Minime. 32



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 32 del 18 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Giuliano Pontara: Una via difficile
2. Emanuele Luzzati, o della felicita'
3. Giacoma Limentani: Lele, lez, lezim, meliz
4. Elena Loewenthal ricorda Emanuele Luzzati
5. Come un disco rotto
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. GIULIANO PONTARA: UNA VIA DIFFICILE
[Da Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi
e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, pp. 333-334.
Giuliano Pontara (per contatti: giuliano.pontara at philosophy.su.se) e' uno
dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale,
riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato
sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano
Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles
(Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del
servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi
ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni
all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal
1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore
a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari,
Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della
International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) -
Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip),
con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del
Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le
Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui
grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli
fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle
sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo
1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di
guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della
giuria, e sessione di  Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi
su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica  e
filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace
Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del
Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei
suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori
figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande
(Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione),
in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,
Staffanstorp  1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i
mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace
Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e
giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della
democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr.
spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna,
in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson,
Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or
International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D.
Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93;
Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e
politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni
future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras,
Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo
Abele,  Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano
1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp.
35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI
secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace
(ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica,
seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990,
1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in
Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris
1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge
di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova
edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero
etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli
scritti di Giuliano Pontara (che comprende circa cento titoli) puo' essere
letta nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino".
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; l’autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l’India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara,
L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega,
Torino 2006]

"Sento nel piu' profondo del mio cuore - scriveva Gandhi verso la fine della
sua vita - che il mondo e' mortalmente nauseato dai versamenti di sangue. Il
mondo sta cercando una via d'uscita". Uscita dalla barbarie.
Combattere la barbarie senza diventare barbari, questo e' il problema;
opporsi, con mezzi immuni dal contagio, alla logica della volonta' di
potenza, quella logica gia' enunciata, e forse anche denunciata, da Tucidide
per cui "i forti fanno cio' che hanno la potenza per fare, mentre i deboli
accettano quello che sono costretti ad accettare", e in base alla quale gli
ateniesi, dopo che Melos si era arresa a discrezione, fecero massacro tra
gli abitanti maschi in eta' militare e deportarono in schiavitu' donne e
bambini; la stessa logica che domina tuttora nel mondo fra quanti vedono nel
terrorismo della guerra e nella guerra del terrorismo la continuazione della
politica con altri mezzi. E' difficile vedere come si possa uscire da questa
logica con nuove e ulteriori violenze. Non c'e' una guerra che ponga fine a
tutte le guerre, un terrorismo che ponga fine a ogni terrorismo, una
barbarie che ponga fine a ogni barbarie, tranne la barbarie ultima
dell'olocausto dell'umanita'. Non si tratta di abbandonarsi a discorsi
apocalittici, ma non si puo' e non si deve assuefarsi alla convivenza con
armi di distruzione di massa, e rimuovere la consapevolezza che la minaccia
e il pericolo di una Auschwitz e di una Hiroshima sempre piu' globali sono
pur sempre incombenti.
Se, da una parte, guardando all'immane corsa storica ad armamenti sempre
piu' distruttivi, ai massacri, alle carneficine, alle guerre, ai genocidi
perpetrati nel "mattatoio della storia" e alle minacciose tendenze naziste
nel mondo d'oggi, si puo' ragionevolmente e pessimisticamente disperare di
poter uscire dalla barbarie ed evitare la barbarie ultima; dall'altra,
rivolgendo l'attenzione alle forze morali, costruttive e nonviolente che in
ogni epoca della storia gli umani sono riusciti a mobilitare contro la
violenza e la barbarie, si possono trovare ragioni per non disperare,
appigli per un'intelligente speranza, quell'intelligente speranza di cui era
"prigioniero" Gandhi e che l'accompagno' nel suo cammino sulla via della
politica e della lotta nonviolenta. La via e' difficile, e Gandhi e' il
primo a riconoscerlo: "Enunciare la nonbile dotrina dell'ahimsa e' facile;
osservarla in un mondo pieno di conflitti, di sconvolgimenti e di passioni
e' un compito della cui difficolta' mi rendo conto ogni giorno di piu'". Ma
esistono forse vie facili?

2. MEMORIA. EMANUELE LUZZATI, O DELLA FELICITA'
[Emanuele Luzzati (Genova 1921-2007) e' stato un meraviglioso artista che
trasformava in luce e felicita' tutto cio' che toccava. Dall'Enciclopedia
biografica universale (Istituto della Enciclopedia Italiana, 2007, vol. 12,
pp. 104-105) riprendiamo la seguente notizia biografica: "Scenografo,
costumista, pittore italiano (Genova 1921 - ivi 2007). Diplomatosi all'Ecole
des beaux-arts di Losanna, debutto' come scenografo nel 1947 in Lea Lebowitz
di A. Fersen, del quale rimase collaboratore. Artista eclettico e
infaticabile, ha lavorato con registi come F. Enriquez, G. De Bosio, A.
Trionfo, L. Squarzina, rivelando un singolare talento in qualsiasi genere di
repertorio. Molto attivo anche nel teatro lirico, ha realizzato insieme a G.
Gianini alcuni film d'animazione di sottile ironia e di raffinata invenzione
figurativa (La gazza ladra, 1964; Ali' Baba', 1971; Il flauto magico, 1978;
Pulcinella e il pesce magico, 1981). Nel 1997 Luzzati ha allestito
nell'ambito della manifestazione 'Luci d'Artista' a Torino, un'istallazione
composta da sessanta sagome di legno dipinto raffiguranti la Nativita'. Nel
2000 e' stato inaugurato uno spazio museale dedicato a Luzzati nel porto
antico di Genova. Nel 2001 e' stato nominato Grande Ufficiale della
Repubblica dal presidente Ciampi. Notevole la sua attivita' come
illustratore di libri di favole (Pinocchio di C. Collodi, 1996; Alice nel
paese delle meraviglie di L. Carroll, 1998)". Dal sito del Museo Luzzati di
Genova a lui dedicato (www.museoluzzati.it) riprendiamo la seguente
brevissima  notizia biografica: "Noto soprattutto come scenografo e
illustratore, maestro in ogni campo dell'arte applicata. Nato a Genova nel
1921, diplomato all'Ecole des Beaux Arts di Losanna, ha collaborato con
registi, architetti, artisti e scrittori di fama internazionale. Espone nel
'72 alla Biennale di Venezia; nel '75 e' fondatore, con Aldo Trionfo e
Tonino Conte, del Teatro della Tosse di Genova; autore di film di animazione
con Giulio Gianini, otterra' due nomination all'Oscar. Luzzati e' interprete
di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni
sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall'intreccio di lane per
arazzi all'incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti
composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti
navali. La ricchezza del suo mondo fantastico, l'immediatezza ed
espressivita' del suo stile personalissimo ne hanno fatto uno degli artisti
piu' amati ed ammirati nel nostro tempo. La sera del 26 gennaio 2007 Lele
Luzzati, serenamente, se n'e' andato". Innumerevoli sono i libri
deliziosamente illustrati da Emanuele Luzzati]

Degli infiniti modi di amare l'umanita' Emanuele Luzzati scelte quello
difficile, sottile e sublime di rendere felici gli esseri umani, donare loro
la gioia di un sorriso, la meraviglia che schiude i cuori, il sollievo
dell'intenerirsi, del riconoscersi. Cosi' per l'intera sua vita combatte'
contro il fascismo. Ci indica ancora la via della bonta'.

3. MEMORIA. GIACOMA LIMENTANI: LELE LEZ LEZIM MELIZ
[Dal sito del Teatro della tosse (www.teatrodellatosse.it) riprendiamo il
seguente testo di Giacoma Limentani estratto da Lo scenografo della porta
accanto ovvero dieci modi di dire Luzzati, Edizioni S. Marco dei
Giustiniani, 2001.
Giacoma Limentani e' nata a Roma nel 1927, e' scrittrice e studiosa della
cultura ebraica. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo la seguente
scheda: "Nata nel 1927 a Roma, dove vive e lavora, Giacoma Limentani e' una
delle interpreti piu' sensibili della cultura ebraica, Scrittrice,
traduttrice, ha dedicato il suo talento a diffondere e indagare la bellezza
ed i misteri della sapienza ebraica, componendo libri che, pur rispettando
la tradizione delle leggende ebraiche, risplendono di nuova luce grazie alla
sua cura sensibile ed intelligente. Raffinato anche il suo talento narrativo
in romanzi ben costruiti e velatamente ironici". Tra le opere di Giacoma
Limentani: In contumacia, Adelphi, Milano 1967; Il grande seduto, Adelphi,
Milano 1969; Gli uomini del libro. Leggende ebraiche, Adelphi, Milano 1975;
Il vizio del faraone, Stampatori, Roma 1980; L'ombra allo specchio, La
Tartaruga, Milano 1988; Dentro la D, Marietti, Genova 1991; Nachman
racconta, Giuntina, Firenze 1993; E rise Mose', Einaudi, Torino 1995;
Aiutare a pensare, Giuntina, Firenze 1996; Scrivere dopo per scrivere prima.
Riflessioni e scritti, Giuntina, Firenze 1997; Il midrash. Come i maestri
ebrei leggevano e vivevano la Bibbia, Paoline Editoriale Libri, 1997; Giona
e il Leviatano, Edizioni Paoline, 1998; Da lunedi' a lunedi', Einaudi,
Torino 1999; Il profeta e la prostituta. Osea, Paoline Editoriale Libri,
1999;  (con Guido Lopez e Raffaele Niri), Viaggio nel mondo ebraico di
Emanuele Luzzati, Tormena, 2000; Regina o concubina? Ester, Paoline
Editoriale Libri, 2001]

Non ne scrivero' con critico sussiego chiamandolo Emanuele Luzzati. E
neppure elenchero' i pregi delle sue scenografie, la pertinenza dei suoi
costumi, l'intelligenza delle sue illustrazioni, il fascino delle sue
ceramiche, lo spirito dei suoi cartoni animati, gli sberleffi dei suoi
Pulcinella, la malizia delle sue Rosaure, la felicita' dei suoi Papageni.
Scrivero' di lui semplicemente come di Lele. Di Lele, versione per nulla
canora di quella specie di pulcinellesco Papageno che la tradizione ebraica
chiama Lez. Ma che cos'e' un Lez?
Il Lez e' il buffone classico del teatro ebraico. Colui che scherzando dice
la verita', e nelle feste che precedono i matrimoni ha il compito di svelare
le verita' piu' imbarazzanti sulle due coppie dei futuri suoceri, per
mettere in guardia i promessi sposi. Cio' naturalmente senza insinuare
neppure alla lontana che Lele sia una specie di pagliaccio. Il Lez fa ridere
specchiando il candore dei bambini, dei loro giochi, del talento che li
porta a estrarre personaggi dagli esseri reali, cogliendo nel segno la
peculiarita' altrui, ma con tutta l'aria di girarci intorno. Cio' e' detto,
ovviamente, senza neppure per gioco insinuare che Lele sia infantile.
Semmai, a sua insaputa, Lele echeggia una tradizione di antichi saggi,
questi si' consapevoli di trovarsi sempre, in ogni epoca e a ogni eta', a
testimoniare dell'infanzia propria del mondo, perche' frequentando con
l'anima cio' che e' eterno, non hanno l'audacia di reputarsi adulti. E se
qualcuno obiettasse che quegli antichi saggi, maestri in Israele, parlavano
e scrivevano mentre Lele disegna, rispondero' che, parlando e scrivendo,
quei saggi trasportavano i personaggi della Bibbia in atmosfera da fiaba,
mentre i fiabeschi personaggi di Lele spesso tracciavano sui muri
scarabocchi che potrebbero essere letti come ideogrammi. Gli ideogrammi di
un Lez.
Il Lez e' l'ilare anima, il cuore giocondo, la seria coscienza della festa
di Purim: Purim come "sorti". Celebrando quanto narrato nel libro di Ester,
questa festa insegna con canti, balli e recite, mascherate rivelatrici e
scorpacciate da ultimo giorno, che non solo l'anima, anche il corpo deve
avere il suo giorno di liberta' totale. Cio' in ricordo di quando un re, che
si credeva onnipotente, consenti' a un ministro cattivo mascherato da buono,
di tirare a sorte il giorno in cui tutti gli ebrei avrebbero dovuto essere
sterminati.
La storia di quel re, del suo cattivo ministro e della sua bella sposa, e'
una storia in cui il nome di Dio non compare mai. Una storia che Israele ben
conosce, tipica di un mondo in cui la presenza divina sembra celarsi dietro
fantocci incoronati, trame di ministri e lacrime di coraggiose regine.
Un mondo in cui Lele si muove da Lez fra re ieratici, possenti, e in ogni
senso intronati, ministri truci come satanassi e regali spose cui la corona
sembra pesare, per rivelarne la reale consistenza con un tocco di colore,
una positura burattinesca.
Di proposito neppure adesso scrivero' di questi stessi personaggi rispetto
ai contesti teatrali, illustrativi o di animazione cinematografica che hanno
 reso Emanuele Luzzati noto e caro al grande pubblico e non scrivero'
neppure delle Hagadot che Lele ha illustrato, delle Ketubbot che ha ornato.
Voglio scrivere di questi personaggi cosi' come per anni sono arrivati nelle
case di noi amici, sugli innumerevoli biglietti di auguri che un caro amico
ebreo ha disegnato per le feste ebraiche. Re e regine e ministri e possenti
da favola, degni di adornare le favole che i grandi rabbini del passato
estraevano dal testo biblico, per meglio farle entrare nel cuore di Israele.
E cortigiani e profeti, e pagliacci ed eroi in pose improbabili e
burattinesche, ma tutti, con grandi occhi attoniti e sgranati sul mondo come
sulla propria anima. L'ebraica anima che ha bisogno di ridere e di giocare,
perche' troppo spesso il mondo non e' serio bensi' crudele. Crudele come
nessun Lez sara' mai.
Cosi' Lele si fa Lez per partecipare alla vita di questo mondo che ha
bisogno di tanti lezim.
Lezim, plurale di Lez e anagrammabile in meliz: parlatore eccelso,
rivelatore di verita' supreme, divulgatore di discorsi che placano
l'anima....e chi dice che non si possano fare discorsi disegnando? Certo,
l'imperativo biblico vieta di farsi immagini, di adorare i fissi stereotipi
dell'idolatria, ma un serio gioco li infrange gli idoli, mentre uno sguardo
attonito e sgranato ne rivela l'interno vuoto. Lo sguardo dei personaggi del
Lez Lele = Luzzati Emanuele. Emanuele = Immanu El = Dio e' con noi.

4. MEMORIA. ELENA LOEWENTHAL RICORDA EMANUELE LUZZATI
[Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 3 febbraio 2007
riprendiamo il seguente ricordo li' apparso col titolo "I colori di Lele,
semi d'allegria" (disponibile anche nel sito www.lastampa.it).
Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a
Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce
letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio
speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa"
e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il
rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti
e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del
premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena
Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini
& Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani,
Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le
altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi
ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal
III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando
l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis
Ginzberg]

Lele Luzzati aveva un dono raro. Piu' che un dono, era una virtu' coltivata
con serena pazienza lungo ottantacinque anni di vita. Questa virtu' e' una
vitamina provvidenziale per tutti i sentimenti, rende l'amore una cosa
speciale e l'amicizia qualcosa che non si dimentica piu': sta nello scovare
sempre il lato felice degli altri. Annidato magari sotto strati di adipe
malmostoso, dietro cuori depressi, dentro il fiele di un fegato amaro: ma
Lele Luzzati era capace di riconoscere il seme dell'allegria anche nei
luoghi piu' impensati. E lo portava allo scoperto, strappando un sorriso,
una risata liberatoria, una nostalgia sopita. Davanti ai suoi colori, alle
bocche spalancate o beffarde dei suoi personaggi, agli intrecci di materiali
diversi posati sulla tela, si ridiventa bambini beati. Lele sapeva sempre
districarsi nell'arruffato pagliaio dei nostri guai, ne tirava fuori l'ago
della spensieratezza, di quell'allegria senza capo ne' coda che e' in fondo
il bello della vita.
Tutti i suoi personaggi sono cosi' - cose leggere e vaganti, come direbbe
Saba: Pulcinella e la Gazza Ladra, Chichibio e Orlando Furioso, il piccolo
Mose' che naviga sulle acque del Nilo, Pinocchio, il Visconte Dimezzato.
Alcuni fra loro si trovano nella rassegna Emanuele Luzzati illustratore
pubblicata qualche tempo fa da Tormena Edizioni (Genova). Ma questo e'
soltanto un piccolo, minuscolo assaggio del suo campionario di figure,
volti, danze. Perche' lui si divertiva a disegnare, e i suoi personaggi si
divertivano ad esistere: che magnifico connubio.
Anche il fatto di vivere da sempre a Genova, di sentire la citta' come una
fonte d'ispirazione ma soprattutto come una compagna di divertimento, lo
divertiva. E anche questa curiosa stanzialita' di ebreo errante che, per uno
scherzo gentile del destino, abitava da sempre nella stessa casa, lo
divertiva e lo ispirava al tempo stesso. Perche' in fondo, malgrado questa
sua placida, sorridente stanzialita', Lele era davvero un cittadino del
mondo. Si trovava bene ovunque, su tutti o quasi i palcoscenici della vita.
Dall'epica ariostesca (fra le sue ultime cose pubblicate un Orlando
innamorato, per Interlinea edizioni) al teatro piu' celebre del mondo
(Luzzati alla Scala, a cura di Vittoria Crespi Morbio, Allemandi editore) a
un umile stagno, insieme alle Filastrane di Anna Lavatelli (sempre per
Interlinea), che sono poi filastrocche di (per?) rane.
Per non parlare della Bibbia - da Adamo ed Eva che quasi se la ridono sotto
i baffi a Salomone dongiovanni, a Rut che languida contempla i piedi
scoperti del suo Boaz, a Giona nella pancia della balena: quanto si sentiva
a casa Lele fra quelle pagine. E nella stalla della Nativita' di quel suo
presepe cosi' dolce. E dentro le sinagoghe, insieme ai suoi innumerevoli
rabbini. A tutti loro e a chi scrive qui con un groppo piantato in gola,
manchera' tanto. Tantissimo.

5. LE ULTIME COSE. COME UN DISCO ROTTO

Vi e' una sola umanita'.
Occorre disarmare e smilitarizzare i conflitti.
Occorre riconoscere eguaglianza di diritti a tutti gli esseri umani.
Occorre abolire la guerra prima che la guerra abolisca l'umanita'.
L'unica politica adeguata ai compiti dell'ora e' la scelta della
nonviolenza.
Salvare le vite, non sopprimerle.
Vi e' una sola umanita'.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 32 del 18 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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