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La nonviolenza e' in cammino. 926
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 926
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 11 May 2005 00:27:31 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 926 dell'11 maggio 2005 Sommario di questo numero: 1. Giulio Vittorangeli: Bananeros: una marcia senza ritorno 2. La giornata mondiale del commercio equo e solidale contro lo sfruttamento del lavoro minorile 3. Il "Cos in rete" di maggio 4. Alcuni estratti dalla relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso il liceo scientifico di Orte nell'anno scolastico 2004-2005 5. Donne in nero: Sulla procreazione medicalmente assistita 6. Enzo Mazzi: Quando l'etica si affida al potere 7. Nina Berberova: Non puo' il cuore smettere di amare 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. DIRITTI. GIULIO VITTORANGELI: BANANEROS: UNA MARCIA SENZA RITORNO [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] Sono trascorsi quasi tre mesi, da quando sulle pagine di questo notiziario, descrivevamo la lotta dei "bananeros" del Nicaragua. Era il 20 febbraio 2005 e migliaia di bananeros erano accampati davanti al parlamento di Managua per richiedere al governo aiuti sanitari, per sconfiggere le malattie causate dal Nemagon. La protesta e' stata battezzata una "marcia senza ritorno" in quanto l'obiettivo e' quello di ottenere a tutti i costi (naturalmente con mezzi assolutamente pacifici e nonviolenti) il riconoscimento dei diritti che a loro spettano. Ma questo ha voluto dire non lasciarsi nessuna via d'uscita se non quella della vittoria finale. I bananeros sono i braccianti delle piantagioni di banane, che sono stati avvelenati da un pesticida altamente tossico: il Nemagon. Sterilita' maschile, malformazioni genetiche e tumori sono solo alcuni dei danni che queste persone hanno subito a causa di questo veleno, utilizzato da imprese multinazionali coscienti del crimine che stavano compiendo. I morti sono diventati piu' di 900, e aumentano ogni giorno. I bananeros hanno intrapreso un percorso di lotta e di resistenza contro lo strapotere delle multinazionali che li hanno schiavizzati e uccisi: Dole, Chiquita, Del Monte (imprese che utlizzano quel veleno) e Shell, Dow Chemical (imprese produttrici del Nemagon). Ancora oggi il mercato delle banane e' controllato all'80% da queste multinazionali, che impongono forme di sfruttamento dei lavoratori nel Sud del mondo e dell'ambiente nelle piantagioni intensive. Quello dei bananeros e' un cammino che prosegue da anni, contro intrighi e corruzione, tra malattie e sofferenze, e che ha spinto migliaia di loro ad accamparsi, per la quarta volta, di fronte al parlamento di Managua, dopo aver affrontato 160 chilometri a piedi dalla sperduta regione di Chinandega, per chiedere al governo di aiutarli nella loro lotta, fornendo medicine e supporto legale nei processi. * A fianco della lotta dei bananeros, con molte difficolta', l'Associazione Italia-Nicaragua cerca di costruire un percorso di solidarieta', che passa dalle raccolte di fondi alle campagne di pressione dei consumatori, dall'occupazione della Dole Milano alla sensibilizzazione all'interno delle botteghe del commercio equo-solidale, ecc. Questo percorso oggi continua considerando il silenzio che purtroppo subisce questa lotta, anche da parte dei pochi mezzi di informazione democratici di cui la sinistra italiana e' riuscita a dotarsi con grande fatica. Considerando l'emergenza di fondi per il cibo, che comincia a scarseggiare, la situazione nell'accampamento, la tenda della "Ciudadela del Nemagon", si fa ogni giorno piu' dura. Il cibo sta finendo (si devono sfamare giornalmente seimila persone concentrate a Managua) ed oggi praticamente saltano il pranzo. Urgono fondi per l'acquisto: e' ormai emergenza. La lotta dei bananeros, una fondamentale una lotta nonviolenta, e' anche la nostra: e' la resistenza contro un flusso di potere globale che ci rende schiavi a delle dinamiche di produzione in cui la vita stessa viene sacrificata sull'altare delle sviluppo economico; e' la liberazione da un potere che non ci offre la possibilita' di scegliere cosa fare della nostra vita, del nostro tempo, dei nostri sogni. Ma intanto chi spieghera' a tutti noi "consumatori" che il prezzo delle banane che compriamo e' fatto del sangue dei lavoratori del sud del mondo? * Questo percorso di lotta acquista senso anche in relazione al sessantesimo anniversario della Liberazione. La lotta antifascista, negli anni della Resistenza, e' stata la lotta contro una forma di potere opprimente, che non lasciava spazio agli uomini e alle donne di decidere della propria vita. E' stata la lotta di uomini e donne che si sono battuti seguendo l'utopia di costruire un paese, un mondo, piu' vivibile, in cui nessuno avrebbe piu' dovuto subire cio' che hanno passato negli anni della dittatura. La celebrazione della Liberazione, soprattutto oggi (che il governo Berlusconi ha tagliato il 55% dei fondi all'Anpi, che in senato e' stata avanzata la proposta di considerare i repubblichini di Salo' alla stessa stregua dei partigiani) non puo' fermarsi alla memoria, parte comunque fondamentale, ma deve sapere riattualizzare nel contesto odierno le pratiche di Resistenza e di Liberazione. Questi sono i motivi per cui l'appoggio ai bananeros non si puo' fermare alla solidarieta' dei "ricchi" nei confronti di un paese "meno fortunato", ma deve acquistare un valore piu' ampio: condurre, fianco a fianco, ogni giorno, la medesima lotta, sostenendoci a vicenda, e comprendendo che spesso la poverta' e la rovina altrui risiede proprio nel nostro stile di vita. Non lasciamo i bananeros morire due volte. Invitiamo disperatamente chiunque a connettersi al sito dell'Associazione Italia-Nicaragua (www.itanica.org) per tenersi aggiornati, per mobilitarsi e sostenere economicamente (attraverso la raccolta di fondi da versare sul conto dell'Associazione) questa lotta. 2. INIZIATIVE. LA GIORNATA MONDIALE DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE [Dagli amici di "Tuttaunaltrastoria", bottega del commercio equo e solidale (per contatti: via A. Cruto 20, 00146 Roma, tel. e fax: 0655381475, e-mail: info at tuttaunaltrastoria.org, sito: www.tuttaunaltrastoria.org) riceviamo e diffondiamo] Per la giornata mondiale sul commercio equo e solidale il tema di quest'anno e' lo sfruttamento del lavoro minorile. L'iniziativa si svolgera' in collaborazione con News (rete europea delle Botteghe del mondo) con la quale si avviera' una campagna dal titolo: "Difendiamo i loro diritti. Una campagna delle Botteghe del mondo europee contro lo sfruttamento del lavoro minorile ed a sostegno del Commercio equo e solidale". La causa prima dello sfruttamento del lavoro minorile e' la poverta' delle loro famiglie. I progetti di Commercio equo e solidale fanno si' che il tenore di vita di queste famiglie migliori in modo tale che i bambini non siano sfruttati e contemporaneamente si riesca a dare voce ai sindacati dei bambini lavoratori (Nats). La campagna chiede ai Consigli comunali una maggiore attenzione alla scelta dei fornitori ed un impegno nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile come dichiarato nell'art 32 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino. * Breve notizia sulla campagna Un crescente numero di bambini in tutto il mondo e' costretto a lavorare per aiutare la propria famiglia a sopravvivere. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) (dati del 2002) 250 milioni di bambini lavorano, 180 milioni svolgono lavori estremamente pericolosi in condizioni insalubri che ne mettono a rischio la salute, l'educazione, lo sviluppo personale e sociale e spesso la vita stessa. E' stimato che un milione di bambini sono venduti o oggetto di traffico. Molti di loro sono costretti a vivere in condizioni di quasi schiavitu'. Si puo' affermare che la causa principale del lavoro minorile e' la poverta'. Uno degli obiettivi del Commercio equo e solidale e' offrire ai produttori svantaggiati, specialmente alle donne, un'opportunita' di uscire dalla poverta' grazie a condizioni eque nella commercializzazione dei loro prodotti. Il Commercio equo e solidale offre ai produttori un pre-finanziamento, relazioni commerciali a lungo termine, sostegno alle organizzazioni e garantisce che i bambini non siano sfruttati all'interno del processo produttivo. Aumentare le vendite di prodotti equi in Europa puo' significare un grande cambiamento nella vita dei produttori che lavorano con le organizzazioni di Commercio equo e solidale. Cio' puo' accadere solo se i consumatori europei sono informati sulle condizioni di lavoro nel commercio convenzionale e della possibilita' che il Commercio equo offre ai produttori. Le Botteghe del mondo europee giocano un ruolo fondamentale nell'informare i consumatori. I circa 100.000 volontari sono la vera forza delle Botteghe nell'informare il pubblico sul valore di una scelta consapevole degli acquisti e su come il Commercio equo e solidale possa fare la differenza per i produttori. La Rete europea delle Botteghe del mondo (News) sta avviando una nuova campagna per sostenere il lavoro informativo ed educativo delle Botteghe. L'obiettivo e' informare i bambini tra gli 8 ed i 12 anni sul legame esistente tra i prodotti che consumiamo e le condizioni in cui questi sono stati realizzati. I prodotti a base di cioccolato e i palloni da calcio sono molto apprezzati dai bambini, ma sono anche due esempi di produzioni in cui e' accertato un massiccio sfruttamento del lavoro minorile. Spiegheremo ai nostri bambini come questi prodotti sono realizzati, per far comprendere loro come le nostre scelte possono influenzare le vite di molti loro coetanei che lavorano e vivono in condizioni di semi-schiavitu'. Durante la Giornata mondiale del Commercio equo e solidale verra' lanciata la campagna "Difendiamo i loro diritti. Una campagna delle Botteghe del mondo europee contro lo sfruttamento del lavoro minorile e a sostegno del commercio equo e solidale". La campagna terminera' nel 2007. * Giornata mondiale del Commercio equo e solidale: un piccolo cambiamento - una grande differenza Nel corso della Giornata mondiale del Commercio equo e solidale (il 14 maggio) solitamente gli operatori delle botteghe escono dalla bottega portando per le strade un messaggio politico. Negli ultimi anni, i destinatari delle nostre richieste sono stati i politici nazionali ed il Parlamento Europeo. Le attivita' di quest'anno prendono alla lettera il motto dell'Agenda 21 "pensa globalmente e agisci localmente": chiedere un cambiamento nella propria citta' ed informare sulle ingiuste condizioni lavorative in cui molti bambini sono costretti nella produzione di parte dei nostri beni di consumo. Le autorita' e i governi locali sono istituzioni controllate democraticamente, che lavorano nell'interesse della collettivita'. Le autorita' locali sono obbligate per legge a sviluppare strategie comunali, a favore di obiettivi di sviluppo sostenibile, attraverso un programma noto come Agenda 21 Locale. L'Agenda 21 e' il programma generale per lo sviluppo sostenibile, concordato dai delegati della maggior parte dei Paesi alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo (il "Summit per la Terra") che si e' svolto a Rio de Janeiro nel 1992. Il Commercio equo e solidale, con i suoi aspetti sociali, economici e ambientali, si inserisce perfettamente nel progetto dell'Agenda 21. Ecco perche' la Giornata mondiale del Commercio equo e solidale 2005 si rivolge ai Consigli comunali. E' necessario aumentare la domanda di prodotti del Commercio equo e solidale, ed in considerazione del loro budget di spesa le autorita' locali possono fare una grossa differenza. Scegliendo di comprare i prodotti del Commercio equo e solidale, le amministrazioni locali possono entrare a far parte di un processo che beneficia i produttori ed inoltre da' loro l'opportunita' di essere di esempio agli altri membri della comunita' nel sostenere il Commercio equo e solidale. In molti Paesi europei, le amministrazioni locali hanno gia' cominciato a mettere il Commercio equo e zolidale nell'agenda locale, approvando norme a sostegno del Commercio equo e solidale o per la messa al bando di prodotti derivanti da sfruttamento del lavoro del lavoro minorile dagli acquisti pubblici. * Per ulteriori informazioni sulla campagna - Associazione Nats: www.associazionenats.org - Free the Children (International network of children): www.freethechildren.org - Global Exchange (International human rights organisation): www.globalexchange.org - Global March against Child Labour: www.globalmarch.it - International Labour Organisation (Ilo): www.ilo.org - Istituto degli Innocenti: www.istitutodeglinnocenti.it - Italia Nats: www.italianats.org - Manitese: www.manitese.it - Save the Children Italia: www.savethechildren.it - Unicef: www.Unchr.ch/htlm/menu3/b/k2crc.htm 3. STRUMENTI. Il "COS IN RETE" DI MAGGIO [Dall'"Associazione nazionale amici di Aldo Capitini" (per contatti: l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di maggio 2005 del "C.O.S. in rete", www.cosinrete.it. Nello spirito del C.O.S. di Capitini, le nostre e le vostre risposte e osservazioni a quello che scrive la stampa sui temi capitiniani: nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra gli interventi: Wojtyla e Capitini; Wojtyla e Calvino; Ascoltare Leopardi, Gandhi, Capitini; Le irriducibili differenze; La potenza militare dell'impero; La violenza religiosa sulle donne; Una scomunica difficile; Seppellire gli idoli; La piccola Shoa' dei neri; Curarsi con gli oroscopi; La pigra disillusione; L'antitesi nonviolenta; Diventare rifiuti; Il corpo mistico; Sparare per primi; Serenata di destra per il papa; Da Dolci a Impastato; Relativismo e liberta' religiosa; Il consiglio di Gastone Sozzi; La vittoria del neoliberismo; Il dolore delle bambine; ed altri ancora. Piu' scritti di e su Capitini utili secondo noi alla riflessione attuale sugli stessi temi. Ricordiamo che sui temi capitiniani sopra citati la partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti mandando i contributi all'indirizzo e-mail: capitini at tiscali.it, come pure la discussione nel sito blog del cos a http://cos.splinder.com Ricordiamo che il sito con scritti di e su Aldo Capitini ha cambiato indirizzo in: www.aldocapitini.it 4. ESPERIENZE. ALCUNI ESTRATTI DALLA RELAZIONE CONCLUSIVA DEL CORSO DI EDUCAZIONE ALLA PACE SVOLTOSI PRESSO IL LICEO SCIENTIFICO DI ORTE NELL'ANNO SCOLASTICO 2004-2005 [Riportando alcuni estratti dalla relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso il liceo scientifico di Orte nell'anno scolastico 2004-2005 (un'esperienza che si protrae ormai da vari anni scolastici, coordinata dal responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo) forse non sara' inopportuno segnalare qui tre caratteristiche del corso: a) l'uso del metodo del consenso in ogni aspetto dell'esperienza, valutazione compresa; b) il convincimento proposto come ipotesi di lavoro e messo a verifica durante gli incontri del corso che solo la scelta della nonviolenza inveri l'impegno per la pace inteso nella sua pienezza e profondita'; c) il riferimento al - e quindi l'ascolto del - pensiero e delle prassi delle donne e dei movimenti delle donne come esperienza trainante e decisiva di cio' che nel corso - come del resto anche su questo foglio - chiamiamo "nonviolenza in cammino", ovvero modalita' storica concreta di costruzione della pace attraverso relazioni di ascolto, di solidarieta' e di giustizia, di cura reciproca, di opposizione alla violenza (ahimsa), di afferramento al vero e al bene (satyagraha), di liberazione comune; di rispetto e difesa dell'altro e dell'altra, dell'umanita' e della biosfera. In particolare alcune decisive riflessioni e proposte di Virginia Woolf, Simone Weil, Etty Hillesum, Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Luce Fabbri, Franca Ongaro Basaglia, Vandana Shiva e della comunita' filosofica Diotima hanno costituito per cosi' dire il "fil rouge" che ha collegato e informato gli incontri del corso (ci e' parso opportuno segnalarlo qui poiche' dalla descrizione sommaria dei singoli incontri la presenza di questo fondamentale Leitmotiv non emergerebbe)] Premessa (...) Naturalmente la descrizione dei singoli incontri e' sommaria, e non si da' quindi notizia di varie attivita' sia occasionali e marginali (legate a specifiche richieste e proposte), sia di routine (come ad esempio la presentazione specifica di tutti i materiali volta a volta diffusi). (...) * 1. Incontri e contenuti particolarmente rilevanti 13 novembre 2003, incontro preliminare mattutino in una classe - riflessione sul concetto di educazione alla pace 17 novembre 2005, primo incontro - presentazione del corso e presentazione reciproca dei partecipanti 24 novembre 2004, secondo incontro - riflessione sul significato del corso - prendere sul serio i nostri pensieri e le nostre parole - lettura dal Vangelo di Marco, 14, 66-72 (e cfr. con Matteo, 26, 69-75 e Luca, 22, 55-62) e relativo commento - per una definizione della nonviolenza (ahimsa, satyagraha) primo dicembre 2004, terzo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - riflessione su un episodio della vita di Augusto Monti - riflessione su una risposta di don Lorenzo Milani - riflessione su una citazione di Lev Tolstoj - lettura e commento del libro di Giona 15 dicembre 2004, quarto incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - riflessione sul corso - lettura e commento di testi di Bertolt Brecht e di Franco Fortini 20 dicembre 2004, quinto incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura e commento di Ernesto Cardenal, Oracion por Marilyn Monroe - riflessione su "Come parlare senza farsi del male" 12 gennaio 2005, sesto incontro - minuto di silenzio per le vittime del maremoto - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura e commento di Dante, Inferno, XXVI - lettura di testi di Bertolt Brecht, Primo Levi, Ingeborg Bachmann, Saffo (nella traduzione di Salvatore Quasimodo), e dal quaderno "Una sera di Chico Mendes" 19 gennaio 2005, settimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - presentazione di una mostra di Mani Tese - riflessione sul nostro corso - presentazione di Primo Levi e lettura di alcuni suoi testi - lettura di un testo di Franco Fortini 26 gennaio 2005, ottavo incontro - ricordo di Simone Cola e minuto di silenzio - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura di Fabrizio De Andre', La guerra di Piero - riflessione sulla Shoah - riflessione sulla scuola e sulle nostre relazioni a scuola 27 gennaio 2005, incontro mattutino per la Giornata della memoria della Shoah - riflessione sulla Shoah - lettura della legge istitutiva della Giornata della memoria - lettura di alcuni testi di Primo Levi 2 febbraio 2005, nono incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - riflessione su alcuni problemi della scuola (assemblee, rapporto tra studenti e insegnanti, etc.) 9 febbraio 2005, decimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - riflessione sul rapimento di Guliana Sgrena - alcune notizie sull'islam e lettura della sura CXII del Corano - notizie e riflessione sulle sostanze psicotrope e il quadro legislativo relativo - riflessione sui voti scolastici 16 febbraio 2005, undicesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - riflessione sul rispetto per il corpo umano - ulteriore riflessione sulla vicenda di Giuliana Sgrena - ancora notizie sull'islam - lettura e commento di Dante, Inf. IV, 129-144 e passim, e notizie sulla conoscenza dell'islam da parte di Dante - lettura di Guido Cavalcanti, Rime IV, notizie su Guido Cavalcanti - presentazione di una edizione critica e nozioni di filologia 23 febbraio 2005, dodicesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura di Shakespeare, Otello, III, 3 - riflessione su comunicazione, relazione, manipolazione 2 marzo 2005, tredicesimo incontro - ricordo di Mario Luzi e lettura di La notte lava la mente - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura e commento di Dante, Purg. I - notizia sul digiuno per Giuliana Sgrena - riflessione sul tempo scolastico e le attivita' realizzabili - riflessione sulla scrittura 9 marzo 2005, quattordicesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - incontro con Lorella Pica e don Carlo Sansonetti sull'esperienza di solidarieta' promossa dall'associazione "Sulla strada" in Guatemala 16 marzo, incontro mattutino - lettura e commento di Dante, Inf. I-III - inizio lettura e commento della mostra su Aldo Capitini - lettura profili di donne del Novecento operatrici di pace - conversazione libera con particolar riferimento a temi etici e filosofici 17 marzo, incontro matttino - lettura e commento di Dante, Inf. I-VI - conclusione lettura e commento della mostra su Aldo Capitini - gioco del cadavere squisito - riflessione sulla bellezza e sull'opera d'arte come opera aperta - conversazione libera 18 marzo, incontro mattutino - lettura e commento di Dante, Inf. X - conversazione libera con particolar riferimento a temi filologici e pedagogici 19 marzo, incontro mattutino - conversazione libera con particolar riferimento a temi giuridici e storiografici - lettura Dante, Inf. I-III - gioco del cadavere squisito - riflessione sulla bellezza e sull'opera d'arte come opera aperta - conversazione sullo studio e la scuola 31 marzo 2005, quindicesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura e commento di un testo di Nelly Sachs - analisi di un caso di malcostume giornalistico - riflessione sulla Costituzione della Repubblica Italiana - riflessione su attivita' possibili - riflessione tecnica sul linguaggio giornalistico 6 aprile 2005, sedicesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - decisione collettiva sui tempi e le modalita' di conclusione del corso - decisione collettiva sui criteri per l'attribuzione del credito formativo - riflessione su fenomeni di autoritarismo, sfiducia, incomprensione e ostilita' nella scuola 13 aprile 2005, diciassettesimo incontro - presentazione del materiale documentario diffuso - lettura di una poesia di Primo Levi - attribuzione del credito formativo - giro di opinioni e valutazione conclusiva del corso - saluti A questi incontri si sono aggiunti brevi e talora brevissimi incontri mattutini (sia nei giorni di svolgimento del corso, sia in alcuni altri giorni - 7 dicembre e 11 dicembre 2004, 23 aprile 2005) per la diffusione del materiali informativo e documentario ricevuto da varie case editrici, riviste, associazioni umanitarie e per brevi informazioni e colloqui di verifica relativi al corso. Si sono aggiunti anche numerosi e talora prolungati colloqui, a tu per tu o per piccoli gruppi, tra la persona che ha coordinato il corso e varie altre persone che vi hanno preso parte. Essendosi costruita una relazione di reciprocita', lealta', fiducia e solidarieta' sovente il coordinatore ed i corsisti hanno anche avuto nell'ora di intervallo tra la fine delle lezioni mattutine e l'inizio del corso pomeridiano conversazioni ulteriori sia di approfondimento dei temi specifici del corso sia su altri temi concernenti gli studi lato sensu. In sinergia e/o in consonanza con le attivita' del corso si sono svolte anche altre iniziative, che di seguito segnaliamo: - sensibilizzazione e raccolta di fondi a sostegno di attivita' umanitarie dell'organismo non governativo (ong) di cooperazione e solidarieta' internazionale "Mani tese"; - sensibilizzazione e raccolta di fondi a sostegno di attivita' umanitarie della organizzazione non lucrativa di utilita' sociale (onlus) di solidarieta' internazionale "Sulla strada"; - mostra sulla figura, il pensiero e l'opera di Aldo Capitini; - mostra dell'organizzazione umanitaria "Mani tese"; - donazione di libri alla biblioteca scolastica. * 2. Cenni sui materiali diffusi Grazie alla gentilezza di molte case editrici, riviste, associazioni umanitarie, a tutti i partecipanti al corso, e a molti altri studenti ancora, sono stati messi a disposizione molti materiali di studio e di documentazione; rinunciando qui ad un elenco specifico ed esaustivo, di seguito si indicano solo le tipologie dei materiali diffusi: a) cataloghi di case editrici; b) copie di riviste; c) dispense varie; d) estratti da testi classici; e) altri materiali (libri, opuscoli, depliant, agende, bloc-notes, segnalibri, fotocopie di materiali vari, etc.). Con specifico riferimento a tale diffusione di molteplici materiali documentari, informativi e di studio, ci preme evidenziare - crediamo con legittima soddisfazione - che la realizzazione del corso ha avuto anche questo rilevante esito (come dire: aggiuntivo): di mettere a disposizione non solo dei corsisti, ma di gran parte degli studenti del liceo, i cataloghi di decine delle principali case editrici italiane (tra cui alcune delle piu' illustri e benemerite della cultura italiana), varie prestigiose riviste di diverse aree culturali, rigorosa documentazione relativa alla principali emergenze umanitarie del mondo, accuratissime bibliografie scientifiche, numerosi classici della letteratura e del pensiero, e finanche interi libri (tra cui ad esempio i testi integrali di alcune opere classiche del pensiero nonviolento). Molti studenti hanno dichiarato che questa e' stata per loro la prima occasione per accostarsi ad un vasto panorama editoriale, a diverse tradizioni di pensiero, a esperienze culturali e ad opere fin classiche precedentemente mai concretamente incontrate e di cui si aveva nozione soltanto assai superficialmente e "de relato". * 3. Alcuni dati sulla partecipazione (...) * 4. Attribuzione del credito formativo (...) * 5. Elementi per una comparazione (...) * 6. Valutazione del corso I partecipanti al corso hanno espresso una valutazione complessivamente ampiamente positiva dell'esperienza condotta. Tutti hanno ritenuto di averne ricavato specifiche conoscenze sia sul piano dei contenuti, sia sul piano metodologico, sia sul piano relazionale. Particolare attenzione e' stata dedicata: a) ad un'analisi filologicamente rigorosa ed ermeneuticamente feconda di concetti, termini e testi classici, analizzando con particolare attenzione termini, concetti e testi sanscriti, greci, latini, ebraici, arabi e delle principali lingue di cultura - e relative letterature - europee (oltre, ovviamente, all'italiano, anche specificamente francese, inglese, portoghese, spagnolo e tedesco); b) ad una metodologia scientifica nell'analisi critica dei fatti, delle interpretazioni, dei giudizi e dei relativi processi e strumentazioni, alla luce sia delle grandi teorie della tradizione filosofica e scientifica, sia degli acquisti maggiori del dibattito epistemologico contemporaneo; c) alla percezione del punto di vista altrui ed alla sperimentazione dell'importanza sia sul piano gnoseologico che assiologico che relazionale di un atteggiamento di apertura alle ragioni dell'altro, nella prospettiva del riconoscimento della comune umanita' e quindi della dignita' di cui ogni essere umano e' portatore; d) all'analisi di rilevanti questioni di etica, di psicologia, di pedagogia e di didattica intese anche come forme ed occasioni di inveramento di democrazia e diritto e di esercizio di partecipazione consapevole e responsabile; e) all'assunzione di responsabilita' nei confronti della realta' interpersonale, muovendo dalle relazioni piu' ravvicinate fino alle piu' ampie realta' sociali, fino alla cura per la biosfera ed alla responsabilita' finanche nei confronti dei diritti delle generazioni future; f) alla elaborazione di un concetto di pace intesa nel senso ampio e forte del termine, implicante ad esempio anche le nozioni di dignita' umana, rispetto per le persone e la natura, sobrieta', giustizia, solidarieta', impegno per la verita', responsabilita'. * 7. Ringraziamenti (...) * Orte, 6 maggio 2005 5. RIFLESSIONE. DONNE IN NERO: SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA [Da Doriana Goracci (per contatti: doriana at inventati.org) riceviamo e diffondiamo questo documento delle Donne in nero, da anni una delle piu' rilevanti esperienze nonviolente] Consapevoli di essere cittadine di un paese in guerra e consapevoli del valore di un pensiero e di una pratica sociale e politica che dichiarino la guerra, "guerreggiata" o "silenziosa" fuori dalla storia, noi Donne in Nero ci opponiamo alla legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, perche' rappresenta un'altra buia pagina di storia scritta in Parlamento sui corpi delle donne. Trovarci insieme, oggi, impegnate ad obiettare contro questa legge significa rivendicare la legittimita' e l'elaborazione storica di un pensiero femminista autorevole su un mondo che ha permeato la nostra societa', trasformandola anche profondamente (vedi legge 194). La legge sulla procreazione medicalmente assistita rappresenta l'ennesimo attacco alla liberta' dalle donne, attenta alla laicita' dello Stato, minaccia paurosamente i diritti fondamentali e pone le basi per riaprire un pesante conflitto giuridico con la legge 194. La legge sulla procreazione medicalmente assistita e' affermazione dello stato etico contro lo stato laico, elimina il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, esclude le persone portatrici di alcune malattie a soddisfare il proprio desiderio di maternita' o paternita', impedisce la ricerca sulle cellule staminali e la fecondazione eterologa. Ancora una volta la cultura patriarcale, naturalmente dominante in una classe politica che attua politiche di guerra, nonche' l'ingerenza delle gerarchie vaticane, ha dichiarato il suo antico ma sempre attuale scopo: controllare i corpi delle donne, demolire l'impianto della legge sull'aborto e travolgere una cultura giuridica costruita dalle donne in nome dell'autodeterminazione. Cosi' come in guerra, con la legge sulla procreazione medicalmente assistita il corpo delle donne diventa bottino politico. Occorre abrogare questa legge, smascherare il suo impianto, resistere con la pratica politica altra delle donne. Votare "si'", uomini e donne, ai quattro referendum il 12 e il 13 giugno e' un primo, necessario passo. Si' per consentire nuove cure mediche e per abrogare il divieto di effettuare ricerche scientifiche sull'embrione. Si' per la tutela della salute della donna e per abrogare l'obbligo di creare in vitro non piu' di tre embrioni e l'obbligo di trasferirli, sani o malati che siano, con un unico e contemporaneo impianto nell'utero materno. Si' per l'autodeterminazione e la liberta' di scelta e per abrogare l'affermazione che i diritti dell'embrione vengono considerati equivalenti a quelli delle persone gia' nate. Si' per la fecondazione eterologa e per abrogarne il divieto previsto dalla legge. 6. RIFLESSIONE. ENZO MAZZI: QUANDO L'ETICA SI AFFIDA AL POTERE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 maggio 2005. Enzo Mazzi (per contatti: emazzi at videosoft.it), animatore dell'esperienza della comunita' dell'Isolotto a Firenze, e' una delle figure piu' vive dell'esperienza delle comunita' cristiane di base, e della riflessione e delle prassi di pace, solidarieta', liberazione, nonviolenza. Tra le opere di Enzo Mazzi e della Comunita' dell'Isolotto segnaliamo almeno: Isolotto 1954/1969, Laterza, Bari 1969; Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002] Il problema non e' l'etica ma e' il potere. O meglio e' il connubio fra etica e potere. E' su questo che forse sarebbe opportuna una riflessione pregiudiziale a proposito della legge sulla procreazione medicalmente assistita e di conseguenza sul significato del referendum. Il valore etico piu' alto e sublime se imposto con la forza degenera in dominio e il potere che lo impone diviene tirannia. Lo dice, con la chiarezza e la competenza che gli sono proprie, Gustavo Zagrebelsky, gia' presidente della Corte costituzionale: "Questo e' il paradosso del costituzionalismo del nostro tempo. Le leggi, e tra queste la Costituzione... formano come una grandissima costruzione, ma non piu' solida di un castello di carte, in quanto il loro fondamento sia posto solo in se stesse: cioe', in ultima analisi, nel potere. Antigone ci ammonisce ancora: senza ius, la lex diventa debole e, al tempo stesso, tirannica. La scommessa del costituzionalismo sta tutta qui: nella capacita' della Costituzione, posta come lex, di diventare ius; fuori dalle formule, nella capacita' di uscire dall'area del potere e delle fredde parole di un testo scritto per farsi attrarre nella sfera vitale delle convinzioni e delle idee care, senza le quali non si puo' vivere e alle quali si aderisce con calore". Allora si deve fare a meno delle leggi? No di certo. Ma nella societa', mentre i poteri costituiti (i Creonte della storia) fanno e applicano le leggi secondo le regole della politica, e' indispensabile che ci siano impulsi morali e culturali, luoghi, movimenti (le Antigone) impegnati a portare la societa' e l'etica costantemente "oltre" la dimensione del potere; non necessariamente in un oltre che sta alle spalle, come per l'eroina della tragedia greca, Antigone appunto, ma anche in un oltre che sta perennemente davanti. Uscire dall'area del potere, svincolarsi dai condizionamenti e dalle costrizioni del potere, questo e' il problema di fondo dell'etica. Creonte e Antigone sono complementari. Creonte che uccide Antigone in nome della legge uccide infine anche se stesso: "esito radicale di morte fisica per Antigone e di morte spirituale - noi diremmo: totale delegittimazione - per Creonte, rigettato dai suoi concittadini e ripudiato perfino in casa propria, del quale alla fine 'resta un nulla'". Se sono complementari devono mantenersi accuratamente distinti. Se Antigone, cioe' se i luoghi dell'etica, si affidano a Creonte, cioe' alla forza, alla legge, al potere, se addirittura diventano Creonte, si autodistruggono e annullano anche il valore della stessa legge. * Braccio secolare dell'etica Proprio questo e' accaduto e sta accadendo purtroppo alle agenzie culturali e religiose che hanno voluto la legge sulla procreazione assistita e che si oppongono al referendum. Si sono trasformate in legislatori o in lobby di pressione sugli apparati legislativi. Hanno preteso farsi braccio secolare dell'etica. In termini cristiani si direbbe che hanno abdicato alla profezia disarmata per trasformarsi in potere coercitivo. Convinti di salvare il mondo. Il dibattito per fortuna e' aperto all'interno di questi luoghi dell'etica. E non si tratta di una questione contingente. Per limitarsi al cristianesimo bisogna dire che il problema del potere nasce con l'esperienza stessa delle origini. Basta pensare alle tentazioni di Gesu' riportate dai Vangeli. Non si tratta nemmeno di un dibattito che opponga base e vertice della Chiesa. E' negli stessi vertici che c'e' tempesta. Prendiamo lo scontro aperto, per noi quasi incredibile, avvenuto nel 1999, documentato dalla stampa, fra il cardinale Joseph Ratzinger, ora papa, allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e il cardinale Pierre Eyt, membro della stessa Congregazione, delfino di Ratzinger, oltre che arcivescovo di Bordeaux. Ratzinger il 27 novembre 1999 tiene una conferenza alla Sorbona su "La verita' del cristianesimo", pubblicata in parti significative dal quotidiano "Le Monde" e integralmente da "La Documentation catholique". La sintesi del suo discorso, fine e articolato, puo' essere individuata nella conclusione: "Il tentativo di restituire, in questa crisi dell'umanita', un significato globale alla nozione del cristianesimo come religio vera... il suo contenuto, oggi come un tempo, dovra' consistere, piu' profondamente, nella coincidenza tra amore e ragione... la ragione vera e' l'amore e l'amore e' la ragione vera. Nella loro unita' essi costituiscono il fondamento vero e il fine di tutto il reale". Il cardinale Eyt non ce la fa a tacere. La posta a suo avviso e' troppo alta. Prende la penna e scrive un articolo per il quotidiano cattolico francese "La Croix". "Riconosco - egli dice - che non e' consueto che un cardinale membro della Congregazione della dottrina della fede [Eyt stesso - ndr] comunichi attraverso la stampa le riflessioni ispirategli da una conferenza del cardinale prefetto. Sono molto riconoscente al cardinale Ratzinger di aver sottolineato l'identificazione del Logos e dell'amore in san Giovanni... La mia domanda prende le mosse da quella che io interpreto come un''omissione, una dimenticanza... non so bene... di Ratzinger. Egli non menziona mai il diritto. Ora, sotto ogni aspetto, il diritto era una nozione centrale sia nella romanita' antica sia nel cristianesimo primitivo. Ed e' noto che il diritto penale romano ha accompagnato l'evoluzione del cristianesimo antico. Dapprima quest'ultimo e' stato vittima del diritto della spada (le persecuzioni); poi i cristiani, certo non senza discussioni, si appellarono al 'braccio secolare' contro i pagani, contro i barbari, contro gli eretici. Il decreto dell'imperatore Teodosio del 27 febbraio 380, per citare il documento piu' emblematico dell'epoca, stabilisce che 'solo chi segue papa Damaso (366-384) puo' attribuirsi il nome di cristiano cattolico'. Gli altri incorrono 'gia' su questa terra nel nostro [dell'imperatore] castigo, secondo la decisione che noi abbiamo tratto dall'ispirazione celeste'. Se dunque nell'antichita' vi e' stato un legame indissolubile tra 'natura, uomo, Dio, ethos, religione', per essere fedeli alla storia, si sarebbe dovuto collegarvi anche il diritto e il diritto nella sua forma coercitiva e penale. Cose' la 'razionalita'' evocata dal cardinale Ratzinger ottiene una figura piu' completa. E il nostro rapporto con l'antichita' cristiana diviene assai piu' complesso di quanto la dimostrazione non lasci supporre, come pure diventa piu' problematica quella che Ratzinger definisce 'la forza di convinzione del cristianesimo dei padri'. L'omissione del cardinale si spiega con il posto relativamente marginale che, almeno in questo testo, egli assegna al fatto culturale, pure fondamentale, costituito dall'istituzione, e piu' precisamente ai 'problemi istituzionali'. La sua preoccupazione e' quella di relativizzare tali questioni rispetto a una crisi dottrinale e intellettuale piu' profonda. I problemi istituzionali sono presentati come 'secondari' e 'derivati' se raffrontati alla questione della verita'. Al contrario, io ritengo che tutti questi problemi siano connessi e di eguale gravita'. Si richiamano l'un l'altro e appartengono a un insieme indivisibile". Messo in chiaro da par suo, in maniera per noi sconcertante, che l'affermazione del cristianesimo come religio vera et universalis e' da attribuire insieme alla forza del messaggio e alla forza non meno determinante del diritto penale imperiale, sia romano che medioevale, il cardinale Eyt passa al presente e afferma che oggi il cristianesimo non puo' ripetere lo stesso infausto connubio col potere. Ed elenca una serie di problemi etici a cui bisogna rispondere non con la forza della legge e del potere ma con l'ascolto e col dialogo, fra cui: "il ruolo della donna nella societa' e nella Chiesa, la partecipazione dei laici ad alcune responsabilita' ministeriali, la sessualita', la disciplina matrimoniale, il rapporto con le Chiese sorelle dell'Ortodossia, il bisogno di rianimare la speranza ecumenica, il rapporto tra democrazie e valori, tra le leggi civili e la morale". * Una razionalita' diversa "Il tempo che viviamo - egli conclude - e' segnato da un'evoluzione profonda della coscienza morale e giuridica. Questa evoluzione non potrebbe apportarci qualcosa di nuovo e di piu' chiaro, qualcosa che si configuri come una 'razionalita'' diversa da quella dell'antichita' e del Medioevo? Su questi temi, che pongono degli interrogativi profondi, la riflessione della chiesa non puo' rinchiudersi nell'evocazione di un'eta' dell'oro, sempre discutibile. Non possiamo, al contrario, mettere un po' piu' alla prova alcune nostre concezioni e pratiche di fronte alla provocazione della razionalita' e della sensibilita' di oggi e verosimilmente di domani?". Fin qui lo scontro fra Ratzinger ed Eyt. Ho da riferire anche un aneddoto molto personale a proposito di cardinali anomali. Una delle prima esperienze che ho fatto come parroco dell'Isolotto nel lontano 1954 e' stato il funerale di un militante della sezione comunista della zona. I parenti e "compagni" vogliono accompagnare la bara con la bandiera rossa. Mi oppongo non in nome dell'anticomunismo ma in nome del valore per me supremo dell'unita' oltre le bandiere e le parrocchie. Vanno dal vescovo, il cardinale Elia Dalla Costa, quello che aveva chiuso le porte e le finestre dell'arcivescovado in faccia a Hitler e a Mussolini in visita a Firenze, quello che poi solidarizzo' con gli operai di una grande fabbrica fiorentina, la Galileo, da essi occupata per difendere il posto di lavoro. E il vescovo da' ragione a loro. Il cardinale mi chiamo' e mi dette una grande lezione di tolleranza. "Il valore dell'unita' del popolo a cui tieni e' grande - mi disse - ma se lo imponi col potere che hai, per il ruolo che rivesti, perde tutto il suo significato, non produce nulla, non fa crescere la gente, non produce unita'. Bisogna porsi in ascolto delle loro istanze e avere fiducia. Sai cosa devi fare: il funerale finisce con la bara; dopo la bara si comportino come credono". Come ho gia' detto fu per me una grande lezione. Anche da li' nacque la comunita' dell'Isolotto, prima in parrocchia e poi, dal 1968, nella piazza. Il cardinale Eyt e' morto. E' morto il cardinale Dalla Costa. Ma le loro istanze sono molto vive e diffuse nella Chiesa. Fanno fatica ad apparire, non hanno visibilita', hanno poca voce. Un po' per la partigianeria dei media, un po' per paura. I cattolici devono essere informati del fatto che in questo referendum in gioco non c'e' solo una legge perversa e violentemente punitiva per la donna e per il nascituro. In gioco c'e' il futuro dell'etica, che vuol dire della vita di tutti. In gioco c'e' il futuro delle religioni e del cristianesimo come profezia disarmata. Se si vuole avere uno sguardo un po' piu' lungo del proprio naso si puo' dire che in gioco c'e' il futuro della liberazione del mondo, degli uomini, delle donne, degli stessi nascituri, dal dominio globale della forza e del potere. 7. POESIA E VERITA'. NINA BERBEROVA: NON PUO' IL CUORE SMETTERE DI AMARE [Da Nina Berberova, Antologia personale. Poesie 1921-1933, Passigli, Firenze-Antella 2004, p. 97. E' il Primo frammento dal libro Cuore nostro. Nina Berberova (Pietroburgo 1901 - Philadelphia 1993), poetessa, narratrice, saggista, biografa, memorialista russa, emigrata a Berlino nel 1922, poi a Parigi nel 1925, dal 1950 negli Stati Uniti d'America in cui insegno' nelle universita' di Yale e Princeton. Solo dagli anni Ottanta la sua opera ha incontrato un tuttora crescente riconoscimento. Tra le opere di Nina Berberova: L'accompagnatrice, Feltrinelli, Milano 1987, 1990; Alleviare la sorte, Feltrinelli, Milano 1988; Il corsivo e' mio, Adelphi, Milano 1989] Non puo' il cuore smettere di amare. Imbrunisce il giorno, passano gli anni, e il cuore continua la sua esistenza e ascolta le stagioni e le acque. Il cuore continua a vivere. Cosi' sulla piazza, del tutto a sproposito continua a farci ridere il mangiatore di spade coperto di ferite. E il prestigiatore che fiammeggia come una cometa e ha la bocca bruciacchiata rammenta a questo cuore che: non ha la forza di smettere di amare, vuole vivere, del tutto a sproposito, e' cosi' fragile, cosi' piccolo, non respira ma trema, e pare divenuto vecchissimo per i naufragi e le offese, i banchi di sabbia, i mari e le foci. Ma il cuore continua a vivere: non scricchiolera' sotto lo stivale, non struggera' nel fuoco. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 926 dell'11 maggio 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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