Voci e volti della nonviolenza. 73



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 73 del 2 luglio 2007, edizione straordinaria

In questo numero:
Una lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana

UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Egregio signore,
l'Italia continua a partecipare alla guerra in corso in Afghanistan.
Una guerra in cui le stragi di civili non sono l'eccezione, ma la regola.
Una guerra il cui protrarsi contribuisce potentemente ad alimentare il
terrorismo nel mondo.
*
Una guerra alla quale l'Italia non avrebbe mai dovuto prender parte poiche'
glielo proibisce inequivocabilmente l'articolo 11 della Costituzione della
Repubblica Italiana, il quale testualmente recita che "L'Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in
condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita'
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a
tale scopo" (si noti: le "limitazioni di sovranita'" - della propria
sovranita', non dell'altrui -, e le "organizzazioni internazionali", sono
rigidamente intese allo scopo di assicurare "la pace e la giustizia fra le
Nazioni": lo sottolineiamo poiche' ci sono stati dei mistificatori che hanno
sostenuto che questa seconda parte dell'art. 11 contraddicesse la prima e
consentisse la guerra "come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali", laddove invece palesemente questa seconda parte non puo'
non essere coerente con la prima parte dell'articolo ed anzi ne e' un
effettuale rinforzo).
*
La preghiamo, non offenda anche lei l'intelligenza degli italiani con il
sofisma specioso e  spregevole tante volte ripetuto dai governanti e dai
parlamentari che a piu' riprese hanno deliberato la prosecuzione della
guerra e delle stragi, sofisma secondo cui le stragi sono state
materialmente commesse da nostri alleati e non direttamente da nostri
soldati, e quindi l'Italia non ha responsabilita' alcuna: l'Italia fa parte
della Nato, l'Italia fa parte della missione Isaf, l'Italia e' pienamente
coinvolta nella guerra e contribuisce pienamente ad essa.
Lorenzo Milani, in una sua non dimenticata lettera ai giudici, scriveva al
riguardo che "Ho poi studiato a teologia morale un vecchio principio di
diritto romano che anche voi accettate. Il principio della responsabilita'
in solido. Il popolo lo conosce sotto forma di proverbio: Tant'e' ladro chi
ruba che chi para il sacco".
Delle stragi compiute dalla coalizione militare d'occupazione in Afghanistan
l'Italia e' corresponsabile al pari di tutti gli altri stati che della
coalizione che conduce questa guerra terrorista e stragista fanno parte.
*
E non neghi che un'alternativa sia possibile: un'alternativa all'uccidere e'
sempre possibile. Sarebbe significativo gia' il solo non partecipare
all'associazione che le stragi compie. Ma c'e' di piu': e' possibile
un'alternativa attiva, un programma costruttivo, una testimonianza concreta
che non solo indichi ma tracci una via di pace e di riconoscimento di
umanita': nella vicenda afgana proprio degli italiani lo hanno dimostrato:
e' l'esperienza degli ospedali di Emergency.
*
Anche lei, come altri tra gli ultimi suoi predecessori, ha l'abitudine di
molto parlare e molto comparire sui mass-media. E' abitudine che ci lascia
perplessi, e se le scriviamo non e' perche' vogliamo che lei si produca
nell'ennesimo futile e chiassoso esercizio verbale.
Le scriviamo perche' lei e' garante della legalita' costituzionale: eserciti
questa sua funzione: ed esercitandola salvi le vite di tanti innocenti.
Neghi il suo consenso alla prosecuzione della partecipazione italiana alla
guerra, e richiami governo e parlamento al rispetto del diritto, e della
giustizia. Faccia cessare la complicita' italiana con la guerra terrorista e
stragista che dall'Afghanistan si sta espandendo nel mondo intero.
Distintamente,
Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2007

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
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Numero 73 del 2 luglio 2007, edizione straordinaria

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