La nonviolenza e' in cammino. 1253



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1253 del 2 aprile 2006

Sommario di questo numero:
1. Nando dalla Chiesa: Ho visto
2. Giobbe Santabarbara: Ardita un'opinione sulle tasse
3. Giancarla Codrignani: Kenosis
4. Sergio Paronetto: Marianella Garcia
5. Benito D'Ippolito: Una canzone per Marianella Garcia
6. Nello Scardani: Marianella Garcia, o della giustizia
7. Guido Albertelli ricorda il padre Pilo Albertelli
8. Tommaso Di Francesco: Pietro Ingrao ricorda Pilo Albertelli
9. Indice dei numeri 746-772 (dicembre 2003 - gennaio 2004) de "La
nonviolenza e' in cammino"
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. TESTIMONIANZE. NANDO DALLA CHIESA: HO VISTO
[Dal sito www.nandodallachiesa.it riprendiamo questo estratto dal testo
teatrale "Vota Silviolo!" che racconta la politica di governo di Silvio
Berlusconi e della sua maggioranza. Scrive l'autore: "Ecco come ho visto
sfregiare e disprezzare in questi cinque anni sciagurati i simboli e le
istituzioni della nostra democrazia". Nando dalla Chiesa e' nato a Firenze
nel 1949, sociologo, docente universitario, parlamentare; e' stato uno dei
promotori e punti di riferimento del movimento antimafia negli anni ottanta;
e' persona di straordinaria limpidezza morale. Dal sito sopra citato
riprendiamo anche questa breve autopresentazione di Nando dalla Chiesa: "Chi
sono? Uno che ama impegnarsi, specialmente se sono in gioco la liberta' e la
giustizia. Ma anche la decenza mentale e morale. Insomma, mi piace la
democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non
ho ancora capito se lei me ne sia grata. Ora sono senatore ma domani non lo
saro' piu'. Sono della Margherita ma sono soprattutto un ulivista convinto,
praticamente un fan del partito democratico che si vorrebbe fare. Il
mestiere, dite. Gia', sono un sociologo dell'economia, laureato in Bocconi e
insegno la mia materia a Scienze Politiche di Milano (ma per ora sono in
aspettativa). Scrivo libri (fino a oggi una ventina) e collaboro con diversi
giornali. In particolare mi onoro di essere tra gli editorialisti
dell'Unita' di Furio Colombo e Antonio Padellaro. Da qualche tempo sono
anche editore. Ho fondato una casa editrice che non e' nemmeno piu' solo una
promessa e che si chiama Melampo. Soci d'avventura, Lillo Garlisi e Jimmy
Carocchi, miei allievi bocconiani arrivati al successo nell'editoria per i
fatti loro. Faccio pure del teatro. O meglio, a tanto mi ha spinto l'era
berlusconiana. E penso che nei prossimi anni mi ci dedichero' un bel po'. E
infine, mi piace fondare. Mica solo la casa editrice. Ho fondato un circolo
di nome 'Societa' civile' nella Milano degli anni ottanta. Una splendida
creatura collettiva che ha tenuto botta al regime della corruzione di quel
periodo. Poi, con il mio amico Gianni Barbacetto, ho fondato il mensile
omonimo, grande esperienza giornalistica fatta da ragazzi irripetibili. Ho
fondato con Leoluca Orlando e Diego Novelli la Rete, un movimento che diede
agli inizi degli anni novanta dignita' politica nazionale all'idea che si
dovesse combattere la mafia. Ho fondato il piccolo movimento di Italia
democratica, anche quello con mensile, che conflui' nell'Ulivo battendosi
contro il razzismo e la secessione. E pure Omicron, rivista sulla
criminalita' organizzata al nord, sempre con Gianni Barbacetto. E il
comitato di parlamentari 'La legge e' uguale per tutti' per fronteggiare
l'offensiva del signor B.; un comitato alla testa di tante manifestazioni
degli ultimi cinque anni e che ha prodotto l'unica esperienza di teatro
civile al mondo fatto da parlamentari. Ho anche fondato con Fabio Zanchi e
Lidia Ravera il Mantova Musica Festival, giunto ormai alla terza edizione e
nato per contestare Sanremo finito nelle mani di Tony Renis. Soprattutto ho
fondato una famiglia con Emilia. Ne sono nati Carlo Alberto e Dora, i miei
gioielli, che se li avesse visti Cornelia ne sarebbe rimasta folgorata,
altro che i suoi Gracchi, con tutto il rispetto...". Opere di Nando dalla
Chiesa: Il potere mafioso. Economia e ideologia, Mazzotta 1976; Delitto
imperfetto. Il generale, la mafia, la societa' italiana, Mondadori 1984,
Editori Riuniti 2003; (con Pino Arlacchi), La palude e la citta'. Si puo'
sconfiggere la mafia, Mondadori 1987; Il Giano bifronte. Societa' corta e
colletti bianchi: il lavoro, la cultura, la politica, Etas libri 1987;
Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini, Einaudi
1990; Dizionario del perfetto mafioso. Con un breve corso di giornalismo per
gli amici degli amici, Mondadori 1990; Il giudice ragazzino. Storia di
Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione,
Einaudi 1992; Milano-Palermo: la Nuova Resistenza (a cura di Pietro
Calderoni), Baldini & Castoldi 1993; I trasformisti, Baldini & Castoldi
1995; La farfalla granata. La meravigliosa e malinconica storia di Gigi
Meroni il calciatore artista, Limina 1995; La politica della doppiezza. Da
Andreotti a Berlusconi, Einaudi 1996; (a cura di), Carlo Alberto dalla
Chiesa, In nome del popolo italiano. Autobiografia a cura di Nando dalla
Chiesa, Rizzoli 1997; Storie eretiche di cittadini perbene, Einaudi 1999;
Diario di fine secolo. Della politica, della giustizia e di altre
piccolezze, Edizioni Pequod 1999; La partita del secolo. Storia di
Italia-Germania 4-3. La storia di una generazione che ando' all'attacco e
vinse (quella volta), Rizzoli 2001; La legge sono io. Cronaca di vita
repubblicana nell'Italia di Berlusconi. L'anno dei girotondi, Filema
edizioni 2002; La guerra e la pace spiegate da mio figlio, Filema edizioni
2003; La scuola di via Pasquale Scura. Appassionato elogio dell'istruzione
pubblica in Italia, Filema edizioni 2004; La fantastica storia di Silvio
Berlusconi. Dell'uomo che porto' il paese in guerra senza avere fatto il
servizio militare, Melampo 2004;  Capitano, mio capitano. La leggenda di
Armando Picchi, livornese nerazzurro, Limina 1999, nuova edizione 2005; Vota
Silviolo!, Melampo 2005. Scritti su Nando dalla Chiesa: suoi ritratti sono
in vari libri di carattere giornalistico (tra gli altri di Giorgio Bocca,
Giampaolo Pansa, Corrado Stajano); tra le intervista si veda ad esempio
quella contenuta in Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli 1988]

Ho visto approvare in parlamento la legge sul falso in bilancio il giorno
dopo l'11 settembre. Di corsa, per onorare con il nostro lavoro - cosi' ci
venne detto - i morti di New York.
Ho visto la commissione giustizia del Senato prolungare i suoi lavori dopo
la mezzanotte per tre leggi in cinque anni: per il falso in bilancio, per la
Cirami, per l'immunita' delle piu' alte cariche dello Stato.
Ho visto aprire l'ultima legislatura con una legge ad personam, quella che
abolisce l'imposta di successione sui patrimoni piu' grandi. E l'ho vista
chiudere con una legge ad personam, quella che abolisce l'appellabilita'
delle sentenze di assoluzione.
Ho visto il parlamento decidere quali magistrati possono o non possono
restare in servizio, alzando e abbassando l'eta' pensionabile secondo le
convenienze: fuori Borrelli dentro Carnevale.
Ho visto il parlamento decidere quali magistrati possono dirigere gli uffici
giudiziari piu' delicati. Insomma, ho visto il parlamento scegliere i
giudici.
Ho visto piu' di mezzo Senato applaudire in piedi l'appoggio alla guerra
preventiva in Iraq.
Ho visto la standing ovation della maggioranza e i sorrisi di festa, in
attesa dei bombardamenti dei giorni dopo.
Ho visto sbeffeggiare le senatrici che si battevano per le quote rosa. Le ho
viste sommerse dagli sberleffi della maggioranza. Le ho sentite chiamare
vacca e gallina.
Ho visto togliere ai giudici di pace la competenza sugli incidenti stradali
piu' gravi. Lavoravano troppo velocemente creando problemi alle
assicurazioni. Anche alla Mediolanum.
Ho visto portare nel parlamento repubblicano una legge per equiparare le
brigate nere di Salo' ai combattenti delle forze armate e ai partigiani.
Ho visto violare il regolamento del Senato anche sei volte in due giorni. Ho
visto violare la Costituzione in presenza della seconda autorita' dello
Stato. A volte invocando precedenti inesistenti. Altre volte senza
precedenti.
Ho visto un parlamentare svenire a un passo dall'infarto per l'indignazione,
di fronte al numero legale ottenuto piu' volte senza pudore. L'ho visto
steso a terra, insultato e fischiato dagli avversari che lo accusavano di
perdere tempo.
Ho visto censurare o bloccare negli uffici interrogazioni critiche verso il
governo o verso esponenti della maggioranza; ho visto funzionari solerti
mutilare i diritti costituzionali dei parlamentari.
Ho visto rifare mezza Costituzione come niente, da personaggi senza storia.
Per liberare da ogni controllo di garanzia e da ogni contrappeso il potere
di chi vince le elezioni. Per mettere lo Stato ai piedi dell'uomo piu' ricco
e potente del paese.
Ho visto barattare pubblicamente in aula l'unita' del Paese con gli
interessi televisivi del capo del governo.
Ho visto un senatore votare per cinque, per dare alla sua maggioranza il
numero legale.
Ho visto tollerare anche quindici voti di assenti per volta.
Ho visto stabilire il tempo massimo di un giorno per discutere in seconda
votazione la riforma di mezza Costituzione.
Ho visto fischiare in un'aula parlamentare il Capo dello Stato mentre il
presidente del Senato leggeva il testo del rinvio alle Camere della legge di
riforma dell'ordinamento giudiziario.
Ho visto scritto nella relazione ufficiale della Commissione antimafia che
la mafia non porta voti, che il controllo del voto da parte di Cosa Nostra
e' "uno dei miti piu' a lungo e pervicacemente sostenuti".
Ho visto Giovanni Falcone commemorato sull'autostrada per Punta Raisi,
localita' Cinisi, da un ministro che aveva sostenuto che dobbiamo convivere
con la mafia.
Ho visto un ministro definire il carcere di Cagliari un albergo a cinque
stelle pochi giorni prima che vi si uccidessero due detenuti.
Ho visto leggi importanti e sulle quali era stata annunciata una dura
opposizione votate in Senato alla presenza di poche decine di esponenti
della minoranza.
Ho visto decine di senatori dell'opposizione lavorare seriamente ed essere
trattati dai loro elettori come incapaci o complici del governo. Ho visto
sospetti ingiusti. Ho visto fiducie ingiuste.
Ho visto uomini dello Stato oggetto di insolenze e di accuse sanguinose,
grazie a un uso prepotente della immunita' parlamentare.
Ho visto chiamare tutti i manifestanti di Genova violenti e terroristi e
assicurare ufficialmente che nel carcere di Bolzaneto non ci furono
violenze. Ho visto negare una commissione d'inchiesta su Genova per non
interferire con il lavoro della magistratura.
Ho visto dimenticare questo principio per istituire la commissione Telekom
Serbia.
Ho visto ridere in faccia alla richiesta di maternita' o paternita'
assistite di persone non felici.
Ho visto un ministro alla testa di duecento ragazzi davanti al Senato. L'ho
visto gridare, lui ministro della Repubblica italiana, "chi non salta
italiano e'".
Ho visto esibire i fazzoletti padani a un metro dal tricolore sulle bare nei
funerali di Stato.
Ho visto prolungare la durata del parlamento per uso personale. Per ottenere
l'impunita' in un processo, per prendere possesso per qualche settimana di
tutte le televisioni.
Cosi' ho visto sfregiare, nel mio Paese, il piu' grande simbolo della
democrazia.

2. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: ARDITA UN'OPINIONE SULLE TASSE

Lessi nella Costituzione della Repubblica Italiana (per gli archeologi:
all'articolo 53): "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in
ragione della loro capacita' contributiva. Il sistema tributario e'
informato a criteri di progressivita'".
Mi e' sempre sembrata una buona idea.
*
Ci sono beni che devono essere comuni.
Ci sono servizi che devono essere pubblici.
Ci sono cose che devono essere fatte insieme.
Non e' sulla rapina e sul furto che si puo' fondare la convivenza. Non e'
sul solipsismo che si basa una societa'.
Un ordinamento giuridico e' l'opposto dell'egoismo assassino.
Senza solidarieta' non si da' umanita'.
E' ancora il nostro quell'antico motto: da ciascuno secondo le sue
capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni.

3. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: KENOSIS
[Da Giancarla Codrignani, L'amore ordinato, Edizioni com nuovi tempi, Roma
2005, p. 115. Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it),
presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio
militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di
liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu'
rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza.
Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema,
Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore
ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Che cosa significhera' mai kenosis, se non si svuota l'uomo vecchio del
patriarcato?

4. MEMORIA. SERGIO PARONETTO: MARIANELLA GARCIA
[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com)
per questo intervento.
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona
dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani.
Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile
alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione
internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli
viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e
di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso
gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios
(quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione
secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e'
consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il
disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate
dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra
Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo,
Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti
testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia'
conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E'
membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo
diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti.
Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004.
Marianella Garcia Villas, nata nel 1949, attivista per i diritti umani
salvadoregna, collaboratrice di monsignor Romero, amica della nonviolenza,
"avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, voce degli scomparsi",
Marianella Garcia fu assassinata il 13 marzo del 1983 dai soldati del
regime. La sua vita e' narrata nel bel libro (ampiamente basato sulla
registrazione di conversazioni con lei svoltesi nel 1981 e nel 1982) di
Raniero La Valle e Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli,
Milano 1983]

Cari amici, care amiche,
ogni anno a marzo si ricorda, giustamente, il martiro di Oscar Romero.
Mi piacerebbe si ricordasse anche il martirio di una donna, uccisa nel mese
di marzo del 1983: Marianella Garcia Villas.
 E' stata deputata della Dc salvadoregna, da cui e' uscita. Collaboratrice
di Romero. Avvocatessa. Presidente della Commissione per diritti umani tra
il 1981 e il 1982. Ha denunciato l'orrore salvadoregno al Tribunale per i
diritti dei popoli. Girava in Europa e in Italia (con La Valle) per
diffondere un manifesto all'Europa per i diritti umani.
Ha difeso contadini arrestati solo per il possesso della Bibbia e la
partecipazione ai "gruppi del Vangelo". Ha cercato prove dell'uso di armi
chimiche contro la popolazione civile. Ha denunciato la scomparsa di
persone, le uccisioni di massa, le violenze e torture contro i piu' deboli,
in particolare contro le donne. Curava e fotografava i cadaveri, cercava il
loro nome, tentava di ridar loro dignita'.
Praticava la nonviolenza dei volti. Per questo e' stata uccisa. Mite e
forte. Disarmata e disarmante. Santa laica. Umana. Vangelo vivente.
La sento sempre vicina nel cammino della pace.

5. MEMORIA. BENITO D'IPPOLITO: UNA CANZONE PER MARIANELLA GARCIA
[Riproponiamo ancora una volta questo testo]

Ay Marianella, Marianella Garcia
potevi fare la vita dei signori
i tuoi buoni studi, il tuo seggio in parlamento
ma tu scegliesti di stare con noi poveri.
Ay Marianella che pioggia di sangue.

Era Marianella sorella di noi morti
perche' amava la vita e che la vita
fosse degna di essere vissuta.
Ay Marianella si spensero le stelle.

Era intrepida e vestita di umilta'
sapeva che i fascisti la cercavano
e ti raggiunse la furia dei fascisti.
Ay Marianella la furia dei fascisti.

Parlava la lingua dei contadini e degli angeli
sapeva le parole che guariscono
parole di luce e di pane.
Ay Marianella la terra nera e rossa.

Sapeva tutte le cose e anche le cose
che tutti sanno e e' difficile dire
e lei le diceva con voce di uccellino.
Ay Marianella che fredda e' la notte.

Ti ammazzarono come hanno ammazzato
i morti che cercavi e che il tuo sguardo
resuscitava nel cuore del popolo.
Ay Marianella che pianto infinito.

Cosi' dura e' la nostra dura vita
che anche nella gioia noi piangiamo
ma mentre ti piangiamo ricordiamo
con gioia che sei stata e resti viva.
Ay Marianella, Marianella Garcia.

6. MEMORIA. NELLO SCARDANI: MARIANELLA GARCIA, O DELLA GIUSTIZIA
[Riproponiamo ancora una volta questo testo, tratto da una suite dal titolo
"Ancora dieci parole della nonviolenza riflesse in dieci volti di donne"]

Salvare anche i morti
restituir loro il volto,
allo scempio compiuto dai carnefici
opporre infinita la pieta'.

E cosi' salvare coloro che verranno
dalla ripetizione incessante dell'orrore,
cosi' salvare l'umanita' presente,
cosi' rendere bene per male.

7. MEMORIA. GUIDO ALBERTELLI RICORDA IL PADRE PILO ALBERTELLI
[Dal sito www.storiaememoria.it riprendiamo questa testimonianza.
Guido Albertelli, figlio di Pilo Albertelli, e' presidente del circolo
"Giustizia e Liberta'" di Roma (sito: www.circologiustiziaeliberta.it).
Pilo Albertelli, medaglia d'oro della Resistenza, fu trucidato alle Fosse
Ardeatine. Dal sito dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia
(www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Pilo Albertelli, nato a Parma
il 10 ottobre 1907, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, medaglia d'oro al valor
militare alla memoria. Professore di storia e filosofia. Nel 1928 fu
arrestato con l'accusa di aver svolto attivita' antifascista tra gli
studenti e condannato a cinque anni di confino. Albertelli fu tra i piu'
convinti propugnatori della fondazione del Partito díAzione e, dopo l'8
settembre del 1943, fu a Roma tra i piu' audaci organizzatori della
Resistenza e delle formazioni 'Giustizia e Liberta''. Membro del Comitato
militare romano del Corpo volontari della liberta', il primo marzo del 1944
cadde nelle mani della banda Koch. Condotto dai fascisti in via Tasso, dopo
giorni di sevizie fu visto dai compagni di lotta con le costole spezzate, il
corpo straziato, il volto reso irriconoscibile. Tre settimane dopo l'arresto
fu massacrato alle Fosse Ardeatine con gli altri 334 Martiri. Pilo
Albertelli lascio' scritto: 'Un uomo senza ideali non e' un uomo ed e'
doveroso sacrificare, quand'e' necessario, ogni cosa per questi ideali'. Tra
le opere filosofiche di Albertelli: Gli Eleati, testimonianze e frammenti,
Bari, 1939; Il problema morale nella filosofia di Platone, Roma, 1939"]

Pilo Albertelli nacque a Panna nel 1907, figlio dell'onorevole socialista
Guido, eletto per piu' legislature negli anni tra il 1900 e il 1920,
rappresentante delle attese operaie della Bassa Parmense, avversato dai
fascisti e costretto a lasciare la sua citta' nel 1925, dopo che le squadre
fasciste gli incendiarono lo studio. In questa atmosfera familiare,
impregnata dal culto del Risorgimento e di Giuseppe Mazzini egli si formo'
ed apri' la mente ad alti ideali ed alla concezione che la vita va vissuta
come una missione. Si laureo' a Roma nel 1930 in filosofia, dopo avere avuto
in Guido Calogero uno dei suoi maestri e successivamente suo compagno di
lotta nella Resistenza.
Inizio' l'insegnamento al liceo di Formia, poi al "Tasso" di Roma e quindi
al liceo di Livorno; nel 1935 fu trasferito al liceo "Umberto I" di Roma
dove insegno' fino al 1941. Qui svolse un insegnamento che assunse sempre
piu' l'aspetto di un vero apostolato. Il regime, nel pieno trionfo delle sue
idee malsane (siamo alla vigilia dell'Impero), fa presa su quelle coscienze
di adolescenti soffocando le loro personalita' e con queste le loro fresche
energie. Anche a Roma gli studenti hanno per lui grande affetto e
ammirazione e attendono le sue lezioni; finita l'ora, i giovani gli si
accalcano intorno. Quante volte la sua voce suonava dalla cattedra
ammonitrice contro le false idealita' del fascismo, ma non uno tra centinaia
di giovani che lo ebbero come maestro oso' accusare il professore
antifascista tanto egli sapeva entrare nei loro cuori. Testimonia dei suoi
allievi Mario Del Viscovo scrivendo: "Durante tre anni, stringendoci intorno
a lui quasi materialmente, salutandolo mentre entrava e lasciandolo quasi a
malincuore, noi sentivamo che aveva fiducia in noi, che non eravamo qualcosa
che trattasse con freddezza e disinteresse, ma il centro della sua vita:
pareva che per noi egli studiasse e vivesse, a noi pensasse tutta quanta la
sua giornata".
La lotta al fascismo era cominciata presto nella vita di Pilo Albertelli.
Nel 1928 fu uno degli organizzatori della rivista "Pietre" che avrebbe
dovuto essere un organo di diffusione della concezione liberalsocialista.
L'iniziativa lo porto' ben presto in carcere, nell'aprile del '28, (allora
aveva appena piu' di venti anni) con i suoi amici. Tra essi Ugo La Malfa,
Lelio Basso, Gino Luzzatto, Mario Vinciguerra, Umberto Segre e altri.
Fu condannato a cinque anni di confino, poi tramutati in tre anni di
sorveglianza speciale.
Nel 1941 lascio' il liceo "Umberto I" e inizio' la sua collaborazione
all'Istituto di Studi Filosofici, dopo aver pubblicato due importanti
lavori: "Problema morale nella filosofia di Platone" e il volume degli
"Eleati" nella collana dei filosofi antichi di Laterza.
Intanto si era entrati in guerra.
*
Fu uno tra i fondatori del Partito d'Azione nel 1942, insieme al suo grande
amico Ugo La Malfa e ad altri. Collaboro' al giornale clandestino "L'Italia
Libera" ed e' suo il corsivo del 25 luglio 1943. Inizio' ad operare
nell'organizzazione militare clandestina del Partito d'Azione della quale
assunse il comando a Roma. L'8 settembre 1943, con l'abbandono della
Capitale da parte della Corona, con lo sfacelo dell'esercito tradito dai
capi, si apre l'ultimo atto della tragedia nazionale, atto del quale doveva
farsi protagonista quella parte piu' generosa del popolo italiano, in cui il
senso della liberta' non fu mai spento, il popolo dei patrioti, dei
partigiani, dei non collaborazionisti, dei cospiratori contro i
nazifascisti. Pilo Albertelli e' con questo popolo in armi che, accanto a
sparute unita' dell'esercito, salvava a San Giovanni e a San Paolo, contro i
tedeschi, l'onore della citta' eterna. E comincia per lui, infaticabile,
l'opera quotidiana di raccolta e di trasporto d'armi e di munizioni, di
organizzazione minuta e paziente di squadre armate; cominciano le cure ben
lontane da quelle che sempre furono le sue: depositi clandestini, ricoveri
di fortuna, documenti falsi, riunioni volanti e le prime operazioni belliche
sulle vie di comunicazioni nemiche.
Si dedicava alla lotta e all'organizzazione cospirativa e come dice il
professor Vittorio Ezio Alfieri, suo amico fraterno: "suscita ammirazione e
reverenza vedere questo professore, questo uomo di altissima cultura mettere
da parte cio' che era stato l'oggetto principale della sua vita, i libri e
le disquisizioni teoriche, e mostrare con i fatti che la filosofia non e'
filosofia vera se non e' vissuta".
*
Il primo marzo 1944, dietro denuncia di un delatore, fu arrestato e portato
alla Pensione Oltremare, covo della Banda Kock, dove cominciarono le torture
nel vano tentativo di farlo parlare. Due volte tento' di togliersi la vita.
Martoriato, con tre costole rotte, non parlo'. Il 20 marzo lo trasferirono a
Regina Coeli. Poi fu fucilato nell'eccidio delle Fosse Ardeatine alla
periferia di Roma, nella terra contrassegnata dalla presenza di molti
martiri cristiani e dalle catacombe piu' importanti. Nasce qui il monumento
simbolo del martirio della Resistenza del popolo romano. Militari e
sacerdoti, insegnanti e artigiani, ebrei e cattolici, sono insieme, sotto la
stessa pietra tombale che affratella tutte le religioni e tutti gli ideali.
Il 16 aprile 1944 la scuola romana, con coraggio, in pieno regime fascista,
fa celebrare una messa nella Basilica di S. Maria Maggiore in suffragio dei
professori Pilo Albertelli, Salvatore Canalis e Gioacchino Gesmundo. Sono
presenti molti giovani studenti, ai quali rivolge un appello all'incitamento
alla lotta antitedesca il professor Vincenzo Lapiccirella.
*
Ricordo di mio padre cio' che scrisse Benedetto Croce: "Quel purissimo Pilo
Albertelli il quale, atroce ricordo che in noi non mai si cancellera', fu
nel 1944 in Roma martoriato e trucidato dai tedeschi alle Fosse Ardeatine".
In Pilo Albertelli il Paese ha riconosciuto, oltre all'uomo di azione, le
straordinarie qualita' morali e le capacita' di trasmetterle ai suoi
allievi, facendogli l'onore di intestare al suo nome tre scuole e tre
strade, a Parma, a Livorno e a Roma.
Io credo fermamente alla validita' attuale degli esempi di vita che ci
furono dati durante il ventennio fascista da uomini coraggiosi di tutti gli
strati sociali. Questi principi sono profondi dentro di noi e sono sicuro
anche dentro coloro che oggi non sanno o non ricordano. In questa crisi
italiana, dove sventolano troppe bandiere e si gridano troppe tesi, c'e'
sicuramente chi, nei posti di lavoro, resta sereno e forte nel continuare a
trasmettere con semplicita' e obiettivita' le idee e le storie di
democrazia.
Considerata l'affinita' ideale tra i presenti a questo incontro permettetemi
di concludere cosi: la melanconia non deve essere una nostra debolezza. Il
ricordo di un tempo non dovra' essere il nostro rimpianto. Il nostro impegno
morale deve andare alla scuola, ad una scuola che torni degna dei suoi
nobili professori morti un tempo, ma che sento vivi oggi qui tra noi.

8. MEMORIA. TOMMASO DI FRANCESCO: PIETRO INGRAO RICORDA PILO ALBERTELLI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2006.
Tommaso Di Francesco, giornalista del "Manifesto", esperto di politica
internazionale, e' curatore e autore di acuti saggi di analisi e di
intervento politico, ma anche di pregevoli testi letterari in versi e in
prosa; tra i suoi volumi segnaliamo particolarmente: in ambito
saggistico-politico: (a cura di), Jugoslavia perche', Gamberetti, Roma 1995;
(a cura di), La Nato nei Balcani, Editori Riuniti, Roma 1999; in ambito
letterario: (a cura di), Veleno, Savelli, Milano 1980; Quintopiano, Edizioni
Manuzio, Roma 1981; (a cura di, con Antonio Ricci), Elenca, Valore d'Uso,
Roma 1982; Doppio deserto, PellicanoLibri, Roma 1985; Cliniche, Crocetti,
1987; (a cura di, con Pino Blasone), La terra piu' amata. Voci della
letteratura palestinese, Il manifesto, Roma 1988 (seconda edizione
acxcresciuta e aggiornata: Wasim Dahmash, Tommaso Di Francesco, Pino Blasone
(a cura di), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese,
Manifestolibri, Roma 2002; Il giovane Mitchum, Il lavoro editoriale,
Ancona-Bologna 1988; Tuffatori, Crocetti, 1992; Incorpora testo, Piero
Manni, Lecce, 1994; Hotel Abisso, Mancosu, Roma, 1994.
Pietro Ingrao e' nato nel 1915 a Lenola (Lt), laureato in giurisprudenza e
lettere, partecipa alla lotta clandestina antifascista e alla Resistenza.
Giornalista, direttore de "L'Unita'" dal 1947 al 1957, dal 1948 deputato del
Pci al Parlamento per varie legislature e tra il 1976 e il 1979 presidente
della Camera dei Deputati. Sono di grande rilievo le sue riflessioni sui
movimenti, le istituzioni, la storia contemporanea e le tendenze globali
attuali. Tra le opere di Pietro Ingrao: Masse e potere, Editori Riuniti,
Roma 1977; Crisi e terza via, Editori Riuniti, Roma 1978; Tradizione e
progetto, De Donato, Bari 1982; Il dubbio dei vincitori, Mondadori, Milano
1986; Le cose impossibili, Editori Riuniti, Roma 1990; Interventi sul campo,
Cuen, Napoli 1990; L'alta febbre del fare, Mondadori, Milano 1994; (con
Rossana Rossanda ed altri), Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri,
Roma 1995; Variazioni serali, Il Saggiatore, Milano 2000; (con Franco
Fortini, Alberto Olivetti, Gianni Scalia), Conversazioni su Il dubbio dei
vincitori, Cadmo, Roma 2002; (con Alessandro Zanotelli), Non ci sto!, Piero
Manni, Lecce 2003; La guerra sospesa, Dedalo, Bari 2003; Una lettera di
Pietro Ingrao, Cadmo, Roma 2005]

Pilo Albertelli era nato a Parma nel 1907, fu massacrato alle Fosse
Ardeatine il 24 marzo 1944, con altre 334 persone - per rappreseglia dei
nazifascisti contro l'attentato partigiano di Via Rasella nel quale erano
morti 32 soldati tedeschi - dopo essere stato torturato dai fascisti della
banda Koch. Professore di storia e filosofia, fu tra i piu' audaci
organizzatori della Resistenza.
"Ho conosciuto Pilo Albertelli al Vitruvio Pollione di Formia nel '29-'30 -
ci racconta Pietro Ingrao -, facevo il I liceo, era il mio professore di
storia e filosofia, avevo 15-16 anni, lui era giovanissimo, ne aveva 23. Era
supplente dell'insegnante di ruolo che era malato. Era molto simpatico e
molto severo. Gia' nel 1928 era stato implicato in cospirazioni
antifasciste. Insegnava con passione. Ricordo che studiavamo Platone e
Aristotele, ad una lezione sul dialogo del Fedone a un certo punto
s'interruppe e disse che forse era meglio affrontare l'argomento in altro
modo. Aveva un fascino profondo sulla classe: otteneva da noi ragazzotti il
silenzio soltanto attraverso il modo con cui spiegava i filosofi: si capiva
che quelli di cui parlava erano persone con cui dialogava dentro di se'".
"L'altra cosa che ricordo - continua Pietro Ingrao - e' che nei pomeriggi
assolati di Formia, spesso s'accompagnava con noi nelle passeggiate sulle
terrazze sul mare e nelle ville. Fu in una di queste occasioni che ci parlo'
di Lenin come di 'una figura interessante'. Fu la prima volta che sentii
quel nome. Pilo Albertelli non era comunista, era liberaldemocratico. Con
lui, nella meta' di quel decennio, nasce un nuovo antifascismo che si
concretizzera' nell'aggregazione clandestina, durante l'ascesa di Hitler in
Germania e dell'influsso sul fascismo gia' al potere. Ho conosciuto anche
Lia Albertelli, a Formia per ricordare Pilo. Aveva un forte rigore
interiore. Scorsi in lei una leggera punta polemica. Come a dire: forse lo
state dimenticando...".

9. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 746-772 (DICEMBRE 2003 - GENNAIO 2004) DE
"LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO"

* Numero 746 del primo dicembre 2003: 1. Rete ebrei contro l'occupazione,
Movimento palestinese per la cultura e la democrazia: sosteniamo l'accordo
di Ginevra; 2. Campagna osm per la Difesa popolare nonviolenta: il 4
dicembre a Roma; 3. Peppe Sini: le cause e gli effetti; 4. Giuliana Sgrena:
a Nassiriya italiani sotto tiro; 5. Giuliana Sgrena intervista Haus al
Khafaji; 6. Giuliana Sgrena: la prigione Baghdad; 7. Giuliana Sgrena:
escalation di guerra; 8. Giuliana Sgrena: anche gli asini lanciamissili; 9.
Massimiliano Fortuna presenta "Obbedienza all'autorita'" di Stanley Milgram;
10. L'Associazione italiana Edith Stein; 11. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 747 del 2 dicembre 2003: 1. Peppe Sini: una lettera dalla Procura;
2. Fausto Concer: eroi; 3. Enrico Euli: mi abbono ad "Azione nonviolenta"
perche'...; 4. Giuliana Sgrena: un missile contro un aereo civile; 5.
Giuliana Sgrena intervista Abdel Aziz al Hakim; 6. Giuliana Sgrena: "Siamo
patrioti iracheni anti-Saddam e anti-Usa"; 7. Giuliana Sgrena: il Consiglio
iracheno: "Basta occupazione"; 8. Giuliana Sgrena: colpita l'ambasciata
italiana; 9. Giuliana Sgrena: il teatro dell'imperatore; 10. Giuliana
Sgrena: Iraq, bersaglio Italia; 11. L'8 dicembre a Venezia con Lidia
Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata,
solidale e nonviolenta; 12. Il terzo salone dell'editoria di pace; 13. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 748 del 3 dicembre 2003: 1. Sull'urgenza di un'Europa neutrale e
attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2. Appuntamento
a Venezia; 3. L'appello di Verona per un'Europa neutrale e attiva, disarmata
e smilitarizzata, solidale e nonviolenta (testo in italiano e in spagnolo);
4. Enrico Euli: una partecipazione attiva dal basso (un contributo
all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva,
disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 5. Carlo Schenone:
alcune perplessita' (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace
per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e
nonviolenta); 6. Severino Vardacampi: neutralita' versus belligeranza (un
contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale
e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 7. Giovanni
Zampini: la pace e' salvezza (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia
Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata,
solidale e nonviolenta); 8. Le donne per un'altra Europa; 9. Massimiliano
Pilati: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 10. Luisa Muraro:
l'altare della patria. Una moralita'; 11. Enrico Peyretti: per uscire dalla
follia cominciando dalla "rettifica dei nomi"; 12. Riletture: Ingeborg
Bachmann, Poesie; 13. Riletture: Christa Wolf, Cassandra; 14. Riletture:
Virginia Woolf, Le tre ghinee; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16.
Per saperne di piu'.
* Numero 749 del 4 dicembre 2003: 1. L'8 dicembre a Venezia per un'Europa
neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2.
Enrico Peyretti: Josef Schiffer, uomo di pace; 3. Amnesty International:
fermare i mercanti del dolore; 4. Giovanni Paolo II: uniamo le forze nel
predicare la nonviolenza; 5. Tonio Dell'Olio: la nonviolenza sulle labbra
del papa; 6. Ali Rashid: da Ginevra per la pace contro tutti i terrorismi e
tutte le guerre; 7. Luisa Muraro: l'arte di mendicare; 8. Ida Dominijanni: i
messaggi nella bottiglia di Lelio Basso; 9. Augusto Cavadi: un convegno a
Messina; 10. Giuliana Sgrena: Fatima e Azra, piccoli omicidi; 11. Giuliana
Sgrena: fine del ramadan a Kerbala; 12. Giuliana Sgrena: domenica di sangue
a Samarra; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di
piu'.
* Numero 750 del 5 dicembre 2003: 1. Renzo Imbeni: un contributo alla
riflessione promossa da Lidia Menapace; 2. Amelia Crisantino presenta la
nuova edizione di "Liberarsi dal dominio mafioso" di Augusto Cavadi; 3.
Enrico Peyretti: "beati i miti"; 4. Con Lidia Menapace a Venezia l'8
dicembre per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata,
solidale e nonviolenta; 5. Alcune iniziative a Reggio Emilia, Roma, Torino,
Venezia; 6. Ida Dominijanni: l'Europa, la globalizzazione, l'alternativa; 7.
Associazione comunita' papa Giovanni XXIII: contro la schiavitu'; 8. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 751 del 6 dicembre 2003: 1. Con Lidia Menapace a Venezia l'8
dicembre; 2. Enrico Peyretti: non calunniare la nonviolenza; 3. Jean Marie
Muller: due frammenti; 4. Giuliana Sgrena: l'ordine dei mullah a Sadr city;
5. Angela Giuffrida: un'altra filosofia e' possibile. E necessaria; 6.
Giulio Vittorangeli: la politica e l'antipolitica; 7. Luisa Muraro: sul
problema delle regole; 8. Amelia Crisantino: la linea di confine; 9. Marina
Forti: la seconda generazione di Bhopal; 10. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 752 del 7 dicembre 2003: 1. Giobbe Santabarbara: da Simone Weil a
Lidia Menapace passando per Nelson Mandela e Desmond Tutu. La nonviolenza
giuriscostituente; 2. Aschenbach, Venezia, l'Europa; 3. L'8 dicembre a
Venezia; 4. Pax Christi: farsi eco della profezia della nonviolenza; 5.
Elena Laurenzi: su Maria Zambrano; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
7. Per saperne di piu'.
* Numero 753 dell'8 dicembre 2003: 1. Da Verona a Venezia; 2. Severino
Vardacampi: Europa antifascista, Europa nonviolenta; 3. Maria Luisa Boccia:
ripensare la politica per pensare politicamente il mondo; 4. Amelia
Crisantino: globalizzazione e questione meridionale. Una riflessione in
Sicilia; 5. Due note sull'azione diretta nonviolenta; 6. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 754 del 9 dicembre 2003: 1. Nanni Salio: un movimento per fermare
le guerre e costruire la pace; 2. Maria Luisa Boccia: un altro ordine di
senso e di esperienza; 3. Giuliana Sgrena: una testimonianza sulla strage di
Samarra; 4. Elena Laurenzi: un profilo biografico di Maria Zambrano; 5. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* Numero 755 del 10 dicembre 2003: 1. Giuliano Pontara risponde a sei
domande di Daniele Rocchetti; 2. Peppe Sini: sulla nuova edizione di
"Liberarsi dal dominio mafioso" di Augusto Cavadi. Divagazione prima, in
forma di tre tesi; 3. Il 10 dicembre a Palermo con i "Quaderni Satyagraha".
La nonviolenza contro la mafia; 4. Un convegno il 13 dicembre a Palermo su
"Liberta' di critica, liberta' di ricerca"; 5. Anna Grazia Casieri: che
significa costruire la pace?; 6. Presentazione di "Testarda"; 7. Giobbe
Santabarbara: sulla panchina; 8. Riletture: Ruth Benedict, Modelli di
cultura; 9. Riletture: Margaret Mead, Maschio e femmina; 10. Riletture: Lucy
Mair, Introduzione alla antropologia sociale; 11. Riletture: Ida Magli,
Introduzione all'antropologia culturale; 12. Riletture: Luce Irigaray,
Speculum; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 756 dell'11 dicembre 2003: 1. Prigionieri per la pace; 2. Azioni
nonviolente per la chiusura della Scuola delle Americhe - scuola degli
assassini; 3. Marina Forti: Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace; 4.
Fausto Concer: ideologie; 5. Ida Dominijanni: il sovrano resuscitato; 6.
Ileana Montini: a Dachau; 7. Elio Rindone: democrazia a rischio; 8. Domenico
Jervolino: presentazione di "Alternative"; 9. Presentazione di "Women for
women. Donne contro i fondamentalismi"; 10. Riletture. Miguel Asin Palacios,
Dante  e l'islam; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne
di piu'.
* Numero 757 del 12 dicembre 2003: 1. Enrico Peyretti: non uccidere per non
morire; 2. Riccardo Orioles: gasparizzazione; 3. Giancarla Codrignani: una
lettera aperta; 4. Salvatore Scaglione intervista Antonio Cassese; 5.
Stefania Giorgi: bestiario in diciotto articoli; 6. Ida Dominijanni: scienza
e coscienza; 7. Aggiornamento del "Cos in rete" e un blog per ampliare la
partecipazione; 8. Letture: Milena da Praga. Lettere di Milena Jesenska'
1912-1940; 9. Riletture: S. Teresa di Gesu', Opere; 10. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 758 del 13 dicembre 2003: 1. Enrico Peyretti: di ritorno dal terzo
salone dell'editoria di pace a Venezia; 2. Giulio Vittorangeli: non
elemosina ma solidarieta'; 3. Jean Marie Muller, momenti e metodi
dell'azione nonviolenta (parte prima); 4. Riletture: AA. VV., Un mondo di
donne; 5. Riletture: Agnes Heller, Etica generale; 6. Riletture: Grazia
Livi, Le lettere del mio nome; 7. Riletture: Edoarda Masi, Il libro da
nascondere; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 759 del 14 dicembre 2003: 1. Dopo il convegno di Venezia dell'8
dicembre si consolida la proposta e la campagna per un'Europa neutrale e
attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2. Jean Marie
Muller, momenti e metodi dell'azione nonviolenta (parte seconda e
conclusiva); 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di
piu'.
* Numero 760 del 15 dicembre 2003: 1. Tre note su "Il nuovo disordine
mondiale" di Tzvetan Todorov, ovvero: quale alternativa per l'Europa; 2.
Augusto Cavadi: la nonviolenza contro la mafia; 3. Marina Forti intervista
Mehranghiz Kar; 4. Nando dalla Chiesa: al termine di un errore; 5. Maria
Luisa Boccia, Grazia Zuffa: il fondamentalismo in provetta; 6. Erika
Tomassone: una legge oscurantista; 7. Letture: Euclides Andre' Mance, La
rivoluzione delle reti; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per
saperne di piu'.
* Numero 761 del 16 dicembre 2003: 1. Angela Giuffrida: donne e guerra; 2.
Maria G. Di Rienzo: con chiarezza e con forza; 3. Gualtiero Via: l'Europa e
la pace; 4. Ileana Montini: laicita'; 5. Franca Bimbi: integralismi; 6.
Alcune donne della Margherita del Veneto: una riflessione sulla legge sulla
procreazione assistita, pessima e illiberale; 7. Anna Maria Merlo: la
Francia e i migranti; 8. Anna Maria Merlo: la Francia, il velo, la legge; 9.
Anna Maria Merlo: simboli, regole, servizi pubblici; 10. Anna Maria Merlo:
il rapporto della commissione Stasi; 11. Pubblicato "Convertirsi alla
nonviolenza? Credenti e non credenti si interrogano su laicita', religione,
nonviolenza"; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di
piu'.
* Numero 762 del 17 dicembre 2003: 1. Dell'uccidere; 2. Charles C. Walker,
manuale per l'azione diretta nonviolenta; 3. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 4. Per saperne di piu'.
* Numero 763 del 18 dicembre 2003: 1. Mao Valpiana: dal pensiero nonviolento
sull'Europa all'azione nonviolenta per l'Europa; 2. Giovanni Paolo II: un
impegno sempre attuale: educare alla pace; 3. A Torino un incontro con
l'associazione "Parent's Circle"; 4. Marcella Bravetti presenta "Acquaforte"
di Gladys Basagoitia; 5. Gladys Basagoitia: antipoesia I; 6. Maria Luisa
Boccia: tra corpo e linguaggio. Un articolo del 1999; 7. Danilo Dolci: la
scelta; 8. Letture: Augusto Cavadi, Volontariato in crisi?; 9. Letture:
Pietro Ingrao, La guerra sospesa; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
11. Per saperne di piu'.
* Numero 764 del 21 dicembre 2003: 1. Jean Marie Muller, significato della
nonviolenza; 2. Riletture: Laura Boella, Hannah Arendt; 3. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'.
* Numero 765 del 25 dicembre 2003: 1. Brunetto Salvarani: una lettera a don
Tonino Bello, ovvero il natale della chiesa del grembiule; 2. Luciana Rossi,
Loredana Bilardo: Venezia e l'Europa neutrale; 3. Francesco Comina ricorda
Chico Mendes; 4. Benito D'Ippolito: una sera di Chico Mendes; 5. Giulio
Vittorangeli: il mondo dei giocattoli; 6. Lalla Romano: il fiume era esile e
chiaro; 7. Nanni Salio: aquiloni di pace; 8. Maria Luisa Spaziani: su cio'
che fummo; 9. Enrico Peyretti presenta "La Resistenza taciuta" di Anna Maria
Bruzzone e Rachele Farina; 10. Venti letture per una cultura della pace; 11.
Riletture: Fausta Garavini, La letteratura occitanica moderna; 12. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 766 del 26 dicembre 2003: 1. La guerra continua; 2. Elsa Morante: i
semi; 3. Mario Di Marco: marcia e incontro di preghiera per la pace a
Viterbo; 4. Vivian Lamarque: prendimi a cuore; 5. Martin Luther King:
pellegrinaggio alla nonviolenza; 6. Riletture: Shulamith Firestone, La
dialettica dei sessi; 7. Riletture: Gabriele Raether, Aleksandra Kollontaj;
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 767 del 27 dicembre 2003: 1. Simone Weil: se; 2. Dell'essere
uccisi; 3. Benito D'Ippolito: alcuni frammenti da due cantate in memoria di
due persone amiche scomparse in questi giorni; 4. Carlo Schenone: uno schema
per la prepazione di una campagna nonviolenta; 5. Luce Irigaray: la rosa
tuttavia; 6. Marcellino Ammiani: la nonviolenza e' un rischio; 7. Hannah
Arendt: poiche' una legge; 8. Marcello Cini presenta "La psicoterapia
attraverso Bateson" di Giovanni Madonna; 9. Letture. Carmine Di Sante, La
profezia; 10. Letture. Maurizio Ferraris, Introduzione a Derrida; 11.
Letture.  C. L. R. James, Marinai, rinnegati e reietti; 12. Letture. Fabio
Mini, La guerra dopo la guerra; 13. Letture. Marco Revelli, La politica
perduta; 14. Riedizioni. Gustaw Herling, Un mondo a parte; 15. Riedizioni.
Franco Cardini, Europa e Islam. Storia di un malinteso; 16. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 768 del 28 dicembre 2003: 1. Benito D'Ippolito: cantata per Danilo;
2. Maria G. Di Rienzo: il momento e' ora; 3. Franco Fortini: marxismo; 4.
Franco Fortini: comunismo; 5. "Appello ecumenico al dialogo
cristiano-islamico": il dialogo ha vinto sul terrore; 6. Comunita' Isolotto
di Firenze: una veglia di natale con Lisistrata; 7. Riletture: John Stuart
Mill, On Liberty and other essays; 8. Riletture: Norberto Bobbio,
Liberalismo e democrazia; 9. Riletture: Tzvetan Todorov, Memoria del male,
tentazione del bene; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per
saperne di piu'.
* Numero 769 del 29 dicembre 2003: 1. Lisa Clark: un seminario sulla
nonviolenza il 17 gennaio a Mumbai; 2. "Via dogana", una rivista che pensa;
3. Nanni Salio: la nonviolenza, varco e talpa della storia; 4. Julia
Kristeva: lo straniero; 5. Emmanuel Levinas: il volto e la guarigione; 6.
Anna Maria Merlo: lo stato e la laicita', in Francia; 7. Ida Dominijanni: il
velo della repubblica; 8. Giuliana Sgrena: la schiavitu' del velo; 9. Enrico
Peyretti: "Padre, perche' non parli?"; 10. Riviste: "Segno" n. 250; 11.
Letture: Luciano Violante, Un mondo asimmetrico; 12. Riedizioni:  Franco
Cardini (a cura di), La paura e l'arroganza; 13. Riletture: Petr Alekseevic
Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario; 14. Riletture: Martin Malia, Alle
origini del socialismo russo; 15. Riletture: Otto Ruehle, Il coraggio
dell'utopia; 16. Riletture: Seneca, Tutti gli scritti in prosa; 17.
Riletture: Tommaso, Il male; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19.
Per saperne di piu'.
* Numero 770 del 30 dicembre 2003: 1. Rossana Rossanda ricorda Lorenza
Carboni; 2. Barbara Spinelli: i due minuti d'odio; 3. Edoarda Masi: alle
radici dell'ultima crociata; 4. Danilo Zolo: processare il nemico; 5.
Giampaolo Calchi Novati: le leggi del piu' forte; 6. Associazione giuriste
d'Italia "Giudit": una legge incostituzionale; 7. Ida Dominijanni: i
paradossi della laicita'; 8. Riviste: "A. Rivista anarchica"; 9. Riviste:
"Keshet. Vita e cultura ebraica"; 10. Riletture: Karl Rahner, Corso
fondamentale sulla fede; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per
saperne di piu'.
* Numero 771 dell'8 gennaio 2004: 1. Facile; 2. Lidia Menapace: un bilancio
di previsione; 3. Aldo Capitini: teoria della nonviolenza (parte prima); 4.
Riletture: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg; 5.
Riletture: Natalia Ginzburg, Non possiamo saperlo; 6. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* Numero 772 del 9 gennaio 2004: 1. Maria G. Di Rienzo: parlare in pubblico;
2. Aldo Capitini: teoria della nonviolenza (parte seconda); 3. Riviste:
"Micromega" 5/2003; 4. Letture: Raniero La Valle, Prima che l'amore finisca;
5. Riedizioni: Noam Chomsky, I nuovi mandarini; 6. Riletture: Erasmo da
Rotterdam, Colloquia; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per
saperne di piu'.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1253 del 2 aprile 2006

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