La nonviolenza e' in cammino. 1343



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1343 del primo luglio 2006

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Un sofisma da rigettare
2. "Azione nonviolenta" di luglio
3. Lega obiettori di coscienza: Campagna di obiezione di coscienza alle
spese militari per la difesa popolare nonviolenta
4. Marinella Correggia: Acqua
5. Ingrid Facchinelli: Una lettera della "Fondazione Alexander Langer"
6. Davide Turrini intervista Serge Latouche
7. Rosino Gibellini: Per una alleanza tra scienza e sapienza. Su un recente
libro di Juergen Moltmann
8. Riletture: Friedrich Engels, Antiduehring
9. Riletture: Friedrich Engels, L'origine della famiglia, della proprieta'
privata e dello stato
10. Riletture: Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della
filosofia classica tedesca
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UN SOFISMA DA RIGETTARE

E' un sofisma quello che pone in contraddizione l'opposizione alla guerra e
la salvaguardia della coalizione parlamentare non golpista e del governo che
di essa deve essere espressione.
La verita' e' l'esatto contrario: una coalizione parlamentare e un governo
non golpisti hanno senso e trovano fondamento solo nel rispetto del dettato
costituzionale: dettato costituzionale che proibisce la partecipazione
italiana alla guerra.
E poiche' in Afghanistan e' in corso una guerra, una coalizione parlamentare
e un governo italiano non golpisti hanno l'obbligo giuridico e politico
(oltre che morale e intellettuale) di disporre l'immediata cessazione della
partecipazione dei militari italiani ad essa.
E tutto il resto sono chiacchiere.
*
Se una parte della coalizione oggi al governo intende imporre la
prosecuzione della violazione della legalita' costituzionale, la
prosecuzione della partecipazione italiana alla guerra terrorista e
stragista, la prosecuzione della politica berlusconiana golpista, e' essa e
solo essa che si assuma una grave responsabilita', politica e penale: la
responsabilita' di voler perpetrare un crimine, e per far questo di rompere
la coalizione e mettere a rischio il governo.
Se alcuni ministri vogliono imporre una decisione che configura una
flagrante violazione della legalita' costituzionale ed un'altrettanto
flagrante corresponsabilita' con la commissione di omicidi di cui la guerra
consiste, sono loro che con cio' provocano altresi' la rottura dei
fondamenti stessi della coalizione antigolpista, sono loro che provocano la
messa in crisi del governo.
*
I parlamentari che rispettano la Costituzione della Repubblica Italiana
hanno per cio' stesso il dovere di votare no alla guerra, no alla
partecipazione italiana alla guerra, no all'illegalita', no agli omicidi.
E un governo che voglia rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana
dovrebbe deliberare conseguentemente.
Un governo che viola la Costituzione, e che si macchia di omicidi, non e'
piu' che un'accolita di criminali.
*
Questa la situazione, e questa la prova.
Non c'e' alcunche' da mediare: c'e' solo da rispettare la Costituzione e
deliberare di conseguenza.
E quei parlamentari non golpisti che frastornati dalle menzogne della
propaganda ovvero dell'ideologia come falsa coscienza ancora nutrissero
dubbi, devono solo decidere se il loro dovere - in quanto esseri umani, in
quanto pubblici ufficiali, in quanto rappresentanti del popolo italiano - e'
salvare le vite umane o contribuire a sopprimerle. Non dovrebbe essere
difficile prendere una decisione.
Vivamente auspichiamo che il parlamento deliberi di opporsi alla guerra e
cosi' salvare delle vite umane; vivamente auspichiamo che il governo si
adegui a questa scelta.

2. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI LUGLIO
[Da Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti:
mao at sis.it, e anche presso la redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna
8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax  0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org), riceviamo e volentieri
diffondiamo. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e
autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive
ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e'
impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La
nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro
del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento,
responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della
rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini.
Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra
l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di
coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui
e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha
partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di
armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre
membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto
parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio
Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del
"Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei
Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel
giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni,
la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo
autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra
richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario]

E' uscito il numero di luglio 2006 di "Azione nonviolenta", rivista del
Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; mensile di
formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in
Italia e nel mondo.
In questo numero: Alex Langer 11 anni dopo, sulle vie della nonviolenza, del
Circolo Acli "Aldo Capitini" di Pordenone; Edmondo Marcucci, intellettuale
pacifista europeo, bibliofilo. Una zattera per attraversare la vita, verso
una civilta' di pace, di Gabriele Cappella; L'11 settembre 1906, di Rocco
Alteri; Dal Convegno di Firenze, analisi proposte, iniziative. Il Movimento
Nonviolento si confronta con la politica, i partiti e le istituzioni, con
interventi di Michele Boato, Alberto L'Abate, Rocco Pompeo, Claudia
Pallottino, Mao Valpiana, Gigi Ontanetti, Giovanna Providenti, Alfonso
Navarra, Nanni Salio; Una forza piu' potente: scheda 6: Sud Africa 1985:
liberta' durante la nostra vita, a cura di Luca Giusti.
E le consuete rubriche: Giovani. Educazione civica con Lidia Menapace, a
cura di Laura Corradini; Educazione. Quando mi urli da vicino mi fai paura,
a cura di Pasquale Pugliese; Disarmo. Sicurezza non ha mai fatto rima con
armi, a cura di Massimiliano Pilati; Economia. Riccardo Petrella e
l'acquedotto pugliese, a cura di Paolo Macina; Per esempio. Quando le donne
cantano i fucili tacciono, a cura di Maria G. Di Rienzo; Musica. Il mio
banjo costringe l'odio alla resa, a cura di Paolo Predieri; Cinema. Un vero
successo nato dal basso, a cura di Flavia Rizzi; Movimento. A ciascuno di
fare qualcosa davanti al Forte Luserna, a cura della redazione.
In copertina: La pace in tutte le lingue. In ultima: Materiale disponibile.
In seconda: Pax et Biani, "Piu' lento, piu' profondo, piu' dolce".
*
Redazione, direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212,
e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363
intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail a:
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

3. INIZIATIVE. LEGA OBIETTORI DI COSCIENZA: CAMPAGNA DI OBIEZIONE DI
COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA
[Dalla Lega obiettori di coscienza (in sigla: Loc) (per contatti:
locosm at tin.it) riceviamo e diffondiamo]

Vi invitiamo ad aderire alla Campagna di obiezione alle spese militari per
la difesa popolare nonviolenta (in sigla: campagna osm dpn) per il 2006.
*
Per fare l'obiezione alle spese militari occorre compilare il modulo
d'adesione disponibile del sito www.osmdpn.it
I casi piu' semplici sono:
- chi ha fatto una sottoscrizione per associazioni, enti, iniziative per la
pace puo' aderire alla Campagna di obiezione alle spese militari per la
difesa popolare nonviolenta motivando il proprio atto con la richiesta di
riduzione delle spese militari; fotocopia la ricevuta del versamento e lo
acclude al modulo;
- chi deve allo Stato dei soldi con i modelli 730-Unico della dichiarazione
dei redditi puo' richiedere al caf o al commercialista di effetuare da solo
il versamento di quello che deve non in automatico con la rete informatica,
ma presso uno sportello bancario o postale. In quel momento puo' detrarre
dal versamento 12 euro e destinarli ad attivita' di pace. Lo stato non
interviene fino a 15 euro in piu' o in meno nella dichiarazione;
- chi vuole che si realizzino gli obiettivi della Campagna di obiezione alle
spese militari per la difesa popolare nonviolenta puo' dare un contributo e
firmare il modulo;
- chi fa parte di un gruppo che fa attivita' per la pace, puo' proporre al
suo gruppo che oltre a finanziare una iniziativa locale aderisca alla
Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare
nonviolenta. Si puo' fare una fotocopia unica del finanziamento
dell'iniziativa e compilare per ogni persona un modulo d'adesione e inviarli
al centro coordinatore;
- tutte le altre opzioni sono segnalate nel volantone disponibile nel sito e
che verra' inviato anche per l'e-mail a chi ne fara' richiesta.
*
Consultate il sito della Campagna di obiezione alle spese militari per la
difesa popolare nonviolenta: www.osmdpn.it

4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 giugno 2006. Marinella Correggia e'
una giornalista particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace,
dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza. Tra le sue
pubblicazioni: Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, Milano
2000, 2002]

Il nuovo governo dello stato del Kerala, nell'India meridionale (formato dai
partiti di sinistra del Left democratic Front) ha dichiarato formalmente che
prendera' misure contro gli impianti di imbottigliamento della Coca Cola
nello stato. Ne da' notizia il sito www.indiaresource.org. Il 15 giugno
rappresentanti delle comunita' locali, riunite nel Plachimada Solidarity
Committee e dell'Anti Coca-Cola Struggle Committee hanno incontrato il chief
minister (cioe' capo del governo statale), V. S. Achutanandan, con in mano
un memorandum che chiede la chiusura definitiva della fabbrica di Plachimada
(piu' volte "Il manifesto" ha riferito di quest'annosa battaglia contro il
prelievo di milioni di litri di acqua potabile da fonti locali pubbliche
ormai scarse). Chiede anche il risarcimento dei danni per le comunita'
locali colpite dalla siccita' e dall'inquinamento. I ministri si sono
impegnati ad agire ciascuno nel proprio ambito; ad esempio quello degli
Interni ha fatto ritirare tutti gli esposti avanzati contro i membri delle
comunita'; il ministro della Giustizia nominera' un procuratore speciale
dello stato presso la Corte Suprema.
La fabbrica di Plachimada e' stata chiusa nel marzo 2004 in seguito alla
resistenza nonviolenta ed efficace opposta dagli abitanti dei villaggi
assetati. I proprietari hanno cercato di far riaprire per via giudiziale le
operazioni ma il Kerala Pollution Control Board, organo tecnico del governo
statale, nell'agosto 2005 ha ordinato un nuovo stop dopo aver riscontrato
elevati livelli di cadmio e piombo intorno all'impianto. In novembre poi il
governo ha dichiarato l'area di Plachimada "sovrasfruttata" dal punto di
vista idrico, e ha ordinato che tutte le industrie chiedano licenze
governative apposite per il prelievo dalle falde acquifere. Sempre le
autorita' del Kerala hanno sfidato davanti alla Corte Suprema dell'India il
presunto diritto di Coca Cola di prelevare acqua, sostenendo che "questa
risorsa e' sottratta alle comunita' povere per produrre bevande destinate a
chi ha soldi per pagarle".
*
Mentre dal sud arriva questa bella lezione di collaborazione fra governi e
movimenti, nello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh alcuni
rappresentanti della comunita' di Mehdiganj - a 20 km da Varanasi, nel
centro della pianura del Gange - hanno iniziato uno sciopero della fame per
chiedere la chiusura dell'impianto di cui e' proprietaria la Hindustan
Coca-Cola Beverages Private Limited, sussidiaria indiana della
multinazionale di Atlanta (Usa).
La lista delle accuse, sostenute da migliaia di abitanti, e' pesante. Dicono
che ha aggravato lo stato di acuta scarsita' idrica in venti villaggi, con
un prelievo giornaliero stimato in 2,5 milioni di litri: l'azienda ne
ammette solo 500.000, il che e' comunque molto considerato che nei villaggi
indiani dell'area ogni abitante limita i propri consumi idrici, per tutti
gli usi, a pochi litri al giorno. Dicono poi che ha inquinato terre agricole
e falde idriche con i residui: il Central Pollution Control Board del
governo federale di New Delhi ha trovato livelli eccessivi di cadmio, piombo
e cromo nell'area. Infatti l'impresa scaricava i rifiuti solidi nei campi
circostanti, spacciandoli per "ottimo fertilizzante"; in seguito le e' stato
ordinato di trattarli come rifiuti pericolosi (ma di cosa e' fatta la Coca
Cola?). Altra accusa: occupazione illegale di un appezzamento di terra
appartenente al villaggio - i tribunali hanno dato ragione a quest'ultimo,
ma la restituzioni non e' ancora avvenuta. Evasione fiscale: la compagnia
rifiuta di pagare le tasse sulle etichette per 380.000 dollari, malgrado un
ordine del tribunale. Violazione dei diritti sindacali: la gran parte dei
lavoratori sono a contratto e guadagnano l'equivalente in rupie di 1,6
dollari al giorno, meno del minimo sindacale.
Lo sciopero della fame giunge a tre mesi dall'inizio di un presidio
permanente e a tempo indeterminato tenuto dalle comunita' di fronte alla
fabbrica e che finora non ha sortito effetti. La Coca-Cola raggiunge il
picco produttivo proprio nei mesi estivi, quando la crisi idrica dell'area
si accentua; quest'anno poi la regione soffre di siccita'; per ora il
governo si e' limitato ad annunciare una serie di misure di emergenza fra
cui l'arrivo di autobotti nelle comunita'. Assurdo, replicano queste:
"Chiediamo piuttosto che lo stato revochi la licenza di prelievo idrico da
parte della Coca-Cola". La compagnia si e' difesa sostenendo di effettuare
la raccolta di acqua piovana e "restituire" cosi' ai villaggi l'acqua di
falda prelevata. Ma lo scorso aprile il public relations man
inavvertitamente ha ammesso che la raccolta della pioggia raggranella l'8
per cento soltanto del consumo annuo dell'impianto...

5. ESPERIENZE. INGRID FACCHINELLI: UNA LETTERA DELLA "FONDAZIONE ALEXANDER
LAGER"
[Dalla presidente della Fondazione Alexander Langer (per contatti: tel. e
fax: 0471977691, e-mail: info at alexanderlanger.org o anche
langer.foundation at tin.it, sito: www.alexanderlanger.org) riceviamo e
diffondiamo.
Ingrid Facchinelli, nata nel 1963 a Bolzano, dopo una formazione come
educatrice ha svolto questa professione per otto anni, ha viaggiato a lungo
in Sudamerica, Africa e Australia; laureata in storia e storia dell'arte a
Innsbruck nel 2001 e' da allora archivista e coordinatrice della Fondazione
Alexander Langer di Bolzano, di cui e' attualmente presidente.
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bz) nel 1946, e si e' tolto
la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative
per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria
descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer
rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata
col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa
in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace.
Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua scomparsa sono
state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della
convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti
1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta,
Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu'
lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The
Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier
Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli'
2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre -
Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario,
Milano 2005. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite.
La resistenza mite di Alex Langer, La meridiana, Molfetta 2000; AA. VV., Una
vita piu' semplice. Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo -
Altreconomia, Milano 2005. Si sta ancora procedendo alla raccolta di tutti
gli scritti e gli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma
generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi
interventi e' assai variamente dispersa). Si vedano comunque almeno i
fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di
giugno 2005; l'opuscolo di presentazione de La Fondazione Alexander Langer -
Stiftung, suppl. a "Una citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax
054330421, e-mail: unacitta at unacitta.it, sito: www.unacitta.it), ed il nuovo
fascicolo edito dalla Fondazione nel maggio 2000; una nuova edizione ancora
e' del 2004 (per richieste: tel. e fax 00390471977691, e-mail:
info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org); la Casa per la
nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per
informazioni: tel. 0458009803; fax 0458009212; e-mail:
azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org). Indirizzi utili:
Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49 Lauben, 39100
Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org,
sito: www.alexanderlanger.org]

Care amiche e cari amici,
Come forse gia' sapete, l'assemblea della Fondazione ha rinnovato il 5
dicembre scorso sia il consiglio di amministrazione che il comitato
scientifico, dopo un anno ricco di eventi legati principalmente al decennale
della morte di Alexander Langer e della strage di Srebrenica.
Nel 2005 la Fondazione ha avuto il "Premio della Citta' di Roma per la pace
e l'azione umanitaria". Dal 2005 siamo  iscritti all'albo nazionale delle
associazioni presso le quali puo' essere svolto il servizio civile e delle
associazioni abilitate alla promozione della parita' di trattamento tra le
persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, culturale,
religiosa e legittimate ad agire in giudizio in nome, per conto o a sostegno
del soggetto passivo di discriminazioni.
*
Approfitto per anticiparvi che il premio 2006 e' stato assegnato
all'indonesiana Ibu Robin Lim, chiamata "ostetrica dai piedi scalzi" per il
suo impegno in favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un'accoglienza
felice del neonato, ma anche contro la malnutrizione e la crescente tendenza
a medicalizzare l'evento della nascita. Ibu Robin vive a Bali, ma dai giorni
della catastrofe dello tsunami, nel dicembre 2004, si e' trasferita nella
regione di Aceh (Sumatra), travagliata anche da conflitti di natura etnica e
religiosa, lavorando con le donne sopravvissute in un'opera di tipo
sanitario e ostetrico ma anche di elaborazione del lutto, di ricostruzione
del tessuto sociale e delle relazioni d'aiuto tra le persone.
Poiche' Ibu Robin potra' essere in Italia solo dalla seconda quindicina di
settembre, abbiamo deciso di rinviare a quella data sia la cerimonia di
premiazione che il tradizionale incontro "Euromediterranea".
*
E' nostro intenzione tornare a Tuzla e Srebrenica con la scuola estiva
internazionale (dal 7 al 16 luglio).
Fateci sapere i vostri interessi e il vostro indirizzo e-mail, se lo avete,
per potervi cosi' inviare regolari notizie sull'attivita' della Fondazione
che trovate anche nel nostro sito www.alexanderlanger.org
E dateci il vostro prezioso sostegno se potete.
Con i migliori saluti,
la presidente della Fondazione Langer, Ingrid Facchinelli
*
Il nuovo consiglio d'amministrazione per il triennio 2006-2008: presidente:
Ingrid Facchinelli, Bozen/Bolzano, storica, archivista; vicepresidente:
Christine Stufferin, Bozen/Bolzano, traduttrice; Elena Buccoliero, Ferrara,
autrice, redazione di "Azione nonviolenta"; Giulia Allegrini, Verona,
ricercatrice area mediazione; Karin Abram, Bozen/Bolzano, formatrice corso
operatori/trici di pace; Marianella Sclavi,  Milano, autrice e docente
universitaria; Marino Vocci, Trieste, giornalista e animatore culturale;
Rainer Girardi,  Bozen/Bolzano, consulente osservatorio immigrazione fp;
Sabina Langer, Milano, volontaria cooperazione e immigrazione; Sebastian
Illing, Jena, studente universitario; Stefano Boninsegna, Merano/Meran,
educatore sociale; Veronica Fratelli, Bressanone/Brixen, progettista e
formatrice servizi sociali.
*
Il nuovo comitato scientifico e di garanzia per il triennio 2006-2008:
presidente: Annamaria Gentili, Bologna, docente di storia e istituzioni dei
paesi afro-asiatici; vicepresidente: Gianni Tamino, Padova, docente
universitario di biologia, gia' europarlamentare; Anna Bravo, Torino,
storica, docente universitaria; Barbara Bertoncin, Vicenza, redatrice
rivista "Una citta'"; Edi Rabini, Bolzano/Bozen, pubblicista; Fabio Levi,
Torino, docente universitario di storia contemporanea; Franco Travaglini ,
Montegabbione, giornalista, direttore di "Bioagricolture"; Grazia Barbiero,
Merano/Roma, consulente parlamentare; Helmuth  Moroder, Bolzano, ingegnere,
vicepresidente Cipra internazionale; Liliana Cori, Roma, esperta in
politiche ambientali e cooperazione internazionale; Mao Valpiana, Verona,
assistente sociale, direttore di "Azione nonviolenta"; Margit Pieber, Wien,
giornalista, insegnante all'Accademia di Belle Arti; Pinuccia Montanari,
Reggio Emilia, bibliotecaria, assessore comunale; Ursula Apitzsch,
Francoforte, docente di scienze politiche e sociologia.

6. RIFLESSIONE. DAVIDE TURRINI INTERVISTA SERGE LATOUCHE
[Dal quotidiano "Liberazione" del 9 maggio 2006.
Davide Turrini e' giornalista e critico cinematografico di "Liberazione" e
"Segno cinema".
Serge Latouche, docente universitario a Parigi, sociologo dell'economia ed
epistemologo delle scienze umane, esperto di rapporti economici e culturali
Nord/Sud, e' una delle figure piu' significative dell'odierno impegno per i
diritti dell'umanita'. Opere di Serge Latouche: L'occidentalizzazione del
mondo, Il pianeta dei naufraghi, La megamacchina, L'altra Africa, La sfida
di Minerva, Giustizia senza limiti, Come sopravvivere allo sviluppo, tutti
presso Bollati Boringhieri, Torino; Il mondo ridotto a mercato, Edizioni
Lavoro, Roma; I profeti sconfessati, La meridana, Molfetta. Cfr. anche il
libro intervista curato da Antonio Torrenzano, Immaginare il nuovo,
L'Harmattan Italia, Torino 2000]

Bastone sottile che non serve nemmeno da appoggio, viso canuto alla Burt
Reynolds, cravatta leopardata sopra una camicia bianca con righine azzurre e
viola, Serge Latouche, 66 anni portati meravigliosamente, professore emerito
di scienze economiche all'universita' Paris Sud, esperto di rapporti
economici e culturali tra Nord e Sud del mondo, fa la sua comparsa in
Italia, a Bologna. La facolta' di Scienze politiche..., e' lo sfondo
architettonico per l'incontro del professore che prende a prestito il titolo
del suo nuovo volume, Come sopravvivere allo sviluppo (Bollati Boringhieri),
per argomentare l'utopia del nuovo secolo: la decrescita economica. In un
italiano praticamente perfetto, Latouche in quasi un'ora e mezza di incontro
con studenti e docenti formula una sorta di compendio dell'intero percorso
teorico-pratico che l'ha portato all'elaborazione di un concetto e di una
dottrina socio-politica, avversata con la mente e con il cuore da tanti
economisti. Ed e' proprio il quesito di partenza, lontano da Giddens come
dal socialismo reale e che piuttosto richiama ad una resistenza alla Davide
contro Golia, ad essere rivolto immediatamente a Latouche. "Alcuni anni fa,
sopravvivere allo sviluppo era un problema che interessava solo il Sud del
mondo", spiega il professore francese, "il Nord voleva sviluppare il Sud e
occidentalizzarlo, ma altro non era che il proseguimento della
colonizzazione con altri mezzi a cui va aggiunta la relativa distruzione
delle identita' culturali e del tradizionale saper fare. Oggi, invece, tocca
a noi occidentali: la distruzione della biosfera, la globalizzazione che
altro non e' che la mercatizzazione del mondo (e non la globalizzazione del
mercato), quel gioco al massacro che porta ad abbassare i salari degli
operai del Nord per renderli concorrenziali con quelli cinesi, altro non
sono che elementi che compongono, paradossalmente, l'impossibile concetto di
sviluppo sostenibile. Mentre io ritengo che l'unica soluzione stia nella
societa' della decrescita economica".
*
- Davide Turrini: Ma che cos'e' esattamente la decrescita economica?
- Serge Latouche: Non e' un concetto, non e' l'elemento simmetrico della
crescita, nemmeno una teoria economica. E' una parola d'ordine, e' uno
slogan per gridare un forte "basta" al discorso dell'ideologia economicista.
Dobbiamo abbandonare il credo insensato del crescere per crescere che ha
come solo obiettivo il profitto per i detentori del capitale. La crescita ha
materialmente un limite. Vi faccio un esempio: ad un litro di petrolio
corrispondono 5 metri cubi di foresta. A questo ritmo i 12 miliardi di
ettari ancora utilizzabili nel giro di ben poco tempo si esauriranno; per
non dire che le riserve di petrolio potranno bastare soltanto per altri
trent'anni. Allo stesso tempo, pero', basta un semplice rallentamento nel
tasso di crescita per far cadere la societa' nello sconforto, con relativo
abbandono dello stato assistenziale. Ecco perche' suggerisco di uscire da
questo circolo vizioso della crescita che e' destinata ad esaurirsi molto
presto e perche' condanno anche tutta la sinistra istituzionale, oramai
diventata social-liberista, che non osa uscire dal paradigma tradizionale
della societa' della crescita.
*
- Davide Turrini: Il problema a questo punto e' come attuare i buoni
propositi...
- Serge Latouche: Questa sorta di ateismo contro la religione dell'economia
e dello sviluppismo prende le mosse dallo scollegamento del benessere dalla
crescita economica: cioe' far crescere il benessere diminuendo
progressivamente il Pil e drasticamente i costi negativi dei corollari della
crescita, o ancor meglio: far decrescere il ben-avere statistico per
migliorare il benesssere vissuto. La base di questo percorso sarebbe
internalizzare gli effetti esterni, ovvero far pagare alle imprese i costi
che fanno sopportare ai clienti, agli operai e alle generazione future:
dalle spese per la pubblicita' (le spese pubblicitarie con 500 miliardi di
dollari all'anno sono al secondo posto dei bilanci mondiali dopo i costo per
gli armamenti), ai costi di spostamento di uomini e merci per il commercio
che provoca insensato inquinamento.
*
- Davide Turrini: E dopo questa sorta di umanesimo di fondo da cui partire,
quali sono le altre tappe da seguire?
- Serge Latouche: In primo luogo dobbiamo deeconomicizzare il nostro
immaginario, che oggi ha assimilato come unici valori della vita il denaro e
il guadagno; riconcettualizzare il valore della poverta', un elemento
dignitoso che abbiamo trasformato in qualcosa di vergognoso; rilocalizzare
le attivita' produttive e ritrovare la saggezza del senso del luogo e del
vivere localmente; ridurre l'orario di lavoro per tutti, creando meno
disoccupazione e un cambiamento di valori che ci porti a rivalutare, come
gli antichi, l'ozio; infine smetterla con l'assistenzialismo delle ong,
reintroducendo i valori propri delle popolazioni del Sud del mondo.
*
- Davide Turrini: Non le sembra di perseguire una sorta di mondo utopico?
- Serge Latouche: Tutti, dai politici agli economisti, sanno del rischio che
stiamo correndo. Basta vedere gli effetti di quella che io definisco la
pedagogia delle catastrofi (guardate il comportamento degli acquisti nel
post "mucca pazza"). E poi abbiamo bisogno di utopia, nel senso forte della
parola, perche' questi cambiamenti sono assolutamente possibili solo se lo
vogliamo. Se, per esempio, prendiamo il treno da Reggio Emilia per Roma e
scopriamo dopo la partenza di essere quasi arrivati a Torino, ci fermiamo,
scendiamo e prendiamo il treno che porta dalla parte opposta, o no? Ecco,
allora credo che la decrescita economica sia una scommessa in cui la
ragione, assieme alla necessita' umana, portera' a democrazie locali ed
ecologiche, piuttosto che al suicidio.

7. RIFLESSIONE. ROSINO GIBELLINI: PER UNA ALLEANZA TRA SCIENZA E SAPIENZA.
SU UN RECENTE LIBRO DI JUERGEN MOLTMANN
[Da "Teologi@Internet", forum teologico a cura di Rosino Gibellini, n. 60,
30 novembre 2005, Editrice Queriniana, Brescia (sito:
www.queriniana.it/teologia.asp), riprendiamo il seguente testo, preceduto
dalla nota redazionale che di seguito riportiamo: " Nei dibattiti attuali
nel campo della biomedicina, ma anche sull'evoluzione, sorge l'interrogativo
come possano scienza e teologia entrare in dialogo tra loro. Il tema e'
stato affrontato recentemente da Juergen Moltmann nel libro Scienza e
sapienza. Scienza e teologia in dialogo, Queriniana, Brescia 2003 (ed.
originale 2002). La tesi di Moltmann e' che scienza e teologia possono
dialogare nel nome della sapienza. Presentiamo la riflessione di Rosino
Gibellini sull'opera di Moltmann, apparsa sulla rivista 'Dialoghi' (Rivista
trimestrale promossa dall'Azione Cattolica Italiana, Roma 3/2005)".
Rosino Gibellini, illustre teologo e straordinario promotore della
conoscenza della riflessione teologica di tutto il mondo; riteniamo
fondamentale il suo contributo al dibattito filosofico oltre che teologico
contemporaneo (ma anche, aggiungiamo, all'impegno per la pace, di
liberazione, per i diritti umani), contributo estrinsecatosi particolarmente
con quell'impegno monumentale che e' la stupenda collana "Giornale di
teologia" edita dalla Queriniana di Brescia. Opere di Rosino Gibellini:
fondamentale e' La teologia del XX secolo, Queriniana, Brescia 1995, ma
dovremmo citare numerosi altri suoi volumi, ed almeno i seguenti tutti editi
dalla Queriniana: (a cura di), Breviario teologico dell'Avvento; (a cura
di), Prospettive teologiche per il XXI secolo; Teilhard De Chardin: l'opera
e le interpretazioni; La teologia di Juergen Moltmann; (a cura di), La nuova
frontiera della teologia in America Latina; (a cura di), Teologia nera;
Teologia e ragione. Itinerario e opera di Wolfhart Pannenberg; Il dibattito
sulla teologia della liberazione; (a cura di), Percorsi di teologia
africana; con Gilberto Gillini, Patrizio Rota Scalabrini, Mariateresa
Zattoni Gillini, Alternativa; con Mary Hunt (a cura di), La sfida del
femminismo alla teologia; con Dean Peerman (a cura di), Teologia dal
Nordamerica; con Giorgio Penzo (a cura di), Dio nella filosofia del
Novecento; con Marie Therese Van Lunen-Chenu, Donna e teologia. Opere su
Rosino Gibellini: in suo onore (per festeggiarne i settant'anni) e' stato
pubblicato il volume di AA. VV., Cammino e visione, Queriniana, Brescia
1996.
Juergen Moltmann, nato ad Amburgo nel 1926, prigioniero di guerra, pastore,
teologo; e' una delle voci piu' autorevoli della riflessione teologica
contemporanea. Nella genesi del suo capolavoro del 1964 (Teologia della
speranza) e' ovviamente forte ed esplicita l'influenza del pensiero di Ernst
Bloch e del suo "principio speranza". Altro suo grande capolavoro e' Il Dio
crocifisso del 1972. Opere di Jürgen Moltmann: segnaliamo particolarmente
Teologia della speranza, L'esperimento speranza, Dio nella creazione.
Dottrina ecologica della creazione, La giustizia crea futuro, Il Dio
crocifisso, tutti pubblicati presso la Queriniana, Brescia. Riportiamo di
seguito tutte le opere di Moltmann attualmente disponibili nel catalogo
della Queriniana: con Kuno Fuessel, Johann Baptist Metz e altri, Ancora
sulla "teologia politica": il dibattito continua; con Walter Kasper, Gesu'
si', chiesa no?; con Hans Kueng (a cura di), Una confessione di fede
ecumenica?; con Hans Kueng  (a cura di), La disputa dello Spirito santo; con
Hans Kueng  (a cura di), Chi ha la parola nella Chiesa?; con Hans Kueng  (a
cura di), Il diritto al dissenso; con Hans Kueng  (a cura di), Maria nelle
chiese; con Hans Kueng  (a cura di), Il cristianesimo tra le religioni
mondiali; con Hans Kueng  (a cura di), Una Convocazione ecumenica per la
pace; con Hans Kueng  (a cura di), Etica delle religioni universali e
diritti umani; con Hans Kueng  (a cura di), Il fondamentalismo come sfida
ecumenica; con Hans Kueng  (a cura di), Islam - una sfida per il
cristianesimo; con Karl-Josef Kuschel (a cura di), I movimenti pentecostali
come sfida ecumenica; con Pinchas Lapide, Monoteismo ebraico - Dottrina
trinitaria cristiana. Un dialogo; con Pinchas Lapide, Israele e Chiesa:
camminare insieme? Un dialogo; Teologia della speranza. Ricerche sui
fondamenti e sulle implicazioni di una escatologia cristiana; Prospettive
della teologia. Saggi; Il Dio crocifisso. La croce di Cristo, fondamento e
critica della teologia cristiana; (a cura di), Le origini della teologia
dialettica. Parte I: Karl Barth, Heinrich Barth, Emil Brunner - Parte II:
Rudolf Bultmann, Friedrich Gogarten, Edward Thurneisen; La chiesa nella
forza dello spirito. Contributo per una ecclesiologia messianica; Futuro
della creazione; Trinita' e Regno di Dio. La dottrina su Dio; Dio nella
creazione. Dottrina ecologica della creazione; La via di Gesu' Cristo.
Cristologia in dimensioni messianiche; Nella storia del Dio trinitario.
Contributi per una teologia trinitaria; Lo Spirito della vita. Per una
pneumatologia integrale; L'Avvento di Dio. Escatologia cristiana; Dio nel
progetto del mondo moderno. Contributi per una rilevanza pubblica della
teologia; Esperienze di pensiero teologico. Vie e forme della teologia
cristiana; Scienza e sapienza. Scienza e teologia in dialogo; In dialogo con
Ernst Bloch; La giustizia crea futuro. Una politica ispirata alla pace e
un'etica fondata sulla creazione in un mondo minacciato; Che cos'e' oggi la
teologia? Due contributi sulla sua attualizzazione; Chi e' Cristo per noi
oggi?; La fonte della vita. Lo Spirito Santo e la teologia della vita; (a
cura di), Biografia e teologia. Itinerari di teologi; Nella fine - l'inizio.
Una picccola teologia della speranza; Dio viene e l'uomo acquista la
liberta'. Conversazioni e tesi; Chi e' l'uomo?; Esperienze di Dio.
Speranza - Angoscia - Mistica; Religione, rivoluzione e futuro; Sul gioco.
Saggi sulla gioia della liberta' e sul piacere del gioco; Il linguaggio
della liberazione. Prediche e meditazioni; L'esperimento speranza.
Introduzioni; Nuovo stile di vita. Piccoli passi verso la "comunita'"; Uomo.
L'antropologia cristiana tra i conflitti del presente; con Walter Kasper,
Hans-Georg Geyer, Hans Kueng, Sulla teologia della croce; con Hans Kueng (a
cura di), La Bibbia nel conflitto delle interpretazioni; con Johann Baptist
Metz, Storia della passione. Due meditazioni su Marco 8,31-38; con Wolfhart
Pannenberg, Karl Rahner, Johann Baptist Metz e altri, Dibattito sulla
"teologia politica"; con Karl Rahner, Anton Voegtle e altri, Il simbolo
apostolico; con Richard Shaull, Helmut Gollwitzer e altri, Dibattito sulla
"teologia della rivoluzione". Opere su Juergen Moltmann: Rosino Gibellini,
La teologia di Juergen Moltmann, Queriniana, Brescia 1975]

Per dirla subito, e in breve: secondo il positivismo ottocentesco,
aumentando la scienza, diminuisce la non-conoscenza; secondo l'epistemologia
della post-modernita', aumentando la scienza, aumenta anche la
non-conoscenza. Per questo la scienza deve accompagnarsi sempre con la
sapienza. E in questo la scienza dovrebbe trovare un sicuro, e affidabile,
alleato: la teologia. L'auspicata alleanza tra scienza e teologia nel nome
della sapienza e' il filo conduttore di questo libro, minore, del teologo
evangelico Juergen Moltmann, ma che viene da un lungo percorso di pensiero e
di militanza teologica.
La scienza spiega il mondo; il suo errore sarebbe di ritenersi la conoscenza
esaustiva e risolutiva del mondo e dell'uomo; ma, dal canto suo, la teologia
sbaglierebbe, se volesse dominare la scienza, come ha fatto nel caso di
Galileo e in quello di Darwin; ma sbaglierebbe anche, se, edotta e impaurita
dai suoi sbagli, si ritirasse strategicamente sull'esistenza, o su una
storia della salvezza, abbandonando il mondo alla scienza. E invece: "Fede e
ragione possono ritrovarsi insieme nella casa comune della sapienza, dove
contribuire, ciascuna con il proprio apporto, alla costruzione di una
cultura amante della vita" (p. 32).
Dallo stupore nasce la conoscenza; la conoscenza e le conoscenze si
organizzano in scienza e scienze, ma la scienza rimanda alla sapienza: "La
sapienza e' un'etica del sapere" (p. 152). Le nostre conoscenze negli ultimi
decenni hanno conosciuto un incremento enorme: basterebbe pensare
all'energia nucleare, da una parte; e alla biomedicina, dall'altra. Ma,
allora, avverte l'avveduto teologo: "per il prossimo futuro dovremo ampliare
ancor piu' la nostra sapienza e rendere sapienziale il nostro rapporto con
le conoscenze che abbiamo acquisito. Provocatoriamente potremmo dire che il
futuro non e' della scienza, ma della sapienza, sempre che l'umanita' voglia
ancora disporre di futuro" (p. 160).
L'istanza sapienziale si e' imposta in campo culturale con l'opera del
filosofo ebraico Hans Jonas, Il principio responsabilita' (1979), e con le
riflessioni del critico della cultura Ivan Illich sul senso del limite e su
una convivenza di convivialita'. Per la teologia, con radicazione biblica,
la sapienza nasce dal timor di Dio, non come paura di fronte al mistero
"tremendum", ma come riconoscimento della trascendenza di Dio e della sua
sublimita', da cui deriva il senso dei propri limiti, che ci guarisce dal
"complesso di Dio" (Richter), e fuga ogni auto-divinizzazione, ma, insieme,
ogni disprezzo di se'.
*
Il rapporto tra ragione e fede, e, corrispondentemente, tra scienza e
teologia viene in queste pagine moltmanniane approfondito sul registro del
differenziato rapportarsi di scienza e teologia alla sapienza, come etica
del sapere.
Questo rapporto differenziato e rispettoso, che supera il conflitto in vista
di una convergenza dei saperi, puo' essere modulato in diversi ambiti
scientifici. Per quanto attiene, per esempio, all'ambito tanto discusso
della biomedicina, si puo' fare riferimento alla trattazione del teologo
della morale Dietmar Mieth, nella sua ponderosa opera, Che cosa vogliamo
potere? (2002), che da' espressione, con una formulazione che ricorda le
grandi domande kantiane, alla domanda che la sapienza etica muove alla
biomedicina. Moltmann nel suo saggio (1971) su questa problematica nel
nostro libro si muove nello stesso giro di pensiero, ma con piu' incertezza,
senza arrivare alla formulazione tagliente del suo collega cattolico di
Tubinga.
I saggi di Moltmann raccolti nel volume ruotano soprattutto attorno alla
tematica di teologia e cosmologia, riprendendo le riflessioni svolte in una
delle sue opere maggiori, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della
creazione (1984), dove opera il passaggio da una visione antropocentrica a
un teocentrismo cosmologico.
Il rapporto tra teologia e cosmologia puo' essere concepito deisticamente,
con un vago rimando teologico posto alla fine; esistenzialmente, con una
contrazione del discorso teologico sull'esistenzialita' del singolo; o nel
segno di una convergenza tra scienze della natura e teologia. E' questa la
via che intende praticare Moltmann: dalla diastasi alla convergenza. La
scienza ha le sue categorie interpretative della storia del mondo: big bang,
evoluzione, progresso; la teologia offre il concetto di creatio ex nihilo e
di creazione escatologica, che dara' compimento alla storia del mondo. La
teologia apprende dalla scienza la storia del divenire del mondo: "La fede
escatologica potra' acquisire la sua autocoscienza storica soltanto nel
dialogo con le scienze" (p. 27); la teologia non intende "concludere" la
storia del sistema-mondo, ma pensa l'ingresso del mondo nella "infinitudine
divina", operando cosi' una sua "eterna vitalizzazione".
Quando la scienza si interroga sul futuro del mondo, si interroga sempre su
un far-future-universe, su un universo-dal-futuro-lontano, che e' diverso,
ma non conflittuale con il futuro escatologico, un futuro operato da Dio,
che fa nuove tutte le cose (Ap. 21, 4), e che da' senso alla processualita'
del mondo.
*
Ma, l'infinito non coarta il finito? o ancora: il finito non limita
l'infinito? Moltmann risponde, riprendendo la categoria ebraica di "zimzum",
di Isaac Luria, di Gershom Scholem e Hans Jonas, e spunti di pensieri del
Cusano, secondo cui non l'infinito limita il finito, ma l'infinito, creando,
si auto-limita; la kenosi, che conosce il suo punto di maggiore intensita'
nella croce di Cristo, ha gia' inizio con la creazione del mondo: "L'amore
creatore non implica dunque soltanto l'auto-donazione, ma pure
l'auto-limitazione, non solo la simpatia, ma anche il rispetto per la
specificita' dell'altro" (p. 66). La scienza conosce il tempo fisico, il
tempo della temporalita' e della transitorieta'. La teologia integra il
tempo della transitorieta' con il tempo concepito come futurita', che apre
la storia del tempo al futuro escatologico, che ricupera tutte le attese del
passato e dei tra-passati. Non c'e' conflittualita', ma allargamento di
orizzonti.
Nel delineare il rapporto tra Dio e mondo, la teologia cristiana deve
coniugare trascendenza con immanenza, e in questa delineazione si incontrano
accentuazioni diverse. Se per von Balthasar e Rahner si puo' accettare, al
di la' della differenza tra Dio e mondo, che il mondo e' in Dio, Moltmann
procede oltre, e afferma anche che Dio e' nel mondo, Dio e' nella sua
creazione. Si tratta di una teoresi intesa, nella salvaguardia della
trascendenza di Dio al mondo, a stringere di piu' il rapporto di Dio e
mondo, in una accentuazione della immanenza di Dio al mondo, al fine di
sviluppare una teologia ecologica.
In fondo: a che cosa mirano tutte le nostre conoscenze? Ad acquisire uno
sguardo sapienziale sulla vita e sul mondo. Si spiega cosi' come Moltmann
dedichi il capitolo conclusivo di Esperienze di pensiero teologico (1999),
che rappresenta l'ultimo volume dei suoi "Contributi sistematici di
teologia" (6 voll., 1980-1999) - dove svolge una teologia dialogica in
comunione ecumenica e nella comune speranza del Regno come orizzonte di
riflessione - all'elogio della sapienza, che sara' ripreso nella raccolta di
saggi Scienza e sapienza (2002), di cui abbiamo esposto la linea teoretica
essenziale.
In sintesi: la conflittualita' tra scienza e teologia ha generato il "doppio
binario" dello spirito moderno, secondo il quale scienza e teologia
procedono ciascuna per la propria strada. La sapienza come etica delle
conoscenze guida le conoscenze verso una convergenza "alla ricerca, insieme,
della verita' dell'intero, e della salvezza di un mondo lacerato" (p. 13).

8. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: ANTIDUEHRING
Friedrich Engels, Antiduehring, Editori Riuniti, Roma 1950, 1971, pp. XL +
352. A cura di Valentino Gerratana, un libro del quale da lunghissima pezza
e' di moda dir male: e invece se lo si leggesse davvero, resta non solo un
documento assai significativo di un'epoca, di una tendenza  e di una
temperie, ma anche un contributo di riflessione e ricerca che non reca solo
cose caduche (e talora fin penose), e materiali piu' volte abusivamente
riciclati da certi criminali che poi sopravvennero, ma anche preziose,
decisive verita', e speranze che non si estinguono.

9. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: L'ORIGINE DELLA FAMIGLIA, DELLA PROPRIETA'
PRIVATA E DELLO STATO
Friedrich Engels, L'origine della famiglia, della proprieta' privata e dello
stato, Editori Riuniti, Roma 1963, 1976, pp. 224. A cura di Fausto Codino,
un libro che resta un classico.

10. RILETTURE. FRIEDRICH ENGELS: LUDWIG FEUERBACH E IL PUNTO D'APPRODO DELLA
FILOSOFIA CLASSICA TEDESCA
Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia
classica tedesca, Editori Riuniti, Roma 1950, 1976, pp. 96. A cura di
Palmiro Togliatti e con in appendice le "Tesi su Feuerbach" di Marx. La
posizione di Marx e di Engels nei confronti di Feuerbach e' talvolta acuta e
piu' spesso ingenerosa (cosi' gia' nell'acre, giovanile, vivacissima resa
dei conti della Sacra famiglia e dell'Ideologia tedesca, due opere splendide
quanto oltranziste e fin ingiuriose nell'esibito sarcasmo), ma questo
libriccino e' comunque anch'esso una lettura indispensabile.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1343 del primo luglio 2006

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