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La nonviolenza e' in cammino. 1343
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1343
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 1 Jul 2006 00:11:11 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1343 del primo luglio 2006 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Un sofisma da rigettare 2. "Azione nonviolenta" di luglio 3. Lega obiettori di coscienza: Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta 4. Marinella Correggia: Acqua 5. Ingrid Facchinelli: Una lettera della "Fondazione Alexander Langer" 6. Davide Turrini intervista Serge Latouche 7. Rosino Gibellini: Per una alleanza tra scienza e sapienza. Su un recente libro di Juergen Moltmann 8. Riletture: Friedrich Engels, Antiduehring 9. Riletture: Friedrich Engels, L'origine della famiglia, della proprieta' privata e dello stato 10. Riletture: Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UN SOFISMA DA RIGETTARE E' un sofisma quello che pone in contraddizione l'opposizione alla guerra e la salvaguardia della coalizione parlamentare non golpista e del governo che di essa deve essere espressione. La verita' e' l'esatto contrario: una coalizione parlamentare e un governo non golpisti hanno senso e trovano fondamento solo nel rispetto del dettato costituzionale: dettato costituzionale che proibisce la partecipazione italiana alla guerra. E poiche' in Afghanistan e' in corso una guerra, una coalizione parlamentare e un governo italiano non golpisti hanno l'obbligo giuridico e politico (oltre che morale e intellettuale) di disporre l'immediata cessazione della partecipazione dei militari italiani ad essa. E tutto il resto sono chiacchiere. * Se una parte della coalizione oggi al governo intende imporre la prosecuzione della violazione della legalita' costituzionale, la prosecuzione della partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista, la prosecuzione della politica berlusconiana golpista, e' essa e solo essa che si assuma una grave responsabilita', politica e penale: la responsabilita' di voler perpetrare un crimine, e per far questo di rompere la coalizione e mettere a rischio il governo. Se alcuni ministri vogliono imporre una decisione che configura una flagrante violazione della legalita' costituzionale ed un'altrettanto flagrante corresponsabilita' con la commissione di omicidi di cui la guerra consiste, sono loro che con cio' provocano altresi' la rottura dei fondamenti stessi della coalizione antigolpista, sono loro che provocano la messa in crisi del governo. * I parlamentari che rispettano la Costituzione della Repubblica Italiana hanno per cio' stesso il dovere di votare no alla guerra, no alla partecipazione italiana alla guerra, no all'illegalita', no agli omicidi. E un governo che voglia rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana dovrebbe deliberare conseguentemente. Un governo che viola la Costituzione, e che si macchia di omicidi, non e' piu' che un'accolita di criminali. * Questa la situazione, e questa la prova. Non c'e' alcunche' da mediare: c'e' solo da rispettare la Costituzione e deliberare di conseguenza. E quei parlamentari non golpisti che frastornati dalle menzogne della propaganda ovvero dell'ideologia come falsa coscienza ancora nutrissero dubbi, devono solo decidere se il loro dovere - in quanto esseri umani, in quanto pubblici ufficiali, in quanto rappresentanti del popolo italiano - e' salvare le vite umane o contribuire a sopprimerle. Non dovrebbe essere difficile prendere una decisione. Vivamente auspichiamo che il parlamento deliberi di opporsi alla guerra e cosi' salvare delle vite umane; vivamente auspichiamo che il governo si adegui a questa scelta. 2. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI LUGLIO [Da Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti: mao at sis.it, e anche presso la redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org), riceviamo e volentieri diffondiamo. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario] E' uscito il numero di luglio 2006 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. In questo numero: Alex Langer 11 anni dopo, sulle vie della nonviolenza, del Circolo Acli "Aldo Capitini" di Pordenone; Edmondo Marcucci, intellettuale pacifista europeo, bibliofilo. Una zattera per attraversare la vita, verso una civilta' di pace, di Gabriele Cappella; L'11 settembre 1906, di Rocco Alteri; Dal Convegno di Firenze, analisi proposte, iniziative. Il Movimento Nonviolento si confronta con la politica, i partiti e le istituzioni, con interventi di Michele Boato, Alberto L'Abate, Rocco Pompeo, Claudia Pallottino, Mao Valpiana, Gigi Ontanetti, Giovanna Providenti, Alfonso Navarra, Nanni Salio; Una forza piu' potente: scheda 6: Sud Africa 1985: liberta' durante la nostra vita, a cura di Luca Giusti. E le consuete rubriche: Giovani. Educazione civica con Lidia Menapace, a cura di Laura Corradini; Educazione. Quando mi urli da vicino mi fai paura, a cura di Pasquale Pugliese; Disarmo. Sicurezza non ha mai fatto rima con armi, a cura di Massimiliano Pilati; Economia. Riccardo Petrella e l'acquedotto pugliese, a cura di Paolo Macina; Per esempio. Quando le donne cantano i fucili tacciono, a cura di Maria G. Di Rienzo; Musica. Il mio banjo costringe l'odio alla resa, a cura di Paolo Predieri; Cinema. Un vero successo nato dal basso, a cura di Flavia Rizzi; Movimento. A ciascuno di fare qualcosa davanti al Forte Luserna, a cura della redazione. In copertina: La pace in tutte le lingue. In ultima: Materiale disponibile. In seconda: Pax et Biani, "Piu' lento, piu' profondo, piu' dolce". * Redazione, direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail a: an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 3. INIZIATIVE. LEGA OBIETTORI DI COSCIENZA: CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA [Dalla Lega obiettori di coscienza (in sigla: Loc) (per contatti: locosm at tin.it) riceviamo e diffondiamo] Vi invitiamo ad aderire alla Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta (in sigla: campagna osm dpn) per il 2006. * Per fare l'obiezione alle spese militari occorre compilare il modulo d'adesione disponibile del sito www.osmdpn.it I casi piu' semplici sono: - chi ha fatto una sottoscrizione per associazioni, enti, iniziative per la pace puo' aderire alla Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta motivando il proprio atto con la richiesta di riduzione delle spese militari; fotocopia la ricevuta del versamento e lo acclude al modulo; - chi deve allo Stato dei soldi con i modelli 730-Unico della dichiarazione dei redditi puo' richiedere al caf o al commercialista di effetuare da solo il versamento di quello che deve non in automatico con la rete informatica, ma presso uno sportello bancario o postale. In quel momento puo' detrarre dal versamento 12 euro e destinarli ad attivita' di pace. Lo stato non interviene fino a 15 euro in piu' o in meno nella dichiarazione; - chi vuole che si realizzino gli obiettivi della Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta puo' dare un contributo e firmare il modulo; - chi fa parte di un gruppo che fa attivita' per la pace, puo' proporre al suo gruppo che oltre a finanziare una iniziativa locale aderisca alla Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta. Si puo' fare una fotocopia unica del finanziamento dell'iniziativa e compilare per ogni persona un modulo d'adesione e inviarli al centro coordinatore; - tutte le altre opzioni sono segnalate nel volantone disponibile nel sito e che verra' inviato anche per l'e-mail a chi ne fara' richiesta. * Consultate il sito della Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta: www.osmdpn.it 4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 giugno 2006. Marinella Correggia e' una giornalista particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza. Tra le sue pubblicazioni: Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, Milano 2000, 2002] Il nuovo governo dello stato del Kerala, nell'India meridionale (formato dai partiti di sinistra del Left democratic Front) ha dichiarato formalmente che prendera' misure contro gli impianti di imbottigliamento della Coca Cola nello stato. Ne da' notizia il sito www.indiaresource.org. Il 15 giugno rappresentanti delle comunita' locali, riunite nel Plachimada Solidarity Committee e dell'Anti Coca-Cola Struggle Committee hanno incontrato il chief minister (cioe' capo del governo statale), V. S. Achutanandan, con in mano un memorandum che chiede la chiusura definitiva della fabbrica di Plachimada (piu' volte "Il manifesto" ha riferito di quest'annosa battaglia contro il prelievo di milioni di litri di acqua potabile da fonti locali pubbliche ormai scarse). Chiede anche il risarcimento dei danni per le comunita' locali colpite dalla siccita' e dall'inquinamento. I ministri si sono impegnati ad agire ciascuno nel proprio ambito; ad esempio quello degli Interni ha fatto ritirare tutti gli esposti avanzati contro i membri delle comunita'; il ministro della Giustizia nominera' un procuratore speciale dello stato presso la Corte Suprema. La fabbrica di Plachimada e' stata chiusa nel marzo 2004 in seguito alla resistenza nonviolenta ed efficace opposta dagli abitanti dei villaggi assetati. I proprietari hanno cercato di far riaprire per via giudiziale le operazioni ma il Kerala Pollution Control Board, organo tecnico del governo statale, nell'agosto 2005 ha ordinato un nuovo stop dopo aver riscontrato elevati livelli di cadmio e piombo intorno all'impianto. In novembre poi il governo ha dichiarato l'area di Plachimada "sovrasfruttata" dal punto di vista idrico, e ha ordinato che tutte le industrie chiedano licenze governative apposite per il prelievo dalle falde acquifere. Sempre le autorita' del Kerala hanno sfidato davanti alla Corte Suprema dell'India il presunto diritto di Coca Cola di prelevare acqua, sostenendo che "questa risorsa e' sottratta alle comunita' povere per produrre bevande destinate a chi ha soldi per pagarle". * Mentre dal sud arriva questa bella lezione di collaborazione fra governi e movimenti, nello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh alcuni rappresentanti della comunita' di Mehdiganj - a 20 km da Varanasi, nel centro della pianura del Gange - hanno iniziato uno sciopero della fame per chiedere la chiusura dell'impianto di cui e' proprietaria la Hindustan Coca-Cola Beverages Private Limited, sussidiaria indiana della multinazionale di Atlanta (Usa). La lista delle accuse, sostenute da migliaia di abitanti, e' pesante. Dicono che ha aggravato lo stato di acuta scarsita' idrica in venti villaggi, con un prelievo giornaliero stimato in 2,5 milioni di litri: l'azienda ne ammette solo 500.000, il che e' comunque molto considerato che nei villaggi indiani dell'area ogni abitante limita i propri consumi idrici, per tutti gli usi, a pochi litri al giorno. Dicono poi che ha inquinato terre agricole e falde idriche con i residui: il Central Pollution Control Board del governo federale di New Delhi ha trovato livelli eccessivi di cadmio, piombo e cromo nell'area. Infatti l'impresa scaricava i rifiuti solidi nei campi circostanti, spacciandoli per "ottimo fertilizzante"; in seguito le e' stato ordinato di trattarli come rifiuti pericolosi (ma di cosa e' fatta la Coca Cola?). Altra accusa: occupazione illegale di un appezzamento di terra appartenente al villaggio - i tribunali hanno dato ragione a quest'ultimo, ma la restituzioni non e' ancora avvenuta. Evasione fiscale: la compagnia rifiuta di pagare le tasse sulle etichette per 380.000 dollari, malgrado un ordine del tribunale. Violazione dei diritti sindacali: la gran parte dei lavoratori sono a contratto e guadagnano l'equivalente in rupie di 1,6 dollari al giorno, meno del minimo sindacale. Lo sciopero della fame giunge a tre mesi dall'inizio di un presidio permanente e a tempo indeterminato tenuto dalle comunita' di fronte alla fabbrica e che finora non ha sortito effetti. La Coca-Cola raggiunge il picco produttivo proprio nei mesi estivi, quando la crisi idrica dell'area si accentua; quest'anno poi la regione soffre di siccita'; per ora il governo si e' limitato ad annunciare una serie di misure di emergenza fra cui l'arrivo di autobotti nelle comunita'. Assurdo, replicano queste: "Chiediamo piuttosto che lo stato revochi la licenza di prelievo idrico da parte della Coca-Cola". La compagnia si e' difesa sostenendo di effettuare la raccolta di acqua piovana e "restituire" cosi' ai villaggi l'acqua di falda prelevata. Ma lo scorso aprile il public relations man inavvertitamente ha ammesso che la raccolta della pioggia raggranella l'8 per cento soltanto del consumo annuo dell'impianto... 5. ESPERIENZE. INGRID FACCHINELLI: UNA LETTERA DELLA "FONDAZIONE ALEXANDER LAGER" [Dalla presidente della Fondazione Alexander Langer (per contatti: tel. e fax: 0471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org o anche langer.foundation at tin.it, sito: www.alexanderlanger.org) riceviamo e diffondiamo. Ingrid Facchinelli, nata nel 1963 a Bolzano, dopo una formazione come educatrice ha svolto questa professione per otto anni, ha viaggiato a lungo in Sudamerica, Africa e Australia; laureata in storia e storia dell'arte a Innsbruck nel 2001 e' da allora archivista e coordinatrice della Fondazione Alexander Langer di Bolzano, di cui e' attualmente presidente. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bz) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La meridiana, Molfetta 2000; AA. VV., Una vita piu' semplice. Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005. Si sta ancora procedendo alla raccolta di tutti gli scritti e gli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa). Si vedano comunque almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione de La Fondazione Alexander Langer - Stiftung, suppl. a "Una citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax 054330421, e-mail: unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it), ed il nuovo fascicolo edito dalla Fondazione nel maggio 2000; una nuova edizione ancora e' del 2004 (per richieste: tel. e fax 00390471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org); la Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per informazioni: tel. 0458009803; fax 0458009212; e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org). Indirizzi utili: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49 Lauben, 39100 Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org] Care amiche e cari amici, Come forse gia' sapete, l'assemblea della Fondazione ha rinnovato il 5 dicembre scorso sia il consiglio di amministrazione che il comitato scientifico, dopo un anno ricco di eventi legati principalmente al decennale della morte di Alexander Langer e della strage di Srebrenica. Nel 2005 la Fondazione ha avuto il "Premio della Citta' di Roma per la pace e l'azione umanitaria". Dal 2005 siamo iscritti all'albo nazionale delle associazioni presso le quali puo' essere svolto il servizio civile e delle associazioni abilitate alla promozione della parita' di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, culturale, religiosa e legittimate ad agire in giudizio in nome, per conto o a sostegno del soggetto passivo di discriminazioni. * Approfitto per anticiparvi che il premio 2006 e' stato assegnato all'indonesiana Ibu Robin Lim, chiamata "ostetrica dai piedi scalzi" per il suo impegno in favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un'accoglienza felice del neonato, ma anche contro la malnutrizione e la crescente tendenza a medicalizzare l'evento della nascita. Ibu Robin vive a Bali, ma dai giorni della catastrofe dello tsunami, nel dicembre 2004, si e' trasferita nella regione di Aceh (Sumatra), travagliata anche da conflitti di natura etnica e religiosa, lavorando con le donne sopravvissute in un'opera di tipo sanitario e ostetrico ma anche di elaborazione del lutto, di ricostruzione del tessuto sociale e delle relazioni d'aiuto tra le persone. Poiche' Ibu Robin potra' essere in Italia solo dalla seconda quindicina di settembre, abbiamo deciso di rinviare a quella data sia la cerimonia di premiazione che il tradizionale incontro "Euromediterranea". * E' nostro intenzione tornare a Tuzla e Srebrenica con la scuola estiva internazionale (dal 7 al 16 luglio). Fateci sapere i vostri interessi e il vostro indirizzo e-mail, se lo avete, per potervi cosi' inviare regolari notizie sull'attivita' della Fondazione che trovate anche nel nostro sito www.alexanderlanger.org E dateci il vostro prezioso sostegno se potete. Con i migliori saluti, la presidente della Fondazione Langer, Ingrid Facchinelli * Il nuovo consiglio d'amministrazione per il triennio 2006-2008: presidente: Ingrid Facchinelli, Bozen/Bolzano, storica, archivista; vicepresidente: Christine Stufferin, Bozen/Bolzano, traduttrice; Elena Buccoliero, Ferrara, autrice, redazione di "Azione nonviolenta"; Giulia Allegrini, Verona, ricercatrice area mediazione; Karin Abram, Bozen/Bolzano, formatrice corso operatori/trici di pace; Marianella Sclavi, Milano, autrice e docente universitaria; Marino Vocci, Trieste, giornalista e animatore culturale; Rainer Girardi, Bozen/Bolzano, consulente osservatorio immigrazione fp; Sabina Langer, Milano, volontaria cooperazione e immigrazione; Sebastian Illing, Jena, studente universitario; Stefano Boninsegna, Merano/Meran, educatore sociale; Veronica Fratelli, Bressanone/Brixen, progettista e formatrice servizi sociali. * Il nuovo comitato scientifico e di garanzia per il triennio 2006-2008: presidente: Annamaria Gentili, Bologna, docente di storia e istituzioni dei paesi afro-asiatici; vicepresidente: Gianni Tamino, Padova, docente universitario di biologia, gia' europarlamentare; Anna Bravo, Torino, storica, docente universitaria; Barbara Bertoncin, Vicenza, redatrice rivista "Una citta'"; Edi Rabini, Bolzano/Bozen, pubblicista; Fabio Levi, Torino, docente universitario di storia contemporanea; Franco Travaglini , Montegabbione, giornalista, direttore di "Bioagricolture"; Grazia Barbiero, Merano/Roma, consulente parlamentare; Helmuth Moroder, Bolzano, ingegnere, vicepresidente Cipra internazionale; Liliana Cori, Roma, esperta in politiche ambientali e cooperazione internazionale; Mao Valpiana, Verona, assistente sociale, direttore di "Azione nonviolenta"; Margit Pieber, Wien, giornalista, insegnante all'Accademia di Belle Arti; Pinuccia Montanari, Reggio Emilia, bibliotecaria, assessore comunale; Ursula Apitzsch, Francoforte, docente di scienze politiche e sociologia. 6. RIFLESSIONE. DAVIDE TURRINI INTERVISTA SERGE LATOUCHE [Dal quotidiano "Liberazione" del 9 maggio 2006. Davide Turrini e' giornalista e critico cinematografico di "Liberazione" e "Segno cinema". Serge Latouche, docente universitario a Parigi, sociologo dell'economia ed epistemologo delle scienze umane, esperto di rapporti economici e culturali Nord/Sud, e' una delle figure piu' significative dell'odierno impegno per i diritti dell'umanita'. Opere di Serge Latouche: L'occidentalizzazione del mondo, Il pianeta dei naufraghi, La megamacchina, L'altra Africa, La sfida di Minerva, Giustizia senza limiti, Come sopravvivere allo sviluppo, tutti presso Bollati Boringhieri, Torino; Il mondo ridotto a mercato, Edizioni Lavoro, Roma; I profeti sconfessati, La meridana, Molfetta. Cfr. anche il libro intervista curato da Antonio Torrenzano, Immaginare il nuovo, L'Harmattan Italia, Torino 2000] Bastone sottile che non serve nemmeno da appoggio, viso canuto alla Burt Reynolds, cravatta leopardata sopra una camicia bianca con righine azzurre e viola, Serge Latouche, 66 anni portati meravigliosamente, professore emerito di scienze economiche all'universita' Paris Sud, esperto di rapporti economici e culturali tra Nord e Sud del mondo, fa la sua comparsa in Italia, a Bologna. La facolta' di Scienze politiche..., e' lo sfondo architettonico per l'incontro del professore che prende a prestito il titolo del suo nuovo volume, Come sopravvivere allo sviluppo (Bollati Boringhieri), per argomentare l'utopia del nuovo secolo: la decrescita economica. In un italiano praticamente perfetto, Latouche in quasi un'ora e mezza di incontro con studenti e docenti formula una sorta di compendio dell'intero percorso teorico-pratico che l'ha portato all'elaborazione di un concetto e di una dottrina socio-politica, avversata con la mente e con il cuore da tanti economisti. Ed e' proprio il quesito di partenza, lontano da Giddens come dal socialismo reale e che piuttosto richiama ad una resistenza alla Davide contro Golia, ad essere rivolto immediatamente a Latouche. "Alcuni anni fa, sopravvivere allo sviluppo era un problema che interessava solo il Sud del mondo", spiega il professore francese, "il Nord voleva sviluppare il Sud e occidentalizzarlo, ma altro non era che il proseguimento della colonizzazione con altri mezzi a cui va aggiunta la relativa distruzione delle identita' culturali e del tradizionale saper fare. Oggi, invece, tocca a noi occidentali: la distruzione della biosfera, la globalizzazione che altro non e' che la mercatizzazione del mondo (e non la globalizzazione del mercato), quel gioco al massacro che porta ad abbassare i salari degli operai del Nord per renderli concorrenziali con quelli cinesi, altro non sono che elementi che compongono, paradossalmente, l'impossibile concetto di sviluppo sostenibile. Mentre io ritengo che l'unica soluzione stia nella societa' della decrescita economica". * - Davide Turrini: Ma che cos'e' esattamente la decrescita economica? - Serge Latouche: Non e' un concetto, non e' l'elemento simmetrico della crescita, nemmeno una teoria economica. E' una parola d'ordine, e' uno slogan per gridare un forte "basta" al discorso dell'ideologia economicista. Dobbiamo abbandonare il credo insensato del crescere per crescere che ha come solo obiettivo il profitto per i detentori del capitale. La crescita ha materialmente un limite. Vi faccio un esempio: ad un litro di petrolio corrispondono 5 metri cubi di foresta. A questo ritmo i 12 miliardi di ettari ancora utilizzabili nel giro di ben poco tempo si esauriranno; per non dire che le riserve di petrolio potranno bastare soltanto per altri trent'anni. Allo stesso tempo, pero', basta un semplice rallentamento nel tasso di crescita per far cadere la societa' nello sconforto, con relativo abbandono dello stato assistenziale. Ecco perche' suggerisco di uscire da questo circolo vizioso della crescita che e' destinata ad esaurirsi molto presto e perche' condanno anche tutta la sinistra istituzionale, oramai diventata social-liberista, che non osa uscire dal paradigma tradizionale della societa' della crescita. * - Davide Turrini: Il problema a questo punto e' come attuare i buoni propositi... - Serge Latouche: Questa sorta di ateismo contro la religione dell'economia e dello sviluppismo prende le mosse dallo scollegamento del benessere dalla crescita economica: cioe' far crescere il benessere diminuendo progressivamente il Pil e drasticamente i costi negativi dei corollari della crescita, o ancor meglio: far decrescere il ben-avere statistico per migliorare il benesssere vissuto. La base di questo percorso sarebbe internalizzare gli effetti esterni, ovvero far pagare alle imprese i costi che fanno sopportare ai clienti, agli operai e alle generazione future: dalle spese per la pubblicita' (le spese pubblicitarie con 500 miliardi di dollari all'anno sono al secondo posto dei bilanci mondiali dopo i costo per gli armamenti), ai costi di spostamento di uomini e merci per il commercio che provoca insensato inquinamento. * - Davide Turrini: E dopo questa sorta di umanesimo di fondo da cui partire, quali sono le altre tappe da seguire? - Serge Latouche: In primo luogo dobbiamo deeconomicizzare il nostro immaginario, che oggi ha assimilato come unici valori della vita il denaro e il guadagno; riconcettualizzare il valore della poverta', un elemento dignitoso che abbiamo trasformato in qualcosa di vergognoso; rilocalizzare le attivita' produttive e ritrovare la saggezza del senso del luogo e del vivere localmente; ridurre l'orario di lavoro per tutti, creando meno disoccupazione e un cambiamento di valori che ci porti a rivalutare, come gli antichi, l'ozio; infine smetterla con l'assistenzialismo delle ong, reintroducendo i valori propri delle popolazioni del Sud del mondo. * - Davide Turrini: Non le sembra di perseguire una sorta di mondo utopico? - Serge Latouche: Tutti, dai politici agli economisti, sanno del rischio che stiamo correndo. Basta vedere gli effetti di quella che io definisco la pedagogia delle catastrofi (guardate il comportamento degli acquisti nel post "mucca pazza"). E poi abbiamo bisogno di utopia, nel senso forte della parola, perche' questi cambiamenti sono assolutamente possibili solo se lo vogliamo. Se, per esempio, prendiamo il treno da Reggio Emilia per Roma e scopriamo dopo la partenza di essere quasi arrivati a Torino, ci fermiamo, scendiamo e prendiamo il treno che porta dalla parte opposta, o no? Ecco, allora credo che la decrescita economica sia una scommessa in cui la ragione, assieme alla necessita' umana, portera' a democrazie locali ed ecologiche, piuttosto che al suicidio. 7. RIFLESSIONE. ROSINO GIBELLINI: PER UNA ALLEANZA TRA SCIENZA E SAPIENZA. SU UN RECENTE LIBRO DI JUERGEN MOLTMANN [Da "Teologi@Internet", forum teologico a cura di Rosino Gibellini, n. 60, 30 novembre 2005, Editrice Queriniana, Brescia (sito: www.queriniana.it/teologia.asp), riprendiamo il seguente testo, preceduto dalla nota redazionale che di seguito riportiamo: " Nei dibattiti attuali nel campo della biomedicina, ma anche sull'evoluzione, sorge l'interrogativo come possano scienza e teologia entrare in dialogo tra loro. Il tema e' stato affrontato recentemente da Juergen Moltmann nel libro Scienza e sapienza. Scienza e teologia in dialogo, Queriniana, Brescia 2003 (ed. originale 2002). La tesi di Moltmann e' che scienza e teologia possono dialogare nel nome della sapienza. Presentiamo la riflessione di Rosino Gibellini sull'opera di Moltmann, apparsa sulla rivista 'Dialoghi' (Rivista trimestrale promossa dall'Azione Cattolica Italiana, Roma 3/2005)". Rosino Gibellini, illustre teologo e straordinario promotore della conoscenza della riflessione teologica di tutto il mondo; riteniamo fondamentale il suo contributo al dibattito filosofico oltre che teologico contemporaneo (ma anche, aggiungiamo, all'impegno per la pace, di liberazione, per i diritti umani), contributo estrinsecatosi particolarmente con quell'impegno monumentale che e' la stupenda collana "Giornale di teologia" edita dalla Queriniana di Brescia. Opere di Rosino Gibellini: fondamentale e' La teologia del XX secolo, Queriniana, Brescia 1995, ma dovremmo citare numerosi altri suoi volumi, ed almeno i seguenti tutti editi dalla Queriniana: (a cura di), Breviario teologico dell'Avvento; (a cura di), Prospettive teologiche per il XXI secolo; Teilhard De Chardin: l'opera e le interpretazioni; La teologia di Juergen Moltmann; (a cura di), La nuova frontiera della teologia in America Latina; (a cura di), Teologia nera; Teologia e ragione. Itinerario e opera di Wolfhart Pannenberg; Il dibattito sulla teologia della liberazione; (a cura di), Percorsi di teologia africana; con Gilberto Gillini, Patrizio Rota Scalabrini, Mariateresa Zattoni Gillini, Alternativa; con Mary Hunt (a cura di), La sfida del femminismo alla teologia; con Dean Peerman (a cura di), Teologia dal Nordamerica; con Giorgio Penzo (a cura di), Dio nella filosofia del Novecento; con Marie Therese Van Lunen-Chenu, Donna e teologia. Opere su Rosino Gibellini: in suo onore (per festeggiarne i settant'anni) e' stato pubblicato il volume di AA. VV., Cammino e visione, Queriniana, Brescia 1996. Juergen Moltmann, nato ad Amburgo nel 1926, prigioniero di guerra, pastore, teologo; e' una delle voci piu' autorevoli della riflessione teologica contemporanea. Nella genesi del suo capolavoro del 1964 (Teologia della speranza) e' ovviamente forte ed esplicita l'influenza del pensiero di Ernst Bloch e del suo "principio speranza". Altro suo grande capolavoro e' Il Dio crocifisso del 1972. Opere di Jürgen Moltmann: segnaliamo particolarmente Teologia della speranza, L'esperimento speranza, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione, La giustizia crea futuro, Il Dio crocifisso, tutti pubblicati presso la Queriniana, Brescia. Riportiamo di seguito tutte le opere di Moltmann attualmente disponibili nel catalogo della Queriniana: con Kuno Fuessel, Johann Baptist Metz e altri, Ancora sulla "teologia politica": il dibattito continua; con Walter Kasper, Gesu' si', chiesa no?; con Hans Kueng (a cura di), Una confessione di fede ecumenica?; con Hans Kueng (a cura di), La disputa dello Spirito santo; con Hans Kueng (a cura di), Chi ha la parola nella Chiesa?; con Hans Kueng (a cura di), Il diritto al dissenso; con Hans Kueng (a cura di), Maria nelle chiese; con Hans Kueng (a cura di), Il cristianesimo tra le religioni mondiali; con Hans Kueng (a cura di), Una Convocazione ecumenica per la pace; con Hans Kueng (a cura di), Etica delle religioni universali e diritti umani; con Hans Kueng (a cura di), Il fondamentalismo come sfida ecumenica; con Hans Kueng (a cura di), Islam - una sfida per il cristianesimo; con Karl-Josef Kuschel (a cura di), I movimenti pentecostali come sfida ecumenica; con Pinchas Lapide, Monoteismo ebraico - Dottrina trinitaria cristiana. Un dialogo; con Pinchas Lapide, Israele e Chiesa: camminare insieme? Un dialogo; Teologia della speranza. Ricerche sui fondamenti e sulle implicazioni di una escatologia cristiana; Prospettive della teologia. Saggi; Il Dio crocifisso. La croce di Cristo, fondamento e critica della teologia cristiana; (a cura di), Le origini della teologia dialettica. Parte I: Karl Barth, Heinrich Barth, Emil Brunner - Parte II: Rudolf Bultmann, Friedrich Gogarten, Edward Thurneisen; La chiesa nella forza dello spirito. Contributo per una ecclesiologia messianica; Futuro della creazione; Trinita' e Regno di Dio. La dottrina su Dio; Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione; La via di Gesu' Cristo. Cristologia in dimensioni messianiche; Nella storia del Dio trinitario. Contributi per una teologia trinitaria; Lo Spirito della vita. Per una pneumatologia integrale; L'Avvento di Dio. Escatologia cristiana; Dio nel progetto del mondo moderno. Contributi per una rilevanza pubblica della teologia; Esperienze di pensiero teologico. Vie e forme della teologia cristiana; Scienza e sapienza. Scienza e teologia in dialogo; In dialogo con Ernst Bloch; La giustizia crea futuro. Una politica ispirata alla pace e un'etica fondata sulla creazione in un mondo minacciato; Che cos'e' oggi la teologia? Due contributi sulla sua attualizzazione; Chi e' Cristo per noi oggi?; La fonte della vita. Lo Spirito Santo e la teologia della vita; (a cura di), Biografia e teologia. Itinerari di teologi; Nella fine - l'inizio. Una picccola teologia della speranza; Dio viene e l'uomo acquista la liberta'. Conversazioni e tesi; Chi e' l'uomo?; Esperienze di Dio. Speranza - Angoscia - Mistica; Religione, rivoluzione e futuro; Sul gioco. Saggi sulla gioia della liberta' e sul piacere del gioco; Il linguaggio della liberazione. Prediche e meditazioni; L'esperimento speranza. Introduzioni; Nuovo stile di vita. Piccoli passi verso la "comunita'"; Uomo. L'antropologia cristiana tra i conflitti del presente; con Walter Kasper, Hans-Georg Geyer, Hans Kueng, Sulla teologia della croce; con Hans Kueng (a cura di), La Bibbia nel conflitto delle interpretazioni; con Johann Baptist Metz, Storia della passione. Due meditazioni su Marco 8,31-38; con Wolfhart Pannenberg, Karl Rahner, Johann Baptist Metz e altri, Dibattito sulla "teologia politica"; con Karl Rahner, Anton Voegtle e altri, Il simbolo apostolico; con Richard Shaull, Helmut Gollwitzer e altri, Dibattito sulla "teologia della rivoluzione". Opere su Juergen Moltmann: Rosino Gibellini, La teologia di Juergen Moltmann, Queriniana, Brescia 1975] Per dirla subito, e in breve: secondo il positivismo ottocentesco, aumentando la scienza, diminuisce la non-conoscenza; secondo l'epistemologia della post-modernita', aumentando la scienza, aumenta anche la non-conoscenza. Per questo la scienza deve accompagnarsi sempre con la sapienza. E in questo la scienza dovrebbe trovare un sicuro, e affidabile, alleato: la teologia. L'auspicata alleanza tra scienza e teologia nel nome della sapienza e' il filo conduttore di questo libro, minore, del teologo evangelico Juergen Moltmann, ma che viene da un lungo percorso di pensiero e di militanza teologica. La scienza spiega il mondo; il suo errore sarebbe di ritenersi la conoscenza esaustiva e risolutiva del mondo e dell'uomo; ma, dal canto suo, la teologia sbaglierebbe, se volesse dominare la scienza, come ha fatto nel caso di Galileo e in quello di Darwin; ma sbaglierebbe anche, se, edotta e impaurita dai suoi sbagli, si ritirasse strategicamente sull'esistenza, o su una storia della salvezza, abbandonando il mondo alla scienza. E invece: "Fede e ragione possono ritrovarsi insieme nella casa comune della sapienza, dove contribuire, ciascuna con il proprio apporto, alla costruzione di una cultura amante della vita" (p. 32). Dallo stupore nasce la conoscenza; la conoscenza e le conoscenze si organizzano in scienza e scienze, ma la scienza rimanda alla sapienza: "La sapienza e' un'etica del sapere" (p. 152). Le nostre conoscenze negli ultimi decenni hanno conosciuto un incremento enorme: basterebbe pensare all'energia nucleare, da una parte; e alla biomedicina, dall'altra. Ma, allora, avverte l'avveduto teologo: "per il prossimo futuro dovremo ampliare ancor piu' la nostra sapienza e rendere sapienziale il nostro rapporto con le conoscenze che abbiamo acquisito. Provocatoriamente potremmo dire che il futuro non e' della scienza, ma della sapienza, sempre che l'umanita' voglia ancora disporre di futuro" (p. 160). L'istanza sapienziale si e' imposta in campo culturale con l'opera del filosofo ebraico Hans Jonas, Il principio responsabilita' (1979), e con le riflessioni del critico della cultura Ivan Illich sul senso del limite e su una convivenza di convivialita'. Per la teologia, con radicazione biblica, la sapienza nasce dal timor di Dio, non come paura di fronte al mistero "tremendum", ma come riconoscimento della trascendenza di Dio e della sua sublimita', da cui deriva il senso dei propri limiti, che ci guarisce dal "complesso di Dio" (Richter), e fuga ogni auto-divinizzazione, ma, insieme, ogni disprezzo di se'. * Il rapporto tra ragione e fede, e, corrispondentemente, tra scienza e teologia viene in queste pagine moltmanniane approfondito sul registro del differenziato rapportarsi di scienza e teologia alla sapienza, come etica del sapere. Questo rapporto differenziato e rispettoso, che supera il conflitto in vista di una convergenza dei saperi, puo' essere modulato in diversi ambiti scientifici. Per quanto attiene, per esempio, all'ambito tanto discusso della biomedicina, si puo' fare riferimento alla trattazione del teologo della morale Dietmar Mieth, nella sua ponderosa opera, Che cosa vogliamo potere? (2002), che da' espressione, con una formulazione che ricorda le grandi domande kantiane, alla domanda che la sapienza etica muove alla biomedicina. Moltmann nel suo saggio (1971) su questa problematica nel nostro libro si muove nello stesso giro di pensiero, ma con piu' incertezza, senza arrivare alla formulazione tagliente del suo collega cattolico di Tubinga. I saggi di Moltmann raccolti nel volume ruotano soprattutto attorno alla tematica di teologia e cosmologia, riprendendo le riflessioni svolte in una delle sue opere maggiori, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione (1984), dove opera il passaggio da una visione antropocentrica a un teocentrismo cosmologico. Il rapporto tra teologia e cosmologia puo' essere concepito deisticamente, con un vago rimando teologico posto alla fine; esistenzialmente, con una contrazione del discorso teologico sull'esistenzialita' del singolo; o nel segno di una convergenza tra scienze della natura e teologia. E' questa la via che intende praticare Moltmann: dalla diastasi alla convergenza. La scienza ha le sue categorie interpretative della storia del mondo: big bang, evoluzione, progresso; la teologia offre il concetto di creatio ex nihilo e di creazione escatologica, che dara' compimento alla storia del mondo. La teologia apprende dalla scienza la storia del divenire del mondo: "La fede escatologica potra' acquisire la sua autocoscienza storica soltanto nel dialogo con le scienze" (p. 27); la teologia non intende "concludere" la storia del sistema-mondo, ma pensa l'ingresso del mondo nella "infinitudine divina", operando cosi' una sua "eterna vitalizzazione". Quando la scienza si interroga sul futuro del mondo, si interroga sempre su un far-future-universe, su un universo-dal-futuro-lontano, che e' diverso, ma non conflittuale con il futuro escatologico, un futuro operato da Dio, che fa nuove tutte le cose (Ap. 21, 4), e che da' senso alla processualita' del mondo. * Ma, l'infinito non coarta il finito? o ancora: il finito non limita l'infinito? Moltmann risponde, riprendendo la categoria ebraica di "zimzum", di Isaac Luria, di Gershom Scholem e Hans Jonas, e spunti di pensieri del Cusano, secondo cui non l'infinito limita il finito, ma l'infinito, creando, si auto-limita; la kenosi, che conosce il suo punto di maggiore intensita' nella croce di Cristo, ha gia' inizio con la creazione del mondo: "L'amore creatore non implica dunque soltanto l'auto-donazione, ma pure l'auto-limitazione, non solo la simpatia, ma anche il rispetto per la specificita' dell'altro" (p. 66). La scienza conosce il tempo fisico, il tempo della temporalita' e della transitorieta'. La teologia integra il tempo della transitorieta' con il tempo concepito come futurita', che apre la storia del tempo al futuro escatologico, che ricupera tutte le attese del passato e dei tra-passati. Non c'e' conflittualita', ma allargamento di orizzonti. Nel delineare il rapporto tra Dio e mondo, la teologia cristiana deve coniugare trascendenza con immanenza, e in questa delineazione si incontrano accentuazioni diverse. Se per von Balthasar e Rahner si puo' accettare, al di la' della differenza tra Dio e mondo, che il mondo e' in Dio, Moltmann procede oltre, e afferma anche che Dio e' nel mondo, Dio e' nella sua creazione. Si tratta di una teoresi intesa, nella salvaguardia della trascendenza di Dio al mondo, a stringere di piu' il rapporto di Dio e mondo, in una accentuazione della immanenza di Dio al mondo, al fine di sviluppare una teologia ecologica. In fondo: a che cosa mirano tutte le nostre conoscenze? Ad acquisire uno sguardo sapienziale sulla vita e sul mondo. Si spiega cosi' come Moltmann dedichi il capitolo conclusivo di Esperienze di pensiero teologico (1999), che rappresenta l'ultimo volume dei suoi "Contributi sistematici di teologia" (6 voll., 1980-1999) - dove svolge una teologia dialogica in comunione ecumenica e nella comune speranza del Regno come orizzonte di riflessione - all'elogio della sapienza, che sara' ripreso nella raccolta di saggi Scienza e sapienza (2002), di cui abbiamo esposto la linea teoretica essenziale. In sintesi: la conflittualita' tra scienza e teologia ha generato il "doppio binario" dello spirito moderno, secondo il quale scienza e teologia procedono ciascuna per la propria strada. La sapienza come etica delle conoscenze guida le conoscenze verso una convergenza "alla ricerca, insieme, della verita' dell'intero, e della salvezza di un mondo lacerato" (p. 13). 8. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: ANTIDUEHRING Friedrich Engels, Antiduehring, Editori Riuniti, Roma 1950, 1971, pp. XL + 352. A cura di Valentino Gerratana, un libro del quale da lunghissima pezza e' di moda dir male: e invece se lo si leggesse davvero, resta non solo un documento assai significativo di un'epoca, di una tendenza e di una temperie, ma anche un contributo di riflessione e ricerca che non reca solo cose caduche (e talora fin penose), e materiali piu' volte abusivamente riciclati da certi criminali che poi sopravvennero, ma anche preziose, decisive verita', e speranze che non si estinguono. 9. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: L'ORIGINE DELLA FAMIGLIA, DELLA PROPRIETA' PRIVATA E DELLO STATO Friedrich Engels, L'origine della famiglia, della proprieta' privata e dello stato, Editori Riuniti, Roma 1963, 1976, pp. 224. A cura di Fausto Codino, un libro che resta un classico. 10. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: LUDWIG FEUERBACH E IL PUNTO D'APPRODO DELLA FILOSOFIA CLASSICA TEDESCA Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca, Editori Riuniti, Roma 1950, 1976, pp. 96. A cura di Palmiro Togliatti e con in appendice le "Tesi su Feuerbach" di Marx. La posizione di Marx e di Engels nei confronti di Feuerbach e' talvolta acuta e piu' spesso ingenerosa (cosi' gia' nell'acre, giovanile, vivacissima resa dei conti della Sacra famiglia e dell'Ideologia tedesca, due opere splendide quanto oltranziste e fin ingiuriose nell'esibito sarcasmo), ma questo libriccino e' comunque anch'esso una lettura indispensabile. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1343 del primo luglio 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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