da Tomatis nel periodo che dal 1993 arriva ai nostri giorni" e la seguente scheda "Environ Health Perspect 1994; Feb 102(2):164-6. Harri Vainio, Kimberly G. Thigpen. Harri Vainio is chief of the Unit of Carcinogen Identification and Evaluation at IARC. The following people also contributed substantially to this article: Paolo Boffetta, Walter Davis, James E. Huff, Nikolai .P. Napalkov, Maxwell Parkin, David P. Rall, Rodolfo Saracci, Phillipe Shubik, and Takashi Sugimura"] Una carriera prestigiosa al servizio della prevenzione dei tumori Dopo aver dedicato piu' di 26 anni all'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (Iarc), gli ultimi dodici dei quali nella veste di direttore, Lorenzo Tomatis e' andato in pensione nel dicembre 1993. Per tutti questi anni ha rappresentato l'impersonificazione (infaticabile) del mandato dell'Agenzia: condurre e coordinare a livello internazionale la ricerca sulla prevenzione dei tumori attraverso l'applicazione delle conoscenze scientifiche delle cause del cancro. La Iarc, ubicata a Lione, in Francia, e' un'organizzazione intergovernativa finanziata in modo indipendente nell'ambito dell'Organizzazione mondiale della sanita'. Alla Iarc la ricerca ñ che durante la sua presidenza Tomatis ha condotto, guidato ed espanso ñ e' largamente multidisciplinare, combina infatti i risultati di studi epidemiologici e di laboratorio, ed e' organizzata sulla base di accordi di collaborazione con ricercatori di 56 paesi nei cinque continenti. * I primi anni Tomatis e' nato in Italia, dove ha studiato fino alla laurea in medicina, conseguita all'Universita' di Torino nel 1953. Dopo un breve incarico come ufficiale medico in un reggimento degli alpini, ritorna all'universita' e si specializza in medicina occupazionale. E' qui che nasce il suo interesse per il ruolo delle sostanze chimiche come potenziali cancerogeni. A meta' degli anni '50 Tomatis comincia ad ampliare i propri orizzonti e, come altri giovani medici italiani di quei tempi, vede eccitanti opportunita' di ricerca negli Stati Uniti, finche', nel 1959, attraversa l'oceano per raggiungere il gruppo di Phillipe Shubik alla Divisione di oncologia della Chicago Medical School. Il gruppo di Shubik ha gia' una reputazione internazionale nel campo della cancerogenesi da agenti chimici, e Tomatis viene rapidamente assorbito nel gruppo. Secondo Shubik, ora direttore del Toxicology Forum a Oxford, subito Tomatis dimostra una grande abilita' nella ricerca di base: "Era un ricercatore attento e riflessivo, con una grande capacita' di capire in quale direzione stava andando la ricerca prima di molti altri. Nel mio dipartimento ha organizzato un laboratorio di colture di tessuti molto tempo prima che questo campo raggiungesse l'importanza che ha ora". L'entusiasmo di Tomatis e la sua inclinazione alla sfida permeano anche la sua vita privata. Shubik ricorda un episodio risalente ai primi tempi della vita dello scienziato italiano oltreoceano. Toamtis e sua moglie erano andati a far visita allo stesso Shubik nella sua casa sul lago, in Canada, guidando una vecchia Chevrolet, da Chicago. Shubik ricorda che "la macchina ebbe problemi meccanici dopo il loro arrivo, tanto che il meccanico locale non era sicuro che sarebbe riuscita a riportarli a casa. Beh, piu' tardi venni a sapere che non solo Tomatis e la moglie erano tornati a Chicago, ma poi l'avevano guidata fino allo Yukon e stavano continuando a esplorare il Nord America". Le prime due pubblicazioni di Tomatis a Chicago - una sull'induzione di tumori nelle cavie per mezzo di o-amino-azotoluene, l'altra sul ruolo dell'olio di croton nella cancerogenesi dei tumori della pelle ñ segnano l'inizio del cammino scientifico che lo scienziato avrebbe sviluppato e perseguito da allora in poi. Da notare che i due coautori, oltre a Shubik, erano due italiani: Giuseppe Della Porta, gia' direttore della Divisione di oncologia sperimentale all'Istituto nazionale dei tumori di Milano, nel primo lavoro, e Benedetto Terracini, ora a capo del Dipartimento di scienze biomediche e oncologia umana dell'Universita' di Torino. Tomatis continuo' a pubblicare per tutta la durata della sua permanenza a Chicago, ma nel 1965 la sua ricerca prende un'importante nuova direzione con un articolo in cui si documenta un aumento dell'incidenza di tumori nella prima e nella seconda generazione della progenie di topi esposti durante la gravidanza a un idrocarburo policiclico, il dimetilbenzantracene. Tomatis continua a studiare, da pioniere, questo nuovo aspetto della cancerogenesi, tanto che per il biennio 1965-'66 gli viene assegnata una Eleanor Roosevelt International Cancer Fellowship per studiare la risposta all'esposizione neonatale ai cancerogeni. Alla Iarc, dove approda al termine di questa fellowship, la cancerogenesi transplacentale e' uno dei filoni di ricerca che Tomatis persegue insieme ai suoi nuovi colleghi. * Alla Iarc Tomatis giunge alla Iarc nel novembre 1967, a 38 anni. Arriva per creare l'Unita' di cancerogenesi chimica, ma poi vi trascorre tutta la sua carriera sviluppando il campo in cui ha gia' stabilito una solida reputazione. Gli studi di cancerogenesi perinatale, transplacentare e multigenerazionale rimangono il suo principale interesse: Tomatis si accorge ben presto che l'allora emergente campo della biologia molecolare poteva dare un importante contributo per una piu' precisa comprensione dei meccanismi coinvolti nella trasmissione del rischio cancerogeno da una generazione all'altra. Dice Takashi Sugimura, direttore del National Cancer Center in Giappone, che e' insieme amico e collega di Tomatis: "I suoi contributi scientifici pionieristici sulla cancerogenesi transplacentare stanno attirando l'attenzione di un numero sempre maggiore di scienziati su questo aspetto della cancerogenesi". Nikolai P. Napalkov, vicedirettore dell'Oms, considera gli studi multigenerazionali di Tomatis come alcuni tra i maggiori contributi al campo della cancerogenesi. Napalkov e Tomatis si incontrano nei primi anni '60, quando Tomatis e' alla Chicago Medical School e Napalkov si occupa di ricerche sulla cancerogenesi chimica allo Sloan Kettering Institute e alla Berkeley University, in California. Nel corso degli anni i due diventano amici e collaboratori, e lavorano su progetti comuni in cancerogenesi sperimentale. Napolkov professa il piu' grande rispetto per i metodi di ricerca di Tomatis: "Il dottor Tomatis possiede una conoscenza sistematica della patologia sperimentale, sia umana sia animale, che oltre a essere indispensabile per la sua ricerca, garantisce anche la solidita' dei suoi dati. Non c'e' alcuna ragione di dubitare della validita' dei suoi risultati". Obiettivo fondamentale della Iarc e' la prevenzione del cancro nella specie umana: l'identificazione di cancerogeni ambientali come prerequisito per la loro rimozione (o, almeno, riduzione) e' un passo fondamentale per raggiungere questo scopo. Ebbene, uno dei maggiori contributi di Tomatis alla Iarc e alla salute pubblica in generale e' avere stabilito che la dimostrazione di cancerogenicita' in esperimenti a lungo termine negli animali costituisce un criterio valido per valutare possibili rischi cancerogeni negli esseri umani contestualmente alle evidenze epidemiologiche o, ancora piu' importante, in assenza di evidenze epidemiologiche. Tomatis si e' impegnato a fondo per affermare questa prospettiva equilibrata, affinche' tanto l'epidemiologia umana quanto i risultati sperimentali siano visti come essenziali nell'identificazione dei rischi per la specie umana. Inoltre, Tomatis pronostica il vantaggio offerto dallo sviluppo di test a breve termine di mutagenesi in vitro, da utilizzzare come preziosi indicatori di sostanze meritevoli di ulteriori studi. Inoltre, incoraggia la ricerca sul ruolo di fattori dell'ospite, come l'attivazione endogena di sostanze chimiche xenobiotiche, nella cancerogenesi e nei meccanismi d'azione dei cancerogeni, concentrandosi in particolare sull'interazione tra cancerogeni e Dna, un filone di ricerca che la Iarc non solo intende continuare, ma vuole espandere nei prossimi anni. * Un sommo successo Nel 1969 Tomatis avvia il "Programma di valutazione dei rischi da cancerogeni negli umani", che e' diventato agli occhi di molti il piu' importante contributo dell'Agenzia alla prevenzione del cancro, e la pubblicazione dei risultati del programma in una serie di monografie. Il programma si guadagna ben presto una reputazione internazionale grazie alla validita' scientifica, all'imparzialita' e all'integrita' e per il suo contributo alla prevenzione e alla salute pubblica. A proposito della serie di monografie, Sugimura dice: "Posso confermare che molte istituzioni governative, accademiche e industriali derivano (dalle monografie) praticamente per intero le proprie valutazioni di rischio chimico". Il primo gruppo di lavoro formato da esperti di fama internazionale, presieduto da Shubik, si incontra a Lione nel dicembre 1970 per mettere a punto i criteri scientifici che sarebbero stati utilizzati nelle monografie del programma e per stabilire alcune valutazioni preliminari dei dati disponibili su cinque sostanze. Queste cinque valutazioni vengono vagliate, insieme a quelle riguardanti altre 14 sostanze chimiche, da un gruppo di lavoro che si incontra nel dicembre 1971, e vanno a costituire il primo volume della serie di monografie della Iarc, pubblicato nel 1972 e che riguarda prodotti organici, inorganici e naturali. Dato il grande apprezzamento riscosso da questo primo volume, il programma viene effettivamente avviato. Da allora si e' espanso notevolmente grazie alla collaborazione scientifica e al sostegno finanziario, tra gli altri, del National Cancer Institute degli Stati Uniti, del Niehs e della Commissione europea. A oggi sono stati pubblicati 58 volumi delle monografie (noti anche come "i libri arancio", per il colore delle copertine) e altri sono in corso di stampa. Sono stati profusi grandi sforzi per garantire la massima diffusione di queste valutazioni sia presso le autorita' sanitarie nazionali sia presso la comunita' scientifica. Le monografie, che inizialmente valutavano sostanze chimiche di sintesi o naturali, negli oltre venti anni della loro esistenza, hanno grandemente ampliato il proprio raggio d'azione fino a includere valutazioni di miriadi di circostanze di esposizione come procedimenti industriali e lavorativi, e stili di vita come dieta, farmaci, alcol e fumo di sigaretta. E' forse per questo continuo sforzo di pubblicare la serie delle monografie che Tomatis e' particolarmente apprezzato. Dice David P. Rall, ex direttore dell'Niehs e collega di Tomatis per oltre venti anni: "Mantenere in vita questa serie per vent'anni garantendone l'alto livello e' un risultato di per se' senza precedenti". In parallelo allo sviluppo del programma monografie, la Iarc si e' impegnata nel tentativo di razionalizzare i test di cancerogenicita' a livello internazionale. Dal momento che i test sugli animali sono costosi e il loro completamento richiede molti anni, e' importante sapere chi sta testando cosa prima di progettare una serie di esperimenti, al fine di evitare duplicazioni di lavoro inutili e poter prendere decisioni a partire da ricerche fatte da altri. Per facilitare questi tipo di comunicazione la Iarc pubblica periodicamente, dal 1973, un bollettino di informazione ora chiamato Directory of Agents Being Tested for Carcinogenicity. Questi elenchi si accompagnano e sono collegabili alle versioni annuali dei Directories of On-going Research in Cancer Epidemiology, anch'esse pubblicate dalla Iarc. * Una visione globale Quando Tomatis divenne direttore della Iarc nel 1982, non si diede da fare soltanto per applicare e integrare la sua affermata strategia di sviluppare l'interazione tra ricerca sperimentale e studi epidemiologici, aumento' anche i suoi sforzi per rafforzare il ruolo della Iarc, non solo nell'identificazione dei rischi di cancro, ma anche nella ricerca su diversi aspetti di prevenzione e sorveglianza. Un esempio illuminante e' lo studio di intervento sull'epatite in Gambia, in cui e' stato costruito un piano per la vaccinazione di tutti i neonati in tutto il paese, insieme a uno schema di registrazione dei casi di cancro, che produrra' importanti informazioni sulla efficacia di questa misura nella prevenzione primaria del cancro epatico. A prescindere dagli aspetti scientifici importanti e fondamentali dello studio in Gambia, non e' un caso che Tomatis appoggi uno studio in un paese in via di sviluppo. Molti dei suoi scritti hanno dimostrato la sua consapevolezza degli aspetti sociali del cancro in tutto il mondo. E' evidente che Tomatis non vede il cancro soltanto come un insieme di malattie, bensi' come un problema globale di salute pubblica. In questo contesto, ha richiamato l'attenzione sul rapporto tra poverta' e rischio di cancro, non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi industrializzati, dove alti rischi di cancro si accompagnano a bassi livelli socioeconomici. Questa prospettiva e' dettagliata nell'editoriale su poverta' e cancro che Tomatis ha scritto l'anno scorso, pubblicato in Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention. Gli altri esempi di questo impegno a espandere l'attivita' di ricerca della Iarc non sono pochi: includono lo studio dei rischi da esposizioni nell'ambiente di lavoro nelle societa' di recente industrializzazione e la stima degli effetti che la diffusione del virus dell'Aids puo' avere sul carico complessivo del cancro. Nel 1998, la Iarc pubblico' Cancer: Causes, Occurrence and Control, una sintesi delle attuali conoscenze e strategie riguardanti le cause e la prevenzione del cancro, che cerca di quantificare su scala globale i benefici che si ricaverebbero dall'applicazione sul campo di queste conoscenze. Tomatis fu sia l'ispiratore sia il principale curatore di questo libro, al quale hanno contribuito la maggior parte degli scienziati della Iarc. Alla fine dell'introduzione al libro, Tomatis esprime il suo pensiero sulle strategie e le priorita', in cui due aspetti emergono come fattori limitanti del successo nello sviluppo della ricerca sulla prevenzione del cancro. Uno, dice Tomatis, e' "la competizione tra spese militari... e i fondi che vengono assegnati per la salute e l'educazione". L'altro e' la contrapposizione che viene fatta tra ricerca di base e ricerca applicata, come aree separate e in competizione, che egli definisce "un grave errore, che puo' soltanto servire a impedire che gli scienziati formino un fronte comune nell'utilizzo delle risorse disponibili in modo razionale ed efficiente, magari rendendole piu' produttive". * Un uomo dai molti talenti Sebbene le oltre 200 pubblicazioni scientifiche di Tomatis siano disponibili per tutti coloro che possono leggere l'inglese, non sono accessibili a tutti - a eccezione di chi legge l'italiano - i testi letterari che Renzo Tomatis ha firmato. Il suo primo libro, Il laboratorio, venne pubblicato nel 1965 ed e' basato sul diario tenuto durante un anno (1962-'63) nel laboratorio di Shubik a Chicago. Il libro, che rivela uno stile letterario compiuto, puo' essere letto come una descrizione - per i non addetti ai lavori - del lavoro quotidiano di un giovane ricercatore, e anche come un confronto tra il modo di vivere italiano e americano. Il laboratorio ottenne popolarita' in Italia, specialmente tra giovani scienziati, per la sua critica lucida e aperta dell'establishment scientifico in quel paese, rivolta soprattutto alla struttura arcaica dell'universita'. Come testimonianza del talento di Tomatis come scrittore, Napalkov dice che Tomatis dimostro' di essere cosi' bravo nella descrizione degli scienziati e universitari italiani, che "dopo la pubblicazione del libro, divenne presto evidente che non sarebbe mai stato in grado di proseguire la sua carriera in Italia". Cio' che puo' essere stato una perdita per l'Italia e' certamente stato un guadagno per il mondo. La misura dell'influenza che Tomatis ha avuto nel settore della prevenzione del cancro e' attribuibile, in gran parte, a cio' che Sugimura chiama "la sua vasta conoscenza della cancerogenesi chimica" e la sua "sincera e nobile personalita' come leader scientifico", che gli ha consentito di guidare e sviluppare una delle piu' importante agenzie di ricerca nel mondo. A livello personale, egli viene descritto dai suoi colleghi come persona che ha "uno sguardo acuto e un buon senso dell'umorismo... ha una conoscenza di tutti i meravigliosi ristoranti a Lione e fuori Lione... ha una buona percezione della storia dell'arte, cosi' come un approccio filosofico a molti problemi della vita", qualita' che sicuramente sono servite ad arricchire non solo la sua vita, ma anche la vita di coloro con i quali egli ha avuto contatto. Anche le altre opera letterarie di Tomatis, La ricerca illimitata (1974), Visto dall'interno (1981), e Storia naturale di un ricercatore (1985) hanno avuto un considerevole - seppure forse un po' minore - impatto sulla comunita' scientifica italiana. In questi libri Tomatis esplora il tema delle implicazioni sociali della scienza - e in particolare della ricerca medica - ponendo continuamente la domanda su cosa sia lo scopo ultimo del lavoro dello scienziato, diviso tra ambizione personale e beneficio generale. Forse, il lettore trova in questi libri piu' domande che risposte: le risposte debbono essere cercate nella vita di Lorenzo Tomatis, una vita che continua a essere condotta con rigore scientifico e integrita' morale. ============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 140 del 2 dicembre 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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