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Minime. 52
- Subject: Minime. 52
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 7 Apr 2007 00:13:58 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 52 del 7 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Elena Buccoliero: Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 2. Riccardo Troisi: Primi dati del rapporto sull'export di armi nel 2006 3. Giovanna Pezzuoli: Una riflessione a Milano 4. Goffredo Fofi presenta "Contro le donne nei secoli dei secoli" di Silvia Ballestra 5. Peppe Sini: Senza perifrasi ne' arabeschi un'opinione sulla rappresentanza nelle pubbliche assemblee elettive 6. Edi Rabini: Un libro in ricordo di Anna Segre 7. Letture. Anna D'Elia, Per non voltare pagina 8. Riletture: Averroe', Il trattato decisivo 9. Riedizioni: Averroe', L'incoerenza dell'incoerenza dei filosofi 10. Riedizioni: Albert Camus, La peste. Lo straniero 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. PROPOSTE. ELENA BUCCOLIERO: IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Ringraziamo Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) per questo intervento. Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in banca o alla posta. Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta" e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente (con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu' ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 di questo foglio] Un amico da poco rientrato da un lungo viaggio in Paesi in via di sviluppo mi ha parlato oggi dell'azione di alcune grandi organizzazioni "umanitarie" da lui osservate in questi mesi: mezzi di lusso, abiti da sera, alloggi di tutto riguardo per chi "aiuta", e le briciole per i supposti destinatari degli interventi. Me ne parlava con la giusta indignazione di chi sceglie di viaggiare stando in mezzo alla gente, sia pure per poco, e vivendo come loro. Allora io ho pensato a quante cose riesce a fare il Movimento Nonviolento con fondi risicatissimi, e a come sarebbe bello, e importante, e utile, riuscire a consolidare questa piccola base e ad ampliarla, per dare piu' gambe, piu' voce, piu' respiro, piu' spazio al pensiero e all'azione di chi e' su un percorso di nonviolenza. E cosi' mi e' venuta voglia di dirvelo. Il 5 per mille e' un modo facile, che non costa nulla, che chiunque di noi puo' fare. Sostiene "Azione nonviolenta", una rivista davvero bella (e posso ben dirlo ora che ci scrivo un po' di meno...). Ed e' un modo concreto e serio (nel senso migliore della parola "serio") per fare qualcosa, dopo le indignazioni, i proclami e le molte parole di scontento che girano anche tra di noi. Sapendo che i supporti per il Movimento Nonviolento sono un investimento certo nel futuro. E come dice Mao Valpiana: e' facile, basta firmare e scrivere 93100500235. 2. ARMI. RICCARDO TROISI: PRIMI DATI DEL RAPPORTO SULL'EXPORT DI ARMI NEL 2006 [Da Riccardo Troisi (per contatti: riccardotroisi at tin.it) riceviamo e diffondiamo. Riccardo Troisi e' impegnato nella Rete italiana per il disarmo, nella rete Lilliput e in molte altre iniziative di pace, solidarieta', nonviolenza. Francesco Vignarca e' uno dei piu' apprezzati studiosi ed attivisti per la pace, impegnato anche come coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo (per contatti: e-mail: segreteria at disarmo.org, sito: www.disarmo.org). Opere di Francesco Vignarca: Li chiamano ancora mercenari, Altreconomia, Milano 2004; Mercenari S.p.A., Rizzoli, Milano 2004 (seconda edizione rivista e ampliata del testo precedente). Giorgio Beretta, caporedattore di "Unimondo", scrive per molte testate impegnate per la pace, la solidarieta', il disarmo, la nonviolenza; e' impegnato nella Rete italiana per il disarmo, nella Campagna "banche armate", nell'Osservatorio sulle armi leggere Opal, ed e' uno dei principali esperti sul traffico delle armi] Sono usciti i primi dati della relazione ministeriale annuale sull'esportazione di armi come previsto dalla legge 185; non e' l'intera relazione ma un pre-rapporto. Ad una prima lettura i dati sono allarmanti, un aumento del 61% delle autorizzazioni all'export e altri elementi di preoccupazione. Il documento e' in www.governo.it/Presidenza/UCPMA/relazioni.html Francesco Vignarca e Giorgio Beretta hanno scritto i primi commenti rispettivamente sui siti di "Altreconomia" (www.altreconomia.it) e "Unimondo" (unimondo.oneworld.net)... 3. RIFLESSIONE. GIOVANNA PEZZUOLI: UNA RIFLESSIONE A MILANO [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo apparso sul "Corriere della sera" del 29 marzo 2007 col titolo "A Milano le donne al potere, ma agiscono come gli uomini" e il sottotitolo "Le accuse di Luisa Muraro e Lia Cigarini: non e' cambiato niente. Inutile la legge sulle pari opportunita'". Giovanna Pezzuoli e' saggista, giornalista, traduttrice. Opere di Giovanna Pezzuoli: La stampa femminile come ideologia, Il formichiere, Milano 1976; Prigioniera in Utopia. La condizione della donna nel pensiero degli utopisti, Edizioni Il Formichiere, Milano 1978. Lia Cigarini, storico punto di riferimento del femminismo in Italia, e' una delle figure piu' vive del pensiero e dell'agire delle donne, di molte e di molti maestra. Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici viventi, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997"] A Milano non c'e' parita' fra i sessi, anzi c'e' un chiaro vantaggio femminile visto che i luoghi del potere oggi sono nelle mani delle donne. Letizia Moratti, Marilena Adamo, Diana Bracco, Susanna Camusso, Livia Pomodoro, Annamaria Dominici, Gabriella Tona, ovvero Comune, Confindustria, Sindacato, Giustizia, Istruzione... Un'intera leva di donne ha occupato contemporaneamente le articolazioni del potere in un'unica citta'. Ma non se ne e' accorto nessuno perche' non e' cambiato nulla. Inizia da qui l'analisi dirompente delle piu' autorevoli teoriche del femminismo milanese, l'avvocata Lia Cigarini e la filosofa Luisa Muraro, che nell'ultimo numero di "Via Dogana", storica rivista del movimento, riflettono sul silenzio che avvolge questa "presa di potere". Come mai - si chiedono in "Milano senza maiuscole" - nessuno ne parla, nessuno da' il segno di questo cambiamento, ne' le stesse protagoniste, ne' le sostenitrici della parita', forse preoccupate della reazione maschile? "Il problema e' il potere - riflettono Lia e Luisa -, un abito che gli uomini indossano agevolmente e le donne no. Hannah Arendt sostiene che le donne non si sentono bene a comandare e questo, seppure detto ingenuamente, rispecchia una verita'. Li' i modelli sono maschili, bisogna inventarne di nuovi, assumere nell'animo e non solo nell'aspetto esteriore il fatto di essere donna". "Non c'e' dubbio - aggiungono - che in questo cambiamento il femminismo c'entri, ma come? C'entra in positivo, se ne e' accorta per esempio Segolene che andava avanti a causa e non nonostante il suo essere donna (e madre) e cosi' ha corretto il suo stile politico, come Nancy Pelosi o la stessa Hillary. Se uno svantaggio diventa un vantaggio e' merito del femminismo diffuso, condiviso ormai anche dalla gente di buon senso". Ma, sostengono le due signore, resta una spaccatura fra le donne che hanno una tranquilla accettazione del loro sesso, danno valore ai rapporti con le proprie simili, mescolano pubblico e privato e quelle che hanno conquistato posti di potere e si ignorano anche fra di loro, sono trasparenti le une alle altre. Una solitudine, un'incapacita' di "far gruppo" sottolineata anche nell'ultimo numero di "Leggendaria", dove Silvia Neonato osserva come manchino le parole per dire il nuovo potere femminile. Come mai, allora, le donne potenti non puntano sulla loro specificita'? "E' difficile - risponde Luisa Muraro - anche perche' quando c'e' vera competizione cessa la gentilezza degli uomini, scompare il loro femminismo all'acqua di rose. Vedi come Berlusconi con la Moratti si e' impossessato del microfono...". "E poi - dice ancora Lia Cigarini - c'e' una contraddizione lacerante, chi e' sindaco deve esserlo di tutti, la Camusso si e' sbilanciata un po' a favore delle donne, ma deve pure essere la sindacalista di tutti. Cioe' sono istituzioni fortemente strutturate in termini 'asessuati'". L'invito alle donne di potere e' quindi: parlatevi, aiutatevi, agite il vostro essere donne, e non contro gli uomini (non esiste nella storia un corrispondente della misoginia maschile), fate esattamente come quelle che agiscono nel sociale e si sentono portatrici di un valore aggiunto, dell'elemento di civilta' che il mondo reclama, visti i disastri prodotti finora. Insomma, non basta occupare i posti perche' ci sia novita' e questa e' la "prova del nove del fatto che il discorso del fifty-fifty non puo' funzionare". Un esempio di cambiamento? "L'assessora Mariolina Moioli che ha cercato insieme a don Colmegna e alla Caritas una soluzione al problema dei nomadi - risponde Luisa Muraro -. E' il tentativo di allearsi con le forze della societa' civile meglio orientate senza badare alle divisioni. Del resto, le geografie politiche a livello nazionale sono ben poco significative e con schieramenti rudimentali. Bisogna ridisegnare la mappa delle alleanze e creare momenti di incontro con vera indipendenza interiore". Naturalmente deve piacerti quello che fai, non puoi fare il sindaco pensando al prossimo incarico di deputato. "Senza dimenticare - conclude Lia Cigarini - che Milano ha alle spalle 150 anni di femminismo, una ricca tradizione di donne autorevoli, le grandi riformiste di fine '800, da Ersilia Majno a Laura Solera Mantegazza. Le donne di potere devono fare brillare tutto questo, se no restano opache, sole nella lotta con gli uomini"... 4. LIBRI. GOFFREDO FOFI PRESENTA "CONTRO LE DONNE NEI SECOLI DEI SECOLI" DI SILVIA BALLESTRA [Da "Lo straniero", n. 82, aprile 2007 (disponibile anche nel sito www.lostraniero.net) riprendiamo il seguente articolo li' apparso col titolo "Le donne, in Italia". Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, ha lavorato in campo pedagogico e sociale collaborando a rilevanti esperienze. Si e' occupato anche di critica letteraria e cinematografica. Tra le sue intraprese anche riviste come "Linea d'ombra", "La terra vista dalla luna" e "Lo straniero". Per sua iniziativa o ispirazione le Edizioni Linea d'ombra, la collana Piccola Biblioteca Morale delle Edizioni e/o, L'ancora del Mediterraneo, hanno rimesso in circolazione testi fondamentali della riflessione morale e della ricerca e testimonianza nonviolenta purtroppo sepolti dall'editoria - diciamo cosi' - maggiore. Opere di Goffredo Fofi: tra i molti suoi volumi segnaliamo particolarmente almeno L'immigrazione meridionale a Torino (1964), e Pasqua di maggio (1989). Tra le pubblicazioni degli ultimi decenni segnaliamo ad esempio: con Tony Thomas, Marlon Brando, Gremese, 1982; con Franca Faldini, Toto', Pironti, Napoli 1987; Pasqua di maggio. Un diario pessimista, Marietti, Casale Monferrato 1988; con P. Polito, L'utopia concreta di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1988; Prima il pane, e/o, Roma 1990; Storie di treno, L'Obliquo, 1990; Benche' giovani. Crescere alla fine del secolo, e/o, Roma 1993; Strana gente. 1960: un diario tra Sud e Nord, Donzelli, Roma 1993; La vera storia di Peter Pan e altre storie per film (1968-1977), e/o, Roma 1994; Piu' stelle che in cielo. Il libro degli attori e delle attrici, e/o, Roma 1995; Come in uno specchio. I grandi registi del cinema, Donzelli, Roma 1995; Strade maestre. Ritratti di scrittori italiani, Donzelli, Roma 1996; con Gad Lerner e Michele Serra, Maledetti giornalisti, e/o, Roma 1997; Sotto l'Ulivo. Politica e cultura negli anni '90, Minimum Fax, 1998; Un secolo con Toto', Dante & Descartes, Napoli 1998; Le nozze coi fichi secchi, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 1999; con Gianni Volpi, Vittorio De Seta. Il mondo perduto, Lindau, 1999; con Stefano Benni, Leggere, scrivere, disobbedire. Conversazione, Minimum Fax, 1999; con Franca Faldini, Toto'. L'uomo e la maschera, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2000; con Stefano Cardone, Intoccabili, Silvana, 2003; Paolo Benvenuti, Falsopiano, 2003; con Ferruccio Giromini, Santosuosso, Cooper e Castelvecchi, 2003; Alberto Sordi, Mondadori, Milano 2004; con Giovanni Da Campo e Claudio G. Fava., Simenon, l'uomo nudo, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; con Franca Faldini, Toto'. Storia di un buffone serissimo, Mondadori, Milano 2004; Circo equestre za-bum. Dizionario di stranezze, Cargo, 2005. Opere su Goffredo Fofi: non conosciamo volumi a lui dedicati, ma si veda almeno il ritratto che ne ha fatto Grazia Cherchi, ora alle pp. 252-255 di Eadem, Scompartimento per lettori e taciturni, Feltrinelli). Silvia Ballestra e' scrittrice e traduttrice. Dal sito www.municipio.re.it riprendiamo la seguente breve autopresentazione di alcuni anni fa: "Sono nata nelle Marche nel 1969. Sono laureata in lingue e letterature straniere moderne. Ho esordito nel 1990 nell'antologia Papergang, Under 25, terzo volume curata dallo scrittore Pier Vittorio Tondelli. Il mio primo libro Compleanno dell'iguana e' uscito nel 1991, contemporaneamente, da Transeuropa e Mondadori. E' stato tradotto in Francia, Portogallo, Germania. Segue il romanzo La guerra degli Anto', del 1992, sempre per Transeuropa e Mondadori. Da questo libro e' stato tratto il film, uscito nel 1999, per la regia di Riccardo Milani. Nel 1994 e' uscita la raccolta Gli orsi per la Feltrinelli, nel 1996 la lunga intervista biografica a Joyce Lussu: Joyce L., una vita contro (Baldini e Castoldi), nel 1998 il romanzo La giovinezza della signorina N.N., una storia d'amore (Baldini e Castoldi)... Insieme a Giulio Mozzi ho curato il primo volume dell'antologia Coda riservata ai giovani under 25 edita da Transeuropa. Ho curato poi diverse traduzioni dal francese e dall'americano. Attualmente vivo e lavoro a Milano. Ho iniziato a scrivere a 18 anni. Ero al primo anno di Universita', a Bologna, e ricordo di aver comprato il secondo volume dell'antologia curata da Pier Vittorio Tondelli, che conoscevo gia' come autore di Altri libertini e Pao Pao. Scrissi forse quattro o cinque racconti e li inviai alla Transeuropa: dopo circa un anno di silenzio fui contattata da Massimo Canalini, l'editor che si occupava della narrativa. Tondelli aveva letto le mie cose e promise di metterle nel nuovo volume. Nel frattempo (sono passati tre anni per arrivare alla pubblicazione) ogni volta che scrivevo qualcosa di nuovo lo sottoponevo a Canalini - la Transeuropa aveva sede bolognese - e insieme discutevamo il da farsi. Cosi', da un racconto intitolato "Yes, ya, oui, ya, si'" e' emersa la figura del giovane pescarese Anto' Lu Purk, un personaggio punk che in quella storia ambientata all'Isola del Kantiere svolgeva un ruolo secondario, sullo sfondo. Canalini mi suggeri' di lavorare su quel personaggio e su quella lingua, abbandonando certi miei toni piu' trucidi e cupi per dedicarmi a qualcosa di piu' comico e ridanciano. Nacque cosi' il racconto lungo "La via per Berlino" seguito poi da La guerra degli Anto', romanzo che era gia' pronto prima della pubblicazione d'esordio e cioe' prima del Compleanno dell'iguana. A quell'epoca - ma anche adesso, perche' certi autori fondamentali li leggo e rileggo spesso - leggevo soprattutto libri americani. Inutile dire che si scrive perche' si legge, perche' si conosce l'immenso piacere della scrittura. Per quanto mi riguarda, la mappa dei miei scrittori di riferimento me la sono costruita da sola, nel tempo, senza che nessuno mi aiutasse ad orientarmi, almeno all'inizio. Voglio dire, e' anche una grande soddisfazione fare le proprie scoperte, trovarsi da soli, in libreria o in biblioteca, un buono scrittore e leggere tutto quello che ha scritto. In seguito, a volte per strani percorsi, c'e' stata una ulteriore selezione che ha ristretto il campo agli autori 'utili' per scrivere. Carver e' sempre stato il mio preferito, ma c'erano anche Selby, Brautigan, Mc Inerney, Leavitt, ovviamente Hemingway, Steinbeck, Caldwell, il grandissimo Salinger (i racconti e i libri meno noti), Bukowski, Fante e Shepard. Ho confessato tutto, anche alcuni che oggi potrei rinnegare come questi ultimi tre. Poi c'e' stata la scoperta di alcune scrittrici come la O' Connor, Edna O' Brien, Grace Paley, piu' alcune giovani americane. Per quanto riguarda i classici, essendomi laureata in lingue, posso dire di conoscere bene la letteratura francese e inglese, piu', ovviamente, i grandi russi che spero tutti abbiano letto, in particolare Cechov. Fra gli italiani, fondamentali per me sono stati Arbasino, ovviamente Tondelli, Luigi di Ruscio e Joyce Lussu. Fra i giovani seguo con particolare attenzione il lavoro di Claudio Piersanti, Romolo Bugaro, Andrea Demarchi e Enrico Brizzi". Opere di Silvia Ballestra: (con Guido Conti e Raffaella Venarucci), Papergang (under 25 III), Transeuropa, 1990; Compleanno dell'iguana, Mondadori e Transeuropa, 1991; La Guerra degli Anto', Mondadori e Transeuropa, 1992; Gli orsi, Feltrinelli, 1994; (con Joyce Lussu), Joyce L. Una vita contro, Baldini & Castoldi, 1996; Il disastro degli Anto', Baldini Castoldi Dalai, 1997; La giovinezza della signorina N. N. Una storia d'amore, Baldini Castoldi Dalai, 1998; Romanzi e racconti, Theoria, 1999; Nina, Rizzoli, 2001; Il compagno di mezzanotte, Rizzoli, 2002; Senza gli orsi, Rizzoli, 2003; Tutto su mia nonna, Einaudi, 2005; La seconda Dora, Rizzoli, 2006; Contro le donne nei secoli dei secoli, Il Saggiatore, 2006] Silvia Ballestra, che fa parte della generazione di giovani scrittori degli anni Novanta che e' ormai arrivata alle soglie dei quaranta ma che ha saputo mantenere la vivacita', la curiosita' e la capacita' di sorprendersi e di arrabbiarsi dei suoi vent'anni, ha pubblicato presso Il Saggiatore un pamphlet sulla condizione femminile in Italia - che non e' un saggio, non e' un romanzo, non e' un'autobiografia, non e' un viaggio, non e' un dialogo con la madre viva o morta, non e' una lettera a una figlia o a un figlio, o a un marito con cui sta oppure non sta piu', e non e' neanche una vertiginosa autoanalisi psicanalitica o una filosofica o mistica riflessione sull'Eterno. Si intitola Contro le donne nei secoli dei secoli, e' breve (94 pagine, 7 euro), e pur essendo spesso agghiacciante e' per di piu' divertente, ma nel senso che l'indignazione non toglie all'autrice il gusto di irridere, di mostrare il grottesco di una situazione complessiva, e di insistere su quanto la nostra italica o post-moderna accettazione della merda non voglia dire che quella merda sia il migliore dei mondi possibili, che cio' che e' e che i piu' approvano sia necessariamente l'unico modo possibile di intendere le cose. Silvia Ballestra ha una rara capacita' di allontanarsi o di buttarsi a corpo morto sugli argomenti, di praticare la vicinanza e il distacco partendo da osservazioni su fatti e modi di dominio pubblico, che tutti vediamo, ma di cui pochi vogliono vedere, o sono ancora in grado di vedere, la abnormita': "le realta' sono cosi' grandi che si preferisce non guardarle, e i dettagli sono ormai cosi' ovvi, quotidiani, sottopelle, che nessuno ci fa piu' caso". Pero' il suo pamphlet, agile e spiritoso, necessario e maneggevole, e che lei definisce piu' volte "una scenata", non ha suscitato le reazioni che avrebbe meritato, e si possono ipotizzare per questo molte ragioni. * La prima e' ovviamente che i media non possono condividere quello che e' anche un virulento attacco a tutta la loro pratica e alla loro morale, alla loro corruzione o, per alcuni, alla loro schizofrenia. Corresponsabili o complici di tutto il male possibile del nostro tempo, senza autonomia di sorta rispetto a chi li paga (in primo luogo la pubblicita'), preoccupati di stare il meglio possibile nel flusso e nell'andazzo, quando fanno i moralisti lo fanno a vuoto, o parlano dal pulpito, da e tra "grandi", predicando dal pieno di posizioni di potere o di compiaciuta servitu' verso ogni potere - o i piu' "autonomi" e privilegiati discettando di massimi sistemi o di misteri e complessita' della psiche umana e del quotidiano, e indifferentemente di ninfe e di oppressione, di oppressione o di rivolta, di universale o del particolare piu' facilmente universalizzabile, e mai, in definitiva, cercando di uscire dal cerchio lusingato e dorato della propria mente e altezza (dai propri narcisismi e amor propri) per riuscire a comprendere o magari a condividere la realta' di tutti. La seconda e' che i maschi che contano (tra i quali quelli che scrivono) non possono apprezzare l'attacco alle prerogative che sono riusciti a mantenere, e anzi a far diventare piu' evidenti e piu' forti, se non in quella minoranza che e' stata toccata direttamente dalla storia del femminismo e che ha saputo reagire mettendosi in discussione e accettando - molti con un sospiro di sollievo per la possibilita' di uscire finalmente dalle tremende ruolizzazioni della lunga epoca secolare che ha preceduto la rivoluzione femminista - una perdita di peso e di potere, nella coppia e nella societa'. Ne' si puo' parlare di una gran solidarieta' dei gay con le donne, in un tempo in cui i gay hanno finalmente trovato un pubblico riconoscimento della loro diversita', pur con tante ambiguita' da parte dei "gay che contano" (si pensi alle infamie alla Dolce & Gabbana) e di chi, per svariati interessi anche politici, li riconosce. (Sui modi di considerare la sessualita' da parte del sistema e della morale vigente si discute troppo poco, ed e' urgente farlo). La terza e' che le femministe oggi come oggi contano poco o pochissimo, e se la loro rivoluzione e' stata fondamentale nella seconda meta' dello scorso secolo, le "astuzie del capitale" e talvolta "gli scherzi della dialettica" le hanno confinate in uno spazio angusto, di scarso peso sul resto del genere e del mondo. Dice la Ballestra: "il dibattito in seno alle donne (...) significa il piu' delle volte 'dibbattito' in seno a una ristrettissima elite, conosco club di canasta piu' numerosi". Da questo pamphlet molte amiche dal passato o dal presente di militanza femminista si sono sentite dunque urtate, non hanno voglia di parlarne, e se non possono disconoscerne l'interesse, visti i tempi pero' non ne apprezzano i toni e soprattutto il disconoscimento della loro rivoluzione. Come se non fosse abbastanza chiaro che la gran parte delle cose che una rivoluzione propone vengono, in questo nostro tempo e forse anche prima, "recuperate" agilmente dal sistema, le piu' radicali risultandone cosi' private di forza e di peso. E che dopo le rivoluzioni ci sono le restaurazioni. * D'altra parte la Ballestra non accampa grandi pretese, parla di scenata e di pamphlet e non di inchiesta non di teoria, e non fosse che per questa sua dichiarata e non recitata modestia le sue considerazioni (il suo sfogo, la sua denuncia) andrebbero accolte con molta, molta attenzione. Di fatto ella dice una cosa molto semplice: che la condizione femminile in Italia fa di nuovo schifo, nonostante tante conquiste, e nonostante, anche se non e' lei a dirlo, sia migliorata indubbiamente quella della parte piu' borghese delle donne. Dice che la Chiesa e' costantemente all'attacco. Altro che restaurazione! a volte si ha l'impressione del delirio, dell'autodifesa forsennata da parte di un gruppo di potere ferocemente maschilista, in nome di una famiglia che non c'e' piu' e di cui andrebbero semmai sacralizzate le nuove forme, i "dico". Dice che lo stupro e' diventato uno sport nazionale. Dice che i media la pubblicita' la scuola la chiesa i gruppi politici concordano nella scarsa considerazione della donna e contribuiscono alla sua oppressione in modi che a volte sono persino piu' violenti che in passato (per esempio, riguardo alle immagini dominanti della donna, al loro losco uso). Dice che gli uomini, proprio per la perdita di potere sulle donne, sono vuoi piu' sconcertati e assenti vuoi piu' maschilisti e fascisti, anche quando sotto spoglie "di sinistra". Dice che le "pari opportunita'" non sono affatto una soluzione, senza una convinzione di nuova dignita' a sorreggerle. Dice che il modello delle "donne in carriera" che ne consegue e', per esempio a sinistra, di imitazione dai maschi e di concorrenza con loro e il loro modo di intendere il potere, e che su questo terreno si puo' rapidamente arrivare alle stesse conseguenze (perfino alla stessa ferocia) che ha gia' proposto al mondo il dominio dei maschi. Dice che le multinazionali (e la finanza e la scienza, va aggiunto) sovrastano oggi il discorso sulla differenza e mirano alla (maschile) distruzione del mondo. Di cui anche le donne possono essere di fatto complici, involontarie come la maggior parte degli uomini. Il pamphlet della Ballestra dovrebbe aprire a grandi discussioni sulla condizione femminile oggi in Italia (e non solo: si veda il bel capitolo sulle immigrate, che parte dalle opere della Ehrenreich, cosi' poco discusse, cosi' poco "entrate" nel nostro senso comune), discussioni certamente piu' "politiche" che specifiche al femminismo. Ma e' questa la sua forza, e se a volte "si ferma alla superficie", esso ci provoca e aggredisce tutti, maschi e femmine, a partire da una semplice e durissima constatazione: che le donne se la passano male, molto piu' male degli uomini, che di questo si parla poco, che ce ne indigniamo troppo poco. 5. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SENZA PERIFRASI NE' ARABESCHI UN'OPINIONE SULLA RAPPRESENTANZA NELLE PUBBLICHE ASSEMBLEE ELETTIVE Ritengo che la realizzazione di un equilibrio della rappresentanza dei generi femminile e maschile nelle istituzioni democratiche sia una necessita' storica, una urgente necessita'. Penso che almeno in via transitoria - finche' non sara' sconfitta e superata almeno nelle sue espressioni piu' feroci e piu' flagranti la violenta dominazione maschilista che dimidia e opprime l'umanita' intera (e la cosa potrebbe richiedere sul piano sociale e culturale un lungo, lunghissimo lasso di tempo) occorra porre e realizzare l'obiettivo che sia disposta con adeguati provvedimenti in via normativa - legislativa e regolamentare - la rappresentanza al 50% di donne e uomini in tutte le istituzioni democratiche elettive, ed almeno nei consigli comunali, provinciali, regionali ed in parlamento - e nei rispettivi organi di governo. So benissimo che un provvedimento normativo che imponga rigidamente tale vincolo si presta a numerose obiezioni non solo capziose, ma credo che si tratti hic et nunc di un provvedimento d'urgenza in stato di necessita': verranno poi forse tempi in cui anche di cio' non vi sara' piu' bisogno alcuno, e forse allora anche di questo potremo sorridere. Qui e adesso l'obiettivo della democrazia paritaria - della rappresentanza paritetica dei due sessi nelle istituzioni - pare anche a me un'esigenza minima ed irrinunciabile. In questa direzione muovono e invitano alcune rilevanti esperienze e riflessioni, la proposta di legge e la campagna "50 e 50" promossa dall'Unione donne in Italia (cfr. il sito www.50e50.it), l'iniziativa di "Usciamo dal silenzio" (cfr. il sito www.usciamodalsilenzio.org) che anche a quella campagna ha espresso adesione, esperienze e riflessioni cui mi sembra indispensabile esprimere un sostegno, come si dice, attivo e operante. 6. SEGNALAZIONI. EDI RABINI: UN LIBRO IN RICORDO DI ANNA SEGRE [Da Edi Rabini (per contatti: edorabin at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo. Edi Rabini, che e' stato grande amico e stretto collaboratore di Alex Langer, e' impegnato nella Fondazione Alexander Langer (per contatti: e-mail: langer.foundation at tin.it, sito: www.alexanderlanger.org), di cui e' infaticabile e generosissimo anmatore. Anna Segre, scomparsa nel 2004, e' stata docente di geografia economica e politica dell'ambiente all'Universita' di Torino, ricercatrice nei campi della sostenibilita' ambientale dello sviluppo, dello sviluppo locale e dei sistemi territoriali locali, di una visione di genere dello sviluppo, di problemi ambientali e cartografia; persona di forte impegno civile, impegnata nel tramandare la memoria della Shoah e nel contrastare ogni violazione dei diritti umani. Da un documento sottoscritto da colleghe e colleghi riprendiamo le seguenti parole in suo ricordo: "Le linee di pensiero e di ricerca, le esperienze, le relazioni umane e politiche in cui si e' impegnata nel corso della sua vita sono state molto numerose e varie. Pur se e' ben difficile fare riemergere tutta la complessita' e la ricchezza della sua figura, si vuole dare valore almeno ad alcuni degli aspetti che paiono essere stati per lei piu' intensi e piu' significativi. Il primo e' l'attenta tenacia con cui Anna nella ricerca, nell'insegnamento e nell'impegno civile mirava a saldare le dimensioni teoriche e concettuali della geografia economica e delle politiche ambientali con il piano concreto dei problemi e dei soggetti presenti sul territorio. Insegnava infatti Geografia economica e Politica dell'ambiente presso la Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli Studi di Torino, ma al tempo stesso si impegnava direttamente nelle iniziative sul terreno: ricordiamo in particolare che all'inizio degli anni '90 era stata eletta nel Consiglio Regionale del Piemonte nelle liste dei Verdi. Importante e' stato poi il rapporto di Anna con l'ebraismo: l'amore per la cultura ebraica, nei suoi fondamenti spirituali e nei suoi aspetti minuti; l'interesse per la storia ebraica, in particolare la storia della Shoah, cui non solo ha dedicato un'attenzione costante, ma ha offerto un contributo di rilievo, pubblicando il diario che suo padre Renzo aveva tenuto nei venti mesi dell'occupazione nazista, ricostruendo le vicende della sua famiglia, promuovendo la conoscenza pubblica dello sterminio fino a assumere su di se' il ruolo difficilissimo di candela della memoria. Sensibile alle questioni sollevate dalla prospettiva di genere, e' stata rappresentante del Dipartimento Interateneo Territorio nel Cirsde (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne dell'Universita' di Torino) e vicepresidente della Fondazione Langer: amava i costruttori di ponti, gli esploratori di frontiera". Tra le opere di Anna Segre: (a cura di), Renzo Segre, Venti mesi, Sellerio 1995; con Egidio Dansero, Politiche per l'ambiente. Dalla natura al territorio, Utet, Torino 1996; con Egidio Dansero, Per un Atlante dei problemi ambientali del Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Torino 2000; con Claudia De Benedetti, Luisa Sacerdote, La Pasqua ebraica Zamorani, Torino 2001; (a cura di), Atlante dell'ambiente in Piemonte, Consiglio regionale del Piemonte, Torino 2003; The local Territorial System and their Environmental Sustainability, paper presentato alla Regional Science Association International Conference, Pisa 12/15 aprile 2003; con A. Calvo, E. Donini, Un approccio di genere al problema dello sviluppo, in "Rivista Geografica Italiana", giugno 2003. Una sua intervista e' riportata in "Voci e volti della nonviolenza" n. 35. Una bella, profonda, luminosa commemorazione di Anna Segre tenuta da Anna Bravo e' ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1218 del febbraio 2005] E' stati dedicato ad Anna Segre il bel libro "Geografia, societa', politica. La ricerca in geografia come impegno sociale". Il libro raccoglie gli atti del convegno che si e' svolto a Torino il 16 e 17 giugno 2005 ad un anno dalla scomparsa di Anna Segre che era stata parte cosi' attiva nella Fondazione Alexander Langer fin dalla sua nascita. Raccoglie numerosi interventi di docenti e amici che hanno voluto onorarla e ricordarla entro i temi che erano stati oggetti della sua passione di ricerca. La presentazione di Egidio Dansero, Giovanna Di Meglio, Elisabetta Donini e Francesca Governa, l'introduzione di Giovanna Di Meglio e i ricordi di Anna Bravo e Edi Rabini (si trovano nellla sezione del sito della Fondazione Alexander Langer dedicata ad Anna: www.alexanderlanger.org/cms/index.php?r=227&k=255 ). Per informazioni: Giovanna Di Meglio, e-mail: giovanna.dimeglio at unito.it Il libro sara' in distribuzione nelle librerie universitarie e puo' essere richiesto all'ufficio vendite della Franco Angeli: tel. 0228371455, 0220371452, e-mail: vendite at francoangeli.it 7. LETTURE. ANNA D'ELIA: PER NON VOLTARE PAGINA Anna D'Elia, Per non voltare pagina. Raccontare l'orrore, Meltemi, Roma 2007, pp. 192, euro 17. Docente di pedagogia interculturale e di pedagogia dell'arte, conoscitrice profonda dell'intreccio tra linguaggi dell'arte ed esperienze comunicative, epistemologie dell'intersoggettivita', ed etiche della relazione e della comprensione, l'autrice di questo denso e stratificato saggio in forma di "romanzo pedagogico" sulla scorta di molteplici e poliedriche referenze tra cui emerge il pensiero delle donne nelle sue figure piu' luminose e interroganti, e il corpo a corpo - il cuore a cuore - con alcuni capolavori delle arti della scrittura e delle figurazioni, ci invita a una ricognizione del dolore e a un impegno ad un tempo di critica del giudizio, di inveramento della ragion pratica, di accostamento esistenziale alla voce ed al volto altrui che ci convoca alla responsabilita'. Le prime parole del libro: "Lo scenario di famiglie sempre piu' simili a mattatoi, le relazioni interpersonali sempre piu' aggressive e degradate ci spingono a chiederci: e se l'educazione sentimentale delle nuove generazioni passasse attraverso kamikaze, soldati stupratori, carcerieri aguzzini?" (p. 7). E le parole ultime: "Per combattere l'orrore, tenendo viva l'immaginazione, guardando nell'altrove, prefigurando il cambiamento, ma anche per acquisire nuove modalita' nella relazione con il mondo, gli altri, le cose, nel rispetto di quanto e' vulnerabile, effimero, impermanente, nello stupore verso il mistero, in difesa di cio' che al mondo c'e' di piu' fragile: la vita appunto" (sono a p. 9, ma potrebbero ben essere sigillo al volume). Un contributo alla cultura della pace. 8. RILETTURE. AVERROE': IL TRATTATO DECISIVO Averroe', Il trattato decisivo sull'accordo della religione con la filosofia, Rizzoli, Milano 1994, pp. 160, lire 12.000. A cura di Massimo Campanini, con testo arabo a fronte, ed una introduzione e un commento assai utili per una adeguata intellezione di questo breve e denso saggio del grande filosofo, medico e giurista (Cordova 1126 - Marrakesh 1198), commentatore di Aristotele (il commentatore per antonomasia, come attesta la celebre formulazione dantesca), uno dei grandi pensatori dell'umanita', e della dignita' umana difensori. 9. RIEDIZIONI. AVERROE': L'INCOERENZA DELL'INCOERENZA DEI FILOSOFI Averroe', L'incoerenza dell'incoerenza dei filosofi, Utet, Torino 1997, 2006, pp. 550, euro 12,90. A cura (eccellente cura) di Massimo Campanini, un libro che e' una leggenda, e un simbolo: la replica di Averroe' al Tahafut al-Falasifah del grande al-Gazali di circa cento anni prima. Certo, tanta parte di questa celebre "Destructio destructionis" appassionera' solo gli specialisti di filosofia e teologia, ma nessuno ignora che essa e' uno dei grandi monumenti della lotta per la liberta' della ricerca intellettuale, la liberta' del lavoro scientifico e del dibattito teorico, la liberta' di pensiero e di parola, infine, che inerisce alla facolta' decisiva dell'umano intelligere. Un grande esempio, inoltre, di dialogo critico e di polemica intellettuale. E - infine - un momento luminoso della civilta' umana; l'islam, gia' erede della tradizione teologica monoteista ebraica e cristiana, che salva nei secoli bui l'eredita' della filosofia greca: vi e' un medioevo che e' stato non solo cozzo ma anche incontro fecondo delle tre grandi religioni del libro e salvezza e rimeditazione del miracolo greco di un millennio e mezzo anteriore. 10. RIEDIZIONI. ALBERT CAMUS: LA PESTE. LO STRANIERO Albert Camus, La peste. Lo straniero, Rcs, Milano 2007, pp. 432, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "Corriere della sera"). Nelle classiche traduzioni di Beniamino Dal Fabbro e di Alberto Zevi due dei capolavori di Camus, uno dei nostri maestri piu' grandi - maestro di Resistenza, maestro di nonviolenza. Due libri che ogni giorno vorresti rileggere (ma anche Caligola, Il malinteso, Il mito di Sisifo, L'uomo in rivolta...). 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 52 del 7 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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