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Minime. 11
- Subject: Minime. 11
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 25 Feb 2007 00:20:52 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 11 del 25 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Movimento Nonviolento: Qualche idea sulla crisi politica in atto 2. Wanda Tommasi presenta "Simone Weil. Un'intima estraneita'" di Angela Putino 3. Wanda Tommasi presenta "Il canto del mondo reale. Virginia Woolf. La vita nella scrittura" di Liliana Rampello 4. Riletture: Franco Basaglia, Scritti 5. Riletture: Franco Basaglia e Franca Basaglia Ongaro (a cura di), Crimini di pace 6. Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: QUALCHE IDEA SULLA CRISI POLITICA IN ATTO [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] Abbiamo l'impressione che il movimento pacifista sia piu' vicino alla Torre di Babele che al dibattito politico. C'e' persino chi pensa di esprimere solidarieta' ai senatori dissidenti, e addirittura chi vuole organizzare manifestazioni di sostegno al governo. Tempo ed energie sprecate a correre dietro a cio' che compete ad altri, mentre ci si dimentica di fare anche quel minimo indispensabile per se stessi. Detto e ridetto che un governo di centrosinistra oggi e' meglio di un governo di centrodestra, e dopo aver fornito i nostri voti, e aver loro presentato un documento programmatico (del tutto disatteso) su cio' che a noi pareva indispensabile fare, e aver persino offerto persone di qualita' come candidati al parlamento (offerta nemmeno presa in considerazione), che altro dovremmo fare, oltre che sperare in cuor nostro che si faccia il possibile per scongiurare il ritorno dei barbari al governo? Sapendo, beninteso, che ne' questo ne' quello sono il nostro governo... Il nostro dovere e' di offrire al paese un movimento per la pace serio, maturo e consapevole. Obiettivo evidentemente ancora lontano dall'essere raggiunto. Per parte nostra, come amici della nonviolenza, dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo e tutte le nostre energie a rafforzare l'opzione nonviolenta, e questo e' l'unico vero contributo che possiamo dare alla politica, e quindi al governo, e quindi al paese. In questo senso pensiamo che la presenza attiva degli amici della nonviolenza nei comitati "No Tav" e "No Dal Molin", sia oggi ancor piu' importante di ieri, dopo i "dodici punti programmatici" del governo, ben sapendo che e' meglio avere come interlocutore e avversario un governo di centrosinistra piuttosto che un governo di centrodestra. Quindi si da' il voto e il sostegno al governo Prodi e ci si oppone con nettezza e forza alle scelte scellerate che questo stesso governo compie in Val di Susa e a Vicenza. Non e' schizofrenia, e' semplicemente agire politico consapevole. Ci sarebbe poi molto da dire sui partiti e sui comportamenti delle forze che compongono la maggioranza (come viene scelto il personale politico, come vengono gestite le classi dirigenti, come vengono utilizzate le risorse pubbliche, ecc.), ma questo e' un discorso che ci porterebbe lontano, e che oggi non e' fra le nostre priorita'. Ultima annotazione. Se oggi avessimo la possibilita' di parlare con Prodi gli consiglieremmo di abbonarsi e leggere i numeri di "Azione nonviolenta" dedicati al tema "nonviolenza e politica". Scoprirebbe che su tutto si puo' mediare, ma non sulla guerra (e la sua preparazione) alla quale si deve dire no ed essere duri come pietre. Eviterebbe cosi' di compiere errori futuri che sarebbero fatali, e ne trarrebbe un grande giovamento. 2. LIBRI. WANDA TOMMASI PRESENTA "SIMONE WEIL. UN'INTIMA ESTRANEITA'" DI ANGELA PUTINO [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione apparsa sul quotidiano "Il manifesto" del 17 gennaio 2007 col titolo "L'amicizia che giunge come un dono". Wanda Tommasi e' docente di storia della filosofia contemporanea all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica di "Diotima". Opere di Wanda Tommasi: La natura e la macchina. Hegel sull'economia e le scienze, Liguori, Napoli 1979; Maurice Blanchot: la parola errante, Bertani, Verona 1984; Simone Weil: segni, idoli e simboli, Franco Angeli, Milano 1993; Simone Weil. Esperienza religiosa, esperienza femminile, Liguori, Napoli 1997; I filosofi e le donne, Tre Lune, Mantova 2001; Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; La scrittura del deserto, Liguori, Napoli 2004. Angela Putino, filosofa femminista, saggista, impegnata nelle iniziative del movimento e del pensiero delle donne, docente di bioetica all'Universita' di Salerno, acutissima studiosa di Michel Foucault e di Simone Weil, promotrice del sito www.adateoriafemminista.it , e' deceduta il 16 gennaio 2007. Tra le opere di Angela Putino: (a cura di, con Sergio Sorrentino), Obbedire al tempo. L'attesa nel pensiero filosofico, politico e religioso di Simone Weil, Esi, 1995; Simone Weil e la passione di Dio. Il ritmo divino nell'uomo, Edb, 1997, 1998; Amiche mie isteriche, Cronopio, 1998; Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, 2006. Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994. Julia Kristeva e' nata a Sofia in Bulgaria nel 1941, si trasferisce a Parigi nel 1965; studi di linguistica con Benveniste; intensa collaborazione con Sollers e la rivista "Tel Quel"; impegnata nel movimento delle donne, psicoanalista, ha dedicato una particolare attenzione alla pratica della scrittura ed alla figura della madre; e' docente all'Universita' di Paris VII. Opere di Julia Kristeva: tra quelle tradotte in italiano segnaliamo particolarmente: Semeiotike', Feltrinelli, Milano; Donne cinesi, Feltrinelli, Milano; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia; In principio era l'amore, Il Mulino, Bologna; Sole nero, Feltrinelli, Milano; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano; I samurai, Einaudi, Torino; Colette, Donzelli, Roma; Hannah Arendt. La vita, le parole, Donzelli, Roma; Melanie Klein, Donzelli, Roma. In francese: presso Seuil: Semeiotike', 1969, 1978; La revolution du langage poetique, 1974, 1985; (AA. VV.), La traversee des signes, 1975; Polylogue, 1977; (AA. VV.), Folle verite', 1979; Pouvoirs de l'horreur, 1980, 1983; Le langage, cet inconnu, 1969, 1981; presso Fayard: Etrangers a nous-memes, 1988; Les samourais, 1990; Le vieil homme et les loups, 1991; Les nouvelles maladies de l'ame, 1993; Possessions, 1996; Sens et non-sens de la revolte, 1996; La revolte intime, 1997; presso Gallimard, Soleil noir, 1987; Le temps sensible, 1994; presso Denoel: Histoires d'amour, 1983; presso Mouton, Le texte du roman, 1970; presso le Editions des femmes, Des Chinoises, 1974; presso Hachette: Au commencement etait l'amour, 1985. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Julia Kristeva e' nata il 24 giugno 1941 a Silven, Bulgaria. Nel 1963 si diploma in filologia romanza all'Universita' di Sofia, Bulgaria. Nel 1964 prepara un dottorato in letteratura comparata all'Accademia delle Scienze di Sofia; nel 1965 ottiene una borsa di studio nel quadro di accordi franco-bulgari e dopo il 1965 prosegue gli studi e il lavoro di ricerca in Francia all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1968 consegue il dottorato sotto la direzione di Lucien Goldmann (con Roland Barthes e J. Dubois). Sempre nel 1968 e' eletta segretario generale dell'Association internationale de semiologie ed entra nel comitato di redazione del suo organo, la rivista 'Semiotica'. Nel 1973 consegue il dottorato di stato in lettere sotto la direzione di J. C. Chevalier. Dal 1967 al 1973 e' ricercatrice al Cnrs di linguistica e letteratura francese, al Laboratoire d'anthropologie sociale, al College de France e all'Ecole des Hautes Etudes en sciences sociales. Nel 1972 tiene un corso di linguistica e semiologia all'Ufr di Letteratura, scienze dei testi e documenti dell'Universita' Paris VII 'Denis Diderot'. E' nominata direttore del Dea di Etudes Litteraires. Nel 1974 viene eletta Permanent visiting professor al Dipartimento di letteratura francese della Columbia University, New York. Nel 1988 e' responsabile del Draps (Diplome de recherches approfondies en psycopathologie et semiologie). Nel 1992 e' nominata direttore della Scuola di dottorato "Langues, litteratures et civilisations, recherches transculturelles: monde anglophone - monde francophone", all'Universita' di Paris VII 'Denis Diderot' e Permanent Visiting Professor al Dipartimento di Letteratura comparata dell'Universita' di Toronto, Canada. Nel 1993 e' nominata membro del comitato scientifico, che affianca il ministro dell'educazione nazionale. Attualmente e' professoressa all'Universita' Paris VII 'Denis Diderot'. Dal 1978 dopo una psicoanalisi personale e una analisi didattica presso l'Institut de psychanalyse, esercita come psicoanalista. Gli interessi scientifici di Julia Kristeva vanno dalla linguistica alla semiologia, alla psicoanalisi, alla letteratura del XIX secolo. Esponente di spicco della corrente strutturalista francese e in particolare del gruppo di 'Tel Quel', che ha sviluppato in Francia le ricerche iniziate dai formalisti russi negli anni Venti e continuate dal Circolo linguistico di Praga e da Jakobson, Julia Kristeva ritiene che la semiotica sia la scienza pilota nel campo delle cosiddette 'scienze umane'. Pervenuta oggi a un'estrema formalizzazione, in cui la nozione stessa di segno si dissolve, la semiotica si deve rivolgere alla psicoanalisi per rimettere in questione il soggetto senza di cui la lingua come sistema formale non si realizza nell'atto di parola, indagare la diversita' dei modi della significazione e le loro trasformazioni storiche, e costituirsi infine come teoria generale della significazione, intesa non come semplice estensione del modello linguistico allo studio di ogni oggetto fornito di senso, ma come una critica del concetto stesso di semiosi. Opere di Julia Kristeva: Semeiotike'. Recherches pour une semanalyse, Seuil, Paris 1969; Le texte du roman, Mouton, La Haye 197l; La revolution du language poetique. L'avant-garde a' la fin du XIX siecle: Lautreamont et Mallarme', Seuil, Paris 1974; Des chinoises, Editions des femmes, Paris l974; Polylogue, Seuil, Paris 1977; Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection, Seuil, Paris 1980; Le language, cet inconnu. Une initiation a' la linguistique, Seuil, Paris 198l; Soleil noir. Depression et melancolie, Gallimard, Paris 1987; Les Samourais, Fayard, Paris 1990; Le temps sensible. Proust et l'experience litteraire, Gallimard, Paris l994. Numerosi articoli di Julia Kristeva sono apparsi sulle riviste 'Tel Quel', 'Languages', 'Critique', 'L'Infini', 'Revue francaise de psychanalyse', 'Partisan Review', 'Critical Inquiry' e molte altre. Tra le opere della Kristeva tradotte in italiano, ricordiamo: Semeiotike'. Ricerche per una semanalisi, Feltrinelli, Milano 1978; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia 1979; Storia d'amore, Editori Riuniti, Roma 1985; Sole nero. Depressione e melanconia, Feltrinelli, Milano 1986; In principio era l'amore. Psicoanalisi e fede, Il Mulino, Bologna 1987; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano; Poteri dell'orrore, Spirali/Vel, Venezia; I samurai, Einaudi, Torino 1991; La donna decapitata, Sellerio, Palermo 1997". Marguerite Duras (Saigon 1914 - Parigi 1996), scrittrice e regista cinematografica, resistente antinazista, deportata; tra le sue molte e cospicue opere letterarie segnaliamo particolarmente la sceneggiatura del fondamentale film di Alain Resnais, Hiroshima, mon amour] L'ultimo libro di Angela Putino, Simone Weil. Un'intima estraneita' (appena uscito da Citta' aperta, pp. 170, euro 15), si presenta come uno studio rigoroso, teso ed essenziale dell'intera opera dell'autrice francese. Al centro vi e' appunto il concetto di "intima estraneita'", di origine lacaniana: esso indica la relazione psichica con qualcosa che e' esterno, ma che proprio per questo e' piu' interno a cio' che e' interno. In Weil, esso si declina come cio' che tocca nell'intimo, che apre all'infinito a partire dal qui e ora, da cio' che questa singolarita', questo corpo possono. Il passaggio al soprannaturale avviene attraverso un niente, un infinitamente piccolo che, sottraendosi alla procedura cumulativa che produce l'illimitato della volonta' di potenza, apre a un infinito che inizia soprannaturalmente. Una parte importante della riflessione di Putino riguarda l'insensatezza e la cattiva infinita' di molti meccanismi sociali, governati dalla forza e inclinati verso la gregarieta' delle masse e la violenza delle guerre: a questi cattivi infiniti, posti da Weil sotto il segno dell'idolatria, si contrappone un altro tipo d'infinito, frutto non di un'amplificazione ne' di un processo cumulativo, ma "tracciato di un'intensita'". * Gli infiniti attuali E' qui che entra in gioco, da parte di Weil, la lettura della matematica di Georg Cantor. In questo matematico tedesco all'infinito potenziale - ottenuto per accrescimento, per via di procedure cumulative, che sommano sempre un "piu' uno" a un numero dato e infinitamente estensibile - si contrappongono gli infiniti attuali, che sono quegli infiniti di cui e' capace il qui e ora. C'e' un passaggio al limite, che fa cadere ogni contabilita', ogni processo di accrescimento: le regole sono totalmente altre da quelle del finito, circoscrivono uno spazio in cui qualcosa si attualizza senza dover percorrere le vie del finito. Nei termini di Simone Weil, si potrebbe dire che la logica soprannaturale precede quella naturale: il modo in cui la logica soprannaturale, altrettanto rigorosa quanto le leggi della necessita' ma irriducibile a esse, tocca il finito e' quello della discesa, dell'incarnazione. La grazia - Dio - discende; noi possiamo solo restare in attesa paziente della sua epifania, disporci a riceverla. Il modo in cui Putino attraversa il difficile campo della matematica cantoriana e' governato da un principio di essenzialita': della speculazione di Cantor, viene riportato solo quanto e' funzionale al discorso weiliano e alla sua tenuta politica e simbolica, nel conflitto di Weil contro i cattivi infiniti del "noi", della lotta per la potenza e della guerra, per far brillare altro, a partire dall'evento dell'incarnazione. Ne risulta che cio' di cui il qui e ora e' capace "non gli appartiene": e' una "trascendenza immanente", e' l'elemento fragile che puo' essere soffocato, e' l'amicizia che non puo' essere cercata ne' voluta ma che giunge come un dono. * Innominabile abiezione L'attraversamento della matematica di Nicolas Bourbaki (nome fittizio per "coprire" l'attivita' di un gruppo di matematici prevalentemente francesi) e degli infiniti cantoriani, posto sotto il segno di "un uso mistico della matematica", s'incrocia significativamente, nel testo di Putino, con una lettura della differenza sessuale: Weil viene vista come una pensatrice della differenza femminile, letta a partire dalle condizioni estreme, dai bordi della sventura e dell'abiezione. Il malheur diventa cosi' il luogo dell'abietto femminile, di una condizione priva di ordine simbolico, perche' espulsa dall'ordine fallologocentrico, ma proprio per questo capace di sovvertirlo, di insidiarlo, di fessurarlo. Qui, la proposta di Putino rende conto di una scommessa ambiziosa e molto stimolante: l'autrice non solo riesce a inserire a pieno titolo - cosa non facile ne' scontata - Weil fra le pensatrici della differenza sessuale, ma soprattutto, di contro a molte interpretazioni del pensiero della differenza che enfatizzano, dell'essere donna, i risvolti etici della cura e dell'amorevole attenzione all'altro, mostra invece lo specifico apporto della differenza femminile nella sua capacita' di scompigliare e rompere l'ordine simbolico maschile. Le donne "non abitano, sono deprivate di simbolico, o, per meglio dire, di quel simbolico che permette di stanziarsi": ma, a partire da questo luogo estremo, da questo "resto innominabile", dall'abietto (Kristeva), legato alla crudezza di un destino simbolico votato all'esclusione e a cui e' costitutivamente interdetta ogni inclusione appaesante, e' possibile "un ribaltamento nella spiritualita' pura". Dal resto dell'abiezione, del malheur accettato e toccato dalla grazia, si passa ad altro, "che, poi, altro non e' se non il reale". Cosicche' l'essere donna e' votato a una passione di dirsi che nel reale vede l'altro e non il sistema, la singolarita' incarnata e non la costruzione cumulativa e contabile. * Lo spazio delle relazioni Putino lavora convincentemente nella direzione, che gia' era stata inaugurata da Virginia Woolf, dell'estraneita' femminile. E' da questo lato, della rottura rispetto all'ordine simbolico dato, che brillano anche, nei testi weiliani, termini come verita' e giustizia: dal dato dell'incarnazione, della discesa di Dio, del passaggio ad altro consentito dal bordo estremo della sventura. E' evidente il significato politico di quest'ipotesi di lettura: e' un invito alle donne a non omologarsi all'ordine simbolico dato - quello fallocentrico, che e' poi l'unico tuttora vigente, come ordine costruttivo, compatto e contabile -, a porsi sempre dal lato di quell'irriducibile che puo' scompigliare i giochi gia' fatti e aprirsi ad altro, far rilucere, nel qui e ora di una configurazione simbolica data, un altro ordine di rapporti. Da questa prospettiva, viene illuminato anche lo spazio delle relazioni. Anche qui, la misura che indica non la deriva comunionale, non il fusionale del "noi" gregario, ma l'autentica apertura all'altro, e' cio' che, venendo dall'esteriorita', muove toccando l'interiorita', ferendola con un desiderio che la smuove ma non la colma. Mentre ogni "noi" indica uno spazio in cui i corpi si stordiscono in inclusioni, in collettivi, aderendo compatti alla comune partecipazione alla forza, l'incarnazione parla invece dell'intima estraneita' dell'altro, della possibilita' di amare l'estremo, l'estraneo - anche Dio -, a prezzo di una perdita d'essere, che ci restituisce pero' qualcosa di molto interiore, per merito dell'impulso di un intimo desiderio che ci attraversa. L'amore di Weil per i mistici segnala proprio questo, la ricerca di uno spazio di amicizia che non cerca l'unita' come similarita' di posizioni o di pensieri, ma la disponibilita' ad aprirsi ad altro senza saturare lo spazio dell'incontro con le proprie proiezioni o immaginazioni, ma lasciandolo vuoto, disponibile a niente, e proprio cosi' capace di far passare l'infinito. E' cosi' che avviene l'incontro con un fuori che e' la dislocazione di un interno, che non e' padroneggiato ne' posseduto dal soggetto, ma che sempre gli sfugge: se l'intima estraneita' e' cio' che non si possiede, occorre accettare questa perdita - del proprio, del possesso, del potere -, per entrare in una relazione con l'altro governata non dall'etica della fraternita' o della solidarieta', ma dal movimento passionale che consente l'accadere del desiderio. * Un'intima estraneita' Con significative quanto finora inesplorate somiglianze con La malattia della morte di Marguerite Duras, cio' che viene ad essere in comune fra me e lo straniero e' proprio l'inappropriabile, cio' di cui non possiamo fare esperienza insieme, ma che proprio per questo ci attrae e ci unisce a partire da una divergenza incolmabile. "Grazia" e' il nome di cio' che, in Weil, compare nella relazione quando c'e' assoluta fedelta' alla carne e alla sua nudita'. La', senza possesso e senza pretese, possiamo tuttavia abitare. Perche' "cio' di cui siamo fatti e' un'intima estraneita'". 3. LIBRI. WANDA TOMMASI PRESENTA "IL CANTO DEL MONDO REALE. VIRGINIA WOOLF. LA VITA NELLA SCRITTURA" DI LILIANA RAMPELLO [Dalla rivista telematica della comunita' filosofica femminile Diotima "Per amore del mondo", n. 4, autunno 2006 (disponibile nel sito www.diotimafilosofe.it) riprendiamo la seguente recensione. Liliana Rampello e' un'autorevolissima intellettuale femminista, saggista e docente, insegna Estetica all'Universita' di Bologna; ha collaborato a molte riviste, tra cui "Il Verri", "Rinascita", "Studi di estetica", "Critica marxista", "Via Dogana"; nel sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) cura la stanza "Paradiso", dedicata a libri e recensioni; per la casa editrice Pratiche ha diretto la collana "Strumenti per scrivere e comunicare", e' consulente del gruppo editoriale Il Saggiatore. Opere di Liliana Rampello: La grande ricerca, Pratiche, Milano 1994; (a cura di, con Annarosa Buttarelli e Luisa Muraro), Duemilaeuna. Donne che cambiano l'Italia, Pratiche, Milano 2000; (a cura di), Virginia Woolf tra i suoi contemporanei, Alinea, Firenze 2002; Il canto del mondo reale. Virginia Woolf. La vita nella scrittura, Il Saggiatore, Milano 2005. Virginia Woolf, scrittrice tra le piu' grandi del Novecento, nacque a Londra nel 1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo, oltre alle sue splendide opere narrative scrisse molti acuti saggi, di cui alcuni fondamentali anche per una cultura della pace. Mori' suicida nel 1941. E' uno dei punti di riferimento della riflessione dei movimenti delle donne, di liberazione, per la pace. Opere di Virginia Woolf: le sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra un atto e l'altro) e' stata qualche anno fa pubblicata in una collana ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma; una pregevolissima edizione sia delle opere narrative che della saggistica e' stata curata da Nadia Fusini nei volumi dei Meridiani Mondadori alle opere di Virginia Woolf dedicati (ai quali rinviamo anche per la bibliografia). Tra i saggi due sono particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per se', Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987 (ma ambedue sono disponibili anche in varie altre edizioni). Numerosissime sono le opere su Virginia Woolf: segnaliamo almeno Quentin Bell, Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974; Mirella Mancioli Billi, Virginia Woolf, La Nuova Italia, Firenze 1975; Paola Zaccaria, Virginia Woolf, Dedalo, Bari 1980. Segnaliamo anche almeno le pagine di Erich Auerbach, "Il calzerotto marrone", in Mimesis, Einaudi, Torino 1977] Il libro di Liliana Rampello (Il canto del mondo reale. Virginia Woolf. La vita nella scrittura, Il Saggiatore, Milano 2005) offre un'analisi complessiva dell'opera di Virginia Woolf, dai diari ai romanzi ai saggi teorici, all'insegna dello sforzo dell'autrice inglese di "pensare le cose come sono" e di offrire una "scienza della vita quotidiana", cioe' di costruire un pensiero che, dalle pieghe della quotidianita', si muove alla ricerca di senso e sa ampliare l'orizzonte fino a sfiorare i grandi temi della politica e della storia novecentesche. Uno dei meriti del testo, a partire dall'inclusione della Woolf nell'orizzonte della differenza sessuale, e' quello di non limitarsi solo all'analisi dei saggi dedicati esplicitamente alla condizione femminile - Una stanza tutta per se' e Le tre ghinee -, ma di mostrare l'agire della differenza sessuale anche e soprattutto nella produzione narrativa. Ne risultano dei ritratti di donne non emancipate, che, a partire da una quotidianita' ordinaria, mostrano una "competenza di esserci" e coltivano un sapere di esperienza necessario alla vita di tutti. Figure come quelle di Mrs. Dalloway e di Mrs. Ramsay mostrano una capacita' tutta femminile di tessere relazioni e di tenere insieme quelle che per la ragione sono coppie dicotomiche: sanita'/follia, memoria/oblio, vita/morte, ecc. Queste ultime non sono unificate dialetticamente, ma legate insieme da un'arte dell'esistenza che sa accoglierle entrambe. L'accento cade su una quotidianita' che, lungi dall'essere ridotta al significato impoverito di una ripetizione scoraggiante, si trasforma in una cerimonia, allude a una trascendenza del vivere quotidiano e a una sua possibile sacralita'. Liliana Rampello mostra bene come la Woolf, che, nei saggi dedicati alla condizione femminile, ha preso risolutamente le distanze dal femminismo emancipatorio e rivendicativo, abbia saputo efficacemente illustrare, nei suoi romanzi, delle vite di donne non emancipate, ma profondamente segnate dalla differenza femminile, che si esprime in loro soprattutto in una competenza di esserci e di tessere relazioni. Tuttavia, rispetto al pensiero della differenza sessuale, di cui la Woolf e' stata appunto pioniera e anticipatrice, una contraddizione e' rappresentata dall'ideale dell'androginia, che affiora qua e la' nei suoi testi: l'idea di una pacificazione fra la parte femminile e quella maschile nella mente androgina dell'artista sembra infatti cancellare il significato della differenza sessuale. La Rampello affronta tale contraddizione sottolineando come l'ideale dell'androginia, nella Woolf, non comporti in realta' il rinnegamento della differenza sessuale, ma la sua apertura a un orizzonte di trascendenza. Alla ricerca di un luogo di pace, oltre la rabbia per il modo in cui gli uomini hanno trattato le donne e oltre la sudditanza ai criteri maschili, la mente della donna artista lo trova nell'immagine della conciliazione in se' di maschile e femminile, ma con un dosaggio che deve sempre tener conto del proprio radicamento nella differenza sessuale. In definitiva, l'immagine dell'androginia, secondo la Rampello, e' il modo con cui la Woolf ha cercato di raffigurare la capacita', per entrambi i sessi, di pensare l'universale. Questa spiegazione convince, ma non del tutto. Forse, varrebbe la pena di dire che, rispetto al pensiero della differenza sessuale nella sua formulazione attuale, questa rimane comunque una contraddizione non risolta. Che del pensiero della differenza la Woolf sia stata una pioniera, non c'e' dubbio, ma, proprio per questo, sarebbe opportuno mostrare anche come la sua singolarita' di donna e di artista non rientri totalmente in tale orizzonte. Questo non inficia comunque la validita' del taglio assunto per la lettura della produzione saggistica e narrativa della Woolf, quello appunto della differenza sessuale. Questa chiave di lettura si rivela infatti estremamente pertinente e capace di restituirci questioni valide anche nel nostro presente. Fra le molte, ricordo solo la contraddizione, incarnata dal personaggio di Millicent Bruton in Mrs. Dalloway, per cui una donna emancipata, che voglia occuparsi di politica ed entrare cosi' in un ambito tradizionalmente maschile, rischia di virilizzarsi e di omologarsi all'uomo. Da questo rischio si tengono lontane le donne non emancipate, protagoniste dei piu' importanti romanzi della Woolf: e' a loro, donne comuni ma ricche di talento nel vivere e nel coltivare relazioni, che la Woolf rende omaggio, e la Rampello con lei. E' un omaggio doveroso, da parte di chi da' valore alla differenza sessuale, ma senza dimenticare che anche qui c'e' una contraddizione, che la Woolf stessa ha bene espresso quando ha affermato che, per scrivere, ha dovuto prima uccidere un fantasma che le si parava davanti, quello dell'"angelo del focolare". 4. RILETTURE. FRANCO BASAGLIA: SCRITTI Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982, 2 voll. (il primo, Scritti 1953-1968. Dalla psichiatria fenomenologica all'esperienza di Gorizia, di pp. XLIV + 532; il secondo, Scritti 1968-1980. Dall'apertura del manicomio alla nuova legge sull'assistenza psichiatrica, di pp. X + 494). Curata da Franca Ongaro Basaglia, "questa raccolta di scritti e' la storia di una vita, di un'impresa, di un pensiero". Una lettura indispensabile. 5. RILETTURE. FRANCO BASAGLIA E FRANCA BASAGLIA ONGARO (A CURA DI): CRIMINI DI PACE Franco Basaglia e Franca Basaglia Ongaro (a cura di), Crimini di pace. Ricerche sugli intellettuali e sui tecnici come addetti all'oppressione, Einaudi, Torino 1975, pp. X + 486. Un libro a piu' voci (e quali voci: oltre ai curatori Vladimir Dedijer, Michel Foucault, Robert Castel, Rene' Lourau, Vincenzo Accattatis, Erick Wulff, Noam Chomsky, Ronald Laing, Erving Goffman, Thomas S. Szasz, Stanley Cohen, John McKnight ed altri) che nulla ha perso della sua acutezza ed attualita'. 6. RILETTURE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: SALUTE/MALATTIA Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982, pp. VI + 290. Nove saggi illuminanti, incandescenti, che da una quarto di secolo non cessiamo di tornare a meditare. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 11 del 25 febbraio 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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