Minime. 250



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 250 del 22 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Secondo incontro internazionale "Mujeres en lucha"
2. Dal primo al 4 novembre a Verona
3. Silvia Ugolotti intervista Doris Lessing (2004)
4. Francesco Mannoni intervista Doris Lessing (2005)
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. SECONDO INCONTRO INTERNAZIONALE "MUJERES EN LUCHA"
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Su iniziativa dell'associazione delle Madri argentine di Plaza de Mayo, che
da trent'anni incarnano il volto della resistenza della vita sulla morte -
del dar vita materno sul dar morte dei regimi e delle guerre -, le "donne in
lotta" del mondo si incontrano per scambiare esperienze, affermare la
possibilita' di una pratica politica radicalmente "altra" e costruire nuovi
strumenti di pace, giustizia, liberta' e dignita' umana.
L'incontro si terra' a Roma, sotto l'egida della Camera dei Deputati e del
Senato della Repubblica Italiana, da lunedi' 22 a giovedi' 25 ottobre 2007,
presso la Biblioteca "Giovanni Spadolini" del Senato della Repubblica (Sala
degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva.
*
L'idea di realizzare un incontro internazionale delle "donne in lotta" di
tutto il mondo nasce in seno all'associazione Madres de Plaza de Mayo: le
madri argentine che, dopo il golpe di Videla del 24 marzo 1976, ebbero il
coraggio di sfidare la dittatura, riunendosi in quella Plaza de Mayo dove
avrebbero dato vita alla storica marcia che ogni giovedi', da trent'anni a
questa parte, ricorda al mondo che trentamila oppositori politici - per lo
piu' ragazze e ragazzi sui vent'anni - furono sequestrati e uccisi dai
militari, che, dopo averli torturati nei campi di concentramento clandestini
disseminati nell'intero paese, li fecero "scomparire" nei modi piu'
spietati, spesso gettandoli in mare, vivi, con i "voli della morte".
In occasione del Trentennale delle sue attivita' (la prima "marcia" delle
Madres in Plaza de Mayo risale al 30 aprile del 1977), l'Associazione delle
Madri dei desaparecidos argentini - che non hanno smesso di fare della
maternita' un potere irrevocabile, capace di generare sogni, progetti,
relazioni, in una straordinaria indicazione di pratica politica che va ben
oltre la storia argentina - intende chiamare a raccolta e a un confronto
diretto le associazioni delle donne che oggi, nei cinque continenti,
combattono in vari modi le ingiustizie, le violenze, i fondamentalismi, i
regimi e le guerre, affermando con il proprio operato che una prassi
politica radicalmente "altra" e' possibile.
L'incontro - che grazie al patrocinio concesso dalla Camera dei Deputati e
dal Senato della Repubblica Italiana avra' svolgimento a Roma da lunedi' 22
a giovedi' 25 ottobre 2007 presso la Biblioteca "Giovanni Spadolini" del
Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva -
trae spunto dalla precedente, analoga iniziativa che si tenne a Parigi nel
1994, sotto l'egida dell'Assemblea Nazionale e con il sostegno di Danielle
Mitterrand, e che vide la partecipazione delle "Madres en Lucha" di vari
Paesi del mondo.
*
Il progetto scaturisce da una intuizione, o, meglio, da una constatazione:
le associazioni delle donne che sono state vittime di violazioni dei diritti
umani a causa di guerre, dittature o fondamentalismi - e che, in tempi e
luoghi diversi, nel corso degli ultimi tre decenni, sono venute
autonomamente elaborando strumenti e metodi di lotta specifici, in funzione
dei differenti contesti politico-economici, sociali e culturali in cui si
sono trovate ad operare - hanno tutte un comun denominatore. Di fronte a
enormi difficolta' e tragedie, donne diverse di tutto il mondo hanno
sperimentato e messo in essere - ciascuna a modo proprio, ma con molti
elementi in comune - una modalita' di lotta, una capacita' di organizzarsi,
di opporsi, di rivendicare le proprie ragioni e di costruire progetti che ha
saputo affermare la forza della vita contro la morte (del dar vita materno
sul dar morte dei regimi, dei fondamentalismi e delle guerre), dimostrando
come, anche dopo "esperienze limite" di violazioni e lutti, e anzi proprio a
partire da queste, si possa trovare la forza di resistere e di combattere
con ancora piu' determinazione a favore della pace, della giustizia, della
liberta' e della dignita' umana.
*
Obiettivi dell'incontro:
Per le donne che parteciperanno: mettere a confronto e scambiare esperienze,
potenziando l'approccio comune; unire le esigenze e sostenersi a vicenda;
costruire strumenti comuni, come ad esempio una rete di collegamento
internazionale permanente delle donne, quale centro di documentazione e
consulta (altri strumenti saranno definiti anche grazie al contributo di
idee di tutte).
Per l'esterno: recuperare e costruire una memoria storica delle esperienze
attraverso le quali le donne in lotta del mondo, negli ultimi tre decenni,
hanno saputo opporsi alle guerre, alle dittature e ai fondamentalismi,
mettendo in luce il comun denominatore che unisce le diverse esperienze e
modalita' di lotta; testimoniare come donne di tutto il mondo abbiano saputo
sperimentare e via via affinare forme di lotta talvolta anche assai
originali ed eterodosse, dalle quali e' scaturita una nuova pratica politica
(da cui tutti, e in particolare gli attuali movimenti, possono trarre
preziose indicazioni); produrre un documento di sintesi dei contenuti del
convegno: ad esempio una "Carta degli impegni", da indirizzarsi ai massimi
rappresentanti delle piu' importanti istituzioni italiane, europee e
internazionali.
*
Per ulteriori informazioni contattare il comitato promotore:
Cinzia Tosi, tel. 3335651751, e-mail: ale-j at libero.it
Giovanna Cardarelli, tel. 3316011238, e-mail: giovanna.cardarelli at tin.it
Luisa Morfini, tel. 338 7212926, e-mail: luisa.morfini at itc.cnr.it
Sarah Grugnetti, tel. 3494693169, e-mail: sara.grugnetti at fastwebnet.it
Sima - Solidarieta' Italiana con le Madri di Plaza de Mayo, via Ripa di
Porta Ticinese 47, 20143 Milano, tel. 0289400394, e-mail:
sima.madres at fastwebnet.it

2. INCONTRI. DAL PRIMO AL 4 NOVEMBRE A VERONA
[Riproduciamo la seguente lettera inviata dal "Centro di ricerca per la
pace" di Viterbo ad alcuni mezzi d'informazione amici e ad alcune persone
amiche che lavorano nei mezzi d'informazione]

Dal primo al 4 novembre a Verona si terra' il ventiduesimo congresso del
Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, l'illustre filosofo
(1899-1968) che introdusse la nonviolenza in Italia e che e' oggi noto
all'opinione pubblica forse soprattutto per aver ideato la marcia
Perugia-Assisi.
*
Il congresso del Movimento Nonviolento cade in un momento drammatico in cui
guerre, terrorismo, ingiustizie globali e catastrofi ambientali richiedono
che sempre piu' le persone, i movimenti, le societa', i popoli, gli stati e
le organizzazioni internazionali facciano ricorso a quell'immensa risorsa di
civilta', diritto, ragione e bene che la nonviolenza costituisce.
La nonviolenza e' oggi non solo fondamento e criterio di un'etica personale
e collettiva, non solo proposta di intervento sociale e politico, ma anche
principio giuriscostituente che inveri in una prassi nitida e rigorosa il
programma scritto nelle grandi carte giuridiche del Novecento ispirate ai
valori della pace, della liberta', della giustizia, della solidarieta',
della responsabilita', della salvaguardia della civilta' e della biosfera,
del riconoscimento e della promozione di tutti i diritti umani per tutti gli
esseri umani.
Sarebbe utile che l'opinione pubblica fosse adeguatamente informata sul
prossimo congresso del Movimento Nonviolento, che porra' al centro dei suoi
lavori la proposta della nonviolenza come concreta politica di pace, come
urgente richiamo al rispetto della vita e della dignita' di ogni essere
umano, come impegno coerente contro guerra e terrorismo, contro strutture di
ingiustizia e organizzazioni criminali, contro tutte le oppressioni e le
devastazioni, come invito a un alacre adeguato operare per la giustizia, il
benessere di tutti e la sicurezza comune, la difesa dei diritti delle
persone e dei popoli, la tutela dei beni comuni e della biosfera.
Il Movimento Nonviolento, e la sua rivista "Azione nonviolenta",
costituiscono una esperienza preziosa per la vita civile del nostro paese,
una tradizione culturale ricca e profonda (radicata, come rilevava Capitini,
nell'ascolto e nella sequela di figure ed esperienze come quelle di
Francesco d'Assisi, di Giacomo Leopardi e Giuseppe Mazzini), una cultura
morale e politica viva e feconda, nello sviluppo del pensiero e dell'azione
di figure indimenticabili come Mohandas Gandhi e Martin Luther King, Hannah
Arendt e Simone Weil, Danilo Dolci ed Ernesto Balducci, Maria Montessori e
Marianella Garcia, Lorenzo Milani e Tonino Bello, Virginia Woolf ed Etty
Hillesum, Primo Levi ed Alexander Langer, Dorothy Day e Luce Fabbri, e di
maestre tuttora viventi come Rigoberta Menchu' e Vandana Shiva, Shirin Ebadi
e Wangari Maathai.
*
Il congresso del Movimento Nonviolento e' per la cultura civile e per la
cultura tout court un momento significativo e un significativo luogo di
confronto e ricerca; e' un momento significativo e un significativo luogo di
confronto e ricerca per la politica alta ed autentica.
Sarebbe opportuno che vi fosse intorno ad esso la giusta attenzione da parte
dei mezzi d'informazione.
Ed in particolare quei mezzi d'informazione piu' vicini ai movimenti per i
diritti umani, ecopacifisti ed equosolidali (movimenti che sempre piu'
persuasamente, ampiamente e profondamente si accostano alla nonviolenza
trovando in essa risorse, strumenti, criteri, una tavola di valori e molte
proposte d'iniziativa, un illuminante patrimonio di esperienze e
riflessioni) potrebbero contribuire altresi' a promuovere la piu' ampia
partecipazione al congresso.
*
Vi saremmo assai grati se vorrete dare notizia di questo importante evento,
anche mettendovi in contatto diretto con la segreteria organizzativa: presso
la Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, Verona, tel. 0458009803, fax:
0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
*
Allegato 1. Programma del congresso
XXII Congresso del Movimento Nonviolento: "La nonviolenza e' politica per il
disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti"
Verona, 1 - 4 novembre 2007, Sala "Comboni", Missionari Comboniani, vicolo
Pozzo 1, San Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico)
- 31 ottobre, mercoledi'
Sera, ore 21: dibattito: "Il caso Verona: dalla citta' di pace, alla
tolleranza zero. Cos'ha da dire la nonviolenza?". Introduce Mao Valpiana,
direttore di "Azione nonviolenta"; partecipano: Sergio Paronetto,
insegnante; Alberto Tomiolo, scrittore; modera Raffaello Zordan, giornalista
di "Nigrizia".
- Primo novembre, giovedi'
Mattina, ore 10,30: apertura del segretario e relazione introduttiva.
Pomeriggio: comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri
studi, sui gruppi locali; dibattito in assemblea plenaria.
- 2 novembre, venerdi'
Mattina: lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il Servizio
civile volontario; L'educazione alla nonviolenza.
Pomeriggio: lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte
di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il
potere mafioso.
Sera, ore 21: incontro con Ibu Robin Lim, Indonesia, ostetrica, Premio
Alexander Langer 2006, "La pace nel mondo puo' venir costruita cominciando
oggi, un bambino per volta".
- 3 novembre, sabato
Mattina: riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono
le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni.
Pomeriggio: dibattito sulle mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche.
- 4 novembre, domenica, ore 10
"Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi
simbolici della citta': partenza da via Spagna, Casa per la Nonviolenza,
percorso attraverso San Zeno, Tribunale Militare, Arsenale, Ponte della
Vittoria, arrivo in Piazza Bra' alle ore 12.
Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org
*
Allegato 2. Una breve notizia biobibliografica su Aldo Capitini
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia.
Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di
Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini,
Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed
una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle
ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente
e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea
d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e
liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del
Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni
e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con
Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli
scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le
ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di
"Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi
ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i
fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di
tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di
opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza,
Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi,
Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo
Capitini, Perugia 1998.
Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del
sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si
veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini
(a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia
1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S.
Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di
Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione
"Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa
contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La
rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini,
Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini,
persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n.
10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e
nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito,
L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la
nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo
Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini,
Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia
di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; cfr. anche il capitolo dedicato a
Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi,
Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro
di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini
sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini:
www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai
utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere
richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a
Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento
Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

3. RITRATTI. SILVIA UGOLOTTI INTERVISTA DORIS LESSING (2004)
[Dalla "Gazzetta di Parma" del 7 ottobre 2004, col titolo "Doris Lessing. Le
vite che non ho".
Doris Lessing e' una delle piu' grandi scrittrici viventi. Dal sito
www.feltrinellieditore.it riprendiamo la seguente scheda: "Doris Lessing
(Doris May Taylor) e' nata in Persia (Iran), figlia di genitori inglesi, nel
1919, e ha vissuto l'infanzia a Kermanshah dove il padre lavorava in una
banca. Nel 1925 la famiglia si e' trasferita nella colonia britannica della
Rhodesia (oggi Zimbabwe) a gestire una fattoria. Doris Lessing ha studiato
in un convento e poi in una scuola femminile di Salisbury, che ha
abbandonato a quattordici anni. Ha completato la sua formazione da
autodidatta, leggendo i grandi classici della letteratura. Ha lasciato la
casa paterna a quindici anni. Nel 1937 si e' trasferita a Salisbury ed e'
iniziato il suo impegno politico, nella sinistra non razzista. A diciannove
anni si sposa con Frank Charles Wisdom e ha da lui due figli, John e Jean.
Divorzia dal marito e lascia la famiglia nel 1943. Si iscrive al Partito
comunista, che abbandonera' nel 1954. Sposa in seconde nozze l'attivista
politico ebreo-tedesco Gottfried Lessing. Ma anche dal secondo marito si
separa, nel 1949, dopo aver avuto da lui un figlio. Dopodiche' si
trasferisce in Inghilterra col figlio minore, Peter, e li' pubblica il suo
primo romanzo, L'erba canta, nel 1950. Da questo momento consacra la sua
vita alla scrittura. Ha pubblicato romanzi, racconti, opere teatrali, libri
di fantascienza; nella sua opera, che affronta tematiche sociali quali il
conflitto razziale, l'emancipazione femminile, l'impegno politico, ha una
grande importanza l'elemento autobiografico. Nei romanzi degli anni
Cinquanta e dei primi anni Sessanta narra dell'Africa e critica apertamente
l'ingiustizia del sistema di potere dei bianchi, e per questo e' stata
bandita da Zimbabwe e Sudafrica nel 1956. Nel 1951 inizia a scrivere il
ciclo di Martha Quest, I figli della violenza, che comprende fra l'altro:
Martha Quest (1952), romanzo ambientato negli anni Trenta con protagonista
una Martha adolescente che vive in una misera fattoria sudafricana, poi in
citta', a contatto con la politica e i conflitti razziali; Un matrimonio per
bene (1954), che vede Martha sposarsi a diciannove anni e affrontare la vita
cittadina, un marito in guerra, tra tentazioni e dubbi nella solitudine;
Echi della tempesta (1958) e i due libri non tradotti in italiano,
Landlocked (1965) e The Four-Gated City (1969). Nel 1953, pubblica la
raccolta di racconti L'altra donna, che hanno per protagoniste tre donne in
vicende di distanza tra i sessi e di conflittualita' razziale. Nel 1957,
pubblica i racconti L'abitudine di amare, sulla 'necessita'' del rapporto
amoroso. Tra le altre raccolte di racconti, ricordiamo: Racconti africani
(1951-54), ambientati in una Rhodesia ancora sotto l'impero britannico dove
emerge la questione razziale, con le sue problematiche per neri e bianchi; e
successivamente Racconti londinesi (1987), ambientati in una Londra fatta di
diverse etnie, classi, comportamenti sociali, con donne e bambini esposti
alla durezza della metropoli; La storia di un uomo che non si sposava e
altri racconti (1972). Nel 1962, pubblica uno dei suoi romanzi maggiori, Il
taccuino d'oro, quasi una summa delle tematiche piu' care a Lessing, che vi
analizza i motivi di vita, politici, sociali, sessuali, della protagonista
Anna Wulf, raccolti in quattro taccuini. Nel 1967, pubblica un libro sui
gatti, Gatti molto speciali. Nel 1971, pubblica Discesa all'inferno; nel
1974, Memorie di una sopravvissuta. Tra il 1979 e il 1983 scrive la serie
fantascientifica Canopus in Argos. Per alcuni libri decide di usare lo
pseudonimo di Jane Somers per vedere se verra' pubblicata comunque. Nel
1983, pubblica Il diario di Jane Somers, un romanzo sull'amicizia di una
giovane donna, Janna, e di una vecchia signora, Maudie; nel 1984, pubblica
il suo seguito, Se gioventu' sapesse, che vede Janna, ormai
cinquantacinquenne, vedova, con una nipote diciottenne, nel vano tentativo
di far rivivere l'amore spensierato della giovinezza con un uomo. Nel 1985,
pubblica La brava terrorista, un romanzo che ha per protagonista una giovane
borghese militante, Alice, che organizza con generosita' la vita di una casa
occupata londinese e poi scivola lentamente nell'eversione. Nel 1988,
pubblica Il quinto figlio, romanzo sulla nascita in una famiglia borghese di
un bambino 'diverso', creatura di un'altra epoca, che fa saltare equilibri
fasulli e conformismi. Nel 1994, pubblica un libro di viaggio, Sorriso
africano. Quattro visite nello Zimbabwe, dove descrive il suo ritorno in
quattro occasioni nell'arco di dieci anni nell'ex Rhodesia. Nel 1995, fara'
ritorno per la prima volta anche in Sudafrica. Nel 1996, pubblica Amare,
ancora, che ha per protagonista un'anziana produttrice teatrale, Sarah, la
quale mentre allestisce una piece si innamora di due uomini piu' giovani.
Nel 1999, pubblica Mara e Dann. Nel 2000, pubblica Ben nel mondo, il seguito
de Il quinto figlio, sulla vita adulta del figlio 'diverso'. Nel 2001,
pubblica Il sogno piu' dolce, che narra una storia familiare lungo l'intero
Novecento con tutto il suo bagaglio di lotte, sconfitte, splendori ed
eroismi; una saga generazionale, tra Londra e l'Africa, che ruota attorno
alle figure di due donne, Frances e Julia. Nel 2003, pubblica i tre racconti
raccolti in Le nonne. Ha pubblicato inoltre due volumi di un'autobiografia:
Sotto la pelle, nel 1994, sui primi trent'anni di vita, dal 1919 alla
partenza per l'Inghilterra, tra tradizione europea e vita africana, due
continenti e due culture in conflitto; e Camminando nell'ombra, nel 1997,
sugli anni della costruzione dell'identita' letteraria, politica,
esistenziale, in una nazione e una citta' provate dalla guerra, tra il 1949
e il 1962. Non ha scritto, come era nel progetto iniziale, il terzo e ultimo
volume. Tra gli altri premi ha vinto il Grinzane Cavour 'Una vita per la
letteratura' nel 2001. Nel 2007 ha vinto il premio Nobel per la
letteratura"]

Pensando all'eta', ci si immagina una vecchina dolce e arrendevole. Piccola,
coi capelli grigi raccolti morbidi sul capo. La voce mutata dagli anni,
bassa e remissiva, perfetta per raccontare storie, tra un sorso di "tea" e
un paio di "biscuits". Guardandola ci sembra di aver azzeccato il quadro.
Respirandola, no. Doris Lessing, un nome che a pronunciarlo fa soggezione,
nell'aria lascia il profumo fresco dell'energia.
L'energia di ottantacinque anni vissuti tra impegno politico e letterario,
facendosi interprete in prima linea della condizione della donna. L'energia
di un'intelligenza virile, imperiosa, che sprigiona dal corpo non appena, in
silenzio, comincia a osservare chi le sta di fronte.
Doris Lessing, una delle piu' grandi autrici del nostro tempo, ha pubblicato
una trentina di romanzi di narrativa, per non contare le opere di
saggistica, drammi e quant'altro. Ha ricevuto oltre venti premi letterari
tra i piu' prestigiosi, ai quali incomprensibilmente manca solo un Nobel.
Sara' oggi la volta buona? Ma di certo non e' per portarselo a casa che
continua ad aggiungere titoli alla sua immensa produzione letteraria.
E' stata una delle prime ad aver parlato di Afghanistan e di Pakistan. Si e'
infilata nei panni dell'infanzia e dell'eta' al tramonto, di una barbona, di
una terrorista, perfino di un gatto. Ha sfidato l'editoria quando, gia'
autrice di best seller, ha deciso di spedire un manoscritto sotto falso
nome. E' stato pubblicato uno dei suoi piu' brillanti capolavori, Il diario
di Jane Somers. "E' straordinario", disse l'editore, "Sembrano pagine uscite
dalla penna di Doris Lessing...".
"L'anziana prepotente che bistratta Jane e' realmente esistita. Aveva circa
ottant'anni quando la conobbi", dice. "Siamo diventate subito amiche. Era
poverissima e furiosa. Viveva in uno squallore estremo fatto di sporcizia e
deprivazione. Temeva di essere acciuffata dai servizi sociali e portata in
una comunita' per anziani. Decisi di darle una mano perche' potesse
sopravvivere. Non cambiai le sue regole e il suo modo di vivere, perche' non
ne voleva un altro".
Oggi avrebbe agito diversamente? "Odio chi vuole mettere ordine a tutti i
costi. Sono persone ossessive, mi fanno paura", sorride. "Sono convinta che
ognuno dovrebbe poter essere come gli pare".
Le braccia conserte, appoggiate sul tavolo, spiega come e' nato il suo
ultimo libro, Le nonne. "Vicende realmente accadute che mi sono state
narrate tempo fa. Le ho tenute un po' con me prima di scrivere, per farle
mie".
Si parla di passioni, di liberta', di amori e di guerre: "La nostra memoria
della guerra si concentra su pochi fatti eclatanti, come lo sbarco in
Normandia, ad esempio. Non ci si ricorda, invece, che la guerra e' stata
terribile per tutti, ha sconvolto e sconvolge le vite di ogni abitante sul
pianeta. Ora che sono vecchia lo sento di piu' l'orrore e non posso fare a
meno di pensare a tutte quelle persone che oggi avrebbero la mia eta' se non
avessero perso la vita al fronte". Non riesce a continuare, la voce si
spezza e le parole si fermano. Sono fantasmi che ritornano.
Nata nel 1919 in Persia, a cinque anni Doris Lessing fu portata in Rhodesia.
Inizio' a scrivere da bambina. Entro' in collegio e a 13 anni scappo' quando
pubblico' in Sudafrica i due primi racconti. A 15 anni era gia' fuori casa,
a 19 sposata, subito madre di due figli, e pochi anni dopo di nuovo sola, a
Salisbury. Indomita, insofferente, incontro' Gottfried Lessing: lo sposo', e
pure da lui ebbe un figlio. Nel 1949 prese Peter e si trasferi' a Londra:
trentenne, era libera.
Rimpianti? "Penso spesso alle mie vite alternative. Quelle che avrei potuto
vivere, oltre la mia. Avrei fatto l'agricoltore. Oppure l'esploratore".

4. RIFLESSIONE. FRANCESCO MANNONI INTERVISTA DORIS LESSING (2005)
[Da "La Provincia di Como" del 2 gennaio 2005, col titolo "Parla Doris
Lessing: Io dalla parte di anziani e bambini"]

"Sono una vecchia cinica, lo so", dice Doris Lessing con voce ferma e un
sorriso disarmante. Ma questa amabile e sorprendente nonnina inglese di 85
anni, nata in Iran quando ancora il paese si chiamava Persia e vissuta nello
Zimbabwe, un pezzo di Sudafrica ex Rodhesia, non e' certo una cariatide del
passato.
Tenace e provocatoria, in romanzi e racconti che hanno fatto epoca ha
raccontato l'apartheid e la Grande Depressione, i movimenti di liberazione e
l'Europa del secondo dopoguerra dall'Africa ai ghetti londinesi, passando
dai frenetici anni Sessanta ai tremendi anni Ottanta. Opponendosi alla
rigida educazione inglese prima con le sue simpatie comuniste e poi operando
sul fronte del femminismo con dissacrante e irriducibile passione, si e'
sempre ribellata a tutto cio' che era costrizione, regola imposta.
Il suo modo di parlare, ha qualcosa d'angelico, ma il guizzo dello sguardo
che fissa l'interlocutore, ha il balenio di una luce intermittente che ad
intervalli regolari flagella come uno scudiscio. Di questa scrittrice bella,
serena, i capelli bianchi e lisci tirati all'indietro e uniti in una
crocchia come facevano le nostre nonne, in Italia sono stati appena
pubblicati due libri, Le nonne, appunto, tre racconti in cui hanno grande
spazio i sentimenti e le condizioni degli anziani, e Mara e Dann,
un'avventura fantastica di bambini coraggiosi. La Lessing non si smentisce,
e come le puntigliose e querule signore inglesi, risponde compiutamente ad
ogni domanda senza imbarazzi o indecisioni. E' una perfetta e inossidabile
rappresentante del fair play anglosassone.
"Le tre storie contenute ne Le nonne - informa -, sono storie vere. Uno dei
racconti ha per protagonista una ragazza nera, e originariamente la vicenda
era accaduta a New York, ma io l'ho trasferita in Inghilterra ambientandola
nella seconda guerra mondiale. Ho pensato a questa trasposizione perche' il
fulcro della storia americana roteava attorno al denaro, mentre io ho fatto
della differenza di classe la questione centrale. Forse e' il racconto che
mi piace di piu', perche' invecchiando ho scoperto che il ricordo della
guerra mi crea addosso una sorte di nube, e anche altre persone anziane mi
hanno raccontato di provare la stessa sensazione".
*
- Francesco Mannoni: La vecchiaia ha dei vantaggi?
- Doris Lessing: La vecchiaia non ha vantaggi. Credo pero' che l'invecchiare
sia una questione d'aspettative degli altri nei nostri confronti. Quando
sono andata in Pakistan nel 1986, ho avuto la ventura di incontrare donne
abbastanza giovani che potevano essere mie figlie, ma avevano l'aspetto di
bisavole, perche era quello che la societa' si aspettava da loro. M'e'
capitato anche di conoscere uomini e donne che hanno deciso di dire basta e
tirare i remi in barca: quello e' il momento in cui, per una questione di
volonta', si diventa vecchi.
*
- Francesco Mannoni: Secondo lei, perche' c'e' una certa condiscendenza nei
confronti delle persone anziane?
- Doris Lessing: L'atteggiamento condiscendente nei confronti delle persone
anziane in generale e' una caratteristica fissa della razza umana: quello di
trovarsi un gruppo, un individuo, un animale con cui essere paternalistici.
C'e' sempre qualcuno da condannare o da ghettizzare: oggi potranno essere
gli stupidi e i disabili, domani i musulmani, e tutti quelli che non sono e
non la pensano come noi. Come specie siamo ancora molto tribali: noi siamo i
buoni, gli altri i cattivi. E' una vecchia logica della quale non ci siamo
mai liberati, e la usiamo con particolare riguardo verso le persone anziane,
perche' vecchio per tanti significa stupido, incapace.
*
- Francesco Mannoni: Conosce abbastanza l'Italia per esprimere una sua
opinione sul nostro paese?
- Doris Lessing: Non posso dire di sapere molto dell'Italia, ma c'e' sempre
un divario tra quello che sento dire dai miei amici italiani - che sono
molti - e quello che leggo sui giornali. Si continua a dire quanto sia
difficile la vostra situazione, ma tutte le volte che vengo in questo Paese,
mi sembra di essere in paradiso. Mi viene in mente pero' il fatto che molte
donne italiane hanno deciso di non avere piu' figli. Questa mi sembra una
decisione spaventosa. Se non abbia ragione Kurt Vonnegut, per il quale le
donne smettono d'avere figli perche' vogliono impedire alla guerra di
portarglieli via.
*
- Francesco Mannoni: Cosa ne pensa della violenza del fondamentalismo
islamico?
- Doris Lessing: Le persone che fanno della religione una violenza sono
insensibili. A mio parere sono figli della guerra anche loro, come furono le
Brigate Rosse in Italia. Una guerra non finisce mai davvero. Continua a
lavorare sottotraccia, nel sottosuolo, come sta succedendo in Iraq e in
Palestina, e per questo fatto, alla situazione attuale del terrorismo e ai
rapimenti che sono diventati un'arma di ricatto, personalmente non vedo una
soluzione e non ne ho una da proporre. Di una cosa pero' sono certa: non
credo che George Bush liberera' il mondo del terrorismo.
*
- Francesco Mannoni: Un suo libro degli anni Ottanta si intitolava La brava
terrorista: oggi, davanti all'escalation del terrorismo che sta sgomentando
il mondo, userebbe ancora un titolo simile?
- Doris Lessing: Il titolo di quel libro era una definizione ironica, non so
se mi spiego. Per un certo periodo ho fatto parte anch'io di quel tipo di
sinistra, pronta a sterminare milioni di nemici del popolo e nello stesso
tempo capace di commuovermi per il destino delle balene e dei cani. Una
contraddizione che mi sembrava interessante, un territorio da esplorare.
Molti militanti dei movimenti estremisti e perfino alcuni ex terroristi si
sono riconosciuti nei personaggi del libro, mi hanno scritto per confermare
che era successo proprio cosi'. Una frase che mi ha colpito molto di queste
lettere e': "Si sono lasciati prendere dal linguaggio che usavano".
*
- Francesco Mannoni: I bambini, come i protagonisti di Mara e Dann, sono
sempre coraggiosi e riescono a sopravvivere ai tanti orrori del nostro
tempo?
- Doris Lessing: I protagonisti del mio libro sono bambini che si tirano
fuori da ogni minaccia grazie alla loro furbizia e al loro coraggio,
sopravvivendo ad ogni genere d'orrori. I bambini sono molto coraggiosi
quando sono costretti ad esserlo. Questa considerazione si puo' allargare a
tutto il genere umano. Siamo fatti tutti dello stesso materiale genetico,
della stessa stoffa, e in determinate condizioni tutti riusciamo a sfoderare
un coraggio straordinario per difenderci dalle devastazioni dell'ambiente,
dagli uomini politici mediocri e dalle guerre; e andiamo avanti, perche' il
genere umano e' nato dalla crisi e dalla catastrofe, percio' come potrebbe
non essere fatto di gente coraggiosa?
*
- Francesco Mannoni: I bambini sopravvivono, ma escono sempre indenni dal
male che attraversano?
- Doris Lessing: In Europa, per fortuna, non c'e' una guerra da molti anni e
i giovani nei confronti dei temi della sofferenza hanno un atteggiamento
completamente diverso da quello che abbiamo avuto noi a causa delle
sofferenze patite. A loro vorrei dire come monito che questa situazione non
durera'. Perche' lo dico? Non e' mai successo nella storia che la pace in
assenza di guerra durasse tanto a lungo. Percio' credo che non possiamo
realmente proteggere i bambini. D'altronde come potremmo fare? Come possiamo
pensare che recuperino la salute fisica i bambini iracheni, molti dei quali
gia' in tenera eta' hanno assistito a molti orrori? Tutta l'infanzia, in
qualsiasi condizione, e' traumatica e crescendo decidiamo di lasciarcela
alle spalle. La vita dei bambini e' una sorta di maratona di sopravvivenza.
Sono inflitte delle prove che credo non infliggeremmo a un cane. Siamo stati
selvaggi un tempo... Un tempo?

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 250 del 22 ottobre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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