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Minime. 237
- Subject: Minime. 237
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 9 Oct 2007 00:26:13 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 237 del 9 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Associazione Pantagruel: "Mai dire mai", una campagna per l'abolizione dell'ergastolo 2. Verso il XXII congresso del Movimento Nonviolento 3. Raffaella Mendolia: I congressi del Movimento Nonviolento dal 1990 al 2002 (parte seconda) 4. Il "Cos in rete" di ottobre 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento 6. Per saperne di piu' 1. APPELLI. ASSOCIAZIONE PANTAGRUEL: "MAI DIRE MAI", UNA CAMPAGNA PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO [Dall'Associazione Pantagruel di Firenze (per contatti: asspantagruel at virgilio.it) riceviamo e diffondiamo] Dal carcere di Spoleto e' partito un appello per iniziare uno sciopero della fame il primo dicembre 2007 per chiedere l'abolizione dell'ergastolo. Sono piu' di 500 gli ergastolani che ad oggi hanno risposto si', ma le adesioni continuano ad arrivare. E accanto agli ergastolani per solidarieta' con la loro lotta pacifica si stanno schierando numerosi compagni detenuti e familiari. Se la maggioranza fara' lo sciopero della fame per uno-due giorni, gia' una ventina di detenuti hanno dichiarato che invece lo porteranno avanti ad oltranza fino a che non avranno delle risposte politiche. * Dall'appello degli ergastolani del carcere di Spoleto: "L'ergastolano non puo' guardare in faccia il futuro, puo' solo guardare il tempo che va via. Gli ergastolani non hanno futuro, tirano a fare sera e a fare mattino. Gli ergastolani piu' fortunati riescano a sognare: i nostri sogni sono le uniche certezze della nostra vita e spesso sognamo di riuscire ad avere un fine pena. Molti di noi se potessero scegliere preferirebbero morire subito, adesso, in questo momento, piuttosto che nel modo orribile, progressivamente e infinitamente spaventoso di morire tutti i giorni. Numerosi ergastolani hanno deciso, dal primo di dicembre, di non mangiare; non lasciateci soli, abbiamo bisogno della vostra solidarieta'. Dove vogliamo arrivare? Chiediamo che siano rispettate le regole dello Stato di diritto e della democrazia: vi sono due disegni di legge per l'abolizione dell'ergastolo, uno alla Camera e uno al Senato, ebbene, chiediamo che questi due disegni di legge siano discussi. In maniera trasparente, mostrando le nostre facce ed il nostro dolore abbiamo deciso, nonostante tutto e tutti, di vivere lottando pur rischiando di morire". * Cosa chiediamo a tutti quelli che ci leggono: 1. un'adesione alla campagna "Mai dire mai" e quindi un'adesione all'abrogazione dell'ergastolo; 2. per chi se la sente un'adesione allo sciopero della fame almeno per il primo giorno che e' stato fissato nel primo dicembre 2007. Vi chiediamo di farcelo sapere; 3. far girare nei propri contatti questo breve appello per coinvolgere altre migliaia di cittadini; 4. se fate parte di un'associazione, di una comunita', di un circolo, aderire anche con questo soggetto collettivo; 5. contribuire alle spese sostenute e che dovremo sostenere inviando qualche francobollo o un piccolo versamento di 10 euro sul nostro conto corrente postale n. 10019511 intestato a: Associazione Pantagruel - Firenze. * Ricordiamo a tutti di visitare il nostro sito internet www.informacarcere.it per avere maggiori notizie sulla campagna e le adesioni pervenute mentre per contatti esterni e per ulteriori notizie e documentazione contattare: Associazione Pantagruel Onlus, via A. Tavanti 20, 50134 Firenze, tel. 055473070, e-mail: asspantagruel at virgilio.it, sito: www.informacarcere.it 2. INIZIATIVE. VERSO IL XXII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti ": Verona, 1-4 novembre 2007, XXII congresso del Movimento Nonviolento Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini nel 1961, si riunisce a congresso per discutere e decidere le proprie linee di pensiero e di azione. E' un appuntamento aperto alle amiche e agli amici della nonviolenza. Solo gli aderenti votano, ma tutti possono portare il proprio contributo di idee e di proposte. L'invito e' rivolto in particolare a quanti si stanno impegnando contro la guerra, per il disarmo, per ridare dignita' alla politica, per costruire alternative, a chi ha manifestato il proprio sdegno a Vicenza, a chi ha camminato da Perugia ad Assisi, a chi ogni giorno fa un passo verso la nonviolenza. Nessun fucile si spezza da solo, c'e' bisogno di organizzare la nonviolenza, per essere in tanti e avere piu' forza. * Mercoledi' 31 ottobre, ore 21 Presentazione del Congresso alla citta'. Dibattito su: "Il caso Verona: cos'ha da dire la nonviolenza?". * Giovedi' primo novembre, ore 10,30 Apertura, relazione introduttiva, comunicazioni su "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui gruppi locali, dibattito in assemblea plenaria. * Venerdi' 2 novembre, ore 9,30 Lavoro nelle commissioni: Corpi Civili di Pace - Servizio Civile Volontario - Educazione alla nonviolenza - Economia Ecologia Energia - Risposte di movimento alla crisi della politica - Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso. * Sabato 3 novembre, ore 9,30 Dibattito, spazio per presentare le mozioni, votazioni, rinnovo delle cariche. * Domenica 4 novembre: non festa ma lutto Il Movimento Nonviolento promuove un'iniziativa pubblica a Verona domenica 4 novembre (anniversario della "vittoria" della prima guerra mondiale che costo' all'Italia 600.000 morti, da ricordare con il lutto civile, non con una festa militare), in ideale continuita' con la Marcia Perugia-Assisi e con gli impegni che la contrassegnano a partire dalla prima, indetta da Aldo Capitini nel 1961. La manifestazione e' aperta a tutti gli amici della nonviolenza e ne sollecita la consapevole partecipazione. Si rivolge in particolare a quanti, partecipando alla Marcia Perugia-Assisi, sanno bene che l'affermazione dei diritti umani richiede un impegno di costruzione della pace. Per questo e' necessario il rilancio della nonviolenza attiva. La manifestazione concludera' il congresso del Movimento Nonviolento, "La nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti", e ne riprende i temi attraverso un percorso che collega luoghi significativi della citta'. Partenza alle ore 10 dalla Casa per la Nonviolenza, via Spagna 8, sede del Movimento e della rivista "Azione nonviolenta". Camminata con soste in piazza San Zeno (primo vescovo "extracomunitario" di origini africane), al Tribunale militare (dove venivano processati e condannati gli obiettori di coscienza), all'Arsenale (riconversione a fini civili di strutture militari), al ponte della Vittoria (quella che fu "un'inutile strage"), per concludere alle ore 12 in Piazza Bra', dove insieme celebreremo un momento di riflessione e di impegno, perche' il rifiuto della guerra sia accompagnato da azioni coerenti ad ogni livello di responsabilita'. Un tavolo sara' a disposizione per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare per Un futuro senza atomiche. 4 novembre, manifestazione a Verona: la nonviolenza e' in cammino... * Il Congresso si svolge presso la Sala "Comboni" dei Missionari Comboniani in Vicolo Pozzo 1, San Giovanni in Valle (vicino a Piazza Isolo, centro storico), a Verona. Pernottamento presso l'Ostello della Gioventu' "Villa Francescatti" salita Fontana del Ferro, 15 (a 100 metri dal luogo del congresso), tel. 045590360, fax: 0458009127. Per ulteriori informazioni: Casa per la nonviolenza, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 3. RIFLESSIONE. RAFFAELLA MENDOLIA: I CONGRESSI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO DAL 1990 AL 2002 (PARTE SECONDA) [Ringraziamo Raffaella Mendolia (per contatti: raffamendo at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente estratto dalla sua tesi di laurea su "Aldo Capitini e il Movimento Nonviolento (1990-2002)" sostenuta presso la Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' degli studi di Padova nell'anno accademico 2002-2003, relatore il professor Giampietro Berti. Raffaella Mendolia fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, ed ha a suo tempo condotto per la sua tesi di laurea una rilevante ricerca sull'accostamento alla nonviolenza in Italia. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recentissima antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione@nonviolenti:org, sito: www.nonviolenti.org] 2. XVII Congresso del Movimento Nonviolento, Venezia, 7-9 gennaio 1994 Il dibattito precongressuale in occasione del nuovo appuntamento riprende alcuni temi dal passato. La sezione di Varese dopo tre anni di esperienza di collaborazione Mir-Movimento Nonviolento a livello locale, rilancia il progetto a livello nazionale, dopo il Congresso rimasto inattuato (21). Da Giuseppe Barbiero viene l'invito ad allargare la visuale della nonviolenza, per troppo tempo limitata all'antimilitarismo e a trasformarla in nonviolenza globale: "E' molto importante che il Movimento Nonviolento si apra ad altri e nuovi contenuti della nonviolenza coltivati da un gran numero di persone dentro e fuori il Movimento Nonviolento, in particolare ai temi dell'intreccio pace-ambiente-sviluppo e ai problemi di ordine organizzativo del Movimento, soprattutto quelli concernenti il flusso ricerca-educazione-azione" (22). In particolare, bisogna recuperare la funzione pedagogica cara a molti grandi nonviolenti e si deve migliorare non solo la ricerca teorica ma la stessa trasmissione dell'informazione. Il Collettivo Nonviolento romano (23), deluso dalla scarsa possibilita' di contatti con l'area nonviolenta di cui si sente periferia, ricorda che la maggiore attenzione prestata alle situazioni drammatiche di altri Paesi rischia di far dimenticare la poverta' che ancora caratterizza alcune zone del "Terzo Mondo interno". Gli sforzi della nonviolenza politica vanno quindi indirizzati innanzi tutto per migliorare la situazione italiana (24). Nel numero di maggio 1993 della rivista "Azione nonviolenta", Fulvio Cesare Manara e Gloria Gazzeri riprendono il tema della distinzione tra pacifismo e nonviolenza. Per Manara la differenza riguarda principalmente il campo dell'azione: il pacifismo inteso come "no alla guerra" senza reale coinvolgimento personale rimane solo un'istanza di principio e spesso e' impotente, la nonviolenza invece e' attiva partecipazione, non fugge il conflitto anzi lo puo' talvolta alimentare cercando tuttavia soluzioni non distruttive. Se pacifismo e militarismo agiscono entrambe sul piano dello scontro distruttivo tra amico e nemico, il ricercatore della nonviolenza attua una "terza via": cerca una riconciliazione ordinata che non porti all'annientamento delle parti. Per questo il piu' importante impegno della nonviolenza oggi deve essere verso una rifondazione della politica che spezzi il tradizionale legame tra politica e violenza attraverso nuovi metodi da cercare mediante un dibattito nuovo senza stereotipi (25). Gloria Gazzeri precisa: il pacifismo corrente, antimilitarista, coinvolge le masse solo in occasione di una guerra, ma si ferma alle marce e alle manifestazioni, senza analizzare le cause o porsi il problema di un mondo privo di conflitti. Solo un pacifismo globale, fondato su un cambiamento radicale, se pure graduale, della vita di ciascuno e sulla giustizia internazionale puo' essere vincente e veramente nonviolento perche' eliminerebbe le stesse cause che alimentano il sistema fondato sulla guerra (26). Stefano Fracasso intravede una certa stanchezza nel movimento che si ripercuote nell'organizzazione, e per uscirne punta innanzitutto sulla capacita' trainante della rivista "Azione nonviolenta", e sulla valorizzazione del valore dell'impegno personale e gratuito. Poi si unisce a coloro che richiedono un allargamento del campo d'azione della nonviolenza: la stessa difesa popolare nonviolenta si rende irrealizzabile senza l'abbattimento dell'economia del privilegio. Infine propone una dichiarazione degli obblighi degli amici della nonviolenza, da affiancare alla Carta ideologico-programmatica del Movimento. I nuovi temi da inserire sono il dovere al consumo critico e alla produzione critica; il principio di condivisione del reddito nell'economia domestica, il reinvestimento ecologicamente utile dei risparmi, la sobrieta' dei consumi e l'autolimitazione dei bisogni; l'esercizio dell'ospitalita' verso lo straniero; il vegetarianesimo; la partecipazione attiva nella politica; il ritaglio di momenti per la riflessione individuale (27). Anche la segreteria interviene nel dibattito e insiste sull'esaurimento della fase di vita del Movimento aperta da Capitini. Lo dimostrerebbero "dalla mancanza di ricambio generazionale alla difficolta' di mantenere i contatti con l'effervescenza dei sempre nuovi movimenti, dalla crisi anche dei punti fermi (come "Azione nonviolenta") alla poca rispondenza dei momenti decisionali collettivi" (28). Oggi non solo sembra superato il confronto fecondo con il pacifismo degli anni '50, ma la stessa formula di "movimento" pare incomprensibile. Tutto cio' quando l'organizzazione in tre sedi, gli stretti contatti culturali e politici e la diffusione della rivista fanno presagire una azione incisiva. Cosi' e' da chiedersi se non sia il momento opportuno per trasformarsi in formazione propriamente politica. C'e' inoltre da tenere a mente che negli ultimi anni e' stata la rivista il centro vitale del movimento, ma essa non avrebbe senso di esistere se perdesse il suo legame con il progetto nonviolento che deve essere vivo nel presente e non puo' essere solo ispirazione originaria. Nuovi canali e poli di aggregazione per un rilancio potrebbero allora essere: la previsione di forme di "federazione" con i gruppi vicini; un'iscrizione piu' visibile; il conferimento di poteri decisionali e non solo esecutivi alla segreteria; un progetto di contributo da dare alla politica italiana e internazionale; oltre a un nuovo orientamento per la Campagna di obiezione alle spese militari, una analisi approfondita del rapporto tra Difesa popolare nonviolenta e Disarmo unilaterale (29). Anche Mao Valpiana ammette che un riesame profondo del Movimento Nonviolento si rende necessario, dopo trent'anni di storia che hanno completamente trasformato la realta' circostante. Il movimento ha resistito nel tempo non grazie alla circoscritta organizzazione interna, ma soprattutto basandosi su "una rete vastissima di persone che sono solitamente impegnate in altre realta', ma che pensano al Movimento Nonviolento come un sicuro punto di riferimento" (30). I suggerimenti di Paolo Predieri in proposito sono: la rivalutazione dell'importanza di un maggior coinvolgimento delle persone e l'utilita' di costituire dei ruoli professionali all'interno del Movimento, magari investendo su quei militanti che hanno contribuito pagando alti prezzi personali alle iniziative, la ripresa del tema della formazione permanente, un'analisi congiunturale (31). Si aggiunge infine al dibattito il richiamo di Davide Melodia che propone una ristrutturazione della forma organizzativa del Movimento, passando dalla segreteria composta da tre elementi equivalenti a una ripartizione interna di funzioni specifiche in Segretario coordinatore, Segretario per le pubbliche relazioni e Segretario per i rapporti con l'estero (32). Il XVII Congresso del Movimento Nonviolento si svolge a Venezia dal 7 al 9 gennaio 1994. In questa occasione si notano alcune novita' importanti: per la prima volta viene sancita la partecipazione attiva del movimento alla vita politica del Paese; inoltre viene attuata la ristrutturazione organizzativa del movimento. Richiamando l'esperienza storica dei Centri di Orientamento Sociale promossi da Aldo Capitini per ricostruire il tessuto democratico dell'Italia uscita disastrata dall'esperienza fascista, il Movimento Nonviolento decide di intervenire con la propria identita' nelle successive scadenze elettorali, mettendo a disposizione delle aggregazioni politiche che possano costituire un'alternativa alle forze tradizionali, in disfacimento a causa di Tangentopoli. I lavori si aprono con una relazione della segreteria uscente. Il bilancio complessivo delle attivita' svolte negli ultimi tre anni e' sostanzialmente buono: l'invito a predisporre iniziative di ampio respiro riguardo alla guerra del Golfo, emerso nel congresso precedente, e' stato messo in pratica attraverso uno spazio per l'approfondimento sulla rivista "Azione nonviolenta", mentre sul piano dell'azione il lavoro del Movimento Nonviolento, oltre alle iniziative delle sezioni locali, e' stato portato avanti dai "Volontari di pace in Medio Oriente". Per quel che riguarda la mozione Nord-Sud, il movimento ha dato un consistente contributo alla Campagna "500 anni bastano!", la Marcia Perugia-Assisi e le iniziative dei Beati i costruttori di pace dedicati al cinquecentenario della conquista dell'America. Si e' stabilito un gemellaggio con il movimento nonviolento latinoamericano Serpaj (33). Soltanto il progetto della Lega Consumatori Nonviolenti non e' riuscito a decollare nonostante il lavoro preparatorio svolto, tuttavia sembra esserci la possibilita' per un rilancio. L'impegno per l'approvazione della Legge di riforma sull'obiezione di coscienza, e' stato sostenuto attraverso diverse iniziative (digiuno di Marasso e Croce; campagna in difesa degli obiettori greci...) e convegni in collaborazione con Lega Obiettori di Coscienza e Sci (Servizio Civile Internazionale), oltre a cio' si e' inaugurata la prima scuola per la formazione di obiettori di coscienza ad Impruneta (Fi) e un altro corso di formazione per obiettori di coscienza si e' svolto a Monteortone (Pd), col contributo della Regione Veneto. Anche l'organizzazione interna ha subito alcune modifiche: le sedi locali sono diventate 11 e 15 i recapiti del Movimento Nonviolento; si sono curati alcuni campi estivi; per migliorare la diffusione del pensiero nonviolento si e' proceduto alla pubblicazione di alcuni testi di Gandhi in coedizione con la casa editrice Sonda e ripreso la pubblicazione dei "Quaderni di Azione nonviolenta"; la Segreteria e' stata spostata a Verona, cio' ha reso i responsabili piu' visibili e rintracciabili non solo per le sezioni ma anche per gli iscritti. In questa citta' il Movimento Nonviolento nel '93 ha organizzato completamente a suo carico il Consiglio annuale della War Resisters' International. Relativamente all'auspicata collaborazione organizzata tra Movimento Nonviolento e Mir, essa si e' realizzata a livello nazionale con due Comitati di coordinamento congiunti e piu' numerose riunioni e consultazioni. In particolare risulta utile la semplificazione delle strutture burocratiche dei due movimenti che disperdono energie importanti per il lavoro locale. E' infine da ricordare la partecipazione delle sezioni alle iniziative contro la guerra in ex Jugoslavia: partecipazione a livello nazionale del Movimento Nonviolento alla prima carovana di pace Trieste-Sarajevo (1991), organizzazione di animazione per i profughi bosniaci al campo di Ukra, Croazia, e attivazione di una scuola per i bambini del campo, accoglienza di due sessioni del "Forum per la pace e la riconciliazione dei popoli della ex Jugoslavia". Per quanto riguarda le mancanze, e' la stessa Segreteria a sottolineare l'insufficiente qualita' dell'organizzazione. Alla Segreteria nazionale mancano professionalita', autorevolezza e tempestivita' di risposta alle situazioni che richiedono una presa di posizione del movimento. Il Comitato di coordinamento ha avuto difficolta' a svolgere il proprio lavoro a causa del suo assorbimento nelle questioni burocratiche. A questi si aggiunge il poco realismo delle sezioni che propongono iniziative numerose e affascinanti che non possono pero' essere portate avanti dalle esigue forze del Movimento, e piuttosto richiederebbero una assunzione personale di responsabilita' da parte dei proponenti. Infine la necessita' di reperimento di maggiori risorse spinge a ricercare nuovi tesseramenti. Ancor piu' a livello generale, si avverte che nell'attuazione dell'ambizioso programma del Movimento, illustrato nelle Carta programmatica, ci si e' fermati alle prime quattro fasi: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda. Il lavoro da fare e' ancora tanto e richiede tenacia e fantasia per potersi rinnovare. Cosi' il consiglio conclusivo e' che esso dovrebbe proseguire nei campi della ricerca, dell'educazione e dell'azione (34). La prima mozione del Congresso afferma l'opportunita' che il Movimento intervenga direttamente in politica, mettendo a disposizione programmi e persone alle aggregazioni che riconoscano la centralita' del metodo nonviolento. Si prevede di attuare tale iniziativa attraverso un seminario di studio con la partecipazione di quei nonviolenti che possano trarre un bilancio della loro esperienza di rappresentanza politica o amministrativa; una "Costituente nonviolenta" per l'elaborazione di un programma unico da presentare alle successive candidature; la partecipazione alle aggregazioni politiche e sociali che cerchino un'alleanza fondata sul valore della solidarieta' (35). La mozione organizzativa, riprendendo la proposta avanzata da Davide Melodia in sede di dibattito precongressuale, decide per la riorganizzazione interna del Movimento. Vengono previste tre nuove figure: il Presidente, eletto dal Congresso con funzioni di rappresentanza; il primo Segretario, eletto momentaneamente dal Comitato di coordinamento e poi dal Congresso, che sia anche presidente del Comitato, con larga autonomia e l'obbligo di rendere conto al Comitato di coordinamento; il segretario amministrativo con funzioni di tesoreria e gestione dei fondi. Rimane fissato a dieci il numero dei membri del Comitato di coordinamento. Seguono numerose mozioni particolari. In tema di azione diretta e interposizione nonviolenta, viene prevista l'istituzione di una commissione permanente che si occupi della prevenzione e risoluzione nonviolenta dei conflitti, sostenendo le iniziative locali e attivando un coordinamento nazionale e internazionale di tali attivita' anche tra gruppi e associazioni diversi, fatte conoscere attraverso il consueto strumento di "Azione nonviolenta". Si richiede al rappresentante del Movimento Nonviolento nel Coordinamento politico della Campagna per l'obiezione alle spese militari, che in caso di mancata approvazione della riforma per l'Obiezione di coscienza, parte dei fondi raccolti vengano messi a disposizione per l'istituzione di "forze nonviolente di pace". Su ecologia e consumi si stabilisce la costituzione della commissione "Ecologia, economia e nonviolenza" per riavviare il dibattito con la collaborazione dell'analoga commissione del Mir; l'approfondimento del tema ecologico su "Azione nonviolenta"; la valutazione delle forme di sostegno alla iniziativa "Bilanci di giustizia" dei Beati i costruttori di pace; il rilancio del progetto di una Lega dei consumatori, l'adesione alla Campagna internazionale di boicottaggio della Nestle'. Comitato di coordinamento e Segreteria vengono invitati a partecipare all'organizzazione del controvertice del G7 di Napoli. Si decide di proseguire anche la Campagna per l'obiezione fiscale alle spese militari, sebbene dal seminario di Brescia l'utilita' strategica di un suo proseguimento sia risultata venir meno dopo ben 12 anni. Sul tema dell'Obiezione di coscienza, il Movimento rifiuta il progetto del Nuovo modello di difesa, si impegna a proseguire le azioni a sostegno della riforma della Legge 772, assicura la gestione del servizio civile degli obiettori e la partecipazione alla loro formazione. Concludono i lavori alcune disposizioni di sostegno ai villaggi colpiti dal ciclone in India, quelle per il Tibet libero e la condanna degli embarghi di alimenti e medicinali. * Note 21. Gruppo Mir-Movimento Nonviolento di Varese, Da Varese per un patto organizzativo tra Mir e Movimento Nonviolento, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, gennaio-febbraio 1993, p. 17. 22. G. Barbiero, Da Torino, per una nonviolenza globale superando l'antimilitarismo, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, gennaio-febbraio 1993, pp. 19-20. 23. Il Collettivo nonviolento romano e' composto da A. Canizzo, P. Ferri, L. Gasparri, T. Lanza, M. Poitiers, R. Rivello. 24. A. Canizzo, P. Ferri, L. Gasparri, T. Lanza, M. Poitiers, R. Rivello, Da Roma non c'e' piu' contatto, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, gennaio-febbraio 1993, p. 20. 25. F. C. Manara, Dal pacifismo alla nonviolenza, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, maggio 1993, pp. 6-7. 26. G. Gazzeri, Dal pacifismo alla nonviolenza, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, maggio 1993, pp. 7-8. 27. S. Fracasso, Tocca ai nonviolenti mantenere vivo il rapporto tra pensiero e azione, in "Azione Nonviolenta", anno XXX, luglio 1993, pp. 24-25. 28. Segreteria del Movimento Nonviolento, Attraverso un altro "quarto di secolo", in "Azione Nonviolenta", anno XXX, novembre 1993, p. 26. 29. Segreteria del Movimento Nonviolento, Attraverso un altro "quarto di secolo", cit:, p. 26. 30. M. Valpiana, Il movimento che non c'e', in "Azione Nonviolenta", anno XXXI, dicembre 1993, p. 19. 31. P. Predieri, Si deve investire nella nonviolenza, in "Azione Nonviolenta", anno XXXI, dicembre 1993, p. 20. 32. D. Melodia, Per una presenza attiva nel sociale, in "Azione Nonviolenta", anno XXXI, dicembre 1993, p. 21. 33. Il Serpaj (Servizio Paz y Justicia) e' nato nel 1974 in America Latina sotto la spinta di Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la Pace 1980, e del vescovo ecuadoriano mons. Leonidas Proano. Movimento ecumenico e nonviolento, si caratterizza per la difesa dei diritti umani, nella prospettiva di una societa' giusta e democratica. A questo fine promuove l'attiva partecipazione politica delle classi piu' deboli e il disarmo della societa'. Sostiene inoltre le rivendicazioni delle organizzazioni popolari per una distribuzione piu' equa delle risorse e per l'annullamento del pesante fardello del debito estero. Infine punta alla valorizzazione dell'identita' dei popoli latino-americani e al rispetto del loro diritto all'autodeterminazione. Nel 1985 viene fondata la rete Serpaj/Eu, per iniziativa di War Resisters' International, Movimento Internazionale della Riconciliazione e Pax Christi. Essa si accomuna per spirito, principi e metodo al Serpaj latino-americano, aggiungendo lo specifico compito di sensibilizzazione e coordinamento delle iniziative al fine di influire sulla politica estera dei Paesi europei. 34. Vedi la relazione della segreteria uscente, atti del XVII Congresso del Movimento Nonviolento, Venezia 7-9 gennaio 1994. 35. Mozione politica generale dagli Atti del XVII Congresso del Movimento Nonviolento, 7-9 gennaio 1994, Venezia. (Parte seconda - segue) 4. STRUMENTI. IL "COS IN RETE" DI OTTOBRE [Dall'Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini (per contatti: l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Cari amici, vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di ottobre 2007 del C.O.S. in rete, www.cosinrete.it Ricordando il C.O.S. (Centro di orientamento sociale) di Capitini, il primo esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra gli altri, in questo numero ci sono: Il pensionato di Cagliari; Prove tecniche di socialismo; Corpi all'asta, chi vende e chi compra; L'ira di ieri e i sogni di oggi; L'unico modo di vivere; Non ti pago; Il fascismo benedetto; ecc. La partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti mandando i contributi al'indirizzo e-mail: capitini at tiscali.it o al blog: http://cos.splinder.com Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e' www.aldocapitini.it 5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 6. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 237 del 9 ottobre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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