La nonviolenza e' in cammino. 1247



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1247 del 27 marzo 2006

Sommario di questo numero:
1. Maria Luigia Casieri: Per Renato Solmi
2. Giulio Vittorangeli: 24 marzo, o della memoria
3. Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne in Medio Oriente
4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
5. Maria Schiavo: In processione vanno
6. Anna Maria Merlo intervista Jean Chesneaux sull'eredita' dell'Illuminismo
7. Indice dei numeri 577-597 (giugno 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. ANNIVERSARI. MARIA LUIGIA CASIERI: PER RENATO SOLMI
[Renato Solmi compie oggi 79 anni. Lo salutiamo con sincero affetto e
profonda gratitudine.
Maria Luigia Casieri (per contatti: nbawac at tin.it), nata a Portici (Na) nel
1961, dottoressa in scienze pedagogiche, insegna nella scuola dell'infanzia
ed e' una delle principali animatrici del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo. Ha organizzato a Viterbo insieme ad altri il "Tribunale per i
diritti del malato"; assistente sociale, ha svolto un'esperienza in Germania
nell'ambito dei servizi di assistenza per gli emigrati italiani; rientrata
in Italia si e' impegnata nel settore educativo; per dieci anni ha prestato
servizio di volontariato in una casa-famiglia per l'assistenza ai minori;
dal 1987 e' insegnante di ruolo nella scuola per l'infanzia; ha preso parte
a varie iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti; ha tenuto
relazioni a convegni e corsi di aggiornamento, e contribuito a varie
pubblicazioni; ha collaborato con la cattedra di psicologia dell'educazione
presso la Terza Universita' di Roma. Opere di Maria Luigia Casieri: Il
contributo di Emilia Ferreiro alla comprensione dei processi di
apprendimento della lingua scritta, 5 voll., Viterbo 2004.
Renato Solmi (per contatti: rsolmi at tin.it) e' stato tra i pilastri della
casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della
scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei
maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la
democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue
traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione
intellettuale; e' impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della
Valle d'Aosta]

Chi ha incontrato Renato Solmi non puo' dimenticare, poiche' resta impresso
negli occhi e nel cuore, che la statura, la vastita' e la profondita' della
cultura e dell'animo del grande studioso, si accompagnano ad un agire
dimesso e schivo, ad un porsi delicato e fine, con l'attenzione, la lentezza
e la squisitezza d'altra eta' e d'altri tempi.
Con la sua sottile e preziosa conoscenza delle cose del mondo e della
storia, dei linguaggi e delle culture, e' ancora capace di meraviglia, e
senza che il suo molto sapere gli faccia da schermo, sa cogliere,
valorizzare e ammirare negli altri quel poco o quel tanto di bello, di
nobile, di buono che in ciascuno si trovi.
Quello sguardo velato dal dolore di troppa saggezza, illuminato dal
desiderio sempre rinnovato di impegno e di lotta per il bene dell'umanita'
intera, quello sguardo di modestia e di fraterno sentire, quello sguardo che
te lo fa sentire vicino nella fragilita' che e' di tutti, nel riconoscimento
della comune umanita', quello sguardo e' Renato Solmi.

2. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: 24 MARZO, O DELLA MEMORIA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori
di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da
sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

Esiste un rapporto ineludibile tra storia, memoria e soggettivita'. Eppure
il rapporto con il passato, in termini di conoscenza critica, e' sempre piu'
labile e flebile. Non solo assistiamo ad una sorta di cancellazione o di
rimozione di avvenimenti passati che pure hanno fatto "la storia"; ma e'
profondamente messa in crisi la memoria pubblica, la memoria condivisa di
quello che e' stato, che dovrebbe affiorare nel rapporto esplicito con il
passato, con la storia.
Prendiamo una data come il 24 marzo. Da noi ricorda l'eccidio nazista delle
Fosse Ardeatine; in Argentina il golpe militare del 1976; in Salvador
l'assassinio di Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, "San Romero de
America", del 1980.
*
Ora, se e' vero che negazionismo e revisionismo non sono sorti in Italia, e'
vero che da noi hanno avuto facile successo basandosi sulla assurda pretesa
di equiparare fascisti e repubblichini ai partigiani. Chi ha combattuto
contro Auschwitz e chi ha combattuto per un mondo di Auschwitz. Cosi' si e'
arrivati alla proposta di legge che voleva mettere torturatori e vittime
sullo stesso piano di "ex combattenti".
Alla fine, la nostra memoria si e' inabissata senza alcun legame di
continuita' ed e' stata sostituita da luoghi comuni tanto piu' fortemente
asseriti quanto piu' sono artificiosi e infondati: "Pare davvero che
attraverso l'abuso di storia leggendaria il senso comune degli italiani sia
riuscito a sbarazzarsi della storia reale" (Gianpasquale Santomassimo).
*
Qualcosa si e' saputo, anche in Italia, di quello che e' avvenuto in
Argentina per il trentesimo anniversario del colpo di stato militare, con i
suoi trentamila desaparecidos. La maggioranza degli argentini si e' unita
nel ricordo e nella lotta contro il terrorismo di stato e l'impunita'. Per
gli smemorati dobbiamo ricordare che grazie alla repressione selvaggia si
pote' instaurare senza ostacoli il modello neoliberista, rimasto intatto per
oltre 20 anni e che porto' al collasso del 2001.
*
Quanto al Centroamerica (considerato da sempre dagli Usa il "cortile di
casa"), e' stato durante tutti gli anni Ottanta uno scenario di spaventose
atrocita'. Gli Stati Uniti hanno lasciato quei paesi completamente
devastati, forse oltre ogni possibilita' di recupero, seminandoli di
montagne di cadaveri, torturati e mutilati. Le guerre terroristiche
patrocinate e organizzate da Washington furono dirette anche contro la
Chiesa che aveva osato assumere l'opzione preferenziale per i poveri e
percio' doveva ricevere la lezione che meritava tale disobbedienza.
Difficilmente sorprende che quello spaventoso decennio cominciasse con
l'assassinio di un vescovo, monsignor Romero, in Salvador (si veda il bel
libro scritto da Ettore Masina nelle Edizioni Gruppo Abele di Torino) e
terminasse con la morte - sempre in Salvador - di sei grandi intellettuali
gesuiti (rimandiamo al libro pubblicato dalla Piccola Editrice di Celleno),
tutti liquidati da forze armate addestrate dagli Stati Uniti.
E che dire del Guatemala? L'esercito di quel paese ha commesso un delitto
che si avvicina al genocidio. Molti ricorderanno la pubblicazione (anche in
italiano) di "Guatemala, Nunca Mas", il rapporto per il recupero della
memoria storica che denuncia 55.000 violazioni dei diritti umani attribuite
per l'80% all'esercito, la cui pubblicazione e' costata la vita al vescovo
guatemalteco Gerardi, assassinato il 26 aprile del 1998.
Quelle forze armate, addestrate da Washington, hanno devastato il
Centroamerica distruggendo e accumulando una orribile fama includendo
l'aggressione e il terrore che la Corte Internazionale dell'Aja (1986)
dovette condannare (per l'aggressione al Nicaragua), con una sentenza che
gli Usa e la intellettualita' (anche europea) ignorarono tra l'irritazione e
il disprezzo e un'alzata di spalle. La stessa fine fecero i richiami alla
osservanza del diritto internazionale fatti dal Consiglio di Sicurezza e
dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite; richiami sui quali oramai
neanche si informa.
*
Ecco perche', se avessimo una memoria condivisa e non fossilizzata (nella
migliore delle ipotesi), dovremmo tornare a chiederci chi erano i
responsabili di questi crimini, nel 1976 o nel 1980, e chi sono oggi.
Ha scritto Luca Pandolfi (antropologo, dell'Associazione Solidarieta' con
l'America Latina): "Loro sono le forze, non misteriose, ma concrete, di un
potere economico e politico che vede nei privilegi di pochi l'unica strada
possibile per la storia del mondo. Sono le forze dei capitali esteri e delle
mafie internazionali che investono nell'estrazione mineraria dall'impatto
ambientale e sociale devastante, nel controllo dei beni comuni, nello
sfruttamento della manodopera a bassissimo costo, nella gestione dei flussi
migratori clandestini".

3. MONDO. HAIFA ABU GHAZALEH: I DIRITTI DELLE DONNE IN MEDIO ORIENTE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista di
"Irin news" ad Haifa Abu Ghazaleh, direttrice dell'Ufficio regionale per gli
stati arabi di Unifem]

- "Irin news": La situazione sta migliorando, in Medio Oriente, per i
diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: La situazione per le donne arabe e' migliorata
leggermente in tutte le sfere della vita pubblica e privata. L'accesso
all'istruzione ed ai servizi sanitari e' aumentato considerevolmente se si
considerano i decenni scorsi, e la loro partecipazione all'economia, alle
questioni ambientali, ed alla sfera decisionale sta rapidamente crescendo.
*
- "Irin news": Quali paesi hanno raggiunto risultati, rispetto ai diritti
delle donne, e quali misure specifiche hanno preso?
- Haifa Abu Ghazaleh: In Medio Oriente, i diritti delle donne sono entrati
nelle agende di numerose Ong e governi, che stanno lentamente introducendo
cambiamenti legislativi. In Giordania, per esempio, un emendamento all'art.
340 del codice penale e' stato introdotto nel 2001: tale emendamento
cancella l'impunibilita' per gli uomini che uccidono parenti di sesso
femminile ritenute responsabili di adulterio. Sempre in Giordania, ed in
Palestina, le iniziative concernenti la violenza contro le donne hanno
ottenuto risultati, e sebbene i decisori al governo non abbiamo intrapreso
passi specifici nel disegnare un piano d'azione complessivo, le Ong stanno
sempre di piu' fornendo servizi (quali consulenze, linee telefoniche di
soccorso e rifugi) e informazioni. In Libano, il lavoro della Commissione
nazionale per le donne libanesi, cosi' come quello delle Ong, hanno
contribuito ad ottenere mutamenti legislativi nel diritto del lavoro e nel
codice penale nel 1999 e nel 2001. I cambiamenti nel diritto del lavoro
hanno incluso l'aumento del congedo per maternita' da 40 giorni a sette
settimane, la proibizione del licenziamento di una donna per gravidanza, e
la garanzia alle lavoratrici di equita' sui benefici ed i premi. Inoltre, in
Kuwait e' stato garantito di recente il suffragio alle donne, nell'ambito di
una monarchia costituzionale. Nel 2007 le kuwaitiane potranno partecipare
alle elezioni legislative come elettrici e candidate.
*
- "Irin news": Dov'e' che invece la situazione non sta migliorando?
- Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne nella regione araba sono violati
costantemente. Le donne sono ancora private dell'esercizio di diritti umani
di base, e cio' e' dovuto sia al fatto che non vi e' consapevolezza attorno
a questi diritti, sia al fatto che il sistema di controllo che dovrebbe
assicurarne la realizzazione e' debole. L'applicazione delle leggi soffre
anche dei pregiudizi verso le donne, e i giudici, i procuratori e gli
avvocati in generale, esitano ad assumere casi che coinvolgano i diritti
umani delle donne, perche' la loro visione sociale sostiene che tali istanze
vanno risolte all'interno della famiglia.
*
- "Irin news": Che ruolo giocano la cultura e la religione nella
soppressione dei diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: Norme sociali negano alle donne la possibilita' di
godere di piena "cittadinanza" all'interno delle loro famiglia e comunita'.
Ruoli predeterminati, largamente basati sulla cultura o su una
interpretazione religiosa, sono presentati come fatti innegabili, e spesso
vengo fatti accettare a forza alle donne tramite le loro famiglie o leggi
statali discriminatorie. Le donne, generalmente, godono di un piccolo status
o di una certa autorita' all'interno della famiglia e delle strutture
sociali: un grande divario permane fra donne ed uomini nell'area
decisionale. Le donne sono ancora soggette a tradizioni restrittive ed
usanze per le quali vengono private del diritto all'istruzione, giacche' la
precedenza in questo campo e' usualmente data ai maschi. In numerosi casi
sono anche private della possibilita' di essere membri produttivi della
societa', perche' la pressione sociale le costringe a sposarsi giovanissime
e a mettere al mondo molti bambini.
*
- "Irin news": Che ruolo possono avere i leader delle comunita' e i leader
religiosi nel proteggere i diritti delle donne?
- Haifa Abu Ghazaleh: Costoro avrebbero ovunque la speciale responsabilita'
di riaffermare i principi che promuovono i diritti delle donne, assumendo un
ruolo attivo nel richiamarsi al rispetto delle leggi ed al rispetto dei
diritti umani.
*
- "Irin news": I governi della regione hanno preso seriamente gli impegni
derivanti dall'aver sottoscritto la Convenzione per l'eliminazione di tutte
le forme di discriminazione verso le donne (Cedaw)?
- Haifa Abu Ghazaleh: Diciassette paesi arabi hanno firmato o ratificato la
Cedaw. La maggior parte di loro non e' andata oltre la firma, nonostante
l'obbligo di assicurare la completa implementazione della Convenzione e
l'adozione dei suoi articoli.
*
- "Irin news": Quali aspetti della Cedaw i governi trovano difficile
implementare, e perche'?
- Haifa Abu Ghazaleh: Tredici paesi sui diciassette firmatari hanno espresso
riserve sulla Cedaw. In aggiunta a queste riserve, su articoli specifici,
alcuni paesi arabi come l'Arabia Saudita, la Libia e la Mauritania hanno
anche prodotto una dichiarazione, in cui affermano che lo stato non e'
obbligato all'implementazione di qualsiasi articolo della Convenzione se
tale articolo non soddisfa i requisiti della sharia islamica. E' importante
sottolineare che molti paesi non riconoscono il diritto di una donna a
votare e a presentarsi alle elezioni, e cio' include il Qatar, gli Emirati
Arabi Uniti, l'Arabia Saudita e l'Oman.

4. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: Movimento Nonviolento,
sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax:
0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche: an at nonviolenti.org,
sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

Cari tutti,
con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un
versamento al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare soldi in piu',
ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato.
Per poter destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento
Nonviolento, e' sufficiente appore la propria firma nell'apposito spazio e
scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale e': 93100500235.
Sostenete un'associazione che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora
per la crescita e la diffusione della nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona

5. POESIA E VERITA'. MARIA SCHIAVO: IN PROCESSIONE VANNO
[Ringraziamo Maria Schiavo (per contatti: maria.schiavo at libero.it) per
averci messo a disposizione questo testo.
Maria Schiavo e' nata a Palermo il 5 dicembre 1940. Ha vissuto in Toscana e
a Parigi. Negli anni '70 si e' stabilita a Torino ed ha fatto parte di
gruppi femministi, che in questa citta' e soprattutto a Milano erano in
relazione con il gruppo francese Psychanalyse et Politique. Nel 1977 ha
fondato con altre la Libreria delle donne di Torino. Ha collaborato con
saggi, racconti, poesie, articoli a varie testate, fra cui le riviste
"Sottosopra", "Linea d'ombra" "Tuttestorie", il quotidiano "Liberazione", il
sito della Libera universita' delle donne di Milano. Opere di Maria Schiavo:
Macellum, storia violenta di donne e di mercato, La Tartaruga, Milano 1979;
Margarethe von Trotta, ovvero l'onore ritrovato, Aiace, Torino 1981; (con
altre autrici), Racconta, La Tartaruga, Milano 1989; Discorso eretico alla
fatalita', Giunti, Firenze 1990, Actes Sud, 1995; Amata dalla luce, ritratto
di Marilyn, Quaderni di via Dogana, Milano 1996, poi Tre Lune, Mantova 1999;
Movimento a piu' voci. Il femminismo degli anni Settanta attraverso il
racconto di una protagonista, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, Milano
2002. Nel 1993 ha curato una raccolta di lettere di Madame de Sevigne', Alla
figlia lontana. Lettere 1671-1690, Editori Riuniti, Roma 1993.
Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio
Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per
aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in
rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del
"Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata
da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu'
drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti.
Tra le opere di Rossana Rossanda: L'anno degli studenti, De Donato, Bari
1968; Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica
come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna,
persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro
Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con
Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita',
Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996; La
ragazza del secolo scorso, Einaudi, Torino 2005. Ma la maggior parte del
lavoro intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della
riflessione e proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora
dispersa in articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste]

A Rossana Rossanda,
al maggio francese,
alle donne

In processione vanno
invisibili
in qualche luogo
come tutto cio' che e' stato vero
le buone intenzioni
le rivoluzioni
che hanno voluto
cambiare il mondo.

Che cosa ancora
da' loro la forza
nel mercato epocale
di separare la purezza
dal terribile errore?
Dove trovano spazio
energia dolcezza
carezza di mano tiepida
che non ghermisce
per continuare il cammino
la buona direzione che avevano intravista?
Che cosa le separa dalla  svista fatale,
chi ne guida la sorpresa
l'imprevedibile ascesa
di un senso
appena all'orizzonte
e gia' scomparso?
Dove vanno a soffrire le macerie?
Dove covano ancora il fuoco di giustizia
che le fece andare verso l'esplosione
come una vita nuova?

Eppure invisibili in processione
In qualche luogo
come tutto cio' che e' stato vero
ancora esse vanno.
E in questo procedere che non si ferma
se non alla vista
dove sono i dolori
le torture umilianti
le spranghe nelle stanze
e dove le speranze
se non fu credulita'
di popolo disperato o stolto?
Spartaco alla deriva
Rosa Luxemburg
gia' cadavere nel fiume,
dove l'infinito stupro di donne
dove delle vittime le urla bambine?

Amore ci si mostra in questa veste
talvolta
di un disperato bisogno di un teste
in cammino con noi
un'amata un amato
che condivisero la nostra sacra follia
di voler essere davvero
almeno una volta sola
sfondando
come barricate
invisibili bastioni muraglie
fermando il Tempo
o avendo l'illusione
di averlo fatto almeno per un momento
col proprio corpo
col petto offerto alle sue spade.

Una foto che ci fulmino' nell'istante
momento che noi poi dilatammo insieme
gigante nella memoria
senso riconquistato e subito smarrito
punto che duole e ride
sofferenza e gioia
errore infinito
e insieme verita' grande che ritorna
che non puo'
diventare maceria della storia.

E' la Storia che deve farsi piccola
cercarla sotto la terra come la vita
il suo bene
la sua preziosissima spilla smarrita.

6. RIFLESSIONE. ANNA MARIA MERLO INTERVISTA JEAN CHESNEAUX SULL'EREDITA'
DELL'ILLUMINISMO
[Dal quotidiano "Il manifesto"del 21 marzo 2006.
Anna Maria Merlo e' corrispondente da Parigi del quotidiano "Il manifesto" e
acuta osservatrice delle vicende politiche, sociali e culturali francesi.
Jean Chesneaux, illustre intellettuale impegnato nella solidarieta' con gli
oppressi, contro il colonialismo e per la difesa della biosfera, storico,
esperto dell'Asia contemporanea, professore emerito all'Universita' Paris
VII, direttore di studi all'Ecole des hautes etudes en sciences sociales,
presidente onorario di Greenpeace Francia, membro del consiglio scientifico
di Attac, consigliere di redazione della rivista "Ecologie & politique",
membro del comitato di redazione de "La Quinzaine litteraire". Tra le opere
di Jean Chesneaux: oltre a vari libri sulla storia dell'Asia, segnaliamo
particolarmente Du passe' faisons table rase?, Maspero, 1976;
Transpacifiques, observations et considerations diverses sur les terres et
archipels du Grand Ocean, La Decouverte, Paris 1987; La France dans le
Pacifique, La Decouverte, 1992; Tahiti apres la bombe. Quel avenir pour la
Polynesie francaise, L'Harmattan, 1995; Habiter le temps, Bayard, 1996;
L'art du voyage, Bayard, 1998; Carnets de Chine, Quinzaine litteraire, 1998;
Mouvement ouvrier chinois de 1919 a 1927, Ecole Des Hautes Etudes En
Sciences Sociales, 1999; Jules Vernes, un regard sur le monde, Bayard, 2001;
L'engagement des intellectuels (1944-2004). Itineraire d'un historien
franc-tireur, Privat 2004.
Tzvetan Todorov, nato a Sofia nel 1939, a Parigi dal 1963. Muovendo da studi
linguistici e letterari e' andato sempre piu' lavorando su temi
antropologici e di storia della cultura e su decisive questioni morali.
Riportiamo anche il seguente brano dalla scheda dedicata a Todorov
nell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Dopo i primi
lavori di critica letteraria dedicati alla poetica dei formalisti russi,
l'interesse di Todorov si allarga alla filosofia del linguaggio, disciplina
che egli concepisce come parte della semiotica o scienza del segno in
generale. In questo contesto Todorov cerca di cogliere la peculiarità del
'simbolo' che va interpretato facendo ricorso, accanto al senso materiale
dell'enunciazione, ad un secondo senso che si colloca nell'atto
interpretativo. Ne deriva l'inscindibile unita' di simbolismo ed
ermeneutica. Con La conquista dell'America, Todorov ha intrapreso una
ricerca sulla categoria dell'"alterita'" e sul rapporto tra individui
appartenenti a culture e gruppi sociali diversi. Questo tema, che ha la sua
lontana origine psicologica nella situazione di emigrato che Todorov si
trova a vivere in Francia, trova la sua compiuta espressione in un ideale
umanistico di razionalita', moderazione e tolleranza". Tra le opere di
Tzvetan Todorov: (a cura di), I formalisti russi. Teoria della letteratura e
del metodo critico, Einaudi, Torino 1968, 1977; (a cura di, con Oswald
Ducrot), Dizionario enciclopedico delle scienze del linguaggio, Isedi,
Milano 1972; La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 1977, 1981; Teorie
del simbolo, Garzanti, Milano 1984; La conquista dell'America. Il problema
dell'"altro", Einaudi, Torino 1984, 1992; Critica della critica, Einaudi,
Torino 1986; Simbolismo e interpretazione, Guida, Napoli 1986; Una fragile
felicita'. Saggio su Rousseau, Il Mulino, Bologna 1987, Se, Milano 2002;
(con Georges Baudot), Racconti aztechi della conquista, Einaudi, Torino
1988; Poetica della prosa, Theoria, Roma-Napoli 1989, Bompiani, Milano 1995;
Michail Bachtin. Il principio dialogico, Einaudi, Torino 1990; La deviazione
dei lumi, Tempi moderni, Napoli 1990; Noi e gli altri. La riflessione
francese sulla diversita' umana, Einaudi, Torino 1991; Di fronte
all'estremo, Garzanti, Milano 1992 (ma cfr. la seconda edizione francese,
Seuil,  Paris 1994); I generi del discorso, La Nuova Italia, Scandicci
(Firenze) 1993; Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile, Garzanti,
Milano 1995; Le morali della storia, Einaudi, Torino 1995; Gli abusi della
memoria, Ipermedium, Napoli 1996; L'uomo spaesato. I percorsi
dell'appartenenza, Donzelli, Roma 1997; La vita comune, Pratiche, Milano
1998; Le jardin imparfait, Grasset, 1998; Elogio del quotidiano. Saggio
sulla pittura olandese del Seicento, Apeiron, 2000; Elogio dell'individuo.
Saggio sulla pittura fiamminga del Rinascimento, Apeiron, 2001; Memoria del
male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001; Il nuovo disordine
mondiale, Garzanti, Milano 2003; Benjamin Constant. La passione democratica,
Donzelli, Roma 2003 (tra esse segnaliamo particolarmente Memoria del male,
tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001: un'opera che ci sembra
fondamentale)]

In questo periodo storico segnato dal ritorno delle tenebre, l'Illuminismo e
i suoi valori possono ancora dirci qualcosa? E' la scommessa che ha fatto lo
storico Tzvetan Todorov, che assieme a Yann Fauchois e Thierry Grillet, ha
curato alla Biblioteca nazionale Francois Mitterrand di Parigi una mostra
dedicata alle "Lumieres. Un heritage pour demain" (fino al 28 maggio).
Una passeggiata nelle sei sale in cui e' divisa l'esposizione, assieme allo
storico Jean Chesneaux, e' l'occasione per riflettere sul ruolo che
l'Illuminismo ha avuto nella storia europea e su quello che potra' avere nel
XXI secolo.
*
- Anna Maria Merlo: Todorov dice, all'entrata della mostra: "Il pensiero
dell'Illuminismo resta un fondamento della nostra identita' atttuale". Che
cosa rimane di quel movimento del pensiero?
- Jean Cheneaux: L'Illuminismo rappresenta un progresso durevole, che
conserva ancora oggi la sua forza, questo e' certo, anche se la sua eredita'
e' contraddittoria. Rappresenta un'intelligibilita' generale del reale, la
grande idea di Newton nel campo della fisica e di Kant per quanto riguarda
il mondo sociale. Rappresenta la ragione come volonta' critica, la ricerca
libera della verita'. E' il pensiero di Diderot, Helvetius, Condorcet,
Voltaire, Baccaria. C'e' la filosofia universale, l'idea dell'eguaglianza di
principio tra tutti gli esseri umani. Anche se, come fa vedere quella che
potremo chiamare la postfazione della mostra, l'ultima sala oltre le sei,
che illustra l'Illuminismo e il resto del mondo, c'e' un'aporia, cioe'
l'occidente non e' mai riuscito a passare dall'universale astratto a una
messa in opera politica di questo universale. Anche se in quest'epoca in cui
e' messo sotto accusa, l'universale non e' da disprezzare. L'altra idea che
ci tramanda l'Illuminismo e' che il movimento delle idee e' lotta politica:
l'affaire Calas, l'appello alla tolleranza di Voltaire, le incisioni sulle
carceri di Piranesi. Questi quattro punti sono lungi dall'essere assicurati,
oggi. Assistiamo allo sviluppo di movimenti antirazionali, che non
riguardano solo l'interesse crescente per l'astrologia. Rispetto alla
ragione come volonta' critica, come diceva Guattari gia' vent'anni fa, siamo
in un'epoca di sbadamento e di allineamento, quando si vede l'egemonia del
mercato mondiale, siamo lungi dalla ragione critica. Siamo inoltre in piena
risorgenza dei particolarmi comunitari, all'opposto dell'universale
dell'Illuminismo. L'atteggiamento postmoderno, poi, e' di sarcasmo nei
confronti di tutte le lotte politiche.
*
- Anna Maria Merlo: E' nato allora un certo europeismo?
- Jean Chesneaux: E' un momento europeo per eccellenza, Kant, Hume,
Beccaria, Diderot, Voltaire facevano parte delo stesso mondo e non e'
inutile sottolinearlo oggi, in una congiuntura di scetticismo europeo.
Allora ci si trovava in un momento di concerto delle nazioni, usando un
termine della diplomazia. Una volonta' europa di superare il massacro di
Westfalia (1648), che sanci' la frammentazione dell'Europa, ognuno rinchiuso
in se stesso. L'Illuminismo, come si vede bene nella mostra, e' un movimento
ben ancorato nel XVIII secolo. E' un movimento europeo, nato in un periodo
di sviluppo dei valori mercantili, su un fondo di ineguaglianze sociali
tipiche del XVII secolo. Nella mostra c'e' una grande incisione, intitolata
"Commercio e pace governano il mondo", che rappresenta l'idealismo
mercantile dell'epoca. Il dinamismo principale veniva dall'Inghilterra, dove
la corrispondenza tra base economica ed esperienza intellettuale era
realizzata meglio, attorno alle idee di Adam Smith, a cui si ispirano i
riformatori negli altri paesi, in Francia, per esempio, Turgot, o Juan
Carlos Borbone a Napoli, poi Carlo III di Spagna, il ministro Pombal in
Portogallo. E' un periodo di sviluppo dell'economia di mercato. C'e' anche
il riconoscimento del lavoro - come e' ben illustrato nella mostra -
dell'artigianato, non nel senso di Marx naturalmente, ma del lavoro
produttivo. Diderot, che e' il piu' coerente tra gli illuministi, era figlio
di un coltellaio di Langres. L'Illuminismo non e' intelliggibile se si
dimentica la base economica. La mostra, inoltre, mette bene in evidenza
l'unita' del movimento di idee e del momento culturale, le incisioni di
Hogarth, i quadri di Chardin, l'opera di D'Alembert: c'era una convergenza
tra le idee e la produzione culturale. I viaggi, le citta', l'incisione di
Joffrin dove si vede bene il lato rituale dei salon per affermare il valore
dello scambio di idee, la rievocazione di episodi carichi di senso, come
l'affaire Calas, il terremoto di Lisbona, la morte del capitano Cook alle
Haway, il supplizio a cui fu sottoposto Damiens nel 1777 perche' aveva
tentato di accoltellare il re, il quadro di Vernet sui lavori dell'apertura
di una strada, il Prospetto dell'Encyclopedie sul sistema figurato delle
conoscenze umane, una tavola che integra in una combinazione razionale
l'insieme delle conoscenze umane, arti, lettere, scienze.
*
- Anna Maria Merlo: Quali sono le aporie?
- Jean Chesneaux: Il movimento di idee si e' sviluppato in una societa'
tutt'altro che egualitaria. Una contraddizione da cui l'Illuminismo non e'
mai uscito: la schiavitu', il lavoro contadino. Il XVIII secolo e' l'eta'
d'oro della tratta dei neri e ci furono molto pochi filosofi che portarono
fino in fondo l'universalismo per chiedere l'abolizione della schiavitu'.
Come si vede nella mostra, l'Illuminismo e' cresciuto nei caffe', nei salon,
dove si beveva caffe', si usava lo zucchero, cioe' si consumavano prodotti
che erano costati la vita a molti schiavi. Per tutti gli aristocratici e i
borghesi che vi parteciparono, il reddito veniva per l'essenziale dal
plusvalore prodotto dal lavoro abietto dei contadini, anche se c'erano gia'
profitti ricavati dal commercio coloniale e dalle manifatture, che non
pesavano pero' molto rispetto al lavoro rurale.
*
- Anna Maria Merlo: Quali sono le altre ambiguita'?
- Jean Chesneaux: C'e' un monismo scientista dell'Illuminismo, un'unita'
degli studi relativi al processo umano e al processo naturale. C'era
all'epoca unita' negli studi sulla natura e sulla societa'. Ma questo per
noi ha un nome: si chiama stalinismo, derivato da La dialettica della natura
di Engels. Oggi, invece, si insiste sull'umano come qualcosa di irriducibile
nella sua capacita' di pensare l'avvenire. Bisogna poi essere molto vigili
verso la tecnica, mentre l'Illuminismo ne era entusiasta. Oggi noi siamo
sommersi dalla tecnologia, mentre l'Illuminismo ci prepara male alla
vigilanza, alla resistenza contro la tecnica, che possiamo trarre dal
pensiero illuminista solo se lo prendiamo nella sua essenza profonda, come
un approccio critico verso tutto, Illuminismo compreso. C'e' poi un problema
di temporalita'. L'Illuminismo e' una filosofia che non ha preoccupazioni di
divenire temporale. Rappresenta una fiducia placida, come direbbe Benjamin,
un'attesa placida che il progresso avanzi. Ma oggi sappiamo bene che la
relazione tra passato, presente e futuro e' complessa e non esclude fenomeni
di regressione. Todorov ne e' ben coinsapevole, e scrive che "la pietra
rischia sempre di rotolare verso il basso", cioe' che c'e' il rischio di una
risalita delle tenebre: non solo un approccio spirituale, come le sette, ma
anche delle pratiche sociali di barbarie, basti pensare al Ruanda, ai Boat
People, agli insegnanti pugnalati in classe dagli allievi, a quello che
succede ai migranti che annegano al largo di Lampedusa o Algesiras.

7. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 577-597 (GIUGNO 2003) DE "LA NONVIOLENZA E'
IN CAMMINO"

* Numero 577 del 10 giugno 2003: 0. Due comunicazioni di servizio; 1. Luigi
Pintor: le parole dell'indiano; 2. Angela Bellei ricorda Dino Frisullo; 3.
Tommaso Di Francesco ricorda Dino Frisullo; 4. Eugenio Melandri ricorda Dino
Frisullo; 5. Luisa Morgantini ricorda Dino Frisullo; 6. Riccardo Orioles
ricorda Dino Frisullo; 7. Letture: Angela Ales Bello, Edith Stein. La
passione per la verita'; 8. Letture: Archivio Arendt 2. 1950-1954; 9.
Letture: Ulrich Beck, Un mondo a rischio; 10. Letture: Stefano Becucci,
Monica Massari, Globalizzazione e criminalita'; 11. Letture: Christoph
Besemer, Gestione dei conflitti e mediazione; 12. Letture: Anna Boschetti,
La rivoluzione simbolica di Pierre Bourdieu; 13. Letture: Carla Corso, Ada
Trifiro', ... E siamo partite! 14. Letture: Nando dalla Chiesa, La legge
sono io; 15. Letture: Dipartimento della Pubblica Sicurezza (a cura di),
Giovanni Palatucci, il poliziotto che salvo' migliaia di ebrei; 16. Letture:
Gabriella Fiori, Anna Maria Ortese o dell'indipendenza poetica; 17. Letture:
Franco Fortini, Un dialogo ininterrotto; 18. Letture: bell hooks, Tutto
sull'amore. Nuove visioni; 19. Letture: Giuseppe Impastato, Lunga e' la
notte; 20. Letture: Marco Ivaldo, Introduzione a Jacobi; 21. Letture: Elena
Loewenthal, Gli ebrei questi sconosciuti; 22. Letture: Gianfranco Marrone,
Il sistema di Barthes; 23. Letture: Carlo Maria Martini, Gustavo
Zagrebelsky, La domanda di giustizia; 24. Letture: Annamaria Rivera,
Estranei e nemici; 25. Letture: Francesca Salvarezza, Emmanuel Levinas; 26.
Letture: Leonardo Sciascia scrittore editore; 27. Letture: Bruno Segre,
Shoah; 28. Letture: Jorge Semprun, Male e modernita'; 29. Letture: Bianca
Stancanelli, A testa alta; 30. Letture: Gabriella Turnaturi, Tradimenti; 31.
Letture: Christa Wolf, Medea. Voci; 32. Peppe Sini: Il dialogo come
accostamento all'altro e riconoscimento di umanita'; 33. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 34. Per saperne di piu'.
* Numero 578 dell'11 giugno 2003: 1. Mao Valpiana: "Azione nonviolenta" di
giugno 2003; 2. Il "Cos in rete" di giugno; 3. Luigi Ciotti, Lidia Menapace
ed altri: articolo 18 e societa' dei diritti; 4. Sergio Paronetto: pace in
Cecenia; 5. Luciana Castellina ricorda Luigi Pintor; 6. Pietro Ingrao
ricorda Luigi Pintor; 7. Lucio Magri ricorda Luigi Pintor; 8. Valentino
Parlato ricorda Luigi Pintor; 9. Rossana Rossanda ricorda Luigi Pintor; 10.
Riedizioni: AA. VV., Poesie di pace e liberta'; 11. Riedizioni: Stanley
Milgram, Obbedienza all'autorita'; 12. Riletture: Giuseppe Fiori, Casa
Rosselli; 13. Riletture: Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt; 14.
Riletture: Carlo Levi, Contadini e luigini; 15. Riletture: Giuliana
Saladino, Terra di rapina; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per
saperne di piu'.
* Numero 579 del 12 giugno 2003: 1. Convenzione permanente di donne contro
le guerre: un incontro a Roma il 21 giugno; 2. Jean Zaru: cos'e' la pace; 3.
Maria G. Di Rienzo: Jean Zaru, costruttrice di pace; 4. Hannah Arendt: dove
comincia la violenza; 5. Mao Valpiana: un invito a Gubbio in cammino per la
nonviolenza; 6. Un appello a sostegno di "Qualevita"; 7. "Un ponte per": una
lettera al movimento contro la guerra; 8. Luisa Morgantini: l'obiezione
necessaria; 9. Alessandro Zanotelli: le mani macchiate di sangue; 10.
Campagna contro i mercanti di armi: l'impegno continua; 11. Peppe Sini: a
cosa servono le armi; 12. Ida Dominijanni: se il corpo diventa una password;
13. Nadia Cervoni: Leyla Zana ancora detenuta; 14. Giuseppe Di Lello: quale
giustizia dopo Falcone; 15. Giobbe Santabarbara: come la morte; 16. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 580 del 13 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: due si' ai
referendum; 2. Maria Grazia Campari: la cittadinanza, l'Europa, le donne; 3.
Ida Dominijanni: Hannah Arendt tra Europa e Stati Uniti; 4. Ettore Masina:
Brasile di ieri e di oggi; 5. Il catalogo per argomenti 2003 della Claudiana
editrice; 6. Letture: Robin Norwood, Donne che amano troppo; 7. Riedizioni:
Sebastiano Timpanaro, Il lapsus freudiano; 8. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* Numero 581 del 14 giugno 2003: 1. La guerra continua; 2. Movimento
Nonviolento: per la pace in Cecenia; 3. Lidia Campagnano: la posta in gioco;
4. Quindici senatori denunciano il Presidente del Consiglio per attentato
alla Costituzione; 5. Un convegno su Adriano Olivetti; 6. Indice dei numeri
522-576 (marzo-aprile 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta"
del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 582 del 15 giugno 2003: 1. Severino Vardacampi: due volte si'; 2.
Matteo Soccio: una bibliografia essenziale su sobrieta', stili di vita,
economia nonviolenta; 3. Alessandro Marescotti: un libro sull'esperienza
delle bandiere di pace; 4. Francesca Borrelli intervista Susan Sontag sul
suo libro "Davanti al dolore degli altri"; 5. Paola Springhetti intervista
Luisa Muraro sul suo libro "Il Dio delle donne"; 6. Maria Luisa Boccia
presenta "A piu' voci" di Adriana Cavarero; 7. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* Numero 583 del 16 giugno 2003: 1. Daniele Lugli, Mao Valpiana: il
programma della camminata Assisi-Gubbio per la nonviolenza; 2. Strumenti:
l'agenda "Giorni nonviolenti 2004"; 3. Verso i corpi civili di pace; 4.
Stephanie Hiller: radici di pace; 5. Giobbe Santabarbara: nessun essere
umano e' un clandestino; 6. Ida Dominijanni: sette voci per una sfera
pubblica; 7. Franca D'Agostini: un ponte per l'occidente diviso; 8. Matteo
Soccio: una bibliografia essenziale sulla liberazione; 9. "A. Rivista
anarchica" di giugno 2003; 10. "Amici dei lebbrosi" di giugno 2003; 11.
"Messaggero cappuccino" di maggio-giugno 2003; 12. "Nigrizia" di giugno
2003; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 584 del 17 giugno 2003: 1. Da Assisi a Gubbio; 2. In memoria di
Giuseppe D'Urso; 3. Adriano Apra' ricorda Jean-Claude Biette; 4. Gianfranco
Capitta ricorda Marisa Fabbri; 5. Gianni Manzella ricorda Marisa Fabbri; 6.
Luisa Muraro: tutto o niente; 7. Rossana Rossanda: il simbolico e il
materiale; 8. Luisa Muraro: cara Rossanda; 9. "L'incontro"; 10. "Mani tese";
11. "Roma Caritas"; 12. "Segno" ; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
14. Per saperne di piu'.
* Numero 585 del 18 giugno 2003: 1. Fleba il fenicio; 2. Enrico Peyretti:
Europa, difesa popolare nonviolenta e civilta' dell'incontro; 3. Norma
Bertullacelli: in silenzio per la pace; 4. Nadia Cervoni: solidarieta' con
Leyla Zana; 5. La diplomazia internazionale per la liberazione di Aung San
Suu Kyi; 6. Michele Boato: battuti ma non rassegnati; 7. Nando dalla Chiesa:
dell'arbitrio dei potenti e del seltimento della giustizia; 8. Arianna Di
Genova ricorda Enrico Baj; 9. La scomparsa di Giacinto Spagnoletti; 10. In
settembre la carovana della pace; 11. Daniele Lugli, Mao Valpiana: un invito
a Gubbio; 12. Per un'Europa di pace; 13. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 586 del 19 giugno 2003: 1. Rete Lilliput: i fondi della
cooperazione allo sviluppo non siano scippati per destinarli a scopi
militari; 2. Ileana Montini: in dialogo con Luisa Muraro e Rossana Rossanda;
3. Enrico Peyretti: del principe e delle leggi; 4. Maria G. Di Rienzo:
interventi di pace; 5. Lidia Cirillo: il militare e la crisi della
virilita'; 6. Alcuni proverbi militari di Ormanno Foraboschi; 7. Carlo
Molari presenta "Prima che l'amore finisca" di Raniero La Valle; 8. Premio
di laurea "Lanza del Vasto"; 9. Quarta edizione del Premio di scrittura
femminile "Il paese delle donne"; 10. Riletture: Silvestra Mariniello, Lev
Kulesov; 11. Riletture: Dario Tomasi, Yasujiro Ozu; 12. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* Numero 587 del 20 giugno 2003: 1. Nadia Cervoni: torture e violenze nei
confronti delle donne curde; 2. Associazione ong italiane: un appello al
Presidente della Repubblica; 3. Missionari comboniani: in solidarieta' con
gli immigrati; 4. Centro studi difesa civile: iniziative di formazione alla
pace e alla nonviolenza; 5. Amnesty International: sulla politica
dell'Unione Europea in materia di asilo; 6. Maria G. Di Rienzo: minimizzare
i rischi; 7. Simone Weil: l'azione buona; 8. Maria Vingiani presenta il
"Vocabolario minimo del dialogo interreligioso" di Brunetto Salvarani; 9.
Umberto Santino ricorda Peppino Impastato; 10. Letture: Erick Aguirre, La
espuma sucia del rio; 11. Letture: Pasquale Marchetto, Antonio Mazzei,
Cittadini e forze dell'ordine; 12. Riedizioni: Osip Mandel'stam, Sulla
poesia; 13. Riletture: Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita'
rivoluzionaria; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di
piu'.
* Numero 588 del 21 giugno 2003: 1. Maria G. Di Rienzo: il diluvio degli
Yakima; 2. Enrico Peyretti: Tonino Bello e Aldo Capitini, la religione della
pace; 3. Federica Sossi presenta "Estranei e nemici" di Annamaria Rivera; 4.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'.
* Numero 589 del 22 giugno 2003: 1. "A. Rivista anarchica": un dvd e un
libro per ricordare Fabrizio De Andre'; 2. Le relazioni del convegno
nazionale delle Caritas diocesane; 3. Nella Ginatempo: il movimento contro
la guerra dopo Baghdad; 4. Augusto Cavadi: la memoria come azione quotidiana
e riflessione autocritica; 5. Thomas Schaffroth intervista Andre' Gorz; 6.
Nadia Cervoni: ancora detenuta Leyla Zana; 7. Amnesty International: ancora
detenuta Aung San Suu Kyi; 8. Action for peace: campagna europea contro la
costruzione del muro di separazione che devasta villaggi e campi coltivati
palestinesi; 9. Una lettera dei refuseniks israeliani agli amici
palestinesi, contro il terrorismo; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
11. Per saperne di piu'.
* Numero 590 del 23 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: un giorno; 2. Un
incontro di donne a Firenze; 3. Resoconto della prima sessione dell'incontro
di Firenze; 4. A cura di Anna Picciolini: resoconto del dibattito nel gruppo
di lavoro "Pace e guerra: parole e pratiche di donne"; 5. Documento
conclusivo dell'incontro di Firenze; 6. Riviste: "Critica liberale"; 7.
Riviste: "Il foglio"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per
saperne di piu'.
* Numero 591 del 24 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Lidia
Menapace ricorda Luigi Pintor; 2. Luce Fabbri: la salvezza; 3. Maria G. Di
Rienzo: nell'alternativa non c'e' posto per la violenza; 4. Enrico Peyretti:
impegno di pace e critica della critica; 5. Severino Vardacampi: la
nonviolenza e' lotta. Contro tutte le violenze; 6. Elisa Kidane: "Raggio",
con occhi e cuore di donna; 7. Augusto Cavadi ricorda Candida Di Vita; 8.
Angela Giuffrida: guardare il mondo con i nostri occhi; 9. Giobbe
Santabarbara: ancora; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per
saperne di piu'.
* Numero 592 del 25 giugno 2003: 1. Lidia Menapace: una proposta per le
bandiere della pace; 2. La newsletter di "Migra"; 3. Maria G. Di Rienzo: il
senso politico del trauma e il lavoro per la verita' e la riconciliazione;
4. Matteo Bartocci intervista Mae-Wan Ho; 5. Celeste Grossi: una relazione a
Firenze; 6. Anna Picciolini: una relazione a Firenze; 7. Imma Barbarossa:
una relazione a Firenze; 8. Patricia Tough, Franca Gianoni: un confronto a
Firenze; 9. Luisa Morgantini: la "road map", una speranza per la pace; 10.
Riletture: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta; 11.
Riletture: Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono; 12. Riletture:
Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene; 13. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 593 del 26 giugno 2003: 1. Daniele Lugli: sulla proposta di Lidia
Menapace per le bandiere della pace; 2. Paolo Oddone: sulla proposta di
Lidia Menapace per le bandiere della pace; 3. Vittoria Oliva: sulla proposta
di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 4. Enrico Peyretti: sulla
proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 5. Lidia Menapace:
lavoro e diritti dopo il referendum; 6. Giulio Vittorangeli: note di un
viaggio in Nicaragua; 7. Rossana Rossanda interroga Maria Luisa Boccia su
femminismo e sinistra; 8. Norma Bertullacelli: sui gradini del palazzo; 9.
Eduardo Galeano: campioni; 10. Rletture: Sibilla Aleramo, Una donna; 11.
Riletture: Grazia Deledda, Cosima; 12. Riletture: Matilde Serao, Saper
vivere; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 594 del 27 giugno 2003: 1. Luciano Bonfrate: dieci parole da Assisi
a Gubbio; 2. Ettore Masina: la zattera della Medusa; 3. Angelo Gandolfi:
sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Pierluigi Ontanetti: sulla proposta di
Lidia Menapace; 5. Anna Polo: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Fausto
Prandini: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Carlo Schenone: sulla
proposta di Lidia Menapace; 8. Roberto Tecchio: sulla proposta di Lidia
Menapace; 9. Tiziano Tissino: sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Mao
Valpiana: sulla proposta di Lidia Menapace; 11. Maria Grazia Bonollo:
l'incontro del primo giugno all'Arena di Verona; 12. Societa' di Studi
Valdesi: un convegno su Piero Jahier; 13. Riletture: Aung San Suu Kyi,
Libera dalla paura; 14. Riletture: Quentin Bell, Virginia Woolf; 15.
Riletture: Rosanna Benzi, Il vizio di vivere; 16. Riletture: Elisabeth
Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 17. Riletture: Assia
Djebar, La donna senza sepoltura; 18. Riletture: Simone Petrement, La vita
di Simone Weil; 19. Riletture: Renate Siebert, Le donne, la mafia; 20.
Riletture: Christa Wolf, Cassandra; 21. Riletture: Elisabeth Young-Bruehl,
Hannah Arendt; 22. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 23. Per saperne di
piu'.
* Numero 595 del 28 giugno 2003: 1. Seminario della Tavola della pace a
Perugia; 2. Osvaldo Caffianchi: ancora sulle dieci parole della nonviolenza
in cammino da Assisi a Gubbio; 3. Francesca Pilla intervista Vandana Shiva;
4. Luciano Capitini: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Diego Cozzuol:
sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Mario Di Marco: sulla proposta di Lidia
Menapace; 7. Gianfranco e Isa Monaca: sulla proposta di Lidia Menapace; 8.
Enrico Morganti: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Giordano Remondi:
sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Giovanni Sarubbi: sulla proposta di
Lidia Menapace; 11. Maria G. Di Rienzo: guerralingua; 12. Rossana Rossanda:
il nostro presidente; 13. Roberto Burla: aperto il sito della Caritas
diocesana di Viterbo; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per
saperne di piu'.
* Numero 596 del 29 giugno 2003: 1. Alessandro Marescotti: presentato il
libro "Bandiere di pace" a Roma; 2. Pierluigi Vito: sulla proposta di Lidia
Menapace; 3. Vittoria Oliva: ancora sulla proposta di Lidia Menapace; 4.
Giobbe Santabarbara: sulla proposta di Lidia Menapace e sulle nostre
miserie; 5. Riccardo Orioles: a Dachau; 6. Carlo Maria Martini: tre cose
sulla pace; 7. Giovanni Scotto: ripensare la politica estera; 8. Rosa
Luxemburg: uno sguardo intorno a noi; 9. Augusto Cavadi: un tabu' che non
regge; 10. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina; 11. Riletture:
Germaine Greer, La donna intera; 12. Riletture: Pat Patfoort, Una
introduzione alla nonviolenza; 13. Riletture: Pat Patfoort, Costruire la
nonviolenza; 14. Riletture: Antonietta Potente, Gli amici e le amiche di
Dio; 15. Riletture: Antonietta Potente, Un tessuto di mille colori; 16. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 597 del 30 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Maria
Zambrano: pietre e parole; 2. Benito D'Ippolito: dieci parole della
nonviolenza in dieci profili di costruttrici di pace; 3. Giovanni Scotto:
L'Unione europea e la prevenzione dei conflitti violenti; 4. Nando dalla
Chiesa: il voltafaccia; 5. Giuliana Martirani: quale pace; 6. Augusto
Cavadi: i diritti degli animali; 7. Riccardo Orioles: da Praga a Teheran; 8.
Alessandro Dal Lago: diritti immigrati; 9. Letture: Giuseppe Pusceddu (a
cura di), Contras a sa gherra; 10. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel
pensiero contemporaneo; 11. Riletture: Jacqueline Russ, L'etica
contemporanea; 12. Riletture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita;
13. Riletture: Luisella Battaglia, Etica e diritti degli animali; 14.
Riletture: Silvana Castignone, Povere bestie; 15. Riletture: Paola
Cavalieri, La questione animale; 16. Le diagnosi di Messer Rovina: una
sciocchezza; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di
piu'.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 1247 del 27 marzo 2006

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