Minime. 213



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 213 del 15 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Gaetano Arfe'
2. Dal primo al 4 novembre a Verona
3. Flavio Lotti: Una lettera ad Alex Zanotelli
4. Alessandro Zanotelli: Una lettera a Flavio Lotti
5. Normanna Albertini: La marcia per la giustizia Agliana-Quarrata dell'8
settembre
6. Danilo Dolci: Del metodo
7. Riedizioni: Marco Fabio Quintiliano: Istituzione oratoria
8. Riedizioni: Gaetano Salvemini, Dizionario delle idee
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. LUTTI. GAETANO ARFE'
[Gaetano Arfe', figura illustre della sinistra italiana, e' deceduto. Dal
sito della Fondazione Turati (www.pertini.it/turati) riprendiamo alcune
stralci della scheda a lui dedicata: "Gaetano Arfe' e' nato a Somma
Vesuviana (Napoli) il 12 novembre 1925. Si e' laureato in lettere e
filosofia all'Universita' di Napoli nel 1948. Si specializzo' in storia
presso l'Istituto italiano di studi storici presieduto da Benedetto Croce,
con cui entro' in contatto fin dal 1942. Nel 1944 si arruolo' in una
formazione partigiana di "Giustizia e Liberta'" in Valtellina. Nel 1945 si
iscrisse al Partito socialista e divenne funzionario degli Archivi di Stato
intorno al 1960. A Firenze era gia' entrato in contatto con Calamandrei,
Codignola e il gruppo de "Il Ponte" e aveva collaborato con Gaetano
Salvemini alla raccolta dei suoi scritti sulla questione meridionale. Nel
1965 ottenne la libera docenza in storia contemporanea e insegno' a Bari e a
Salerno. Nel 1973 divenne titolare della cattedra di storia dei partiti e
dei movimenti politici presso la facolta' di Scienze Politiche
dell'Universita' di Firenze. Nel 1959 venne nominato condirettore della
rivista "Mondo Operaio", carica che conservera' fino al 1971. Dal 1966 al
1976 fu direttore dell' "Avanti!". Dal 1957 al 1982 fu membro del comitato
centrale e della direzione del Psi. Nel 1972 venne eletto senatore... Nel
1976 venne eletto deputato... Nel 1979 venne eletto deputato al Parlamento
europeo... Nel 1985 lascio' il Psi, motivando la sua scelta nel volumetto La
questione socialista (1986). Nel 1987 venne eletto senatore per la sinistra
indipendente. Ha scritto numerosi libri e saggi, tra cui la Storia
dell'"Avanti!" (1958) e la Storia del socialismo italiano 1892-1926 (1965)"]

Anche per chi scrive queste righe, e questo foglio cuce, i libri di Gaetano
Arfe' sono stati un nutrimento e uno sprone. Nella ricostruzione della
storia del movimento operaio e delle sue esperienze organizzate in Italia in
molti cercammo e trovammo ragioni e forza per affrontare i compiti dell'ora.
Grati qui lo salutiamo, Gaetano Arfe': il combattente antifascista, lo
storico e saggista di vaglia, l'oppositore infine di quel craxismo che con
altro nome oggi ha colonizzato e inabissato nel malaffare pressoche' tutti i
partiti politici (non la politica, non la sinistra, che sono altra cosa: la
politica che invera umanita' e convivenza, giustizia e liberta; la sinistra
delle oppresse e degli oppressi che di tutto e di tutte e di tutti hanno
cura e si sanno responsabili, e tutto e tutte e tutti vogliono recare e
tenere in vita e dignita' fraterna e sororale, l'internazionale futura
umanita').

2. INCONTRI. DAL PRIMO AL 4 NOVEMBRE A VERONA

Si svolgera' dal primo al 4 novembre a Verona il XXII congresso nazionale
del Movimento Nonviolento sul tema "La nonviolenza e' politica per il
disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti".
*
Giovedi' primo novembre
Mattina
ore 10,30: Apertura del segretario e relazione introduttiva
Pomeriggio
- Comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sul centri studi, sui
gruppi locali...
- Dibattito in assemblea plenaria.
*
Venerdi' 2 novembre
Mattina
Lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il servizio civile
volontario; L'educazione alla nonviolenza
Pomeriggio
Lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di
movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere
mafioso
*
Sabato 3 novembre
Mattina
- Riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito
- Riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito
- Spazio per presentare le mozioni
Pomeriggio
- Dibattito  sulle mozioni
- Votazioni
- Rinnovo delle cariche
*
Domenica 4 novembre
Mattina
- "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi
simbolici della citta'.
*
Per ulteriori informazioni: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123
Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax:
0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org

3. DOCUMENTAZIONE. CARLO LOTTI: UNA LETTERA AD ALEX ZANOTELLI
[Da "Mosaico di pace" di settembre 2007 riprendiamo il seguente articolo,
li' pubblicato col titolo "Diritti umani per tutti" e il sommario "Alla
vigilia dello storico appuntamento della marcia Perugia-Assisi,
un'esortazione a riflettere sulla necessita' di costruire una nuova politica
di pace e ad assumerci ogni responsabilita' per i tanti diritti violati"
Flavio Lotti e' coordinatore della Tavola della pace, la principale rete
pacifista italiana, organizzatrice della marcia Perugia-Assisi]

Il modo in cui Alex ha attaccato la Tavola della pace mi ha fatto
riflettere. E' stato un attacco netto, diretto, senza esitazioni e
reticenze. Alex lo ha fatto d'istinto, senza nulla concedere al dubbio:
"Sara' vero?". Dall'altra parte del telefono una giornalista della sua
"Nigrizia" lo aveva interpellato con un scoop: "La Tavola della Pace ha
deciso di abolire il termine 'pace' dalla sigla della prossima edizione
della marcia Perugia-Assisi". La sentenza di Zanotelli e' stata immediata e
tranciante: "Un modo per togliere dall'imbarazzo tanti politici".
Togliamo subito di mezzo la menzogna e poi riflettiamo sulla sostanza. La
menzogna e' lo stravolgimento della Marcia Perugia-Assisi, la rottura della
tradizione capitiniana, l'abolizione della parola pace, il maldestro
tentativo di "togliere dall'imbarazzo i politici". Nulla di tutto questo ha
il minimo fondamento nella realta' delle cose, di quei fatti a cui tutti
amiamo richiamarci salvo poi dimenticare di andarli a verificare. Tutte
queste dicerie che hanno alimentato commenti acidi e preoccupazioni
legittime sono pura menzogna e come tali vanno trattate.
La prossima Marcia Perugia-Assisi non solo servira' a rilanciare la nostra
forte domanda di pace e di giustizia ma contribuira' a renderla ancora piu'
credibile e concreta. Quella del 7 ottobre sara' una grande occasione per
rilanciare il nostro progetto nonviolento, un progetto tanto ambizioso
quanto irrinunciabile; per proporlo ancora una volta ai molti che ancora lo
iscrivono al mondo dei sogni e che si rifiutano persino di considerarlo nei
suoi elementi di ormai evidente realismo.
La sostanza di tutta questa vicenda sta invece nell'accusa che Alex rivolge
d'impulso alla Tavola della pace. La Tavola, sembra dire Zanotelli, e'
complice di una certa politica che parla di pace ma poi e' pronta a fare la
guerra, ad aumentare le spese militari, a costruire la base di Vicenza.
Voglio troppo bene ad Alex per far finta di nulla. Non per difendere la
Tavola della pace da un fatto inesistente ma per sollevare io stesso alcune
domande. E' possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?
Cosa vuol dire fare i conti con la politica? Quale rapporto ci deve essere
tra i "costruttori di pace" e i "politici"? In che modo si puo' stabilire un
rapporto costruttivo con la politica senza minare l'autonomia del movimento
per la pace? Come puo' il pacifismo contribuire alla costruzione di una
politica di pace? E, in Italia, cosa significa tutto questo?
Credo sia venuto il tempo di affrontare questo nodo a viso aperto.
Discutiamone. Anche su "Mosaico di pace". La crisi della politica, quella
nazionale come quella internazionale, e' cosi' profonda da coinvolgere tutto
e tutti. Non so nemmeno se e quando ci saranno le condizioni perche' maturi
una soluzione positiva. So che chi vuole la pace non puo' restare alla
finestra. Sbaglieremo. Ci sporcheremo le mani. Forse. E' possibile. Ma la
posta in gioco e' cosi' alta che dobbiamo provare a fare la nostra parte.
Chi vuole la pace ha bisogno della politica come noi abbiamo bisogno
dell'aria per respirare. Non bastera' una marcia. Ne serviranno molte
ancora. La prossima e' il 7 ottobre.

4. DOCUMENTAZIONE. ALESSANDRO ZANOTELLI: UNA LETTERA A FLAVIO LOTTI
[Da "Mosaico di pace" di settembre 2007 riprendiamo il seguente articolo,
li' pubblicato col titolo "Pace e nonviolenza. Scegliamo e pratichiamo la
nonviolenza attiva. E soprattutto teniamo unito il movimento per la pace!" e
il sommario "La Marcia Perugia-Assisi e' un'ottima occasione perche' il
popolo della pace cammini insieme".
Alessandro Zanotelli, missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista
"Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del
governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere
politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico e' tornato in
Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri, solo
recentemente e' tornato in Italia; e' direttore responsabile della rivista
"Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; e' tra i promotori della "rete di
Lilliput" ed e' una delle voci piu' prestigiose della nonviolenza nel nostro
paese. Tra le opere di Alessandro Zanotelli: La morte promessa. Armi, droga
e fame nel terzo mondo, Publiprint, Trento 1987; Il coraggio dell'utopia,
Publiprint, Trento 1988; I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, Saronno
1996; Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana,
Molfetta 1996; Sulle strade di Pasqua, Emi, Bologna 1998; Inno alla vita,
Emi, Bologna 1998; Ti no ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998; La
solidarieta' di Dio, Emi, Bologna 2000; R...esistenza e dialogo, Emi,
Bologna 2001; (con Pietro Ingrao), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003;
(con Mario Lancisi), Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il
Vangelo e la poverta' nel mondo d'oggi, Emi, Bologna 2003; Nel cuore del
sistema: quale missione? Emi, Bologna 2003; Korogocho, Feltrinelli, Milano
2003. Opere su Alessandro Zanotelli: Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida
alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003]

Caro Flavio,
grazie per la tua lettera. La sento come un invito a dialogare, a
confrontarci serenamente. Preciso subito che il mio commento sulla Marcia
Perugia-Assisi era stato motivato dalla tua "provocazione" che la parola
pace era ormai usurata e che era meglio puntare sui diritti. Chiedo scusa se
sono stato troppo irruente o troppo poco sfumato nella mia reazione. Pero'
questo tema mi sembrava troppo importante per lasciarlo cadere. In un mondo
che ha accettato la guerra come un'ineluttabile necessita', mi ostino a
richiamare tutti alla centralita' della pace. E quindi a rimettere la parola
pace nella Perugia-Assisi. E come sottotitolo metterei: "Scegliamo e
pratichiamo la nonviolenza attiva". E' quanto ci ha insegnato con forza il
fondatore della Perugia-Assisi, Aldo Capitini.
E' quanto ho imparato dal mio Maestro, Gesu' di Nazareth.
Penso sarebbe fondamentale oggi che i politici, partecipanti alla Marcia,
sentano proclamare con forza e vigore queste verita'. Sono quegli stessi
politici che hanno votato il rifinanziamento della guerra in Afghanistan, e
la finanziaria con i suoi 23 miliardi per la difesa (con il 13% di aumento
sulla finanziaria di Berlusconi).
E ora il ministro della Difesa Parisi, ci dice che dobbiamo raddoppiare le
spese militari. Per cui, almeno noi, continuiamo a gridare il contrario.
Questo e' il nostro ruolo, il ruolo della Tavola della pace. Nego di aver
mai insinuato che la Tavola della pace "parla di pace, ma poi e' pronta a
fare la guerra". Anzi sono profondamente grato a quanto ha potuto fare la
Tavola per la pace in questi anni. Ecco perche' ci tengo cosi' tanto a
rispondere alla tua lettera.
"E' possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?", mi
chiedi nella tua lettera. "No!". Ma dobbiamo capire per cosa intendiamo per
politica e quanto la cosiddetta politica, oggi, puo' decidere.
Penso che solo una forte presa di coscienza dal basso, una sferzata di
"cittadinanza attiva" potra' forzare i nostri politici a rifiutare la via
della guerra. La mia convinzione e' che oggi i governi, i partiti, i
politici obbediscono non a chi li ha eletti, ma ai potentati
economico-finanziari o ai complessi militar-industriali. Per cui solo un
grande movimento dal basso (reti locali e planetarie) potra' "forzare" i
nostri politici a imboccare un'altra strada.
E' la strada dei "beni comuni", dei diritti fondamentali umani come l'acqua,
l'aria... L'impegno per questi beni comuni diventa l'impegno per il recupero
della democrazia.
Abbiamo ormai tutti sposato il mercato come supremo bene e il profitto come
suprema legge. Ha ragione Riccardo Petrella quando dice che c'e' un virus
che ha gia' contagiato anche tutte le sinistre al governo in Europa. Ed e'
questo.
Dobbiamo tutti convertirci. Ritornare a parlare di beni comuni, di diritti
fondamentali. Primo fra tutti (e non lo si vuole accettare!) e' il diritto
al cibo. Non possiamo accettare un mondo dove, ogni anno, muoiono 50 milioni
di persone per fame. Mentre buttiamo a mare cosi' tanto del nostro cibo. Non
posso accettare un mondo che ritiene l'acqua una merce: questo vorra' dire
che domani avremo cento milioni di morti di sete.
Se ti ricordi, a Nairobi, durante il Forum sociale mondiale, ti avevo
suggerito di annunciare per la Perugia-Assisi che nessun Comune si
azzardasse a venire con il gonfalone, se non dopo aver votato per l'acqua
come bene pubblico, diritto fondamentale a totale gestione pubblica.
Se parli di una Perugia-Assisi, per i diritti, questo potrebbe essere oggi
una discriminante. Le grandi guerre non si faranno piu' per il petrolio, ma
per l'acqua. E' il secolo dell'oro blu!
Questo per me e' politica, la vera politica che tutti possiamo e dobbiamo
fare.
Se mi permetti, aggiungerei una postilla. Non dividiamoci per questo.
Continuiamo a discuter fra di noi, a dialogare, a confrontarci, ma senza
spaccarci. Siamo gia' cosi' pochi! Teniamo questo movimento per la pace
unito! In un momento in cui la minaccia atomica ritorna con forza, il
movimento per la pace si ritrovi unitario a dire no a ordigni atomici sul
nostro territorio.
Su questo il movimento italiano ha ritrovato la sua unita'!
Camminiamo insieme perche' la pace ritorni a sorridere su questa nostra
Madre Terra, cosi' minacciata a livello ecologico. Uniamo tutte le nostre
forze contro i sistemi di morte.
Perche' vinca la vita!

5. ESPERIENZE. NORMANNA ALBERTINI: LA MARCIA PER LA GIUSTIZIA
AGLIANA-QUARRATA DELL'8 SETTEMBRE
[Ringraziamo Normanna Albertini (per contatti: normanna.a at libero.it) per
questo intervento.
Normanna Albertini e' nata a Canossa nel 1956, vive e lavora a Castelnovo
ne' Monti, insegna in un Centro territoriale permanente di educazione agli
adulti ("in parole povere: insegno italiano agli stranieri immigrati, e lo
trovo bellissimo, perche' vivo nella verita' del mondo, non in un mondo
virtuale"); e' impegnata nel gruppo di Felina (Reggio Emilia) della Rete
Radie' Resch, e quindi in varie iniziative di solidarieta', di pace, per i
diritti umani e per la nonviolenza; scrive da anni su "Tuttomontagna",
mensile dell'Appennino reggiano. Opere di Normanna Albertini: Shemal,
Chimienti Editore, Taranto-Milano 2004; Isabella, Chimienti Editore,
Taranto-Milano 2006]

Sabato 8 settembre, marcia per la giustizia Agliana-Quarrata, la
quattrodicesima. Il tema e' quello dei "Beni comuni". Si arriva in piazza ad
Agliana e gia' si nota qualcosa di diverso: non ci sono i gonfaloni dei
Comuni, ne' delle Province o della Regione Toscana.
Che cosa e' successo? Lo si capisce subito, quando arriva il corteo di
un'altra manifestazione, a cui ha partecipato anche Alex Zanotelli, quella
contro l'inceneritore di Montale. Sono stati "toccati" gli amministratori
locali, qui non si parla di problemi "lontani" di bambini che muoiono di
fame in Africa, ma della salute dei cittadini del posto e della politica
contingente non adeguata. E si scopre che i sindaci hanno inviato un
comunicato e che si sono dissociati dall'evento.
Partecipa, invece, il Comune di Capannoli, dove si fa la raccolta
differenziata per una percentuale altissima dei rifiuti, e il Comune di
Gubbio, che deve vedersela con la faccenda dell'acqua Rocchetta.
La marcia, nonostante tutto, e' molto partecipata e si conclude in piazza a
Quarrata con gli interventi apprezzatissimi di Alessio Ciacci, GianCarlo
Caselli, Giulietto Chiesa, Eros Cruccolini, Patrizia Gentilini, Gianni
Mina', don Alessandro Santoro, Riccardo Petrella e il padre Alex Zanotelli.
Uno squarcio sulla disinformazione voluta e pianificata a tutti i livelli.
*
Alcuni interventi prima della partenza ad Agliana.
Antonio Vermigli, Rete Radie' Resch di Quarrata: "Ora io voglio dire la
verita': avevo vent'anni e mi chiamavano terzomondista, a trent'anni mi
dicevano peggio, a  quarant'anni mi dicevano peggio ancora, a
cinquantasei... e continuo ancora ad andare in Brasile, in Africa, eccetera
eccetera, e sentirmi dire da un comunicato stampa certe cose... io ci
rimango un po' male, non per la storia personale, ma per la storia del
gruppo che da quattordici anni propone questa marcia, la Casa della
solidarieta' e la Rete Radie' Resch di Quarrata. E ora vedete il 'troppo
localismo anziche' grandi ideali' e' importante per un fatto: chi c'era e
chi e' nato quarant'anni fa con il senso profondo degli ideali del Terzo
Mondo, ha ascoltato e ha interiorizzato da Raoul Follerau e altra gente un
modo di dire: 'Pensare nel locale per agire nel globale'. Allora come si fa,
se nella nostra realta' diversi mesi fa e' fuoriuscita diossina sette volte
in piu' del consentito dal nostro inceneritore, gestito dai nostri tre
comuni, quindi e' stato chiuso, come si fa a non parlare di questa cosa di
fronte ai 'beni comuni'? Che cosa c'e' di strano? Sarebbe strano se questa
cosa non fosse successa, ma la cosa e' successa e noi respiriamo tutti i
giorni diossina e chissa' da quanto tempo l'abbiamo respirata. Io credo che
sia importante che qui, oggi, stasera, ci siamo tutti, tutti coloro i quali
credono nella salvaguardia della salute, tutti coloro i quali credono che i
beni comuni siano l'acqua, l'aria, la terra, la scuola, la sanita', la casa,
la pace e tante altre cose, come l'informazione. Avremo due giornalisti che
parleranno di questo stasera. Giulietto Chiesa l'ho cercato l'altro giorno e
si e' parlato. Mi ha detto: 'Mi e' arrivata una lettera da parte dei due
sindaci di Agliana e Quarrata. Non ci ho capito niente!'. Gli ho detto:
'Certo, ci ho capito poco anch'io, figurati te!'. Io non lo so perche'
succedono queste cose, pero' lui mi ha detto una cosa interessante: 'Voi
conoscete il mio volto perche' ero corrispondente dalla Russia, io so cosa
sono i soviet, ho paura che la politica italiana stia cominciando ad
assomigliargli troppo, perche' non si agisce piu' da un punto di vista di
partecipazione nella politica, ma da un punto di vista di pratica di
gestione della politica. E questa cosa, purtroppo, io la sento anche a
livello europeo perche' sono deputato europeo'. Quindi io sono felice di
dare stasera qui il ben arrivato, l'essere con noi ad Alessio Ciacci,
assessore del comune di Capannoli, che e' l'unico gonfalone insieme a quello
di Gubbio, c'e' l'assessore, salutiamo anche l'assessore regionale che e'
qui, il presidente del Consiglio comunale di Firenze che e' qui, vari altri
assessori presenti a livello personale".
*
Don Paolo, parroco di Agliana: "Sono quattordici anni che facciamo questa
marcia per la giustizia ed e' chiaro, dunque, che non e' una novita' il
fatto che coloro che vengono qui sono interessati e coinvolti nei tanti
problemi dell'esistenza. La salvaguardia del creato se l'e' ricordata
finalmente anche la Chiesa, dopo un po' di ritardo, ma penso che se anche
noi siamo qui coinvolti su questi temi mi sembra che non sia affatto per
creare rotture o essere 'contro'. Io credo che la politica sia, prima di
tutto, ascoltare la gente, gli stessi politici l'hanno detto piu' volte che
bisogna scoltare la gente. Ma se si continua ad ascoltare la gente parlando
dai palchi delle feste dei vari partiti, non mi sembra che sia il modo per
ascoltarla davvero. Se si va in piazza, la gente si ascolta.
*
Alex Zanotelli: "Buonasera a tutti! Siccome avete visto quattro maschiacci
sul palco, e' giusto che ci sia una donna: Gentilini, vieni qui. Con tutte
le donne che abbiamo in piazza! Poi dirai due paroline toste a questa gente,
perche' Patrizia Gentilini e' una donna straordinaria che sta lavorando
sulle nanoparticelle, ha dato le dimissioni dal lavoro per andare in giro a
portare in Italia questo problema gravissimo. Mi meraviglia davvero, non
riesco a capire perche' questa differenziazione nei comunicati sia dei
sindaci sia della Regione sul "localismo", e' una presa in giro totale.
Provate a pensare all'acqua: l'acqua e' un diritto, non una merce. Con
quello che si sta mandando avanti, facendo dell'acqua una merce, non saranno
soltanto le nostre classi deboli a rimetterci, ma se oggi abbiamo 50 milioni
di morti per fame all'anno, domani ne avremo cento milioni che moriranno di
sete. E' inutile poi piangere sull'Africa o sui bambini che muoiono di sete
per andare a fare loro l'elemosina... Finiamola con l'elemosina! Si tratta
di scelte politiche! La stessa cosa per la storia dell'inceneritore. Io
vengo da Napoli, sto cercando di dir di no, ad andare in giro piu' che
posso, perche' tra pochi giorni vogliono aprirci, nel triangolo della morte,
l'inceneritore di Acerra che brucera' 850.000 tonnellate di rifiuti
all'anno. E' pazzia totale. Capite che e' un problema della salute. La
Campania, per i rifiuti, ha gia' oltrepassato il Nord Est in tumori, ma il
Nord Est ha fabbriche e lavoro; la Campania, senza fabbriche e senza lavoro,
per i rifiuti sta praticamente contaminando tutti i suoi cittadini. Il primo
diritto che abbiamo e' quello della salute garantitoci dalla Costituzione,
quindi capite che e' fondamentale parlare dell'inceneritore oggi. I sindaci
non vogliono portare il gonfalone qui e andranno alla Perugia-Assisi, ma con
quale diritto? Ma non vadano neanche alla Perugia-Assisi! Noi vogliamo
coniugare problemi locali con il globale, perche' se non si incomincia da
qui... La mia gente a Korogocho, 17 aprile 2002, mi ha imposto le mani,
invocando lo Spirito Santo, e mi ha detto: 'Papa', dona a quest'uomo il tuo
Spirito perche' possa tornare dalla sua gente, dalla sua tribu' bianca e
convertirla'. Se noi non ci convertiremo non c'e' speranza per questo mondo.
*
Patrizia Gentilini, oncologa: "Io sono un'oncologa, ho lavorato per oltre
trent'anni in ospedale, certamente quello che ho capito e' che noi stiamo
rincorrendo le malattie che ci creiamo da soli. Oggi, come tanti di voi, ho
visto alla televisione i funerali di Luciano Pavarotti. Queste malattie non
risparmiano nessuno: ne' giovani ne' vecchi, ne' ricchi ne' famosi, ne'
poveri. Apriamo, per favore, gli occhi. Rispetto al problema della relazione
tra l'inquinamento e i tumori, devo dire che c'e', purtroppo, una
compromissione enorme di quella che e' la medicina e la ricerca scientifica.
E quindi anche una colpa dell'informazione. Vi dico solo questo: chi ha
sottostimato trent'anni fa i rischi dell'inquinamento attribuendo solo il 2%
dei tumori a rischi ambientali, e questo tuttora oggi si continua a dire,
dopo quarant'anni e' saltato fuori che era pagato in percentuale rispetto
alla produzione annua delle varie multinazionali della chimica dei veleni
che venivano prodotti. Allora: quando voi sentite dire che la tal cosa non
fa male eccetera, vi ricordo le parole di un altro famoso epidemiologo e
medico della fine del '900 che ha detto: 'Quando vi dicono che tutto va
bene, vuol dire che se tutto va bene, va bene per loro'. Il primo che deve
cominciare a difendere la salute deve essere il cittadino, quindi apriamo
gli occhi!".

6. MAESTRI. DANILO DOLCI: DEL METODO
[Da Danilo Dolci, La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia,
Scandicci (Firenze) 1996, p. 218.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43
dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di
Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'.
Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di
massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del
1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento"
ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e
botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il
28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver
lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a
Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio
al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la
denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si
impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la
costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a
Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le
disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro
intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2
febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una
strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958)
si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione".
Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare
questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza
sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del
fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della
vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo
Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino
1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli
attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a
Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci
e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a
processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo
metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E'
convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento,
dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non
nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi
libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga,
impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere
e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico
sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di
alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di
costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro
economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che
faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per
tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno
necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni,
per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte
successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di
migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile;
l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e
cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile.
Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce
l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per
valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno
educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre
connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando
di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti
internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con
numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla
distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci
evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi
al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione
capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone
"all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a
tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu'
recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra
esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica
e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge
della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30
dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo
spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel
portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita".
Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento
segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e
di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le
opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze
1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988
(sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe
Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo
Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro
fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e
la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005. Tra i materiali
audiovisivi su Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo
Dolci. Memoria e utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili
materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it,
danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.cesie.org,
www.nonviolenti.org]

Un metodo maieutico non puo' essere imposto.

7. RIEDIZIONI: MARCO FABIO QUINTILIANO: ISTITUZIONE ORATORIA
Marco Fabio Quintiliano: Istituzione oratoria, Mondadori, Milano 2007, 2
voll. per complessive pp. XLIV+1706, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a
vari periodici Mondadori). A cura di Simone Beta ed Elena D'Incerti Amadio,
testo latino a fronte (nell'edizione Winterbottom, Oxford 1970), con un
saggio introduttivo di George Kennedy. Confessiamolo: nessuno legge piu'
Quintiliano. Ed e' ben comprensibile, non ha la glaciale perfezione di
Cesare, il tumulto esattissimo di Tacito, la vertiginosa verita' di
Lucrezio, l'ubiquita' di Cicerone, l'impeto tragico e la disincantata
saggezza di Seneca. Eppure questo pensiero ardisco formulare: leggere
Quintiliano ti educa alla misura del dire, e quindi del pensare, ti rivela
quante cose la lingua sa che non conosci, quante risorse possiedono la volpe
e il gatto che incontri per via, e come della parola si possa fare anche
l'uso opposto a quello di cui diceva Talleyrand. Quintiliano sembra un
maestro di retorica, e potrebbe essere un maestro di vita. Talvolta ho
accarezzato il disegno di una scuola in cui lungo un anno solo si leggesse e
discutesse Quintiliano: che magnifica scuola sarebbe. Leggilo, orsu'.

8. RIEDIZIONI. GAETANO SALVEMINI: DIZIONARIO DELLE IDEE
Gaetano Salvemini, Dizionario delle idee, Editori Riuniti, Roma 1997,
Editori Riuniti - L'Unita', Roma 2007, pp. LXII + 132, euro 6,90 (in
supplemento al quotidiano "L'Unita'"). A cura di Sergio Bucchi e con
un'ampia introduzione biografica, una raccolta di brevi estratti dalle opere
del grande intellettuale antifascista; un libro che puo' essere utile sia
per i giovani come invito allo studio di Salvemini, sia per noi poveri
vecchierelli come richiamo alla memoria di antiche letture che furono una
buona scuola. Tutti siamo usciti dal cappotto di Salvemini.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 213 del 15 settembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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