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Minime. 72
- Subject: Minime. 72
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 27 Apr 2007 00:29:05 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 72 del 27 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Per Segolene Royal 2. Luciano Bonfrate: Le regole d'ingaggio 3. Quale legge elettorale 4. Lidia Campagnano: La democrazia paritaria e' un'urgenza 5. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra (parte seconda) 6. Alberto Trevisan: Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 7. Come destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento 8. Letture: Ernesto Balducci, Educare alla mondialita' 9. Letture: Federico Caffe', Scritti quotidiani 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PER SEGOLENE ROYAL Ci sembra necessario che quante e quanti fra noi possono esercitare un'azione utile per il voto di ballottaggio per le elezioni presidenziali francesi facciano quanto in loro potere per la vittoria di Segolene Royal. Una donna all'Eliseo. 2. PAROLE. LUCIANO BONFRATE: LE REGOLE D'INGAGGIO [Chiedemmo al nostro buon amico Luciano Bonfrate quale fosse il motivo per cui ci proponeva di pubblicare su questo foglio i versi che seguono; per ricordare che la guerra e' strage, rispose] Qui vi ricordo le regole d'ingaggio: mirare al cuore, predare i telefonini bruciare al semaforo il lavavetri bere, vestire, inalare profumo parlare con voce di cane, di topo uscire dal folto nelle notti senza stelle cucinare a fuoco lento gli asini che nessuno esca vivo da Falluja. 3. RIFLESSIONE. QUALE LEGGE ELETTORALE Una legge elettorale che riconosca che anche nelle istituzioni rappresentative ove si e' eletti e si delibera la nostra e' ancora una democrazia dimidiata, e riconosciutolo vi ponga rimedio. Una legge elettorale che accolga l'idea grande e necessaria promossa dall'Unione donne in Italia di una democrazia paritaria e duale, di una eguale presenza di donne e di uomini nelle assemblee pubbliche elettive: 50 e 50 ovunque si decide della cosa pubblica, di cio' che tutte e tutti parimenti concerne. Per informazioni, documentazione, contatti: www.50e50.it 4. RIFLESSIONE. LIDIA CAMPAGNANO: LA DEMOCRAZIA PARITARIA E' UN'URGENZA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 aprile 2007 riprendiamo il seguente articolo li' apparso col titolo "Tra uomini e donne, la politica del fifty-fifty". Lidia Campagnano e' una prestigiosa intellettuale femminista; in una breve presentazione autobiografica di qualche anno fa cosi' si descriveva: "ho 55 anni, ho studiato filosofia all'Universita' degli Studi di Milano. Dalla paura della storia, instillatami da piccola con i racconti della potenza e dell'orrore nazista che avevano preceduto la mia nascita, sono passata alla passione politica e a quella per la parola, scritta e parlata, come possibili attivita' di cura (forse anche di consolazione) inventate dall'umanita'. Dopo il Sessantotto e la scoperta del femminismo sono diventata giornalista presso la redazione del "Manifesto", dove ho lavorato per diciassette anni (i "quaderni del Golfo", durante "quella" guerra [del 1991], li ho ideati e curati io, pensando alle persone piu' giovani o a quelle piu' disarmate e sconcertate). Ho partecipato alla fondazione di due riviste di donne: "Orsaminore", a Roma, e "Lapis", a Milano. Adesso collaboro dove capita: al "Manifesto" alla "Rinascita della sinistra", all'"Unita'" qualche volta. In passato ho condotto varie trasmissioni radiofoniche (presso la Rai) dedicate alle donne, e due trasmissioni televisive (una settimana di commenti a una notizia del Tg Tre, una trasmissione culturale del mattino presso la Rete 2). Ogni anno, in varie citta' (Milano presso la Libera universita' delle donne, Roma prossimamente, presso la Casa internazionale delle donne, Torino in occasione del Forum "Native, immigrate, cittadine del mondo", Firenze mentre bombardavano Belgrado, Lucca, Catania, in un campeggio di giovani a Policastro, Valencia, presso l'Universita', e chissa' dove ancora) cerco e trovo modo di condurre seminari, dialoghi e riflessioni collettive, soprattutto tra donne, a volte anche con la partecipazione di uomini, sui temi simili a quelli che trattiamo in quest'occasione. Ricordo anche la partecipazione a "punto G, genere e globalizzazione", a Genova, con la conduzione insieme a Barbara Romagnoli e Lea Melandri del gruppo "l'ordine sentimentale della globalizzazione". Da allora collaboro qualche volta con la rivista "Marea" diretta da Monica Lanfranco. Ho scritto vari saggi e relazioni, pubblicate in vari luoghi, mi limito a segnalare due libri interamente miei: Gli anni del disordine, pubblicato dalla Tartaruga edizioni di Milano nel 1996, una meditazione per frammenti su cio' che la fine del mondo bipolare stava producendo, soprattutto in Jugoslavia ma anche altrove, e Un dopoguerra ancora, edito nel 2000 dalle edizioni Erga di Genova, in prosa poetica. Il terzo e' in cantiere, sulle ferite inflitte nel tessuto spaziale e in quello temporale, e nel senso biografico di una donna, dalle guerre di questi nostri tempi"] Una come me, frequentemente definita qua e la' come femminista storica, vorrebbe unirsi alle autorevoli pressioni per la nascita di una sinistra "senza aggettivi", dove ciacuna componente smetta di credere di avere chissa' quale pedigree da difendere, e rimescoli le carte (e soprattutto butti in un ciclone benefico i gruppi dirigenti). Ma puo' farlo? Puo' farlo ancora dopo che tutti gli appelli lanciati a sinistra perche' la caduta di Berlusconi significasse anche un'altra relazione politica degli uomini con le donne, sono visibilmente caduti nel vuoto? Il dubbio e' di quelli che chiudono la bocca. Non poche hanno chiuso la bocca su questo punto specifico (non sulla violenza alle donne, o sul laicismo). Sul punto specifico delle relazioni politiche tra uomini e donne. Le cose sono andate cosi' male su questo terreno da indurre le piu' a un rancore e a una estraneita' di quelle spesse e dense, e altre a chiedersi in malinconia dove abbiano sbagliato, interrogativo sempe utile, soprattutto nelle ritirate pero', che non sempre sono strategiche. Poi, di recente, ecco un nuovo scatto, la proposta della democrazia paritaria: 50 e 50 ovunque si decida, con tanto di proposta di legge di iniziativa popolare in materia elettorale, iniziativa dell'"Unione donne in Italia", con l'adesione immediata di "Usciamo dal silenzio", di aree della Cgil, e via via, persino dal centro dello schieramento politico. Dopo questa proposta non credo che sia possibile apprezzare piu' di tanto i timidi o i solenni riferimenti di attenzione alle donne espressi in qualche congresso, o le paginate giornalistiche rosa, che suscitano un misto di rabbia e di commozione, dedicate alle donne nei congressi. O la speranza fa un vero balzo, credo, o la gora di una societa' dimezzata nella partecipazione politica diventera' un tema nuovo di zecca, e soprattutto sara' visibilmente una condizione di vita, per donne e uomini, tutt'altro che buona e meno che mai felice. Il punto e' che non si vede come pensare a una sinistra rinnovata, unita, accogliente senza evocare soggetti capaci di animarla. E' urgente che i soggetti vengano nominati secondo la relazione originaria della convivenza umana: donne e uomini. E' questo il tema da assumere, strappandolo letteralmente alla gestione reazionaria delle religioni. Dalla molteplicita' di esperienze della convivenza - donne e uomini, donne e donne, uomini e uomini - c'e' di che portare alla luce la possibilita' di una creazione etica laica finalmente valorizzata. Sulla cui varieta' e' possibile confrontarsi in pace (anziche' in guerra). A cominciare e ricominciare dalla questione procreativa, a proposito della quale urge riparare l'umiliazione violenta perpetrata ai danni delle donne, e del genere umano, con il passaggio dell'embrione da oggetto interiore del corpo-mente femminile (giustamente e bene affidato a una scelta femminile singolare, alla decisione femminile e singolare e intima di avviarlo a vita autonoma ben protetta) a oggetto dello stato, in quanto personalita' giuridica. Non ci sara' fondamento di laicita' senza questa riparazione. E dunque mettiamo la politica tra le donne e gli uomini. Tanto nella vita interpersonale quanto in quella pubblica. Ma occorre oggi (a differenza dell'epoca femminista) iniziare da quella pubblica perche' e' la' che la relazione deve e puo' oggi iniziare di nuovo a essere rappresentata e ripensata: la' dove si da' per scontato che un uomo eletto rappresenti elettrici e elettori, mentre una donna eletta si teme sempre che no, che rappresenti solo il suo genere, e neanche quello, perche' e' ancora un essere strano, una donna eletta, e nemmeno lei sa bene, nel suo essere una rara stranezza, chi mai rappresenti. * La democrazia paritaria e' un'urgenza: c'e' stato un arretramento, un arretramento nell'emancipazione, nel significato piu' antico della parola (riscatto da una schiavitu') soprattutto in Occidente, se qualche notizia non pubblicizzata segnala un sottrarsi delle donne (negli Usa!) dall'offerta di lavoro, un nuovo investire nel matrimonio e nella funzione casalinga, un'estensione di modalita' prostituite di lavoro in campi estranei alla prostituzione in senso proprio (e non si pensi solo a vallettopoli!) mentre masse di donne povere e senza diritti vagano per il mondo e ampliano un mercato schiavistico. La democrazia paritaria e' solo l'inizio, ma la sinistra deve farla propria, smettendo di lusingare con l'evocazione di parole d'ordine sommariamente apprese questa o quella parte di femminismo ufficialmente riconosciuto, smettendo anche di simbolizzare galanterie che suonano insopportabili per chi ha patito un'umiliazione politica. E piu' limpidamente, mettendo rigorosamente e dovunque in scena l'interlocuzione numericamente paritaria, e nominandola. La tela di una nuova cultura politica si tesse in parita'. E questo comportera' un grande impegno anche per le donne, che "non nascono imparate" esattamente come gli uomini. E le (poche) donne che riescono a partecipare alla politica hanno di che riflettere, imparare, innovare, sciogliere rigidezze. Chi aspira a un autentico e felice rimescolamento di carte (e perfino di gruppi dirigenti) incominci a rimescolarle tra donne e uomini. Per la sinistra dovrebbe essere una speranza e anche un rifarsi alle proprie radici, o identita', perche' non c'e' dubbio che un patto politico tra donne e uomini, sia pure incompleto, sia pure egemonizzato da menti maschili, a sinistra c'e' stato, c'e' stato nel movimento operaio, nel movimento comunista, in quello socialista. Si e' progressivamente impoverito, e' stato contestato dal femminismo in nome di speranze piu' alte, e poi e' tramontato. Ma c'e' stato. E' il caso di farne memoria e di ripartire, direi, platealmente, concretamente, subito. E poi, ciascuna e ciascuno, se ha filo da tessere, tessera', e si vedra', e ci sara' scelta, tra la poverta' e la ricchezza politica di pensiero e di abilita'. Non solo a sinistra, anche al centro, o a destra, e sarebbe davvero un grande scossone. Ma senza questo scatto, quante saranno le donne che non crederanno a nessuna nuova Costituente? 5. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE SECONDA) [Riproponiamo ancora una volta questa fondamentale bibliografia ragionata sulle lotte nonarmate e nonviolente scritta da Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it), nella versione aggiornata del 14 novembre 2004. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] 31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Solidarnosc 1980-1981. 32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93. 33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla frontiera. 34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione. 35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford), Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian Conflict, in "Journal of Peace Research", vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale. 36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social novateur, L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992). 37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il XLI opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989. 38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta", novembre 1996, pp. 6-7. * 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino, tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio). 40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta, partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con la presenza dei maggiori studiosi mondiali (Pontara, Papisca, Sharp, Ebert, Muller, Galtung); nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace research. 41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1996. Nel libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a. C.). * 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), raccoglie ed esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India 1975-77, OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari momenti. Si puo' aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal mezzo della comunicazione popolare (v. il n. 1 della seconda parte di questa bibliografia). * 43. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni. Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel 1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia all'Africa. I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p. 230). Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile), i mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza". 44. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente nell'Europa dell'est per una strategia e per istituzioni atte alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela generale della societa' dalla violenza diffusa. * 45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una teoria generale, Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro (Strategie di trasformazione costruttiva). Una nuova edizione del lavoro, col titolo Conflitti e mediazione. Introduzione a una teoria generale, e' uscita nel 2003 presso il medesimo editore. * 46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza alternativo al militare, ma dipendente da esso. Drago mostra le possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella legislazione italiana. 47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione informatica di base: - Rafal Robozinski, Mapping Russian Cyberspace: Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'Autore rileva, tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991 contro Gorbaciov. - Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of Globalizations, "Foreign Policy" 112 (fall), 1998: 97-109. L'Autore esamina la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI, l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali. Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999. * 48. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni" esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi alla guerra. * 49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28 ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada, racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate. L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose). Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Ugo Guanda, Parma 1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il volume precedente ed aggiunge altri saggi. * 50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (e-mail: nbawac at tin.it), ha pubblicato nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel 1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia. * 51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande editore, Torino 1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra, praticate o praticabili, sono richiamate anche alcune esperienze storiche. * 52. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in "Non-violence Actualite'" (gennaio 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO-OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture) trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume". * 53. Sulla storia della pace, e' possibile segnalare: - Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la Paz. Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp. 340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo secolo (pp. 349-357), Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa bibliografia. - Cruttwell, A History of Peaceful Change in the Modern World, Oxford University Press, 1937. - Johan Galtung, Storia dell'dea di pace, Satyagraha, Torino 1995 (rapido excursus di 78 pagine). - Alessandro e Daniele Marescotti, L'altra storia. Percorsi alternativi alla guerra e alla violenza dall'antichita' a oggi, in http://italy.peacelink.org/storia. Si tratta di materiale per una storia della pace: un lungo testo (290 pagine in corpo 12), soggetto a revisione continua, che consiste in una grande quantita' di schede sintetiche, ben curate, su eventi, movimenti, figure, testi che documentano fatti di pace rintracciati nella storia di tutti i tempi e popoli. Contatti con gli autori per fornire altri materiali da collegare alla storia della pace: 099-7303686 o 3471463719; http://italy.peacelink.org/storia/articles/art_2707.html - Renato Moro, Storia della pace. Idee, movimenti, battaglie, istituzioni. Il Mulino; Bologna 2004. - A. Marrone, P. Sansonetti, Ne' un uomo ne' un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 2003. - Rina Gagliardi, Un movimento per la pace. Per una storia del pacifismo, Edizioni Alegre, Roma 2003. * 54. Laura Coppo, Terra gamberi contadini ed eroi, Emi, Bologna 2002. L'Autrice ha trascorso due mesi nell'ashram di una straordinaria coppia di indiani, Krishnammal e Jagannathan, due delle figure piu' prestigiose della nonviolenza in cammino e ha ricostruito, con la freschezza e la vivacita' della narrazione dei protagonisti, 70 anni di storia indiana, visti con gli occhi di chi, fin da giovanissimo, si affianco' a Gandhi nelle grandi iniziative di lotta nonviolenta. Dopo la morte di Gandhi, essi continuarono a stare a fianco dei contadini, dei pescatori, delle comunita' che, anche dopo l'indipendenza, si trovavano in situazioni di poverta' e pativano ingiustizie. La piu' recente battaglia nonviolenta - che dura da una ventina di anni - e' quella intrapresa contro il dilagare degli allevamenti intensivi di gamberi nelle zone costiere del sud dell'India: in terreni privati o demaniali, o acquistati a prezzi irrisori, industriali indiani o societa' multinazionali hanno abbattuto le aree verdi dove crescevano le mangrovie - una vegetazione con importanti funzioni di protezione delle coste, che ospita una varieta' di specie viventi (pesci, crostacei, arbusti) utili alle popolazioni locali - per costruire vasche in cemento in cui vengono allevati gamberi per esportazione, quelli che troviamo nei nostri mercati e nei panini al bar. Contro queste attivita' distruttive per l'ambiente e per le popolazioni, Krishnammal e Jagannathan organizzarono proteste, digiuni, petizioni, e vinsero anche una causa presso la Corte Suprema indiana. Il problema ha assunto una dimensione mondiale, e in questo impegno nonviolento si uniscono in tutto il mondo comunita' di contadini e pescatori in difesa del loro ecosistema vitale contro le industrie che alimentano forzatamente il commercio internazionale dei gamberi. * 55. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta nonviolenta, Berti, 2003. La prima parte del volumetto riferisce sulle esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di Genova 1982-89, Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2000, Missioni di pace all'estero. * 56. Autori Vari, Pace!, Voci a confronto sulla lettera enciclica Pacem in terris, del 1963, di Giovanni XXIII, Edizioni Paoline, 2003. Giuliana Martirani, nel capitolo da lei curato (pp. 35-57) analizza la vicenda dell'assedio della basilica della Nativita' a Betlemme, per 39 giorni dal 2 aprile 2002, come un'azione di difesa popolare nonviolenta, nella quale i frati francescani hanno svolto il ruolo di terza parte tra i palestinesi assediati e gli israeliani assedianti, e sono state attuate le cinque regole di Theodor Ebert (v. sopra, n. 6). Il caso di Betlemme e' analizzato e documentato nel libro di Giuseppe Buonavolonta' e Marc Innaro, giornalisti testimoni della vicenda, L'assedio della Nativita', Ponte alle Grazie, Milano 2002, che contiene anche il diario del francescano Ibrahim Faltas, uno dei protagonisti. * 57. Pierluigi Consorti (a cura di), Senza armi per la pace. Profili e prospettive del "nuovo" servizio civile, Edizioni Plus, Universita' di Pisa, 2003. Fra le esperienze di servizio civile, che con la caduta della leva diventa volontario, il volume riferisce su interventi, ovviamente disarmati, in situazioni di conflitto bellico, quali Sry Lanka, Mozambico, Burundi, Iraq, Kurdistan, ex-Yugoslavia, Timor Est, Chiapas, Turchia, Zambia, Cile, Kenia, Russia, Bolivia, Palestina, ed altre, ad opera di vari enti quali la Caritas italiana, Emergency, Medici senza frontiere, la Comunita' di Sant'Egidio, l'Operazione Colomba, i Caschi Bianchi, l'Unicef, Amnesty International, l'Unicri, la Regione Toscana, la Asl fiorentina, le Misericordie d'Italia. 58. Nonviolenza per Gerusalemme, e' il tema del n. 5, giugno 2004, di "Satyagraha", la rivista di studi scientifici su "il metodo nonviolento per trascendere i conflitti e costruire la pace", che esce a cura di Rocco Altieri, che ne e' il direttore, nelle edizioni Plus, dell'Universita' di Pisa (sito: www.pdpace.interfree.it). Ogni numero della rivista presenta elementi utili per la presente raccolta bibliografica. Questo n. 5 affronta l'enorme drammatico conflitto Israele-Palestina, con uno spirito di intensa originale ricerca e documentazione sulle potenzialita' e realta' di una sua trasformazione nonviolenta. Dei dodici autori (Rocco Altieri, Giorgio La Pira, John Paul Lederach, Marc Gopin, Abdul Aziz Said, Ibrahim Faltas, Mohammed Abu-Nimer, Angela Dogliotti Marasso, Michal Reifen, Maria Chiara Tropea, Mouvement pour une alternative non-violente, Franz Amato), cinque partecipano a questa ricerca direttamente dall'interno del conflitto, come israeliani o palestinesi. Nei loro scritti troviamo aspetti storici, religiosi, educativi, esperienze di percorsi di pace, azioni e riflessioni costruttive di nonviolenza, tradizioni di nonviolenza nelle culture e nelle religioni implicate, documenti di resistenza culturale e spirituale. (Vedi anche, sopra, il n. 11). 59. Su "La Stampa", 2 ottobre 2004, in una intervista concessa a Barbara Spinelli, Khalida Toumi Messaoudi, ministro della cultura del governo algerino, descrive la vincente lotta civile della popolazione, e in particolare delle donne, contro la violenza estrema compiuta lungo gli anni '90 da gruppi terroristici mossi da fanatismo religioso contro i diritti umani. Disobbedendo agli ordini minacciosi degli integralisti, i civili, e specialmente le donne, ne hanno indebolito e superato l'arroganza. L'esempio dell'Algeria, che ha condotto questa lotta senza alcun aiuto internazionale, vale come condanna dell'intervento Usa in Iraq, col pretesto della impossibile imposizione dall'esterno della democrazia. Cfr anche , sopra, il n. 15. (Parte seconda - segue) 6. RIFLESSIONE. ALBERTO TREVISAN: IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Ringraziamo Alberto Trevisan (per contatti: trevisanalberto at libero.it) per questo intervento. Alberto Trevisan, obiettore di coscienza al servizo militare prima che la legge riconoscesse questo diritto e per questo tre volte incarcerato, impegnato nel Movimento Nonviolento, e' da sempre una delle figure di riferimento della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Alberto Trevisan: Ho spezzato il mio fucile. Storia di un obiettore di coscienza, Edizioni Dehoniane, Bologna 2005] Ho rinnovato anche quest'anno l'opzione del 5 per mille al Movimento Nonviolento ma ho pensato molto prima di farlo. Perche'? penso che questa legge vada rivista. Non e' possibile che solo nella mia citta' di Padova ci siano quasi 500 associazioni, enti, istituti di ricerca e persino l'universita' (quest'anno mi pare gli enti locali siano stati esclusi) che chiedono questa opzione. Ho pensato molto rileggendo un articolo di Alex Langer che spiegava come distribuiva il suo stipendio da parlamentare europeo a piccole associazioni o piccoli progetti. Pur disponendo il Movimento Nonviolento del minimo per continuare questa importante attivita' ho pensato che c'erano realta' ancora piu' piccole forse "ultime" nel lavoro di solidarieta' e educazione alla pace. E' solo una riflessione che mi permette comunque di invitare quanti credono nella nonviolenza di scegliere il Movimento Nonviolento ma riflettendo se ci sono realta' a loro vicine che possono aver piu' bisogno. 7. PROPOSTA. COME DESTINARE IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta. Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8. LETTURE. ERNESTO BALDUCCI: EDUCARE ALLA MONDIALITA' Ernesto Balducci, Educare alla mondialita'. Conversazioni su don Lorenzo Milani, Giunti, Firenze-Milano 2007, pp. 126, euro 10. Con un'introduzione di Andrea Cecconi, ua raccolta di conversazioni tenute a Forli' nel '76, a Fiorano al Serio nel '77, a Firenze nel '78, a Nocera Inferiore nell'87. Da leggere e meditare. Ci sia consentita una minuscola postilla per segnalare che nella bibliografia degli scritti di padre Balducci su don Milani si e' dimenticato di citare la raccolta curata da Mario Gennari, Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995. 9. LETTURE. FEDERICO CAFFE': SCRITTI QUOTIDIANI Federico Caffe', Scritti quotidiani, Manifestolibri, Roma 2007, pp. 160, euro 7,90. Una raccolta degli scritti, interventi, interviste del grande economista apparsi sul quotidiano "Il manifesto" tra il 1976 e il 1985. Alcuni deliziosi cammei, e un magistero sempre nitido e rigoroso. A cura di Roberta Carlini, con una prefazione di Pierluigi Ciocca e due ricordi di Valentino Parlato e Roberto Tesi (alias Galapagos). 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 72 del 27 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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