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La nonviolenza e' in cammino. 1247
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 1247
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 27 Mar 2006 00:22:09 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1247 del 27 marzo 2006 Sommario di questo numero: 1. Maria Luigia Casieri: Per Renato Solmi 2. Giulio Vittorangeli: 24 marzo, o della memoria 3. Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne in Medio Oriente 4. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 5. Maria Schiavo: In processione vanno 6. Anna Maria Merlo intervista Jean Chesneaux sull'eredita' dell'Illuminismo 7. Indice dei numeri 577-597 (giugno 2003) de "La nonviolenza e' in cammino" 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. ANNIVERSARI. MARIA LUIGIA CASIERI: PER RENATO SOLMI [Renato Solmi compie oggi 79 anni. Lo salutiamo con sincero affetto e profonda gratitudine. Maria Luigia Casieri (per contatti: nbawac at tin.it), nata a Portici (Na) nel 1961, dottoressa in scienze pedagogiche, insegna nella scuola dell'infanzia ed e' una delle principali animatrici del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Ha organizzato a Viterbo insieme ad altri il "Tribunale per i diritti del malato"; assistente sociale, ha svolto un'esperienza in Germania nell'ambito dei servizi di assistenza per gli emigrati italiani; rientrata in Italia si e' impegnata nel settore educativo; per dieci anni ha prestato servizio di volontariato in una casa-famiglia per l'assistenza ai minori; dal 1987 e' insegnante di ruolo nella scuola per l'infanzia; ha preso parte a varie iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti; ha tenuto relazioni a convegni e corsi di aggiornamento, e contribuito a varie pubblicazioni; ha collaborato con la cattedra di psicologia dell'educazione presso la Terza Universita' di Roma. Opere di Maria Luigia Casieri: Il contributo di Emilia Ferreiro alla comprensione dei processi di apprendimento della lingua scritta, 5 voll., Viterbo 2004. Renato Solmi (per contatti: rsolmi at tin.it) e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; e' impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta] Chi ha incontrato Renato Solmi non puo' dimenticare, poiche' resta impresso negli occhi e nel cuore, che la statura, la vastita' e la profondita' della cultura e dell'animo del grande studioso, si accompagnano ad un agire dimesso e schivo, ad un porsi delicato e fine, con l'attenzione, la lentezza e la squisitezza d'altra eta' e d'altri tempi. Con la sua sottile e preziosa conoscenza delle cose del mondo e della storia, dei linguaggi e delle culture, e' ancora capace di meraviglia, e senza che il suo molto sapere gli faccia da schermo, sa cogliere, valorizzare e ammirare negli altri quel poco o quel tanto di bello, di nobile, di buono che in ciascuno si trovi. Quello sguardo velato dal dolore di troppa saggezza, illuminato dal desiderio sempre rinnovato di impegno e di lotta per il bene dell'umanita' intera, quello sguardo di modestia e di fraterno sentire, quello sguardo che te lo fa sentire vicino nella fragilita' che e' di tutti, nel riconoscimento della comune umanita', quello sguardo e' Renato Solmi. 2. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: 24 MARZO, O DELLA MEMORIA [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] Esiste un rapporto ineludibile tra storia, memoria e soggettivita'. Eppure il rapporto con il passato, in termini di conoscenza critica, e' sempre piu' labile e flebile. Non solo assistiamo ad una sorta di cancellazione o di rimozione di avvenimenti passati che pure hanno fatto "la storia"; ma e' profondamente messa in crisi la memoria pubblica, la memoria condivisa di quello che e' stato, che dovrebbe affiorare nel rapporto esplicito con il passato, con la storia. Prendiamo una data come il 24 marzo. Da noi ricorda l'eccidio nazista delle Fosse Ardeatine; in Argentina il golpe militare del 1976; in Salvador l'assassinio di Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, "San Romero de America", del 1980. * Ora, se e' vero che negazionismo e revisionismo non sono sorti in Italia, e' vero che da noi hanno avuto facile successo basandosi sulla assurda pretesa di equiparare fascisti e repubblichini ai partigiani. Chi ha combattuto contro Auschwitz e chi ha combattuto per un mondo di Auschwitz. Cosi' si e' arrivati alla proposta di legge che voleva mettere torturatori e vittime sullo stesso piano di "ex combattenti". Alla fine, la nostra memoria si e' inabissata senza alcun legame di continuita' ed e' stata sostituita da luoghi comuni tanto piu' fortemente asseriti quanto piu' sono artificiosi e infondati: "Pare davvero che attraverso l'abuso di storia leggendaria il senso comune degli italiani sia riuscito a sbarazzarsi della storia reale" (Gianpasquale Santomassimo). * Qualcosa si e' saputo, anche in Italia, di quello che e' avvenuto in Argentina per il trentesimo anniversario del colpo di stato militare, con i suoi trentamila desaparecidos. La maggioranza degli argentini si e' unita nel ricordo e nella lotta contro il terrorismo di stato e l'impunita'. Per gli smemorati dobbiamo ricordare che grazie alla repressione selvaggia si pote' instaurare senza ostacoli il modello neoliberista, rimasto intatto per oltre 20 anni e che porto' al collasso del 2001. * Quanto al Centroamerica (considerato da sempre dagli Usa il "cortile di casa"), e' stato durante tutti gli anni Ottanta uno scenario di spaventose atrocita'. Gli Stati Uniti hanno lasciato quei paesi completamente devastati, forse oltre ogni possibilita' di recupero, seminandoli di montagne di cadaveri, torturati e mutilati. Le guerre terroristiche patrocinate e organizzate da Washington furono dirette anche contro la Chiesa che aveva osato assumere l'opzione preferenziale per i poveri e percio' doveva ricevere la lezione che meritava tale disobbedienza. Difficilmente sorprende che quello spaventoso decennio cominciasse con l'assassinio di un vescovo, monsignor Romero, in Salvador (si veda il bel libro scritto da Ettore Masina nelle Edizioni Gruppo Abele di Torino) e terminasse con la morte - sempre in Salvador - di sei grandi intellettuali gesuiti (rimandiamo al libro pubblicato dalla Piccola Editrice di Celleno), tutti liquidati da forze armate addestrate dagli Stati Uniti. E che dire del Guatemala? L'esercito di quel paese ha commesso un delitto che si avvicina al genocidio. Molti ricorderanno la pubblicazione (anche in italiano) di "Guatemala, Nunca Mas", il rapporto per il recupero della memoria storica che denuncia 55.000 violazioni dei diritti umani attribuite per l'80% all'esercito, la cui pubblicazione e' costata la vita al vescovo guatemalteco Gerardi, assassinato il 26 aprile del 1998. Quelle forze armate, addestrate da Washington, hanno devastato il Centroamerica distruggendo e accumulando una orribile fama includendo l'aggressione e il terrore che la Corte Internazionale dell'Aja (1986) dovette condannare (per l'aggressione al Nicaragua), con una sentenza che gli Usa e la intellettualita' (anche europea) ignorarono tra l'irritazione e il disprezzo e un'alzata di spalle. La stessa fine fecero i richiami alla osservanza del diritto internazionale fatti dal Consiglio di Sicurezza e dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite; richiami sui quali oramai neanche si informa. * Ecco perche', se avessimo una memoria condivisa e non fossilizzata (nella migliore delle ipotesi), dovremmo tornare a chiederci chi erano i responsabili di questi crimini, nel 1976 o nel 1980, e chi sono oggi. Ha scritto Luca Pandolfi (antropologo, dell'Associazione Solidarieta' con l'America Latina): "Loro sono le forze, non misteriose, ma concrete, di un potere economico e politico che vede nei privilegi di pochi l'unica strada possibile per la storia del mondo. Sono le forze dei capitali esteri e delle mafie internazionali che investono nell'estrazione mineraria dall'impatto ambientale e sociale devastante, nel controllo dei beni comuni, nello sfruttamento della manodopera a bassissimo costo, nella gestione dei flussi migratori clandestini". 3. MONDO. HAIFA ABU GHAZALEH: I DIRITTI DELLE DONNE IN MEDIO ORIENTE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista di "Irin news" ad Haifa Abu Ghazaleh, direttrice dell'Ufficio regionale per gli stati arabi di Unifem] - "Irin news": La situazione sta migliorando, in Medio Oriente, per i diritti delle donne? - Haifa Abu Ghazaleh: La situazione per le donne arabe e' migliorata leggermente in tutte le sfere della vita pubblica e privata. L'accesso all'istruzione ed ai servizi sanitari e' aumentato considerevolmente se si considerano i decenni scorsi, e la loro partecipazione all'economia, alle questioni ambientali, ed alla sfera decisionale sta rapidamente crescendo. * - "Irin news": Quali paesi hanno raggiunto risultati, rispetto ai diritti delle donne, e quali misure specifiche hanno preso? - Haifa Abu Ghazaleh: In Medio Oriente, i diritti delle donne sono entrati nelle agende di numerose Ong e governi, che stanno lentamente introducendo cambiamenti legislativi. In Giordania, per esempio, un emendamento all'art. 340 del codice penale e' stato introdotto nel 2001: tale emendamento cancella l'impunibilita' per gli uomini che uccidono parenti di sesso femminile ritenute responsabili di adulterio. Sempre in Giordania, ed in Palestina, le iniziative concernenti la violenza contro le donne hanno ottenuto risultati, e sebbene i decisori al governo non abbiamo intrapreso passi specifici nel disegnare un piano d'azione complessivo, le Ong stanno sempre di piu' fornendo servizi (quali consulenze, linee telefoniche di soccorso e rifugi) e informazioni. In Libano, il lavoro della Commissione nazionale per le donne libanesi, cosi' come quello delle Ong, hanno contribuito ad ottenere mutamenti legislativi nel diritto del lavoro e nel codice penale nel 1999 e nel 2001. I cambiamenti nel diritto del lavoro hanno incluso l'aumento del congedo per maternita' da 40 giorni a sette settimane, la proibizione del licenziamento di una donna per gravidanza, e la garanzia alle lavoratrici di equita' sui benefici ed i premi. Inoltre, in Kuwait e' stato garantito di recente il suffragio alle donne, nell'ambito di una monarchia costituzionale. Nel 2007 le kuwaitiane potranno partecipare alle elezioni legislative come elettrici e candidate. * - "Irin news": Dov'e' che invece la situazione non sta migliorando? - Haifa Abu Ghazaleh: I diritti delle donne nella regione araba sono violati costantemente. Le donne sono ancora private dell'esercizio di diritti umani di base, e cio' e' dovuto sia al fatto che non vi e' consapevolezza attorno a questi diritti, sia al fatto che il sistema di controllo che dovrebbe assicurarne la realizzazione e' debole. L'applicazione delle leggi soffre anche dei pregiudizi verso le donne, e i giudici, i procuratori e gli avvocati in generale, esitano ad assumere casi che coinvolgano i diritti umani delle donne, perche' la loro visione sociale sostiene che tali istanze vanno risolte all'interno della famiglia. * - "Irin news": Che ruolo giocano la cultura e la religione nella soppressione dei diritti delle donne? - Haifa Abu Ghazaleh: Norme sociali negano alle donne la possibilita' di godere di piena "cittadinanza" all'interno delle loro famiglia e comunita'. Ruoli predeterminati, largamente basati sulla cultura o su una interpretazione religiosa, sono presentati come fatti innegabili, e spesso vengo fatti accettare a forza alle donne tramite le loro famiglie o leggi statali discriminatorie. Le donne, generalmente, godono di un piccolo status o di una certa autorita' all'interno della famiglia e delle strutture sociali: un grande divario permane fra donne ed uomini nell'area decisionale. Le donne sono ancora soggette a tradizioni restrittive ed usanze per le quali vengono private del diritto all'istruzione, giacche' la precedenza in questo campo e' usualmente data ai maschi. In numerosi casi sono anche private della possibilita' di essere membri produttivi della societa', perche' la pressione sociale le costringe a sposarsi giovanissime e a mettere al mondo molti bambini. * - "Irin news": Che ruolo possono avere i leader delle comunita' e i leader religiosi nel proteggere i diritti delle donne? - Haifa Abu Ghazaleh: Costoro avrebbero ovunque la speciale responsabilita' di riaffermare i principi che promuovono i diritti delle donne, assumendo un ruolo attivo nel richiamarsi al rispetto delle leggi ed al rispetto dei diritti umani. * - "Irin news": I governi della regione hanno preso seriamente gli impegni derivanti dall'aver sottoscritto la Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione verso le donne (Cedaw)? - Haifa Abu Ghazaleh: Diciassette paesi arabi hanno firmato o ratificato la Cedaw. La maggior parte di loro non e' andata oltre la firma, nonostante l'obbligo di assicurare la completa implementazione della Convenzione e l'adozione dei suoi articoli. * - "Irin news": Quali aspetti della Cedaw i governi trovano difficile implementare, e perche'? - Haifa Abu Ghazaleh: Tredici paesi sui diciassette firmatari hanno espresso riserve sulla Cedaw. In aggiunta a queste riserve, su articoli specifici, alcuni paesi arabi come l'Arabia Saudita, la Libia e la Mauritania hanno anche prodotto una dichiarazione, in cui affermano che lo stato non e' obbligato all'implementazione di qualsiasi articolo della Convenzione se tale articolo non soddisfa i requisiti della sharia islamica. E' importante sottolineare che molti paesi non riconoscono il diritto di una donna a votare e a presentarsi alle elezioni, e cio' include il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita e l'Oman. 4. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: Movimento Nonviolento, sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] Cari tutti, con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Per poter destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento, e' sufficiente appore la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale e': 93100500235. Sostenete un'associazione che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento sede nazionale, via Spagna 8, 37123 Verona 5. POESIA E VERITA'. MARIA SCHIAVO: IN PROCESSIONE VANNO [Ringraziamo Maria Schiavo (per contatti: maria.schiavo at libero.it) per averci messo a disposizione questo testo. Maria Schiavo e' nata a Palermo il 5 dicembre 1940. Ha vissuto in Toscana e a Parigi. Negli anni '70 si e' stabilita a Torino ed ha fatto parte di gruppi femministi, che in questa citta' e soprattutto a Milano erano in relazione con il gruppo francese Psychanalyse et Politique. Nel 1977 ha fondato con altre la Libreria delle donne di Torino. Ha collaborato con saggi, racconti, poesie, articoli a varie testate, fra cui le riviste "Sottosopra", "Linea d'ombra" "Tuttestorie", il quotidiano "Liberazione", il sito della Libera universita' delle donne di Milano. Opere di Maria Schiavo: Macellum, storia violenta di donne e di mercato, La Tartaruga, Milano 1979; Margarethe von Trotta, ovvero l'onore ritrovato, Aiace, Torino 1981; (con altre autrici), Racconta, La Tartaruga, Milano 1989; Discorso eretico alla fatalita', Giunti, Firenze 1990, Actes Sud, 1995; Amata dalla luce, ritratto di Marilyn, Quaderni di via Dogana, Milano 1996, poi Tre Lune, Mantova 1999; Movimento a piu' voci. Il femminismo degli anni Settanta attraverso il racconto di una protagonista, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, Milano 2002. Nel 1993 ha curato una raccolta di lettere di Madame de Sevigne', Alla figlia lontana. Lettere 1671-1690, Editori Riuniti, Roma 1993. Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del "Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti. Tra le opere di Rossana Rossanda: L'anno degli studenti, De Donato, Bari 1968; Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996; La ragazza del secolo scorso, Einaudi, Torino 2005. Ma la maggior parte del lavoro intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della riflessione e proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste] A Rossana Rossanda, al maggio francese, alle donne In processione vanno invisibili in qualche luogo come tutto cio' che e' stato vero le buone intenzioni le rivoluzioni che hanno voluto cambiare il mondo. Che cosa ancora da' loro la forza nel mercato epocale di separare la purezza dal terribile errore? Dove trovano spazio energia dolcezza carezza di mano tiepida che non ghermisce per continuare il cammino la buona direzione che avevano intravista? Che cosa le separa dalla svista fatale, chi ne guida la sorpresa l'imprevedibile ascesa di un senso appena all'orizzonte e gia' scomparso? Dove vanno a soffrire le macerie? Dove covano ancora il fuoco di giustizia che le fece andare verso l'esplosione come una vita nuova? Eppure invisibili in processione In qualche luogo come tutto cio' che e' stato vero ancora esse vanno. E in questo procedere che non si ferma se non alla vista dove sono i dolori le torture umilianti le spranghe nelle stanze e dove le speranze se non fu credulita' di popolo disperato o stolto? Spartaco alla deriva Rosa Luxemburg gia' cadavere nel fiume, dove l'infinito stupro di donne dove delle vittime le urla bambine? Amore ci si mostra in questa veste talvolta di un disperato bisogno di un teste in cammino con noi un'amata un amato che condivisero la nostra sacra follia di voler essere davvero almeno una volta sola sfondando come barricate invisibili bastioni muraglie fermando il Tempo o avendo l'illusione di averlo fatto almeno per un momento col proprio corpo col petto offerto alle sue spade. Una foto che ci fulmino' nell'istante momento che noi poi dilatammo insieme gigante nella memoria senso riconquistato e subito smarrito punto che duole e ride sofferenza e gioia errore infinito e insieme verita' grande che ritorna che non puo' diventare maceria della storia. E' la Storia che deve farsi piccola cercarla sotto la terra come la vita il suo bene la sua preziosissima spilla smarrita. 6. RIFLESSIONE. ANNA MARIA MERLO INTERVISTA JEAN CHESNEAUX SULL'EREDITA' DELL'ILLUMINISMO [Dal quotidiano "Il manifesto"del 21 marzo 2006. Anna Maria Merlo e' corrispondente da Parigi del quotidiano "Il manifesto" e acuta osservatrice delle vicende politiche, sociali e culturali francesi. Jean Chesneaux, illustre intellettuale impegnato nella solidarieta' con gli oppressi, contro il colonialismo e per la difesa della biosfera, storico, esperto dell'Asia contemporanea, professore emerito all'Universita' Paris VII, direttore di studi all'Ecole des hautes etudes en sciences sociales, presidente onorario di Greenpeace Francia, membro del consiglio scientifico di Attac, consigliere di redazione della rivista "Ecologie & politique", membro del comitato di redazione de "La Quinzaine litteraire". Tra le opere di Jean Chesneaux: oltre a vari libri sulla storia dell'Asia, segnaliamo particolarmente Du passe' faisons table rase?, Maspero, 1976; Transpacifiques, observations et considerations diverses sur les terres et archipels du Grand Ocean, La Decouverte, Paris 1987; La France dans le Pacifique, La Decouverte, 1992; Tahiti apres la bombe. Quel avenir pour la Polynesie francaise, L'Harmattan, 1995; Habiter le temps, Bayard, 1996; L'art du voyage, Bayard, 1998; Carnets de Chine, Quinzaine litteraire, 1998; Mouvement ouvrier chinois de 1919 a 1927, Ecole Des Hautes Etudes En Sciences Sociales, 1999; Jules Vernes, un regard sur le monde, Bayard, 2001; L'engagement des intellectuels (1944-2004). Itineraire d'un historien franc-tireur, Privat 2004. Tzvetan Todorov, nato a Sofia nel 1939, a Parigi dal 1963. Muovendo da studi linguistici e letterari e' andato sempre piu' lavorando su temi antropologici e di storia della cultura e su decisive questioni morali. Riportiamo anche il seguente brano dalla scheda dedicata a Todorov nell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Dopo i primi lavori di critica letteraria dedicati alla poetica dei formalisti russi, l'interesse di Todorov si allarga alla filosofia del linguaggio, disciplina che egli concepisce come parte della semiotica o scienza del segno in generale. In questo contesto Todorov cerca di cogliere la peculiarità del 'simbolo' che va interpretato facendo ricorso, accanto al senso materiale dell'enunciazione, ad un secondo senso che si colloca nell'atto interpretativo. Ne deriva l'inscindibile unita' di simbolismo ed ermeneutica. Con La conquista dell'America, Todorov ha intrapreso una ricerca sulla categoria dell'"alterita'" e sul rapporto tra individui appartenenti a culture e gruppi sociali diversi. Questo tema, che ha la sua lontana origine psicologica nella situazione di emigrato che Todorov si trova a vivere in Francia, trova la sua compiuta espressione in un ideale umanistico di razionalita', moderazione e tolleranza". Tra le opere di Tzvetan Todorov: (a cura di), I formalisti russi. Teoria della letteratura e del metodo critico, Einaudi, Torino 1968, 1977; (a cura di, con Oswald Ducrot), Dizionario enciclopedico delle scienze del linguaggio, Isedi, Milano 1972; La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 1977, 1981; Teorie del simbolo, Garzanti, Milano 1984; La conquista dell'America. Il problema dell'"altro", Einaudi, Torino 1984, 1992; Critica della critica, Einaudi, Torino 1986; Simbolismo e interpretazione, Guida, Napoli 1986; Una fragile felicita'. Saggio su Rousseau, Il Mulino, Bologna 1987, Se, Milano 2002; (con Georges Baudot), Racconti aztechi della conquista, Einaudi, Torino 1988; Poetica della prosa, Theoria, Roma-Napoli 1989, Bompiani, Milano 1995; Michail Bachtin. Il principio dialogico, Einaudi, Torino 1990; La deviazione dei lumi, Tempi moderni, Napoli 1990; Noi e gli altri. La riflessione francese sulla diversita' umana, Einaudi, Torino 1991; Di fronte all'estremo, Garzanti, Milano 1992 (ma cfr. la seconda edizione francese, Seuil, Paris 1994); I generi del discorso, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1993; Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile, Garzanti, Milano 1995; Le morali della storia, Einaudi, Torino 1995; Gli abusi della memoria, Ipermedium, Napoli 1996; L'uomo spaesato. I percorsi dell'appartenenza, Donzelli, Roma 1997; La vita comune, Pratiche, Milano 1998; Le jardin imparfait, Grasset, 1998; Elogio del quotidiano. Saggio sulla pittura olandese del Seicento, Apeiron, 2000; Elogio dell'individuo. Saggio sulla pittura fiamminga del Rinascimento, Apeiron, 2001; Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001; Il nuovo disordine mondiale, Garzanti, Milano 2003; Benjamin Constant. La passione democratica, Donzelli, Roma 2003 (tra esse segnaliamo particolarmente Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001: un'opera che ci sembra fondamentale)] In questo periodo storico segnato dal ritorno delle tenebre, l'Illuminismo e i suoi valori possono ancora dirci qualcosa? E' la scommessa che ha fatto lo storico Tzvetan Todorov, che assieme a Yann Fauchois e Thierry Grillet, ha curato alla Biblioteca nazionale Francois Mitterrand di Parigi una mostra dedicata alle "Lumieres. Un heritage pour demain" (fino al 28 maggio). Una passeggiata nelle sei sale in cui e' divisa l'esposizione, assieme allo storico Jean Chesneaux, e' l'occasione per riflettere sul ruolo che l'Illuminismo ha avuto nella storia europea e su quello che potra' avere nel XXI secolo. * - Anna Maria Merlo: Todorov dice, all'entrata della mostra: "Il pensiero dell'Illuminismo resta un fondamento della nostra identita' atttuale". Che cosa rimane di quel movimento del pensiero? - Jean Cheneaux: L'Illuminismo rappresenta un progresso durevole, che conserva ancora oggi la sua forza, questo e' certo, anche se la sua eredita' e' contraddittoria. Rappresenta un'intelligibilita' generale del reale, la grande idea di Newton nel campo della fisica e di Kant per quanto riguarda il mondo sociale. Rappresenta la ragione come volonta' critica, la ricerca libera della verita'. E' il pensiero di Diderot, Helvetius, Condorcet, Voltaire, Baccaria. C'e' la filosofia universale, l'idea dell'eguaglianza di principio tra tutti gli esseri umani. Anche se, come fa vedere quella che potremo chiamare la postfazione della mostra, l'ultima sala oltre le sei, che illustra l'Illuminismo e il resto del mondo, c'e' un'aporia, cioe' l'occidente non e' mai riuscito a passare dall'universale astratto a una messa in opera politica di questo universale. Anche se in quest'epoca in cui e' messo sotto accusa, l'universale non e' da disprezzare. L'altra idea che ci tramanda l'Illuminismo e' che il movimento delle idee e' lotta politica: l'affaire Calas, l'appello alla tolleranza di Voltaire, le incisioni sulle carceri di Piranesi. Questi quattro punti sono lungi dall'essere assicurati, oggi. Assistiamo allo sviluppo di movimenti antirazionali, che non riguardano solo l'interesse crescente per l'astrologia. Rispetto alla ragione come volonta' critica, come diceva Guattari gia' vent'anni fa, siamo in un'epoca di sbadamento e di allineamento, quando si vede l'egemonia del mercato mondiale, siamo lungi dalla ragione critica. Siamo inoltre in piena risorgenza dei particolarmi comunitari, all'opposto dell'universale dell'Illuminismo. L'atteggiamento postmoderno, poi, e' di sarcasmo nei confronti di tutte le lotte politiche. * - Anna Maria Merlo: E' nato allora un certo europeismo? - Jean Chesneaux: E' un momento europeo per eccellenza, Kant, Hume, Beccaria, Diderot, Voltaire facevano parte delo stesso mondo e non e' inutile sottolinearlo oggi, in una congiuntura di scetticismo europeo. Allora ci si trovava in un momento di concerto delle nazioni, usando un termine della diplomazia. Una volonta' europa di superare il massacro di Westfalia (1648), che sanci' la frammentazione dell'Europa, ognuno rinchiuso in se stesso. L'Illuminismo, come si vede bene nella mostra, e' un movimento ben ancorato nel XVIII secolo. E' un movimento europeo, nato in un periodo di sviluppo dei valori mercantili, su un fondo di ineguaglianze sociali tipiche del XVII secolo. Nella mostra c'e' una grande incisione, intitolata "Commercio e pace governano il mondo", che rappresenta l'idealismo mercantile dell'epoca. Il dinamismo principale veniva dall'Inghilterra, dove la corrispondenza tra base economica ed esperienza intellettuale era realizzata meglio, attorno alle idee di Adam Smith, a cui si ispirano i riformatori negli altri paesi, in Francia, per esempio, Turgot, o Juan Carlos Borbone a Napoli, poi Carlo III di Spagna, il ministro Pombal in Portogallo. E' un periodo di sviluppo dell'economia di mercato. C'e' anche il riconoscimento del lavoro - come e' ben illustrato nella mostra - dell'artigianato, non nel senso di Marx naturalmente, ma del lavoro produttivo. Diderot, che e' il piu' coerente tra gli illuministi, era figlio di un coltellaio di Langres. L'Illuminismo non e' intelliggibile se si dimentica la base economica. La mostra, inoltre, mette bene in evidenza l'unita' del movimento di idee e del momento culturale, le incisioni di Hogarth, i quadri di Chardin, l'opera di D'Alembert: c'era una convergenza tra le idee e la produzione culturale. I viaggi, le citta', l'incisione di Joffrin dove si vede bene il lato rituale dei salon per affermare il valore dello scambio di idee, la rievocazione di episodi carichi di senso, come l'affaire Calas, il terremoto di Lisbona, la morte del capitano Cook alle Haway, il supplizio a cui fu sottoposto Damiens nel 1777 perche' aveva tentato di accoltellare il re, il quadro di Vernet sui lavori dell'apertura di una strada, il Prospetto dell'Encyclopedie sul sistema figurato delle conoscenze umane, una tavola che integra in una combinazione razionale l'insieme delle conoscenze umane, arti, lettere, scienze. * - Anna Maria Merlo: Quali sono le aporie? - Jean Chesneaux: Il movimento di idee si e' sviluppato in una societa' tutt'altro che egualitaria. Una contraddizione da cui l'Illuminismo non e' mai uscito: la schiavitu', il lavoro contadino. Il XVIII secolo e' l'eta' d'oro della tratta dei neri e ci furono molto pochi filosofi che portarono fino in fondo l'universalismo per chiedere l'abolizione della schiavitu'. Come si vede nella mostra, l'Illuminismo e' cresciuto nei caffe', nei salon, dove si beveva caffe', si usava lo zucchero, cioe' si consumavano prodotti che erano costati la vita a molti schiavi. Per tutti gli aristocratici e i borghesi che vi parteciparono, il reddito veniva per l'essenziale dal plusvalore prodotto dal lavoro abietto dei contadini, anche se c'erano gia' profitti ricavati dal commercio coloniale e dalle manifatture, che non pesavano pero' molto rispetto al lavoro rurale. * - Anna Maria Merlo: Quali sono le altre ambiguita'? - Jean Chesneaux: C'e' un monismo scientista dell'Illuminismo, un'unita' degli studi relativi al processo umano e al processo naturale. C'era all'epoca unita' negli studi sulla natura e sulla societa'. Ma questo per noi ha un nome: si chiama stalinismo, derivato da La dialettica della natura di Engels. Oggi, invece, si insiste sull'umano come qualcosa di irriducibile nella sua capacita' di pensare l'avvenire. Bisogna poi essere molto vigili verso la tecnica, mentre l'Illuminismo ne era entusiasta. Oggi noi siamo sommersi dalla tecnologia, mentre l'Illuminismo ci prepara male alla vigilanza, alla resistenza contro la tecnica, che possiamo trarre dal pensiero illuminista solo se lo prendiamo nella sua essenza profonda, come un approccio critico verso tutto, Illuminismo compreso. C'e' poi un problema di temporalita'. L'Illuminismo e' una filosofia che non ha preoccupazioni di divenire temporale. Rappresenta una fiducia placida, come direbbe Benjamin, un'attesa placida che il progresso avanzi. Ma oggi sappiamo bene che la relazione tra passato, presente e futuro e' complessa e non esclude fenomeni di regressione. Todorov ne e' ben coinsapevole, e scrive che "la pietra rischia sempre di rotolare verso il basso", cioe' che c'e' il rischio di una risalita delle tenebre: non solo un approccio spirituale, come le sette, ma anche delle pratiche sociali di barbarie, basti pensare al Ruanda, ai Boat People, agli insegnanti pugnalati in classe dagli allievi, a quello che succede ai migranti che annegano al largo di Lampedusa o Algesiras. 7. MATERIALI. INDICE DEI NUMERI 577-597 (GIUGNO 2003) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 577 del 10 giugno 2003: 0. Due comunicazioni di servizio; 1. Luigi Pintor: le parole dell'indiano; 2. Angela Bellei ricorda Dino Frisullo; 3. Tommaso Di Francesco ricorda Dino Frisullo; 4. Eugenio Melandri ricorda Dino Frisullo; 5. Luisa Morgantini ricorda Dino Frisullo; 6. Riccardo Orioles ricorda Dino Frisullo; 7. Letture: Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita'; 8. Letture: Archivio Arendt 2. 1950-1954; 9. Letture: Ulrich Beck, Un mondo a rischio; 10. Letture: Stefano Becucci, Monica Massari, Globalizzazione e criminalita'; 11. Letture: Christoph Besemer, Gestione dei conflitti e mediazione; 12. Letture: Anna Boschetti, La rivoluzione simbolica di Pierre Bourdieu; 13. Letture: Carla Corso, Ada Trifiro', ... E siamo partite! 14. Letture: Nando dalla Chiesa, La legge sono io; 15. Letture: Dipartimento della Pubblica Sicurezza (a cura di), Giovanni Palatucci, il poliziotto che salvo' migliaia di ebrei; 16. Letture: Gabriella Fiori, Anna Maria Ortese o dell'indipendenza poetica; 17. Letture: Franco Fortini, Un dialogo ininterrotto; 18. Letture: bell hooks, Tutto sull'amore. Nuove visioni; 19. Letture: Giuseppe Impastato, Lunga e' la notte; 20. Letture: Marco Ivaldo, Introduzione a Jacobi; 21. Letture: Elena Loewenthal, Gli ebrei questi sconosciuti; 22. Letture: Gianfranco Marrone, Il sistema di Barthes; 23. Letture: Carlo Maria Martini, Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia; 24. Letture: Annamaria Rivera, Estranei e nemici; 25. Letture: Francesca Salvarezza, Emmanuel Levinas; 26. Letture: Leonardo Sciascia scrittore editore; 27. Letture: Bruno Segre, Shoah; 28. Letture: Jorge Semprun, Male e modernita'; 29. Letture: Bianca Stancanelli, A testa alta; 30. Letture: Gabriella Turnaturi, Tradimenti; 31. Letture: Christa Wolf, Medea. Voci; 32. Peppe Sini: Il dialogo come accostamento all'altro e riconoscimento di umanita'; 33. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 34. Per saperne di piu'. * Numero 578 dell'11 giugno 2003: 1. Mao Valpiana: "Azione nonviolenta" di giugno 2003; 2. Il "Cos in rete" di giugno; 3. Luigi Ciotti, Lidia Menapace ed altri: articolo 18 e societa' dei diritti; 4. Sergio Paronetto: pace in Cecenia; 5. Luciana Castellina ricorda Luigi Pintor; 6. Pietro Ingrao ricorda Luigi Pintor; 7. Lucio Magri ricorda Luigi Pintor; 8. Valentino Parlato ricorda Luigi Pintor; 9. Rossana Rossanda ricorda Luigi Pintor; 10. Riedizioni: AA. VV., Poesie di pace e liberta'; 11. Riedizioni: Stanley Milgram, Obbedienza all'autorita'; 12. Riletture: Giuseppe Fiori, Casa Rosselli; 13. Riletture: Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt; 14. Riletture: Carlo Levi, Contadini e luigini; 15. Riletture: Giuliana Saladino, Terra di rapina; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 579 del 12 giugno 2003: 1. Convenzione permanente di donne contro le guerre: un incontro a Roma il 21 giugno; 2. Jean Zaru: cos'e' la pace; 3. Maria G. Di Rienzo: Jean Zaru, costruttrice di pace; 4. Hannah Arendt: dove comincia la violenza; 5. Mao Valpiana: un invito a Gubbio in cammino per la nonviolenza; 6. Un appello a sostegno di "Qualevita"; 7. "Un ponte per": una lettera al movimento contro la guerra; 8. Luisa Morgantini: l'obiezione necessaria; 9. Alessandro Zanotelli: le mani macchiate di sangue; 10. Campagna contro i mercanti di armi: l'impegno continua; 11. Peppe Sini: a cosa servono le armi; 12. Ida Dominijanni: se il corpo diventa una password; 13. Nadia Cervoni: Leyla Zana ancora detenuta; 14. Giuseppe Di Lello: quale giustizia dopo Falcone; 15. Giobbe Santabarbara: come la morte; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 580 del 13 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: due si' ai referendum; 2. Maria Grazia Campari: la cittadinanza, l'Europa, le donne; 3. Ida Dominijanni: Hannah Arendt tra Europa e Stati Uniti; 4. Ettore Masina: Brasile di ieri e di oggi; 5. Il catalogo per argomenti 2003 della Claudiana editrice; 6. Letture: Robin Norwood, Donne che amano troppo; 7. Riedizioni: Sebastiano Timpanaro, Il lapsus freudiano; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 581 del 14 giugno 2003: 1. La guerra continua; 2. Movimento Nonviolento: per la pace in Cecenia; 3. Lidia Campagnano: la posta in gioco; 4. Quindici senatori denunciano il Presidente del Consiglio per attentato alla Costituzione; 5. Un convegno su Adriano Olivetti; 6. Indice dei numeri 522-576 (marzo-aprile 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 582 del 15 giugno 2003: 1. Severino Vardacampi: due volte si'; 2. Matteo Soccio: una bibliografia essenziale su sobrieta', stili di vita, economia nonviolenta; 3. Alessandro Marescotti: un libro sull'esperienza delle bandiere di pace; 4. Francesca Borrelli intervista Susan Sontag sul suo libro "Davanti al dolore degli altri"; 5. Paola Springhetti intervista Luisa Muraro sul suo libro "Il Dio delle donne"; 6. Maria Luisa Boccia presenta "A piu' voci" di Adriana Cavarero; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 583 del 16 giugno 2003: 1. Daniele Lugli, Mao Valpiana: il programma della camminata Assisi-Gubbio per la nonviolenza; 2. Strumenti: l'agenda "Giorni nonviolenti 2004"; 3. Verso i corpi civili di pace; 4. Stephanie Hiller: radici di pace; 5. Giobbe Santabarbara: nessun essere umano e' un clandestino; 6. Ida Dominijanni: sette voci per una sfera pubblica; 7. Franca D'Agostini: un ponte per l'occidente diviso; 8. Matteo Soccio: una bibliografia essenziale sulla liberazione; 9. "A. Rivista anarchica" di giugno 2003; 10. "Amici dei lebbrosi" di giugno 2003; 11. "Messaggero cappuccino" di maggio-giugno 2003; 12. "Nigrizia" di giugno 2003; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 584 del 17 giugno 2003: 1. Da Assisi a Gubbio; 2. In memoria di Giuseppe D'Urso; 3. Adriano Apra' ricorda Jean-Claude Biette; 4. Gianfranco Capitta ricorda Marisa Fabbri; 5. Gianni Manzella ricorda Marisa Fabbri; 6. Luisa Muraro: tutto o niente; 7. Rossana Rossanda: il simbolico e il materiale; 8. Luisa Muraro: cara Rossanda; 9. "L'incontro"; 10. "Mani tese"; 11. "Roma Caritas"; 12. "Segno" ; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 585 del 18 giugno 2003: 1. Fleba il fenicio; 2. Enrico Peyretti: Europa, difesa popolare nonviolenta e civilta' dell'incontro; 3. Norma Bertullacelli: in silenzio per la pace; 4. Nadia Cervoni: solidarieta' con Leyla Zana; 5. La diplomazia internazionale per la liberazione di Aung San Suu Kyi; 6. Michele Boato: battuti ma non rassegnati; 7. Nando dalla Chiesa: dell'arbitrio dei potenti e del seltimento della giustizia; 8. Arianna Di Genova ricorda Enrico Baj; 9. La scomparsa di Giacinto Spagnoletti; 10. In settembre la carovana della pace; 11. Daniele Lugli, Mao Valpiana: un invito a Gubbio; 12. Per un'Europa di pace; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 586 del 19 giugno 2003: 1. Rete Lilliput: i fondi della cooperazione allo sviluppo non siano scippati per destinarli a scopi militari; 2. Ileana Montini: in dialogo con Luisa Muraro e Rossana Rossanda; 3. Enrico Peyretti: del principe e delle leggi; 4. Maria G. Di Rienzo: interventi di pace; 5. Lidia Cirillo: il militare e la crisi della virilita'; 6. Alcuni proverbi militari di Ormanno Foraboschi; 7. Carlo Molari presenta "Prima che l'amore finisca" di Raniero La Valle; 8. Premio di laurea "Lanza del Vasto"; 9. Quarta edizione del Premio di scrittura femminile "Il paese delle donne"; 10. Riletture: Silvestra Mariniello, Lev Kulesov; 11. Riletture: Dario Tomasi, Yasujiro Ozu; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 587 del 20 giugno 2003: 1. Nadia Cervoni: torture e violenze nei confronti delle donne curde; 2. Associazione ong italiane: un appello al Presidente della Repubblica; 3. Missionari comboniani: in solidarieta' con gli immigrati; 4. Centro studi difesa civile: iniziative di formazione alla pace e alla nonviolenza; 5. Amnesty International: sulla politica dell'Unione Europea in materia di asilo; 6. Maria G. Di Rienzo: minimizzare i rischi; 7. Simone Weil: l'azione buona; 8. Maria Vingiani presenta il "Vocabolario minimo del dialogo interreligioso" di Brunetto Salvarani; 9. Umberto Santino ricorda Peppino Impastato; 10. Letture: Erick Aguirre, La espuma sucia del rio; 11. Letture: Pasquale Marchetto, Antonio Mazzei, Cittadini e forze dell'ordine; 12. Riedizioni: Osip Mandel'stam, Sulla poesia; 13. Riletture: Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 588 del 21 giugno 2003: 1. Maria G. Di Rienzo: il diluvio degli Yakima; 2. Enrico Peyretti: Tonino Bello e Aldo Capitini, la religione della pace; 3. Federica Sossi presenta "Estranei e nemici" di Annamaria Rivera; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * Numero 589 del 22 giugno 2003: 1. "A. Rivista anarchica": un dvd e un libro per ricordare Fabrizio De Andre'; 2. Le relazioni del convegno nazionale delle Caritas diocesane; 3. Nella Ginatempo: il movimento contro la guerra dopo Baghdad; 4. Augusto Cavadi: la memoria come azione quotidiana e riflessione autocritica; 5. Thomas Schaffroth intervista Andre' Gorz; 6. Nadia Cervoni: ancora detenuta Leyla Zana; 7. Amnesty International: ancora detenuta Aung San Suu Kyi; 8. Action for peace: campagna europea contro la costruzione del muro di separazione che devasta villaggi e campi coltivati palestinesi; 9. Una lettera dei refuseniks israeliani agli amici palestinesi, contro il terrorismo; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 590 del 23 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: un giorno; 2. Un incontro di donne a Firenze; 3. Resoconto della prima sessione dell'incontro di Firenze; 4. A cura di Anna Picciolini: resoconto del dibattito nel gruppo di lavoro "Pace e guerra: parole e pratiche di donne"; 5. Documento conclusivo dell'incontro di Firenze; 6. Riviste: "Critica liberale"; 7. Riviste: "Il foglio"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 591 del 24 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Lidia Menapace ricorda Luigi Pintor; 2. Luce Fabbri: la salvezza; 3. Maria G. Di Rienzo: nell'alternativa non c'e' posto per la violenza; 4. Enrico Peyretti: impegno di pace e critica della critica; 5. Severino Vardacampi: la nonviolenza e' lotta. Contro tutte le violenze; 6. Elisa Kidane: "Raggio", con occhi e cuore di donna; 7. Augusto Cavadi ricorda Candida Di Vita; 8. Angela Giuffrida: guardare il mondo con i nostri occhi; 9. Giobbe Santabarbara: ancora; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 592 del 25 giugno 2003: 1. Lidia Menapace: una proposta per le bandiere della pace; 2. La newsletter di "Migra"; 3. Maria G. Di Rienzo: il senso politico del trauma e il lavoro per la verita' e la riconciliazione; 4. Matteo Bartocci intervista Mae-Wan Ho; 5. Celeste Grossi: una relazione a Firenze; 6. Anna Picciolini: una relazione a Firenze; 7. Imma Barbarossa: una relazione a Firenze; 8. Patricia Tough, Franca Gianoni: un confronto a Firenze; 9. Luisa Morgantini: la "road map", una speranza per la pace; 10. Riletture: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta; 11. Riletture: Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono; 12. Riletture: Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 593 del 26 giugno 2003: 1. Daniele Lugli: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 2. Paolo Oddone: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 3. Vittoria Oliva: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 4. Enrico Peyretti: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 5. Lidia Menapace: lavoro e diritti dopo il referendum; 6. Giulio Vittorangeli: note di un viaggio in Nicaragua; 7. Rossana Rossanda interroga Maria Luisa Boccia su femminismo e sinistra; 8. Norma Bertullacelli: sui gradini del palazzo; 9. Eduardo Galeano: campioni; 10. Rletture: Sibilla Aleramo, Una donna; 11. Riletture: Grazia Deledda, Cosima; 12. Riletture: Matilde Serao, Saper vivere; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 594 del 27 giugno 2003: 1. Luciano Bonfrate: dieci parole da Assisi a Gubbio; 2. Ettore Masina: la zattera della Medusa; 3. Angelo Gandolfi: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Pierluigi Ontanetti: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Anna Polo: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Fausto Prandini: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Carlo Schenone: sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Roberto Tecchio: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Tiziano Tissino: sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Mao Valpiana: sulla proposta di Lidia Menapace; 11. Maria Grazia Bonollo: l'incontro del primo giugno all'Arena di Verona; 12. Societa' di Studi Valdesi: un convegno su Piero Jahier; 13. Riletture: Aung San Suu Kyi, Libera dalla paura; 14. Riletture: Quentin Bell, Virginia Woolf; 15. Riletture: Rosanna Benzi, Il vizio di vivere; 16. Riletture: Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 17. Riletture: Assia Djebar, La donna senza sepoltura; 18. Riletture: Simone Petrement, La vita di Simone Weil; 19. Riletture: Renate Siebert, Le donne, la mafia; 20. Riletture: Christa Wolf, Cassandra; 21. Riletture: Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt; 22. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 23. Per saperne di piu'. * Numero 595 del 28 giugno 2003: 1. Seminario della Tavola della pace a Perugia; 2. Osvaldo Caffianchi: ancora sulle dieci parole della nonviolenza in cammino da Assisi a Gubbio; 3. Francesca Pilla intervista Vandana Shiva; 4. Luciano Capitini: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Diego Cozzuol: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Mario Di Marco: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Gianfranco e Isa Monaca: sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Enrico Morganti: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Giordano Remondi: sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Giovanni Sarubbi: sulla proposta di Lidia Menapace; 11. Maria G. Di Rienzo: guerralingua; 12. Rossana Rossanda: il nostro presidente; 13. Roberto Burla: aperto il sito della Caritas diocesana di Viterbo; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 596 del 29 giugno 2003: 1. Alessandro Marescotti: presentato il libro "Bandiere di pace" a Roma; 2. Pierluigi Vito: sulla proposta di Lidia Menapace; 3. Vittoria Oliva: ancora sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Giobbe Santabarbara: sulla proposta di Lidia Menapace e sulle nostre miserie; 5. Riccardo Orioles: a Dachau; 6. Carlo Maria Martini: tre cose sulla pace; 7. Giovanni Scotto: ripensare la politica estera; 8. Rosa Luxemburg: uno sguardo intorno a noi; 9. Augusto Cavadi: un tabu' che non regge; 10. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina; 11. Riletture: Germaine Greer, La donna intera; 12. Riletture: Pat Patfoort, Una introduzione alla nonviolenza; 13. Riletture: Pat Patfoort, Costruire la nonviolenza; 14. Riletture: Antonietta Potente, Gli amici e le amiche di Dio; 15. Riletture: Antonietta Potente, Un tessuto di mille colori; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 597 del 30 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Maria Zambrano: pietre e parole; 2. Benito D'Ippolito: dieci parole della nonviolenza in dieci profili di costruttrici di pace; 3. Giovanni Scotto: L'Unione europea e la prevenzione dei conflitti violenti; 4. Nando dalla Chiesa: il voltafaccia; 5. Giuliana Martirani: quale pace; 6. Augusto Cavadi: i diritti degli animali; 7. Riccardo Orioles: da Praga a Teheran; 8. Alessandro Dal Lago: diritti immigrati; 9. Letture: Giuseppe Pusceddu (a cura di), Contras a sa gherra; 10. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo; 11. Riletture: Jacqueline Russ, L'etica contemporanea; 12. Riletture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita; 13. Riletture: Luisella Battaglia, Etica e diritti degli animali; 14. Riletture: Silvana Castignone, Povere bestie; 15. Riletture: Paola Cavalieri, La questione animale; 16. Le diagnosi di Messer Rovina: una sciocchezza; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 1247 del 27 marzo 2006 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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