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Minime. 250
- Subject: Minime. 250
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 22 Oct 2007 00:58:09 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 250 del 22 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Secondo incontro internazionale "Mujeres en lucha" 2. Dal primo al 4 novembre a Verona 3. Silvia Ugolotti intervista Doris Lessing (2004) 4. Francesco Mannoni intervista Doris Lessing (2005) 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. SECONDO INCONTRO INTERNAZIONALE "MUJERES EN LUCHA" [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo] Su iniziativa dell'associazione delle Madri argentine di Plaza de Mayo, che da trent'anni incarnano il volto della resistenza della vita sulla morte - del dar vita materno sul dar morte dei regimi e delle guerre -, le "donne in lotta" del mondo si incontrano per scambiare esperienze, affermare la possibilita' di una pratica politica radicalmente "altra" e costruire nuovi strumenti di pace, giustizia, liberta' e dignita' umana. L'incontro si terra' a Roma, sotto l'egida della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica Italiana, da lunedi' 22 a giovedi' 25 ottobre 2007, presso la Biblioteca "Giovanni Spadolini" del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva. * L'idea di realizzare un incontro internazionale delle "donne in lotta" di tutto il mondo nasce in seno all'associazione Madres de Plaza de Mayo: le madri argentine che, dopo il golpe di Videla del 24 marzo 1976, ebbero il coraggio di sfidare la dittatura, riunendosi in quella Plaza de Mayo dove avrebbero dato vita alla storica marcia che ogni giovedi', da trent'anni a questa parte, ricorda al mondo che trentamila oppositori politici - per lo piu' ragazze e ragazzi sui vent'anni - furono sequestrati e uccisi dai militari, che, dopo averli torturati nei campi di concentramento clandestini disseminati nell'intero paese, li fecero "scomparire" nei modi piu' spietati, spesso gettandoli in mare, vivi, con i "voli della morte". In occasione del Trentennale delle sue attivita' (la prima "marcia" delle Madres in Plaza de Mayo risale al 30 aprile del 1977), l'Associazione delle Madri dei desaparecidos argentini - che non hanno smesso di fare della maternita' un potere irrevocabile, capace di generare sogni, progetti, relazioni, in una straordinaria indicazione di pratica politica che va ben oltre la storia argentina - intende chiamare a raccolta e a un confronto diretto le associazioni delle donne che oggi, nei cinque continenti, combattono in vari modi le ingiustizie, le violenze, i fondamentalismi, i regimi e le guerre, affermando con il proprio operato che una prassi politica radicalmente "altra" e' possibile. L'incontro - che grazie al patrocinio concesso dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica Italiana avra' svolgimento a Roma da lunedi' 22 a giovedi' 25 ottobre 2007 presso la Biblioteca "Giovanni Spadolini" del Senato della Repubblica (Sala degli Atti parlamentari), a Palazzo Minerva - trae spunto dalla precedente, analoga iniziativa che si tenne a Parigi nel 1994, sotto l'egida dell'Assemblea Nazionale e con il sostegno di Danielle Mitterrand, e che vide la partecipazione delle "Madres en Lucha" di vari Paesi del mondo. * Il progetto scaturisce da una intuizione, o, meglio, da una constatazione: le associazioni delle donne che sono state vittime di violazioni dei diritti umani a causa di guerre, dittature o fondamentalismi - e che, in tempi e luoghi diversi, nel corso degli ultimi tre decenni, sono venute autonomamente elaborando strumenti e metodi di lotta specifici, in funzione dei differenti contesti politico-economici, sociali e culturali in cui si sono trovate ad operare - hanno tutte un comun denominatore. Di fronte a enormi difficolta' e tragedie, donne diverse di tutto il mondo hanno sperimentato e messo in essere - ciascuna a modo proprio, ma con molti elementi in comune - una modalita' di lotta, una capacita' di organizzarsi, di opporsi, di rivendicare le proprie ragioni e di costruire progetti che ha saputo affermare la forza della vita contro la morte (del dar vita materno sul dar morte dei regimi, dei fondamentalismi e delle guerre), dimostrando come, anche dopo "esperienze limite" di violazioni e lutti, e anzi proprio a partire da queste, si possa trovare la forza di resistere e di combattere con ancora piu' determinazione a favore della pace, della giustizia, della liberta' e della dignita' umana. * Obiettivi dell'incontro: Per le donne che parteciperanno: mettere a confronto e scambiare esperienze, potenziando l'approccio comune; unire le esigenze e sostenersi a vicenda; costruire strumenti comuni, come ad esempio una rete di collegamento internazionale permanente delle donne, quale centro di documentazione e consulta (altri strumenti saranno definiti anche grazie al contributo di idee di tutte). Per l'esterno: recuperare e costruire una memoria storica delle esperienze attraverso le quali le donne in lotta del mondo, negli ultimi tre decenni, hanno saputo opporsi alle guerre, alle dittature e ai fondamentalismi, mettendo in luce il comun denominatore che unisce le diverse esperienze e modalita' di lotta; testimoniare come donne di tutto il mondo abbiano saputo sperimentare e via via affinare forme di lotta talvolta anche assai originali ed eterodosse, dalle quali e' scaturita una nuova pratica politica (da cui tutti, e in particolare gli attuali movimenti, possono trarre preziose indicazioni); produrre un documento di sintesi dei contenuti del convegno: ad esempio una "Carta degli impegni", da indirizzarsi ai massimi rappresentanti delle piu' importanti istituzioni italiane, europee e internazionali. * Per ulteriori informazioni contattare il comitato promotore: Cinzia Tosi, tel. 3335651751, e-mail: ale-j at libero.it Giovanna Cardarelli, tel. 3316011238, e-mail: giovanna.cardarelli at tin.it Luisa Morfini, tel. 338 7212926, e-mail: luisa.morfini at itc.cnr.it Sarah Grugnetti, tel. 3494693169, e-mail: sara.grugnetti at fastwebnet.it Sima - Solidarieta' Italiana con le Madri di Plaza de Mayo, via Ripa di Porta Ticinese 47, 20143 Milano, tel. 0289400394, e-mail: sima.madres at fastwebnet.it 2. INCONTRI. DAL PRIMO AL 4 NOVEMBRE A VERONA [Riproduciamo la seguente lettera inviata dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ad alcuni mezzi d'informazione amici e ad alcune persone amiche che lavorano nei mezzi d'informazione] Dal primo al 4 novembre a Verona si terra' il ventiduesimo congresso del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, l'illustre filosofo (1899-1968) che introdusse la nonviolenza in Italia e che e' oggi noto all'opinione pubblica forse soprattutto per aver ideato la marcia Perugia-Assisi. * Il congresso del Movimento Nonviolento cade in un momento drammatico in cui guerre, terrorismo, ingiustizie globali e catastrofi ambientali richiedono che sempre piu' le persone, i movimenti, le societa', i popoli, gli stati e le organizzazioni internazionali facciano ricorso a quell'immensa risorsa di civilta', diritto, ragione e bene che la nonviolenza costituisce. La nonviolenza e' oggi non solo fondamento e criterio di un'etica personale e collettiva, non solo proposta di intervento sociale e politico, ma anche principio giuriscostituente che inveri in una prassi nitida e rigorosa il programma scritto nelle grandi carte giuridiche del Novecento ispirate ai valori della pace, della liberta', della giustizia, della solidarieta', della responsabilita', della salvaguardia della civilta' e della biosfera, del riconoscimento e della promozione di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. Sarebbe utile che l'opinione pubblica fosse adeguatamente informata sul prossimo congresso del Movimento Nonviolento, che porra' al centro dei suoi lavori la proposta della nonviolenza come concreta politica di pace, come urgente richiamo al rispetto della vita e della dignita' di ogni essere umano, come impegno coerente contro guerra e terrorismo, contro strutture di ingiustizia e organizzazioni criminali, contro tutte le oppressioni e le devastazioni, come invito a un alacre adeguato operare per la giustizia, il benessere di tutti e la sicurezza comune, la difesa dei diritti delle persone e dei popoli, la tutela dei beni comuni e della biosfera. Il Movimento Nonviolento, e la sua rivista "Azione nonviolenta", costituiscono una esperienza preziosa per la vita civile del nostro paese, una tradizione culturale ricca e profonda (radicata, come rilevava Capitini, nell'ascolto e nella sequela di figure ed esperienze come quelle di Francesco d'Assisi, di Giacomo Leopardi e Giuseppe Mazzini), una cultura morale e politica viva e feconda, nello sviluppo del pensiero e dell'azione di figure indimenticabili come Mohandas Gandhi e Martin Luther King, Hannah Arendt e Simone Weil, Danilo Dolci ed Ernesto Balducci, Maria Montessori e Marianella Garcia, Lorenzo Milani e Tonino Bello, Virginia Woolf ed Etty Hillesum, Primo Levi ed Alexander Langer, Dorothy Day e Luce Fabbri, e di maestre tuttora viventi come Rigoberta Menchu' e Vandana Shiva, Shirin Ebadi e Wangari Maathai. * Il congresso del Movimento Nonviolento e' per la cultura civile e per la cultura tout court un momento significativo e un significativo luogo di confronto e ricerca; e' un momento significativo e un significativo luogo di confronto e ricerca per la politica alta ed autentica. Sarebbe opportuno che vi fosse intorno ad esso la giusta attenzione da parte dei mezzi d'informazione. Ed in particolare quei mezzi d'informazione piu' vicini ai movimenti per i diritti umani, ecopacifisti ed equosolidali (movimenti che sempre piu' persuasamente, ampiamente e profondamente si accostano alla nonviolenza trovando in essa risorse, strumenti, criteri, una tavola di valori e molte proposte d'iniziativa, un illuminante patrimonio di esperienze e riflessioni) potrebbero contribuire altresi' a promuovere la piu' ampia partecipazione al congresso. * Vi saremmo assai grati se vorrete dare notizia di questo importante evento, anche mettendovi in contatto diretto con la segreteria organizzativa: presso la Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org * Allegato 1. Programma del congresso XXII Congresso del Movimento Nonviolento: "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti" Verona, 1 - 4 novembre 2007, Sala "Comboni", Missionari Comboniani, vicolo Pozzo 1, San Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico) - 31 ottobre, mercoledi' Sera, ore 21: dibattito: "Il caso Verona: dalla citta' di pace, alla tolleranza zero. Cos'ha da dire la nonviolenza?". Introduce Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta"; partecipano: Sergio Paronetto, insegnante; Alberto Tomiolo, scrittore; modera Raffaello Zordan, giornalista di "Nigrizia". - Primo novembre, giovedi' Mattina, ore 10,30: apertura del segretario e relazione introduttiva. Pomeriggio: comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui gruppi locali; dibattito in assemblea plenaria. - 2 novembre, venerdi' Mattina: lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il Servizio civile volontario; L'educazione alla nonviolenza. Pomeriggio: lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso. Sera, ore 21: incontro con Ibu Robin Lim, Indonesia, ostetrica, Premio Alexander Langer 2006, "La pace nel mondo puo' venir costruita cominciando oggi, un bambino per volta". - 3 novembre, sabato Mattina: riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni. Pomeriggio: dibattito sulle mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche. - 4 novembre, domenica, ore 10 "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi simbolici della citta': partenza da via Spagna, Casa per la Nonviolenza, percorso attraverso San Zeno, Tribunale Militare, Arsenale, Ponte della Vittoria, arrivo in Piazza Bra' alle ore 12. Per informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org * Allegato 2. Una breve notizia biobibliografica su Aldo Capitini Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 3. RITRATTI. SILVIA UGOLOTTI INTERVISTA DORIS LESSING (2004) [Dalla "Gazzetta di Parma" del 7 ottobre 2004, col titolo "Doris Lessing. Le vite che non ho". Doris Lessing e' una delle piu' grandi scrittrici viventi. Dal sito www.feltrinellieditore.it riprendiamo la seguente scheda: "Doris Lessing (Doris May Taylor) e' nata in Persia (Iran), figlia di genitori inglesi, nel 1919, e ha vissuto l'infanzia a Kermanshah dove il padre lavorava in una banca. Nel 1925 la famiglia si e' trasferita nella colonia britannica della Rhodesia (oggi Zimbabwe) a gestire una fattoria. Doris Lessing ha studiato in un convento e poi in una scuola femminile di Salisbury, che ha abbandonato a quattordici anni. Ha completato la sua formazione da autodidatta, leggendo i grandi classici della letteratura. Ha lasciato la casa paterna a quindici anni. Nel 1937 si e' trasferita a Salisbury ed e' iniziato il suo impegno politico, nella sinistra non razzista. A diciannove anni si sposa con Frank Charles Wisdom e ha da lui due figli, John e Jean. Divorzia dal marito e lascia la famiglia nel 1943. Si iscrive al Partito comunista, che abbandonera' nel 1954. Sposa in seconde nozze l'attivista politico ebreo-tedesco Gottfried Lessing. Ma anche dal secondo marito si separa, nel 1949, dopo aver avuto da lui un figlio. Dopodiche' si trasferisce in Inghilterra col figlio minore, Peter, e li' pubblica il suo primo romanzo, L'erba canta, nel 1950. Da questo momento consacra la sua vita alla scrittura. Ha pubblicato romanzi, racconti, opere teatrali, libri di fantascienza; nella sua opera, che affronta tematiche sociali quali il conflitto razziale, l'emancipazione femminile, l'impegno politico, ha una grande importanza l'elemento autobiografico. Nei romanzi degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta narra dell'Africa e critica apertamente l'ingiustizia del sistema di potere dei bianchi, e per questo e' stata bandita da Zimbabwe e Sudafrica nel 1956. Nel 1951 inizia a scrivere il ciclo di Martha Quest, I figli della violenza, che comprende fra l'altro: Martha Quest (1952), romanzo ambientato negli anni Trenta con protagonista una Martha adolescente che vive in una misera fattoria sudafricana, poi in citta', a contatto con la politica e i conflitti razziali; Un matrimonio per bene (1954), che vede Martha sposarsi a diciannove anni e affrontare la vita cittadina, un marito in guerra, tra tentazioni e dubbi nella solitudine; Echi della tempesta (1958) e i due libri non tradotti in italiano, Landlocked (1965) e The Four-Gated City (1969). Nel 1953, pubblica la raccolta di racconti L'altra donna, che hanno per protagoniste tre donne in vicende di distanza tra i sessi e di conflittualita' razziale. Nel 1957, pubblica i racconti L'abitudine di amare, sulla 'necessita'' del rapporto amoroso. Tra le altre raccolte di racconti, ricordiamo: Racconti africani (1951-54), ambientati in una Rhodesia ancora sotto l'impero britannico dove emerge la questione razziale, con le sue problematiche per neri e bianchi; e successivamente Racconti londinesi (1987), ambientati in una Londra fatta di diverse etnie, classi, comportamenti sociali, con donne e bambini esposti alla durezza della metropoli; La storia di un uomo che non si sposava e altri racconti (1972). Nel 1962, pubblica uno dei suoi romanzi maggiori, Il taccuino d'oro, quasi una summa delle tematiche piu' care a Lessing, che vi analizza i motivi di vita, politici, sociali, sessuali, della protagonista Anna Wulf, raccolti in quattro taccuini. Nel 1967, pubblica un libro sui gatti, Gatti molto speciali. Nel 1971, pubblica Discesa all'inferno; nel 1974, Memorie di una sopravvissuta. Tra il 1979 e il 1983 scrive la serie fantascientifica Canopus in Argos. Per alcuni libri decide di usare lo pseudonimo di Jane Somers per vedere se verra' pubblicata comunque. Nel 1983, pubblica Il diario di Jane Somers, un romanzo sull'amicizia di una giovane donna, Janna, e di una vecchia signora, Maudie; nel 1984, pubblica il suo seguito, Se gioventu' sapesse, che vede Janna, ormai cinquantacinquenne, vedova, con una nipote diciottenne, nel vano tentativo di far rivivere l'amore spensierato della giovinezza con un uomo. Nel 1985, pubblica La brava terrorista, un romanzo che ha per protagonista una giovane borghese militante, Alice, che organizza con generosita' la vita di una casa occupata londinese e poi scivola lentamente nell'eversione. Nel 1988, pubblica Il quinto figlio, romanzo sulla nascita in una famiglia borghese di un bambino 'diverso', creatura di un'altra epoca, che fa saltare equilibri fasulli e conformismi. Nel 1994, pubblica un libro di viaggio, Sorriso africano. Quattro visite nello Zimbabwe, dove descrive il suo ritorno in quattro occasioni nell'arco di dieci anni nell'ex Rhodesia. Nel 1995, fara' ritorno per la prima volta anche in Sudafrica. Nel 1996, pubblica Amare, ancora, che ha per protagonista un'anziana produttrice teatrale, Sarah, la quale mentre allestisce una piece si innamora di due uomini piu' giovani. Nel 1999, pubblica Mara e Dann. Nel 2000, pubblica Ben nel mondo, il seguito de Il quinto figlio, sulla vita adulta del figlio 'diverso'. Nel 2001, pubblica Il sogno piu' dolce, che narra una storia familiare lungo l'intero Novecento con tutto il suo bagaglio di lotte, sconfitte, splendori ed eroismi; una saga generazionale, tra Londra e l'Africa, che ruota attorno alle figure di due donne, Frances e Julia. Nel 2003, pubblica i tre racconti raccolti in Le nonne. Ha pubblicato inoltre due volumi di un'autobiografia: Sotto la pelle, nel 1994, sui primi trent'anni di vita, dal 1919 alla partenza per l'Inghilterra, tra tradizione europea e vita africana, due continenti e due culture in conflitto; e Camminando nell'ombra, nel 1997, sugli anni della costruzione dell'identita' letteraria, politica, esistenziale, in una nazione e una citta' provate dalla guerra, tra il 1949 e il 1962. Non ha scritto, come era nel progetto iniziale, il terzo e ultimo volume. Tra gli altri premi ha vinto il Grinzane Cavour 'Una vita per la letteratura' nel 2001. Nel 2007 ha vinto il premio Nobel per la letteratura"] Pensando all'eta', ci si immagina una vecchina dolce e arrendevole. Piccola, coi capelli grigi raccolti morbidi sul capo. La voce mutata dagli anni, bassa e remissiva, perfetta per raccontare storie, tra un sorso di "tea" e un paio di "biscuits". Guardandola ci sembra di aver azzeccato il quadro. Respirandola, no. Doris Lessing, un nome che a pronunciarlo fa soggezione, nell'aria lascia il profumo fresco dell'energia. L'energia di ottantacinque anni vissuti tra impegno politico e letterario, facendosi interprete in prima linea della condizione della donna. L'energia di un'intelligenza virile, imperiosa, che sprigiona dal corpo non appena, in silenzio, comincia a osservare chi le sta di fronte. Doris Lessing, una delle piu' grandi autrici del nostro tempo, ha pubblicato una trentina di romanzi di narrativa, per non contare le opere di saggistica, drammi e quant'altro. Ha ricevuto oltre venti premi letterari tra i piu' prestigiosi, ai quali incomprensibilmente manca solo un Nobel. Sara' oggi la volta buona? Ma di certo non e' per portarselo a casa che continua ad aggiungere titoli alla sua immensa produzione letteraria. E' stata una delle prime ad aver parlato di Afghanistan e di Pakistan. Si e' infilata nei panni dell'infanzia e dell'eta' al tramonto, di una barbona, di una terrorista, perfino di un gatto. Ha sfidato l'editoria quando, gia' autrice di best seller, ha deciso di spedire un manoscritto sotto falso nome. E' stato pubblicato uno dei suoi piu' brillanti capolavori, Il diario di Jane Somers. "E' straordinario", disse l'editore, "Sembrano pagine uscite dalla penna di Doris Lessing...". "L'anziana prepotente che bistratta Jane e' realmente esistita. Aveva circa ottant'anni quando la conobbi", dice. "Siamo diventate subito amiche. Era poverissima e furiosa. Viveva in uno squallore estremo fatto di sporcizia e deprivazione. Temeva di essere acciuffata dai servizi sociali e portata in una comunita' per anziani. Decisi di darle una mano perche' potesse sopravvivere. Non cambiai le sue regole e il suo modo di vivere, perche' non ne voleva un altro". Oggi avrebbe agito diversamente? "Odio chi vuole mettere ordine a tutti i costi. Sono persone ossessive, mi fanno paura", sorride. "Sono convinta che ognuno dovrebbe poter essere come gli pare". Le braccia conserte, appoggiate sul tavolo, spiega come e' nato il suo ultimo libro, Le nonne. "Vicende realmente accadute che mi sono state narrate tempo fa. Le ho tenute un po' con me prima di scrivere, per farle mie". Si parla di passioni, di liberta', di amori e di guerre: "La nostra memoria della guerra si concentra su pochi fatti eclatanti, come lo sbarco in Normandia, ad esempio. Non ci si ricorda, invece, che la guerra e' stata terribile per tutti, ha sconvolto e sconvolge le vite di ogni abitante sul pianeta. Ora che sono vecchia lo sento di piu' l'orrore e non posso fare a meno di pensare a tutte quelle persone che oggi avrebbero la mia eta' se non avessero perso la vita al fronte". Non riesce a continuare, la voce si spezza e le parole si fermano. Sono fantasmi che ritornano. Nata nel 1919 in Persia, a cinque anni Doris Lessing fu portata in Rhodesia. Inizio' a scrivere da bambina. Entro' in collegio e a 13 anni scappo' quando pubblico' in Sudafrica i due primi racconti. A 15 anni era gia' fuori casa, a 19 sposata, subito madre di due figli, e pochi anni dopo di nuovo sola, a Salisbury. Indomita, insofferente, incontro' Gottfried Lessing: lo sposo', e pure da lui ebbe un figlio. Nel 1949 prese Peter e si trasferi' a Londra: trentenne, era libera. Rimpianti? "Penso spesso alle mie vite alternative. Quelle che avrei potuto vivere, oltre la mia. Avrei fatto l'agricoltore. Oppure l'esploratore". 4. RIFLESSIONE. FRANCESCO MANNONI INTERVISTA DORIS LESSING (2005) [Da "La Provincia di Como" del 2 gennaio 2005, col titolo "Parla Doris Lessing: Io dalla parte di anziani e bambini"] "Sono una vecchia cinica, lo so", dice Doris Lessing con voce ferma e un sorriso disarmante. Ma questa amabile e sorprendente nonnina inglese di 85 anni, nata in Iran quando ancora il paese si chiamava Persia e vissuta nello Zimbabwe, un pezzo di Sudafrica ex Rodhesia, non e' certo una cariatide del passato. Tenace e provocatoria, in romanzi e racconti che hanno fatto epoca ha raccontato l'apartheid e la Grande Depressione, i movimenti di liberazione e l'Europa del secondo dopoguerra dall'Africa ai ghetti londinesi, passando dai frenetici anni Sessanta ai tremendi anni Ottanta. Opponendosi alla rigida educazione inglese prima con le sue simpatie comuniste e poi operando sul fronte del femminismo con dissacrante e irriducibile passione, si e' sempre ribellata a tutto cio' che era costrizione, regola imposta. Il suo modo di parlare, ha qualcosa d'angelico, ma il guizzo dello sguardo che fissa l'interlocutore, ha il balenio di una luce intermittente che ad intervalli regolari flagella come uno scudiscio. Di questa scrittrice bella, serena, i capelli bianchi e lisci tirati all'indietro e uniti in una crocchia come facevano le nostre nonne, in Italia sono stati appena pubblicati due libri, Le nonne, appunto, tre racconti in cui hanno grande spazio i sentimenti e le condizioni degli anziani, e Mara e Dann, un'avventura fantastica di bambini coraggiosi. La Lessing non si smentisce, e come le puntigliose e querule signore inglesi, risponde compiutamente ad ogni domanda senza imbarazzi o indecisioni. E' una perfetta e inossidabile rappresentante del fair play anglosassone. "Le tre storie contenute ne Le nonne - informa -, sono storie vere. Uno dei racconti ha per protagonista una ragazza nera, e originariamente la vicenda era accaduta a New York, ma io l'ho trasferita in Inghilterra ambientandola nella seconda guerra mondiale. Ho pensato a questa trasposizione perche' il fulcro della storia americana roteava attorno al denaro, mentre io ho fatto della differenza di classe la questione centrale. Forse e' il racconto che mi piace di piu', perche' invecchiando ho scoperto che il ricordo della guerra mi crea addosso una sorte di nube, e anche altre persone anziane mi hanno raccontato di provare la stessa sensazione". * - Francesco Mannoni: La vecchiaia ha dei vantaggi? - Doris Lessing: La vecchiaia non ha vantaggi. Credo pero' che l'invecchiare sia una questione d'aspettative degli altri nei nostri confronti. Quando sono andata in Pakistan nel 1986, ho avuto la ventura di incontrare donne abbastanza giovani che potevano essere mie figlie, ma avevano l'aspetto di bisavole, perche era quello che la societa' si aspettava da loro. M'e' capitato anche di conoscere uomini e donne che hanno deciso di dire basta e tirare i remi in barca: quello e' il momento in cui, per una questione di volonta', si diventa vecchi. * - Francesco Mannoni: Secondo lei, perche' c'e' una certa condiscendenza nei confronti delle persone anziane? - Doris Lessing: L'atteggiamento condiscendente nei confronti delle persone anziane in generale e' una caratteristica fissa della razza umana: quello di trovarsi un gruppo, un individuo, un animale con cui essere paternalistici. C'e' sempre qualcuno da condannare o da ghettizzare: oggi potranno essere gli stupidi e i disabili, domani i musulmani, e tutti quelli che non sono e non la pensano come noi. Come specie siamo ancora molto tribali: noi siamo i buoni, gli altri i cattivi. E' una vecchia logica della quale non ci siamo mai liberati, e la usiamo con particolare riguardo verso le persone anziane, perche' vecchio per tanti significa stupido, incapace. * - Francesco Mannoni: Conosce abbastanza l'Italia per esprimere una sua opinione sul nostro paese? - Doris Lessing: Non posso dire di sapere molto dell'Italia, ma c'e' sempre un divario tra quello che sento dire dai miei amici italiani - che sono molti - e quello che leggo sui giornali. Si continua a dire quanto sia difficile la vostra situazione, ma tutte le volte che vengo in questo Paese, mi sembra di essere in paradiso. Mi viene in mente pero' il fatto che molte donne italiane hanno deciso di non avere piu' figli. Questa mi sembra una decisione spaventosa. Se non abbia ragione Kurt Vonnegut, per il quale le donne smettono d'avere figli perche' vogliono impedire alla guerra di portarglieli via. * - Francesco Mannoni: Cosa ne pensa della violenza del fondamentalismo islamico? - Doris Lessing: Le persone che fanno della religione una violenza sono insensibili. A mio parere sono figli della guerra anche loro, come furono le Brigate Rosse in Italia. Una guerra non finisce mai davvero. Continua a lavorare sottotraccia, nel sottosuolo, come sta succedendo in Iraq e in Palestina, e per questo fatto, alla situazione attuale del terrorismo e ai rapimenti che sono diventati un'arma di ricatto, personalmente non vedo una soluzione e non ne ho una da proporre. Di una cosa pero' sono certa: non credo che George Bush liberera' il mondo del terrorismo. * - Francesco Mannoni: Un suo libro degli anni Ottanta si intitolava La brava terrorista: oggi, davanti all'escalation del terrorismo che sta sgomentando il mondo, userebbe ancora un titolo simile? - Doris Lessing: Il titolo di quel libro era una definizione ironica, non so se mi spiego. Per un certo periodo ho fatto parte anch'io di quel tipo di sinistra, pronta a sterminare milioni di nemici del popolo e nello stesso tempo capace di commuovermi per il destino delle balene e dei cani. Una contraddizione che mi sembrava interessante, un territorio da esplorare. Molti militanti dei movimenti estremisti e perfino alcuni ex terroristi si sono riconosciuti nei personaggi del libro, mi hanno scritto per confermare che era successo proprio cosi'. Una frase che mi ha colpito molto di queste lettere e': "Si sono lasciati prendere dal linguaggio che usavano". * - Francesco Mannoni: I bambini, come i protagonisti di Mara e Dann, sono sempre coraggiosi e riescono a sopravvivere ai tanti orrori del nostro tempo? - Doris Lessing: I protagonisti del mio libro sono bambini che si tirano fuori da ogni minaccia grazie alla loro furbizia e al loro coraggio, sopravvivendo ad ogni genere d'orrori. I bambini sono molto coraggiosi quando sono costretti ad esserlo. Questa considerazione si puo' allargare a tutto il genere umano. Siamo fatti tutti dello stesso materiale genetico, della stessa stoffa, e in determinate condizioni tutti riusciamo a sfoderare un coraggio straordinario per difenderci dalle devastazioni dell'ambiente, dagli uomini politici mediocri e dalle guerre; e andiamo avanti, perche' il genere umano e' nato dalla crisi e dalla catastrofe, percio' come potrebbe non essere fatto di gente coraggiosa? * - Francesco Mannoni: I bambini sopravvivono, ma escono sempre indenni dal male che attraversano? - Doris Lessing: In Europa, per fortuna, non c'e' una guerra da molti anni e i giovani nei confronti dei temi della sofferenza hanno un atteggiamento completamente diverso da quello che abbiamo avuto noi a causa delle sofferenze patite. A loro vorrei dire come monito che questa situazione non durera'. Perche' lo dico? Non e' mai successo nella storia che la pace in assenza di guerra durasse tanto a lungo. Percio' credo che non possiamo realmente proteggere i bambini. D'altronde come potremmo fare? Come possiamo pensare che recuperino la salute fisica i bambini iracheni, molti dei quali gia' in tenera eta' hanno assistito a molti orrori? Tutta l'infanzia, in qualsiasi condizione, e' traumatica e crescendo decidiamo di lasciarcela alle spalle. La vita dei bambini e' una sorta di maratona di sopravvivenza. Sono inflitte delle prove che credo non infliggeremmo a un cane. Siamo stati selvaggi un tempo... Un tempo? 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 250 del 22 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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