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Minime. 32
- Subject: Minime. 32
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 18 Mar 2007 01:58:12 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 32 del 18 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Giuliano Pontara: Una via difficile 2. Emanuele Luzzati, o della felicita' 3. Giacoma Limentani: Lele, lez, lezim, meliz 4. Elena Loewenthal ricorda Emanuele Luzzati 5. Come un disco rotto 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. RIFLESSIONE. GIULIANO PONTARA: UNA VIA DIFFICILE [Da Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, pp. 333-334. Giuliano Pontara (per contatti: giuliano.pontara at philosophy.su.se) e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica e filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag, Staffanstorp 1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson, Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano Pontara (che comprende circa cento titoli) puo' essere letta nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino". Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l’autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l’India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006] "Sento nel piu' profondo del mio cuore - scriveva Gandhi verso la fine della sua vita - che il mondo e' mortalmente nauseato dai versamenti di sangue. Il mondo sta cercando una via d'uscita". Uscita dalla barbarie. Combattere la barbarie senza diventare barbari, questo e' il problema; opporsi, con mezzi immuni dal contagio, alla logica della volonta' di potenza, quella logica gia' enunciata, e forse anche denunciata, da Tucidide per cui "i forti fanno cio' che hanno la potenza per fare, mentre i deboli accettano quello che sono costretti ad accettare", e in base alla quale gli ateniesi, dopo che Melos si era arresa a discrezione, fecero massacro tra gli abitanti maschi in eta' militare e deportarono in schiavitu' donne e bambini; la stessa logica che domina tuttora nel mondo fra quanti vedono nel terrorismo della guerra e nella guerra del terrorismo la continuazione della politica con altri mezzi. E' difficile vedere come si possa uscire da questa logica con nuove e ulteriori violenze. Non c'e' una guerra che ponga fine a tutte le guerre, un terrorismo che ponga fine a ogni terrorismo, una barbarie che ponga fine a ogni barbarie, tranne la barbarie ultima dell'olocausto dell'umanita'. Non si tratta di abbandonarsi a discorsi apocalittici, ma non si puo' e non si deve assuefarsi alla convivenza con armi di distruzione di massa, e rimuovere la consapevolezza che la minaccia e il pericolo di una Auschwitz e di una Hiroshima sempre piu' globali sono pur sempre incombenti. Se, da una parte, guardando all'immane corsa storica ad armamenti sempre piu' distruttivi, ai massacri, alle carneficine, alle guerre, ai genocidi perpetrati nel "mattatoio della storia" e alle minacciose tendenze naziste nel mondo d'oggi, si puo' ragionevolmente e pessimisticamente disperare di poter uscire dalla barbarie ed evitare la barbarie ultima; dall'altra, rivolgendo l'attenzione alle forze morali, costruttive e nonviolente che in ogni epoca della storia gli umani sono riusciti a mobilitare contro la violenza e la barbarie, si possono trovare ragioni per non disperare, appigli per un'intelligente speranza, quell'intelligente speranza di cui era "prigioniero" Gandhi e che l'accompagno' nel suo cammino sulla via della politica e della lotta nonviolenta. La via e' difficile, e Gandhi e' il primo a riconoscerlo: "Enunciare la nonbile dotrina dell'ahimsa e' facile; osservarla in un mondo pieno di conflitti, di sconvolgimenti e di passioni e' un compito della cui difficolta' mi rendo conto ogni giorno di piu'". Ma esistono forse vie facili? 2. MEMORIA. EMANUELE LUZZATI, O DELLA FELICITA' [Emanuele Luzzati (Genova 1921-2007) e' stato un meraviglioso artista che trasformava in luce e felicita' tutto cio' che toccava. Dall'Enciclopedia biografica universale (Istituto della Enciclopedia Italiana, 2007, vol. 12, pp. 104-105) riprendiamo la seguente notizia biografica: "Scenografo, costumista, pittore italiano (Genova 1921 - ivi 2007). Diplomatosi all'Ecole des beaux-arts di Losanna, debutto' come scenografo nel 1947 in Lea Lebowitz di A. Fersen, del quale rimase collaboratore. Artista eclettico e infaticabile, ha lavorato con registi come F. Enriquez, G. De Bosio, A. Trionfo, L. Squarzina, rivelando un singolare talento in qualsiasi genere di repertorio. Molto attivo anche nel teatro lirico, ha realizzato insieme a G. Gianini alcuni film d'animazione di sottile ironia e di raffinata invenzione figurativa (La gazza ladra, 1964; Ali' Baba', 1971; Il flauto magico, 1978; Pulcinella e il pesce magico, 1981). Nel 1997 Luzzati ha allestito nell'ambito della manifestazione 'Luci d'Artista' a Torino, un'istallazione composta da sessanta sagome di legno dipinto raffiguranti la Nativita'. Nel 2000 e' stato inaugurato uno spazio museale dedicato a Luzzati nel porto antico di Genova. Nel 2001 e' stato nominato Grande Ufficiale della Repubblica dal presidente Ciampi. Notevole la sua attivita' come illustratore di libri di favole (Pinocchio di C. Collodi, 1996; Alice nel paese delle meraviglie di L. Carroll, 1998)". Dal sito del Museo Luzzati di Genova a lui dedicato (www.museoluzzati.it) riprendiamo la seguente brevissima notizia biografica: "Noto soprattutto come scenografo e illustratore, maestro in ogni campo dell'arte applicata. Nato a Genova nel 1921, diplomato all'Ecole des Beaux Arts di Losanna, ha collaborato con registi, architetti, artisti e scrittori di fama internazionale. Espone nel '72 alla Biennale di Venezia; nel '75 e' fondatore, con Aldo Trionfo e Tonino Conte, del Teatro della Tosse di Genova; autore di film di animazione con Giulio Gianini, otterra' due nomination all'Oscar. Luzzati e' interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per arazzi all'incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali. La ricchezza del suo mondo fantastico, l'immediatezza ed espressivita' del suo stile personalissimo ne hanno fatto uno degli artisti piu' amati ed ammirati nel nostro tempo. La sera del 26 gennaio 2007 Lele Luzzati, serenamente, se n'e' andato". Innumerevoli sono i libri deliziosamente illustrati da Emanuele Luzzati] Degli infiniti modi di amare l'umanita' Emanuele Luzzati scelte quello difficile, sottile e sublime di rendere felici gli esseri umani, donare loro la gioia di un sorriso, la meraviglia che schiude i cuori, il sollievo dell'intenerirsi, del riconoscersi. Cosi' per l'intera sua vita combatte' contro il fascismo. Ci indica ancora la via della bonta'. 3. MEMORIA. GIACOMA LIMENTANI: LELE LEZ LEZIM MELIZ [Dal sito del Teatro della tosse (www.teatrodellatosse.it) riprendiamo il seguente testo di Giacoma Limentani estratto da Lo scenografo della porta accanto ovvero dieci modi di dire Luzzati, Edizioni S. Marco dei Giustiniani, 2001. Giacoma Limentani e' nata a Roma nel 1927, e' scrittrice e studiosa della cultura ebraica. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo la seguente scheda: "Nata nel 1927 a Roma, dove vive e lavora, Giacoma Limentani e' una delle interpreti piu' sensibili della cultura ebraica, Scrittrice, traduttrice, ha dedicato il suo talento a diffondere e indagare la bellezza ed i misteri della sapienza ebraica, componendo libri che, pur rispettando la tradizione delle leggende ebraiche, risplendono di nuova luce grazie alla sua cura sensibile ed intelligente. Raffinato anche il suo talento narrativo in romanzi ben costruiti e velatamente ironici". Tra le opere di Giacoma Limentani: In contumacia, Adelphi, Milano 1967; Il grande seduto, Adelphi, Milano 1969; Gli uomini del libro. Leggende ebraiche, Adelphi, Milano 1975; Il vizio del faraone, Stampatori, Roma 1980; L'ombra allo specchio, La Tartaruga, Milano 1988; Dentro la D, Marietti, Genova 1991; Nachman racconta, Giuntina, Firenze 1993; E rise Mose', Einaudi, Torino 1995; Aiutare a pensare, Giuntina, Firenze 1996; Scrivere dopo per scrivere prima. Riflessioni e scritti, Giuntina, Firenze 1997; Il midrash. Come i maestri ebrei leggevano e vivevano la Bibbia, Paoline Editoriale Libri, 1997; Giona e il Leviatano, Edizioni Paoline, 1998; Da lunedi' a lunedi', Einaudi, Torino 1999; Il profeta e la prostituta. Osea, Paoline Editoriale Libri, 1999; (con Guido Lopez e Raffaele Niri), Viaggio nel mondo ebraico di Emanuele Luzzati, Tormena, 2000; Regina o concubina? Ester, Paoline Editoriale Libri, 2001] Non ne scrivero' con critico sussiego chiamandolo Emanuele Luzzati. E neppure elenchero' i pregi delle sue scenografie, la pertinenza dei suoi costumi, l'intelligenza delle sue illustrazioni, il fascino delle sue ceramiche, lo spirito dei suoi cartoni animati, gli sberleffi dei suoi Pulcinella, la malizia delle sue Rosaure, la felicita' dei suoi Papageni. Scrivero' di lui semplicemente come di Lele. Di Lele, versione per nulla canora di quella specie di pulcinellesco Papageno che la tradizione ebraica chiama Lez. Ma che cos'e' un Lez? Il Lez e' il buffone classico del teatro ebraico. Colui che scherzando dice la verita', e nelle feste che precedono i matrimoni ha il compito di svelare le verita' piu' imbarazzanti sulle due coppie dei futuri suoceri, per mettere in guardia i promessi sposi. Cio' naturalmente senza insinuare neppure alla lontana che Lele sia una specie di pagliaccio. Il Lez fa ridere specchiando il candore dei bambini, dei loro giochi, del talento che li porta a estrarre personaggi dagli esseri reali, cogliendo nel segno la peculiarita' altrui, ma con tutta l'aria di girarci intorno. Cio' e' detto, ovviamente, senza neppure per gioco insinuare che Lele sia infantile. Semmai, a sua insaputa, Lele echeggia una tradizione di antichi saggi, questi si' consapevoli di trovarsi sempre, in ogni epoca e a ogni eta', a testimoniare dell'infanzia propria del mondo, perche' frequentando con l'anima cio' che e' eterno, non hanno l'audacia di reputarsi adulti. E se qualcuno obiettasse che quegli antichi saggi, maestri in Israele, parlavano e scrivevano mentre Lele disegna, rispondero' che, parlando e scrivendo, quei saggi trasportavano i personaggi della Bibbia in atmosfera da fiaba, mentre i fiabeschi personaggi di Lele spesso tracciavano sui muri scarabocchi che potrebbero essere letti come ideogrammi. Gli ideogrammi di un Lez. Il Lez e' l'ilare anima, il cuore giocondo, la seria coscienza della festa di Purim: Purim come "sorti". Celebrando quanto narrato nel libro di Ester, questa festa insegna con canti, balli e recite, mascherate rivelatrici e scorpacciate da ultimo giorno, che non solo l'anima, anche il corpo deve avere il suo giorno di liberta' totale. Cio' in ricordo di quando un re, che si credeva onnipotente, consenti' a un ministro cattivo mascherato da buono, di tirare a sorte il giorno in cui tutti gli ebrei avrebbero dovuto essere sterminati. La storia di quel re, del suo cattivo ministro e della sua bella sposa, e' una storia in cui il nome di Dio non compare mai. Una storia che Israele ben conosce, tipica di un mondo in cui la presenza divina sembra celarsi dietro fantocci incoronati, trame di ministri e lacrime di coraggiose regine. Un mondo in cui Lele si muove da Lez fra re ieratici, possenti, e in ogni senso intronati, ministri truci come satanassi e regali spose cui la corona sembra pesare, per rivelarne la reale consistenza con un tocco di colore, una positura burattinesca. Di proposito neppure adesso scrivero' di questi stessi personaggi rispetto ai contesti teatrali, illustrativi o di animazione cinematografica che hanno reso Emanuele Luzzati noto e caro al grande pubblico e non scrivero' neppure delle Hagadot che Lele ha illustrato, delle Ketubbot che ha ornato. Voglio scrivere di questi personaggi cosi' come per anni sono arrivati nelle case di noi amici, sugli innumerevoli biglietti di auguri che un caro amico ebreo ha disegnato per le feste ebraiche. Re e regine e ministri e possenti da favola, degni di adornare le favole che i grandi rabbini del passato estraevano dal testo biblico, per meglio farle entrare nel cuore di Israele. E cortigiani e profeti, e pagliacci ed eroi in pose improbabili e burattinesche, ma tutti, con grandi occhi attoniti e sgranati sul mondo come sulla propria anima. L'ebraica anima che ha bisogno di ridere e di giocare, perche' troppo spesso il mondo non e' serio bensi' crudele. Crudele come nessun Lez sara' mai. Cosi' Lele si fa Lez per partecipare alla vita di questo mondo che ha bisogno di tanti lezim. Lezim, plurale di Lez e anagrammabile in meliz: parlatore eccelso, rivelatore di verita' supreme, divulgatore di discorsi che placano l'anima....e chi dice che non si possano fare discorsi disegnando? Certo, l'imperativo biblico vieta di farsi immagini, di adorare i fissi stereotipi dell'idolatria, ma un serio gioco li infrange gli idoli, mentre uno sguardo attonito e sgranato ne rivela l'interno vuoto. Lo sguardo dei personaggi del Lez Lele = Luzzati Emanuele. Emanuele = Immanu El = Dio e' con noi. 4. MEMORIA. ELENA LOEWENTHAL RICORDA EMANUELE LUZZATI [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 3 febbraio 2007 riprendiamo il seguente ricordo li' apparso col titolo "I colori di Lele, semi d'allegria" (disponibile anche nel sito www.lastampa.it). Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg] Lele Luzzati aveva un dono raro. Piu' che un dono, era una virtu' coltivata con serena pazienza lungo ottantacinque anni di vita. Questa virtu' e' una vitamina provvidenziale per tutti i sentimenti, rende l'amore una cosa speciale e l'amicizia qualcosa che non si dimentica piu': sta nello scovare sempre il lato felice degli altri. Annidato magari sotto strati di adipe malmostoso, dietro cuori depressi, dentro il fiele di un fegato amaro: ma Lele Luzzati era capace di riconoscere il seme dell'allegria anche nei luoghi piu' impensati. E lo portava allo scoperto, strappando un sorriso, una risata liberatoria, una nostalgia sopita. Davanti ai suoi colori, alle bocche spalancate o beffarde dei suoi personaggi, agli intrecci di materiali diversi posati sulla tela, si ridiventa bambini beati. Lele sapeva sempre districarsi nell'arruffato pagliaio dei nostri guai, ne tirava fuori l'ago della spensieratezza, di quell'allegria senza capo ne' coda che e' in fondo il bello della vita. Tutti i suoi personaggi sono cosi' - cose leggere e vaganti, come direbbe Saba: Pulcinella e la Gazza Ladra, Chichibio e Orlando Furioso, il piccolo Mose' che naviga sulle acque del Nilo, Pinocchio, il Visconte Dimezzato. Alcuni fra loro si trovano nella rassegna Emanuele Luzzati illustratore pubblicata qualche tempo fa da Tormena Edizioni (Genova). Ma questo e' soltanto un piccolo, minuscolo assaggio del suo campionario di figure, volti, danze. Perche' lui si divertiva a disegnare, e i suoi personaggi si divertivano ad esistere: che magnifico connubio. Anche il fatto di vivere da sempre a Genova, di sentire la citta' come una fonte d'ispirazione ma soprattutto come una compagna di divertimento, lo divertiva. E anche questa curiosa stanzialita' di ebreo errante che, per uno scherzo gentile del destino, abitava da sempre nella stessa casa, lo divertiva e lo ispirava al tempo stesso. Perche' in fondo, malgrado questa sua placida, sorridente stanzialita', Lele era davvero un cittadino del mondo. Si trovava bene ovunque, su tutti o quasi i palcoscenici della vita. Dall'epica ariostesca (fra le sue ultime cose pubblicate un Orlando innamorato, per Interlinea edizioni) al teatro piu' celebre del mondo (Luzzati alla Scala, a cura di Vittoria Crespi Morbio, Allemandi editore) a un umile stagno, insieme alle Filastrane di Anna Lavatelli (sempre per Interlinea), che sono poi filastrocche di (per?) rane. Per non parlare della Bibbia - da Adamo ed Eva che quasi se la ridono sotto i baffi a Salomone dongiovanni, a Rut che languida contempla i piedi scoperti del suo Boaz, a Giona nella pancia della balena: quanto si sentiva a casa Lele fra quelle pagine. E nella stalla della Nativita' di quel suo presepe cosi' dolce. E dentro le sinagoghe, insieme ai suoi innumerevoli rabbini. A tutti loro e a chi scrive qui con un groppo piantato in gola, manchera' tanto. Tantissimo. 5. LE ULTIME COSE. COME UN DISCO ROTTO Vi e' una sola umanita'. Occorre disarmare e smilitarizzare i conflitti. Occorre riconoscere eguaglianza di diritti a tutti gli esseri umani. Occorre abolire la guerra prima che la guerra abolisca l'umanita'. L'unica politica adeguata ai compiti dell'ora e' la scelta della nonviolenza. Salvare le vite, non sopprimerle. Vi e' una sola umanita'. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 32 del 18 marzo 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html e anche alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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