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La nonviolenza e' in cammino. 1252
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1252
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 1 Apr 2006 00:23:42 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1252 del primo aprile 2006 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Una dichiarazione di voto 2. Anna Grazia Pinna: Anna Kuliscioff 3. Tommaso Di Francesco presenta "Giorno di pioggia alle Fosse" di Lia Albertelli 4. Claudio Gorlier presenta "Walden" di Henry David Thoreau 5. Indice dei numeri 719-745 (novembre 2003) de "La nonviolenza e' in cammino" 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: UNA DICHIARAZIONE DI VOTO Per favore, non stiamo a parlare delle scempiaggini e delle pagliacciate con cui il primo ministro tenta distrarre l'attenzione da cio' che conta e ridurre tutto a suburra. Di cio' che conta occorre parlare per giudicare, per decidere, per esprimere un voto che salvi la cosa pubblica dalla catastrofe. * Decidere se siamo dalla parte della mafia o dalla parte di chi la combatte. Decidere se siamo dalla parte degli sfruttatori o degli sfruttati. Decidere se preferiamo la guerra di tutti contro tutti o lo stato di diritto. Decidere se siamo dalla parte dei razzisti e dei golpisti al potere o della Costituzione repubblicana scaturita dalla lotta antifascista. Decidere se della natura pensiamo che sia uno scrigno da forzare e saccheggiare o una casa comune e un sistema vivente di cui siamo noi stessi parte in cui vivere e convivere. Decidere infine se deve proseguire il regime del patriarcato che nega piena dignita' umana a meta' del genere umano o se prendiamo sul serio quella dichiarazione secondo cui tutti gli esseri umani hanno uguale diritto alla vita, alla liberta', alla solidarieta'. * A chi mi chiede per chi voto alle prossime elezioni politiche, rispondo: per la coalizione di centrosinistra che si oppone alla coalizione berlusconiana; e per il solo, semplice fatto che si oppone alla coalizione berlusconiana. Perche' solo con la sconfitta della coalizione berlusconiana si potra' difendere, salvare, promuovere la Costituzione repubblicana, la legalita', la democrazia nel nostro paese. 2. MEMORIA. ANNA GRAZIA PINNA: ANNA KULISCIOFF [Dal sito www.noidonne.org riprendiamo il seguente articolo apparso su "Noi donne" di marzo 2006. Anna Grazia Pinna scrive su "Noi donne". Anna Kuliscioff (1854-1925) e' una delle figure piu' grandi della storia del movimento socialista italiano ed internazionale. Opere di Anna Kuliscioff: oltre agli interventi politici pubblici si vedano anche: Lettere d'amore a Andrea Costa, Feltrinelli, Milano 1976; Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Carteggio, in piu' volumi, Einaudi, Torino. Opere su Anna Kuliscioff: Filippo Turati (a cura di), Anna Kuliscioff, in memoria, Lazzari, Milano 1926; Alessandro Schiavi, Anna Kuliscioff, Opere nuove, Roma 1955; Maricla Boggio, Annabella Cerliani, Anna Kuliscioff (Con gli scritti di Anna Kuliscioff sulla condizione della donna), Marsilio, Venezia 1977; Franco Damiani e Fabio Rodriguez (a cura di), Anna Kuliscioff, Immagini scritti testimonianze, Feltrinelli, Milano 1978] "In Italia non c'e' che un uomo, che in realta' e' una donna e per di piu' russa: Anna Kuliscioff". In questo modo nel 1893 Antonio Labriola descriveva ad Engels lo stato dell'intellighenzia italiana e quali fossero i reali interlocutori per un vivace dibattito politico, contribuendo al perfezionamento del mito kuliscioviano particolarmente vivo nell'immaginario collettivo dell'epoca. In effetti la biografia della Kuliscioff risulta tutt'oggi particolarmente intrigante e di estrema modernita', e non e' un caso che in tempi relativamente recenti e in fase di valorizzazione dei "padri" del socialismo italiano abbia addirittura ispirato una piece teatrale ed uno sceneggiato televisivo. Appare comprensibile lo scalpore che potevano suscitare presso i suoi contemporanei le vicissitudini di colei che, proveniente da una Russia per lo piu' misteriosa, era stata tra le prime donne ad iscriversi all'Universita' di Zurigo, aveva abbracciato l'ideologia rivoluzionaria anarchica vagando per l'Europa, era stata suo malgrado ospite delle carceri italiane, aveva avuto una relazione more uxorio con il leader dell'anarchismo italiano Andrea Costa da cui era nata una figlia, aveva abbandonato il suo compagno per proseguire i suoi studi e, una volta conseguita la laurea in medicina, era diventata la "dottora dei poveri" nella Milano di fine '800, divenendo nel contempo "libera sposa" di Filippo Turati e "signora del socialismo italiano". Al di la' degli aspetti meramente agiografici, tuttavia, recuperare la memoria della Kuliscioff ad 80 anni dalla sua morte e' importante in particolar modo per riconoscerle un contributo fondamentale non solo per la genesi del Partito Socialista Italiano e per la formazione politica di molti intellettuali dell'epoca, ma anche per aver posto il tema della questione femminile in termini originali e in un contesto in cui gli stessi compagni di partito risultavano ostili. Dall'inizio degli anni '90 l'operato della Kuliscioff si svolge su piu' piani paralleli: da un lato dirige il processo di formazione del Partito Socialista Italiano, introducendovi spunti ideologici importanti grazie anche alla sua collaborazione a "Critica sociale", dall'altro si impegna sul campo piu' specifico della condizione della donna nella societa' italiana. La Kuliscioff nell'arco degli anni ha maturato una posizione ben precisa riguardo alla questione femminile: la sua attivita' di medico le ha consentito di constatare direttamente le misere condizioni delle lavoratrici, la sua formazione internazionalista la porta a riflettere sul rapporto tra socialismo e questione femminile e a prendere una posizione contro una certa scuola del piu' retrivo darwinismo sociale che larga eco ha anche presso gli ambienti socialisti, tesa a dimostrare l'inferiorita' della donna su base biologica (provata dal minor volume del cervello). * Nella famosa conferenza che tiene a Milano nel 1890, intitolata "Il Monopolio dell'Uomo", la Kuliscioff imposta la sua analisi in maniera tale che la questione femminile risulta essere parte della piu' generale questione sociale, e non una problematica separata. Partendo dal dato che la forza lavoro femminile nelle fabbriche e' maggiore di quella maschile, anche se retribuita con un salario inferiore, pone l'accento sull'importanza del lavoro che ritiene la via stessa dell'emancipazione, "la sorgente vera del perfezionamento della specie umana" in quanto offre alla donna l'indipendenza economica sottraendola alla sottomissione e al servilismo nei confronti dell'uomo. Per questo motivo ritiene che solo un'intelligente legislazione possa migliorare la condizione della donna, fin li' messa alla stessa stregua degli incapaci di intendere e di volere per quanto riguarda i diritti politici, e individua nell'associazionismo femminile la possibilita' della nascita di una spinta propulsiva per il miglioramento della propria condizione. La Kuliscioff tende a sottolineare che il suo e' un femminismo di classe, che paragona la donna all'operaio, vittime entrambi dello stesso sfruttamento; si differenzia pertanto dall'impostazione data da altre esponenti del nascente partito socialista o dall'elite del femminismo borghese, che invoca l'equiparazione di determinate categorie di donne a determinate categorie di uomini. In questo comune sentire la Kuliscioff intravede il pericolo di un "voto plurimo", concesso all'avversario di classe, e condanna la miopia politica della dirigenza socialista che e' incapace di cogliere l'enorme potenziale di lotta delle donne che rappresentano la meta' del proletariato, non inserendo i loro obiettivi nel suo programma, ne' impegnandosi per ottenere il suffragio universale dei due sessi nel timore che combattere per una prospettiva del genere possa ritardare il suffragio maschile. * Nel perseguimento del suo progetto, la Kuliscioff fonda nel 1897 a Milano il Movimento Femminile Socialista per condurre uno studio approfondito sulle condizioni di lavoro delle donne e dei minori nelle fabbriche, al fine di proporre in Parlamento un'idonea proposta di legge. Nonostante lo scopo fondamentale sia quello di garantire condizioni di vita piu' accettabili prima e dopo il parto, anche grazie all'istituzione di una Cassa di Maternita', la nota Legge Carcano che scaturisce da questa proposta risultera' fortemente ridimensionata nei contenuti, rappresentando pertanto una vittoria "monca" della Kuliscioff. Prosegue tuttavia la sua campagna di sensibilizzazione fondando nel 1912 "La difesa delle lavoratrici", il giornale che diviene il primo organo nazionale del movimento femminile socialista. L'intento e' quello di creare una tribuna in cui discutere questioni di attualita' politica, cercando nel contempo di coinvolgere piu' direttamente le masse femminili ancora prevalentemente analfabete grazie all'utilizzo di un linguaggio semplice, ma senza disdegnare un'esplicita apertura all'ambito internazionale e una palese impronta pacifista ed antimilitarista. Solo nel congresso che si tiene ad Ancona nel 1914 il Psi si impegna a presentare entro un anno la proposta di legge che riconosca il suffragio femminile, dando il giusto riconoscimento alla battaglia che la Kuliscioff ha condotto negli ultimi 25 anni e colmando quella sorta di debito morale nei suoi confronti causato da una forma di misoginia culturale che per anni aveva impedito di prendere seriamente in considerazione le sue petizioni. Tuttavia, a bloccare ulteriormente l'iter parlamentare della legge (e a ritardarlo di oltre 30 anni) intervengono la prima guerra mondiale e successivamente il fascismo, che nella sua opera di demolizione dei diritti cerchera' di cancellare l'operato e il mito della Kuliscioff. * E' rielaborando i dati della sua attivita', che noi donne oggi possiamo trarre ulteriori convinzioni per le nostre battaglie, in questo nuovo contesto di precariato post-industriale e di resipiscenza di atteggiamenti ideologici avversi alle conquiste nel campo dei diritti civili. Anna Kuliscioff e' una forza al di la' del mito. 3. MEMORIA. TOMMASO DI FRANCESCO PRESENTA "GIORNO DI PIOGGIA ALLE FOSSE" DI LIA ALBERTELLI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2006 (nel LXII anniversario del massacro nazifascista delle Fosse Ardeatine). Tommaso Di Francesco, giornalista del "Manifesto", esperto di politica internazionale, e' curatore e autore di acuti saggi di analisi e di intervento politico, ma anche di pregevoli testi letterari in versi e in prosa; tra i suoi volumi segnaliamo particolarmente: in ambito saggistico-politico: (a cura di), Jugoslavia perche', Gamberetti, Roma 1995; (a cura di), La Nato nei Balcani, Editori Riuniti, Roma 1999; in ambito letterario: (a cura di), Veleno, Savelli, Milano 1980; Quintopiano, Edizioni Manuzio, Roma 1981; (a cura di, con Antonio Ricci), Elenca, Valore d'Uso, Roma 1982; Doppio deserto, PellicanoLibri, Roma 1985; Cliniche, Crocetti, 1987; (a cura di, con Pino Blasone), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese, Il manifesto, Roma 1988 (seconda edizione acxcresciuta e aggiornata: Wasim Dahmash, Tommaso Di Francesco, Pino Blasone (a cura di), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese, Manifestolibri, Roma 2002; Il giovane Mitchum, Il lavoro editoriale, Ancona-Bologna 1988; Tuffatori, Crocetti, 1992; Incorpora testo, Piero Manni, Lecce, 1994; Hotel Abisso, Mancosu, Roma, 1994. Lia Albertelli, compagna di Pilo Albertelli, e' autrice del poemetto "Giorno di pioggia alle Fosse", pubblicato nel marzo del 1948 "nel quarto anniversario delle Ardeatine". Pilo Albertelli, medaglia d'oro della Resistenza, fu trucidato alle Fosse Ardeatine. Dal sito dell'Associazioen nazionale partigiani d'Italia (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Pilo Albertelli, nato a Parma il 10 ottobre 1907, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Professore di storia e filosofia. Nel 1928 fu arrestato con l'accusa di aver svolto attivita' antifascista tra gli studenti e condannato a cinque anni di confino. Albertelli fu tra i piu' convinti propugnatori della fondazione del Partito díAzione e, dopo l'8 settembre del 1943, fu a Roma tra i piu' audaci organizzatori della Resistenza e delle formazioni 'Giustizia e Liberta''. Membro del Comitato militare romano del Corpo volontari della liberta', il primo marzo del 1944 cadde nelle mani della banda Koch. Condotto dai fascisti in via Tasso, dopo giorni di sevizie fu visto dai compagni di lotta con le costole spezzate, il corpo straziato, il volto reso irriconoscibile. Tre settimane dopo l'arresto fu massacrato alle Fosse Ardeatine con gli altri 334 Martiri. Pilo Albertelli lascio' scritto: 'Un uomo senza ideali non e' un uomo ed e' doveroso sacrificare, quand'e' necessario, ogni cosa per questi ideali'. Tra le opere filosofiche di Albertelli: Gli Eleati, testimonianze e frammenti, Bari, 1939; Il problema morale nella filosofia di Platone, Roma, 1939"] Non le ragioni, ma il corpo. La perdita e i corpi. "Ho segni profondi nelle mie carni / e nel cuore una fiamma mi divora / e le voci infantili dei figli / battono come ali leggere", scriveva Lia Albertelli. Quando Lia si rese conto di essere rimasta davvero sola senza il suo compagno, senti' l'irrefrenabile bisogno di raccontare ai figli come e perche' il padre era morto. Da quattro anni andava componendo un lungo racconto in versi fatto di tutti i momenti segreti che l'avevano legata per l'ultima volta a quel 24 marzo, il piu' doloroso e sanguinoso. Doloroso e sanguinoso: nessuno pensi che questi due termini rendano facile e perfino oggettivo il ricordo. Inoltre, sebbene fosse evidente la necessita' di tramandare quella memoria del massacro, la forma necessaria non era per nulla scontata. Potevano bastare le ragioni del martirio e le motivazioni politiche del sacrificio? * In quale forma testimoniare? Come testimoniare, come far capire che c'erano stati "uomini coscienti che nella vita esistono valori universali ai quali bisogna sottomettere ogni egoismo e anche ogni tenero affetto" e insieme la tragedia della perdita invece proprio del tenero affetto, di un legame parziale, piccolo, perfino minimo ma unico, irripetibile e fatto della presenza del corpo? Lia Albertelli per rendere pubblico - e concreto - il suo racconto attese proprio un 24 marzo, quello del 1948, quattro anni dopo, per pubblicare il poemetto "Giorno di pioggia alle fosse", di 50 pagine, presso la Sallustiana editrice di Roma. "Miei cari bambini, sono quattro anni che il babbo non e' piu'. Quando l'hanno portato a morire eravate ancor troppo piccoli e non desideravate che correre e giocare, percio' la mamma ha cercato sempre di non offuscare la vostra infanzia soffocando nel cuore la sua grande pena", scrive Lia nell'introduzione, concludendo: "Ho scritto per voi queste poesie...". Si', sono 22 poesie, ma tutte legate da un unico obiettivo, riassunto nel poemetto centrale del quaderno, "La prima volta alle Fosse Ardeatine": quello di resocontare l'anima dilaniata tra la perdita generale e storica e quella privata, consegnando la profonda consapevolezza che nel fluire di questa doppia narrazione sta l'unica certezza che le parole scritte abbiano avuto davvero senso e la comunicazione personale sia davvero arrivata. E sia difficilmente dimenticabile. Perche' la tensione retorica e' stemperata in una scrittura quasi diaristica, quella di una memoria femminile del corpo dell'uomo amato, che da' voce a una rabbia e a un dolore profondi, in versi rigorosi e con una musicalita' straziante. E' chiaro fin dalla prima poesia che s'intitola infatti "Il tuo distacco", subito capace di far sentire "lieve il respirare" e la morte piu' vicina, nella lontananza estrema del "seme fecondo", un'altra poesia dove l'eredita' delle ragioni della lotta sono commiste al seme racchiuso nelle "carni dei figli / le mie..." mentre l'uomo amato e ancora desiderato non c'e' piu' e "dai polsi tagliati guardavi la vita". * Quella pensione di nome Oltremare I polsi tagliati? E' Lia a spiegare nelle note per alcune poesie: "Il vostro babbo che, durante il periodo della lotta clandestina, lasciati gli studi diletti, imbraccio' le armi come capo dell'organizzazione militare del Partito d'Azione, fu arrestato dai fascisti il primo marzo 1944 e rinchiuso in una pensione, trasformata in una prigione e in luogo di tortura, all'ultimo piano di una casa in via Principe Amedeo n. 2. Dopo qualche giorno dal suo arresto - continua Lia Albertelli - poiche' il suo corpo era sfinito per i tormenti che gli infliggevano e temeva di non resistere piu' a lungo, tento' di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi con una lente degli occhiali. Voleva cosi' salvare la vita dei compagni...". Niente pero' di fronte alla poesia "Vana minaccia" dove la vita resta senza speranza e tutto "sta per palpitare contro minacce oscure". Infatti "per la seconda volta - scrive Lia ai figli - il babbo tento' di uccidersi nella stessa pensione Oltremare, perche' un giorno, riusciti vani tutti i tentativi e mezzi per costringerlo a parlare, gli fecero questa minaccia: 'Domani andremo a prendere sua moglie e i bambini, faremo anche a loro qualche carezza. Allora lei parlera' professore'. Ma il babbo che ci amava tanto, per non vederci soffrire e per non tradire la sua causa, spalanco' la finestra per buttarsi nel vuoto. Al rumore dell'armadio da lui spostato per liberare la finestra, accorsero due agenti che lo afferrarono appena in tempo...". Appena in tempo per vederlo nell'ultima "Visita a Regina Coeli", quando "in un mattino chiaro, quello del 21 marzo, andammo tutti e tre a trovare il babbo... i fascisti della pensione si erano decisi finalmente a trasferirlo la', ormai convinti che sarebbe morto piuttosto che parlare". Eccola, la visita a Pilo Albertelli incarcerato, nei versi di Lia: "Eri seduto su una lunga panca / coi detenuti / e ci vedesti entrare: / t'alzasti adagio, per venirci incontro / e sorridevi, / tu che non speravi / di rivederci, d'abbracciarci mai. / Fu il bacio delle tue labbra esangui / e lo sguardo dei tuoi occhi spenti / cosi' pieno d'amore / che il volto mio, / soffuso di pianto, / rimase muto / celato sul tuo petto stanco". * "Il nome tremulo" Proprio nello stesso mutismo de "L'Ultima firma", i versi che parlano del registro kafkiano della prigione, firmato da Pilo Albertelli e dagli altri detenuti "in uscita" quando furono prelevati dai tedeschi poco prima di essere trucidati: "Quella tua firma / piangeva silenziosamente / tanto era accorata / ch'io non vi lessi il tremulo tuo nome / ma d'angoscia / solo, l'interminabile addio". Poi le notti d'attesa, le speranze, l'angoscia a non voler credere che la' sotto... Infine la decisione presa dalle donne. Scrive Lia Albertelli nella nota a "La prima volta alle Fosse Ardeatine": "In una mattina al principio dell'aprile 1944 andai con le signore Benticenti, Baglivo, Rodella e Lionelli alla ricerca delle Fosse. Camminammo tanto prima di arrivare. Finalmente alcuni ci indicarono le grotte. Che buio. Anche il babbo doveva essere la' dentro e fuori era tornata primavera". Pare di vederle in fila, che si sorreggono, a piedi, nella solitudine della campagna romana dall'Appia all'Ardeatina, in una zona allora completamente fuori da ogni abitato. "Vi hanno ucciso qui dentro / ammucchiati in una di queste fosse / .... / Ci sorreggiamo una all'altra / tenendoci per mano. / Siamo poche spose / e con noi e' una sorella e una madre / ...". * Un compianto senza pianto Nel lungo compianto inventano un rituale. Baciano la terra, la cospargono di fiori che dividono equamente, scavano il fango con le mani. Ma dai loro volti, occhi, bocche contratte escono pochi pianti e invece tante maledizioni e "bestemmie di fuoco" contro gli assassini e chi li ha aiutati. Poi, dopo molti giorni, il riconoscimento, con i nomi: "Sono tanti e poi tanti / sono come sassi scagliati / e fanno un rumore / cui sola la eco risponde". Fino all'estrema passione contenuta nelle parole "classiche": "Solo un pallido teschio. / Ma io vedevo i capelli castani / tremare di luce gli occhi pacati / e sulle labbra / il sorriso un po' arcano". Chiudo il poemetto. Vorrei che tanti altri, del mestiere di poeta e no, lo riaprissero. Alla prima pagina vergata a mano la dedica a Giuseppina - mia madre - "queste dolorose poesie, per ricordo" e la data 24 marzo 1950. Mia madre, "a servizio" in un condominio del centro, aveva conosciuto Lia Albertelli. A lei aveva voluto raccontare il dolore del giorno in cui, con le altre due sorelle, era stata chiamata a ricevere ad Ancona, nel marzo 1948, chiuse in due cassettine di zinco, le ossa del fratello catturato dai tedeschi e costretto a forza l'8 settembre a partire in guerra nei Balcani. "Tirava vento al porto e ci scompigliava i capelli che avevamo lunghi - raccontava mia madre - i soldati che portavano i resti erano distratti. Noi avevamo in cuore e negli occhi il volto e il corpo di nostro fratello bellissimo. Che fine aveva fatto il suo sorriso misterioso? Quella mattina io non piangevo. Bestemmiavo e maledivo". 4. LIBRI. CLAUDIO GORLIER PRESENTA "WALDEN" DI HENRY DAVID THOREAU [Dal quotidiano "La Stampa" del 15 giugno 2005. Claudio Gorlier, illustre anglista, e' docente di letteratura dei paesi di lingua inglese all'Universita' di Torino, precedentemente ha insegnato letteratura anglosassone e Letteratura inglese nelle Universita' Ca' Foscari di Venezia e Bocconi di Milano e in diversi atenei dei paesi anglosassoni. Autore di molte puibblicazioni, collabora al quotidiano "La Stampa", al settimanale "Panorama" e ai programmi culturali della Rai. Henry David Thoreau nacque a Concord, nel Massachusetts nel 1817 e vi mori' nel 1862, si laureo' ad Harvard, fu amico di Ralph Waldo Emerson e figura di rilievo del trascendentalismo; per due anni visse in solitudine in una capanna da lui stesso costruita sul lago Walden; obiettore alle spese militari perche' contrario alla guerra con il Messico, fu per questo detenuto per un giorno in prigione; e' l'autore di Walden e de La disobbedienza civile, due opere che molto hanno contato nel promuovere sia la consapevolezza che oggi chiamiamo ambientalista, sia l'accostamento alla nonviolenza] Ha ragione Salvatore Proietti, nella prefazione a Walden di Henry David Thoreau (Donzelli, 246 pagine, 21 euro, introduzione di Wu Ming), a notare che e' "finalmente giunto il momento di un ritorno d'attenzione" nei confronti di uno dei veri giganti della cultura degli Stati Uniti. L'impeccabile traduzione italiana da lui curata e basata su una recentissima edizione critica americana rende disponibile un supremo classico introvabile ormai da decenni. Walden, con il sottotitolo Vita nel bosco, che ne fissa il paradigma, e' un libro unico e sfugge a ogni classificazione di genere. In quanto a Thoreau, con Hawthorne, Melville, Emerson, uno dei protagonisti del cosiddetto "Rinascimento americano", si conferma una figura di singolare, incisiva presenza, piu' che mai, oggi. Il libro apparve nel 1854. Thoreau, nato nel 1817, morto nel 1862, godeva di una relativa agiatezza; il padre - figuratevi - era stato il primo a inventare e fabbricare la mina per le matite. A Concord, la cittadina del Massachusetts dove trascorse tutta la sua breve vita, abitavano o si incontravano proprio quei protagonisti che ho appena nominato, tanto che intitolai un mio libro su di loro L'universo domestico. Vicino a Concord c'e' un grazioso lago, Walden, appunto. Dal luglio del 1845 al settembre 1847 Thoreau si trasferisce in virtuale solitudine sulle sue sponde; salvo poche visite agli amici e una notte in prigione, per motivi che vedremo, abita in una capanna di legno. Cosi' nasce il libro, suddiviso in una serie di capitoli che spaziano dalle notazioni immediate, dalle osservazioni, a tutta una serie di originali, intense riflessioni. Un modello, se si vuole, esisteva: l'esperienza di Rousseau sul lago di Ermenonville, ma l'originalita' di Walden, la sua visione anticipatrice, rimane senza paragoni. Intanto, Thoreau si affida alla natura come rivendicazione di liberta' a fronte delle istituzioni soffocanti; esalta il wild, il selvaggio, contro il tame, l'addomesticato, vangelo del cosiddetto progresso, dell'affarismo. Non vuole "l'amore, il danaro, la fama", bensi' "la verita'". Detesta l'urbanesimo, parla con disprezzo dell'esaltazione del progresso tecnologico (sarcasticamente, spiega che della stazione ferroviaria di Boston apprezza la ritirata; si domanda a che serve il telegrafo se poi non c'e' nulla da comunicare), si schiera contro lo schiavismo. Sotto un certo profilo, Thoreau appare fieramente anacronistico, mentre in realta' inventa un filone insieme concettuale e letterario che si spingera', nel Novecento, ai figli dei fiori, ai libertari, all'itinerario di On the road. L'espansione nel West, l'industrializzazione, se accettate passivamente e sfruttate, gli sembrano profondamente corruttrici. L'individuo deve salvare sia il proprio corpo sia la propria mente, e nel linguaggio lievitante, insieme concreto e magico, Walden ci consegna questo messaggio lucido e appassionato. Era maturato concretamente e programmaticamente, nel 1849, un testo chiave, On the Duty of Civil Disobedience, sul dovere della disobbedienza civile, che si rifa' appunto al carcere di un giorno patito per aver rifiutato di pagare le tasse (provvidero gli amici) in segno di protesta per la guerra contro il Messico e la secolarizzazione politicizzata delle Chiese protestanti americane: un tema piu' che mai scottante. Un aneddoto vuole che Emerson, visitandolo in prigione, gli domandasse "che fai li'?" e che Thoreau replicasse: "e tu che fai la' fuori?". "La mia prigione" la chiamo' Thoreau, con trasparente allusione a Silvio Pellico. La disobbedienza civile, dichiaratamente, si colloca tra i modelli del Mahatma Gandhi; del resto, Thoreau fu sempre curioso, non meno di Emerson, della filosofia orientale. Forse, celebrando l'eroe antischiavista John Brown, condannato a morte e che egli aveva conosciuto, Thoreau mostro' di non conoscere a fondo la realta' del Sud. Ma esiste un singolare, quasi profetico risvolto, che anticipa la poesia di Whitman, e su cui si continua a discutere. Difatti, Thoreau credeva fermamente in una sorta di primato morale e civile del suo Paese, fiero di non vantare un passato ma capace di porsi al centro della storia presente. Insomma, gli Stati Uniti come nazione missionaria, unica per i suoi valori piu' autentici e con una sorta di dovere di propagarli e di diffonderli. Non certo con la forza, ma con rigore moralmente programmatico. Anche per questo egli e' tutto da riscoprire. 5. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 719-745 (NOVEMBRE 2003) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 719 del primo novembre 2003: 1. Un maestro; 2. Un quattro novembre dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre; 3. Shahrzad Mojab: la guerra infinita; 4. Daphna Baram: l'unico bambino al sicuro; 5. Naw Zipporah Sein: un giorno di pace e giustizia; 6. Enrico Peyretti: dall'ahimsa al satyagraha; 7. Francesco Tullio: sugli aspetti psicosociali dei conflitti; 8. Gianni Tamino: l'Unione Europea e i Corpi civili di pace; 9. L'8 novembre a Verona, con Lidia Menapace; 10. Il 7-8 novembre a Viterbo, con amore; 11. L'8 novembre a Roma, contro il muro della segregazione; 12. Riletture. Donne in nero, Con la forza della nonviolenza; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 720 del 2 novembre 2003: 1. Il 4 novembre a Viterbo; 2. L'8 novembre a Verona; 3. Marina Forti intervista Medha Patkar; 4. Amira Hass: il muro della segregazione e la cosiddetta "area di giunzione"; 5. Marta Marsili: femminismo e pace a Perugia; 6. Peppe Sini: ancora sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Un profilo di don Zeno Saltini; 8. Angelo D'Orsi ricorda Alessandro Galante Garrone; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 721 del 3 novembre 2003: 1. Se; 2. 4 novembre: uscire dalla subalternita' al potere militare; 3. Il 4 novembre a Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele"; 4. Osvaldo Caffianchi: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Marcella Farina: il filo rosso della "Pacem in terris"; 6. Giancarla Codrignani: quante sono le forme dell'obiezione?; 7. Ancora sulla vicenda di Ofena; 8. Marina Forti: la luce a Bilgaon; 9. Enzo Scandurra presenta "Un mondo diverso e' necessario" di Carla Ravaioli; 10. Riletture: Mohandas K. Gandhi, Villaggio e autonomia; 11. Riletture: Ivan Illich, La convivialita'; 12. Riletture: Arundhati Roy, Guerra e' pace; 13. Riletture: Ernst F. Schumacher, Piccolo e' bello; 14. Riletture: Vandana Shiva, Terra madre; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 722 del 4 novembre 2003: 1. Piercarlo Racca: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 2. Mai piu' guerre; 3. Lidia Menapace: riprendere l'impegno per la pace; 4. Luisa Morgantini: petizione per il Sydney Peace Prize a Hanan Ashrawi; 5. L'8 novembre a Verona con Lidia Menapace; 6. Franca Bimbi: Dopo Ofena, in dialogo; 7. Comitato torinese per la laicita' della scuola: Dopo Ofena, in dialogo; 8. Comunita' cristiana di base di Pinerolo: Dopo Ofena, in dialogo; 9. Riccardo Di Segni: Dopo Ofena, in dialogo; 10. Paolo Naso: Dopo Ofena, in dialogo; 11. Enrico Peyretti: Dopo Ofena, in dialogo; 12. Adriana Zarri: Dopo Ofena, in dialogo; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 723 del 5 novembre 2003: 1. Peppe Sini: un attentato; 2. Con Lidia Menapace a Verona l'8 novembre per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smlitarizzata, solidale e nonviolenta; 3. Luciano Capitini: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 4. Elettra Deiana, Silvana Pisa: un'interpellanza parlamentare sulle armi di sterminio di massa; 5. Adriana Bottini: quattro novembre; 6. Francesco Comina: quattro novembre; 7. Commissione diocesana "Giustizia e pace" di Alba: quattro novembre; 8. Alessandro Marescotti: quattro novembre; 9. Enrico Peyretti: quattro novembre; 10. Da Viterbo un quattro novembre per la pace e la nonviolenza; 11. Solidarieta' con gli obiettori di coscienza israeliani; 12. Lidia Menapace: Dopo Ofena, in dialogo; 13. Vittorio Rapetti: Dopo Ofena, in dialogo; 14. Federica Tourn: dopo Ofena, in dialogo; 15. Letture: Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 724 del 6 novembre 2003: 1. Rosalba Piazza: in memoria di Nino Recupero; 2. Per la vita di Afsaneh Nouroozi; 3. Peppe Sini: di attentati e di omerta'. Ed altre cose di cui non si ama parlare; 4. Venerdi' 7 e sabato 8 novembre a Viterbo; 5. Sabato 8 novembre a Verona. Con Lidia Menapace; 6. Giovanni Scotto: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 7. Ileana Montini: mutilazioni sessuali, violenza maschile sulle donne e crisi identitaria; 8. Elisabetta Caravati: storie d'acqua narrate a Varese; 9. Enrico Peyretti: un libro da leggere; 10. Rossana Rossanda ricorda Franco Fortini; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 725 del 7 novembre 2003: 1. Domani, in Europa; 2. Dovuto a Luciano Violante; 3. Amos Luzzatto: l'unita' d'Europa; 4. Lidia Menapace: un impegno contro le mutilazioni sessuali; 5. "Azione nonviolenta" di novembre; 6. Mao Valpiana: avevo fame, avevo sete, ma ero un clandestino; 7. Normanna Albertini: dopo Ofena, in dialogo; 8. Brunetto Salvarani: dopo Ofena, in dialogo; 9. Contro il muro della segregazione e contro l'antisemitismo; 10. Maria Delfina Bonada intervista Jean Zegler; 11. Ali Rashid: un'Europa per la pace in Medio Oriente; 12. "Action for peace": contro il muro e contro il terrorismo; 13. A Verona l'8 novembre con Lidia Menapace; 14. A Viterbo il 7-8 novembre; 15. Letture: David Grossman, La guerra che non si puo' vincere; 16. Letture: Alex Zanotelli, Korogocho; 17. Letture: Howard Zinn, Disobbedienza e democrazia; 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 19. Per saperne di piu'. * Numero 726 dell'8 novembre 2003: 1. "In fair Verona, where we lay our scene"; 2. Assemblea europea delle donne per un'altra Europa in un altro mondo; 3. Maria Chiara e Alvise Alba: ci abboniamo ad "Azione nonviolenta" perche'...; 4. Andrea Cozzo: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 5. Michele Meomartino: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 6. Beppe Pavan: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 7. Giovanni Sarubbi: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 8. Chiediamo a tutti gli enti locali, le biblioteche, le scuole, di abbonarsi alle riviste per la pace e la nonviolenza; 9. Maria G. Di Rienzo: il questore e i "disobbedienti". La banalita' della barbarie; 10. Enrico Peyretti: un partito per la pace?; 11. Stephanie Hiller: guarire le ferite della guerra. Un incontro di donne per la pace; 12. Nando Dalla Chiesa: per fatto personale; 13. Piercarlo Racca: un 4 novembre di pace a Torino; 14. Oggi a Verona; 15. Oggi a Viterbo; 16. Contro il muro della segregazione, il terrorismo, il razzismo; 17. Riletture: Adriana Cavarero, Nonostante Platone; 18. Rletture: Diotima, Mettere al mondo il mondo; 19. Riletture: Raniero La Valle, Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli; 20. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo; 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 22. Per saperne di piu'. * Numero 727 del 9 novembre 2003: 1. Federica La Perna: una lettera sulla proposta di Lidia Menapace; 2. Aldo Capitini: "Azione nonviolenta" e'...; 3. Enrico Peyretti: contro ogni terrorismo; 4. Hannah Arendt: l'azione; 5. Etty Hillesum: una persona come te; 6. Simone Weil: un pezzo di pane; 7. Giovanni Paolo II: Pacem in terris, un impegno permanente; 8. Aldo Garzia ricorda Dino Frisullo; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 728 del 10 novembre 2003: 1. Maria Luigia Casieri: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 2. Da Verona per un'Europa nonviolenta; 3. Claudio Bazzocchi: peace-building e interpretazione dei conflitti (parte prima); 4. Enrico Peyretti: il seme della pace gettato oggi dentro i conflitti; 5. Letture: Franco Fortini, Saggi ed epigrammi; 6. Letture: Amos Luzzatto, Il posto degli ebrei; 7. Riletture: Carmela Baffioni, Storia della filosofia islamica; 8. Riletture: Francoise Heritier, Maschile e femminile. Il pensiero della differenza; 9. Riletture: Ida Magli, Sulla dignita' della donna; 10. Riletture: Rosa Rossi, Ascoltare Cervantes; 11. Riletture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita. introduzione alla bioetica; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 729 dell'11 novembre 2003: 1. Lidia Menapace: l'8 novembre a Verona; 2. Daniele Lugli: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 3. Robin Morgan: perche' allora; 4. Raniero La Valle: l'Europa, l'America e il nomos dell'Occidente (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 5. Una stanza di Magda Isanos; 6. Nanni Salio: Israele-Palestina, dentro il conflitto; 7. Livio Maitan ricorda Pietro Tresso; 8. Il 22 novembre a Roma le donne riflettono sull'informazione; 9. Il "Cos in rete" di novembre; 10. Riletture: Marinella Correggia, Manuale pratico di ecologia quotidiana; 11. Riletture: Giuliana Di Febo, Rosa Rossi (a cura di), Interpretazioni di Cervantes; 12. Riletture: Virginia Vacca (a cura di), Vite e detti di santi musulmani; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 730 del 12 novembre 2003: 1. Sosteniamo l'iniziativa di Ginevra per la pace in Medio Oriente; 2. Ali Rashid: un appello per la pace; 3. Lidia Menapace: dalla Svizzera, all'Europa, all'Onu; 4. L'appello di Verona per un'Europa neutrale e nonviolenta; 5. Il foglio informativo del "Centro studi difesa civile" di novembre 2003; 6. Claudio Bazzocchi: peace-building e interpretazione dei conflitti (parte seconda); 7. Peppe Sini: le bombe di Viterbo; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 731 del 15 novembre 2003: 1. Una strage annunciata e un dovere immediato; 2. Anna Achmatova: e quel cuore; 3. Marina Cvetaeva: una meta'; 4. Emily Dickinson: non sapendo; 5. Appello ecumenico al dialogo cristianoislamico; 6. Sebastiano Dho: quali valori nella Costituzione europea; 7. Giulio Vittorangeli: strane coincidenze; 8. Andrea Colombo intervista Marco Revelli; 9. Alcuni scritti di Enrico Peyretti pubblicati dal 1986 ad oggi; 10. Letture: Ignazio Silone, Romanzi e saggi; 11. Riletture: AA. VV., Olympe de Gouges, la tribuna, il patibolo; 12. Riletture: Agnes Heller, La teoria dei bisogni in Marx; 13. Riletture: Lidia Menapace, Chiara Ingrao (a cura di), Ne' indifesa, ne' in divisa; 14. Riletture: Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 732 del 16 novembre 2003: 1. Prime ed ultime risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di Nassiriya; 2. Un sabato a Bisanzio; 3. Quattro note sul terrorismo; 4. Sull'impotenza dello pseudopacifismo; 5. Giuliana Sgrena: dopo Nassiriya; 6. Alessandro Pizzi: dopo Nassiryia; 7. Rossana Rossanda: dopo Nassiriya; 8. Andrea Cozzo: dopo Nassiriya; 9. Gino Strada: dopo Nassiriya; 10. Enrico Peyretti: dopo Nassiriya; 11. Iaia Vantaggiato intervista Mario Rigoni Stern; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 733 del 18 novembre 2003: 1. Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento: nel giorno doloroso dei funerali; 2. Enrico Peyretti: quando la patria diventa idolo; 3. Maria G. Di Rienzo: una replica a Prodi sull'Europa, le donne, la pace (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 4. Angelo Cavagna: concludendo il digiuno per una legge finanziaria di pace; 5. Marina Forti: l'uccisione di Angel Shingre; 6. Domenico Barberio: un incontro a Gubbio con Raniero La Valle; 7. Mao Valpiana: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 8. Giorni nonviolenti 2004; 9. Letture: Angela Dogliotti Marasso, Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 734 del 19 novembre 2003: 1. Giobbe Santabarbara: un lunedi'; 2. Lidia Menapace: per non perdere la speranza; 3. Maria G. Di Rienzo: analizzare le radici dei problemi. La tecnica "come mai"; 4. Giuseppe Barone: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 5. Antonio Savino: dopo le stragi; 6. Bruno Forte: dopo le stragi; 7. Luisa Morgantini: dopo le stragi; 8. Angelo Gandolfi: dopo le stragi; 9. Bruno Giaccone: dopo le stragi; 10. Associazione Giovani musulmani d'Italia: dopo le stragi; 11. Sergio Paronetto: lettera a un giovane europeo (un contributo alla proposta di Lidia Menapace); 12. Giovanna Ricoveri: e' in rete il nuovo fascicolo di "Ecologia politica"; 13. Riletture: Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; 14. Riletture: Edith Bruck, Signora Auschwitz; 15. Riletture: Lia Levi, Che cos'e' l'antisemitismo? Per favore rispondete; 16. Riletture: Gadi Luzzatto Voghera, L'antisemitismo; 17. Riletture: Jean-Paul Sartre, L'antisemitismo; 18. Riletture. Annette Wieviorka, Auschwitz spiegato a mia figlia; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 735 del 20 novembre 2003: 1. Un vescovo; 2. Altre stragi. Uno scambio di lettere tra Benito D'Ippolito e Dino Frisullo nell'ottobre 2000; 3. Hannah Arendt: sulle bugie della propaganda totalitaria; 4. Simone Weil: l'onore; 5. Scorie; 6. Peppe Sini: qaddish; 7. Nando dalla Chiesa: carabinieri; 8. Maria G. Di Rienzo: azione diretta nonviolenta sul posto di lavoro; 9. Alberto Trevisan: donare un abbonamento ad "Azione nonviolenta"; 10. Giuliana Sgrena intervista Marco Calamai; 11. Marco Palombo: sull'incontro dell'8 novembre a Verona con Lidia Menapace; 12. Il 21 novembre giornata del dialogo cristiano-islamico; 13. Riletture: Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 736 del 21 novembre 2003: 1. Lidia Menapace: contro il terrorismo, contro la guerra; 2. L'appello di Verona per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta (testo in italiano e in inglese); 3. Maria G. Di Rienzo: sull'incontro dell'8 novembre a Verona con Lidia Menapace; 4. Giancarla Codrignani: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 5. Oggi la giornata del dialogo interreligioso; 6. "Nigrizia": solidali col vescovo Raffaele Nogaro; 7. Benedetto Vecchi intervista Angelo D'Orsi; 8. Elio Rindone presenta "La verita' non ha colore" a cura di Danilo Franchi e Laura Miani; 9. David Bidussa presenta "Il libro nella Shoah" a cura di Jonathan Rose; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 737 del 22 novembre 2003: 1. Nonviolenza giuriscostituente; 2. La sintesi apparsa su "Le Monde" della proposta di accordo di pace israelo-palestinese che verra' presentata il 20 novembre a Ginevra; 3. Sosteniamo l'iniziativa di Ginevra per la pace in Medio Oriente; 4. Maria G. Di Rienzo: capire i bisogni delle persone; 5. Brunetto Salvarani: per il dialogo interreligioso; 6. Francesco Comina intervista Alessandro Zanotelli; 7. Ileana Montini: la societa' degli orchi; 8. Claudio Fava: una politica per l'Europa, la pace preventiva; 9. A Venezia dal 6 all'8 dicembre il terzo salone dell'editoria di pace; 10. E' uscito il nuovo Annuario della pace; 11. Sosteniamo le Edizioni Qualevita; 12. Riletture: AA. VV., La vita come noi l'abbiamo conosciuta; 13. Riletture: L'autobiografia di Mamma Jones; 14. Riletture: Moema Viezzer (a cura di), Chiedo la parola. Testimonianza di Domitila; 15. Riletture: Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta' Menchu'; 16. Riletture: Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. * Numero 738 del 23 novembre 2003: 1. Movimenti, istituzioni, nonviolenza; 2. Farid Adly: un appello agli intellettuali arabi e musulmani; 3. Maria G. Di Rienzo: sviluppare un piano per la comunicazione; 4. Luciano Benini: contro il terrorismo, contro la guerra; 5. Marco D'Eramo intervista Michael Walzer; 6. Rossana Rossanda: la distinzione e il legame; 7. Tamar Pitch: la tensione; 8. L'indice dell'Annuario della pace 2003; 9. Riletture: Carla Corso, Ada Trifiro', ... E siamo partite!; 10. Riletture: Marcella Delle Donne, Convivenza civile e xenofobia; 11. Riletture: Sara Morace, Le donne e la globalizzazione; 12. Riletture: Annamaria Rivera, Estranei e nemici; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 739 del 24 novembre 2003: 1. Ali Rashid: a sostegno dell'appello di Farid Adly; 2. Da Verona a Venezia per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta; 3. Nanni Salio: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 4. Aung San Suu Kyi: governi dispotici e patriottismo; 5. Fabio Alberti: cessi l'occupazione dell'Iraq; 6. Marina Marrazzi e Donatella Pavone intervistano Tamar Pitch; 7. Maria Luisa Boccia presenta "La guerra sospesa" di Pietro Ingrao; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 740 del 25 novembre 2003: 1. Lidia Menapace: un invito l'8 dicembre a Venezia; 2. Pasquale Pugliese: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 3. Giovanni Benzoni: sull'incontro dell'8 novembre a Verona con Lidia Menapace; 4. Enrico Peyretti: uscire dalla follia; 5. Patricia Lombroso: salvate il soldato Carlos; 6. Michele Meomartino: verso l'incontro nazionale delle comunita' cristiane di base; 7. Manuela Fraire: crisi, critica, pratica; 8. Ida Dominijanni: il globale visto da sotto; 9. Luca Kocci: introduzione all'Annuario della pace; 10. Letture: Ignazio Silone, Il fascismo; 11. Riedizioni: Franco Cassano, Approssimazione; 12. Riedizioni: Franco Cassano, Il pensiero meridiano; 13. Riletture: AA. VV.: Dialettica della liberazione; 14. Riletture: Juliet Mitchell, La condizione della donna; 15. Riletture: Juliet Mtchell, Psicoanalisi e femminismo; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 741 del 26 novembre 2003: 1. La pace e il dialogo non sono un'utopia; 2. Mao Valpiana: un invito l'8 dicembre a Venezia; 3. Simone Weil: l'illusione; 4. Mario Di Marco: mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'...; 5. Marie Claude Pace: un incontro con Andrea Cozzo a Gubbio; 6. Un'intervista a Manuela Fraire; 7. Enrico Peyretti: un'analisi critica del documento di Romano Prodi su "Europa: il sogno, le scelte" (con estratti); 8. Riletture: Victor Serge, E' mezzanotte nel secolo; 9. Riletture: Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario; 10. Riletture: Andrej Sinjavskij, Ivan lo Scemo; 11. Riletture: Abram Terz (Andrej Sinjavskij), Una voce dal coro; 12. Riletture: Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 742 del 27 novembre 2003: 1. Monica Lanfranco: abitare la nonviolenza (una testimonianza sull'incontro dell'8 novembre a Verona con Lidia Menapace); 2. Matteo Soccio: l'Europa nonviolenta e' donna (una testimonianza sull'incontro dell'8 novembre a Verona con Lidia Menapace); 3. Angela Dogliotti e Beppe Marasso: ci abboniamo ad "Azione nonviolenta" perche'...; 4. Campagna osm per la difesa popolare nonviolenta: un appello; 5. Giulio Vittorangeli: nel mondo di Bush e di Bin Laden; 6. Ileana Montini: sulla necessita' di un'analisi e un intervento nonviolento in Iraq; 7. Severino Vardacampi: Iraq. Quid agendum? Alcune prime riflessioni; 8. Ida Dominijanni presenta "Terrorismo e terroristi" a cura di Marco Fossati; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 743 del 28 novembre 2003: 1. Maria G. Di Rienzo: la resistenza nonviolenta delle donne tibetane; 2. Barbara Bellini e Luciano Benini: ci abboniamo ad "Azione nonviolenta" perche'...; 3. Lidia Menapace: alcune considerazioni su terrorismo e resistenza; 4. Giobbe Santabarbara: ancora quattro note sul terrorismo; 5. Giovanni Scotto: la trasformazione costruttiva dei conflitti; 6. Il terzo salone dell'editoria di pace a Venezia; 7. Letture: Claudio Bazzocchi, La balcanizzazione dello sviluppo; 8. Letture: Pascal D'Angelo, Son of Italy; 9. Riletture: AA. VV., Critica della tolleranza; 10. Riletture: AA. VV., Saggi sulla tolleranza; 11. Riletture: Laura Boella, Cuori pensanti; 12. Riletture: Laura Boella, Le imperdonabili; 13. Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia; 14. Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Una voce; 15. Riletture: Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi; 16. Riletture: Silvia Vegetti Finzi (a cura di), Psicoanalisi al femminile; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. * Numero 744 del 29 novembre 2003: 1. Roberto Tecchio: processo decisionale, metodo del consenso e facilitazione; 2. Marie Claude Pace: un incontro a Gubbio con Raniero La Valle; 3. "Azione nonviolenta" di dicembre; 4. Riletture: Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein; 5. Riletture: Laura Forti (a cura di), Hannah Arendt; 6. Riletture: Nadia Neri, Un'estrema compassione. Etty Hillesum testimone e vittima del Lager; 7. Riletture: Angela Putino, Simone Weil e la passione di Dio; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 745 del 30 novembre 2003: 1. Emergency: cessate il fuoco; 2. Rete Lilliput: una lettera aperta sulla questione irachena; 3. Tavola della pace: l'Italia per l'Iraq. Ripartiamo dall'Onu; 4. Daria Dibitonto: la domanda ulteriore. Filosofia e nonviolenza; 5. Mao Valpiana: i bambini ci guardano ma noi non li vediamo; 6. Giobbe Santabarbara: un approccio colonialista; 7. Elizabeth Mehren: costruttrici di pace si incontrano; 8. Elio Rindone: delle parole lo scempio, e delle vite; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1252 del primo aprile 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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