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La domenica della nonviolenza. 122
- Subject: La domenica della nonviolenza. 122
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 29 Jul 2007 11:13:00 +0200
- Importance: Normal
============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 122 del 29 luglio 2007 In questo numero: 1. Malalai Joya: Prima che mi uccidano 2. Fausto Concer 3. Silvio Natoli 4. Peppe Sini: Una lettera dalla santabarbara 5. Riletture: Margarete Buber Neumann: Prigioniera di Stalin e Hitler 6. Riletture: Ivone Gebara, Noi figlie di Eva 7. Indice de "La domenica della nonviolenza" 63-117 (marzo 2006 - giugno 2007) 1. APPELLI. MALALAI JOYA: PRIMA CHE MI UCCIDANO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 luglio 2007, col titolo "Appello all'Italia". Malalai Joya e' una deputata e prestigiosa attivista per i diritti umani afgana; un suo profilo scritto da Giuliana Sgrena e' nel n. 1313 de "La nonviolenza e' in cammino", altri utili materiali in "Minime" n. 104 e "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 109] Piu' di cinque anni fa gli Usa e i loro alleati hanno attaccato il mio paese dicendo di voler liberare le donne afghane. Poche settimane dopo il rovesciamento del regime dei talibani, Laura Bush ha dichiarato orgogliosamente: "Grazie ai nostri successi militari, le donne non sono piu' imprigionate nelle loro case. La lotta contro il terrorismo e' anche la lotta per i diritti e la dignita' delle donne". Nel novembre 2001 Colin Powell, segretario di stato americano, ha dichiarato: "I diritti delle donne in Afghanistan non saranno merce di scambio", ma il 17 giugno 2007 il rapporto del dipartimento di stato Usa sul traffico umano ha scritto che l'Afghanistan e' tra i paesi in cui il traffico per lo sfruttamento sessuale di donne e bambini e' piu' diffuso. Oggi le bugie degli Usa sono chiare a tutti. Dopo cinque anni di guerra il nostro devastato paese rimane intrappolato nelle maglie del fondamentalismo dei signori della guerra ed e' come un corpo che ha perso conoscenza e che sta spirando. L'amministrazione Bush ha consegnato il potere a quelli che erano gia' noti anche in passato, quegli assassini, massacratori, crudeli come i talibani. * I media occidentali parlano di democrazia e di liberazione dell'Afghanistan ma gli Stati Uniti e i loro alleati sono impegnati nella promozione dei signori della guerra, dei signori della droga, della criminalizzazione del nostro paese ferito. Voglio elencare i nomi di quelli che detengono il potere in Afghanistan: Karim Khalili, il vicepresidente, e' il leader di un partito pro-Iran chiamato Wahdat, responsabile dell'uccisione di migliaia di innocenti. Il generale Mohammed Daoud, viceministro degli interni afghano, responsabile della lotta alla droga, e' un famoso signore della guerra e narcotrafficante. Rashid Dostum, il capo delle forze armate afghane, e' un killer spietato e molto conosciuto. Qasim Fahim, ex ministro della difesa e ora senatore e consulente del presidente Karzai e' accusato di crimini di guerra. E' una lista che continua, con centinaia di uomini, molti definiti criminali da Human Rights Watch. * Come possiamo parlare di democrazia quando le nostre strutture legali, giudiziarie, esecutive sono infettate dai virus del fondamentalismo e della mafia del narcotraffico? Il mese scorso tutti questi criminali hanno messo da parte le loro differenze per unirsi e formare un nuovo fronte politico contro la nostra gente. Soltanto due giorni dopo la sua creazione si e' detto che dietro a questo fronte ci sono la Russia e l'Iran. L'Afghanistan si sta dirigendo verso il disastro. I talibani continuano il loro fascismo nelle zone orientali dell'Afghanistan dove il governo non ha alcun controllo. Continuano a perpetrare esecuzioni pubbliche e rapimenti. Quando qualche mese fa un giornalista italiano e il suo interprete afghano furono rapiti, il governo afghano ha raggiunto un accordo con i talibani e ha rilasciato cinque dei loro capi in cambio della liberta' del giornalista italiano. Ma nessuno si e' preoccupato del destino dei due afghani innocenti che erano con lui. Entrambi sono stati decapitati dei talibani. La sporca e vergognosa diplomazia del governo afghano ha suscitato rabbia tra la nostra gente che ha capito che il destino degli afghani non ha valore per questo antidemocratico governo di burattini. * Un rapporto di Human Rights Watch sui criminali di guerra in Afghanistan e l'impiccagione di Saddam Hussein ha spaventato molti criminali afghani. Ad aprile i signori della guerra che siedono in parlamento hanno approvato una legge in base alla quale nessuno puo' denunciare o avviare un'inchiesta o perseguire qualcuno per crimini di guerra commessi nei venticinque anni passati. Io e pochi altri parlamentari abbiamo alzato la voce contro questa legge, ma poiche' i signori della guerra fondamentalisti detengono oltre l'80% dei seggi, la legge e' stata approvata. Si tratta di una amnistia a tutti i criminali, nonostante tutti i sondaggi rivelino che oltre l'80% del popolo vuole che siano perseguiti i responsabili dei crimini passati, nella speranza di aprire la strada a un futuro piu' roseo. * La storia della ricostruzione dell'Afghanistan e' dolorosa: dopo cinque anni non si puo' vedere alcun progetto di ricostruzione serio e miliardi di dollari di aiuti sono stati razziati dai signori della guerra, dalle ong corrotte, dalle Nazioni Unite e da uomini del governo. In una recente conferenza sulla giustizia in Afghanistan sono stati promessi aiuti per 370.000 dollari, ma sono sicura che questi soldi serviranno solo ad allargare il gap tra ricchi e poveri. Il nostro sistema giudiziario e' infetto con il virus del fondamentalismo, non possiamo certo aspettarci di vedere una qualche parvenza di giustizia in questo paese. Sarwar Danish, il ministro della giustizia, che faceva parte della delegazione afghana alla conferenza, e' lui stesso un signore della guerra e membro di un partito criminale pro-Iran. E Jabar Sabet, il procuratore generale, e' un oscuro collaboratore che e' stato membro della organizzazione terroristica di Gulbuddin Hekmatyar. Sotto l'occupazione Usa l'Afghanistan e' diventato inoltre il piu' importante produttore di oppio al mondo. Anche i media internazionali confermano che i signori della guerra e membri dell'esecutivo di Karzai sono coinvolti in questi affari sporchi. * Io ho giurato che avrei smascherato tutto cio' davanti al mondo. Quando non sono riusciti a farmi tacere con le minacce, hanno provato a scacciarmi dal parlamento. Il 27 maggio scorso il parlamento dei signori della guerra ha votato la mia sospensione fino alla fine di questa legislatura, nel 2010, cosi' il parlamento ha nuovamente mostrato il suo volto antidemocratico. * Gli Stati Uniti non si preoccupano della sofferenza e delle condizioni disastrose del nostro popolo. E' loro interesse economico e strategico far si' che il nostro popolo rimanga in pericolo. Sfortunatamente gli alleati degli Usa, Italia compresa, si comportano seguendo i loro dettami. Le persone e i gruppi che si battono per la pace e la liberta' vengono soppresse e non sostenute e per questo sono molto deboli. Siamo consapevoli delle difficolta', delle sfide e delle prospettive di morte che abbiamo di fronte. Ma sono sicura del sostegno del mio popolo. I nemici della mia gente hanno armi, potere politico e il sostegno del governo Usa per sopprimermi. Ma non potranno mai far tacere la mia voce e nascondere la verita'. 2. LUTTI. FAUSTO CONCER E' deceduto alcuni giorni fa, ancor giovane, Fausto Concer, una persona preziosa, un amico sincero e un generoso ed acuto compagno di lotte e di riflessioni. Vari suoi interventi sono apparsi nel corso degli anni su questo notizario, e sempre sentiti, meditati, illuminanti. Cercheremo prossimamente di recuperare dal nostro archivio sia gli interventi pubblicati sia le lettere personali, per nuovamente proporre all'attenzione dei lettori questi suoi sempre nitidi e densi scritti. Aveva molto sofferto Fausto, e dalla sua sofferenza aveva tratto le conseguenze che ne aveva tratto Giacomo Leopardi: il ripudio di ogni menzogna, la scelta della solidarieta' con l'umanita' intera, un impegno morale e politico appassionato ed insieme profondamente pensato, vigile, eroico: forza della verita', opposizione alla violenza. Cio' che chiamiamo nonviolenza in cammino. Vogliamo ricordarlo oggi pubblicando qui due passi estratti da una lettera personale che mi scrisse il 3 ottobre 2003 in cui si raccontava (p. s.). * "Caro Beppe, (...) Io, come avrai capito, sono di formazione marxista, ma lo sono in maniera assolutamente eterodossa, non considero, ovviamente, questa l'unica filosofia o punto di vista, ma, nel mio caso, quella privilegiata. Soprattutto sono molto curioso e aperto al continuo mutamento e soprattutto ho eletto come mia personale guida il famoso detto latino: De omnibus est dubitandum. Per una mia presentazione piu' chiara, trascrivo sotto un mio aforisma autobiografico. (...) "Comunista libertario. Sostantivo e aggettivo, inseparabili, disegnano, schematicamente un'identita', costruita e sudata, la indicano senza esaurirla. Perche' l'identita', con la ricchezza di tutte le sue differenze, contraddizioni, cumuli di spirito in disparte, germogli e germi da coltivare, non e' mai esaurita. Forse e' piu' definitivo cio' che non siamo, che cio' che siamo. Non sono fascista, razzista, sessista, incontrovertibilmente. Comunista e libertario, quindi, anzi comunista libertario, dove l'aggettivo caratterizza profondamente il sostantivo, che rimane pur sempre sostantivo, sostanza d'una scelta, essenza d'un approccio culturale e morale, filosofico e pratico, alla Vita, ci si conceda la maiuscola. Libertario a sottolineare la linea piu' autentica e gioiosa del marxismo, e di Marx medesimo, si licet, e le acquisizioni novecentesche della irriducibilita' del soggetto, dei soggetti, al di la' e contro ogni soggezione. Individualita' che va sfrondata dalle esaltazione ottocentesche (e oltre) del genio e dell'individualismo, del prometeico, spesso decadente. Per questo libertario, per la mia faticosa individualita', non puo' bastare, mi puzza di aristocrazia "piccolo-borghese", di scarsa attenzione sociale. E comunista da solo, anche qui ci si conceda la ridondanza d'una maiuscola, mi sta stretto, non rende tutto il senso del mio marxismo eretico ed eterodosso, che aspira alla onnilateralita', o quantomeno multilateralita' delle individue e degli individui, come cammino e costruzione collettivi, oltre che alla liberazione di tutte e tutti dalla stretta dei bisogni primari; che nessuno piu' muoia di fame, freddo o malattie curabili, poi si discuta del resto. Un marxismo non come ideologia, e neanche come sola filosofia, sola Weltanschauung, ma come filosofia, filosofia-prassi, privilegiata. Anche in questa apertura gnoseologica ed epistemologica lo spirito (Spirito?) e' libertario, ed i sensi, quindi il senso; ragione, spirito, sensi. (...) Cari saluti, Fausto Concer" 3. LUTTI. SILVIO NATOLI Saranno forse trent'anni che non incontro Silvio Natoli, ed ora so che non lo incontrero' piu'. Il ricordo che ne ho e' di un gigante barbuto che univa il rigore morale e intellettuale a uno squisito riserbo, a una generosita' sorgiva e incondizionata. So che e' stato negli ultimi decenni un autorevole pubblico amministratore, un vero esperto di organizzazione sanitaria pubblica, continuando quell'impegno che fin da giovane aveva messo nella medicina come difesa e promozione del diritto alla salute per tutti gli esseri umani, la medicina democratica cosi' come la pensava e inverava Giulio Maccacaro, cosi' come la pensava e inverava Laura Conti, cosi' come la pensava e inverava Andrea Alesini - sono passati tanti anni, non li abbiamo dimenticati. Da pochi mesi era direttore generale dell'Istituto superiore di sanita'. In questi giorni tanti rappresentanti delle istituzioni lo hanno ricordato soprattutto per il suo impegno al servizio della sanita' pubblica, al servizio del diritto alla salute di tutti, svolto con scrupolo e sensibilita' grandi nei prestigiosi ed onerosi incarichi istituzionali che ha ricoperto. Ma io voglio ricordare ancora quel corpulento barbuto con cui tanti anni fa ragionavamo del ruolo e dei limiti del riformismo, dell'organizzazione consiliare della democrazia, della maturita' del sogno di una cosa, del dovere di ognuno di recare aiuto all'umanita' intera, affinche' tutte e tutti fossero liberi ed eguali in pienezza di diritti. Nel vivo di lotte che abolivano finalmente infami istituzioni segregative, nel vivo di lotte che contrastavano oppressive gerarchie, nel vivo di lotte che riconoscevano piena e splendente dignita' ad ogni essere umano, e che proprio alla persona piu' fragile e alla piu' menomata, alla piu' affranta e alla piu' schiacciata, riservavano piu' cura ed ascolto, poiche' sapevano che piu' di altri era portatrice - nel dolore e nell'oppressione - di una comune verita', e che la sua liberazione avrebbe recato la liberazione di tutti. A questo impegno credo che Silvio Natoli sia restato fedele per tutta la vita. Questa apertura, questa speranza, questa scelta, che ciascuno puo' chiamare con nome diverso, e che e' - nel linguaggio di questo foglio - la nonviolenza in cammino. 4. VITERBO. PEPPE SINI: UNA LETTERA DALLA SANTABARBARA [Riproduciamo questa lettera inviata dal responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo il 27 luglio 2007 ai mezzi d'informazione locali e ad alcuni amici particolarmente impegnati sulla questione dell'aeroporto di Viterbo] Cari amici ed egregi signori, vorrei esprimere il mio apprezzamento per il comunicato diffuso dai promotori del comitato di opposizione al progetto di costruzione del nuovo aeroporto a Viterbo, amici tra cui sono lieto di trovarmi, con i quali ho condiviso molte esperienze e riflessioni, che stimo ed a cui voglio bene. * 1. Domande e preoccupazioni In particolare vorrei segnalare come esso proponga non risposte ma domande, non dogmi ma preoccupazioni, ed inviti tutte le persone e le istituzioni a riflettere insieme su cosa sia meglio fare e come. Mi sembra che esso proponga alla pubblica attenzione le seguenti principali preoccupazioni che voglio sperare siano condivise da tutti: a) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale sulla salute delle persone, e si privilegi la difesa del diritto alla salute (diritto costituzionalmente sancito); b) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale sull'ambiente, e quindi anche sulla qualita' della vita, sui beni naturalistici e culturali, sulle vocazioni produttive del territorio; c) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale e li si confronti con progetti alternativi nell'ambito sia del modello di mobilita', sia del sistema infrastrutturale, sia del modello di sviluppo; d) che prima di decidere si acquisiscano tutti i dati scientifici utili all'assunzione di una decisione informata, consapevole, responsabile; e) che la decisione sia assunta in modo democratico. * 2. Una proposta civile, uno stile sobrio e dialogico Trovo particolarmente apprezzabile che si proponga una riflessione comune, senza ambiguita', senza reticenze, senza pressappochismi propagandistici, e nel pieno rispetto dell'opinione di tutti. Trovo inoltre apprezzabile che non ci si lasci irretire in una logica campanilistica, in atteggiamenti ipocriti e strumentali, ma si ponga la questione in una prospettiva non di corto respiro, o di posticcia ipersemplificazione, o di inconsapevole subalternita', ma di modello di sviluppo complessivo, e quindi di approfondita comprensione e disamina accurata della vastita', della complessita' e del peso delle tutt'altro che semplici ed univoche implicazioni. Trovo infine apprezzabile il tono sobrio, misurato, dialogico e rispettoso delle opinioni altrui con cui si propone il confronto. Lo stile, se mi e' concesso dirlo, di persone che da molti anni si sono poste alla scuola della nonviolenza (da Mohandas Gandhi ad Aldo Capitini, da Luce Fabbri a Danilo Dolci...) e del pensiero delle donne e dell'etica della cura (da Hannah Arendt a Simone Weil, da Virginia Woolf a Edith Stein, da Rigoberta Menchu' a Vandana Shiva). * 3. Non incrementare, bensi' ridurre il trasporto aereo in quanto altamente inquinante Personalmente ritengo, e mi scuso se ripeto questa semplice opinione, che il nocciolo della questione sia il seguente: se si deve proseguire lungo la rotta di un modello di mobilita' insostenibile per l'ecosistema planetario come quello attuale, o se occorre cambiar direzione, riconoscere l'obsolescenza e la fallimentarita' di un modello di mobilita' predatorio e consumista, patogeno e devastante, e scegliere invece - valorizzando le conoscenze scientifiche e le risorse tecnologiche che ormai lo consentono - la costruzione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate. Modelli di mobilita' ispirati a una cultura della sobrieta', a una coscienza dei limiti della natura, alla scelta di privilegiare i diritti umani di tutti gli esseri umani e di costruire quella civilta' planetaria della solidarieta' e del rispetto reciproco che gia' molti anni fa ci indicavano menti illuminate come come padre Ernesto Balducci o Alexander Langer, maestri ed amici il cui ricordo e' sempre vivo nel mio cuore. Da questo punto di vista bastera' ricordare che il trasporto aereo contribuisce in misura abnorme all'inquinamento dell'atmosfera e al surriscaldamento del clima, per cogliere la necessita' e l'urgenza di procedere a un suo rapido ridimensionamento. Come ebbero a nitidamente enunciare Bertrand Russell e Albert Einstein nel loro indimenticabile appello ai potenti della terra in favore del disarmo, ricordiamoci della nostra umanita', si pensi a garantire un presente e un futuro all'umanita', un presente e un futuro di benessere, rispetto, solidarieta', condivisione; e tutto il resto sia ordinato a questo fine supremo. Anche uomini di governo ed assai ascoltati intellettuali che in anni passati sottovalutarono i pericoli per la biosfera, oggi riconoscono la necessita' di difenderla con la massima tempestivita' e determinazione da un inquinamento crescente ed apocalittico; riconoscono che se vogliamo garantire una vita degna all'umanita' presente ed alle generazioni future occorre ridurre drasticamente l'inquinamento e scegliere un modello di sviluppo sostenibile. Ispirati da questa consapevolezza, la riduzione del trasporto aereo (come anche quella dell'automobilismo privato) e' una priorita', cosi' come, naturalmente, molte altre azioni costruttive che difendendo l'ambiente di vita difendano e promuovano la vita umana e l'umana civilta'. Su questi temi esiste ormai una immensa e specifica letteratura scientifica, e da decenni essa interagisce con una riflessione filosofica, epistemologica e delle scienze umane di grande valore: da Guenther Anders a Ivan Illich ad Hans Jonas nell'ambito della filosofia fondamentale, da Barry Commoner a Lester Brown nell'ambito dell'ambientalismo scientifico, da Jeremy Rifkin a Guido Viale nel campo dell'analisi sistemica dell'impatto dei modelli di sviluppo e di mobilita', da Marc Auge' a Serge Latouche nell'ambito della riflessione antropologica ed economica, da Giulio A. Maccacaro nel campo della medicina a Tzvetan Todorov nel campo della storia delle idee, a Stefano Rodota' nel campo del diritto, senza dimenticare il contributo straordinario di Rachel Carson e di Susan George, di Carol Gilligan e di Martha Nussbaum, solo per segnalare alcune delle studiose ed alcuni degli studiosi che hanno apportato contributi rigorosi e illuminanti per un dibattito che voglia interrogarsi sulle questioni decisive e non restare subalterno alla piu' stolta propaganda delle agenzie pubblicitarie (delle macchine ideologiche del consenso a quelle strutturali ingiustizie e flagranti irrazionalita' che Mounier chiamava "il disordine costituito") che cercano di indurre a un narcotico consumismo complice della devastazione della biosfera e della riduzione dell'essere umano a bruto irresponsabile ed eterodiretto come gia' denunciava la scuola di Francoforte illo tempore. * 4. Sull'orlo dell'abisso, die Antiquiertheit des Menschen und das Prinzip Verantwortung Ho intitolato questa lettera, con un piccolo calembour, "dalla santabarbara", che e' il nome della strada in cui abito, ma e' anche sinonimo di deposito di esplosivi, quindi di luogo che puo' esplodere distruggendoci tutti: e' una metafora per indicare il mondo di oggi; e riconoscere la drammaticita' della situazione implica un'assunzione di responsabilita' personale e collettiva: a tutte le donne e a tutti gli uomini di volonta' buona il compito di fare quanto in proprio potere per fermare devastazione, barbarie, onnicidio. Mi sembra che le amiche e gli amici - tra i quali mi e' grato trovarmi - che pongono oggi l'esigenza di scelte di sviluppo che rispettino al contempo la salute delle persone, l'ambiente di vita, il diritto alla sicurezza e al benessere (e quindi anche a un lavoro dignitoso, onesto, certo e gratificante), la civilta' umana, e quindi il principio di legalita' e quel "principio responsabilita'" fondativo di un'etica all'altezza delle sfide della societa' tecnologica e di un pianeta interconnesso, abbiano ragione, e che tutte le persone ragionevoli non possano che essere grate per questo invito a riflettere insieme ed insieme deliberare per il bene comune. * 5. Kantianamente Credo che molte di queste riflessioni siano condivise anche dagli amici che attualmente propugnano la realizzazione dell'opera alla quale io personalmente ritengo di dovermi opporre. Discutiamone nel modo piu' limpido, piu' informato, piu' partecipato: nell'interesse dell'intera popolazione, quella presente e locale innanzitutto, ma anche nell'interesse delle generazioni future e dell'umanita' intera. Kantianamente, se per una volta e' lecito evocare il grande pensatore di Koenigsberg: facciamo in modo che la massima delle nostre azioni possa valere come principio istitutivo di una legge universale; e consideriamo sempre tutti gli esseri umani come fini in se' e mai come meri strumenti. Con tutta l'umilta' possibile, cerchiamo di fare la cosa giusta. E quindi prima di prendere una decisione irreversibile pensiamoci bene, la fretta - come l'ignoranza - e' sempre una pessima consigliera. Grazie per l'attenzione e un cordiale saluto dal vostro... 5. RILETTURE. MARGARETE BUBER-NEUMANN: PRIGIONIERA DI STALIN E HITLER Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna 1994, 2005, pp. XVIII + 424, euro 14. La fondamentale testimonianza di Margarete Buber-Neumann (1901-1989), luminosa figura di combattente per la dignita' umana di tutti gli esseri umani contro ogni totalitarismo. 6. RILETTURE. IVONE GEBARA: NOI FIGLIE DI EVA Ivone Gebara, Noi figlie di Eva. Potere e non-potere delle donne, Cittadella Editrice, Assisi 1995, pp. 128. Dell'acuta filosofa e teologa femminista brasiliana, religiosa della Congregazione di Nostra Signora, questo volume raccoglie in altrettanti capitoli quattro saggi in precedenza apparsi separatamente: "Le scomode figlie di Eva nella Chiesa dell'America Latina", "Alzati e cammina. Alcuni aspetti del cammino della donna", "Potere e non potere delle donne", "Conosci te stessa. Una lettura femminista dell'umano". Un libro la cui lettura raccomandiamo. Per richieste alla casa editrice: Cittadella Editrice, c. p. 94, 06081 Assisi (Pg), tel. 075813595, fax: 075813719, e-mail: amministrazione at cittadellaeditrice.com, sito: www.cittadellaeditrice.com 7. MATERIALI. INDICE DE "LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA" 63-117 (MARZO 2006 - GIUGNO 2007) * "La domenica della nonviolenza". Numero 63 del 5 marzo 2006: Una intervista ad Anna Bravo ed Eugenio Gruppi: Insegnare a scuola la storia del Novecento. * "La domenica della nonviolenza". Numero 64 del 12 marzo 2006: 1. Mao Valpiana: L'ultimo viaggio di Davide Melodia; 2. Davide Melodia: Cenno autobiografico; 3. Alcuni interventi di Davide Melodia; 4. Davide Melodia: Come neutralizzare il virus della violenza; 5. Davide Melodia: Corresponsabili della guerra; 6. Davide Melodia: Il sinistro scenario mondiale; 7. Davide Melodia: Ecopacifismo e animali; 8. Davide Melodia: Con le bombe; 9. Davide Melodia: Due pensieri; 10. Davide Melodia: Un epigramma; 11. Davide Melodia: Resistenza e memoria storica; 12. Davide Melodia: Speranza da Firenze; 13. Davide Melodia: La nonviolenza, una scelta difficile; 14. Davide Melodia: Scienza e coscienza. * "La domenica della nonviolenza". Numero 65 del 19 marzo 2006: Luca Baranelli ricorda Sebastiano Timpanaro. * "La domenica della nonviolenza". Numero 66 del 26 marzo 2006: 1. Auguri a Renato Solmi, per i suoi 79 anni; 2. Enrico Peyretti: Per un bel compleanno; 3. Mao Valpiana: Il 5 per mille al Movimento Nonviolento, perche' nessun fucile si spezza da solo; 4. A Reggio Emilia il 3-4 aprile; 5. A Firenze il 5-7 maggio; 6. Eduardo Galeano: Della memoria, della dignita'; 7. Patricia Lombroso intervista Aiden Delgado; 8. Violeta Parra: Grazie alla vita; 9. Mohandas K. Gandhi: Il messaggio; 10. Danilo Dolci: Talora. * "La domenica della nonviolenza", numero 67 del 2 aprile 2006: 1. Paola Bono intervista Julia Kristeva; 2. Fabio Gambaro intervista Julia Kristeva; 3. Maria Vittoria Vittori intervista Julia Kristeva; 4. Julia Kristeva: Hannah Arendt di fronte al totalitarismo. * "La domenica della nonviolenza", numero 68 del 9 aprile 2006: 1. Filippo Trasatti: Ripensando Ivan Illich; 2. Francesco Scotti: Ivan Illich. "Nemesi medica" un quarto di secolo dopo; 3. Filippo Trasatti intervista Paolo Perticari: Ivan Illich. L'ascesi dell'altro; 4. Filippo Trasatti: Ivan Illich. Leggere il presente nello specchio del passato. * "La domenica della nonviolenza", numero 69 del 16 aprile 2006: 1. Leggere Fatema Mernissi; 2. Fatema Mernissi: Le donne, l'islam, il web (2000); 3. Fatema Mernissi: E altro e' da veder che tu non vedi (2005); 4. Guido Caldiron intervista Fatema Mernissi; 5. Toni Fontana: Un incontro con Fatema Mernissi; 6. Cristina Bay presenta "Le donne del Profeta" di Fatema Mernissi; 7. Barbara Peroni presenta "La terrazza proibita" di Fatema Mernissi; 8. Luciano Dottarelli presenta "Islam e democrazia" di Fatema Mernissi; 9. Grazia Casagrande presenta "Karawan. Dal deserto al web" di Fatema Mernissi. * "La domenica della nonviolenza", numero 70 del 23 aprile 2006: Ci piacerebbe. * "La domenica della nonviolenza", numero 71 del 30 aprile 2006: 1. Lidia al Quirinale. Un sogno sognato insieme; 2. Lidia al Quirinale. Minima un'agenda; 3. Giuseppe Moscati: Presenza alla persona nell'etica di Aldo Capitini. Considerazioni su alcuni scritti minori (parte prima). * "La domenica della nonviolenza", numero 72 del 7 maggio 2006: 1. Un ultimo sforzo per Lidia al Quirinale; 2-7. Gianni Bergamaschi, Carla Caimi, Maria Teresa Caligaris e Giuseppe Laini, Giovanna Casavola, Marie-France Maurin, Bruna Mengoni: Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica; 8. Un anno fa 4.506 firme per Lidia Menapace senatrice a vita; 9. Giuseppe Moscati: Presenza alla persona nell'etica di Aldo Capitini. Considerazioni su alcuni scritti minori (parte seconda e conclusiva). * "La domenica della nonviolenza", numero 73 del 14 maggio 2006: 1. Via le bombe; 2. Guenther Anders: Tesi sull'eta' atomica; 3. Guenther Anders: Comandamenti dell'era atomica. * "La domenica della nonviolenza", numero 74 del 21 maggio 2006: 1-11. Normanna Albertini, Enrica Bartesaghi, Maria G. Di Rienzo, Doriana Goracci, Elena Liotta, Giovanni Mandorino, Tiziana Plebani, Eugenio Scardaccione, Gianni Sofri, Mao Valpiana, Giulio Vittorangeli: Con Rita Borsellino; 12. Rita Borsellino; 13. Oggi a Firenze; 14. Il 22 maggio a Palermo; 15. Sergio Muzzupappa presenta gli "Scritti di storia e politica" di Gaetano Arfe'; 16. Letture: Guenther Anders, L'odio e' antiquato; 17. Letture: Isaiah Berlin, La liberta' e i suoi traditori; 18. Letture: Giovanni Guastini (a cura di), Tav in Val di Susa: le ragioni di una lotta; 19. Riedizioni: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Il manifesto di Ventotene. * "La domenica della nonviolenza", numero 75 del 28 maggio 2006: 1. Luciano Corradini: Con Rita Borsellino; 2. Rita Borsellino: La lezione di mio fratello Paolo; 3. Un profilo di Rita Borsellino. * "La domenica della nonviolenza", numero 76 del 4 giugno 2006: 1. Maria G. Di Rienzo: Una riflessione sulla Costituzione; 2. Gianni Ferrara: Rispondiamo tre volte no; 3. Raniero La Valle: La Costituzione aggredita; 4. Peppe Sini: Tre ragioni; 5. Ida Dominijanni intervista Mario Tronti su Costituzione e referendum; 6. Gaetano Azzariti: Un appuntamento cruciale. * "La domenica della nonviolenza", numero 77 dell'11 giugno 2006: 1. Marco Deriu presenta "Il libro nero della guerra" di Gabriel Kolko; 2. Stefano Petrucciani presenta "La pensabilita' del mondo" di Sebastiano Maffettone; 3. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo. * "La domenica della nonviolenza", numero 78 del 18 giugno 2006: 1. Teologhe, in quale Europa? 2. Marinella Perroni: La memoria e la parola delle donne; 3. Adriana Valerio: L'esperienza della "Societa' europea delle donne per la ricerca teologica"; 4. Cettina Militello: Alterita', riconoscimento, accoglienza. * "La domenica della nonviolenza", numero 79 del 25 giugno 2006: 1. Peppe Sini: Ora o mai piu'; 2. Gustavo Zagrebelsky: Le pulsioni profonde; 3. Ida Dominijanni intervista Stefano Rodota'; 4. Domenico Gallo: Costituzione o barbarie; 5. "Quattro ragioni per un no". Un appello; 6. Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato": No. * "La domenica della nonviolenza", numero 80 del 2 luglio 2006: 1. Ventuno articoli di Benito D'Ippolito; 2. Ci verra' chiesto conto; 3. Per Simone; 4. Sulla strada dell'aeroporto; 5. Il naufragio; 6. Alcuni altri omissis da un rapporto; 7. Le cose da fare; 8. Dopo Capaci; 9. Alex; 10. En arche'; 11. Per Sergio Endrigo; 12. In memoria di Simon Wiesenthal; 13. Sette lapidi per dire un si'; 14. Incidente a Kabul; 15. I fatti di Falluja; 16. In difesa delle piante ornamentali. Prosopopea; 17. Tom; 18. Puntuale come la morte; 19. Sul torpedone; 20. Dal mattino; 21. Oi autoi; 22. Una scelta; 23. Appendice prima: Blues del treno della morte; 24. Appendice seconda: Quattro vecchi volantini dei tempi della prima guerra del Golfo; 25. Breve notizia sull'autore. * "La domenica della nonviolenza", numero 81 del 9 luglio 2006: 1. Etica dell'irresponsabilita'; 2. Luigi Cavallaro: Rileggendo l'art. 11 della Costituzione; 3. Maria G. Di Rienzo: Donne afgane; 4. Emanuela Citterio intervista Odile Sankara; 5. Vita Cosentino: Noi e Odile; 6. Giovanni Sarubbi: Per la quinta Giornata del dialogo cristiano-islamico; 7. Musulmani in Italia: dieci proposte di lavoro; 8. Enrico Peyretti: Venerdi', in piazza Castello. * "La domenica della nonviolenza", numero 82 del 16 luglio 2006: 1. Se giovassero le cose ripetute (parte prima); 2. Votare no alla guerra; 3. Due cose chiare; 4. Un sofisma da rigettare; 5. "L'Italia ripudia la guerra"; 6. Quindici uomini sulla cassa del morto; 7. A rose is a rose is a rose; 8. L'astuzia piu' grande del diavolo; 9. Cento cavalli bigi; 10. Capriole; 11. L'argomento dell'arreso; 12. Di respirare la stessa aria; 13. Alex, Lidia, Gigi e le lacrime delle cose; 14. Per carita'; 15. La risposta soffia nel vento. * "La domenica della nonviolenza", numero 83 del 23 luglio 2006: 1. Judith Malina, anarchica, femminista, nonviolenta; 2. Una breve notizia su Judith Malina e il Living Theatre; 3. Judith Malina ricorda Dorothy Day con Cristina Valenti; 4. Lorenzo Acquaviva intervista Judith Malina e Hanon Reznicov; 5. Saverio Aversa intervista Judith Malina. * "La domenica della nonviolenza", numero 84 del 30 luglio 2006: 1. Prima che sia troppo tardi; 2. Ernesto Balducci: Introduzione a "La pace. Realismo di un'utopia"; 3. Hannah Arendt: Il criterio; 4. Antonio Bello: Faccia a faccia; 5. Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto: Della bellezza del compromesso; 6. Simone Weil: Il riconoscimento. * "La domenica della nonviolenza", numero 85 del 6 agosto 2006: 1. Dal 6 al 9 agosto nell'anniversario delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki; 2. Guenther Anders: Comandamenti dell'era atomica; 3. Hannah Arendt: In catene; 4. Simone Weil: Uscire dalla caverna; 5. Eduardo Galeano: Alcune scintille da "Memoria del fuoco"; 6. Letture: Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini; 7. Riletture: Assia Djebar, La donna senza sepoltura; 8. Riletture: Silvia Vegetti Finzi (a cura di), Psicoanalisi al femminile; 9. Riedizioni: Lodovico Antonio Muratori: Opere. * "La domenica della nonviolenza", numero 86 del 13 agosto 2006: 1. Piergiorgio Bellocchio ricorda Grazia Cherchi; 2. Camillo De Piaz ricorda Grazia Cherchi; 3. Lalla Romano ricorda Grazia Cherchi. * "La domenica della nonviolenza", numero 87 del 20 agosto 2006: 1. Murray Bookchin: Presentazione di "Comment" (1979); 2. Murray Bookchin: Lettera aperta al movimento ecologista (1980). * "La domenica della nonviolenza", numero 88 del 27 agosto 2006: 1. Murray Bookchin: Il marxismo come ideologia borghese (1980); 2. Severino Vardacampi: Una postilla. * "La domenica della nonviolenza", numero 89 del 3 settembre 2006: Charles C. Walker: Manuale per l'azione diretta nonviolenta. * "La domenica della nonviolenza", numero 90 del 10 settembre 2006: 1. Venti letture per una cultura della pace; 2. Cento letture per un accostamento alla pace; 3. Sergio Paronetto: Una bibliografia sulla nonviolenza; 4. Due suggerimenti ulteriori. * "La domenica della nonviolenza", numero 91 del 17 settembre 2006: 1. Roberto Tecchio: Processo decisionale, metodo del consenso e facilitazione; 2. Dichiarazione finale della VIII Conferenza mondiale delle religioni per la pace: Affrontare la violenza e progredire in una sicurezza condivisa. * "La domenica della nonviolenza", numero 92 del 24 settembre 2006: 1. Sven Nykvist; 2. Valeria Ando': Nonviolenza e pensiero femminile. Un dialogo da iniziare; 3. Irene Comins Mingol: Etica della cura; 4. Giobbe Santabarbara: Brevi tre note. * "La domenica della nonviolenza", numero 93 del primo ottobre 2006: 1. Lea Melandri: I paradossi della maternita' tra corpo e pensiero; 2. Francesca Fanciullacci: Il parto e la maternita', tabu' da rompere; 3. Cristina Pecchioli: Prima di vedere la vita ho intravisto la morte violenta; 4. Lucia Rava: Perche' nessuno mi ha preparata? 5. Aglaia Viviani: Il mio parto "spontaneo"; 6. Gemma Contin presenta "Lieto evento" di Eliette Abecassis; 7. Qualche lettura ulteriore. * "La domenica della nonviolenza", numero 94 dell'8 ottobre 2006: 1. A Fiesole il 12 ottobre; 2. "La politica della nonviolenza", un seminario promosso dal Movimento Nonviolento il 21-22 ottobre a Verona; 3. April Dembosky intervista Asra Nomani; 4. Emma Schiavon intervista Sihem Habchi; 5. Ida Dominijanni presenta "La cittadinanza interiore" di Bruna Peyrot; 6. Francesca Setzu presenta "Karawan. Dal deserto al web" di Fatema Mernissi. * "La domenica della nonviolenza", numero 95 del 15 ottobre 2006: 1. Tiziana Plebani: Un appello; 2. "La violenza contro le donne ci riguarda"; 3. Stefano Ciccone: Una violenza strutturale; 4. Ettore Mo: La rivoluzione paziente di Shirin Ebadi; 5. Sabina Morandi: Il Nobel al banchiere dei poveri. * "La domenica della nonviolenza", numero 96 del 22 ottobre 2006: Gabriele, o dell'umanita'. * "La domenica della nonviolenza", numero 97 del 29 ottobre 2006: 1. Riflettendo su Guevara dal punto di vista della nonviolenza; 2. Giulio Vittorangeli: Ernesto Che Guevara, "questo amore per l'umanita' vivente"; 3. Peppe Sini: Tre tesi per una riflessione necessaria (2000); 4. Aldo Garzia presenta "Il Che inedito" di Antonio Moscato; 5. Una minima bibliografia introduttiva. * "La domenica della nonviolenza", numero 98 del 5 novembre 2006: 1. Mao Valpiana: La politica della nonviolenza. Un seminario promosso dal Movimento Nonviolento; 2. Ron Allen: Le medaglie e i ragazzi; 3. Ambra Pirri: Alterita' e relazione. la riflessione di Gayatri Chakravorty Spivak; 4. Barbara Spinelli: Compromaty; 5. Da Firenze il 4 novembre un invito nonviolento ai militari; 6. "We vote for peace". Un sit-in a Roma. * "La domenica della nonviolenza", numero 99 del 12 novembre 2006: 1. Due popoli, due stati. Una sola umanita'; 2. Un appello di alcuni parlamentari europei per Gaza; 3. David Grossman: Scegliere la pace; 4. Vandana Shiva: La democrazia vivente della Terra. * "La domenica della nonviolenza", numero 100 del 19 novembre 2006: 1. Peppe Sini: Una parola; 2. Manlio Dinucci: Finanziaria a mano armata; 3. Angelo Cavagna: In digiuno contro l'aumento delle spese militari; 4. Cristina Ricci (a cura di): Una bibliografia essenziale delle opere di Heinrich Boell; 5. Enrico Peyretti: Da Gandhi a oggi. Cento anni di nonviolenza; 6. Luigi Ciotti: Gli Stati generali dell'antimafia; 7. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti politici; 8. Riletture: Rosa Luxemburg, Scritti scelti. * "La domenica della nonviolenza", numero 101 del 4 marzo 2007: 1. Nicola Calipari, due anni dopo; 2. Benito D'Ippolito: Sulla strada dell'aeroporto; 3. Benito D'Ippolito: Alcuni altri omissis da un rapporto; 4. Giuliana Sgrena: La mia testimonianza (un articolo del 6 marzo 2005); 5. Giuliana Sgrena: Un anno dopo (un articolo del 4 marzo 2006); 6. Sandro Provvisionato: Ciao, Nicola (un ricordo del marzo 2005). * "La domenica della nonviolenza", numero 102 dell'11 marzo 2007: 1. Jean-Pierre Vernant, un resistente; 2. Maurizio Bettini ricorda Jean-Pierre Vernant; 3. Eva Cantarella ricorda Jean-Pierre Vernant; 4. Marco Pacioni ricorda Jean-Pierre Vernant; 5. Massimo Stella ricorda Jean-Pierre Vernant; 6. Gian Maria Vian ricorda Jean-Pierre Vernant; 7. Jean-Pierre Vernant: Una conferenza a Brno (1998). * "La domenica della nonviolenza", numero 103 del 18 marzo 2007: 1. Per Jean Baudrillard; 2. Paolo Di Stefano ricorda Jean Baudrillard; 3. Paolo Fabbri ricorda Jean Baudrillard; 4. Bruno Gravagnuolo ricorda Jean Baudrillard; 5. Mario Perniola ricorda Jean Baudrillard; 6. Franco Volpi ricorda Jean Baudrillard; 7. Gianni Vattimo ricorda Jean Baudrillard. * "La domenica della nonviolenza", numero 104 del 25 marzo 2007: 1. Ricordando Hans-Georg Gadamer; 2. Dario Antiseri ricorda Hans-Georg Gadamer; 3. Maurizio Assalto ricorda Hans-Georg Gadamer; 4. Donatella Di Cesare ricorda Hans-Georg Gadamer; 5. Marino Freschi ricorda Hans-Georg Gadamer; 6. Bruno Gravagnuolo ricorda Hans-Georg Gadamer. * "La domenica della nonviolenza", numero 105 del primo aprile 2007: 1. "Chiama l'Africa" e Cipsi ricordano Joseph Ki-Zerbo; 2. Joseph Ki-Zerbo: Appunti sulla storia dell'Africa e dell'umanita'; 3. Joseph Ki-Zerbo: Ci hanno rubato l'indpendenza; 4. Joseph Ki-Zerbo: Il problema alimentare nel continente africano. * "La domenica della nonviolenza", numero 106 dell'8 aprile 2007: 1. Una proposta di civilta'; 2. Unione donne in Italia: La proposta di legge; 3. Unione donne in Italia: Note alla proposta di legge; 4. Unione donne in Italia: Cosa e' l'iniziativa "50e50"; 5. Unione donne in Italia: 50 e 50 ovunque si decide; 6. Unione donne in Italia: Un lungo processo; 7. Unione donne in Italia: Verso i centri di raccolta delle firme; 8. Unione donne in Italia: Prime scadenza dell'iniziativa "50e50"; 9. Unione donne in Italia: Per sostenere l'iniziativa "50e50". * "La domenica della nonviolenza", numero 107 del 15 aprile 2007: "Una citta'" intervista Domenico Canciani su Simone Weil. * "La domenica della nonviolenza", numero 108 del 22 aprile 2007: 1. Daniele Barbieri ricorda Kurt Vonnegut; 2. Francesca Borrelli ricorda Kurt Vonnegut; 3. Rocco Carbone ricorda Kurt Vonnegut; 4. Antonio Monda ricorda Kurt Vonnegut; 5. Roberto Saviano presenta "Mattatoio n. 5" e "Ghiaccio-Nove" di Kurt Vonnegut; 6. Orazio Demacari: Pochi stupidi ottonari in ricordo di K. V. * "La domenica della nonviolenza", numero 109 del 29 aprile 2007: 1. Letizia Lanza: No war. Dalla parte di Virginia Woolf; 2. Patrizia Pasini: Pensiero delle donne e nonviolenza; 3. Beppe Pavan: Nonviolenza femminile plurale; 4. Maria Chiara Tropea: Fare politica con il cuore. Il potere e le donne. * "La domenica della nonviolenza", numero 110 del 6 maggio 2007: 1. Rosangela Pesenti: Quale rapporto tra donne e nonviolenza? 2. Elena Pulcini: La violenza senza emozioni. Donne e nonviolenza. * "La domenica della nonviolenza", numero 111 del 13 maggio 2007: 1. Nadia Neri: Le donne, la nonviolenza. L'esempio di Etty Hillesum; 2. Maria G. Di Rienzo: Per cosa mio figlio va a morire? Il linguaggio semplice delle madri statunitensi. * "La domenica della nonviolenza", numero 112 del 20 maggio 2007: 1. Alcuni recenti interventi di Umberto Santino; 2. Umberto Santino: Un Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia; 3. Umberto Santino: Mafia e camorra, Palermo e Napoli; 4. Umberto Santino: La citta' reale e le buone intenzioni; 5. Umberto Santino: Sulla Commissione parlamentare antimafia; 6. Umberto Santino: Di chiodi e di libri; 7. Umberto Santino: Portella della ginestra, sessanta anni dopo. * "La domenica della nonviolenza", numero 113 del 27 maggio 2007: 1. Alcuni ulteriori recenti interventi di Umberto Santino; 2. Umberto Santino: I pregiudicati nell'Antimafia; 3. Umberto Santino: Una pagina di storia reale che puo' darci qualche indicazione per l'oggi; 4. Umberto Santino: Teppisti, collusi e buone intenzioni. * "La domenica della nonviolenza", numero 114 del 3 giugno 2007: 1. Ancora alcuni recenti interventi di Umberto Santino; 2. Umberto Santino: Il '77 a Palermo; 3. Umberto Santino: Razzismo, mafia e calcio violento; 4. Umberto Santino: Il Centro Impastato e Libera. * "La domenica della nonviolenza", numero 115 del 10 giugno 2007: 1. Paul Watzlawick; 2. Umberto Galimberti ricorda Paul Watzlawick; 3. Paolo Gangemi ricorda Paul Watzlawick; 4. Giorgio Nardone ricorda Paul Watzlawick. * "La domenica della nonviolenza", numero 116 del 17 giugno 2007: 1. Serge Latouche: Cos'e' la decrescita? Un'introduzione; 2. Serge Latouche: Decolonizzare l'immaginario; 3. Vincenzo R. Spagnolo intervista Serge Latouche (2000). * "La domenica della nonviolenza", numero 117 del 24 giugno 2007: 1. Una intervista a Remo Bodei su Ernst Bloch e il principio speranza; 2. Juergen Moltmann presenta "Ateismo nel cristianesimo" di Ernst Bloch. ============================== LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 122 del 29 luglio 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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