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Minime. 50
- Subject: Minime. 50
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 5 Apr 2007 00:13:44 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 50 del 5 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Sui campi di Farsaglia stride Erittone 2. Cindy Sheehan: Oggi sono tre anni 3. Lea Melandri: Manifesto dei perche' 4. Luisa Muraro: Alcuni appunti 5. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" marzo 2007 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: SUI CAMPI DI FARSAGLIA STRIDE ERITTONE Riassumo. Crescente militarizzazione delle relazioni internazionali. Attiva complicita' con regimi violatori dei diritti umani, terroristi, stragisti. La prosecuzione ed intensificazione della partecipazione alla guerra in Afghanistan. Il finanziamento di mercenari in Iraq. I morti per l'esposizione all'uranio impoverito. L'acquisto di nuovi aerei da attacco. Il raddoppio della base militare americana a Vicenza. Il silenzio sulle atomiche Usa illegalmente in territorio italiano (presenza di cui vi e' ormai ragionevole certezza). L'accordo segreto con gli Usa per un sistema d'arma pretesamente difensivo ma che in realta' consente il primo colpo atomico (ergo: lo scatenamento della guerra nucleare). L'aumento delle spese militari. E i campi di concentramento, e la schiavitu', e la riconsegna agli aguzzini, per gli esseri umani che giungono in italia in fuga da guerre, dittature, fame. E certo ho dimenticato molto. * Occorre altro? Questa politica internazionale dell'attuale governo sostenuta da un consenso totalitario in parlamento, e' una politica criminale, palesemente incostituzionale, inequivocabilmente fuorilegge. E' una politica terrorista, che pratica, sostiene, promuove il terrorismo. Chi sostiene questa politica assassina e' criminale come chi la realizza. Opporsi a questa politica scellerata e' un diritto e un dovere di ogni persona ragionevole. * So bene che la coalizione berlusconiana e' ancor piu' eversiva di quella prodiana. Ma chi pretende che vengano tollerati i crimini presenti perche' commessi dalla coalizione di centrosinistra e' gia' un fascista. Come chi faceva l'elogio dei gulag perche' quando si disboscano foreste deve pur volare qualche scheggia. Chi accetta una politica i cui esiti sono la tortura e la morte di esseri umani e' un fascista. * Chi non si oppone alla guerra e alle stragi ha gia' tradito l'umanita'. Chi non si oppone al riarmo e alle uccisioni ha gia' tradito l'umanita'. Chi non si oppone al terrorismo planetario degli eserciti e delle milizie ha gia' tradito l'umanita'. Chi non si oppone al crimine se ne fa complice. Chi non salva le vite sopprime le vite. Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per capirlo. 2. TESTIMONIANZE. CINDY SHEEHAN: OGGI SONO TRE ANNI [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento di Cindy Sheehan del 3 aprile 2007. Cindy Sheehan ha perso il figlio Casey nella guerra in Iraq; per tutto il successivo mese di agosto e' stata accampata a Crawford, fuori dal ranch in cui George Bush stava trascorrendo le vacanze, con l'intenzione di parlargli per chiedergli conto della morte di suo figlio; intorno alla sua figura e alla sua testimonianza si e' risvegliato negli Stati Uniti un ampio movimento contro la guerra; e' stato recentemente pubblicato il suo libro Not One More Mother's Child (Non un altro figlio di madre), disponibile nel sito www.koabooks.com; sta per uscire il suo secondo libro: Peace Mom: One Mom's Journey from Heartache to Activism, per Atria Books; in italiano e' disponibile: Mamma pace. Contro la guerra, per i nostri figli, Sperling & Kupfer, Milano 2006] Oggi sono tre anni. Tre anni fa io ero una normale madre americana con quattro figli, un matrimonio che durava da 27 anni ed un lavoro noioso dalle otto alle cinque. Il 3 aprile 2004 sono andata ad un supermercato vicino casa e ho comprato un abito per il lavoro e due Cd: Evanescence e White Stripes. Ero terribilmente preoccupata per Casey, ma non sapevo che il mio mondo stava per essere messo sottosopra. Oggi sono tre anni che il mio figlio maggiore e' stato inviato in zona di guerra, in un conflitto che non sarebbe mai dovuto accadere, e a causa dell'immorale ed illegale invasione dell'Iraq mio figlio sarebbe presto morto. La mia figlia maggiore, Carly, era felice del suo prossimo ingresso all'universita'. L'altro mio figlio, Andy, se la cavava bene come apprendista geometra, e la mia figlia piu' giovane, Janey, era a casa per le vacanze primaverili dal suo ultimo anno di liceo. Oggi sono tre anni, e se mai pensavo al mio matrimonio, essendo cosi' distratta dalla preoccupazione per Casey, immaginavo mio marito Pat e me stessa invecchiare con una nidiata di nipotini intorno da viziare. Sognavo due nuore e due generi che aumentassero la nostra felice famiglia. Sfortunatamente, il nostro matrimonio e' stato una vittima della guerra del terrore di Re George. Non avevo mai capito perche' i matrimoni si sfasciano dopo la morte di un figlio, sino a che non ne ho fatto esperienza diretta. Oggi sono tre anni che il vestito verde pallido comprato per andare al lavoro venne indossato nel giorno soleggiato e surreale in cui seppellimmo Casey. Gli uomini stavano proprio bene nei loro abiti scuri nuovi, e le ragazze anche, erano molto belle. Casey sembrava in pace, tranquillo: giaceva nella sua bara come se dormisse. E dormiva infatti, avrebbe dormito per sempre all'eta' di 24 anni, prima che potesse sposare la nostra nuora e darci quei nipotini. Addormentato per sempre prima di poter terminare il college e diventare un insegnante elementare. Addormentato per sempre prima di poter diventare diacono della chiesa cattolica. Innaturalmente addormentato per sempre, prima di tre dei suoi nonni e di sua madre e suo padre. Tre anni fa io non ero d'accordo con l'occupazione dell'Iraq e con Re George, ma non avevo mai fatto sentire la mia voce, scritto una lettera, o dimostrato per protesta. Non credevo che la mia voce potesse contare nulla per questo paese. Dopotutto, Re George aveva definito i milioni di persone che avevano protestato, in tutto il mondo, contro l'invasione imminente come un "gruppetto focalizzato". Come avrebbe definito una voce in piu'? Ero anestetizzata dalla propaganda che dice che una persona non puo' fare differenza, ed ho passato la mia intera vita da adulta a proteggere la mia famiglia, i miei figli e il nostro benessere. Oggi sono tre anni, e io non sapevo che la mia visione ristretta sarebbe costata la vita a Casey, il benessere alla nostra famiglia, e ci avrebbe separati. Oggi sono tre anni, e io non sapevo che il termine "cuore spezzato" non e' una metafora, e' letterale. Non sapevo che i dolori del parto sono una passeggiata se confrontati con quelli della morte di un figlio. Non sapevo che una persona potesse gridare cosi' a lungo e per cosi' tanto tempo senza avere un infarto. Non sapevo che le persone potessero sopravvivere ad un tale shock emotivo. Non sapevo che una persona puo' addirittura diventare piu' forte, dopo aver sperimentato un dolore del genere, un dolore che diventa costante, duro, interminabile. Tre anni fa Casey era vivo ed io non immaginavo che quello fosse il suo ultimo giorno sulla Terra. Casey e sette dei suoi compagni, incluso Mike Mitchell, la cui famiglia si e' legata a noi nella sofferenza e nella risoluzione di mettere fine a questa guerra devastante, non erano consci che il Sanguinario Re George aveva numerato i loro giorni, e che quel numero era alla fine. Tre anni fa, per me, sono una vita fa, ma pure tutto sembra cosi' vicino. Per me, il mondo era un posto molto diverso, tre anni fa. Oggi e' un altro giorno di bel tempo nella California del nord. Il sole splende, gli uccellini cantano, i vicini di casa vivono le loro vite senza neppure immaginare come il paradigma e' cambiato per gli Sheehan il 4 aprile 2004. Ma oggi l'aria e' meno dolce, ed anche se gli uccellini cinguettano come se Casey fosse vivo, le loro canzoni non sono le stesse, per me. Quante famiglie in Iraq e negli Usa verranno distrutte oggi o domani, dalla guerra del terrore di George? Quanti sono oggi in stato di shock, increduli e addolorati oggi per cio' che e' accaduto loro ieri? Fino a quando noi, il popolo, permetteremo al Congresso e a Re George di infliggere dolore e distruzione senza fine, senza sbocco? Oggi, domani, ieri e per sempre Casey mi manchera', ed io lo piangero'. Mio figlio, il mio amico e il mio eroe. 3. RIFLESSIONE. LEA MELANDRI: MANIFESTO DEI PERCHE' [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente primo intervento del blog su "Usciamo dal silenzio". Lea Melandri, nata nel 1941, acutissima intellettuale, fine saggista, redattrice della rivista "L'erba voglio" (1971-1975), direttrice della rivista "Lapis", e' impegnata nel movimento femminista e nella riflessione teorica delle donne. Opere di Lea Melandri: segnaliamo particolarmente L'infamia originaria, L'erba voglio, Milano 1977, Manifestolibri, Roma 1997; Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli, Milano 1988, Bollati Boringhieri, Torino 2002; Lo strabismo della memoria, La Tartaruga, Milano 1991; La mappa del cuore, Rubbettino, Soveria Mannelli 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996; Una visceralita' indicibile, Franco Angeli, Milano 2000; Le passioni del corpo, Bollati Boringhieri, Torino 2001. Dal sito www.universitadelledonne.it riprendiamo la seguente scheda: "Lea Melandri ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Attualmente tiene corsi presso l'Associazione per una Libera Universita' delle Donne di Milano, di cui e' stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987. E' stata redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista L'erba voglio (1971-1978), di cui ha curato l'antologia: L'erba voglio. Il desiderio dissidente, Baldini & Castoldi 1998. Ha preso parte attiva al movimento delle donne negli anni '70 e di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza le pubblicazioni: L'infamia originaria, edizioni L'erba voglio 1977 (Manifestolibri 1997); Come nasce il sogno d'amore, Rizzoli 1988 ( ristampato da Bollati Boringhieri, 2002); Lo strabismo della memoria, La Tartaruga edizioni 1991; La mappa del cuore, Rubbettino 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996; Una visceralita' indicibile. La pratica dell'inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta, Fondazione Badaracco, Franco Angeli editore 2000; Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri 2001. Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali: 'Ragazza In', 'Noi donne', 'Extra Manifesto', 'L'Unita''. Collaboratrice della rivista 'Carnet' e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista 'Lapis. Percorsi della riflessione femminile', di cui ha curato, insieme ad altre, l'antologia Lapis. Sezione aurea di una rivista, Manifestolibri 1998. Nel sito dell'Universita' delle donne scrive per le rubriche 'Pensiamoci' e 'Femminismi'"] Mi piace l'idea del "manifesto dei perche'", una sorta di autoinchiesta (in versione d'epoca: autocoscienza) per dirci condivisioni, dubbi, proposte riguardanti l'impegno di "Usciamo dal silenzio" sulla "rappresentanza 50 e 50", che preferirei pero' definire "presenza", tenuto conto che le donne non sono una categoria, un gruppo sociale o una minoranza da rappresentare. Ma neppure quel "sesso che non e' un sesso" (Irigaray), di cui e' giusto sia riconosciuta la "differenza" storica - contro la pretesa neutralita' maschile -, ma solo per metterla in discussione. * 1. Perche' sono favorevole? Potrei dire che ho avuto modo, incontrando in varie citta' italiane assemblee di "Usciamo dal silenzio", associazioni, gruppi diversi di donne, di verificare che il problema e' sentito, pur con qualche riserva, da tutte. Il desiderio che, in consonanza col cambiamento del proprio modo di pensare e sentire, cambi anche qualcosa del contesto in cui viviamo, si sta facendo strada, e coinvolge donne di generazioni diverse. D'altra parte, quanto il discorso sul farsi soggetto politico a pieno titolo sia stato al centro del percorso fin qui fatto dalla nostra assemblea milanese, e' noto, e mi ha sempre trovato d'accordo. Diro' allora delle ragioni personali che mi si sono fatte chiare, dopo un'adesione immediata benche' dubbiosa, o meglio, contraddittoria, venendo la mia formazione da pratiche femministe antistituzionali. Negli ultimi anni, e soprattutto dopo l'incontro con "Usciamo dal silenzio", il mio modo di considerare il rapporto uomo-donna e', in parte, cambiato. Ci sono aspetti che in passato consideravo secondari - o non consideravo affatto -, e che oggi mi sembrano prioritari. Essenzialmente due: la violenza manifesta contro le donne e la loro assenza/esclusione dai luoghi decisionali della sfera pubblica. Oggi, devo aggiungere, ne vedo piu' chiaramente le connessioni: la violabilita' del corpo femminile e' strettamente legata alla cancellazione della donna come persona (pensiero, volonta', responsabilita' morale, ecc.). Sono le due facce correlate di quel fondamento di ogni razzismo che e' l'identificazione della donna con la sessualita', la maternita', la riproduzione della vita, la natura). La biopolitica comincia con la riduzione della donna - e di quella parte di umanita' che e' stata di volta in volta ad essa assimilata: schiavi, bambini, prigionieri, ecc. - a corpo biologico, escluso-incluso come tale nella polis. Casa e citta' vanno ripensate insieme, tanto piu' che oggi i confini tra sfera personale e sfera pubblica, vita e politica si sono spostati fin quasi a scomparire. Fino a poco tempo fa pensavo che fosse prioritaria la presa di coscienza, l'analisi della violenza invisibile, di una visione del mondo prodotta da altri e interiorizzata come propria. Mi feriva soprattutto la complicita' femminile, sia pure inconsapevole e per molte ragioni giustificata. Dopo tanti anni di paziente scavo nella soggettivita' delle donne, di paziente attesa di vedere un cambiamento da parte maschile, ho dovuto riconoscere che stava crescendo in me una forte indignazione per l'arroganza, la stupidita', la pervicace finzione di neutralita' degli uomini, in particolare dei politici e degli intellettuali. Insopportabile, di conseguenza, il prezzo che ne pagano le donne. Nel momento in cui e' comparsa storicamente la consapevolezza e la denuncia del dominio maschile attraverso la parola delle donne, la maschera della neutralita' diventa la difesa a oltranza di un privilegio, cosi' come la messa sotto silenzio del cambiamento avvenuto. Ma c'e' un'altra ragione. Finche' le donne restano fuori dalla scena pubblica, vale l'ambivalenza che pesa da millenni sul femminile: l'insignificanza storica delle donne e la loro esaltazione immaginativa, che le vede come "risorse" di umanita', integrante forza creativa, ma che e', di fatto, la piu' insidiosa copertura ideologica della divisione sessuale del lavoro, della canalizzazione di tutte le energie femminili a vantaggio dell'uomo. Questa contraddizione e' ben rappresentata dal significato che le donne ancora danno al loro essere "moglie di", "madre di", in cui convergono lavoro di cura, indispensabilita' all'altro, conferma di identita', illusoria realizzazione di se'. Nel momento in cui fossero presenti sulla scena pubblica, sarebbe piu' facile anche esercitare nei loro confronti un giudizio critico, confrontare idee, confliggere, riconoscere diversita', rompere il cerchio vizioso di idealizzazione e disprezzo riservate al genere femminile. Si potranno guardare con piu' realismo i segni che hanno lasciato millenni di schiavitu', riconoscere che l'emancipazione, se e' conquista di liberta' e diritti, e' anche rivelatrice impietosa di tante illiberta', adattamenti, omologazione. Il femminismo degli anni '70 e' nato anche come critica a questo tipo di subalternita'. La ricerca di una autonomia da modelli interiorizzati deve restare centrale nella nostra pratica politica e anzi rafforzarsi nel momento in cui le donne entrano nei luoghi e nelle istituzioni storiche del dominio maschile. * 2. Condizioni. Il tema della "presenza 50 e 50" non dovrebbe essere collocato in un discorso di "crisi della democrazia", o di "cittadinanza incompleta" (a cui e' inevitabilmente collegato il tema "quote"). Il riferimento dovrebbe essere, a mio avviso, la crisi della politica, che, diventando sempre piu' bio-politica, politica sulla vita, svela le sue radici, l'infamia su cui si fonda la polis. Il femminismo non ha portato allo scoperto solo il sesso incluso attraverso un'esclusione dai poteri pubblici, ma anche tutto cio' che della persona (corpo, sessualita', malattia, invecchiamento, ecc.) e' stato messo al bando insieme alla donna, considerato impolitico. Vorrei che non diventassimo piu' realiste del re, andando a rafforzare istituzioni cadenti, che sono all'origine della nostra cancellazione come persone. Vogliamo essere soggetti politici a pieno titolo, ma soggetti di una politica ripensata in tutti i suoi aspetti, messa in discussione in cio' che ha diviso e contrapposto, quelle dualita' che oggi, saltati i confini tra privato e pubblico, tra natura e cultura, tornano a confondersi in pericoloso amalgama: l'antipolitica, nell'uso che ne fa la destra, e la politica sulla vita, nella piega che sta prendendo da una parte e dall'altra, come tentazione di legiferare sulle vicende essenziali dell'umano, come la nascita e la morte. Io vedo in questo impegno l'occasione per uscire dai dualismi che hanno separato e contrapposto: maschile e femminile, casa e citta', famiglia e societa', ma anche emancipazione e liberazione, politica delle relazioni e politiche istituzionali, sessualita' e economia. Le problematiche del corpo, su cui si e' mosso il femminismo anni '70, sono oggi al centro dei poteri forti della vita pubblica - Stato, Chiesa, scienza, medicina, comunicazione, ecc. -, e le donne rischiano di essere ancora una volta l'oggetto per eccellenza del controllo pubblico. Una battaglia per un elementare, incontestabile diritto di uguaglianza, garantito dalla Costituzione, resterebbe un guscio vuoto, totalmente interno al sistema esistente, se non fosse al medesimo tempo ricerca di quei nessi, che gia' esistono, tra sessualita' e politica, vita e politica, che vanno riconosciuti e ripensati. Per questo e' importante che tutti i temi su cui si e' espresso finora "Usciamo dal silenzio" siano presenti, intersecati con un discorso che dovra' essere inevitabilmente anche specifico (legge elettorale). Siccome sara' difficile tenere insieme tutti gli aspetti, propongo che si dia seguito al Laboratorio gia' iniziato presso la Libera Universita' delle donne, convogliando sul tema famiglia, unioni civili, anche le questioni che vi sono connesse: lavoro di cura e lavoro fuori casa, violenza contro le donne, maternita', aborto. Assemblea e Laboratorio potrebbero procedere insieme, intersecandosi e arricchendosi reciprocamente. 4. RIFLESSIONE. LUISA MURARO: ALCUNI APPUNTI [Dal quotidiano "Il manifesto" del primo aprile 2007 riprendiamo il seguente intervento li' pubblicato col titolo "Sulla Chiesa rischiamo di perdere la bussola". Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici viventi, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997"] Sui temi che interessano la Chiesa cattolica e la religione in generale, mi pare che in Italia stiamo perdendo l'orientamento, da una parte e dall'altra (ammesso e non concesso che ci siano solo due parti). Certo che si e' persa una capacita' di mediare che esisteva fino ad un passato non lontano. Se potessi parlare a Benedetto XVI, gliene direi quattro, ho gia' pronto un incipit alla veneta: "ma benedetto Benedetto, che cosa stai combinando?". E gli ricorderei Elisabetta I d'Inghilterra, che, a detta degli storici, fu una grande sovrana per un'unica capacita' politica che possedeva, quella di saper scegliere i consiglieri e i ministri. Ma li' io non arrivo. In compenso posso arrivare al "Manifesto", con alcuni appunti che, senza risolvere niente, vorrebbero servire da orientamento. Per cominciare, le radici cristiane. Nella scuola, intendo quella laica e statale, si insegna, da sempre, che al mondo antico siamo collegati in maniera erudita e ideale dalla cultura umanistica, ma in maniera diretta e reale dall'Europa cristiana. Nella prima versione della Costituzione europea si parlava di radici nel mondo antico, nel Rinascimento e nell'Illuminismo, saltando il Medioevo: quelli che hanno protestato, avevano ragione. Non riconoscerlo subito e volentieri, se non altro per rispetto della verita' storica, e' stato un errore politico (che ora si paga). Vera Pegna, esponendo la questione della laicita' nella Costituzione dell'Europa, su questo giornale, il 28 marzo, si chiedeva: qual e' la vera posto in gioco della rivendicazione delle radici cristiane? E rispondeva, citando un giurista: si vuole dare fondamento costituzionale a poteri, privilegi e immunita' per le confessioni religiose. Io protesto contro questo modo di ragionare: a questa stregua, dovremmo pensare che il riferimento alle radici antiche nascondesse il proposito di restaurare la schiavitu' o l'esclusione delle donne dalla vita pubblica. Passo all'incredibile storia dei Pacs e dei Dico. Come siamo arrivati a questo insensata opposizione da parte della gerarchia cattolica? Ancora un anno fa, diceva un monsignore romano di cui non ricordo il nome, ma le parole sono indimenticabili: le coppie di fatto sono un fatto e i fatti vanno riconosciuti. Suggerisco che, da parte laica, si riconsideri un punto almeno, e cioe' il giudizio che meritava la mossa di Zapatero il quale, senza un dibattito esteso e approfondito, avvalendosi della maggioranza parlamentare e di una lacuna del codice civile (che non esplicitava che il contratto matrimoniale era tra una donna e un uomo), ha cambiato la fisionomia etica del matrimonio cosi' com'e' stato inteso e praticato fino ai nostri giorni. Un modo di procedere troppo disinvolto abbassa la qualita' della politica, con conseguenze che bisognerebbe mettere in conto. Di notevole disinvoltura politica ha dato prova, indubbiamente, anche l'ex capo della Conferenza episcopale italiana, cardinal Ruini, invitando i cattolici a disertare le urne cosi' da far fallire i referendum sulla legge 40. A questo proposito vorrei, pero', rimarcare due cose. Primo, contro "i preti" che fanno politica si polemizza in nome di una separazione tra Stato e Chiesa che e' un'invenzione della civilta' laica borghese alla quale "i preti" hanno aderito giocoforza. Con ogni evidenza, Ruini (e altri come lui) e' un uomo politico di destra vestito da cardinale, con il quale bisogna misurarsi sul campo di battaglia. Secondo, sullo specifico campo di battaglia dei referendum, non si e' tenuto conto che molte donne non erano d'accordo con l'impostazione referendaria e lo hanno fatto capire quando ne avevano i mezzi, ma non sono state prese in considerazione ne' prima ne' dopo, di modo che la sconfitta dei referendum viene accreditata a Ruini, la cui disinvoltura politica finora e' rimasta impunita e viene anzi premiata dalle analisi di sinistra. Gli esponenti della sinistra dimenticano troppo facilmente che certe contrapposizioni, come destra/sinistra, credenti/non credenti, laici/integralisti, non corrispondono alle donne, non hanno rispondenza con i loro interessi (esclusa una minoranza), cosi' come ne hanno sempre meno con quelli delle classi popolari. Certe volte, a leggere "Il manifesto" sui temi di confine tra societa' e vita religiosa, credo di avere in mano il giornale dei radicali e non un quotidiano comunista, come continua a chiamarsi (cosa che me lo rende caro e simpatico). Come se il giornale avesse dimenticato che il cattolicesimo, sul tema cruciale dei rapporti tra capitale e lavoro, insegna in lungo e in largo il primato del lavoro: "il lavoro ha una priorita' intrinseca rispetto al capitale", recita il recente compendio della dottrina sociale della Chiesa mettendo sotto accusa certe conseguenze della globalizzazione sulla condizione delle persone che lavorano. Che cosa c'entra, si potrebbe obiettarmi, con i diritti delle coppie di fatto e con la laicita' della politica? C'entra, c'entra. Se non sappiamo come e perche' tenere collegato quello che nell'esperienza comune non sono capitoli separati, ma un groviglio di vissuti, vuol dire che ci fa difetto la capacita' di pensare politicamente. 5. MATERIALI. INDICE DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" MARZO 2007 * "Minime", numero 15 del primo marzo 2007: 1. Politique d'abord; 2. Guenther Anders: Tesi sull'eta' atomica; 3. Agnes Heller: Perche' non dobbiamo tentare? 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 91 del primo marzo 2007: 1. Appello delle donne di Vicenza contro il "Dal Molin" per un otto marzo di pace; 2. Marina Mercati: Etty Hillesum. Un itinerario di conversione; 3. A Viterbo il 2 marzo. * "Minime", numero 16 del 2 marzo 2007: 1. "Azione nonviolenta" di marzo 2007; 2. Fatema Mernissi: Meno armi e piu' istruzione; 3. Farid Adly: Un appello da Nablus; 4. Associazione Pantagruel: Un appello per l'abolizione dell'ergastolo; 5. Un seminario a Pisa; 6. Riletture: Enza Biagini, Simone de Beauvoir; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 17 del 3 marzo 2007: 1. Danilo Dolci: Anche il pianto; 2. Se giovasse a qualcosa ripetere le cose; 3. Osvaldo Caffianchi: Una lieve cabaletta; 4. Luciano Bonfrate: Qualche misero ottonario; 5. Riletture: Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti; 6. Riletture: Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 18 del 4 marzo 2007: 1. Parole nel vento; 2. Luciano Bonfrate: La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul; 3. Miriam Rawi: Afghanistan, contro il terrorismo per la democrazia e la pace; 4. Adolfo Perez Esquivel: L'Italia non dimentichi il "Plan Condor"; 5. Letture: Francesco Pistolato (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta; 6. Riletture: Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux; 7. Riedizioni: Erodoto, Storie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 101 del 4 marzo 2007: 1. Nicola Calipari, due anni dopo; 2. Benito D'Ippolito: Sulla strada dell'aeroporto; 3. Benito D'Ippolito: Alcuni altri omissis da un rapporto; 4. Giuliana Sgrena: La mia testimonianza (un articolo del 6 marzo 2005); 5. Giuliana Sgrena: Un anno dopo (un articolo del 4 marzo 2006); 6. Sandro Provvisionato: Ciao, Nicola (un ricordo del marzo 2005). * "Minime", numero 19 del 5 marzo 2007: 1. Due crimini; 2. Tariq Ali: Perche' ritirarsi dall'Afghanistan; 3. Elena Poniatowska ricorda Ryszard Kapuscinski; 4. Riletture: Svetlana Aleksievic, Ragazzi di zinco; 5. Riletture: Alessandro Dal Lago, Non-persone; 6. Riletture: Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 20 del 6 marzo 2007: 1. In poche parole; 2. Cecilia Strada: Afghanistan in fiamme; 3. Appello delle donne di Vicenza contro il "Dal Molin" per un otto marzo di pace; 4. Peppe Sini: Tre scorciatoie lungo il cammino; 5. Alberto L'Abate: Per una strategia nonviolenta della sinistra italiana; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza", numero 51 del 6 marzo 2007: 1. L'Abbe' Pierre; 2. Movimento Emmaus: Una breve biografia dell'Abbe Pierre (1996); 3. Giovanni Anversa intervista l'Abbe' Pierre (2004); 4. Enzo Bianchi ricorda l'Abbe' Pierre; 5. Gerolamo Fazzini ricorda l'Abbe' Pierre; 6. Il Movimento Nonviolento ricorda l'Abbe' Pierre; 7. Et coetera. * "Minime", numero 21 del 7 marzo 2007: 1. Questo sappiamo, questo diciamo; 2. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 3. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 22 dell'8 marzo 2007: 1. Il primo diritto, il primo dovere; 2. Maria G. Di Renzo: Residuati bellici; 3. Appello delle donne di Vicenza contro il "Dal Molin" per un otto marzo di pace; 4. Oggi un incontro a Terni con Shirin Ebadi; 5. Domani un incontro a Bolzano con Vesna Terselic; 6. Luciano Bonfrate: Chi vota per la guerra e' un assassino; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 92 dell'8 marzo 2007: 1. Maria Grazia Campari: Una democrazia per due; 2. Un dialogo tra Lea Melandri e Stefano Ciccone; 3. Barbara Mapelli presenta "Hannah Arendt. Pensare il presente" di Donatella Bassanesi. * "Minime", numero 23 del 9 marzo 2007: 1. Il sangue, le mani; 2. La vita, la liberta'; 3. Un appello contro la guerra; 4. Giancarla Codrignani ricorda Adele Faccio; 5. Giovanna Providenti: Maria Giudice, socialista; 6. Riletture: Vladimir Jankelevitch, Henri Bergson; 7. Riletture: Italo Mancini, Bonhoeffer; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 24 del 10 marzo 2007: 1. Ci sta a cuore; 2. Cecilia Strada: Donne in Afghanistan; 3. Elena Pulcini: Luci ed ombre di una rivoluzione permanente. Sessant'anni dopo il voto alle donne; 4. Fosco Funesti: Una lettera del 1914; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 25 dell'11 marzo 2007: 1. O la guerra o la pace; 2. Una sola umanita'; 3. Annamaria Rivera: La perversione del linguaggio politico della sinistra; 4. Francesca Paci intervista Shirin Ebadi; 5. Letture: Stefano Petrucciani, Introduzione a Adorno; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 102 dell'11 marzo 2007: 1. Jean-Pierre Vernant, un resistente; 2. Maurizio Bettini ricorda Jean-Pierre Vernant; 3. Eva Cantarella ricorda Jean-Pierre Vernant; 4. Marco Pacioni ricorda Jean-Pierre Vernant; 5. Massimo Stella ricorda Jean-Pierre Vernant; 6. Gian Maria Vian ricorda Jean-Pierre Vernant; 7. Jean-Pierre Vernant: Una conferenza a Brno (1998). * "Minime", numero 26 del 12 marzo 2007: 1. Una vita, tutte le vite; 2. Un appello del dicembre 2006 per il ritiro dei soldati italiani dall'Afghanistan; 3. Alessandra Farkas intervista Azar Nafisi; 4. Indice de "La nonviolenza e' in cammino" novembre 2006 - febbraio 2007; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 27 del 13 marzo 2007: 1. Il pianeta degli ostaggi; 2. Osvaldo Caffianchi: Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine; 3. Ida Dominijanni: La famiglia da reinventare; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza", numero 52 del 13 marzo 2007: 1. Una canzone per Marianella Garcia; 2. Marianella Garcia, o della giustizia; 3. Et coetera. * "Minime", numero 28 del 14 marzo 2007: 1. Ostaggi; 2. Cecilia Strada: Le vittime civili dell'"Operazione Achille"; 3. Prime ed ultime risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di Nassiriya; 4. Una intervista a Jean Baudrillard del 1999; 5. Nel nome di Achille; 6. Preferenze; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 29 del 15 marzo 2007: 1. Liberte', egalite', fraternite'; 2. Enrico Piovesana: Un'operazione militare italo-spagnola in Afghanistan; 3. Giovanna Providenti: Carla Lonzi attraverso le pagine del suo diario; 4. Murray Bookchin: Per una societa' ecologica; 5. A proposito di diritti umani; 6. Riletture: Franco Basaglia, Conferenze brasiliane; 7. Riletture: Franco Basaglia, L'utopia della realta'; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 93 del 15 marzo 2007: 1. Storie di donne in cammino; 2. Susan Feiner, Drucilla Barker: Microcredito, una riflessione diversa; 3. Luisa Muraro: Il pensiero dell'esperienza. * "Minime", numero 30 del 16 marzo 2007: 1. Hannah Arendt: Ci siamo accorti; 2. Giovanni Bastianini: Un contributo al dibattito sul servizio civile; 3. Amelia Rosselli: Contiamo infiniti cadaveri; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 31 del 17 marzo 2007: 1. La gatta innamorata del topo col mattone; 2. Rossana Rossanda presenta "Cinquant'anni d'Europa" di Luciana Castellina; 3. Benedetto Vecchi presenta "Homo consumens" di Zygmunt Bauman; 4. A Cattolica dal 31 marzo al primo aprile; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 32 del 18 marzo 2007: 1. Giuliano Pontara: Una via difficile; 2. Emanuele Luzzati, o della felicita'; 3. Giacoma Limentani: Lele, lez, lezim, meliz; 4. Elena Loewenthal ricorda Emanuele Luzzati; 5. Come un disco rotto; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 103 del 18 marzo 2007: 1. Per Jean Baudrillard; 2. Paolo Di Stefano ricorda Jean Baudrillard; 3. Paolo Fabbri ricorda Jean Baudrillard; 4. Bruno Gravagnuolo ricorda Jean Baudrillard; 5. Mario Perniola ricorda Jean Baudrillard; 6. Franco Volpi ricorda Jean Baudrillard; 7. Gianni Vattimo ricorda Jean Baudrillard. * "Minime", numero 33 del 19 marzo 2007: 1. Lorenzo Milani: Lettera ai cappellani militari; 2. L'autista; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 34 del 20 marzo 2007: 1. Mao Valpiana: Ogni vita salvata; 2. Ernesto Balducci: Introduzione a "La pace. Realismo di un'utopia"; 3. Riletture: Francesca Maria Corrao, Antologia della poesia araba; 4. Riletture: Francesco Gabrieli, Virginia Vacca, Antologia della letteratura araba; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza", numero 53 del 20 marzo 2007: 1. Giacomo Leopardi; 2. Giacomo Leopardi: La ginestra o il fiore del deserto; 3. Et coetera. * "Minime", numero 35 del 21 marzo 2007: 1. La guerra, il fascismo; 2. Chi salva le vite; 3. Enrico Piovesana: Il mediatore di Emergency; 4. Enrico Piovesana: Gino Strada racconta la liberazione di Daniele Mastrogiacomo; 5. A Roma per ricordare Oscar Romero; 6. Per Oscar Romero; 7. Enrico Redaelli presenta "Gadamer" di Donatella Di Cesare; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 36 del 22 marzo 2007: 1. Ancora un'antica favola orientale; 2. Un appello di Emergency; 3. Enrico Piovesana: Daniele a casa, gli altri no; 4. Emily Dickinson: La legge; 5. Ivan Tassi presenta le "Memorie" di Sergej Ejzenstejn; 6. Riletture: Giuliana Sgrena, Alla scuola dei taleban; 7. Riletture: Giuliana Sgrena, Il fronte Iraq; 8. Riletture: Giuliana Sgrena, Fuoco amico; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 94 del 22 marzo 2007: 1. Maria G. Di Rienzo: Dare voce ai bambini vittime della guerra civile; 2. Maria G. Di Rienzo: Le donne della Colombia vogliono tessere una rete; 3. Maria G. Di Rienzo: Il potere spirituale del bene per uscire dal buco del dolore; 4. Maria G. Di Rienzo: Rita, che unisce indiani e pakistani per rompere le politiche dell'odio; 5. Maria Teresa Carbone presenta "Terra del mio sangue" di Antjie Krog. * "Minime", numero 37 del 23 marzo 2007: 1. Fermare la guerra, costruire la pace; 2. Floriana Lipparini: Il convitato di pietra; 3. Enrico Piovesana: La guerra infuria in Helmand; 4. Enrico Piovesana: "La storia non e' chiusa"; 5. K. S. Karol ricorda Jacek Kuron; 6. Mauro Martini ricorda Jacek Kuron; 7. Rossana Rossanda: Una nota introduttiva al testo seguente; 8. Jacek Kuron: La dittatura della burocrazia (1969); 9. Letture: Hans Bots, Francoise Waquet, La Repubblica delle lettere; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 38 del 24 marzo 2007: 1. Il nostro Vietnam; 2. Benito D'Ippolito: Ancora un foglio, una foglia nel vento; 3. Paola Zampini: La lotta nonviolenta di Aung San Suu Kyi; 4. Giovanna Providenti: Un appello; 5. Nelly Norton ricorda Jacek Kuron; 6. Fosco Funesti: La rosa; 7. Letture: Giuseppe Zaccaria, Cristina Benussi, Per studiare la letteratura italiana; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 39 del 25 marzo 2007: 1. Il 27 marzo a Roma un sit-in contro la guerra; 2. Enrico Piovesana: Primavera di sangue; 3. Emergency: la vicenda non e' conclusa; 4. Emergency: Rahmatullah e Adjmal; 5. Marta Petrusewicz ricorda Jacek Kuron; 6. Il sangue degli altri; 7. Il valletto; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "La domenica della nonviolenza", numero 104 del 25 marzo 2007: 1. Ricordando Hans-Georg Gadamer; 2. Dario Antiseri ricorda Hans-Georg Gadamer; 3. Maurizio Assalto ricorda Hans-Georg Gadamer; 4. Donatella Di Cesare ricorda Hans-Georg Gadamer; 5. Marino Freschi ricorda Hans-Georg Gadamer; 6. Bruno Gravagnuolo ricorda Hans-Georg Gadamer. * "Minime", numero 40 del 26 marzo 2007: 1. La scelta; 2. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento; 3. Wlodek Goldkorn ricorda Nelly Norton; 4. Teresa Sarti: Un appello per Rahmatullah; 5. Enrico Piovesana: Morire di guerra ancor prima di nascere; 6. Domenico Jervolino ricorda Hans-Georg Gadamer; 7. Pietro Kobau ricorda Hans-Georg Gadamer; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 41 del 27 marzo 2007: 1. Il paese dei passi perduti; 2. Loris Campetti: Emergency, un bisturi per la pace; 3. Franco Marcoaldi ricorda Hans-Georg Gadamer; 4. Fabio Polidori ricorda Hans-Georg Gadamer; 5. Giovanni Reale ricorda Hans-Georg Gadamer; 6. Riletture: AA. VV., Una cotona de manta blanca; 7. Riletture: Dieci anni di Nicaragua nella poesia di Gioconda Belli; 8. Riletture: Gioconda Belli, Della costola di Eva; 9. Riletture: Mariana Yonusg Blanco, Io nasco donna, e basta; 10. Riletture: Annamaria Novello, Tiziana Negri, Donna in Nicaragua; 11. Annibale Scarpante: Chi vvota pe la guerra, pe la morte; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * "Voci e volti della nonviolenza", numero 54 del 27 marzo 2007: 1. Maso Notarianni intervista Gino Strada; 2. Et coetera. * "Minime", numero 42 del 28 marzo 2007: 1. Misero ai voti il prezzo della carne; 2. Enrico Piovesana: I racconti dei civili vittime della guerra; 3. Emanuele Severino ricorda Hans-Georg Gadamer; 4. Gianni Vattimo ricorda Hans-Georg Gadamer; 5. Carlo Augusto Viano ricorda Hans-Georg Gadamer; 6. Maria G. Di Rienzo: Dei delitti e delle pene; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 43 del 29 marzo 2007: 1. Parliamo d'altro; 2. Enrico Piovesana: Ridateci Rahmat; 3. Lea Melandri: 1975, il '68 delle donne; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * "Nonviolenza. Femminile plurale", numero 95 del 29 marzo 2007: 1. Cristina Papa: Ciudad Juarez, la citta' della morte; 2. Rossana Rossanda: Attraversare; 3. Lucetta Scaraffia: I femminismi sono tanti; 4. Eva Cantarella: Contro il pensiero unico; 5. Libreria delle donne di Milano: Un commento. * "Minime", numero 44 del 30 marzo 2007: 1. Peppe Sini: Italiani, brava gente, 2. Franco Volpi ricorda Hans-Georg Gadamer; 3. Muhammad Yunus: Una banca per uscire dalla poverta'; 4. Augusto Cavadi presenta "Fede e nonviolenza" di Jean Goss; 5. Maria Paola Fiorensoli presenta il "Piccolo dizionario dell'ineguaglianza femminile" di Alice Ceresa; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * "Minime", numero 45 del 31 marzo 2007: 1. Emergency: "Liberi anche loro". Sabato 31 marzo a Roma; 2. Rossana Rossanda ricorda Giuseppe Barbaglio; 3. Eugenio Melandri ricorda Joseph Ki-Zerbo; 4. Dario Antiseri: Ancora un ricordo di Hans-Georg Gadamer; 5. Gianni Vattimo: Ancora un ricordo di Hans-Georg Gadamer; 6. Marina La Farina e Paola Guazzo: Alice Ceresa; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 50 del 5 aprile 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html e anche alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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