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La nonviolenza e' in cammino. 923
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 923
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 8 May 2005 00:18:32 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 923 dell'8 maggio 2005 Sommario di questo numero: 1. Il 25 maggio a Roma 2. Una proposta di legge per i Corpi civili di pace 3. Incontro internazionale e scuola estiva "Euromediterranea 2005" 4. Un corso di formazione sulla relazione nonviolenta 5. Un training di formazione il 25-26 giugno 6. Angela Giuffrida: L'occhiale di Galileo 7. Letture: Franco Barbero, Elena Erzegovesi, Alberto Stucchi, Prima di tutto amare 8. Letture: Zygmunt Bauman, La societa' sotto assedio 9. Letture: Jerome Bruner, La cultura dell'educazione 10. Letture: Renzo Cassigoli (a cura di), Mario Luzi: una voce dal bosco 11. Letture: Donald I. Jones, Fuga da Sulmona 12. Letture: Edgar Morin, I sette saperi necessari all'educazione del futuro 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. IL 25 MAGGIO A ROMA [Dal Movimento nonviolento (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212 e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] La Rete Corpi Civili di Pace invita a partecipare all'incontro che si terra' il 25 maggio 2005 dalle 10 alle 12 presso la sala della Sacrestia, vicolo Valdina n. 5, Camera dei Deputati, Roma, nel quale verra' presentata la proposta di legge dell'on. Valpiana ed altri: "Disposizioni per il riconoscimento dei congedi per la partecipazione a missioni organizzate nell'ambito dei corpi civili di pace". L'incontro verra' presentato dai responsabili dell'Ipri (Italian Peace Research Institute): prof. Alberto L'Abate, dell'Universita' di Firenze (presidente), e prof. Nanni Salio, dell'Universita' di Torino (segretario). Sono stati invitati il ministro on. Carlo Giovanardi, ministro per i rapporti con il Parlamento, e l'on. Massimo Palombi, direttore dell'Ufficio nazionale per il servizio civile. Sono invitati anche parlamentari, rappresentati sindacali ed esponenti delle associazioni e delle organizzazioni non governative. 2. MATERIALI. UNA PROPOSTA DI LEGGE PER I CORPI CIVILI DI PACE [Ringraziamo Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti: mao at sis.it) per averci inviato il testo della seguente proposta di legge predisposta dalla Rete Corpi Civili di Pace che sara' presentata alla Camera dei Deputati dall'on. Tiziana Valpiana (prima firmataria) e da altri parlamentari di vari gruppi (la raccolta delle adesioni e' in corso)] Disposizioni per il riconoscimento dei congedi per la partecipazione a missioni organizzate nell'ambito dei Corpi Civili di Pace * Relazione Onorevoli colleghi, era il maggio del 1995 quando il Parlamento Europeo adottava un emendamento di Alexander Langer sulla creazione di un Corpo Civile di Pace Europeo, affermando che "un primo passo per contribuire alla prevenzione dei conflitti potrebbe consistere nella creazione di un Corpo Civile Europeo di Pace assicurando la formazione di controllori, mediatori, specialisti in materia di soluzione dei conflitti". Nel corso di questi dieci anni il mondo intero ha dovuto assistere alla guerra in Afghanistan, a quella in Irak, a Timor Est, in Cecenia, in Liberia, in Uganda, in Israele-Palestina, solo per citare alcuni della lunga lista di drammatici eventi che hanno segnato questi anni. Sempre piu' urgente diviene quindi un ripensamento delle politiche di intervento rispetto ai conflitti, soprattutto in linea con un approccio di prevenzione e di trasformazione nonviolenta dei conflitti. Quando Langer pensava ai Corpi Civili di Pace pensava proprio alla possibilita' di dotare di uno strumento nonviolento e civile la appena nata "Politica estera e di sicurezza comune", in seguito integrata con la "Politica comune di sicurezza e di difesa", divisa in tre componenti: gestione militare delle crisi, gestione civile, e prevenzione dei conflitti. Dopo che la proposta e' stata ripresa nel 1999 dal Parlamento di Strasburgo sotto forma di una raccomandazione al Consiglio cercando di mettere insieme e valorizzare le esperienze di molte organizzazioni non governative in vari angoli del mondo e dopo che la successiva crisi in Kossovo ha fatto scivolare di nuovo in secondo piano questo tema provocando fra i paesi europei, in seguito ai malcelati dissensi con il governo americano, la necessita' di definire e mettere in piedi con urgenza una politica europea di sicurezza e difesa (Pesd) a base prevalentemente militare, e' recentissima (settembre 2003) la decisione, assunta dall'Unione Europea, di avviare uno studio di fattibilita' sulla costituzione di un Corpo Civile di Pace. Ed e' di pochi mesi fa, sotto la presidenza italiana, la discussione della Convenzione Europea, nella quale attualmente i Corpi Civili di Pace sono inseriti come strumenti per l'erogazione di aiuti umanitari. Chi da anni ha avviato azioni nonviolente in aree di conflitto sottolinea invece la maggior opportunita' di inserire i Corpi Civili di Pace (Ccp) all'interno della politica europea di difesa. * Da quel maggio del '95 gli sforzi maggiori tesi alla creazione di questo Corpo sono arrivati della societa' civile, sforzi che pero' non trovano una significativa e chiara risposta a livello istituzionale. Molte sono le associazioni che hanno accumulato una preziosa e ricca esperienza sul campo in termini di interposizione nonviolenta e di diplomazia popolare. Numerose sono le campagne internazionali cui anche associazioni italiane hanno preso parte portando avanti azioni di interposizione diretta nonviolenta e di mediazione, come quella dei "Volontari di pace" in Medioriente nel 1990 e '91, o piu' specificatamente in forma di marce per la pace, come quella di Sarajevo nel 1992, "Mir Sada" nel '93, a Pristina nel '98, dove fu poi aperta un'Ambasciata di Pace, in Congo nel 2000, per non dimenticare le azioni fatte in Palestina con "Time for Peace" prima e "Action for Peace" poi, e le azioni di diplomazia parallela portate avanti dalla Comunita' di S. Egidio. E' questo un bagaglio di competenze e conoscenze che va riconosciuto e valorizzato, e da cui i Corpi Civili di Pace dovrebbero partire, in quanto permettono proprio di garantire quella sostenibilita', in termini di appartenenza locale e di durata di lungo termine dei processi di costruzione della pace, che e' origine e punto di arrivo di un approccio di prevenzione e trasformazione nonviolenta dei conflitti. Langer stesso aveva sottolineato che alle organizzazioni non governative (Ong) doveva essere inizialmente affidato il reclutamento di personale da inserire nei Corpi Civili di Pace, il Parlamento Europeo nella raccomandazione al Consiglio sostiene l'importanza di potere valutare il ruolo che le Ong hanno svolto nella soluzione pacifica dei conflitti, di censire e mobilitare le risorse delle Ong. In Italia, dove il discorso sui Corpi Civili di Pace e' legato alla lotta per l'obiezione di coscienza, per l'obiezione alle spese militari e per la difesa popolare nonviolenta, la creazione di Corpi Civili di Pace ha come punti di riferimento importanti la sentenza della Corte Costituzionale italiana, che dichiara che ìil sacro dovere della difesa della patria e' realizzabile non solo attraverso il servizio militare, ma anche con un servizio civile di impegno sociale non armato, e la legge del 1998 di riforma dell'obiezione di coscienza in cui vengono previste forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile nonarmata e nonviolenta e che gli obiettori di coscienza possano prestare il loro servizio in missioni di tipo umanitario all'estero. Momento importante in Italia di sostegno da parte delle associazioni ed Ong ai Corpi Civili di Pace si ha poi con la creazione della Rete "Verso i Corpi Civili di Pace". La Rete vede i Corpi Civili di Pace come un'articolazione della societa' civile, costituiti da persone qualificate, adeguatamente preparate ad intervenire, con gli strumenti della difesa popolare nonviolenta e della gestione costruttiva dei conflitti, in situazioni di crisi esercitando funzioni di prevenzione, attraverso in particolare il monitoraggio in "zone calde", di interposizione, di diplomazia popolare, che favorisca l'elaborazione di soluzioni al conflitto da parte delle societa' civili coinvolte. * La sfida che i Corpi Civili di Pace lanciano all'Unione Europea e' quindi quella di dare voce e visibilita' alle azioni che la societa' civile internazionale conduce e deve potere continuare a condurre, inserendole in un sistema europeo di politiche comuni di sicurezza e di difesa. La professionalita' che a livello istituzionale viene richiesta non deve escludere, al contrario deve sostenere le competenze di personale proveniente dalle associazioni di volontariato, le quali pero' devono a tal fine puntare maggiormente sul momento formativo e di preparazione agli interventi in situazioni di conflitto. Il processo di costruzione dei Corpi Civili di Pace passa quindi attraverso una sinergia tra attori, risorse e conoscenze. Senza parlare in modo polarizzante di processo dall'alto o dal basso, si puo' invece parlare di complementarieta' e di scambio. I Corpi Civili di Pace non possono essere un prodotto lontano e slegato dalla societa' civile cosi' come non possono operare senza un riconoscimento ed un sostegno istituzionale, in termini di supporto finanziario e politico. * La presente iniziativa mira ad avere una legge che dia il diritto a cittadini italiani di ambo i sessi che intendono partecipare a missioni organizzate nell'ambito dei Corpi Civili di Pace (Ccp) di poter usufruire di un periodo di aspettativa di almeno 12 mesi frazionabili, durante il quale non decorrera' la retribuzione. Decorreranno invece tutti gli altri istituti (anzianita' di servizio, tredicesima mensilita' o gratifica natalizia, ferie, trattamento di fine rapporto). I contributi previdenziali saranno figurativi sia per il diritto alla pensione che per la determinazione della misura della stessa. Solo gli enti e/o le associazioni che organizzano i Corpi Civili di Pace potranno utilizzare le persone richiedenti questo periodo di aspettativa. Tali enti e/o associazioni devono essere riconosciuti in base a quanto previsto dall'art.11 della legge 8 luglio 1998 n. 230 "Nuove norme in materia di obiezione di coscienza" (riferimento all'Unsc - Ufficio Nazionale per il Servizio Civile). * Art. 1 I dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati hanno diritto di fruire di congedi per la partecipazione a missioni organizzate nell'ambito dei Corpi Civili di Pace di cui al comma 2. Il Corpo Civile di Pace e' un servizio volontario, organizzato da enti o associazioni ammessi alla convenzione con l'Ufficio nazionale per il servizio civile, ai sensi dell'articolo 11 della legge 8 luglio 1998, n. 230, finalizzato ad intervenire in occasione di crisi o di conflitti con azioni pianificate nonviolente, che comprendono attivita' di prevenzione, monitoraggio, mediazione, interposizione e riconciliazione. * Art. 2 Il congedo di cui all'articolo 1 non puo' superare la durata di dodici mesi, continuativi o frazionati, nell'arco dell'intera vita lavorativa. Durante il periodo di congedo il dipendente conserva il posto di lavoro e non ha diritto alla retribuzione. Il periodo di congedo e' computato nell'anzianita' di servizio a tutti gli effetti, compresi quelli relativi alla tredicesima mensilita', alle mensilita' aggiuntive, alle ferie ed al trattamento di fine rapporto. Il periodo di congedo e' coperto da contribuzione figurativa, ai sensi dell'articolo 8 della legge 23 aprile 1981, n.155. * Art. 3 Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari ad euro 200.000 a decorrere dal 2004, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 2004-2006 nell'unita' previsionale di base di parte corrente "Fondo Speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. 3. INCONTRI. INCONTRO INTERNAZIONALE E SCUOLA ESTIVA "EUROMEDITERRANEA 2005" [Dagli amici carissimi della Fondazione Alexander Langer (e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org) riceviamo e diffondiamo. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi' generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992; dopo la sua scomparsa sono state pubblicate due belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996. Segnaliamo inoltre: Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La meridiana, Molfetta 2000. Si sta ancora procedendo alla raccolta di tutti gli scritti e gli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa). Si veda comunque almeno il fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996; l'opuscolo di presentazione de La Fondazione Alexander Langer - Stiftung, suppl. a "Una citta'", Forli' (per richieste: tel. 054321422; fax 054330421), ed il nuovo fascicolo edito dalla Fondazione nel maggio 2000 (per richieste: tel. e fax 00390471977691). La Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (per informazioni: tel. 0458009803; fax 0458009212; e-mail: azionenonviolenta at sis.it). Indirizzi utili: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Portici 49 Lauben, 39100 Bolzano-Bozen, tel. e fax 00390471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org] Si svolgera' dal 25 giugno al 12 luglio 2005 l'incontro internazionale "Euromediterranea 2005. Alexander Langer 1995-2005: lentius, profundius, suavius". Sono passati 10 anni da quando Alexander Langer ha deciso di accomiatarsi dalla vita. Il ricordo di lui, e di quanto ha fatto nella sua straordinaria vita, si e' fatto col trascorrere degli anni piu' maturo e consapevole, seppur ancora velato di malinconia e nostalgia. Nel patrimonio della Fondazione a lui intitolata sono nel frattempo entrate le destinatarie e i destinatari dei premi assegnati dal 1997: l'algerina Khalida Messaoudi Toumi, le ruandesi Jacqueline Mukansonera e Yolande Mukagasana, i coniugi cinesi Ding Zilin e Jiang Peikun, la kosovara Vjosa Dobruna e la serba Natasa Kandic, l'israeliano Dan Bar-On e il palestinese Sami Adwan, l'ambientalista ecuadoregna Esperanza Martinez, la memoria dell'operaio di Porto Marghera Gabriele Bortolozzo, la fondazione polacca Pogranicze di Sejny. Sono il bene piu' prezioso della Fondazione, perche' - assieme agli scritti di Alexander Langer piu' che mai attuali - ci indicano un modo per rimanere saldamente ancorati alle domande cruciali, ancora senza risposte, che il secolo scorso ci ha lasciato in eredita'. Non sappiamo cosa avrebbe detto Alex di queste sue nuove e nuovi compagni di viaggio. Siamo ben coscienti che dal 3 luglio 1995, almeno, la responsabilita' di cercare "cio' che era giusto" e' tornata interamente nelle mani di ciascuno di noi. Avremo occasione di parlarne in questa edizione straordinaria della manifestazione "euromediterranea", un'occasione di riflessione e di festa. Non sara' l'unico appuntamento, perche' altri se ne preannunciano in Italia e in Europa, promossi da persone che hanno conosciuto Alex, direttamente o attraverso il racconto dei suoi scritti, e ne continuano a trovare incoraggiamento per un impegno solidale, piu' che mai necessario. La parte di riflessione della manifestazione ruotera' intorno a tre testi di Alexander Langer, che si troveranno in lingua italiana, tedesca, inglese, francese, nel sito della fondazione www.alexanderlanger.org - L'Europa nasce o muore a Sarajevo (1995); - La conversione ecologica potra' affermarsi solo se apparira' socialmente desiderabile (1994); - Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica (1994). Questa e' la cornice che vuole poi consentire a molti di dare un contributo personale, con interventi di 5-7 minuti, che vi preghiamo per quanto possibile di preannunciare. A questo appuntamento vi vogliamo fin d'ora invitare (dall'inizio di maggio troverete sul sito della Fondazione o potrete chiedere via telefono/fax le offerte di ospitalita' alberghiera). * Programma di massima Sabato 25 giugno: Brennero/Brenner: "Grenzlaender-Terre di confine", apertura della settimana euromediterranea dedicata ad Alexander Langer Ore 10: una passeggiata "guidata" lungo i confini Nord-Sud Tirolo. Ore 16: apertura ufficiale di Euromediterranea. Incontro stampa. * Da lunedi' 27 giugno, Sala del Comune di Bolzano: inaugurazione della mostra fotografica "Hallo Ibrahim!", realizzata da Luisa Ferrari per Macondo 3 e per sostenere le adozioni a distanza di Tuzlanska Amica (la mostra resta aperta fino al 7 luglio). Rassegna cinematografica "Terre di confine" al Filmclub. Inaugurazione e presentazione dell'archivio Langer "Minima personalia". * Venerdi' primo luglio, ore 14, Vecchio Municipio: apertura della Scuola estiva internazionale. Sala di Rappresentanza del Comune: - ore 16, apertura workshop artistici di Alberto Larcher e Loretta Viscuso; - ore 17,30, cerimonia di consegna del premio Langer 2005 (sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano); - ore 18,30-21: prima sessione: L'Europa nasce o muore a Sarajevo. Introducono: Massimo Cacciari, Venezia/Milano e Irfanka Pasagic, Tuzla/Sarajevo. Prati del Talvera: VolkFesta e "24 ore" di Radio Tandem. * Sabato 2 luglio: Sala di Rappresentanza del Comune: - ore 10,30-13: seconda sessione: La conversione ecologica potra' affermarsi solo se apparira' socialmente desiderabile. Introducono: Vandana Shiva (India) e Wolfgang Sachs (Germania/Italia); - ore 13: Cristoph Baker: Un brindisi per Alex; - ore 16: assemblea della Fondazione Alexander Langer: un ricordo di Renzo Imbeni e Lisa Giua Foa; - ore 17,30: terza sessione: Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica: dell'importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera. Introduce: Leopold Steurer, Suedtirol/Alto Adige. Prati del Talvera: continua VolkFesta di Radio Tandem. * Domenica 3 luglio: Sala di Rappresenta del Comune: - ore 10: 10 anni con Alexander Langer, un itinerario bibliografico (con gli autori dei testi pubblicati); - ore 11: Adriano Sofri e Dani Cohn-Bendit ricordano Alexander Langer. Film di Dietmar Hoess; - ore 11,30: L'attualita' di Alexander Langer, verso una biografia politica. Interventi di Florian Kronbichler, Fabio Levi, Giuseppina Ciuffreda; seguono altri interventi di autorita' e amici. Performance: Coro vocale eXperimento. Lingue: traduzione simultanea italiano, tedesco, inglese. - ore 13: buffet e festa, Prati del Talvera; - ore 18, Vipiteno/Sterzing: film "Alexander Langer" di Dietmar Hoess. * Iniziative collaterali alla scuola estiva Lunedi' 4 luglio, ore 21: "So oder so....". Ein Theaterstueck der "Creative Factory" im Gemeinschaftszentrum. Jungbusch Mannheim, diretto da Lisa Massetti. Martedi' 5 luglio, ore 21: Srebrenica 2005, rassegna di documentari video. Mercoledi' 6 luglio, ore 21: proiezione del documentario di Mario Di Carlo "Deutschland waere meine richtige Heimat" con sottotitoli in inglese. Festa-incontro musicale tra le associazioni giovanili di Bolzano e i partecipanti alla Scuola estiva. * Pre-invito alla Scuola estiva internazionale di "Euromediterranea 2005" Primo luglio - 12 luglio 2005: Srebrenica dieci anni dopo, le ferite del silenzio. La Scuola estiva internazionale 2005 si svolgera' in forma itinerante (Bolzano, Trieste, Tuzla, Srebrenica, Sarajevo) con l'intento di fornire ai partecipanti strumenti di comprensione di quella che e' stata definita come la piu' grave strage genocidaria nei confini europei dopo la fine della seconda guerra mondiale; di partecipare con il massimo di consapevolezza alle celebrazioni che si svolgeranno a Srebrenica nel decimo anniversario del massacro e degli accordi di Dayton; di riflettere sugli strumenti di prevenzione delle crisi e di ricostruzione della convivenza, individuati da Alexander Langer nel suo "L'Europa nasce o muore a Sarajevo". 40 sono i posti i posti a disposizione. 5 posti riservati a giovani dell'area di Tuzla e Srebrenica, 15 per i partecipanti al secondo corso di operatori di pace/mediatori di conflitto organizzato dal Fondo sociale europeo. A 5 giovani che lo richiedano, sara' offerta una piccola borsa di studio che comprende un contributo per le spese di viaggio non superiore ai 150 euro e la gratuita' del soggiorno. Per gli altri partecipanti e' prevista una quota d'iscrizione di 150 euro a copertura delle spese di vitto, alloggio e viaggio a Tuzla. Entro il 7 giugno un terzo della quota d'iscrizione dovra' essere versata alla Fondazione - c/c n. 555000 della Cassa di Risparmio di Bolzano, IBAN IT91 S 060 4511 6130 0000 0555 000 - specificando nella causale "Scuola estiva 2005". Lingua d'uso sara' l'inglese. Le domande d'iscrizione devono essere presentate entro il 20 maggio 2005, compilando il modulo allegato ed allegando un curriculum. Le ammissioni alla Scuola verranno confermate agli interessati entro il successivo 31 maggio. E' necessario il possesso di un passaporto valido per la Bosnia Herzegovina e per il transito da Slovenia e Croazia. * Programma di massima della scuola estiva Primo luglio: arrivo e sistemazione entro la mattinata. Apertura ore 14. I giorni primo, 2, 3 luglio avranno carattere introduttivo e prevedono la partecipazione attiva agli eventi previsti dalla manifestazione "Euromediterranea 2005" dedicata alla riflessione sull'attualita' di Alexander Langer. I giorni 4, 5, 6, 7, luglio avranno carattere residenziale, con molto spazio al dialogo tra i partecipanti. Incontri previsti su: - Srebrenica dieci anni dopo (Irfanka Pasagic, Natasa Kandic e Vjosa Dobruna); - Il dopo Dayton (Laura Dolci, funzionaria Onu, Francesco Palermo, Universita' di Verona, Jens Woelk, Universita' di Trento); - Giustizia penale e giustizia alternativa (Emanuela Fronza, del Centro di ricerca Cariecj e Andrea Lollini, dell'Universita' di Bologna); - Esperienze concrete in situazioni di crisi (Walter Lorenz, dell'Universita' di Bolzano, Stefano Recchia, dell'Universita' di Harvard, Osservatorio dei Balcani di Rovereto). Nei giorni 8, 9, 10, 11, 12 luglio i corsisti si trasferiranno in pullman a Tuzla (con forse una tappa per un incontro tra Trieste e Capodistria) dove prenderanno parte agli eventi che saranno organizzati in loco, e a Srebrenica dalle associazioni Tuzlanska Amica e Women of Srebrenica. Incontro con testimoni locali. Seminario di una giornata con Yael Danieli (psicologa, dirige il "Group Project for Holocaust Survivors and their children" di New York). Partecipazione alla manifestazione pubblica a Srebrenica l'11 luglio e ad un incontro internazionale a Sarajevo il 12 luglio, promosso dal gruppo Verde al Parlamento Europeo. Nell'occasione sara' ripresentato il monologo teatrale di Roberta Biagiarelli: "A come Srebrenica", per la regia di Simona Gonella, con i sottotitoli in lingua bosniaca e inglese. Modulo d'iscrizione su www.alexanderlanger.org 4. FORMAZIONE. UN CORSO DI FORMAZIONE SULLA RELAZIONE NONVIOLENTA [Da Antonella Sapio (antonellasapio at virgilio.it) riceviamo e diffondiamo. Antonella Sapio e' formatrice e docente di psicologia della pace] Si svolgera' a Pruno di Stazzema (Lucca) dal primo al 3 giugno 2005 un corso di formazione (organizzato con finanziamento Cesvot e ad iscrizione gratuita) in forma di training sul tema: "La nonviolenza nelle relazioni interpersonali". Il training si propone di formare ad una pratica autentica di relazione nonviolenta attraverso attivita' di tipo teorico ed esperienziale. * Contenuti del training - Lo sviluppo del se' nella crescita secondo la nonviolenza. Aggressivita', passivita', assertivita'. - Le forme della comunicazione: tipologie, significati, stili. Analisi della comunicazione e della interazione. La comunicazione distonica, manipolativa, inefficace ecc. Le relazioni di conflitto: caratteristiche, tipologie, dinamica, evoluzione. La trasformazione costruttiva e nonviolenta delle interazioni di conflitto: il modello interattivo-emozionale. La relazione simmetrica e la relazione empatica. La nonviolenza come scelta del campo di relazione: il linguaggio socioemozionale. Ascolto attivo, autoconsapevolezza emozionale, comprensione empatica. L'esperienza della condivisione nella relazione. - La nonviolenza come proposta di cambiamento delle relazioni interpersonali. * Calendario - Mercoledi' primo giugno 2005 Arrivo a Pruno nel pomeriggio. Cena prevista per le ore 19,30. Ore 21-23: presentazione del corso. La relazione di conflitto: caratteristiche, significati e tipologie delle forme di comunicazione nelle interazioni conflittuali. - Giovedi' 2 giugno 2005 Ore 9-13 e 16-20: Le forme della distruttivita' nella relazione. La proposta della nonviolenza. La trasformazione costruttiva delle relazioni di conflitto. La comunicazione autentica. Ascolto attivo ed autoconsapevolezza emozionale. - Venerdi' 3 giugno 2005 Ore 9-13 e 16-20: La relazione empatica. La nonviolenza nella relazione e l'attivazione delle spinte costruttive. Conclusione del laboratorio e valutazione. * Docente: Antonella Sapio, formatrice e docente di psicologia della pace. Tutor: Luciana Baruffi, psicoanalista junghiana. Metodologie adottate: metodologia attiva del training alla nonviolenza; giochi esperienziali, role-playing, role-taking, sistematizzazione teorica progressiva dei contenuti emersi; comunicazione e condivisione delle esperienze, "maieutica reciproca". Metodi di monitoraggio e valutazione adottati: autovalutazione; eterovalutazione attraverso giochi di ruolo. Luogo di soggiorno: Pruno di Stazzema: La Canonica di Valversilia e case nel paese. Segreteria organizzativa: I Raggi di Belen, Piazza Risorgimento 8, tel. e fax: 0584777469, e-mail: vpo at valversilia.it Numero massimo dei partecipanti previsto: 15. Data di chiusura delle iscrizioni: 28 maggio 2005. Referente del progetto: Lorenzo Cesana, presidente di Valversilia projects onlus, via Bozzi 100, 55100 S. Marco Lucca, tel. e fax: 0583494395; cell. 3357183141; e-mail: lorenzo.cesana at tin.it, vpo at valversilia.it Il training e' gratuito. Gli iscritti devono farsi carico delle sole spese di soggiorno presso le struture di Pruno di Stazzema che ammontano a 35 euro al giorno (pensione completa). 5. FORMAZIONE. UN TRAINING DI FORMAZIONE IL 25-26 GIUGNO [Dalle Peace Brigades International - Brigate Internazionali di Pace (per contatti: e-mail: pbi.to at inrete.it, sito: www.peacebrigades.org) riceviamo e diffondiamo] Il momento di formazione proposto e' rivolto a tutti coloro che innanzi tutto vogliano conoscere meglio le Peace Brigades International - Brigate Internazionali di Pace (in sigla: Pbi) e naturalmente a chi voglia impegnarsi nell'organizzazione in Italia e/o come volontario/a in uno dei progetti di Peace Brigades International. Il training di formazione e' di tipo residenziale (sabato e domenica) e condotto con il metodo "training" per permettere ai partecipanti di sperimentare in modo attivo e diretto il percorso in cui sono articolati i temi proposti (il lavoro di Pbi nei progetti e in Italia: il suo ruolo, i suoi strumenti, la nonviolenza, la dinamica dei conflitti, il metodo del consenso, testimonianze). Verra' rivolta particolare attenzione alle dinamiche, per lasciare spazio di espressione a tutti, cercando di facilitare l'analisi, la creativita' e il libero scambio di idee. * Informazioni utili Il training di formazione si svolgera' il 25 e 26 giugno 2005, presso la struttura scout di Framura (Sp), pittoresco paesino affacciato sul mare delle Cinque Terre (maggiori dettagli logistici verranno comunicati al momento dell'iscrizione). Costo del training: 50 euro. Vitto e alloggio: 30 euro. Pernottamento: in camerate, necessario sacco a pelo o lenzuola (possibilita' di arrivare in struttura venerda' sera). Pasti: nella quota sono compresi colazione, pranzo, cena di sabato e colazione e pranzo di domenica. Un gruppo di volontarie e volontari provvederanno alla preparazione di gustosi piatti vegetariani. I proventi del training saranno impiegati nel sostegno delle attivita' e dei progetti dell'associazione Pbi. Iscrizioni: entro il 10 giugno inviare la propria scheda di partecipazione a Claudio Tiozzo (indirizzo e-mail: ctiozzo at libero.it) e versare la quota di iscrizione di 10 euro sul c/c postale n. 13104369 intestato a "Associazione PBI Italia", specificando nella causale "iscrizione training giugno". L'iscrizione e' considerata effettiva solo dopo il pagamento della quota di iscrizione (inviare copia della relativa ricevuta a: PBI Italia, strada della Luigina 41, 10023 Chieri - To). Il training prevede un numero minimo di 6 ed un massimo di 25 iscritti. Per ulteriori informazioni: Claudio Tiozzo, e-mail: ctiozzo at libero.it, tel. 3495647697 * Chi sono le Pbi Le Pbi (Peace Brigades International - Brigate Internazionali di Pace) sono una organizzazione nonviolenta fondata nel 1981 in Canada con lo scopo di favorire la pace e la giustizia in zone di conflitto e di grave violazione dei diritti umani. L'intervento delle Pbi, che avviene solo se richiesto da un gruppo locale che lotta senza ricorso alla violenza, si attua con metodi di nonviolenza attiva mediante l'invio di equipe preparate di volontari/e che: - assumono il ruolo di testimoni internazionali mediante la loro presenza fisica; - offrono a persone e gruppi in pericolo per le loro attivita' un servizio di scorta non armata; - raccolgono e diffondono informazione sulla situazione generale del paese; - forniscono apporti concreti al processo di pace con percorsi di formazione alla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Attualmente le Pbi hanno progetti con equipe di volontari/e in Colombia, Messico, Guatemala e Indonesia. Continuamente pervengono nuove richieste da altre zone di conflitto che vengono valutate in base a criteri di opportunita', efficacia e risorse disponibili. Le Pbi sono presenti in 18 paesi del mondo tra cui l'Italia, con un'associazione nata nel 1988 e che attualmente si propone i seguenti obiettivi: diffusione delle informazioni provenienti dalle equipe; formazione alla nonviolenza e addestramento dei nuovi volontari; mantenimento e ampliamento della Rete d'urgenza; organizzazione di campagne d'appoggio ai progetti; mantenimento e finanziamento dell'organizzazione; ampliamento delle Pbi. La gestione dell'organizzazione, affidata all'impegno volontario di chi ne condivide mezzi e fini, avviene mediante gruppi di lavoro che si occupano delle varie funzioni. Le Pbi sono indipendenti da qualsiasi istituzione politica, economica o religiosa, e il loro finanziamento deriva esclusivamente da donazioni private (in gran parte dall'autofinanziamento degli stessi soci/e e volontari/e e dai contributi che derivano dall'organizzazione di momenti pubblici di informazione) oltre che da fondazioni e gruppi che lavorano sui temi della pace e dello sviluppo. * Per informazioni sull'associazione: tel. segreteria: 3493768636, e-mail: pbi.to at inrete.it, sito: www.peacebrigades.org 6. RIFLESSIONE. ANGELA GIUFFRIDA: L'OCCHIALE DI GALILEO [Ringraziamo Angela Giuffrida (per contatti: frida43 at inwind.it) per questo intervento estratto dal suo saggio di seguito citato. Angela Giuffrida e' docente di filosofia ed acuta saggista; tra le sue pubblicazioni: Il corpo pensa, Prospettiva edizioni, Roma 2002] Per imboccare la via del cambiamento occorre una modifica radicale nell'atteggiamento delle donne. Inizialmente le loro rivendicazioni si limitavano al diritto di uguaglianza, che le manteneva in posizione di subalternita' rispetto all'uomo, posto come modello da uguagliare. Siccome "gli uomini vivono e lavorano in una societa' tirannica e spaventosamente priva di liberta', costruita sull'oppressione dei giovani maschi da parte di quelli anziani, sull'addestramento dei maschi destinati alla successione a spese degli altri, su confederazioni e cospirazioni, su sanguinosi rituali di iniziazione, su comportamenti antisociali condivisi, su ostracismo e punizioni, tiri mancini, spirito di corpo e discriminazione", la condizione maschile non puo' essere "quella cui le donne aspirano". Nel passaggio alla rivendicazione del diritto alla differenza, la differenza femminile si e' comunque proposta come differenza rispetto al maschile che, rimasto sempre al centro, permette al massimo di aspirare ad una improbabile condizione paritetica. Tutto questo non basta piu', oggi bisogna passare all'orgoglios rrivendicazione della propria centralita'. Sono d'accordo con Sara Morace quando afferma: "Non stiamo proponendo una societa' in cui le donne non siano oppresse, ma una societa' in cui le donne siano alla testa del processo di socializzazione, di cui siano avanguardia perche' piu' generose e capaci di pensare il benessere per se' e per gli altri", anche perche' e' altamente improbabile che si possano realizzare societa' non oppressive laddove l'attivita' delle donne non sia preminente. La coscienza del primato femminile comincia ad emergere qua e la', ma ci vuole tempo perche' acquisti la forza prorompente delle necessita' naturali; il mio saggio vuole dare un contributo in tal senso, favorendo il riconoscimento del ruolo svolto dalle donne nella storia della specie e la riappropriazione cosciente da parte loro dell'insieme di qualita' che le pone naturalmente al centro. Va appoggiata una risoluta assunzione di tutti quegli aspetti positivi che ineriscono alla persona e alle attivita' femminili, mentre va scoraggiata la propensione ad accollarsi colpe, coltivata "amorevolmente" dagli uomini che da millenni si fanno carico di addossarci falli, demeriti, mancanze di ogni tipo. Non ha senso mettere ancora l'accento sugli errori che inevitabilmente commettiamo e sui tanti difetti che abbiamo, a meno che non si voglia far risaltare la nostra grandezza perche', a mio parere, i nostri meriti sono strepitosi proprio perche' guadagnati nonostante le infinite debolezze. A ben guardare la specie non avrebbe nessun debito nei nostri confronti se possedessimo la perfezione, invece abbiamo avanzato sulla via della civilizzazione faticosamente, procedendo per prove ed errori, alle prese non solo con ostacoli esterni ma anche con quelli dovuti alla nostra personale "imperfezione", e ancora oggi lavoriamo, malgrado varie deficienze e spesso senza avvedercene, perche' le conquiste a noi costate tanta fatica non vengano cancellate dalla faccia della terra. * Le donne, pero', sono in genere ben lontane dal riconoscersi meriti e l'orgoglio della propria femminilita' appare come un chimerico sogno, mentre "l'automoderazione" e' il modo privilegiato in cui la maggior parte di loro esplicita la propria insicurezza, quando riesce ad impedirne lo sbocco in forme di autolesionismo allo stato puro. Mi riferisco, ad esempio, alla materna protezione assicurata da molte donne allo stupratore, colpito da inasprimenti di pena, e al cliente che si vuole perseguire insieme allo sfruttatore nella lotta alla prostituzione; stupratori e clienti, si dice, sono vittime di una mentalita' diffusa e radicata che tratta le donne alla stregua di merci, ed e' questa mentalita' che bisogna combattere, non servono leggi piu' severe. A parte il fatto ovvio che anche lo sfruttatore e' vittima della generale misoginia, viene trascurato del tutto il ruolo di portatori e riproduttori che i poveretti che ci muovono tanto a compassione ricoprono nel mantenere e diffondere la mentalita' imperante, senza contare che ne sono anche produttori autonomi se e' vero come e' vero che la misoginia deriva dalla percezione della propria profonda debolezza. Il mondo della prostituzione, inoltre, essendo un mercato in piena regola, ubbidisce alle leggi della domanda e dell'offerta; l'affermazione secondo cui nella fattispecie la domanda sarebbe irrilevante, mentre mette in discussione la teoria liberista incardinata proprio sul libero gioco della domanda e dell'offerta, nel momento in cui viene considerata l'unico modello economico possibile, si rivela del tutto insensata soprattutto quando i clienti sono uomini adulti che dovrebbero sapere quello che fanno, conoscere gli effetti delle loro azioni ed assumersene la responsabilita': alla fin fine e' il cliente che rende possibile l'abietta attivita' dello sfruttatore, sfruttando a sua volta le donne. E' chiaro che la severita' della legge da sola non costituisce un adeguatodeterrente e non modifica la mentalita' delle persone, ma da' un segnale eloquente: se gli stupratori se la cavano con poco e i clienti possono impunemente comprare donne per trastullarsi, se con il nostro piu' o meno tacito consenso legittimiamo l'idea che ridurre una donna a merce di scambio non e' un crimine, possiamo ragionevolmente pensare di salire qualche gradino nella nostra considerazione oltre che in quella degli uomini e pretendere di porci come soggetto di diritto? Se non possono essere perseguiti i crimini contro le donne perche' parte integrante della "cultura" maschile, neanche gli altri crimini possono essere perseguiti, compreso l'omicidio, perche' nella maggior parte dei casi sono il prodotto della perversa organizzazione della dominanza di cui tutti e tutte siamo vittime. Comunemente, pero', la prostituzione non e' considerata un crimine vero e proprio; ma ridurre una persona a cosa e' un crimine contro l'umanita' che, percio', va combattuto qualunque sia la sua forma. Scrivono Emanuela Moroli e Oria Gargano di "Differenza donna": "Legiferare contro il cliente? Il movimento delle donne non e' mai stato fautore di pene, ne' fanatico dei castighi. Non sono le condanne che ci interessano. Ci interessa invece ridefinire il fenomeno della prostituzione coatta anche attraverso una rilettura del cliente come archetipo di una cultura ostile al femminile. Sostenere questa verita' vuol dire produrre riprovazione nei confronti del cliente. Privi dei puntelli di un'esplicita solidarieta', non piu' supportati da una cultura che li prevede, non piu' "accolti" da un costume antico mai messo in discussione, colpiti dal biasimo sociale, meno uomini sarebbero clienti". Naturalmente condivido in pieno l'idea che una societa' che mettesse al bando la prevaricazione e la violenza disincentiverebbe i crimini, il fatto e' che una societa' siffatta e' di la' da venire; intanto i crimini vengono puniti comminando "pene e castighi". Se permettiamo che solo quelli perpetrati contro le donne godano di una particolare impunita' rafforziamo l'idea, gia' fin troppo radicata, che le donne non sono persone e quindi i delitti commessi contro di loro non possono definirsi tali, sollecitiamo chiunque voglia a commetterli, allontaniamo sempre piu' una possibile presa di coscienza da parte del maschio, trattandolo come un deficiente mentale incapace di evolversi al punto da riconoscere la differenza tra una persona e una cosa. La pericolosita' di tali atteggiamenti si palesa per forza propria e ci invita ad imboccare un'altra strada. Ma noi, nella maggioranza, invece di indignarci quando sentiamo di donne e bambine che vengono vendute e comprate come mucche al mercato della prostituzione; invece di inorridire quando giornali e telegiornali riportano i drammatici rapporti sulle feroci persecuzioni con cui i figli dimostrano la loro gratitudine alle madri della specie; invece di pretendere che i nostri uomini facciano finalmente i conti con i mostri che popolano la loro mente; invece di pretendere il dovuto rispetto, in quanto persone e in quanto madri, assumendo integralmente l'opinione di Madelaine Albright, secondo cui: "quando una donna e' violentata, picchiata o mutilata non e' una questione culturale ma una questione criminale, e nessun governo pu' venir meno alla sua responsabilita' di fermare questi crimini", accogliamo in silenzio, come questioni di ordinaria amministrazione, i crimini contro il nostro genere, quando non li minimizziamo o addirittura non li sosteniamo. Nessun crimine di genere, per quanto feroce sia, sembra capace di suscitare la benche' minima reazione nella coscienza civile non solo degli uomini, ma anche della maggior parte delle donne. La comunita' internazionale si e' indignata di fronte alla distruzione dei Buddha della valle di Bamyan e ha messo in atto diversi tentativi per salvarli, ma non ha mostrato la stessa indignazione di fronte alla riduzione in schiavitu' delle donne afghane da parte degli stessi Taliban. Ogni notizia di soprusi, vessazioni, assassinii commessi ai danni delle donne cade solitamente nel silenzio e a nessuno viene in mente, quando si commemora l'olocausto degli ebrei trucidati nei campi di sterminio nazisti senza alcuna colpa, che da piu' di quattromila anni e' in atto un altro olocausto di dimensioni spaventose che riguarda donne e bambine innocenti in tutto il mondo. Anche noi tacciamo: siamo talmente abituate ad essere considerate invisibili da essere diventate invisibili a noi stesse. Siccome tutto cio' che facciamo, pensiamo e sentiamo non sembra degno di attenzione, siamo portate a pensare che neanche le nostre sofferenze lo siano; d'altra parte l'idea che la sofferenza sia "naturale" nella vita delle donne e' stata cosi' ben interiorizzata che non riusciamo a vedere quanta parte di essa sia imposta dalla ottusa vendicativita' maschile. * Eppure e' necessario un recupero dell'antica dignita' delle madri che porti alla luce l'orrore e l'umiliazione per essere trattate come "vuoti a perdere", uno scatto di fierezza che rimetta al suo posto il figlio degenere: in fin dei conti senza di noi semplicemente non esiste, dovra' pur venire a miti consigli. E' naturale che chi ha gia' acquisito maggior consapevolezza morda il freno e si auguri che quel momento sia adesso, ma il bombardamento di ordigni anti-donna che subiamo ventiquattro ore su ventiquattro da millenni, se non e' riuscito del tutto nel suo intento destrutturante, ha senza dubbio la capacita' di rallentare una sicura presa di coscienza. Guardiamo piuttosto con simpatia le conquiste che siamo riuscite a procacciarci nel giro di qualche secolo e diamoci tempo: nessuno sa meglio di noi che ogni crescita ha i suoi tempi. In questo caso, comunque, non si dovrebbe aspettare troppo a lungo perche' non di crescita vera e propria si tratta ma piuttosto di un recupero di antiche qualita' in parte rimosse a causa dell'ostilita' dell'ambiente; l'energia psichica positiva che ci contraddistingue fara' il resto. D'altra parte i mostruosi accadimenti che si svolgono quotidianamente sotto i nostri occhi fanno emergere con sempre maggiore evidenza la dissennatezza della gestione maschile delle comunita' e finiranno per rendere inevitabile l'abbandono della politica dello struzzo: una realta' autoevidente, che parla un linguaggio universale, ridurra' sempre piu' i margini della nostra possibilita' di riconoscerla o meno, indifferentemente. Finora ci siamo comportati come i contemporanei di Galileo che non volevano guardare dentro il suo occhiale e anche quando vi guardavano si rifiutavano di credere ai propri occhi; l'Inquisizione in tutta la sua "santita'" ha mandato Bruno sul rogo ed ha costretto Galileo ad abiurare, ma poiche' il sole e' rimasto la' ed e' la terra a girargli attorno la chiesa ha dovuto riconoscere, sia pure dopo secoli, la veridicita' della teoria eliocentrica. L'occhiale dentro il quale dobbiamo guardare oggi e' puntato sul rapporto uomo-donna e poiche' la centralita' femminile e' indiscutibile e tale restera' finche' sara' compito delle donne protrarre la vita, prima o poi dovra' essere riconosciuta, come dovra' essere riconosciuta l'asimmetria esistente fra i due sessi, dovuta al fatto evidente che il pensiero e la sua forma sono il prodotto della forma e dell'esperienza del corpo. L'evoluzione ha seguito il suo corso operando le sue scelte senza chiedere il nostro parere; a noi non resta che prenderne atto. 7. LETTURE. FRANCO BARBERO, ELENA ERZEGOVESI, ALBERTO STUCCHI: PRIMA DI TUTTO AMARE Franco Barbero, Elena Erzegovesi, Alberto Stucchi, Prima di tutto amare, Associazione Viottoli, Pinerolo (To) 2002, pp. 52, s.i.p. "La storia d'amore di Alberto ed Elena, nata nel monastero cistercense di Chiaravalle Milanese: una bella notizia di riconciliazione tra monachesimo e amore umano"; attraverso meditazioni di grande tenerezza la proposizione di una vicenda che convoca all'ascolto (con un'utile bibliografia per approfondire alcuni dei percorsi di ricerca e di incontro evocati). Per richieste: tel. 0121322339, o anche 0121500820, e-mail: info at viottoli.it, sito: www.viottoli.it 8. LETTURE. ZYGMUNT BAUMAN: LA SOCIETA' SOTTO ASSEDIO Zygmunt Bauman, La societa' sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005, pp. XXXII + 302, euro 9. Il sempre acuto sguardo di Bauman, la sempre profonda meditazione di Bauman, la sempre calda amicizia di Bauman per l'umanita'. 9. LETTURE. JEROME BRUNER: LA CULTURA DELL'EDUCAZIONE Jerome Bruner, La cultura dell'educazione, Feltrinelli, Milano 1997, 2004, pp. 236, euro 8. Una bella raccolta di saggi bruneriani degli anni novanta, che vivamente raccomandiamo. 10. LETTURE. RENZO CASSIGOLI (A CURA DI): MARIO LUZI: UNA VOCE DAL BOSCO Renzo Cassigoli (a cura di), Mario Luzi: una voce dal bosco, suppl. a "L'Unita'", Roma 2005, pp. 140, euro 5,90. Un'opportuna raccolta delle interviste e degli interventi del grande poeta recentemente scomparso pubblicati tra il 1994 e il 2005 sul quotidiano "L'Unita'", curata con affettuosa amicizia da Renzo Cassigoli, con una introduzione di Gianni d'Elia e una postfazione di Sergio Givone. 11. LETTURE. DONALD I. JONES: FUGA DA SULMONA Donald I. Jones, Fuga da Sulmona, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2002, pp. 160, euro 10. La testimonianza di Donald I. Jones, ufficiale britannico prigioniero di guerra in Italia, in uno dei sempre appassionanti volumi della utilissima collana di memorialistica "E si divisero il pane che non c'era", curata dagli studenti, gli insegnanti e il preside del Liceo scientifico statale "E. Fermi" di Sulmona; collana che propone libri di intensa e rigorosa testimonianza "sulla seconda guerra mondiale e su quel singolare fenomeno di spontanea solidarieta' delle popolazioni peligne, e italiane in genere, nei confronti di migliaia di prigionieri alleati fuggiti, dopo l'armistizio, dai campi di concentramento e pervicacemente cacciati dalle truppe d'occupazione tedesche". Per richieste: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. 3495843946, o anche 0864460006, o ancora 086446448; e-mail: sudest at iol.it o anche qualevita3 at tele2.it; sito: www.peacelink.it/users/qualevita 12. LETTURE. EDGAR MORIN: I SETTE SAPERI NECESSARI ALL'EDUCAZIONE DEL FUTURO Edgar Morin, I sette saperi necessari all'educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, Milano 2001, 2004, pp. 128, euro 9,30. Pubblicato originariamente dall'Unesco nel 1999 questo breve saggio di sintesi dell'illustre sociologo costituisce un'utile agile introduzione al "che fare" per una prassi educativa all'altezza dei problemi globali odierni. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 923 dell'8 maggio 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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