La nonviolenza e' in cammino. 1415



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1415 dell'11 settembre 2006

Sommario di questo numero:
1. 11 settembre
2. A Pisa oggi la commemorazione del centenario della nascita de satyagraha
3. Giulio Vittorangeli: L'11 settembre e la "guerra al terrorismo"
4. Noor di Giordania (Lisa Halaby): Il vero scontro
5. Rosino Gibellini: La cosa ultima. Il principio escatologico
6. Riletture: Karl Marx, Friedrich Engels, Scritti sulla religione
7. Riletture: Sebastiano Timpanaro, Sul materialismo
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. 11 SETTEMBRE

Il terrorismo che uccide le persone.
La guerra che le persone uccide.
E ne' la guerra sconfiggera' il terrorismo, ne' il terrorismo la guerra.
Poiche' ambedue di una stessa sono natura, e l'un l'altra reciprocamente si
alimentano in una catena in cui stragi seguono a stragi, nuove stragi sempre
preparando.
Solo la nonviolenza puo' riuscire a sconfiggerli entrambi.
Solo la nonviolenza salva le vite sempre.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. INCONTRI. A PISA OGGI LA COMMEMORAZIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DEL
SATYAGRAHA

Si svolge oggi a Pisa, a conclusione del convegno internazionale apertosi
l'8 settembre, la commemorazione del centenario della nascita del
satyagraha, la nonviolenza gandhiana.
La commemorazione e il convegno sono stati promossi dalla prestigiosa
rivista "Quaderni satyagraha" e dal Centro Gandhi di Pisa, con la
partecipazione di molte autorevoli personalita' della riflessione e
dell'impegno nonviolento.
Per ulteriori informazioni contattare il Centro Gandhi di Pisa, tel.
3355861242, fax: 1782205126, e-mail:
11settembre.nonviolenza at centrogandhi.it, sito: www.centrogandhi.it

3. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: L'11 SETTEMBRE E LA "GUERRA AL
TERRORISMO"
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori
di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da
sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

Il primo 11 settembre fu quello cileno del 1973.
Poi venne l'11 settembre americano del 2001.
Non si dovrebbe mai dimenticare che le 2.823 vittime dell'attentato alle
Torri Gemelle appartenevano a piu' di sessanta popoli e etnie. "L'attacco al
simbolo del potere americano nell'era globale, che servira' a legittimare
l'era del contrattacco americano preventivo, fu in realta' un attacco al
sogno cosmopolita, alla globalizzazione dal basso incarnata da quella
mescolanza di lingue, colori e culture incenerita nelle Torri" (Ida
Dominijanni, "Il manifesto" 11 settembre 2003).
A distanza di oramai cinque anni il problema sta sempre li': a un evento di
portata globale, provocato da un "agente" senza stato e senza confini come
Al Qaeda, l'amministrazione Bush ha risposto mobilitando la patria e le armi
per una guerra senza fine e senza nemici certi o meglio con dei nemici
supposti, truccata da crociata "per il Bene e la Liberta'" e mossa, oltre
che dalla brama di terre e di petrolio, da un'incoercibile pulsione a
ritrovare nell'onnipotenza unilateralista l'identita' perduta nell'89 con la
fine del mondo bipolare. Cosi', in nome della lotta al terrorismo, abbiamo
assistito allo sfascio del diritto internazionale, con lo schiaffo alle
Nazioni Unite sull'Iraq; alla demolizione dello stato di diritto, con le
gabbie e i tribunali speciali di Guantanamo; etc.
*
Pero' non e' stata una novita' in assoluto: venti anni prima di quella
dichiarata da George W. Bush l'11 settembre, Ronald Reagan negli anni '80
aveva gia' dichiarato la sua "guerra al terrorismo".
L'obiettivo principale era l'America Centrale, il Nicaragua sandinista in
particolare, e il Medio Oriente, ma arrivo' fino al Sud Africa e al sud-est
asiatico e oltre.
Reagan chiamava i contras antisandinisti "paladini della liberta'", e
coerentemente diceva "I'm a contra too". E la sua amministrazione fini'
condannata per "terrorismo di stato" (per dirla in linguaggio comune) dalla
Corte internazionale dell'Aja (27 giugno 1986) per aver minato ad opera
della Cia e dei contras i porti nicaraguensi; conseguentemente la Corte
internazionale di giustizia ordinava di por fine alle azioni criminali e
pagare sostanziose riparazioni. Non solo, la guerra terroristica condotta
dagli Usa contro il Nicaragua fini' in due risoluzioni del Consiglio di
sicurezza delle nazioni Unite, su cui gli Stati Uniti posero il veto e la
Gran Bretagna cortesemente si astenne.
Ma non successe nulla e quasi nessuno della comunita' internazionale si
scandalizzo'. Purtroppo, secondo il canone dell'Occidente, tutto cio' e'
cancellato. "Tutto questo e' escluso non solo dalla storia in generale e dai
commenti, ma manca anche dalla vasta letteratura sulla guerra al terrorismo
ridichiarata nel 2001, benche' la sua importanza possa essere difficilmente
messa in dubbio" (Noam Chomsky).
*
Tornando all'11 settembre 2001, i suoi effetti ci chiamano tutti in causa
senza scampo.
Dalla natura inedita e atroce del terrorismo suicida, genuino prodotto della
miscela di modernizzazione e fanatismo identitario di cui e' fatto il mondo
globale. Alle seduzioni rassicuranti dei fondamentalismi, di marca islamica
come di marca cristiana, che a est e a ovest si sposano con il potere
secolare. Dalle lacerazioni interne all'Occidente, fra radici comuni e
modelli etici e normativi diversi. Alle degenerazioni delle democrazie,
tutte attraversate, da quella americana alla nostra, dalla stessa impotenza
arrogante della politica e dallo stesso scontro fra pretese del potere
esecutivo ed esili garanzie del potere giudiziario.
Il senso di fragilita' che si e' irradiato dall'attentato alle Torri Gemelle
di New York a tutto il pianeta, non dipende solo dal virus terrorista ma da
altri virus e accidenti imponderabili, dalla Sars ai black out, nonche' dal
crollo di alcune difese immunitarie di cui era garante lo stato sociale.
Sono tutti capitoli di un libro che l'11 settembre ha squadernato, e che
nessuno puo' rifiutarsi di leggere.
Concludendo, con le parole di Ida Dominijanni: "L'effetto piu' dirompente di
quella giornata e' che il mondo e' diventato piu' piccolo, ci chiama
all'ascolto di qualunque cosa succeda ovunque succeda e alla compassione di
ogni ferita ovunque si apra. E la coincidenza dell'anniversario di un doppio
opposto 11 settembre, quello cileno e quello americano, puo' solo servire di
monito, contro ogni tentazione di leggere la storia come macabra resa dei
conti dei misfatti del potere, a metterci ogni volta dalla parte di ogni
vittima".

4. DOCUMENTAZIONE. NOOR DI GIORDANIA (LISA HALABY): IL VERO SCONTRO
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento di
Noor, regina di Giordania, apparso su "The Globalist" del 14 agosto 2006.
La regina Noor di Giordania, al secolo Lisa Halaby, e' nata nel 1951 negli
Stati Uniti, da madre svedese e padre, Nay Halaby, avvocato e pilota
d'aviazione, figlio di un siriano greco-ortodosso emigrato in America. Dopo
aver trascorso l'infanzia tra New York, Los Angeles e Washington, laureata
in architettura e pianificazione urbana a Princeton, Lisa fa i suoi primi
tirocini in Iran e Giordania: qui conosce re Hussein di cui diventa la
quarta ed ultima moglie; dopo la morte del marito, avvenuta nel 1999, vive
fra gli Stati Uniti e Londra, dove segue gli studi dei quattro figli, due
maschi e due femmine, nati dal matrimonio con Hussein. Si sente altresi'
impegnata a lavorare per la pace in Medio Oriente, e ne ha scritto anche nel
suo libro autobiografico Leap of Faith: Memoirs of an Unexpected Life,
pubblicato in America.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005]

Negare che vi siano aspetti culturali nelle differenze esistenti fra il
Medio Oriente e l'America sarebbe, ovviamente, del tutto sbagliato. Ridurre
lo scontro a formulazioni semplicistiche, pero', significa perdere
un'importante occasione per quel tipo di comprensione approfondita che
invita a fare il primo passo in una relazione.
Proprio perche' sono una persona che ha radici sia nell'oriente che
nell'occidente, e che ha speso la maggior parte della propria vita da adulta
tentando di costruire ponti fra la cultura araba e quella americana, devo
riformulare la questione in modo differente. Non si tratta di uno scontro
fra l'islam ed il cristianesimo, o fra oriente e occidente, ma fra le forze
dell'intolleranza e quelle della comprensione.
Lavorando all'Onu e con i gruppi che difendono i diritti umani, ho visto
ripetutamente che ad impedire il progresso negli individui, nei gruppi
politici e persino nelle nazioni, e' l'insistere a dipingere il mondo in
bianco e nero, credendo che vi sia una sola via possibile. Non c'e' cultura
che abbia il monopolio della virtu' o dell'intolleranza: tali qualificazioni
non sono dislocate geograficamente, o determinate dalla religione. Difensori
della compassione e della pace si trovano in ogni luogo e in ogni culto. La
grande differenza e' tra coloro che sinceramente sono disposti ad ascoltare
e a provare empatia con gli altri, e coloro che non lo sono.
I piu' grandi oppressori sono quelli che si sentono investiti del dovere di
imporre con la forza la loro idea di cio' che e' giusto. Le piu' grandi
ingiustizie della storia umana avvengono quando le persone credono cosi'
fortemente nella loro propria ideologia da essere disposte a far del male
agli altri in suo nome.
L'ideologia puo' essere di autoconservazione e brama di potere, come e' per
i dittatori. Puo' essere paternalistica, e descrivere l'oppressione di
donne, migranti e altri soggetti privati di diritti come esercitata "per il
loro stesso bene". O puo' essere quella che viene chiamata politica
difensiva, che etichetta qualunque dissidente come una minaccia che deve
essere preventivamente eliminata, prima che si realizzi.
Tutti questi argomenti sono stati usati, in un modo o nell'altro, per
giustificare ingiustizia e guerra.
*
Poiche' la fede rimane una delle sorgenti piu' forti nel muovere l'azione
umana, la giustificazione per il caos ed il nichilismo e' spesso avvolta dal
linguaggio religioso. Noi abbiamo visto come le azioni perverse di una
frangia violenta abbiano strumentalizzato la grande fede del profeta
Maometto per i propri fini. Pure, l'islam non ha il monopolio del
fondamentalismo radicale. Il cristianesimo ha innalzato il vessillo della
"guerra santa" non solo durante le crociate, ma in anni recenti, nella
sanguinosa esecuzione della "pulizia etnica" nei Balcani. Tragicamente, vi
sono pure ebrei estremisti, pronti ad usare la violenza per far avanzare la
loro visione di un'utopia religiosa: uno di essi uccise Itzhak Rabin,
perche' aver osato promuovere la pace.
Le minacce del terrorismo in America vengono piu' frequentemente dai
fanatici dei "diritti ariani" che propagandano mistificazioni dei dogmi
cristiani, piuttosto che dagli arabi o dai musulmani. Stigmatizzare una
religione perche' viene usata da taluni a copertura del male e' esattamente
quel tipo di pensiero "in bianco e nero" che scioglie la briglia all'abuso.
E' certo che le tre religioni abramitiche, ed anche altre, subiscono minacce
reali. L'antisemitismo sta di nuovo crescendo in Europa; i cristiani sono
soggetti a persecuzioni in paesi in cui sono in minoranza, come la Cina, la
Corea del Nord, il Sudan ed il Pakistan; e i musulmani sentono che la loro
cultura e loro fede sono sotto attacco in numerosi luoghi, specialmente
nell'attuale clima di paura e fraintendimento dell'islam, seguito all'11
settembre.
Per molti potenti e' conveniente descrivere la situazione come "scontro di
civilta'", e diffondere una visione per cui nulla puo' essere cambiato, le
differenze culturali sono scritte nella pietra, e nessun dialogo potra'
mutare la dinamica del conflitto, e quindi sostenere che una geopolitica di
potenza, gonfiata dalla minaccia dell'uso della forza, sia il solo modo di
gestiare la crisi.
*
Il mio approccio e' totalmente diverso.
Le persone sensate di tutte le fedi devono abbracciare i loro universali e
condivisi valori, e sfidare coloro che ammantano l'odio nella retorica
religiosa. Non dobbiamo lasciare che l'idea dello "scontro di civilta'"
diventi una profezia autorealizzata e contribuisca ad aumentare le paure di
coloro che pensano in bianco e nero.
Enfatizzare acriticamente la violenza nutre il desiderio umano di averne una
spiegazione semplice ed incoraggia perniciose teorie di cospirazioni, e la
ricerca di capri espiatori. Vediamo di non confondere i fondamenti con il
fondamentalismo. Il modo di distinguerli arriva quando i principi di
qualcuno vengono a conflitto con i diritti ed i bisogni di altri. Gli
estremisti non hanno mai nulla da perdere. Una cosa e' essere disposti a
morire per cio' in cui si crede, ben altra cosa e' l'essere disposti ad
uccidere. L'estremismo cresce anche nella frustrazione, nella rabbia e nella
disperazione. Chi sente di non aver nulla da perdere puo' volgersi ad atti
disperati.
Quel che mi dice una lunga esperienza e' che la maggioranza delle persone
nella nostra regione anela ad avere liberta' e controllo sulle proprie vite.
Oltre due secoli orsono, un gruppo di persone si disse disposto a lottare
per "la vita, la liberta' ed il perseguimento della felicita'": i popoli del
Medio Oriente non vogliono e non meritano nulla di meno. Per loro, come per
ogni persona ovunque nel mondo, la vera sicurezza deriva da un senso di
liberta', speranza ed opportunita'. Si tratta di quella sicurezza che e' la
fonte primaria della pace.
Tale sicurezza puo' essere raggiunta, io credo, attraverso tre soluzioni
interrelate: istruzione, dialogo ed azione. L'educazione alla pace e la pace
stessa sono impossibili da ottenere senza un dialogo rispettoso dell'altro,
basato su un ascolto sincero. Il dialogo, non il dibattito in cui qualcuno
deve vincere, o l'inflessibile scambio di colpi da posizioni trincerate,
permette alle voci della tolleranza di essere udite al di sopra della
retorica dello "scontro".
*
Noi non abbiamo di fronte un nuovo conflitto fra civilta'.
Quello a cui stiamo assistendo e' la lotta della civilta', oggi come lungo
tutta la sua storia, contro la disumanita'. I fanatici hanno sempre reso
diabolico cio' che e' umano, ma questo non puo' indurci ad abbandonare
l'umanita'. Ne' possiamo avvolgerci in un confortevole lenzuolo fatto di
dogmi per impedirci di affrontare questioni difficili.
Attraverso l'educazione, la comunicazione e l'azione, coloro che credono
nella compassione, nella tolleranza e nei diritti dell'altro, possono unire
le forze per dar modo alla comunita' globale di condividere benefici,
responsabilita' e valori.
Un gioco di parole dice che al mondo vi sono solo due tipi di persone:
quelli che dividono la gente in due tipi, e quelli che non lo fanno.
L'aforisma ha in se' piu' di un granello di verita'. E' molto piu' facile
dividere il mondo in "noi contro di loro" che lodare la ricchezza della
diversita'. Ma e' nel riconoscimento e nella valorizzazione della diversita'
che il vero dialogo fra civilta' storicamente si e' sempre forgiato.

5. RIFLESSIONE. ROSINO GIBELLINI: LA COSA ULTIMA. IL PRINCIPIO ESCATOLOGICO
[Da "Teologi@Internet", forum teologico a cura di Rosino Gibellini, n. 74
dal 28 agosto 2006, Editrice Queriniana, Brescia, disponibile alla pagina
web www.queriniana.it/teologia.asp riprendiamo il seguente testo, li'
presentato dalla seguente nota: "Si tiene ad Assisi dal 27 agosto al primo
settembre 2006 la quarantanovesima Settimana di studio della Associazione
professori e cultori di liturgia sul tema 'la morte e i suoi riti'. In
questo contesto Rosino Gibellini svolge il tema 'Il dibattito della teologia
contemporanea sulle "realta' ultime"'. Riproduciamo la conclusione della
relazione".
Rosino Gibellini, illustre teologo e straordinario promotore della
conoscenza della riflessione teologica di tutto il mondo; riteniamo
fondamentale il suo contributo al dibattito filosofico oltre che teologico
contemporaneo (ma anche, aggiungiamo, all'impegno per la pace, di
liberazione, per i diritti umani), contributo estrinsecatosi particolarmente
con quell'impegno monumentale che sono le stupende collane "Biblioteca di
teologia contemporanea" e "Giornale di teologia" edite dalla Queriniana di
Brescia. Opere di Rosino Gibellini: fondamentale e' La teologia del XX
secolo, Queriniana, Brescia 1995, ma dovremmo citare numerosi altri suoi
volumi, ed almeno i seguenti tutti editi dalla Queriniana: (a cura di),
Breviario teologico dell'Avvento; (a cura di), Prospettive teologiche per il
XXI secolo; Teilhard De Chardin: l'opera e le interpretazioni; La teologia
di Juergen Moltmann; (a cura di), La nuova frontiera della teologia in
America Latina; (a cura di), Teologia nera; Teologia e ragione. Itinerario e
opera di Wolfhart Pannenberg; Il dibattito sulla teologia della liberazione;
(a cura di), Percorsi di teologia africana; con Gilberto Gillini, Patrizio
Rota Scalabrini, Mariateresa Zattoni Gillini, Alternativa; con Mary Hunt (a
cura di), La sfida del femminismo alla teologia; con Dean Peerman (a cura
di), Teologia dal Nordamerica; con Giorgio Penzo (a cura di), Dio nella
filosofia del Novecento; con Marie Therese Van Lunen-Chenu, Donna e
teologia. Opere su Rosino Gibellini: in suo onore (per festeggiarne i
settant'anni) e' stato pubblicato il volume di AA. VV., Cammino e visione,
Queriniana, Brescia 1996.
Hans-Urs von Balthasar (Lucerna 1905 -Basilea 1988), teologo cattolico, tra
i maggiori del Novecento, di straordinaria cultura anche letteraria,
filosofica, storica e musicale;  gesuita, ordinato sacerdote nel 1936,
redattore tra il 1936 e il '39 della rivista "Stimmen der Zeit" poi
soppressa dai nazisti, rifiuto' nel 1940 una cattedra all'Universita'
Gregoriana, fondo' nel 1944 con Adrienne von Speyr la Comunita' di S.
Giovanni, nel 1950 esce dalla Compagnia di Gesu', nel 1969 e' nominato
membro della Commissione teologica internazionale, nel 1971 partecipa alla
fondazione della rivista "Communio", nel 1984 riceve il Premio
internaziobnale Paolo VI, nel maggio 1988 Giovanni Paolo II lo crea
cardinale. Ma queste poche note sono del tutto insufficienti a dar notizia
della vastissima sua produzione teologica e dell'infaticabile sua attivita'.
Per un accostamento alla sua opera: La mia opera e Epilogo, Jaca Book,
Milano 1994; l'antologia Nella pienezza della fede, Citta' Nuova, Roma 1983;
un libretto che ci sta particolarmente a cuore segnatamente per quelle
pagine sul "dovere di sperare per tutti" e' il Breve discorso sull'inferno,
Queriniana, Brescia 1988; l'opera omnia prevista in 30 volumi e' in corso di
pubblicazione per la Jaca Book.
Karl Rahner (1904-1984), illustre teologo cattolico, tra i piu' influenti
del XX secolo. "Teologo cattolico tedesco, gesuita, nato a Friburgo in
Brisgovia il 4 marzo 1904, morto a Innsbruck il 30 marzo 1984. Ha compiuto
gli studi filosofico-teologici a Feldkirch, Pullach, Valkenburg, Friburgo in
Brisgovia, Innsbruck. A Friburgo ha frequentato un seminario di Martin
Heidegger, in compagnia di G. Siewert, B. Welte, Max Mueller, G. B. Lotz. In
seguito alla chiusura della facolta' teologica dei gesuiti a Innsbruck, si
stabili' a Vienna, dove tenne per qualche anno dei corsi all'Istituto di
pastorale. Nel dopoguerra insegno' a Pullach, Innsbruck, Monaco di Baviera,
dove successe a Romano Guardini nella cattedra di Weltanschauung del
cristianesimo, e a Muenster. Partecipo' al Concilio Vaticano II come perito
conciliare e consigliere dell'episcopato tedesco. Nel 1969 fu nominato da
Paolo VI membro della Commissione teologica internazionale. il contributo
teologico di Rahner, finalizzato sostanzialmente a permettere al maggior
numero possibile di persone una genuina e profonda esperienza di Dio, e'
articolato in alcune istanze fondamentali, quali la svolta antropologica in
teologia, la teologia trascendentale e l'esistenziale soprannaturale..."
(Ignazio Sanna, ad vocem, in AA. VV., Lexicon. Dizionario dei teologi,
Piemme, Casale Monferrato (Al) 1998). Opere di Karl Rahner: nella sua
immensa produzione segnaliamo innanzitutto almeno il Corso fondamentale
sulla fede, e la cospicua raccolta in piu' volumi dei Nuovi saggi.
Riportiamo di seguito una panoramica delle opere di Karl Rahner: Tu sei il
silenzio, Queriniana, 2002 nona edizione; Ricordi. A colloquio con Meinold
Krauss, Apostolato della Preghiera, 2002; Croce e risurrezione. Preghiere e
riflessioni sulla passione e la Pasqua, San Paolo, 2000; La trinita',
Queriniana, 2000 seconda edizione; con Joseph Ratzinger, Settimana santa,
Queriniana, 1999, quinta edizione; Parole per una esperienza di fede,
Queriniana, 1998; Attesa e gioia. Meditazioni di un teologo sull'Avvento e
sul Natale, San Paolo, 1997; Visioni e profezie. Mistica ed esperienza della
trascendenza, Vita e Pensiero, 1995 seconda edizione; Piccolo anno
liturgico. Un cammino di preghiera, Piemme, 1995; Ai giovani rispondo
cosi'... Scambio di lettere su problemi scottanti, Citta' Nuova, 1995
settima edizione; Teologia del cuore di Cristo, Apostolato della Preghiera,
1995; Confessare la fede. Nel tempo dell'attesa. Interviste, Citta' Nuova,
1994; La mia notte non conosce tenebre. La celebrazione della Settimana
santa e del tempo pasquale, Queriniana, 1994; Cose d'ogni giorno,
Queriniana, 1994 terza edizione; Necessita' e benedizione della preghiera,
Queriniana, 1994; con Herbert Vorgrimler, Dizionario di teologia, Tea, 1994;
Le dimensioni politiche del cristianesimo, Citta' Nuova, 1993; con Yves
Congar, David M. Turoldo, Una visitatrice scomoda. Riflessioni sulla
malattia, Queriniana, 1993; Che cos'e' la risurrezione? Meditazioni sul
venerdi' santo e sulla Pasqua, Queriniana, 1992 quarta edizione; La
penitenza della Chiesa. Saggi teologici e storici, San Paolo, 1992 terza
edizione; con Marcel Viller, Ascetica e mistica nella patristica. Un
compendio della spiritualita' cristiana antica, Queriniana, 1991; Dio s'e'
fatto uomo, Queriniana, 1990 terza edizione; Corso fondamentale sulla fede.
Introduzione al concetto di cristianesimo, San Paolo, 1990 quinta edizione;
Il sacerdote e la fede, oggi, Queriniana, 1990 seconda edizione; Spirito nel
mondo, Vita e Pensiero, 1989; con Yves Congar, La pentecoste, Queriniana,
1989 terza edizione; Uditori della parola, Borla, 1988 seconda edizione;
Muore il cristianesimo?, Piemme, 1988; con Albert Gorres, Il male. Le
risposte della psicoterapia e del cristianesimo, San Paolo, 1987 seconda
edizione; Societa' umana e Chiesa di domani. Nuovi saggi, San Paolo, 1986;
con Heinrich Fries, Unione delle chiese possibilita' reale, Morcelliana,
1986; con Marianne Dirks, Per un nuovo amore a Maria, Morcelliana, 1986;
Preghiere per la vita, San Paolo, 1986 seconda edizione; con Meinold Krauss,
La fatica di credere, San Paolo Edizioni, 1986 seconda edizione; con J.
Eberhard, La pazienza di Dio e dell'uomo, Morcelliana, 1985; Scienza e fede
cristiano. Nuovi saggi, San Paolo, 1984; Chi e' tuo fratello?, San Paolo,
1984; Corso fondamentale sulla fede. Introduzione al concetto di
cristianesimo, San Paolo Edizioni, 1984 quarta edizione; con Karl H. Weger,
Problemi di fede della nuova generazione, Queriniana, 1983 seconda edizione;
Che significa amare Gesu'?, San Paolo, 1983; Sollecitudine per la Chiesa.
Nuovi saggi.Fede e Chiesa. Sacerdozio. Vita ecclesiale. Futuro della Chiesa.
Colpa e dolore, San Paolo, 1982; Dio e rivelazione. Nuovi saggi, San Paolo,
1981; Eucaristia, Queriniana, 1981 quarta edizione; La fede che ama la
terra. Senso cristiano della vita moderna, San Paolo Edizioni, 1981 seconda
edizione; con J. Baptist Metz, Invito alla preghiera, Queriniana, 1979; Per
la tolleranza nella Chiesa, Morcelliana, 1978; Teologia dall'esperienza
dello Spirito. Nuovi saggi. Dio e rivelazione, San Paolo, 1978; Fede come
coraggio, Morcelliana, 1977; Il libro dei sacramenti, Queriniana, 1977;
Nuovi saggi. Teologia come scienza. Antropologia. Cristologia.
Ecclesiologia. Domande nella Chiesa. La Chiesa nel mondo, San Paolo, 1975;
Anche oggi soffia lo Spirito, Queriniana, 1975; Che cosa dobbiamo fare?
Quattro meditazioni, Queriniana, 1975; Lasciarsi perdonare, Queriniana,
1975; Ritiri spirituali. Il rischio del cristiano, Queriniana, 1975;
Trasformazione strutturale della Chiesa come compito e come chance,
Queriniana, 1975 seconda edizione; Esercizi spirituali per il sacerdote.
Iniziazione all'esistenza sacerdotale, Queriniana, 1974; Nuovi saggi.
Compiti e problemi della Chiesa oggi. Teologia e cristologia. Antropologia.
Ecclesiologia. Chiesa e societa', San Paolo, 1973; Frammenti di
spiritualita' per il nostro tempo. Prospettive della fede, Queriniana, 1973;
Sulla teologia della morte, Morcelliana, 1972 terza edizione; con Joseph
Ratzinger, Rivelazione e tradizione, Morcelliana, 1970; Saggi sulla Chiesa,
San Paolo, 1969 seconda edizione; Il problema dell'ominizzazione,
Morcelliana, 1969; Sul battesimo, Queriniana, 1969 seconda edizione; Saggi
sui sacramenti e sull'escatologia, San Paolo Edizioni, 1969 seconda
edizione; Nuovi saggi. Il volto attuale e futuro della teologia. Dio e
Cristo. Antropologia teologica. Ecclesiologia. Sacramenti. Escatologia.
Chiesa e mondo, San Paolo, 1969; con Albert Goerres, Il corpo nel piano
della redenzione, Queriniana, 1969; con M. von Galli, O. Baumhauer, Riforma
da Roma?, Queriniana, 1969; Maria. Meditazioni, Morcelliana, 1968; Lettera
aperta sul celibato. Il celibato del prete diocesano nella discussione
attuale, Queriniana, 1968 seconda edizione; Sulla professione religiosa,
Queriniana, 1968 seconda edizione; Discepoli di Cristo. Meditazioni sul
sacerdozio, San Paolo, 1968; Saggi di antropologia soprannaturale, San
Paolo, 1968 seconda edizione; Nuovi saggi. Spiritualita'. Questioni
fondamentali. Misteri della vita di Cristo. Sacramenti, San Paolo Edizioni,
1968; Magistero e teologia dopo il Concilio, Queriniana, 1967; Sul
matrimonio, Queriniana, 1967 seconda edizione; Sul sacerdozio, Queriniana,
1967 seconda edizione; Sull'unzione degli infermi, Queriniana, 1967;
Prediche bibliche. 45 meditazioni bibliche festive, San Paolo, 1967;
Elevazioni sugli Esercizi di sant'Ignazio. 32 meditazioni, San Paolo
Edizioni, 1967; Saggi di cristologia e mariologia, San Paolo Edizioni, 1967
seconda edizione; Saggi di spiritualita', San Paolo, 1966; Missione e
grazia. Saggi di teologia pastorale, San Paolo, 1966 seconda edizione;
L'episcopato nella Chiesa, Paideia, 1964; Il latino, lingua della Chiesa,
Paideia, 1964; Che cos'e' l'eresia, Paideia, 1964; con Hugo Rahner,
Preghiere, Morcelliana.
Gisbert Greshake, teologo, docente alla facolta' di teologia
dell'Universita' di Friburgo. Tra le opere di Gisbert Greshake: Gottes Heil,
Glueck des Menschen: Theologische Perspektiven (1983); Die Neuzeit (1989);
Priestersein (1991); Resurrectio Mortuorum (1991); Geschenkte Freiheit
(1992); Die Gegenwart (1993); Erloest in einer unerloesten Welt (1995); (et
alii), Quellen geistlichen Lebens (1995-1996); Der dreieine Gott. Eine
trinitarische Theologie (1997); An dem dreieinen Gott glauben. Ein
Schluessel zum Verstehen (1998); Die Wueste bestehen. Erlebnis und
geistliche Erfahrung (1999).
Edward Schillebeeckx, nato ad Anversa nel 1914, domenicano, teologo; e'
stato il principale ispiratore del Nuovo catechismo olandese, ha contribuito
al Concilio Vaticano II, ha fondato insieme a Karl Rahner la rivista
"Concilium"" Di formazione tomistico-fenomenologica (fu allievo di De
Petter), influenzato dall'esistenzialismo e dal personalismo, si accosto'
poi alla teologia della speranza e successivamente anche alle teologie della
prassi, sviluppando un ulteriore confronto con altri approcci del panorama
filosofico contemporaneo, e particolarmente con l'ermeneutica. Tra le opere
di Edward Schillebeeckx: De Sacramentele Heilseconomie, 1952; Rivelazione e
teologia, Roma 1966;  Cristo sacramento dell'incontro con Dio, Roma 1966;
Dio e l'uomo, Roma 1967; Intelligenza della fede, Roma 1974; Gesu'. La
storia di un vivente, Brescia 1976; Il Cristo. La storia di una nuova
prassi, Brescia 1980.
Pierre Teilhard de Chardin, teologo, scienziato, filosofo francese
(1881-1955), gesuita, muovendo da studi teologici e scientifici volse anche
alla riflessione cosmologica, proponendo una originale sintesi tra
cristianesimo e scienza moderna in una visione evolutiva dell'universo
(dall'inorganico, al biologico, al culturale), teleologicamente orientata
verso il Cristo come punto di convergenza ed unificazione del mondo, della
storia, dell'umanita', compimento dell'intero processo cosmico. Tra le opere
di Pierre Teilhard de Chardin segnaliamo particolarmente Il fenomeno umano,
Il Saggiatore, Milano 1968, 1980, Queriniana, Brescia 2001. Opere su Pierre
Teilhard de Chardin: Sergio Quinzio, Che cosa ha veramente detto Teilhard de
Chardin, Astrolabio-Ubaldini, Roma; Alexander Gosztonyi, Teilhard de
Chardin, Sansoni, Firenze 1970; Rosino Gibellini, Teilhard de Chardin.
L'opera e le interpretazioni, Queriniana, Brescia 2005.
Giuliano Toraldo di Francia (Firenze 1916) illustre fisico, filosofo della
scienza, docente universitario ed intellettuale di forte impegno civile, e'
stato professore di fisica superiore presso l'Universita' di Firenze,
direttore dell'Istituto di ricerche sulle onde elettromagnetiche del Cnr,
presidente della Societa' italiana di fisica, della Societa' italiana di
logica e filosofia della scienza e del Forum per i problemi della pace e
della guerra. Tra le opere principali di Giuliano Toraldo di Francia: (con
Piero Ruscaglioni), Onde elettromagnetiche, Zanichelli, Bologna 1953; La
diffrazione della luce, Einaudi, Torino 1958; L'indagine del modo fisico,
Einaudi, Torino 1976; Il rifiuto. Considerazioni semiserie di un fisico sul
mondo di oggi e di domani, Einaudi, Torino 1978;  (con Maria Luisa Dalla
Chiara), Le teorie fisiche, Bollati Boringhieri, Torino 1981; L'amico di
Platone, Vallecchi, 1985; Le cose e i loro nomi, Laterza, Roma-Bari 1986; La
scimmia allo specchio, Laterza, Roma-Bari 1988; Un universo troppo semplice.
La visione storica e la visione scientifica del mondo, Feltrinelli, Milano
1990; Tempo cambiamento invarianza, Einaudi, Torino 1994; (con Piero
Angela), Dialoghi di fine secolo, Giunti, Firenze 1996; Ex absurdo.
Riflessioni di un fisico ottuagenario, Feltrinelli, Milano 1997; In fin dei
conti, Di Renzo Editore, 1997; (con Renzo Cassigoli), Il pianeta assediato.
Conversazione di fine millennio, Le lettere, Firenze 1999;  (con Maria Luisa
Dalla Chiara), Introduzione alla filosofia della scienza, Laterza, Roma-Bari
2000..
Juergen Moltmann, nato ad Amburgo nel 1926, prigioniero di guerra, pastore,
teologo; e' una delle voci piu' autorevoli della riflessione teologica
contemporanea. Nella genesi del suo capolavoro del 1964 (Teologia della
speranza) e' ovviamente forte ed esplicita l'influenza del pensiero di Ernst
Bloch e del suo "principio speranza". Altro suo grande capolavoro e' Il Dio
crocifisso del 1972. Opere di Jürgen Moltmann: segnaliamo particolarmente
Teologia della speranza, L'esperimento speranza, Dio nella creazione.
Dottrina ecologica della creazione, La giustizia crea futuro, Il Dio
crocifisso, tutti pubblicati presso la Queriniana, Brescia. Riportiamo di
seguito tutte le opere di Moltmann attualmente disponibili nel catalogo
della Queriniana: con Kuno Fuessel, Johann Baptist Metz e altri, Ancora
sulla "teologia politica": il dibattito continua; con Walter Kasper, Gesu'
si', chiesa no?; con Hans Kueng (a cura di), Una confessione di fede
ecumenica?; con Hans Kueng  (a cura di), La disputa dello Spirito santo; con
Hans Kueng  (a cura di), Chi ha la parola nella Chiesa?; con Hans Kueng  (a
cura di), Il diritto al dissenso; con Hans Kueng  (a cura di), Maria nelle
chiese; con Hans Kueng  (a cura di), Il cristianesimo tra le religioni
mondiali; con Hans Kueng  (a cura di), Una Convocazione ecumenica per la
pace; con Hans Kueng  (a cura di), Etica delle religioni universali e
diritti umani; con Hans Kueng  (a cura di), Il fondamentalismo come sfida
ecumenica; con Hans Kueng  (a cura di), Islam - una sfida per il
cristianesimo; con Karl-Josef Kuschel (a cura di), I movimenti pentecostali
come sfida ecumenica; con Pinchas Lapide, Monoteismo ebraico - Dottrina
trinitaria cristiana. Un dialogo; con Pinchas Lapide, Israele e Chiesa:
camminare insieme? Un dialogo; Teologia della speranza. Ricerche sui
fondamenti e sulle implicazioni di una escatologia cristiana; Prospettive
della teologia. Saggi; Il Dio crocifisso. La croce di Cristo, fondamento e
critica della teologia cristiana; (a cura di), Le origini della teologia
dialettica. Parte I: Karl Barth, Heinrich Barth, Emil Brunner - Parte II:
Rudolf Bultmann, Friedrich Gogarten, Edward Thurneisen; La chiesa nella
forza dello spirito. Contributo per una ecclesiologia messianica; Futuro
della creazione; Trinita' e Regno di Dio. La dottrina su Dio; Dio nella
creazione. Dottrina ecologica della creazione; La via di Gesu' Cristo.
Cristologia in dimensioni messianiche; Nella storia del Dio trinitario.
Contributi per una teologia trinitaria; Lo Spirito della vita. Per una
pneumatologia integrale; L'Avvento di Dio. Escatologia cristiana; Dio nel
progetto del mondo moderno. Contributi per una rilevanza pubblica della
teologia; Esperienze di pensiero teologico. Vie e forme della teologia
cristiana; Scienza e sapienza. Scienza e teologia in dialogo; In dialogo con
Ernst Bloch; La giustizia crea futuro. Una politica ispirata alla pace e
un'etica fondata sulla creazione in un mondo minacciato; Che cos'e' oggi la
teologia? Due contributi sulla sua attualizzazione; Chi e' Cristo per noi
oggi?; La fonte della vita. Lo Spirito Santo e la teologia della vita; (a
cura di), Biografia e teologia. Itinerari di teologi; Nella fine - l'inizio.
Una picccola teologia della speranza; Dio viene e l'uomo acquista la
liberta'. Conversazioni e tesi; Chi e' l'uomo?; Esperienze di Dio.
Speranza - Angoscia - Mistica; Religione, rivoluzione e futuro; Sul gioco.
Saggi sulla gioia della liberta' e sul piacere del gioco; Il linguaggio
della liberazione. Prediche e meditazioni; L'esperimento speranza.
Introduzioni; Nuovo stile di vita. Piccoli passi verso la "comunita'"; Uomo.
L'antropologia cristiana tra i conflitti del presente; con Walter Kasper,
Hans-Georg Geyer, Hans Kueng, Sulla teologia della croce; con Hans Kueng (a
cura di), La Bibbia nel conflitto delle interpretazioni; con Johann Baptist
Metz, Storia della passione. Due meditazioni su Marco 8,31-38; con Wolfhart
Pannenberg, Karl Rahner, Johann Baptist Metz e altri, Dibattito sulla
"teologia politica"; con Karl Rahner, Anton Voegtle e altri, Il simbolo
apostolico; con Richard Shaull, Helmut Gollwitzer e altri, Dibattito sulla
"teologia della rivoluzione". Opere su Juergen Moltmann: Rosino Gibellini,
La teologia di Juergen Moltmann, Queriniana, Brescia 1975.
Ernst Bloch (1885-1977) e' il grande filosofo dello "spirito dell'utopia",
del "principio speranza", dell'"ortopedia del camminare eretti" (per citare
alcuni titoli ed espressioni delle sue opere che sono altrettante proposte
di riflessione e di lotta per la dignita' umana). Opere di Ernst Bloch:
Spirito dell'utopia, La Nuova Italia, Firenze; Thomas Muenzer, teologo della
rivoluzione, Feltrinelli, Milano; Tracce, Garzanti, Milano;
Soggetto-oggetto, Il Mulino, Bologna; Il principio speranza, Garzanti,
Milano; Diritto naturale e dignita' umana; Ateismo nel cristianesimo,
Feltrinelli, Milano; Il problema del materialismo; Experimentum mundi. Opere
su Ernst Bloch: in italiano si vedano almeno gli studi di Italo Mancini,
Stefano Zecchi, Remo Bodei, Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Pirola, Laura
Boella, Laennec Hurbon; si veda anche il fascicolo monografico di "Aut aut",
n. 173-174, settembre-dicembre 1979, dal titolo Eredita' di Bloch]

Se dovessimo alla fine stringere il trattato sui novissimi, per fargli
esprimere la sua punta di verita' dogmatica e di spiritualita' esistenziale,
ne risulterebbe un'escatologia breve, quasi il principio escatologico della
teologia cristiana.
Von Balthasar gia' nella sintesi del 1957 si orientava nell'"enorme delta"
delle numerose correnti, riconducendo gli eschata all'eschaton, alla "cosa
ultima". Citando Agostino: "Ipse (Deus) post hanc vitam sit locus noster",
continuava: "E' Dio il 'fine ultimo' della sua creatura. Egli e' il cielo
per chi lo guadagna, l'inferno per chi lo perde, il giudizio per chi e'
esaminato da Lui, il purgatorio per chi e' purificato da Lui. Egli e' colui
per il quale muore tutto cio' che muore e che risuscita per Lui e in Lui". E
continuava con una precisazione cristologica: "Ma Egli lo e' precisamente
nel senso in cui e' orientato verso il mondo, nel Figlio suo Gesu' Cristo
che e' la rivelazione di Dio e percio' il compendio dei 'fini ultimi'". Qui
von Balthasar opera una concentrazione cristologica; potremmo anche dire:
una rigorizzazione del discorso sui novissimi.
Karl Rahner prospetta i novissimi come un prolungamento di cio' che gia'
sperimentiamo nella fede: "La conoscenza degli eschata non e' una
comunicazione supplementare all'antropologia e cristologia dogmatica, ma e'
nient'altro che la loro trasposizione nel modo del compimento". O anche: "La
fonte propriamente originaria degli enunciati escatologici e' l'esperienza
dell'agire salvifico di Dio tramite Gesu' Cristo in noi stessi".
Gisbert Greshake interpreta la complessita' delle questioni escatologiche in
queste proposizioni, dove la congiunzione "e" viene sempre sottolineata:
"L'escatologia e' un edificio altamente differenziato... Essa parla della
vicinanza e della lontananza di Dio; della presenza e dell'assenza del suo
futuro - di un futuro, che e' insieme promessa consolante, come anche
provocazione all'azione -, che sfonda le strutture della storia, e che
tuttavia si delinea anticipatamente nella storia; che pensa il singolo e la
salvezza di tutti; che sa dello sprofondare di tutte le cose nel nulla e di
una 'nova creatio' che non abbandona niente al nulla".
Abbiamo, inoltre, gia' ricordato la sintesi operata da Edward Schillebeeckx,
prospettando le quattro grandi metafore, che esprimono l'eschaton: la
metafora sociale del Regno di Dio; la metafora personalista della
risurrezione della carne; la metafora cosmica del cielo nuovo e della terra
nuova; la visione cristologica della parusia Cristo.
*
La visione del ritorno di Cristo alla fine del tempo ha ispirato a Teilhard
de Chardin una pagina intensa (del 1924, pubblicata postuma nel 1959): "In
quell'istante, ci insegna s. Paolo (1 Cor 15, 23 ss.), quando il Cristo
avra' vuotato di se stesse le potenze create (rigettando cio' che e' fattore
di dissociazione e sovranimando cio' che e' forza d'unita') egli consumera'
l'unificazione universale... Cosi' risultera' costituito il complesso
organico Dio e Mondo - il Pleroma - realta' misteriosa che noi non possiamo
dire piu' bella d'un Dio solitario (infatti Dio poteva fare a meno del
Mondo), ma che non possiamo neppure pensare assolutamente gratuita,
assolutamente accessoria, senza rendere incomprensibile la Creazione,
assurda la Passione del Cristo, e non interessante il nostro sforzo.
"Et tunc erit finis.
"Come una marea immensa, l'Essere avra' dominato i fremiti degli esseri. In
seno ad un Oceano tranquillizzato, ma di cui ogni goccia avra' coscienza di
rimanere se stessa, la straordinaria avventura del mondo sara' terminata. Il
sogno di ogni mistica, l'eterno sogno panteista, avranno trovato la loro
piena e legittima soddisfazione. 'Erit in omnibus omnia Deus'". Anni fa in
un congresso teilhardiano a Firenze l'astronomo Toraldo di Francia, allora
direttore dell'osservatorio astronomico fiorentino [crediamo l'autore si
riferisca a Giuliano Toraldo di Francia, illustre fisico, e non astronomo -
ndr] confessava in un intervento pubblico, al quale ero presente: Sono un
agnostico, ma leggendo Teilhard de Chardin capisco il suo tentativo di
trovare un senso all'avventura del mondo e alla nostra vita. Se Dio e' il
nome del senso, anchíio posso pregare: "In Te, Domine, speravi".
*
Vorrei terminare con un grande teologo, Juergen Moltmann, la cui meditazione
ha rinnovato l'escatologia cristiana da Teologia della speranza (1964), che
trova il suo contrappunto nella teologia della croce di Il Dio crocifisso
(1972), fino a L'avvento di Dio (1995) e al breve libro Nella fine -
l'inizio (2003). Un'opera che, nel tempo, elabora sistematicamente una
"escatologia integrale", che integra l'escatologia personale, l'escatologia
storica e l'escatologia cosmica. L'escatologia ha sempre a che fare con la
fine, ma essa non ha come tema la fine, ma la ri-creazione di tutte le cose.
Il principio dell'escatologia cristiana e' cosi' formulato: "alla fine, un
nuovo inizio". L'escatologia ha una dimensione apocalittica, in quanto
l'apocalittica mette a tema la fine del mondo. L'apocalittica preserva la
dottrina cristiana della speranza da un ottimismo superficiale, ma
l'escatologia dice riferimento ad una speranza, secondo la quale "nella
fine" si ha "un nuovo inizio", nel senso di nova creatio, e non di una
immersione e di un perdersi nel ciclo della natura. Un'apocalittica senza
escatologia non rientra in una prospettiva biblica, ma sarebbe una teoria
della catastrofe, mentre l'escatologia, pur considerando la fine (e' la
dimensione apocalittica dell'escatologia), implica sempre la categoria del
novum e alimenta una speranza "creativa". In una recente intervista Moltmann
ha ricordato le sue discussioni con il filosofo ebreo Ernst Bloch, autore de
Il principio speranza (1959), che prospetta l'Experimentum Mundi nella sua
processualita' come un esperimento speranza, il quale domandava con
insistenza all'amico teologo che cosa ci attende veramente dopo la morte. E
su questo voleva una risposta non evasiva. La risposta del teologo e': "Noi
siamo attesi".

6. RILETTURE. KARL MARX, FRIEDRICH ENGELS: SCRITTI SULLA RELIGIONE
Karl Marx, Friedrich Engels, Scritti sulla religione, Savelli, Roma 1973,
Garzanti, Milano 1979, pp. 368. A cura di Marcello Fedele un'antologia di
scritti marxiani ed engelsiani sulla religione; fatta la tara su alcune
palesi semplificazioni e ingenuita', ed alcuni conseguenti errori, nei testi
piu' meditati emerge vivida e preziosa l'acutezza e la ricchezza
dell'analisi dialettica del fenomeno religioso nella riflessione dei
fondatori del materialismo storico. Si leggessero un po' di piu' Marx ed
Engels quante sciocchezze in meno si sentirebbero in giro.

7. RILETTURE. SEBASTIANO TIMPANARO: SUL MATERIALISMO
Sebastiano Timpanaro, Sul materialismo, Nistri-Lischi, Pisa 1970, 1975,
Unicopli, Milano 1997, pp. XXXVIII + 234, lire 35.000. Tutti, tutti i libri
di Timpanaro sono esempi di rigore morale e intellettuale, modelli di metodo
e di cultura come impegno civile, ed anche nelle pagine polemiche piu'
taglienti tu sempre vi cogli il rovello della ricerca della verita', del
rispetto assoluto della parola altrui, e strenua la lotta contro ogni
menzogna ed ogni ingiustizia.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1415 dell'11 settembre 2006

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