[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 1352
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1352
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 10 Jul 2006 00:10:42 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1352 del 10 luglio 2006 Sommario di questo numero: 1. Rosa Luxemburg: Un affare di tutti i giorni 2. Giobbe Santabarbara: L'antipolitica degli assassini e un equivoco che si scioglie 3. Giulio Vittorangeli: La guerra 4. Da una lettera di Stratone di Corinto all'amico suo Silesio Polilogoteta 5. Enrico Peyretti: Messe 6. Una lettera al governo di alcuni movimenti nonviolenti su difesa popolare nonviolenta e servizio civile 7. Una notizia biobibliografica su Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri 8. Silvia Calamandrei presenta "L'amnistia Togliatti" di Mimmo Franzinelli 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. MAESTRE. ROSA LUXEMBURG: UN AFFARE DI TUTTI I GIORNI [Da Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, p. 438. Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977] Lo sterminio di massa e' diventato un affare di tutti i giorni... 2. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: L'ANTIPOLITICA DEGLI ASSASSINI E UN EQUIVOCO CHE SI SCIOGLIE Quella degli assassini e' propriamente l'antipolitica, poiche' essa denega e fin annichilisce ogni possibilita' di civile convivenza fondata sul reciproco riconoscimento di umanita'. Tutti i sostenitori della guerra hanno abdicato alla politica, poiche' la guerra non e' la prosecuzione della politica con altri mezzi, iuxta la massima clausewitziana, ma della politica la morte, e la morte dell'umanita'. Un ministro che propugna la guerra non e' piu' un politico, e' un antipolitico, e peggio: un mandante della commissione di omicidi. * L'equivoco che si scioglie e' quello - invero clownesco - del pacifismo "seconda grande potenza": il pacifismo totalitario del "senza se e senza ma", il pacifismo ipocrita degli "italiani brava gente", il pacifismo nepotista e arraffone delle carriere parastatali, il pacifismo squadrista e agli squadristi ammiccante, il pacifismo della "sinistra radicale", il pacifismo ciarlatano e colluso, astratto e velleitario, ambiguo e subalterno, da salotto e da parata, ebbene, quel pacifismo confuso e dimidiato non serve a nulla, non e' mai servito a nulla, se non alle miserabili carriere di chi giunto alla prova non esita ad arrampicarsi su cataste di cadaveri pur di mantenere il proprio privilegio borghese ed accrescere le proprie borghesi fortune. La nonviolenza occorre: la nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le uccisioni, contro tutte le oppressioni, contro tutte le devastazioni: contro la guerra, l'inquinamento, lo sfruttamento. La nonviolenza, cui ci convoca l'art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana e l'incipit della Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti umani del '48. La nonviolenza. * Ma la nonviolenza non e' quell'oscena caricatura dei ciarlatani (magari anche di fama o di grido) pronti a tutte le capriole, rotti a tutte le furbizie, disonesti quanto puo' esserlo chi non si cura della vita altrui ma solo dell'incedere proprio, dereistici come tutti i totalitari. La nonviolenza e' quella umile e relativa, modesta e concreta, mite e realista, ma nitida e intransigente nel chiedere a chi le si accosta, a chi la sceglie ed invera, di farla finita per sempre con il militarismo, l'autoritarismo, il patriarcato; di farla finita per sempre con le aggressioni, le vilta' e le menzogne; di farla finita per sempre con la denegazione dell'umanita' altrui. E non possono pretendere di parlare a nome di essa coloro che irresponsabilmente hanno commesso crimini, o indotto altri a commettere crimini, o avallato che altri commettessero crimini, o non dissuaso altri dal commettere crimini. La nonviolenza e' esigente. Non fosse cosi', perche' ci starebbe a cuore? 3. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: LA GUERRA [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] La cosiddetta globalizzazione ci fa retrocedere al peggiore progetto "civilizzatore" in Occidente, quello del colonialismo, l'oppressione dei popoli, la disoccupazione, la morte per fame, le guerre continue. Non solo, la globalizzazione amplifica la miseria spirituale. Mutila l'essere umano. La lotta per avere non gli permette di essere. Il potere economico globalizzato ritiene che questo mondo e' una grande impresa ove milioni di lavoratori sono superflui e bisogna licenziarli. Intanto i versi di un grande poeta, Bertolt Brecht, continuano ad ammonirci: "Ecco gli elmi dei vinti e quando un colpo ce li ha sbalzati dalla testa non fu allora la disfatta fu quando obbedimmo e li mettemmo in testa". Purtroppo la guerra permanente, nelle sue due versioni militare e terroristica, e' diventata la principale forma della politica, ridotta a esercizio o lotta di potere. La novita' e' nella nuova dislocazione del senso della guerra, non piu' solo strumento di conquista e potenza, ma di affermazione di principi. Cosi' le spedizioni militari si possono chiamare "missioni di pace". Cosi' si puo' pensare di continuare a finanziare la partecipazione militare italiana alla guerra in corso in Afghanistan; ancora una volta calpestando la Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra. Certo, poi per coerenza e spirito di "modernizzazione", si puo' pensare di riprendere insieme al centrodestra la strada per cambiare la costituzione materiale del paese e avviare la demolizione della sua costituzione formale; alla faccia dei milioni di persone che hanno votato al recente referendum costituzionale. * E' in questo stravolgimento che la pace diventa, dovrebbe diventare, un valore in se'. Perche' dentro la guerra ci siamo tutti, anche se in forme diverse, e dei suoi crimini ed orrori tutti ne portiamo la responsabilita'. La guerra con i suoi "protagonisti": le vittime e i carnefici, quelli che la guerra la fanno; poi i giornalisti, quelli che la guerra la testimoniano, la osservano da vicino; infine noi, gli spettatori e lettori, quelli che la guerra la vedono su uno schermo e la scoprono sui giornali a migliaia di chilometri di distanza. Ma come vanno realmente le cose nei conflitti odierni? Costruzione delle notizie, manipolazione dell'opinione pubblica, terrorismo, atrocita' (non ultima la tortura) verso la popolazione civile. Una realta' dove vero e falso, pace e guerra, giustizia e sopraffazione si scambiano fluidamente di posizione, dominate da una retorica postmoderna che fabbrica pensiero unico, propaganda e consumo. Cosi' giorno per giorno, una realta', anzi un'irrealta' bugiarda e consolatoria, ci rende inconsapevoli complici. Cecchini della visione. Del resto il mondo della storia e' cosi' come lo fanno gli esseri umani. "Il mondo e' quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno li' a guardare". Firmato Albert Einstein. * Nessuno percio' puo' tirarsi fuori dal gioco sporco della storia in generale, della guerra in particolare, perche' ogni nostro comportamento compromette il mondo, se nega la speranza, se rimane indifferente. E non c'e' cosa che neghi la speranza piu' della guerra. Nessuno puo' ritenersi neutrale e non coinvolto nei processi della storia. A ciascuno compete l'onere di credere in un mondo migliore e la volonta' di realizzarlo. Cio' che e' piu' importante e' misurare questa forza, queste potenze della distruzione e della morte, alla luce di qualche cosa che le capovolge radicalmente, alla luce di una speranza, di una possibilita' di vita che e' l'esatto contrario di tutto cio' che oggi domina. Certo, costruire una dinamica della speranza sembra oggi un compito utopistico. Ma nessun regime, anche il piu' totalitario dei regimi autoritari novecenteschi quanto quelli massmediatici del duemila, e' riuscito sinora ad impedire che attraverso le sue crepe ed incrinature respirassero i polmoni del sogno e dell'utopia. Per tutto questo, almeno questo foglio, almeno noi, restiamo fedeli all'osservazione di Ernesto Balducci: "Gli uomini del futuro o saranno uomini di pace o non saranno". 4. AMICIZIE. DA UNA LETTERA DI STRATONE DI CORINTO ALL'AMICO SUO SILESIO POLILOGOTETA ... io non appartengo al "popolo dell'Unione" (fatico gia' tanto ad appartenere per ragioni di stato civile, di geografia e di lingua al popolo italiano, e da quando ho raggiunto l'eta' della ragione sono un internazionalista: della Prima Internazionale, per intenderci fra noi poveri vecchierelli), e non mi interessa affatto quale sia l'opinione del "popolo dell'Unione" sulla guerra: anche se esso fosse unanime nel volere le stragi io resterei contrario. E per mia fortuna nel nostro paese c'e' una buona legge, nata dal sangue versato dai martiri della Resistenza, che ripudia la guerra: e' la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, la legge infrangendo la quale non siamo piu' ne' una democrazia, ne' uno stato di diritto, ne' un popolo libero. Non ci sono consultazioni da fare, c'e' solo da rispettare quella legge. E chi non la rispetta e' un criminale. E coloro che avendo il potere di governare e di fare le leggi deliberano la guerra sono criminali due volte: perche' violano la Costituzione, e perche' assassini. La guerra in questo e non in altro consistendo: nell'uccidere esseri umani. E secondo il nostro modesto modo di vedere uccidere esseri umani e' un crimine, il piu' grave, il piu' abietto. 5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: MESSE [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per questo intervento. Enrico Peyretti (1935) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e' in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu' volte riproposta anche su questo foglio, da ultimo nei fascicoli 1093-1094; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] Zapatero non va alla messa del papa. Lo accoglie e lo saluta, ma alla messa non ci va. Mi pare giusto. Alla messa ci va chi crede nel significato dell'eucarestia. Non e' una cerimonia civile, che riguardi tutti i cittadini. Il papa dovrebbe ringraziare Zapatero per il bel chiarimento che fa rispetto alle messe di stato, tricolori (per lo piu' funerali), che sembrano, da noi, la cosa piu' normale del mondo, con personaggi compunti (e annoiati) in prima fila, diversi dei quali sono li' per tutt'altro motivo da quello che disse Gesu', la vigilia della sua cattura e condanna politico-religiosa: "Ecco il mio corpo e il mio sangue, dati per voi. Fate questo in memoria di me". Semmai, e' un altro il punto del vangelo che li riguarda: Matteo 6, 5. 6. LETTERE. UNA LETTERA AL GOVERNO DI ALCUNI MOVIMENTI NONVIOLENTI SU DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA E SERVIZIO CIVILE [Da Paolo Candelari (per contatti: paolocand at libero.it) riceviamo e volentieri diffondiamo. Paolo Candelari, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione, e' una delle piu' conosciute e stimate figure della nonviolenza in Italia] Torino 7 luglio 2006 Al Presidente del Consiglio Al Ministro della solidarieta' sociale * Egregio Presidente, Signor Ministro, siamo movimenti che si richiamano alla nonviolenza e che si interessano alle tematiche relative all'obiezione di coscienza ed al servizio civile da sempre, essendo stati tra i primi a battersi per il riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza, e crediamo che la difesa civile non armata e nonviolenta sia una credibile alternativa a quella militare per la difesa del proprio paese e per la risoluzione dei conflitti internazionali. Ci spinge a scrivere questa lettera la preoccupazione che lo stretto legame tra le tematiche della difesa nonviolenta e quelle del servizio civile non venga penalizzato dallo spostamento di competenze del Servizio civile nazionale dalla Presidenza del Consiglio al Ministero della solidarieta' sociale. A cio' si unisce la constatazione dell'inadeguatezza delle risorse complessive destinate ad esso, dato che sono rimasti esclusi dal finanziamento piu' di 3.000 progetti. I criteri di valutazione usati andrebbero rivisti, poiche' molti Enti che sottolineano il legame, originario e fondante, con l'obiezione di coscienza e i suoi possibili sviluppi come corpi civili di pace e difesa nonviolenta, hanno visto i loro progetti, relativi alla pace ed alla nonviolenza, cioe' quelli piu' legati ai temi della difesa, approvati ma non finanziati. In particolare ci preoccupa la sorte che potrebbe subire il Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, istituito in base alla legge sull'obiezione di coscienza ed il servizio civile, approvata dal suo precedente governo nel 1998. Tale comitato consultivo ha il prezioso compito di sviluppare la ricerca e l'applicazione in questo nuovo settore, relativo, come e' evidente, alla difesa e non alla semplice solidarieta' sociale. Riteniamo invece indispensabile che il servizio civile sia conforme a quanto stabilito dalla lettere a dallo spirito delle leggi e della giurisprudenza (sentenze della Corte Costituzionale) in materia. In quanto discendente dell'obiezione di coscienza, infatti, il servizio civile risponde, seppure in altra maniera, al dovere costituzionale di difesa della Patria, come e' chiaramente ribadito anche nell'art. 1 lettera a) ("concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attivita' non militari") della legge istitutiva del Servizio civile nazionale (2001) e non e' semplicemente un modo di contribuire ad alleviare il disagio sociale. Per questo, signor Presidente e signor Ministro, siamo ad offrire il nostro contributo di proposta e di impegno per migliorare sempre piu' la gestione del servizio civile, che rappresenta una fondamentale occasione di crescita democratica per tanti giovani e per l'intero Paese. * Agenzia per la pace (axp at agenziaperlapace.it) Gavci (gavci at iperbole.bologna.it) Movimento internazionale della riconciliazione (Segreteria at miritalia.org) Movimento nonviolento ( mao at sis.it) 7. MAESTRE. UNA NOTIZIA BIOBIBLIOGRAFICA SU MARIATERESA FUMAGALLI BEONIO BROCCHIERI [Dal sito di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri (www.mtfbb.com) riprendiamo la seguente scheda biobibliografica essenziale] Professoressa ordinaria di storia della filosofia medievale all'Universita' degli studi di Milano, libera docente in storia della filosofia, membro della redazione e gia' direttrice responsabile della "Rivista di storia della filosofia" fondata da Mario Dal Pra, condirettrice della Collana di Storia della Filosofia (Franco Angeli, Milano), condirettrice di "Doctor Virtualis", rivista online e su carta di storia della filosofia medievale, membro del comitato scientifico della rivista "Nuova civilta' delle macchine". Direttrice, con Luca Bianchi e Massimo Parodi, della collana Quodlibet (Lubrina, Bergamo). Visiting Professor alla Universita' di Pennsylvania (Philadelphia), alla U. B. A. (Buenos Aires), alla Universita' Ebraica di Gerusalemme. Coordinatrice di alcuni progetti di ricerca. Collaboratrice, dal 1988 al 2003, all'inserto culturale de "Il Sole 24 Ore". * Bibliografia di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri: Cristiani in armi. Da sant'Agostino a papa Wojtyla, Roma-Bari, Laterza, 2006; Lettere di due amanti. Abelardo ed Eloisa?, prefazione di Mariteresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione di Claudio Fiocchi, Milano, Rcs Libri, 2006; Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" sul tema Filosofie e teologie nel medioevo, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, con contributi di Claudio Fiocchi, Stefano Simonetta, Massimo Parodi et alii, Nuova serie 61 (2006 - I), Milano, Franco Angeli; Premessa, in Rivista di Storia della Filosofia - Nuova serie 61 (2006 - I), Milano, Franco Angeli; Federico II. Ragione e fortuna, Roma-Bari, Laterza, 2004; Il filosofo e la citta' nel Medioevo, in Atti del convegno "I filosofi e la citta'", Francavilla al Mare 16-18 novembre 2000, a cura di Carlo Tatasciore, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - Societa' Filosofica Italiana, Sezione di Francavilla al Mare, La Citta' del Sole, 2003, pp. 51-66; AA. VV., John Wyclif: logica, politica, teologia. Atti del Convegno Internazionale - Milano, 12-13 febbraio 1999, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Stefano Simonetta, premessa di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo, 2003; Guerra, per i cristiani era il simbolo della Caduta, in "Reset" 76 (Marzo - Aprile 2003); Profilo del pensiero medievale, in collaborazione con Gianluca Briguglia, Roma-Bari, Laterza, 2002; L'estetica medievale, Bologna, Il Mulino, 2002; Ma e' possibile moderare l'Onnipotente? in "Reset" 69 (Gennaio - Febbraio 2002); Marsilio da Padova, Il difensore della pace, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Mario Conetti, Claudio Fiocchi, Stefano Radice e Stefano Simonetta, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 2001; Il meraviglioso, in Milano. Meraviglie. Miracoli. Misteri, a cura di Roberta Cordani, Milano, Casa Editrice Libreria Internazionale Partipilo, 2001, pp. 6-7; Tre storie gotiche. Idee e uomini del Medioevo, Bologna, Il Mulino, 2000; Il pensiero politico medievale, con la collaborazione di Mario Conetti e Stefano Simonetta, Roma-Bari, Laterza, 2000; Ildegarda di Bingen. Invito alla lettura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione dei brani di Claudio Fiocchi, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 2000; Potentia absoluta - potentia ordinata: une longue histoire au moyen-age, in Potentia Dei. L'onnipotenza divina nel pensiero dei secoli XVI e XVII, a cura di Guido Canziani, Miguel A. Granda, Yves Charles Zarka, Milano, Franco Angeli, 2000, pp. 13-23; Pico della Mirandola, Casale Monferrato, Piemme, 1999; Le due chiese. Progetti di riforma politico-religiosa nei secoli XII-XV, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Unicopli, 1998 (Introduzione alle pp. 9-78); Riccardo da Bury, Philobiblon, o l'amore per i libri, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Riccardo Fedriga, Milano, Rizzoli, 1998; Guglielmo d'Ockham, La spada e lo scettro. Due scritti politici, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri; traduzione, note e schede di Stefano Simonetta, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1997; Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" sul pensiero politico medievale a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Nuova serie, 52 (1997 - I), Milano, Franco Angeli; Premessa. Venti generazioni fa, in "Rivista di Storia della Filosofia", Nuova serie, 52 (1997 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 7-15; Lettere di Abelardo e Eloisa, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri (con introduzione della curatrice), trad. di Cecilia Scerbanenco, Milano, Rizzoli, 1996; Platone e Aristotele nel Medioevo, in Aristotelismo e Platonismo nella cultura del Medioevo, a cura di Arianna Arisi Rota e Massimiliano De Conca, Pavia, Collegio Ghislieri, Ibis, 1996, pp. 33-43; Genoveffa e il drago. L'avventura di una donna medievale, in collaborazione con Cecilia Scerbanenco, Roma-Bari, Laterza, 1995; Sant'Agostino, La felicita'. La liberta', introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Riccardo Fedriga e Sara Puggioni, Milano, Rizzoli, 1995 (riedizioni 1997 e 2001); L'amore passione assoluta, in Storia delle passioni, a cura di Silvia Vegetti Finzi, Roma-Bari, Laterza, 1995 (nuova edizione 2000, pp. 75-100); The feminine mind in medieval mysticism, in Creative women in medieval and early modern Italy, a cura di E. Ann Matter e John Coakley, University of Pennsylvania Press, 1995; Logica e linguaggio nel Medioevo, a cura di Riccardo Fedriga e Sara Puggioni; con una premessa di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Led, 1993; L'eta' filosofica di Matteo d'Acquasparta, in Matteo d'Acquasparta, francescano, filosofo, politico. Atti del XXIX Convegno storico internazionale. Todi, 11-14 ottobre 1992, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto 1993, pp. 1-17 (discorso inaugurale); Anselmo d'Aosta: logica e dottrina, Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Nuova serie, XLVIII (1993 - III), Milano, Franco Angeli; Anselmo d'Aosta: logica e dottrina. Premessa, in "Rivista di Storia della Filosofia" - Nuova serie, XLVIII (1993 - III), Milano, Franco Angeli, pp. 453-455; In una aria diversa. La sapienza di Ildegarda di Bingen, Milano, Mondadori, 1992; Pietro Abelardo, Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano, introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione e note di Cristina Trovo', Milano, Rizzoli, 1992; Le enciclopedie, in Lo spazio letterario del Medioevo, Roma, 1992, I. Il Medioevo latino, Vol. I. La produzione del testo, tomo II, pp. 635-657; L'universita': le idee, in Antiche universita' d'Europa. Storia e personaggi degli atenei nel Medio Evo, a cura di Franco Cardini e Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, G. Mondadori, 1991, pp. 10-27; Luca Bianchi, Eugenio Randi, Le verita' dissonanti: Aristotele alla fine del Medioevo, prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Roma-Bari, Laterza, 1990; Ricordo di Eugenio Randi 1957-1990, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XLV (1990 - IV), Milano, Franco Angeli, pp. 825-826; Storia della filosofia medievale. Da Boezio a Wyclif, con Massimo Parodi, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione 1996, quarta edizione 2002); Eloisa, l'intellettuale, in F. Bertini, F. Cardini, C. Leonardi, Mt. Fumagalli Beonio Brocchieri, Medioevo al femminile, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione nella collana "Storia e societa'" 1992; prima edizione nella collana "Economica Laterza" 1996; terza edizione nella collana "Economica Laterza" 2001, pp. 121-144); Ildegarda, la profetessa, in F. Bertini, F. Cardini, C. Leonardi, Mt. Fumagalli Beonio Brocchieri, Medioevo al femminile, Roma-Bari, Laterza, 1989 (terza edizione nella collana "Storia e societa'" 1992; prima edizione nella collana "Economica Laterza" 1996; terza edizione nella collana "Economica Laterza" 2001, pp. 145-169); Le bugie di Isotta. Immagini della mente medievale, Roma-Bari, Laterza, 1987 (seconda edizione 2002); L'intellettuale, in L'uomo medievale, a cura di Jacques Le Goff, Roma-Bari, Laterza, 1987, (riedizione nella collana "Economica Laterza", Roma-Bari 1993, pp. 203-233), poi in Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri - Eugenio Garin, L'intellettuale tra Medioevo e Rinascimento, Roma-Bari, Laterza, 1994; Il pensiero di John Wyclif nel quadro della filosofia del suo secolo, in AA. VV., John Wiclif e la tradizione degli studi biblici in Inghilterra, Genova 1987, pp. 45-59; Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo: scrittrici medievali dal II al XIV secolo, prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, traduzione di Eugenio Randi, Milano, Il saggiatore, 1986; Sopra la volta del mondo. Onnipotenza e potenza assoluta di Dio tra Medioevo e eta' moderna, a cura di Mariateresa Beonio Brocchieri, Bergamo, Lubrina, 1986; Piu' cose in cielo e in terra, in AA. VV., Sopra la volta del mondo. Onnipotenza e potenza assoluta di Dio tra Medioevo e eta' moderna, a cura di Mariateresa Beonio Brocchieri, Bergamo, Lubrina (collana Quodlibet), 1986, pp. 17-31; Momenti e modelli nella storia dell'enciclopedia. Il mondo musulmano, ebraico e latino a confronto sul tema dell'organizzazione del sapere, Numero monografico della "Rivista di Storia della Filosofia" a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli; Momenti e modelli nella storia dell'enciclopedia. Il mondo musulmano, ebraico e latino a confronto sul tema dell'organizzazione del sapere. Premessa, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 3-6; Due enciclopedie dell'Occidente medievale: Alessandro Neckam e Bartolomeo Anglico, con Massimo Parodi, in "Rivista di Storia della Filosofia", nuova serie, XL (1985 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 51-90; Giovanni di Salisbury, Policraticus. L'uomo di governo nel pensiero medievale, presentazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, introduzione di Luca Bianchi, traduzione di L. Bianchi e P. Feltrin, Milano, Jaca Book, 1984; Il gentile uomo innamorato. Note sul "De amore", in AA. VV., La storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti a Mario Dal Pra, Milano, Franco Angeli, 1984, pp. 36-51; Eloisa e Abelardo: parole al posto di cose, Milano, A. Mondadori, 1984; Inos Biffi, Costante Marabelli, Invito al Medioevo, conversazioni con Mariateresa Beonio Brocchieri e altri, Milano, Jaca Book, 1982; Le enciclopedie dell'occidente medioevale, Torino, Loescher, 1981; Perche' il Medioevo? Il Medioevo nei romanzi contemporanei, in "Quaderni medievali", 12 (1981), p. 174-178; Marsilio e Wyclif: analogie?, in "Medioevo", 6 (1980), pp. 569-575; Numero monografico della "Rivista critica di Storia della Filosofia" sul pensiero di Abelardo a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, XXXIV (1979 - IV), Milano, Franco Angeli; Sull'unita' dell'opera abelardiana, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XXXIV (1979 - IV), Milano, Franco Angeli, pp. 429-438; La Chiesa invisibile: riforme politico-religiose nel basso Medioevo, a cura di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Feltrinelli, 1978; Wyclif: il comunismo dei predestinati, Firenze, Sansoni, 1975; Dalla "Sacra Doctrina" alla "Theologia": Pietro Abelardo (cap. X, pp. 201-235), Filosofia della natura e fede: le scuole di Chartres e di S. Vittore (cap. XI, pp. 237-257), Giovanni di Salisbury, Alano di Lilla e Nicola di Amiens (cap. XII, pp. 259-271), in Storia della filosofia, diretta da Mario Dal Pra, vol. quinto ("La filosofia medievale. dal sec. VI al sec. XII"), Milano, Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi - Societa' Editrice Libraria, 1975-1976; Ratio, sensus e auctoritas nelle opere di Adelardo di Bath, in Pierre Abelard et Pierre le Venerable. Les courants philosophiques, litteraires et artistiques en occident au milieu du XIIe siecle, a cura di Rene' Louis, Jean Jolivet e Jean Chatillon (Abbaye de Cluny, 2 au 9 juillet 1972. Actes et memoires des colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique 546), Paris 1975, pp. 631-638, discussione pp. 639-640; Introduzione a Abelardo, Roma-Bari, Laterza, 1974 (seconda edizione 1988, terza edizione 2000); La relation entre logique, physique et theologie, in Peter Abelard. Proceedings of the International Conference, Louvain, 10-12 maggio 1972, a cura di E. M. Buytaert, Leuven The Hague 1974, pp. 153-162; Etienne Gilson, La filosofia nel Medioevo. Dalle origini patristiche alla fine del XIV secolo, traduzione di Maria Assunta del Torre, aggiornamento bibliografico di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Firenze, La Nuova Italia, 1973; Durando di S. Porziano. Elementi filosofici della terza redazione del "Commento alle Sentenze", Firenze, La nuova Italia, 1969; Note per una indagine del concetto di retorica in Abelardo, in AA. VV., Arts liberaux et philosophie au Moyen Age, Montreal-Paris 1969, pp. 829-832; La logica di Abelardo, Firenze, La nuova Italia, 1964 (seconda edizione 1969); Note sulla logica di Abelardo. V. L'"Argumentatio", in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XVIII (1963 - II), Milano, Franco Angeli, pp. 131-146; Note sulla logica di Abelardo. IV. Il significato della "propositio", in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XV (1960 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 14-21; Note sulla logica di Abelardo. III. Il significato dei nomi universali, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIV (1959 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 3-27; Note sulla logica di Abelardo. II. Il problema del significato, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIII (1958 - III), Milano, Franco Angeli, pp. 280-290; Note sulla logica di Abelardo. I. La concezione abelardiana della logica, in "Rivista critica di Storia della Filosofia", XIII (1958 - I), Milano, Franco Angeli, pp. 12-26. 8. LIBRI. SILVIA CALAMANDREI PRESENTA "L'AMNISTIA TOGLIATTI" DI MIMMO FRANZINELLI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 luglio 2006. Silvia Calamandrei, storica, ricercatrice, saggista, figlia del partigiano, giornalista, saggista e militante del movimento operaio Franco Calamandrei e quindi nipote dell'illustre giurista Piero Calamandrei, ha curato la pubblicazione di vari testi di e su Piero Calamandrei. Mimmo Franzinelli, storico, ha studiato in particolare vari aspetti del periodo fascista. Opere di Mimmo Franzinelli: Il riarmo dello spirito. I cappellani militari nella seconda guerra mondiale, Pagus, 1991; Stellette, croce e fascio littorio, Angeli, Milano 1995; I tentacoli dell'Ovra, Bollati Boringhieri, Torino 1999; Delatori, Mondadori, Milano 2001; Le stragi nascoste, Mondadori, Milano 2002, 2003; Squadristi, Mondadori, Milano 2003. Piero Calamandrei, nato a Firenze nel 1889 ed ivi deceduto nel 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza recentemente] Sollecita interrogativi e interpretazioni il rigoroso sforzo documentario di Mimmo Franzinelli che nel suo ultimo saggio L'amnistia Togliatti. 22 giugno 1946. Colpo di spugna sui crimini fascisti (Mondadori, pp. 381, euro 19) fornisce una dettagliata ricostruzione di una vicenda, quella appunto dell'amnistia del giugno '46, che coincide con l'avvio dei lavori dell'Assemblea costituente e che si pone dunque tra i momenti fondanti della nostra repubblica. Proprio mentre si avviava la costruzione del nuovo edificio istituzionale, vennero gettate passerelle che avrebbero consentito al passato di perpetuarsi e di premere con la sua inerzia sulla crescita della nuova democrazia, rimettendo in questione la cesura degli anni '43-'45, e quindi la battaglia della Resistenza. Esplicitata gia' nel titolo, la tesi di Franzinelli e' che l'operazione sia di marca togliattiana, anche se Togliatti tese a ridimensionare le proprie responsabilita' nell'elaborazione e nella gestione dell'applicazione della legge, soprattutto dopo le sue dimissioni da guardasigilli e tanto piu' dopo l'estromissione dei comunisti dal governo: Togliatti tendera' infatti a rigettare su De Gasperi le responsabilita' nella formulazione ambigua della legge e sulla magistratura l'interpretazione faziosa a favore dei gerarchi fascisti e contro i partigiani. * La ricostruzione di Franzinelli e' particolarmente utile, come e' gia' stato evidenziato in altre sedi, per ristabilire una visione equilibrata del secondo dopoguerra, che si tende ora a presentare come dominato dalla furia vendicativa partigiana e comunista. La mancata Norimberga italiana segno' la gestazione della nuova repubblica garantendo impunita' e continuita' con il ventennio fascista. E Franzinelli giustamente richiama l'attenzione sulla necessita' di vagliare con cura il succedersi delle diverse fasi con cui a mano a mano ci si accosto' alla sanzione dei crimini fascisti e all'epurazione, e a tale scopo fornisce una preziosa cronologia dal giugno 1946 al dicembre 1947. Per meglio evidenziare la cesura dell'amnistia del giugno 1946, sarebbe stato tuttavia forse utile retrodatare la cronologia all'adozione da parte del governo Bonomi del decreto legislativo luogotenenziale del 27 luglio 1944, n. 159. In effetti tale decreto, che istituiva l'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo e l'Alto commissariato con compiti di istruttoria e di accusa, era basato sul presupposto di una rottura della legalita' costituzionale con la marcia su Roma e il colpo di stato del 3 gennaio 1925 e dunque ne sanzionava i responsabili e coloro che avevano "contribuito con atti rilevanti a mantenere in vigore il regime fascista". Venivano dichiarate inefficaci le amnistie proclamate durante il fascismo, mentre l'articolo 5 perseguiva il collaborazionismo coi tedeschi dopo l'8 settembre. Contro le sentenze dell'Alta corte non era ammessa impugnazione. Tale fase straordinaria - ispirata ai criteri indicati dagli Alleati e alle posizioni che avrebbero condotto al processo di Norimberga - si concluse nell'aprile del 1945 con la soppressione dell'Alta corte e il passaggio dei procedimenti pendenti prima a corti d'assise straordinarie e poi a sezioni speciali delle corti d'assise (restate in funzione fino al 1947), in un processo di normalizzazione e di progressivo svuotamento delle scelte iniziali. Come ben sottolinea Franzinelli, inoltre, non avendo funzionato l'epurazione della magistratura, e la sua defascistizzazione, l'affidamento alla magistratura ordinaria dei procedimenti pendenti resto' soggetto alla sua interpretazione, con il risultato dell'assoluzione della grande maggioranza degli imputati e la vanificazione delle primitive sentenze. * L'approccio del decreto 159 venne subito contestato da una serie di giuristi che firmarono un manifesto contro la retroattivita' invocando il principio nullum crimen sine lege. Ad essi rispose nell'agosto del 1944 Piero Calamandrei con tre articoli sull'"Italia libera", organo del Partito d'Azione, su Le leggi contro i delitti fascisti, opponendo il principio della giustizia a quello di legalita' strettamente intesa. Con la marcia su Roma e il colpo di stato del 3 gennaio 1925, il fascismo - sostiene Calamandrei - ha rappresentato una rottura della legalita': si e' trattato di un'insurrezione armata contro lo Stato, punibile in base al diritto vigente. La sconfitta del fascismo porta dunque a un ripristino della legalita' e alla necessita' di punire una associazione a delinquere durata molti anni. Lasciarne impuniti i delitti sarebbe aberrante, perche' si tratterebbe di un incitamento a farsi giustizia da se': "Chi volesse... lasciar che gli assassini di vent'anni fa continuino a circolare indisturbati per le vie dell'Italia liberata, dovrebbe arrivare all'assurda conseguenza di lasciar violare quel principio sommo di legalita' che e' il divieto di farsi giustizia da se'". Calamandrei esprime dunque la preoccupazione che, se lo stato non mantiene nelle sue mani la funzione punitiva, la giustizia pubblica "sia spodestata dalla furia sanguinaria delle vendette private". E questi argomenti Calamandrei riprende nel luglio del 1945 sul "Ponte", in risposta all'articolo di Jemolo Le sanzioni contro il fascismo e la legalita', sottolineando soprattutto il rischio che altrimenti "le vendette individuali dilagherebbero in guerra civile". Le obiezioni di Jemolo non riguardano il collaborazionismo ne' i delitti squadristici, bensi' "l'attivita' puramente politica svolta dai gerarchi fascisti nel periodo che va dal 28 ottobre 1922 al 25 luglio 1943", mentre Calamandrei insiste sulla rottura dell'ordine costituzionale ad opera del fascismo e sulla necessita' di andare oltre la legalita' per fare giustizia. Sul concetto di giustizia tornera' commentando le condanne al processo di Norimberga nel novembre 1946, nell'articolo intitolato Le leggi di Antigone. Agli "scrupoli legalitari" di coloro che sono tormentati da dubbi di procedura, contrappone le leggi non scritte nei codici, "le leggi dell'umanita'", la cui violazione finalmente trova un tribunale per sanzionarla. Ma gia' nell'ottobre Calamandrei aveva dovuto registrare la "desistenza" in corso in Italia: "Cio' che ci turba non e' il vedere circolare di nuovo per le piazze queste facce note; il pericolo non e' li'; non saranno i vecchi fascisti che rifaranno il fascismo. Che tornino in liberta' i torturatori e i collaborazionisti e i razziatori, puo' essere una incresciosa necessita' di pacificazione che non cancella il disgusto". Il pericolo e' piuttosto nell'oblio e nella continuita' col passato. Calamandrei non rimette in discussione subito l'amnistia, ma l'ultimo numero del "Ponte" del 1947 sara' dedicato a La crisi della resistenza e a una disamina spietata, nell'articolo di Carlo Galante Garrone, del bilancio negativo delle sanzioni contro il fascismo. Questo articolo, a cui Franzinelli attinge abbondantemente, e' parallelo a quello di Calamandrei che stigmatizza la "fiacchezza e sciatteria legislativa che ha aperto il varco alla restaurazione clandestina", attribuendola alla "ostentata svalutazione delle forme giuridiche che e' di prammatica nei comunisti" e allo "spirito cattolico accomodante e servile" dei democristiani. Dunque non tanto la "doppiezza" di Togliatti ma la doppia fragilita' del senso del diritto e della capacita' legislativa dei due grandi partiti di massa. Calamandrei ricorda che i giudici ordinari sono i custodi delle leggi che trovano in vigore: "Se i legislatori saliti al potere dopo la liberazione non hanno avuto il coraggio o l'accortezza di sconfessare apertamente la vecchia legalita' e di crearne una nuova, non c'e' da meravigliarsi se i magistrati... si siano fatti senza volerlo i restauratori della legalita' fascista", trovando in essa "gli argomenti per assolvere i militi delle brigate nere o per condannare i partigiani". In conclusione tuttavia si avverte una nota di ottimismo, perche' la Costituente ha prodotto una carta costituzionale "strumento democratico di liberta' e di rinnovamento sociale, del quale solo in avvenire... si potra' misurare il significato sociale ed il valore costruttivo". La preoccupazione non e' dunque solo per la continuita' dell'apparato statale garantita dall'amnistia, ma perche' in Italia "e' avvenuto questo singolarissimo fenomeno: che, mentre nel campo istituzionale c'e' stata, come s'e' visto, una vera rivoluzione e per di piu', in un certo periodo, l'avanzata rivoluzionaria si era iniziata in campo aperto anche sul terreno economico e sociale, e' poi mancata ai legislatori l'accortezza tecnica e la rapidita' necessaria per dare stabile sistemazione a quelle conquiste: e il contrattacco dei vinti, su quel terreno ancora scoperto e indifeso, e' stato agevole". 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1352 del 10 luglio 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: La domenica della nonviolenza. 81
- Next by Date: La nonviolenza e' in cammino. 1353
- Previous by thread: La domenica della nonviolenza. 81
- Next by thread: La nonviolenza e' in cammino. 1353
- Indice: