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Voci e volti della nonviolenza. 77
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 77
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 10 Jul 2007 12:48:54 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 77 del 10 luglio 2007 In questo numero: 1. Emmanuel Mounier: Prospettiva, metodo, esigenza 2. Giorgio Campanini: Un convegno a Parigi su Emmanuel Mounier 3. Antonio Micali: Un convegno a Roma su Emmanuel Mounier 4. Giorgio Campanini: Mounier in Italia 5. Una bibliografia essenziale di e su Emmanuel Mounier 6. Et coetera 1. EMMANUEL MOUNIER: PROSPETTIVA, METODO, ESIGENZA [Da Emmanuel Mounier, Che cos'e' il personalismo, Einaudi, Torino 1948, 1975, p. 113] Il personalismo puo' sembrare inafferrabile a chi vi cerchi un sistema, mentre e' prospettiva, metodo, esigenza. 2. GIORGIO CAMPANINI: UN CONVEGNO A PARIGI SU EMMANUEL MOUNIER [Dal quotidiano "Avvenire" del 18 ottobre 2000, col titolo "Mounier fece l'Europa" e il sommario "Un convegno internazionale ricostruisce l'influsso culturale del filosofo. Delors: unire il continente col personalismo"] Jacques Delors ha aperto e Paul Ricoeur ha concluso, nel prestigioso palazzo parigino dell'Unesco, il convegno internazionale promosso dall'Association des amis d'Emmanuel Mounier in occasione del cinquantenario della morte dell'intellettuale francese. Il primo, Delors, ha richiamato l'importanza di testimonianze come quella di Mounier per il futuro dell'Europa; il secondo, Ricoeur, ha ricostruito le linee portanti del personalismo, mostrandone taluni punti di debolezza ma riconoscendone anche alcuni, importanti, punti di forza. In mezzo, fra l'inizio e la conclusione, due intense giornate di lavori ai quali hanno partecipato una folta delegazione italiana (due i relatori italiani, lo scrivente e Attilio Danese) e una platea di circa 600 persone, provenienti da tutti i continenti (non sono mancate testimonianze sull'influsso del pensiero di Mounier sul Canada e sull'Indocina, sul Brasile e sul Senegal). La prima linea di riflessione e' stata rappresentata dal tentativo di ricostruzione degli anni fra il 1925 e il 1950, - e cioe' dagli studi universitari alla morte precoce - nei quali Mounier si formo' a contatto con una vivace generazione di intellettuali. Un secondo ambito di ricerca era costituito dal tentativo di individuazione dei principali nodi teoretici del personalismo, e dunque della sua "inattualita'", nel contesto della crisi generale delle ideologie, ma anche della sua "attualita'", in presenza di sfide alla persona che evocano quelle degli anni '30 e '40. Infine, l'interesse del convegno si e' incentrato sul rapporto fra Mounier, il cristianesimo e la Chiesa, quella che gia' molti anni prima del Concilio egli indicava, ed auspicava, come "Chiesa dei poveri". Ed a piu' riprese Mounier e' stato indicato come uno degli anticipatori del Vaticano II. In altra prospettiva il convegno ha esaminato, attraverso una serie di seminari e tavole rotonde, i rapporti fra Mounier e le personalita' con le quali egli e' entrato in contatto (e' noto che fra i collaboratori di "Esprit" figuravano cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, non credenti). Di particolare interesse da un lato il rapporto tra Mounier e la tradizione intellettuale francese (nella linea che va da Bergson, a Peguy, a Maritain), dall'altro l'attitudine al dialogo con i movimenti intellettuali e giovanili i piu' diversi, senza che mai "Esprit" cedesse alla tentazione di identificarsi in un partito. La lettura dei materiali emersi dal convegno consentira' un piu' pacato bilancio di un pensatore per certi aspetti dimenticato: in verita' piu' in Francia che non in Italia, dato che proprio il nostro Paese ha accordato una particolarissima attenzione a Mounier ed al suo pensiero. Mounier e' stato, e continua ad essere, un maitre a' penser al quale ancora attingere, soprattutto nel momento di quelle "svolte" epocali nelle quali e' rimessa in discussione, ieri come oggi, la centralissima, e fondativa, categoria di persona. 3. ANTONIO MICALI: UN CONVEGNO A ROMA SU EMMANUEL MOUNIER [Dal sito di "Aifr.it giornale di filosofia della religione" (www.aifr.it), col titolo "Persona e Umanesimo relazionale. L'attualita' di Mounier" e il sommario " Nel centenario della nascita di Emmanuel Mounier (1905-2005), un dettagliato resoconto del convegno romano dello scorso gennaio"] A Roma, presso l'Universita' Pontificia Salesiana, dal 12 al 14 gennaio, si e' svolto il convegno su "Persona e Umanesimo relazionale: eredita' e sfide di E. Mounier". Esso ha aperto la serie di numerosi incontri culturali che le "famiglie personaliste" di tutto il mondo promuoveranno in questo 2005, anno del centenario della nascita del fondatore di "Esprit". Il convegno, promosso dall'Universita' Pontificia Salesiana (Roma) insieme alla Pontificia Facolta' "Auxilium" (Roma), alla rivista "Prospettiva Persona" (Teramo), al Centro culturale "S. Luis de France" (Roma) e alla "Association des Amis d'Emmanuel Mounier" (Parigi), ha visto partecipare circa quaranta relatori e oltre quattrocento tra studenti e addetti ai lavori, provenienti da oltre novanta nazioni. Il convegno, i cui atti sono stati gia' parzialmente pubblicati in un primo volume, dal titolo Emmanuel Mounier. Persona e Umanesimo relazionale. Nel Centenario della nascita (1905-2005), a cura di M. Toso, Z. Formella, A. Danese, Las, Roma 2005, e' stato organizzato sulla base della convinzione che il bilancio, condotto con un approccio multiculturale, del pensiero di Emmanuel Mounier, possa realmente costituire l'occasione per dare impulso alla elaborazione di un nuovo umanesimo integrale, sociale, aperto alla trascendenza. * La prima giornata, comprendente l'inaugurazione e l'introduzione tematica, ha visto i relatori ripercorrere la vita e il pensiero di Mounier, mettendo in evidenza l'affermarsi delle categorie di persona, comunita' e dialogo. "Un testimone scomodo per tutti coloro che cercano di mettere in ombra la portata rivoluzionaria delle parole del Vangelo, o che tendono a conciliare con troppa disinvoltura le esigenze etiche del cristianesimo con la mentalita' corrente" Cosi' Nunzio Bombaci ha definito Mounier, ripercorrendone l'itinerario filosofico e spirituale, dalla nascita a Grenoble (il primo aprile 1905) fino alla morte avvenuta a soli 45 anni, il 22 marzo del 1950. "Nella sua piena maturita' - ha sottolineato il relatore - Mounier afferma l'esigenza di una nuova presenza del cristiano nella citta' umana, di un credente che superi la nostalgia della cristianita', interiorizzi la sua ineludibile, precaria condizione e sia capace di testimoniare, nel suo impegno per l'uomo, la discrezione ardente del suo Dio". "Il personalismo comunitario e relazionale che propone Mounier - ha affermato don Mario Toso, rettore dell'Ateneo Pontificio - e' conseguenza della contemplazione del mistero della Redenzione. E' la fedelta', oltre che all'uomo, a Dio che ha fatto del pensatore francese un intellettuale profetico per il suo tempo e che consente a noi di vederlo ancora attuale per questo millennio", grazie alla sua capacita' di "tradurre" la fede in "cultura", sulla base di tre primati: "Della persona, e con essa della societa', sullo Stato; della persona, e con essa del lavoro, sul capitale; della persona, e con essa dell'etica, sulla politica". Attilio Danese, direttore della rivista "Prospettiva persona" e moderatore dei tre giorni di studio, dopo aver analizzato la critica mounieriana del fallimento del rapporto interumano in Sartre e ribadito la centralita' della relazione interpersonale propria del filosofo di "Esprit" - relazione che matura attraverso lo sguardo altrui e realizza l'essere della persona, la quale si possiede solo donandosi con un amore gratuito - si e' soffermato sul ritorno della "persona in relazione" in Paul Ricoeur che, ripensando all'opera di Mounier a distanza di piu' di trent'anni dal primo saggio a lui dedicato, aveva ben scritto: "Meurt le personnalisme, revient la personne". "La logica dello scambio di doni e' l'unica in grado di scongiurare per l'umanita' un futuro fatto di guerra di tutti contro tutti". Lo ha detto il filosofo francese Paul Ricoeur che, non potendo presenziare personalmente, ha operato il suo intervento con una "prolusione-messaggio" in inglese (registrata in video). Nel videomessaggio, Ricoeur riflette sulle basi del suo umanesimo, partendo dal presupposto che l'identita' personale si costruisce tra "affermazione di se'" e "riconoscimento reciproco". Quando si nega il "carattere morale dei legami sociali", ammonisce il filosofo, il risultato e' una vera e propria "lotta per il riconoscimento reciproco" in cui regnano "comportamenti negativi" come "l'umiliazione, il disprezzo, la violenza in tutte le sue forme fisiche e psicologiche", senza contare le "discriminazioni" verso le minoranze. L'unico antidoto all'"insoddisfazione" provocata da questa "pratica della lotta", sostiene il filosofo, e' "l'esperienza del riconoscimento effettivo in un mondo pacificato". "La formazione del legame politico che ci rende cittadini di una comunita' storica non deriva solamente dalla preoccupazione per la sicurezza e la difesa degli interessi particolari di questa comunita', ma da qualcosa di simile a una amicizia politica essenzialmente pacifica, radicalmente diversa dalla logica del mercato, perche' donare resta un gesto spontaneo che sfugge all'oggetto del calcolo interessato". * La seconda giornata ha evidenziato un confronto tra le diverse aree linguistiche, aperto al dialogo tra diverse prospettive e orientamenti, per sottolineare le distinzioni cosi' come le convergenze riscontrabili nei vari personalismi affermatisi in vari paesi, anche al di fuori dell'Europa, nel corso del Novecento. Tra i diversi interventi, Armando Rigobello - cosi' come Giorgio Campanini - ha rilevato l'impegno senza riserve, l'engagement dell'intellettuale Mounier, il cui pensiero, legato all'affrontement chretien, cioe' al vivere il cristianesimo come una "avventura", riconosce la propria responsabilita' di fronte alla storia. L'intellettuale ha il "dovere" dell'impegno, a partire dalla "lezione del realismo cristiano", che consiste nella "capacita' di coniugare senso della storia e apertura alla trascendenza, rispetto della tradizione e apertura al nuovo". "Abbandonare una cultura del possesso e del dominio a favore di una cultura del dialogo" e', per il relatore, uno degli imperativi di fondo del padre del personalismo, secondo il quale l'intellettuale cattolico e' chiamato a "mediare fra l'appello alla santita' e la responsabilita' della politica", in modo da costruire una societa' "fondata sul rispetto della persona, sull'impegno della vita personale e collettiva". "Di fronte al rischio di una lettura riduttiva, e alla fine deformante, del cristianesimo - ha detto Campanini soffermandosi sul legame, tracciato da Mounier, tra impegno e discernimento - occorre resistere a ogni tentazione razionalistica cosi' come ad ogni tendenza alle deviazioni sentimentalistiche e misticheggianti, per ritrovare l'autenticita', la severita', l'impegno nella storia, assumendo fino in fondo la verita' del Dio che si fa uomo". Per Mounier esiste dunque una sorta di "dovere di incarnazione", pur nella consapevolezza "della strutturale ambiguita' della storia degli uomini; farsi carico di questa storia e' l'unica strada percorribile per un credente che non voglia ridurre la comunita' cristiana a una casa di riposo o a una congrega di bigotti che si nutrono delle biblioteche rosa della devozione". Particolarmente rilevante, per quanto concerne la dignita' della persona in riferimento alla biomedicina, e' stata la relazione di Michele Indellicato, che ha posto l'accento sulla necessita' di subordinare la tecnica alle esigenze dell'uomo, in un tempo, come quello odierno, nel quale la scienza si e' sganciata dall'etica. Di fronte alla clonazione - che rappresenta la conseguenza piu' deplorevole di una scienza spinta alla deriva dei valori, che ha strumentalizzato la vita a fini utilitaristici, separando la verita' scientifica dal bene etico - occorrerebbe tornare all'idea autentica di persona propria di Mounier, il quale scriveva che "l'uomo non e' fatto per l'utilita', ma per Dio, l'Inutilizzabile". "Oggi e' impensabile separare la questione bioetica dalla questione sociale". Secondo Paolo Carlotti, dell'Universita' Pontificia Salesiana, risiede essenzialmente in questo l'attualita' della "questione bioetica" cosi' come viene trattata da Emmanuel Mounier, secondo il quale "la promozione della vita - della vita di tutti - ha bisogno di una cultura, cioe' di significati e di valori condivisi, per poter essere efficace: ha bisogno di una cultura della vita, cioe' di uno stile concreto di vita sociale, a cui attingere facilmente, quasi naturalmente, i criteri delle azioni morali". Il relatore ha fatto notare che per Mounier "la persona inizia in modo degno della sua dignita' non quando viene prodotta ma quando viene generata". Di qui il riferimento ad un tema attualissimo come quello della procreazione medicalmente assistita, con i rischi del primato assoluto della tecnica sulla "generazione". "La pervasivita' della tecnica - ha osservato infatti Carlotti - rende ogni giorno piu' consapevoli della sua portata, contemporaneamente minacciosa e promettente, caratterizzata da una consequenzialita' lunga e spesso ignota nei suoi effetti, che, nel caso delle biotecnologie umane, riguardano non solo il singolo individuo, ma l'intera specie umana. Ne nasce un nuovo titolare di diritti: le generazioni future". Nei confronti della "tecnica", Mounier ha assunto una posizione di equilibrio tra la "incondizionata accoglienza" e il "radicale rifiuto", aprendo cosi' il dibattito sulla "dimensione pubblica della bioetica, che ha incrementato notevolmente la sua portata in questi ultimi anni". Di qui la necessita' - essenziale ancora oggi - di "confrontarsi con le concezioni correnti sia antropologiche che morali, con le venature ideologiche che tradizionalmente contrappongono laici e cattolici in Italia e anche in Europa". "Non si puo' fare la rivoluzione personalista senza che le donne prendano in mano il loro destino". Per Giulia Paola Di Nicola, docente di politiche sociali all'Universita' di Chieti e condirettrice della rivista "Prospettiva persona", la "lezione di Mounier sulla questione femminile e' nella sua sostanza ancora attuale", soprattutto grazie alla sua capacita' di far ricorso al "ruolo critico e innovativo che le donne possono rivestire per la costruzione della civilta' dell'amore". La relatrice ha sottolineato che "il personalismo prende le distanze dal familismo retorico e ipocrita che idolatra la famiglia e ne fa una gabbia soffocante, per poi di fatto abbandonarla a se stessa. L'ideale borghese della famiglia alimenta una pseudo-spiritualita' femminile contrabbandata per virtuosa, quando vocazione femminile, dono di se' significano semplicemente la rinuncia anticipata alla formazione del se'". Al contrario, per Mounier "la valorizzazione della donna esige che la vita privata interagisca senza esaurirsi nella sfera pubblica. La vita privata non si oppone alla vita interiore, ne' alla vita pubblica, essa prepara l'una e l'altra a comunicare reciprocamente le loro risorse". "Il protagonismo delle donne - ha spiegato Di Nicola - sembra a Mounier comportare l'affermazione di valori umani universali, come la tenerezza, la cura, la donazione di se', considerati tipici delle donne, dunque 'inferiori', ma che oggi appaiono invece indispensabili per costruire una societa' piu' umana". "In una nuova visione antropologica", e' l'auspicio - ancora oggi da realizzare - del filosofo francese, "l'emergere della soggettivita' femminile imporra' il capovolgimento dei paradigmi su cui si regge la cultura della ragione senza amore, dell'individuo senza donazione, del calcolo senza gratuita'. Il nuovo Rinascimento che Mounier auspica non si potra' realizzare senza una ricongiunzione e una ripurificazione dei valori della femminilita' e della mascolinita'". "Una voce di opposizione al governo comunista del dopoguerra", che aveva assunto "atteggiamenti in cui la persona umana non trovava un'adeguata difesa, anzi si trovava talvolta un preciso misconoscimento". E' stato questo, in Polonia, il personalismo come "avvenimento storico". A parlarne e' stato Krzyszof Gozowski, della Universita' cattolica di Lublino, secondo il quale proprio da questa natura di "anti-ideologia" deriva lo sviluppo cosi' ampio del personalismo nel suo Paese, a partire proprio dalla scuola di Lublino. Dopo la caduta del sistema totalitario, ha informato il relatore, il personalismo e' diventato una sorta di "ecumenismo scientifico" e una "sfida alle nuove figure dell'umanesimo nichilista". Un illustre "personalista" e' senza dubbio papa Giovanni Paolo II, convinto "fin dall'inizio" del suo pontificato (ma anche del suo percorso di studi filosofici) che "la vita personale e sociale, economica e politica e tutta la cultura deve basarsi sulla verita' dell'uomo, mentre tutte le deviazioni e crisi sono conseguenza di un errore antropologico". "Ma io credo all'utopia, non a quella ove si evade, bensi' a quella ove si progetta con una volonta' di ferro. Presto o tardi, questa forza produce il suo frutto". Con questa citazione di Mounier, Balduino Antonio Andeola, dell'Universita' di Porto Alegre (Brasile), ha concluso il suo intervento sui "frutti" che il pensiero mounieriano produce ancora oggi in America Latina. "Un mondo che renda possibile a ciascuno di realizzarsi liberamente come persona": in questi termini Maria Villela-Petit, del Centro nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, ha sintetizzato l'eredita' di Mounier in Brasile. La "pedagogia" del padre del personalismo, ha aggiunto la relatrice, ha per esempio "coordinato e diretto gli sforzi delle persone impegnate nella realizzazione di programmi educativi per i piu' poveri", grazie ad una "visione della storia - come quella di Mounier - dove la persona e la comunita' si rivelano i due poli dinamici capaci di orientare in un senso piu' autenticamente umano quella grande mutazione storica che e' la 'mondializzazione' dell'uomo". Di straordinaria importanza e attualita', pertanto, e' il messaggio e il pensiero di questo autore, convinto della necessita' di rifare il Rinascimento, di operare la rivoluzione personalista e comunitaria per riaffermare, contro l'individualismo e il nichilismo odierni, la centralita' della persona come essere in relazione, aperta al dialogo, al confronto, alla reciproca mutualita' per una comunita' dal volto non piu' impersonale e massificante, ma personale e fondata sull'amore. * La terza giornata, infine, si e' incentrata sull'analisi delle prospettive da perseguire per le societa' del XXI secolo, nel momento in cui la ricerca antropologica di nuovi stili di vita, di nuove gerarchie di valori e di nuovi assetti di reciprocita' personali e sociali si confronta con i processi reali dei sistemi ed interagisce sulle sue dinamiche. Lo scambio culturale ha consentito, al riguardo, di individuare le modalita' di una piu' incisiva formulazione del problema della persona, nel quale Jacques Maritain ravvisava "un'esigenza, una preoccupazione diffusa del XX secolo". Il tema della persona ha attraversato molte correnti filosofiche, oltre quelle che si sono denominate "personaliste", ma senza dubbio Mounier ha avuto il grande merito di aver dato visibilita' a questo nodo teoretico con una ricerca "inquieta, aperta, laica". Il suo personalismo, lontano dall'essere un sistema filosofico rigidamente formalizzato, si e' rivelato soprattutto come sapere profondo alla ricerca di un orizzonte di senso, resa particolarmente cogente dalla gravita' della crisi dell'uomo. La persona pensata da Mounier - come "volume totale dell'uomo", "equilibrio in lunghezza, larghezza e profondita'" delle tre dimensioni fondamentali della incarnazione, della comunione e della vocazione - e' il soggetto dei diritti umani. Cosi' intesa, essa va "rigiocata" nell'interpretare la nostra condizione, in un tempo che mette in discussione tutti i valori; il "principio persona", che attraverso il dialogo comune e il confronto reciproco e fecondo, in una societa' sempre piu' multiculturale e multireligiosa, puo' essere il nucleo generatore di un processo di crescente umanizzazione della vita sociale. "Il personalismo di Mounier, per i partecipanti al convegno, "e' di grande attualita'" perche' presenta ancora "germi di futuro, sia per i credenti - che egli richiama alla mobilitazione delle coscienze senza compromessi nei confronti del disordine stabilito - e poi dei non credenti che invita, come uomini di buona volonta', a lottare insieme per la causa dell'uomo". Quella del filosofo dunque "e' una lezione permanente per il laicato di oggi, in quanto ci ricorda il primato dello spirituale non come uno slogan ma come un progetto che si fa ogni giorno programma, con la capacita' di pagare gli alti costi dell'Amore, rinnegando i facili idoli di quello che Mounier stigmatizzava come 'luomo dello spirito borghese'". In un tempo, come quello odierno, che ci provoca e che ci chiama ad andare avanti, non si puo' pertanto dimenticare il profetico pensiero di un uomo come Mounier, che non si chiuse in un monologo solipsistico ed autoreferenziale, ma che da filosofo, pubblicista, educatore, promotore ed organizzatore di cultura - e, non da ultimo, da padre e marito esemplare - seppe incarnare nel quotidiano un impegno per la promozione della persona legato ad una profonda fede nella trascendenza, perseguendo continuamente la sua ricerca della Verita', nell'amore della forma piu' autentica di liberta', che e' capacita' di rispondere "Adsum" alla chiamata della propria vocazione. 4. GIORGIO CAMPANINI: MOUNIER IN ITALIA [Dal quotidiano "Avvenire" del 17 aprile 2001, col titolo "Tra un anniversario e l'altro Mounier fatica ancora a parlare italiano"] Il cinquantenario della morte di Emmanuel Mounier (1905-1950) non e' passato sotto silenzio nella cultura italiana, anche se e' mancata una grande manifestazione a carattere nazionale, simile a quella svoltasi nell'ottobre del Duemila a Parigi, sotto gli auspici dell'Associazione degli amici di Mounier e che ha visto una larga partecipazione di relatori, e di ascoltatori, italiani. A cavallo fra il Duemila e il 2001, tuttavia, si sono svolte numerose iniziative: dai due incontri promossi a Verona presso l'Istituto Toniolo al recente convegno organizzato a Bergamo per iniziativa delle Acli e della Cisl. Ne' sono mancate alcune interessanti iniziative editoriali, delle quali appare opportuno dare conto, per tentare di fare in qualche modo il punto della "presenza" di Mounier in Italia, anche in una stagione in cui sembra essere rimasta soltanto una debole eco di una proposta - quella del personalismo comunitario - che negli anni '50 appassiono' alcuni dei piu' prestigiosi intellettuali italiani, da Adriano Olivetti a Felice Balbo, da Giuseppe Dossetti a don Primo Mazzolari. Al pensiero di Mounier, con contributi di qualificati studiosi italiani e francesi, ha dedicato un interessante numero monografico la "Rassegna di pedagogia", diretta da Giuseppe Flores d'Arcais (gennaio-giugno 2000). A ridosso del centenario, poi, appariva a Messina, presso l'editore Armando Siciliano, uno dei migliori lavori che la cultura italiana abbia dedicato al pensatore francese, e cioe' la monografia di Nunzio Bombaci, Una vita, una testimonianza. Emmanuel Mounier: lucida biografia intellettuale che, attraverso una serie di interessanti capitoli, ripercorre l'impegno di Mounier dagli anni giovanili alle ultime battaglie per un'Europa unita e liberata dalla logica dei blocchi contrapposti, passando attraverso il complesso e controverso rapporto con Vichy, tema al quale sono dedicate pagine assai documentate e persuasive. E' di queste settimane poi la pubblicazione di un altro interessante volumetto, curato da Salvatore Vento, e cioe' E. Mounier. Attualita' del personalismo comunitario (Diabasis), che riproduce i materiali emersi da un convegno genovese sul pensatore francese. Non va infine dimenticata la costante attenzione al pensiero di Mounier della rivista "Prospettiva persona" (via Torre Bruciata 17, Teramo), che rappresenta attualmente la piu' autorevole testimonianza della presenza di Mounier in Italia. Non si puo' dunque, in complesso, parlare di una "disattenzione" generalizzata della cultura italiana nei confronti di Mounier. Nello stesso tempo, tuttavia, non si puo' negare che - nel quadro di una quasi generale presa di distanza da quella cultura francese che pure, in ambito cattolico, era stata dominante fra il 1930 e il 1960 - la proposta del personalismo comunitario appaia ormai lontana e sfocata: ma ingiustamente, in quanto se alcune tematiche sono evidentemente legato allo specifico contesto culturale degli anni '30, altri punti di forza del personalismo meriterebbero di essere riconsiderati e riproposti. In vista di questo bilancio occorrerebbe che la cultura italiana riuscisse a colmare la piu' vistosa lacuna che fin qui si e' registrata per quanto riguarda l'opera di Mounier, e cioe' la sua circolazione parziale ed affidata a case editrici quasi sempre marginali e periferiche (pur se altamente benemerite, come la Ecumenica di Bari che, grazie soprattutto ad Ada Lamacchia, ha proposto negli ultimi trent'anni una serie di importanti testi, da Rivoluzione personalista e comunitaria a Cristianita' nella storia, secondo il titolo, forse non felicissimo, dato all'ultima grande opera di Mounier, Feu la Chretiente'). Cosi', se si eccettua Il personalismo, curato e diffuso dall'Ave, e che e' recentemente approdato alla decima edizione, si puo' dire che nessuna opera mounieriana e' oggi in Italia di agevole accesso per un pubblico che, stante l'imperante dominazione della lingua inglese, ha una padronanza sempre minore di quel francese che e' stato a lungo lo strumento principe per la sprovincializzazione della cultura italiana. Vi e' da augurarsi, dunque, che come frutto di questo cinquantenario - ed avvicinandosi quel 2005 che coincidera' con il primo centenario della nascita di Mounier - si possa dare finalmente corpo alla sistematica riproposizione dei testi fondamentali del personalismo comunitario. 5. UNA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DI E SU EMMANUEL MOUNIER [Dal sito dell'Association des amis d'Emmanuel Mounier (www.emmanuel-mounier.net)] Opere di Emmanuel Mounier - Oeuvres, 4 volumes, Paris, Ed du Seuil , 1961-1962: I 1931-1939 (Livres et choix d'articles); II Traite' du Caractere (1ere edition, Seuil ,1946); III 1945-1950 (Livres); IV Recueils posthumes et correspondances (avec bibliographie complete des livres et articles de Mounier). - L'engagement de la foi , Textes choisis et presentes par Paulette Mounier (1ere ed. Seuil, 1968), introduction de Guy Coq, Paris, Ed. Parole et Silence, 2005. - Le Personnalisme, Puf, 2001 (1ere ed. 1950). - Refaire la Renaissance, preface Guy Coq, Ed du Seuil, 2000. - Ecrits sur le personnalisme, preface de Paul Ricoeur, Ed du Seuil, 2000 (queste due raccolte riproducono la maggior aprte dei testi del primo volume delle opere). - Mounier et sa generation. Lettres, carnets et inedits, Parole et Silence , 2000 (1ere ed. Seuil, 1956). * Opere su Emmanuel Mounier a) Su Mounier, la sua vita e il suo pensiero -Nunzio Bombaci, Una vita, una testimonia, Emmanuel Mounier, Messina, Armando Siciliano Editore, 1999. - Etienne Borne, Mounier ou le combat pour l'homme, Paris, Ed. Seghers, 1972. - Jean Conilh, Emmanuel Mounier, Paris, Presses Universitaires de France, 1966. - Guy Coq (sous la direction de), Emmanuel Mounier. L'actualite' d'un grand temoin, Actes du Colloque tenu a' l'Unesco les 5-6 octobre 2000, Paris, Ed. Parole et Silence, tome 1, 2003; tome II, 2005. - Carlos Diaz, Emmanuel Mounier (Un testimonio luminoso), Madrid, Ediciones Palabra, 2000. - Jean-Marie Domenach, Emmanuel Mounier, Paris, Seuil, 1972. - Emmanuel Mounier, n. special de la revue "Esprit", decembre 1950. - Gerard Lurol, Emmanuel Mounier, tome I, Genese de la Personne, Paris, L'Harmattan, 2000; tome II , Le Lieu de la Personne, L'Harmattan 2000. - Jean-Francois Petit, Emmanuel Mounier. Une ethique pour la vie, Lyon, Chronique Sociale, 2000. - M. Toso, Z. Formella, A. Danese (sous la direction de), Emmanuel Mounier. Persona e umanesimo relazionale, Actes du Colloque de Rome (janvier 2005), 2 voll., Roma, Libreria Ateneo Salesiano, 2005. * b) Sulla rivista e il movimento "Esprit" - Goulven Boudic, Les Metamorphoses d'une revue, "Esprit" 1944-1982, Ed. de l'Imec, Paris, 2005. - Stephanie Angers et Gerard Fabre, Echanges intellectuels entre la France et le Quebec (1930-2000). Les reseaux de la revue Esprit avec La Releve, Cite' Libre, Parti pris et Possibles. Quebec, Les Presses de L'Universite' de Laval / Paris, L'Harmattan, 2004. - "Esprit" de novembre 1940 a' aout 1941. Reproduction integrale presentee et annotee par Bernard Comte, Paris, Ed. Esprit, 2004. - "Esprit". Une revue dans l'histoire 1932-2001, Paris, Ed. Esprit, 2002. - Daniel Lindenberg, Les Annees souterraines 1937 -1947, Paris, Ed. La Decouverte, 1991. - Jean-Louis Loubet de Bayle, Les non-conformistes des annees '30. Une tentative de renouvellement de la pensee politique francaise, Paris, Seuil, 2001. - Cecile Parisot, La Revue "Esprit" de 1932 a' 1935: un personnalisme se cherche, Paris, Paris IV Sorbonne (These Histoire Contemporaine). - Michel Winock, "Esprit", des intellectuels dans la cite' (1930-1950), Paris, Seuil, 1996. * c) Sull'entourage e gli amici di Mounier : - Olivier Cariguel, Les Cahiers du Rhone dans la guerre (1941-1945), Universite' de Fribourg (Suisse), 1999. - Bernard Comte, L'Honneur et la Conscience. Catholiques francais en resistance 1940-1944, Paris, Ed. de l'Atelier, 1998. - Bernard Comte, Une Utopie combattante. L'Ecole des Cadres d'Uriage 1940-1942, Paris, Fayard, 1991. - Simone Fraisse, Charles Peguy, Paris, Seuil, 1979. - Jean Guitton, Les Davidees. Histoire díun mouvement díapostolat laic 1916-1966, Paris, Casterman, 1967. - Jean Guitton, Portrait de M. Pouget, Paris, Gallimard, 1985. - Pierre Riche', Henri Irenee Marrou , historien engage', Paris, Cerf, 2003. * d) Intorno al personalismo - Nicolas Berdiaev, La Revolution de l'Esprit, Paris, Albin Michel, 1995. - Maurice Blondel, L'Action (1893), Paris, Presses Universitaires de France, 2000 (1ere ed., 1893). - Didier Da Silva et Ronan Guellec (sous la direction de), La personne a' venir, Paris, Signe de la Licorne, 2003. - Jean Lacroix, Le Personnalisme comme anti-ideologie, Paris, Presses Universitaires de France, 1972. - Jean Lacroix, Personne et amour, Paris, Seuil, 1955. - Jean Lacroix, Le Personnalisme. Sources, fondements, actualite', Lyon, Ed. Chronique sociale, 1981. - Paul Louis Landsberg, Problemes du personnalisme, Paris, Seuil, 1950. - Le Personnalisme d'Emmanuel Mounier, hier et demain. Pour un cinquantenaire (colloque de l'Association des Amis d'Emmanuel Mounier, 1982), Paris, Seuil, 1985. - Paul Ricoeur, Soi-meme comme un autre, Paris, Seuil, 1991. 6. ET COETERA Emmanuel Mounier, nato nel 1905 a Grenoble, nel 1932 fondo' la rivista "Esprit", una delle voci piu' vive della cultura contemporanea e dell'impegno cristiano nella societa'. Mori' nel 1950. Intellettuale militante, cattolico in rottura con il "disordine costituito" ed in dialogo con la sinistra rivoluzionaria, la sua voce ci interpella ancora. Tra le opere di Emmanuel Mounier: Che cos'e' il personalismo?, Einaudi; Rivoluzione personalista e comunitaria, Ecumenica; Il personalismo, Ave. L'Editrice Ecumenica sta pubblicando (e ripubblicando) le opere di Mounier in una specifica Collana "Emmanuel Mounier" diretta da Ada Lamacchia. Opere su Emmanuel Mounier: Jean Marie Domenach, Emmanuel Mounier, Ecumenica, Bari 1996. * Giorgio Campanini, sociologo e storico, e' professore emerito di Storia delle dottrine politiche all'Universita' di Parma. Tra le opere di Giorgio Campanini: L'utopia della nuova cristianita', Morcelliana, 1975; Fede e politica. 1943-1951: la vicenda ideologica della sinistra Dc, Morcelliana, 1977; La societa' industriale fra ideologia e utopia, Franco Angeli, 1978; Cristianesimo e democrazia. Studi sul pensiero politico cattolico del Novecento, Morcelliana, 1980; Cultura e ideologia del popolarismo. Micheli, Ferrari, Donati, Morcelliana, 1982; Antonio Rosmini e il problema dello Stato, Morcelliana, 1983; Il pensiero politico di Mounier, Morcelliana, 1984; Il cristiano fedele alla terra. Contributi ad una "teologia del mondo", Edb, 1984; Potere politico e immagine paterna, Vita e Pensiero, 1985; (con Carlo Fiore, Xavier Thevenot), La coabitazione giovanile, Elledici, 1985; Personalismo e democrazia, Edb, 1987; (con Gianna Agostinucci), La questione femminile: Chiesa e storia, Piemme, 1989; (con Franco Demarchi, Giuliano Giorio), Famiglia tra crisi e rinnovamento, Istituto Rezzara, 1989; Don Primo Mazzolari fra religione e politica, Edb, 1989; Realta' e problemi della famiglia contemporanea. Compendio di sociologia della famiglia, San Paolo Edizioni, 1989; Politica e democrazia oggi in Italia, Elledici, 1992; Amore, famiglia, matrimonio, Marietti Scuola, 1992; Le politiche familiari oggi, San Paolo Edizioni, 1999; Antonio Rosmini. Il fine della societa' e dello Stato, Studium, 1988; (con Giuseppe Angelini, Paul Poupard); Paure dell'uomo contemporaneo, Istituto Rezzara, 1989; Rosmini politico, Giuffre', 1990; Aldo Moro. Cultura e impegno politico, Studium, 1992; (con Ferruccio De Bortoli, Giuseppe Del Ferro), La societa' dell'informazione: ultima utopia?, Istituto Rezzara, 1994; Intellettuali e societa' nella Francia del Novecento. Studi e ricerche, Massimo, 1995; La compagnia della storia. Il messaggio sociale della "Gaudium et spes" trenta anni dopo, Agrilavoro, 1996; (con Giovanni Bachelet, Luigi Ciotti), La profezia del Concilio speranza per l'uomo. La Gaudium et spes e i giovani, Fondazione Apostolica Actuositatem, 1996; Politica e societa' in Antonio Rosmini, Fondazione Apostolica Actuositatem, 1997; (con Paola Di Nicola, Nicoletta Pavesi), Famiglie piccole e fragili: quale futuro, Istituto Rezzara, 1998; (con Felice di Scalia, Giuseppe Agostino), Le relazioni nella Chiesa. Per una comunita' "a piu' voci", Ancora, 1998; (con Paola Di Nicola), Societa' civile e mondi vitali, Istituto Rezzara, 1999; La convivialita' familiare, Mondadori, 1999; Primo Mazzolari. Per una Chiesa in stato di missione, Esperienze, 1999; Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come "Luogo teologico", Edb, 2000; Fedelta' e tenerezza. La spiritualita' familiare, Studium, 2001; Il pensiero politico di Luigi Sturzo, Sciascia, 2001; Scelti per essere santi nell'amore, Effata', 2002; Le parole dell'etica. Il senso della vita quotidiana, Edb, 2002; La fatica del cammello. Il cristiano tra ricchezza e poverta', Paoline Editoriale Libri, 2002; Quale fede nella stagione della post-modernita', Portalupi, 2004; Dossetti politico. Con documenti inediti, Edb, 2004; Il laico nella Chiesa e nel mondo, Edb, 2004; Dal cortile al mondo. La famiglia e la societa', San Paolo Edizioni, 2004; Incontro con Emmanuel Mounier, Eupress-Ftl, 2005; Antonio Rosmini fra politica ed ecclesiologia, Edb, 2006; (con Franco Monaco, Valeria Trapani), Sacramento dell'amore. Considerazioni in margine all'esortazione apostolica "Sacramentum caritatis" di Benedetto XVI, Paoline Editoriale Libri, 2007. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 77 del 10 luglio 2007 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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