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La nonviolenza e' in cammino. 1253
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1253
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 2 Apr 2006 00:12:21 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1253 del 2 aprile 2006 Sommario di questo numero: 1. Nando dalla Chiesa: Ho visto 2. Giobbe Santabarbara: Ardita un'opinione sulle tasse 3. Giancarla Codrignani: Kenosis 4. Sergio Paronetto: Marianella Garcia 5. Benito D'Ippolito: Una canzone per Marianella Garcia 6. Nello Scardani: Marianella Garcia, o della giustizia 7. Guido Albertelli ricorda il padre Pilo Albertelli 8. Tommaso Di Francesco: Pietro Ingrao ricorda Pilo Albertelli 9. Indice dei numeri 746-772 (dicembre 2003 - gennaio 2004) de "La nonviolenza e' in cammino" 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. TESTIMONIANZE. NANDO DALLA CHIESA: HO VISTO [Dal sito www.nandodallachiesa.it riprendiamo questo estratto dal testo teatrale "Vota Silviolo!" che racconta la politica di governo di Silvio Berlusconi e della sua maggioranza. Scrive l'autore: "Ecco come ho visto sfregiare e disprezzare in questi cinque anni sciagurati i simboli e le istituzioni della nostra democrazia". Nando dalla Chiesa e' nato a Firenze nel 1949, sociologo, docente universitario, parlamentare; e' stato uno dei promotori e punti di riferimento del movimento antimafia negli anni ottanta; e' persona di straordinaria limpidezza morale. Dal sito sopra citato riprendiamo anche questa breve autopresentazione di Nando dalla Chiesa: "Chi sono? Uno che ama impegnarsi, specialmente se sono in gioco la liberta' e la giustizia. Ma anche la decenza mentale e morale. Insomma, mi piace la democrazia e ho cercato di darmi da fare per lei in tanti modi, anche se non ho ancora capito se lei me ne sia grata. Ora sono senatore ma domani non lo saro' piu'. Sono della Margherita ma sono soprattutto un ulivista convinto, praticamente un fan del partito democratico che si vorrebbe fare. Il mestiere, dite. Gia', sono un sociologo dell'economia, laureato in Bocconi e insegno la mia materia a Scienze Politiche di Milano (ma per ora sono in aspettativa). Scrivo libri (fino a oggi una ventina) e collaboro con diversi giornali. In particolare mi onoro di essere tra gli editorialisti dell'Unita' di Furio Colombo e Antonio Padellaro. Da qualche tempo sono anche editore. Ho fondato una casa editrice che non e' nemmeno piu' solo una promessa e che si chiama Melampo. Soci d'avventura, Lillo Garlisi e Jimmy Carocchi, miei allievi bocconiani arrivati al successo nell'editoria per i fatti loro. Faccio pure del teatro. O meglio, a tanto mi ha spinto l'era berlusconiana. E penso che nei prossimi anni mi ci dedichero' un bel po'. E infine, mi piace fondare. Mica solo la casa editrice. Ho fondato un circolo di nome 'Societa' civile' nella Milano degli anni ottanta. Una splendida creatura collettiva che ha tenuto botta al regime della corruzione di quel periodo. Poi, con il mio amico Gianni Barbacetto, ho fondato il mensile omonimo, grande esperienza giornalistica fatta da ragazzi irripetibili. Ho fondato con Leoluca Orlando e Diego Novelli la Rete, un movimento che diede agli inizi degli anni novanta dignita' politica nazionale all'idea che si dovesse combattere la mafia. Ho fondato il piccolo movimento di Italia democratica, anche quello con mensile, che conflui' nell'Ulivo battendosi contro il razzismo e la secessione. E pure Omicron, rivista sulla criminalita' organizzata al nord, sempre con Gianni Barbacetto. E il comitato di parlamentari 'La legge e' uguale per tutti' per fronteggiare l'offensiva del signor B.; un comitato alla testa di tante manifestazioni degli ultimi cinque anni e che ha prodotto l'unica esperienza di teatro civile al mondo fatto da parlamentari. Ho anche fondato con Fabio Zanchi e Lidia Ravera il Mantova Musica Festival, giunto ormai alla terza edizione e nato per contestare Sanremo finito nelle mani di Tony Renis. Soprattutto ho fondato una famiglia con Emilia. Ne sono nati Carlo Alberto e Dora, i miei gioielli, che se li avesse visti Cornelia ne sarebbe rimasta folgorata, altro che i suoi Gracchi, con tutto il rispetto...". Opere di Nando dalla Chiesa: Il potere mafioso. Economia e ideologia, Mazzotta 1976; Delitto imperfetto. Il generale, la mafia, la societa' italiana, Mondadori 1984, Editori Riuniti 2003; (con Pino Arlacchi), La palude e la citta'. Si puo' sconfiggere la mafia, Mondadori 1987; Il Giano bifronte. Societa' corta e colletti bianchi: il lavoro, la cultura, la politica, Etas libri 1987; Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini, Einaudi 1990; Dizionario del perfetto mafioso. Con un breve corso di giornalismo per gli amici degli amici, Mondadori 1990; Il giudice ragazzino. Storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione, Einaudi 1992; Milano-Palermo: la Nuova Resistenza (a cura di Pietro Calderoni), Baldini & Castoldi 1993; I trasformisti, Baldini & Castoldi 1995; La farfalla granata. La meravigliosa e malinconica storia di Gigi Meroni il calciatore artista, Limina 1995; La politica della doppiezza. Da Andreotti a Berlusconi, Einaudi 1996; (a cura di), Carlo Alberto dalla Chiesa, In nome del popolo italiano. Autobiografia a cura di Nando dalla Chiesa, Rizzoli 1997; Storie eretiche di cittadini perbene, Einaudi 1999; Diario di fine secolo. Della politica, della giustizia e di altre piccolezze, Edizioni Pequod 1999; La partita del secolo. Storia di Italia-Germania 4-3. La storia di una generazione che ando' all'attacco e vinse (quella volta), Rizzoli 2001; La legge sono io. Cronaca di vita repubblicana nell'Italia di Berlusconi. L'anno dei girotondi, Filema edizioni 2002; La guerra e la pace spiegate da mio figlio, Filema edizioni 2003; La scuola di via Pasquale Scura. Appassionato elogio dell'istruzione pubblica in Italia, Filema edizioni 2004; La fantastica storia di Silvio Berlusconi. Dell'uomo che porto' il paese in guerra senza avere fatto il servizio militare, Melampo 2004; Capitano, mio capitano. La leggenda di Armando Picchi, livornese nerazzurro, Limina 1999, nuova edizione 2005; Vota Silviolo!, Melampo 2005. Scritti su Nando dalla Chiesa: suoi ritratti sono in vari libri di carattere giornalistico (tra gli altri di Giorgio Bocca, Giampaolo Pansa, Corrado Stajano); tra le intervista si veda ad esempio quella contenuta in Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli 1988] Ho visto approvare in parlamento la legge sul falso in bilancio il giorno dopo l'11 settembre. Di corsa, per onorare con il nostro lavoro - cosi' ci venne detto - i morti di New York. Ho visto la commissione giustizia del Senato prolungare i suoi lavori dopo la mezzanotte per tre leggi in cinque anni: per il falso in bilancio, per la Cirami, per l'immunita' delle piu' alte cariche dello Stato. Ho visto aprire l'ultima legislatura con una legge ad personam, quella che abolisce l'imposta di successione sui patrimoni piu' grandi. E l'ho vista chiudere con una legge ad personam, quella che abolisce l'appellabilita' delle sentenze di assoluzione. Ho visto il parlamento decidere quali magistrati possono o non possono restare in servizio, alzando e abbassando l'eta' pensionabile secondo le convenienze: fuori Borrelli dentro Carnevale. Ho visto il parlamento decidere quali magistrati possono dirigere gli uffici giudiziari piu' delicati. Insomma, ho visto il parlamento scegliere i giudici. Ho visto piu' di mezzo Senato applaudire in piedi l'appoggio alla guerra preventiva in Iraq. Ho visto la standing ovation della maggioranza e i sorrisi di festa, in attesa dei bombardamenti dei giorni dopo. Ho visto sbeffeggiare le senatrici che si battevano per le quote rosa. Le ho viste sommerse dagli sberleffi della maggioranza. Le ho sentite chiamare vacca e gallina. Ho visto togliere ai giudici di pace la competenza sugli incidenti stradali piu' gravi. Lavoravano troppo velocemente creando problemi alle assicurazioni. Anche alla Mediolanum. Ho visto portare nel parlamento repubblicano una legge per equiparare le brigate nere di Salo' ai combattenti delle forze armate e ai partigiani. Ho visto violare il regolamento del Senato anche sei volte in due giorni. Ho visto violare la Costituzione in presenza della seconda autorita' dello Stato. A volte invocando precedenti inesistenti. Altre volte senza precedenti. Ho visto un parlamentare svenire a un passo dall'infarto per l'indignazione, di fronte al numero legale ottenuto piu' volte senza pudore. L'ho visto steso a terra, insultato e fischiato dagli avversari che lo accusavano di perdere tempo. Ho visto censurare o bloccare negli uffici interrogazioni critiche verso il governo o verso esponenti della maggioranza; ho visto funzionari solerti mutilare i diritti costituzionali dei parlamentari. Ho visto rifare mezza Costituzione come niente, da personaggi senza storia. Per liberare da ogni controllo di garanzia e da ogni contrappeso il potere di chi vince le elezioni. Per mettere lo Stato ai piedi dell'uomo piu' ricco e potente del paese. Ho visto barattare pubblicamente in aula l'unita' del Paese con gli interessi televisivi del capo del governo. Ho visto un senatore votare per cinque, per dare alla sua maggioranza il numero legale. Ho visto tollerare anche quindici voti di assenti per volta. Ho visto stabilire il tempo massimo di un giorno per discutere in seconda votazione la riforma di mezza Costituzione. Ho visto fischiare in un'aula parlamentare il Capo dello Stato mentre il presidente del Senato leggeva il testo del rinvio alle Camere della legge di riforma dell'ordinamento giudiziario. Ho visto scritto nella relazione ufficiale della Commissione antimafia che la mafia non porta voti, che il controllo del voto da parte di Cosa Nostra e' "uno dei miti piu' a lungo e pervicacemente sostenuti". Ho visto Giovanni Falcone commemorato sull'autostrada per Punta Raisi, localita' Cinisi, da un ministro che aveva sostenuto che dobbiamo convivere con la mafia. Ho visto un ministro definire il carcere di Cagliari un albergo a cinque stelle pochi giorni prima che vi si uccidessero due detenuti. Ho visto leggi importanti e sulle quali era stata annunciata una dura opposizione votate in Senato alla presenza di poche decine di esponenti della minoranza. Ho visto decine di senatori dell'opposizione lavorare seriamente ed essere trattati dai loro elettori come incapaci o complici del governo. Ho visto sospetti ingiusti. Ho visto fiducie ingiuste. Ho visto uomini dello Stato oggetto di insolenze e di accuse sanguinose, grazie a un uso prepotente della immunita' parlamentare. Ho visto chiamare tutti i manifestanti di Genova violenti e terroristi e assicurare ufficialmente che nel carcere di Bolzaneto non ci furono violenze. Ho visto negare una commissione d'inchiesta su Genova per non interferire con il lavoro della magistratura. Ho visto dimenticare questo principio per istituire la commissione Telekom Serbia. Ho visto ridere in faccia alla richiesta di maternita' o paternita' assistite di persone non felici. Ho visto un ministro alla testa di duecento ragazzi davanti al Senato. L'ho visto gridare, lui ministro della Repubblica italiana, "chi non salta italiano e'". Ho visto esibire i fazzoletti padani a un metro dal tricolore sulle bare nei funerali di Stato. Ho visto prolungare la durata del parlamento per uso personale. Per ottenere l'impunita' in un processo, per prendere possesso per qualche settimana di tutte le televisioni. Cosi' ho visto sfregiare, nel mio Paese, il piu' grande simbolo della democrazia. 2. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: ARDITA UN'OPINIONE SULLE TASSE Lessi nella Costituzione della Repubblica Italiana (per gli archeologi: all'articolo 53): "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita' contributiva. Il sistema tributario e' informato a criteri di progressivita'". Mi e' sempre sembrata una buona idea. * Ci sono beni che devono essere comuni. Ci sono servizi che devono essere pubblici. Ci sono cose che devono essere fatte insieme. Non e' sulla rapina e sul furto che si puo' fondare la convivenza. Non e' sul solipsismo che si basa una societa'. Un ordinamento giuridico e' l'opposto dell'egoismo assassino. Senza solidarieta' non si da' umanita'. E' ancora il nostro quell'antico motto: da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni. 3. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: KENOSIS [Da Giancarla Codrignani, L'amore ordinato, Edizioni com nuovi tempi, Roma 2005, p. 115. Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at libero.it), presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005] Che cosa significhera' mai kenosis, se non si svuota l'uomo vecchio del patriarcato? 4. MEMORIA. SERGIO PARONETTO: MARIANELLA GARCIA [Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per questo intervento. Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004. Marianella Garcia Villas, nata nel 1949, attivista per i diritti umani salvadoregna, collaboratrice di monsignor Romero, amica della nonviolenza, "avvocato dei poveri, compagna degli oppressi, voce degli scomparsi", Marianella Garcia fu assassinata il 13 marzo del 1983 dai soldati del regime. La sua vita e' narrata nel bel libro (ampiamente basato sulla registrazione di conversazioni con lei svoltesi nel 1981 e nel 1982) di Raniero La Valle e Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983] Cari amici, care amiche, ogni anno a marzo si ricorda, giustamente, il martiro di Oscar Romero. Mi piacerebbe si ricordasse anche il martirio di una donna, uccisa nel mese di marzo del 1983: Marianella Garcia Villas. E' stata deputata della Dc salvadoregna, da cui e' uscita. Collaboratrice di Romero. Avvocatessa. Presidente della Commissione per diritti umani tra il 1981 e il 1982. Ha denunciato l'orrore salvadoregno al Tribunale per i diritti dei popoli. Girava in Europa e in Italia (con La Valle) per diffondere un manifesto all'Europa per i diritti umani. Ha difeso contadini arrestati solo per il possesso della Bibbia e la partecipazione ai "gruppi del Vangelo". Ha cercato prove dell'uso di armi chimiche contro la popolazione civile. Ha denunciato la scomparsa di persone, le uccisioni di massa, le violenze e torture contro i piu' deboli, in particolare contro le donne. Curava e fotografava i cadaveri, cercava il loro nome, tentava di ridar loro dignita'. Praticava la nonviolenza dei volti. Per questo e' stata uccisa. Mite e forte. Disarmata e disarmante. Santa laica. Umana. Vangelo vivente. La sento sempre vicina nel cammino della pace. 5. MEMORIA. BENITO D'IPPOLITO: UNA CANZONE PER MARIANELLA GARCIA [Riproponiamo ancora una volta questo testo] Ay Marianella, Marianella Garcia potevi fare la vita dei signori i tuoi buoni studi, il tuo seggio in parlamento ma tu scegliesti di stare con noi poveri. Ay Marianella che pioggia di sangue. Era Marianella sorella di noi morti perche' amava la vita e che la vita fosse degna di essere vissuta. Ay Marianella si spensero le stelle. Era intrepida e vestita di umilta' sapeva che i fascisti la cercavano e ti raggiunse la furia dei fascisti. Ay Marianella la furia dei fascisti. Parlava la lingua dei contadini e degli angeli sapeva le parole che guariscono parole di luce e di pane. Ay Marianella la terra nera e rossa. Sapeva tutte le cose e anche le cose che tutti sanno e e' difficile dire e lei le diceva con voce di uccellino. Ay Marianella che fredda e' la notte. Ti ammazzarono come hanno ammazzato i morti che cercavi e che il tuo sguardo resuscitava nel cuore del popolo. Ay Marianella che pianto infinito. Cosi' dura e' la nostra dura vita che anche nella gioia noi piangiamo ma mentre ti piangiamo ricordiamo con gioia che sei stata e resti viva. Ay Marianella, Marianella Garcia. 6. MEMORIA. NELLO SCARDANI: MARIANELLA GARCIA, O DELLA GIUSTIZIA [Riproponiamo ancora una volta questo testo, tratto da una suite dal titolo "Ancora dieci parole della nonviolenza riflesse in dieci volti di donne"] Salvare anche i morti restituir loro il volto, allo scempio compiuto dai carnefici opporre infinita la pieta'. E cosi' salvare coloro che verranno dalla ripetizione incessante dell'orrore, cosi' salvare l'umanita' presente, cosi' rendere bene per male. 7. MEMORIA. GUIDO ALBERTELLI RICORDA IL PADRE PILO ALBERTELLI [Dal sito www.storiaememoria.it riprendiamo questa testimonianza. Guido Albertelli, figlio di Pilo Albertelli, e' presidente del circolo "Giustizia e Liberta'" di Roma (sito: www.circologiustiziaeliberta.it). Pilo Albertelli, medaglia d'oro della Resistenza, fu trucidato alle Fosse Ardeatine. Dal sito dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Pilo Albertelli, nato a Parma il 10 ottobre 1907, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Professore di storia e filosofia. Nel 1928 fu arrestato con l'accusa di aver svolto attivita' antifascista tra gli studenti e condannato a cinque anni di confino. Albertelli fu tra i piu' convinti propugnatori della fondazione del Partito díAzione e, dopo l'8 settembre del 1943, fu a Roma tra i piu' audaci organizzatori della Resistenza e delle formazioni 'Giustizia e Liberta''. Membro del Comitato militare romano del Corpo volontari della liberta', il primo marzo del 1944 cadde nelle mani della banda Koch. Condotto dai fascisti in via Tasso, dopo giorni di sevizie fu visto dai compagni di lotta con le costole spezzate, il corpo straziato, il volto reso irriconoscibile. Tre settimane dopo l'arresto fu massacrato alle Fosse Ardeatine con gli altri 334 Martiri. Pilo Albertelli lascio' scritto: 'Un uomo senza ideali non e' un uomo ed e' doveroso sacrificare, quand'e' necessario, ogni cosa per questi ideali'. Tra le opere filosofiche di Albertelli: Gli Eleati, testimonianze e frammenti, Bari, 1939; Il problema morale nella filosofia di Platone, Roma, 1939"] Pilo Albertelli nacque a Panna nel 1907, figlio dell'onorevole socialista Guido, eletto per piu' legislature negli anni tra il 1900 e il 1920, rappresentante delle attese operaie della Bassa Parmense, avversato dai fascisti e costretto a lasciare la sua citta' nel 1925, dopo che le squadre fasciste gli incendiarono lo studio. In questa atmosfera familiare, impregnata dal culto del Risorgimento e di Giuseppe Mazzini egli si formo' ed apri' la mente ad alti ideali ed alla concezione che la vita va vissuta come una missione. Si laureo' a Roma nel 1930 in filosofia, dopo avere avuto in Guido Calogero uno dei suoi maestri e successivamente suo compagno di lotta nella Resistenza. Inizio' l'insegnamento al liceo di Formia, poi al "Tasso" di Roma e quindi al liceo di Livorno; nel 1935 fu trasferito al liceo "Umberto I" di Roma dove insegno' fino al 1941. Qui svolse un insegnamento che assunse sempre piu' l'aspetto di un vero apostolato. Il regime, nel pieno trionfo delle sue idee malsane (siamo alla vigilia dell'Impero), fa presa su quelle coscienze di adolescenti soffocando le loro personalita' e con queste le loro fresche energie. Anche a Roma gli studenti hanno per lui grande affetto e ammirazione e attendono le sue lezioni; finita l'ora, i giovani gli si accalcano intorno. Quante volte la sua voce suonava dalla cattedra ammonitrice contro le false idealita' del fascismo, ma non uno tra centinaia di giovani che lo ebbero come maestro oso' accusare il professore antifascista tanto egli sapeva entrare nei loro cuori. Testimonia dei suoi allievi Mario Del Viscovo scrivendo: "Durante tre anni, stringendoci intorno a lui quasi materialmente, salutandolo mentre entrava e lasciandolo quasi a malincuore, noi sentivamo che aveva fiducia in noi, che non eravamo qualcosa che trattasse con freddezza e disinteresse, ma il centro della sua vita: pareva che per noi egli studiasse e vivesse, a noi pensasse tutta quanta la sua giornata". La lotta al fascismo era cominciata presto nella vita di Pilo Albertelli. Nel 1928 fu uno degli organizzatori della rivista "Pietre" che avrebbe dovuto essere un organo di diffusione della concezione liberalsocialista. L'iniziativa lo porto' ben presto in carcere, nell'aprile del '28, (allora aveva appena piu' di venti anni) con i suoi amici. Tra essi Ugo La Malfa, Lelio Basso, Gino Luzzatto, Mario Vinciguerra, Umberto Segre e altri. Fu condannato a cinque anni di confino, poi tramutati in tre anni di sorveglianza speciale. Nel 1941 lascio' il liceo "Umberto I" e inizio' la sua collaborazione all'Istituto di Studi Filosofici, dopo aver pubblicato due importanti lavori: "Problema morale nella filosofia di Platone" e il volume degli "Eleati" nella collana dei filosofi antichi di Laterza. Intanto si era entrati in guerra. * Fu uno tra i fondatori del Partito d'Azione nel 1942, insieme al suo grande amico Ugo La Malfa e ad altri. Collaboro' al giornale clandestino "L'Italia Libera" ed e' suo il corsivo del 25 luglio 1943. Inizio' ad operare nell'organizzazione militare clandestina del Partito d'Azione della quale assunse il comando a Roma. L'8 settembre 1943, con l'abbandono della Capitale da parte della Corona, con lo sfacelo dell'esercito tradito dai capi, si apre l'ultimo atto della tragedia nazionale, atto del quale doveva farsi protagonista quella parte piu' generosa del popolo italiano, in cui il senso della liberta' non fu mai spento, il popolo dei patrioti, dei partigiani, dei non collaborazionisti, dei cospiratori contro i nazifascisti. Pilo Albertelli e' con questo popolo in armi che, accanto a sparute unita' dell'esercito, salvava a San Giovanni e a San Paolo, contro i tedeschi, l'onore della citta' eterna. E comincia per lui, infaticabile, l'opera quotidiana di raccolta e di trasporto d'armi e di munizioni, di organizzazione minuta e paziente di squadre armate; cominciano le cure ben lontane da quelle che sempre furono le sue: depositi clandestini, ricoveri di fortuna, documenti falsi, riunioni volanti e le prime operazioni belliche sulle vie di comunicazioni nemiche. Si dedicava alla lotta e all'organizzazione cospirativa e come dice il professor Vittorio Ezio Alfieri, suo amico fraterno: "suscita ammirazione e reverenza vedere questo professore, questo uomo di altissima cultura mettere da parte cio' che era stato l'oggetto principale della sua vita, i libri e le disquisizioni teoriche, e mostrare con i fatti che la filosofia non e' filosofia vera se non e' vissuta". * Il primo marzo 1944, dietro denuncia di un delatore, fu arrestato e portato alla Pensione Oltremare, covo della Banda Kock, dove cominciarono le torture nel vano tentativo di farlo parlare. Due volte tento' di togliersi la vita. Martoriato, con tre costole rotte, non parlo'. Il 20 marzo lo trasferirono a Regina Coeli. Poi fu fucilato nell'eccidio delle Fosse Ardeatine alla periferia di Roma, nella terra contrassegnata dalla presenza di molti martiri cristiani e dalle catacombe piu' importanti. Nasce qui il monumento simbolo del martirio della Resistenza del popolo romano. Militari e sacerdoti, insegnanti e artigiani, ebrei e cattolici, sono insieme, sotto la stessa pietra tombale che affratella tutte le religioni e tutti gli ideali. Il 16 aprile 1944 la scuola romana, con coraggio, in pieno regime fascista, fa celebrare una messa nella Basilica di S. Maria Maggiore in suffragio dei professori Pilo Albertelli, Salvatore Canalis e Gioacchino Gesmundo. Sono presenti molti giovani studenti, ai quali rivolge un appello all'incitamento alla lotta antitedesca il professor Vincenzo Lapiccirella. * Ricordo di mio padre cio' che scrisse Benedetto Croce: "Quel purissimo Pilo Albertelli il quale, atroce ricordo che in noi non mai si cancellera', fu nel 1944 in Roma martoriato e trucidato dai tedeschi alle Fosse Ardeatine". In Pilo Albertelli il Paese ha riconosciuto, oltre all'uomo di azione, le straordinarie qualita' morali e le capacita' di trasmetterle ai suoi allievi, facendogli l'onore di intestare al suo nome tre scuole e tre strade, a Parma, a Livorno e a Roma. Io credo fermamente alla validita' attuale degli esempi di vita che ci furono dati durante il ventennio fascista da uomini coraggiosi di tutti gli strati sociali. Questi principi sono profondi dentro di noi e sono sicuro anche dentro coloro che oggi non sanno o non ricordano. In questa crisi italiana, dove sventolano troppe bandiere e si gridano troppe tesi, c'e' sicuramente chi, nei posti di lavoro, resta sereno e forte nel continuare a trasmettere con semplicita' e obiettivita' le idee e le storie di democrazia. Considerata l'affinita' ideale tra i presenti a questo incontro permettetemi di concludere cosi: la melanconia non deve essere una nostra debolezza. Il ricordo di un tempo non dovra' essere il nostro rimpianto. Il nostro impegno morale deve andare alla scuola, ad una scuola che torni degna dei suoi nobili professori morti un tempo, ma che sento vivi oggi qui tra noi. 8. MEMORIA. TOMMASO DI FRANCESCO: PIETRO INGRAO RICORDA PILO ALBERTELLI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2006. Tommaso Di Francesco, giornalista del "Manifesto", esperto di politica internazionale, e' curatore e autore di acuti saggi di analisi e di intervento politico, ma anche di pregevoli testi letterari in versi e in prosa; tra i suoi volumi segnaliamo particolarmente: in ambito saggistico-politico: (a cura di), Jugoslavia perche', Gamberetti, Roma 1995; (a cura di), La Nato nei Balcani, Editori Riuniti, Roma 1999; in ambito letterario: (a cura di), Veleno, Savelli, Milano 1980; Quintopiano, Edizioni Manuzio, Roma 1981; (a cura di, con Antonio Ricci), Elenca, Valore d'Uso, Roma 1982; Doppio deserto, PellicanoLibri, Roma 1985; Cliniche, Crocetti, 1987; (a cura di, con Pino Blasone), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese, Il manifesto, Roma 1988 (seconda edizione acxcresciuta e aggiornata: Wasim Dahmash, Tommaso Di Francesco, Pino Blasone (a cura di), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese, Manifestolibri, Roma 2002; Il giovane Mitchum, Il lavoro editoriale, Ancona-Bologna 1988; Tuffatori, Crocetti, 1992; Incorpora testo, Piero Manni, Lecce, 1994; Hotel Abisso, Mancosu, Roma, 1994. Pietro Ingrao e' nato nel 1915 a Lenola (Lt), laureato in giurisprudenza e lettere, partecipa alla lotta clandestina antifascista e alla Resistenza. Giornalista, direttore de "L'Unita'" dal 1947 al 1957, dal 1948 deputato del Pci al Parlamento per varie legislature e tra il 1976 e il 1979 presidente della Camera dei Deputati. Sono di grande rilievo le sue riflessioni sui movimenti, le istituzioni, la storia contemporanea e le tendenze globali attuali. Tra le opere di Pietro Ingrao: Masse e potere, Editori Riuniti, Roma 1977; Crisi e terza via, Editori Riuniti, Roma 1978; Tradizione e progetto, De Donato, Bari 1982; Il dubbio dei vincitori, Mondadori, Milano 1986; Le cose impossibili, Editori Riuniti, Roma 1990; Interventi sul campo, Cuen, Napoli 1990; L'alta febbre del fare, Mondadori, Milano 1994; (con Rossana Rossanda ed altri), Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; Variazioni serali, Il Saggiatore, Milano 2000; (con Franco Fortini, Alberto Olivetti, Gianni Scalia), Conversazioni su Il dubbio dei vincitori, Cadmo, Roma 2002; (con Alessandro Zanotelli), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; La guerra sospesa, Dedalo, Bari 2003; Una lettera di Pietro Ingrao, Cadmo, Roma 2005] Pilo Albertelli era nato a Parma nel 1907, fu massacrato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, con altre 334 persone - per rappreseglia dei nazifascisti contro l'attentato partigiano di Via Rasella nel quale erano morti 32 soldati tedeschi - dopo essere stato torturato dai fascisti della banda Koch. Professore di storia e filosofia, fu tra i piu' audaci organizzatori della Resistenza. "Ho conosciuto Pilo Albertelli al Vitruvio Pollione di Formia nel '29-'30 - ci racconta Pietro Ingrao -, facevo il I liceo, era il mio professore di storia e filosofia, avevo 15-16 anni, lui era giovanissimo, ne aveva 23. Era supplente dell'insegnante di ruolo che era malato. Era molto simpatico e molto severo. Gia' nel 1928 era stato implicato in cospirazioni antifasciste. Insegnava con passione. Ricordo che studiavamo Platone e Aristotele, ad una lezione sul dialogo del Fedone a un certo punto s'interruppe e disse che forse era meglio affrontare l'argomento in altro modo. Aveva un fascino profondo sulla classe: otteneva da noi ragazzotti il silenzio soltanto attraverso il modo con cui spiegava i filosofi: si capiva che quelli di cui parlava erano persone con cui dialogava dentro di se'". "L'altra cosa che ricordo - continua Pietro Ingrao - e' che nei pomeriggi assolati di Formia, spesso s'accompagnava con noi nelle passeggiate sulle terrazze sul mare e nelle ville. Fu in una di queste occasioni che ci parlo' di Lenin come di 'una figura interessante'. Fu la prima volta che sentii quel nome. Pilo Albertelli non era comunista, era liberaldemocratico. Con lui, nella meta' di quel decennio, nasce un nuovo antifascismo che si concretizzera' nell'aggregazione clandestina, durante l'ascesa di Hitler in Germania e dell'influsso sul fascismo gia' al potere. Ho conosciuto anche Lia Albertelli, a Formia per ricordare Pilo. Aveva un forte rigore interiore. Scorsi in lei una leggera punta polemica. Come a dire: forse lo state dimenticando...". 9. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 746-772 (DICEMBRE 2003 - GENNAIO 2004) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 746 del primo dicembre 2003: 1. Rete ebrei contro l'occupazione, Movimento palestinese per la cultura e la democrazia: sosteniamo l'accordo di Ginevra; 2. Campagna osm per la Difesa popolare nonviolenta: il 4 dicembre a Roma; 3. Peppe Sini: le cause e gli effetti; 4. Giuliana Sgrena: a Nassiriya italiani sotto tiro; 5. Giuliana Sgrena intervista Haus al Khafaji; 6. Giuliana Sgrena: la prigione Baghdad; 7. Giuliana Sgrena: escalation di guerra; 8. Giuliana Sgrena: anche gli asini lanciamissili; 9. Massimiliano Fortuna presenta "Obbedienza all'autorita'" di Stanley Milgram; 10. L'Associazione italiana Edith Stein; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 747 del 2 dicembre 2003: 1. Peppe Sini: una lettera dalla Procura; 2. Fausto Concer: eroi; 3. Enrico Euli: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 4. Giuliana Sgrena: un missile contro un aereo civile; 5. Giuliana Sgrena intervista Abdel Aziz al Hakim; 6. Giuliana Sgrena: "Siamo patrioti iracheni anti-Saddam e anti-Usa"; 7. Giuliana Sgrena: il Consiglio iracheno: "Basta occupazione"; 8. Giuliana Sgrena: colpita l'ambasciata italiana; 9. Giuliana Sgrena: il teatro dell'imperatore; 10. Giuliana Sgrena: Iraq, bersaglio Italia; 11. L'8 dicembre a Venezia con Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 12. Il terzo salone dell'editoria di pace; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 748 del 3 dicembre 2003: 1. Sull'urgenza di un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2. Appuntamento a Venezia; 3. L'appello di Verona per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta (testo in italiano e in spagnolo); 4. Enrico Euli: una partecipazione attiva dal basso (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 5. Carlo Schenone: alcune perplessita' (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 6. Severino Vardacampi: neutralita' versus belligeranza (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 7. Giovanni Zampini: la pace e' salvezza (un contributo all'iniziativa promossa da Lidia Menapace per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta); 8. Le donne per un'altra Europa; 9. Massimiliano Pilati: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 10. Luisa Muraro: l'altare della patria. Una moralita'; 11. Enrico Peyretti: per uscire dalla follia cominciando dalla "rettifica dei nomi"; 12. Riletture: Ingeborg Bachmann, Poesie; 13. Riletture: Christa Wolf, Cassandra; 14. Riletture: Virginia Woolf, Le tre ghinee; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 749 del 4 dicembre 2003: 1. L'8 dicembre a Venezia per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2. Enrico Peyretti: Josef Schiffer, uomo di pace; 3. Amnesty International: fermare i mercanti del dolore; 4. Giovanni Paolo II: uniamo le forze nel predicare la nonviolenza; 5. Tonio Dell'Olio: la nonviolenza sulle labbra del papa; 6. Ali Rashid: da Ginevra per la pace contro tutti i terrorismi e tutte le guerre; 7. Luisa Muraro: l'arte di mendicare; 8. Ida Dominijanni: i messaggi nella bottiglia di Lelio Basso; 9. Augusto Cavadi: un convegno a Messina; 10. Giuliana Sgrena: Fatima e Azra, piccoli omicidi; 11. Giuliana Sgrena: fine del ramadan a Kerbala; 12. Giuliana Sgrena: domenica di sangue a Samarra; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 750 del 5 dicembre 2003: 1. Renzo Imbeni: un contributo alla riflessione promossa da Lidia Menapace; 2. Amelia Crisantino presenta la nuova edizione di "Liberarsi dal dominio mafioso" di Augusto Cavadi; 3. Enrico Peyretti: "beati i miti"; 4. Con Lidia Menapace a Venezia l'8 dicembre per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 5. Alcune iniziative a Reggio Emilia, Roma, Torino, Venezia; 6. Ida Dominijanni: l'Europa, la globalizzazione, l'alternativa; 7. Associazione comunita' papa Giovanni XXIII: contro la schiavitu'; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 751 del 6 dicembre 2003: 1. Con Lidia Menapace a Venezia l'8 dicembre; 2. Enrico Peyretti: non calunniare la nonviolenza; 3. Jean Marie Muller: due frammenti; 4. Giuliana Sgrena: l'ordine dei mullah a Sadr city; 5. Angela Giuffrida: un'altra filosofia e' possibile. E necessaria; 6. Giulio Vittorangeli: la politica e l'antipolitica; 7. Luisa Muraro: sul problema delle regole; 8. Amelia Crisantino: la linea di confine; 9. Marina Forti: la seconda generazione di Bhopal; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 752 del 7 dicembre 2003: 1. Giobbe Santabarbara: da Simone Weil a Lidia Menapace passando per Nelson Mandela e Desmond Tutu. La nonviolenza giuriscostituente; 2. Aschenbach, Venezia, l'Europa; 3. L'8 dicembre a Venezia; 4. Pax Christi: farsi eco della profezia della nonviolenza; 5. Elena Laurenzi: su Maria Zambrano; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 753 dell'8 dicembre 2003: 1. Da Verona a Venezia; 2. Severino Vardacampi: Europa antifascista, Europa nonviolenta; 3. Maria Luisa Boccia: ripensare la politica per pensare politicamente il mondo; 4. Amelia Crisantino: globalizzazione e questione meridionale. Una riflessione in Sicilia; 5. Due note sull'azione diretta nonviolenta; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 754 del 9 dicembre 2003: 1. Nanni Salio: un movimento per fermare le guerre e costruire la pace; 2. Maria Luisa Boccia: un altro ordine di senso e di esperienza; 3. Giuliana Sgrena: una testimonianza sulla strage di Samarra; 4. Elena Laurenzi: un profilo biografico di Maria Zambrano; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'. * Numero 755 del 10 dicembre 2003: 1. Giuliano Pontara risponde a sei domande di Daniele Rocchetti; 2. Peppe Sini: sulla nuova edizione di "Liberarsi dal dominio mafioso" di Augusto Cavadi. Divagazione prima, in forma di tre tesi; 3. Il 10 dicembre a Palermo con i "Quaderni Satyagraha". La nonviolenza contro la mafia; 4. Un convegno il 13 dicembre a Palermo su "Liberta' di critica, liberta' di ricerca"; 5. Anna Grazia Casieri: che significa costruire la pace?; 6. Presentazione di "Testarda"; 7. Giobbe Santabarbara: sulla panchina; 8. Riletture: Ruth Benedict, Modelli di cultura; 9. Riletture: Margaret Mead, Maschio e femmina; 10. Riletture: Lucy Mair, Introduzione alla antropologia sociale; 11. Riletture: Ida Magli, Introduzione all'antropologia culturale; 12. Riletture: Luce Irigaray, Speculum; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 756 dell'11 dicembre 2003: 1. Prigionieri per la pace; 2. Azioni nonviolente per la chiusura della Scuola delle Americhe - scuola degli assassini; 3. Marina Forti: Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace; 4. Fausto Concer: ideologie; 5. Ida Dominijanni: il sovrano resuscitato; 6. Ileana Montini: a Dachau; 7. Elio Rindone: democrazia a rischio; 8. Domenico Jervolino: presentazione di "Alternative"; 9. Presentazione di "Women for women. Donne contro i fondamentalismi"; 10. Riletture. Miguel Asin Palacios, Dante e l'islam; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 757 del 12 dicembre 2003: 1. Enrico Peyretti: non uccidere per non morire; 2. Riccardo Orioles: gasparizzazione; 3. Giancarla Codrignani: una lettera aperta; 4. Salvatore Scaglione intervista Antonio Cassese; 5. Stefania Giorgi: bestiario in diciotto articoli; 6. Ida Dominijanni: scienza e coscienza; 7. Aggiornamento del "Cos in rete" e un blog per ampliare la partecipazione; 8. Letture: Milena da Praga. Lettere di Milena Jesenska' 1912-1940; 9. Riletture: S. Teresa di Gesu', Opere; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 758 del 13 dicembre 2003: 1. Enrico Peyretti: di ritorno dal terzo salone dell'editoria di pace a Venezia; 2. Giulio Vittorangeli: non elemosina ma solidarieta'; 3. Jean Marie Muller, momenti e metodi dell'azione nonviolenta (parte prima); 4. Riletture: AA. VV., Un mondo di donne; 5. Riletture: Agnes Heller, Etica generale; 6. Riletture: Grazia Livi, Le lettere del mio nome; 7. Riletture: Edoarda Masi, Il libro da nascondere; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 759 del 14 dicembre 2003: 1. Dopo il convegno di Venezia dell'8 dicembre si consolida la proposta e la campagna per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 2. Jean Marie Muller, momenti e metodi dell'azione nonviolenta (parte seconda e conclusiva); 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * Numero 760 del 15 dicembre 2003: 1. Tre note su "Il nuovo disordine mondiale" di Tzvetan Todorov, ovvero: quale alternativa per l'Europa; 2. Augusto Cavadi: la nonviolenza contro la mafia; 3. Marina Forti intervista Mehranghiz Kar; 4. Nando dalla Chiesa: al termine di un errore; 5. Maria Luisa Boccia, Grazia Zuffa: il fondamentalismo in provetta; 6. Erika Tomassone: una legge oscurantista; 7. Letture: Euclides Andre' Mance, La rivoluzione delle reti; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 761 del 16 dicembre 2003: 1. Angela Giuffrida: donne e guerra; 2. Maria G. Di Rienzo: con chiarezza e con forza; 3. Gualtiero Via: l'Europa e la pace; 4. Ileana Montini: laicita'; 5. Franca Bimbi: integralismi; 6. Alcune donne della Margherita del Veneto: una riflessione sulla legge sulla procreazione assistita, pessima e illiberale; 7. Anna Maria Merlo: la Francia e i migranti; 8. Anna Maria Merlo: la Francia, il velo, la legge; 9. Anna Maria Merlo: simboli, regole, servizi pubblici; 10. Anna Maria Merlo: il rapporto della commissione Stasi; 11. Pubblicato "Convertirsi alla nonviolenza? Credenti e non credenti si interrogano su laicita', religione, nonviolenza"; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 762 del 17 dicembre 2003: 1. Dell'uccidere; 2. Charles C. Walker, manuale per l'azione diretta nonviolenta; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * Numero 763 del 18 dicembre 2003: 1. Mao Valpiana: dal pensiero nonviolento sull'Europa all'azione nonviolenta per l'Europa; 2. Giovanni Paolo II: un impegno sempre attuale: educare alla pace; 3. A Torino un incontro con l'associazione "Parent's Circle"; 4. Marcella Bravetti presenta "Acquaforte" di Gladys Basagoitia; 5. Gladys Basagoitia: antipoesia I; 6. Maria Luisa Boccia: tra corpo e linguaggio. Un articolo del 1999; 7. Danilo Dolci: la scelta; 8. Letture: Augusto Cavadi, Volontariato in crisi?; 9. Letture: Pietro Ingrao, La guerra sospesa; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 764 del 21 dicembre 2003: 1. Jean Marie Muller, significato della nonviolenza; 2. Riletture: Laura Boella, Hannah Arendt; 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 4. Per saperne di piu'. * Numero 765 del 25 dicembre 2003: 1. Brunetto Salvarani: una lettera a don Tonino Bello, ovvero il natale della chiesa del grembiule; 2. Luciana Rossi, Loredana Bilardo: Venezia e l'Europa neutrale; 3. Francesco Comina ricorda Chico Mendes; 4. Benito D'Ippolito: una sera di Chico Mendes; 5. Giulio Vittorangeli: il mondo dei giocattoli; 6. Lalla Romano: il fiume era esile e chiaro; 7. Nanni Salio: aquiloni di pace; 8. Maria Luisa Spaziani: su cio' che fummo; 9. Enrico Peyretti presenta "La Resistenza taciuta" di Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina; 10. Venti letture per una cultura della pace; 11. Riletture: Fausta Garavini, La letteratura occitanica moderna; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 766 del 26 dicembre 2003: 1. La guerra continua; 2. Elsa Morante: i semi; 3. Mario Di Marco: marcia e incontro di preghiera per la pace a Viterbo; 4. Vivian Lamarque: prendimi a cuore; 5. Martin Luther King: pellegrinaggio alla nonviolenza; 6. Riletture: Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi; 7. Riletture: Gabriele Raether, Aleksandra Kollontaj; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 767 del 27 dicembre 2003: 1. Simone Weil: se; 2. Dell'essere uccisi; 3. Benito D'Ippolito: alcuni frammenti da due cantate in memoria di due persone amiche scomparse in questi giorni; 4. Carlo Schenone: uno schema per la prepazione di una campagna nonviolenta; 5. Luce Irigaray: la rosa tuttavia; 6. Marcellino Ammiani: la nonviolenza e' un rischio; 7. Hannah Arendt: poiche' una legge; 8. Marcello Cini presenta "La psicoterapia attraverso Bateson" di Giovanni Madonna; 9. Letture. Carmine Di Sante, La profezia; 10. Letture. Maurizio Ferraris, Introduzione a Derrida; 11. Letture. C. L. R. James, Marinai, rinnegati e reietti; 12. Letture. Fabio Mini, La guerra dopo la guerra; 13. Letture. Marco Revelli, La politica perduta; 14. Riedizioni. Gustaw Herling, Un mondo a parte; 15. Riedizioni. Franco Cardini, Europa e Islam. Storia di un malinteso; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 768 del 28 dicembre 2003: 1. Benito D'Ippolito: cantata per Danilo; 2. Maria G. Di Rienzo: il momento e' ora; 3. Franco Fortini: marxismo; 4. Franco Fortini: comunismo; 5. "Appello ecumenico al dialogo cristiano-islamico": il dialogo ha vinto sul terrore; 6. Comunita' Isolotto di Firenze: una veglia di natale con Lisistrata; 7. Riletture: John Stuart Mill, On Liberty and other essays; 8. Riletture: Norberto Bobbio, Liberalismo e democrazia; 9. Riletture: Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 769 del 29 dicembre 2003: 1. Lisa Clark: un seminario sulla nonviolenza il 17 gennaio a Mumbai; 2. "Via dogana", una rivista che pensa; 3. Nanni Salio: la nonviolenza, varco e talpa della storia; 4. Julia Kristeva: lo straniero; 5. Emmanuel Levinas: il volto e la guarigione; 6. Anna Maria Merlo: lo stato e la laicita', in Francia; 7. Ida Dominijanni: il velo della repubblica; 8. Giuliana Sgrena: la schiavitu' del velo; 9. Enrico Peyretti: "Padre, perche' non parli?"; 10. Riviste: "Segno" n. 250; 11. Letture: Luciano Violante, Un mondo asimmetrico; 12. Riedizioni: Franco Cardini (a cura di), La paura e l'arroganza; 13. Riletture: Petr Alekseevic Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario; 14. Riletture: Martin Malia, Alle origini del socialismo russo; 15. Riletture: Otto Ruehle, Il coraggio dell'utopia; 16. Riletture: Seneca, Tutti gli scritti in prosa; 17. Riletture: Tommaso, Il male; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 770 del 30 dicembre 2003: 1. Rossana Rossanda ricorda Lorenza Carboni; 2. Barbara Spinelli: i due minuti d'odio; 3. Edoarda Masi: alle radici dell'ultima crociata; 4. Danilo Zolo: processare il nemico; 5. Giampaolo Calchi Novati: le leggi del piu' forte; 6. Associazione giuriste d'Italia "Giudit": una legge incostituzionale; 7. Ida Dominijanni: i paradossi della laicita'; 8. Riviste: "A. Rivista anarchica"; 9. Riviste: "Keshet. Vita e cultura ebraica"; 10. Riletture: Karl Rahner, Corso fondamentale sulla fede; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 771 dell'8 gennaio 2004: 1. Facile; 2. Lidia Menapace: un bilancio di previsione; 3. Aldo Capitini: teoria della nonviolenza (parte prima); 4. Riletture: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg; 5. Riletture: Natalia Ginzburg, Non possiamo saperlo; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 772 del 9 gennaio 2004: 1. Maria G. Di Rienzo: parlare in pubblico; 2. Aldo Capitini: teoria della nonviolenza (parte seconda); 3. Riviste: "Micromega" 5/2003; 4. Letture: Raniero La Valle, Prima che l'amore finisca; 5. Riedizioni: Noam Chomsky, I nuovi mandarini; 6. Riletture: Erasmo da Rotterdam, Colloquia; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1253 del 2 aprile 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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