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La nonviolenza e' in cammino. 821
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 821
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 26 Jan 2005 00:15:22 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 821 del 26 gennaio 2005 Sommario di questo numero: 1. Umberto Santino: Cara Felicia 2. Per una bibliografia sulla Shoah (parte prima) 3. La "Carta" del Movimento Nonviolento 4. Per saperne di piu' 1. MEMORIA. UMBERTO SANTINO: CARA FELICIA [Dal sito del Centro Impastato di Palermo (per contatti: e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it) riprendiamo l'intervento di Umberto Santino al funerale di Felicia Impastato, svoltosi a Cinisi il 9 dicembre 2004. Umberto Santino ha fondato e dirige il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo. Da decenni e' uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici. E' uno dei massimi studiosi a livello internazionale di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'. Il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" (via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax 091348997, e-mail: csdgi at tin.it, sito internet: www.centroimpastato.it) e' un istituto di ricerca tra i piu' accreditati in campo internazionale, particolarmente specializzato su mafia e poteri criminali; operante dal 1977, e' stato successivamente intitolato a Giuseppe Impastato, militante della nuova sinistra assassinato dalla mafia nel 1978; una sintetica ma esauriente scheda di autopresentazione, di quattro pagine, e' richiedibile presso il Centro Impastato. Tra le opere di Umberto Santino: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000. Scritti su Umberto Santino: Peppe Sini, Una rassegna bibliografica di alcuni lavori di Umberto Santino. La borghesia mafiosa tra violenza programmata, "doppio Stato" e capitalismo finanziario, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1998, 2003. Felicia Bartolotta Impastato e' la madre di Giuseppe Impastato (1948-1978), il militante antimafia di Cinisi (Pa) assassinato dalla mafia; Felicia Bartolotta Impastato lo ha sostenuto nella sua lotta, che ha proseguito dopo l'uccisione del figlio. E' deceduta nel dicembre 2004. Opere di Felicia Bartolotta Impastato: La mafia in casa mia, intervista di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1987. Opere su Felicia Bartolotta Impastato: di lei ovviamente si parla ampiamente nei libri dedicati alla figura di Peppino Impastato. Giuseppe Impastato nato nel 1948, militante della nuova sinistra di Cinisi (Pa), straordinaria figura della lotta contro la mafia, di quel nitido e rigoroso impegno antimafia che Umberto Santino defini' "l'antimafia difficile", fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Scritti di Peppino Impastato: Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, seconda edizione Palermo 2003. Opere su Peppino Impastato: Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio, Centro Impastato, Palermo 1998; Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1986; Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, Milano 1994. Tra le pubblicazioni recenti: AA. VV., Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001 (pubblicazione della relazione della commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena; con contributi di Giuseppe Lumia, Nichi Vendola, Michele Figurelli, Gianfranco Donadio, Enzo Ciconte, Antonio Maruccia, Umberto Santino); Marco Tullio Giordana, Claudio Fava, Monica Zapelli, I cento passi, Feltrinelli, Milano 2001 (sceneggiatura del film omonimo). Ma cfr. anche le molte ottime pubblicazioni del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"] Cara Felicia, oggi ti daro' (ci daremo) del tu, per la prima volta. Ci siamo intravisti ventisei anni fa, quando su queste strade pesava una nuvola densa di morte. Era il 10 maggio 1978, giorno dei funerali di Peppino. Eravamo in centinaia, forse mille, venivamo in gran parte da fuori (di Cinisi, come del resto dopo e anche oggi, non erano in molti). Tu eri dietro la bara, con il tuo vestito nero, silenziosa, chiusa nel tuo lutto. Una donna siciliana, si sarebbe detto: la solita donna siciliana, la mater dolorosa, una figura arcaica, uno stereotipo. All'improvviso, come a rispondere agli slogans dei compagni ("Peppino e' vivo e lotta insieme a noi"), si levo', alto, deciso, il pugno chiuso di Giovanni. Era una prima risposta. Un filo cominciava a intrecciarsi. Dentro la famiglia Impastato qualcuno dichiarava pubblicamente di prendere il testimone, si schierava apertamente con Peppino e con i suoi compagni. Ai muri del paese in un piccolo manifesto si leggeva: "Peppino Impastato e' stato assassinato. L'omicidio ha un nome chiaro: mafia". Il giorno dopo ci doveva essere il comizio di chiusura della campagna elettorale. Doveva parlare Peppino. Ma il corpo di Peppino era ormai ridotto in briciole e a salire sul palchetto su cui Peppino era salito tante volte ora c'era un compagno di Peppino, Giampiero La Fata e il compagno Franco Calamida di Milano. Inaspettatamente c'ero pure io. I compagni mi avevano chiesto di prendere la parola e di dire quello che mi suggerivano: che per dieci anni Peppino aveva denunciato la mafia e i mafiosi, con nomi e cognomi. Che era un omicidio e che non poteva che essere un omicidio di mafia. Che i mafiosi di Cinisi erano arcinoti, e che in testa a tutti c'era Gaetano Badalamenti. Ad ascoltare il comizio c'erano poche persone e il corso di Cinisi era un nastro lunghissimo di finestre chiuse. E dissi: "Se queste finestre non si apriranno, tutto il lavoro di Peppino e' stato inutile". Le finestre non si sono aperte, non sono aperte neppure oggi, ma il lavoro di Peppino, e il nostro, nonostante tutto, non e' stato inutile. Lo stesso giorno abbiamo presentato un esposto alla procura, ribadendo quelle semplici verita'. Ma intanto un'altra versione si affermava: Peppino era morto compiendo un atto terroristico e il clima di quei giorni avallava quella versione. Lo stesso giorno del delitto era stato trovato il corpo senza vita di Aldo Moro. Il 16 maggio 1978 e' una data storica. Quel giorno, i familiari di Peppino, la madre e il fratello, presentavano un esposto alla procura, scrivendo: "Giuseppe e' stato l'ispiratore e il conduttore delle campagne di denuncia contro i Badalamenti e contro tanti altri presunti mafiosi", che si trattava di un omicidio e chiedendo giustizia. Era una rivoluzione, domestica e sociale. I familiari di Impastato, invece di scegliere la strada della vendetta privata, fedeli a un codice mafioso e barbarico, venivano allo scoperto e sceglievano un'altra strada. La madre di Peppino, con addosso gli abiti neri della donna siciliana indossati per una sequela di lutti, si recava al palazzo di giustizia, presentava l'esposto, parlava con i giornalisti, con Mario Francese, e dichiarava: "Si', sono la moglie di Luigi Impastato e la cognata di Cesare Manzella, mio figlio e' stato ucciso, non voglio vendette, chiedo giustizia". "I morti uccidono i vivi", leggiamo nelle Coefore di Eschilo, delitto chiama delitto, sangue chiama sangue. Gli Impastato violavano la legge del taglione, barbarica e mafiosa, non avviavano una faida o una guerra di mafia contro Badalamenti, ma si schieravano con i compagni di Peppino, con noi del Centro siciliano di documentazione, difendevano la memoria di Peppino, infangata dalla menzogna, iniziavano una battaglia che doveva essere lunga e riservare innumerevoli amarezze. Era una rivoluzione, una rivoluzione possibile ma dura e difficile, e come tutte le rivoluzioni ha avuto i suoi costi. * Ti ricordi Felicia, l'isolamento, i bocconi amari (tra i piu' amari: il Ministero dell'Interno che negava a Peppino il riconoscimento di vittima della mafia e la Presidenza della Repubblica che non ha mai risposto a un ricorso presentato nel 1996), l'inchiesta chiusa e riaperta innumerevoli volte e poi la difficile emersione della verita'? Non si trattava solo di chiedere giustizia e stare ad aspettare, ma di avere un ruolo attivo, raccogliere prove (come erano stati i compagni a raccogliere i resti di Peppino, frettolosamente lasciati in giro, prendere le pietre macchiate di sangue nel casolare dove era stato tramortito prima di collocarne il corpo sui binari, con una carica di tritolo sotto il torace), scavare nella memoria, sostituirsi agli investigatori e ai magistrati, smantellare l'edificio di menzogne messo rapidamente in piedi. Nel primo anniversario dell'assassinio di Peppino abbiamo organizzato la manifestazione nazionale contro la mafia, la prima della storia d'Italia. Vennero in duemila, da ogni parte del Paese e gia' allora la storia di Peppino e dei suoi familiari usciva dagli stretti confini della provincia siciliana. Ma per anni siamo stati in pochissimi a ricordare Peppino, eppure nel 1984 ottenevamo un primo, significativo risultato. Rocco Chinnici, assassinato nel 1983, e Antonino Caponnetto, venuto da Firenze a prendere il suo posto, scrissero la sentenza in cui si diceva inequivocabilmente: Peppino e' stato ucciso, l'ha ucciso la mafia ma e' impossibile individuare mandanti ed esecutori. Stampammo il dossier Notissimi Ignoti, curato da Salvo Vitale e Felicetta, raccogliemmo le testimonianze dei compagni e la tua storia di vita, pubblicata nel volume La mafia in casa mia. E ti sei ricordata del viaggio di tuo marito negli Stati Uniti, quando ai suoi parenti aveva detto: "Prima di uccidere Peppino debbono uccidere me". Dopo un volantino piu' duro ed esplicito del solito (Badalamenti era etichettato come "esperto di lupara e di eroina") era venuto a casa, in cerca di Luigi, tuo marito, Vito Palazzolo e aveva portato l'ambasciata: don Tano gli vuole parlare. Abbiamo fatto subito un esposto, presentato alla Procura il libro in bozze e Falcone parti' per gli Stati Uniti in cerca di quei parenti, ma l'inchiesta doveva essere ancora una volta archiviata. Si doveva riaprire alcuni anni dopo ma dovevano passare ancora altri anni prima di arrivare a Badalamenti. Ti ricordi quando i carabinieri vennero a perquisire casa tua e le case dei compagni e non andarono a rovistare neppure per finta nelle cave e nelle abitazioni dei mafiosi? Chinnici e Caponnetto avevano parlato di depistaggio, ma anche quando si e' arrivati a Badalamenti dei depistatori non si parlava piu'. Ti eri data un appuntamento: il processo a Badalamenti, la scena l'aula bunker e tu che gia' ti muovevi stentatamente, sorretta dall'avvocato, seduta su una seggiola, con l'indice puntato contro il boss dietro un teleschermo. "Sei tu l'assassino di mio figlio" hai gridato e tu, con tutta la tua fragilita', eri un'accusatrice dissacrante e implacabile; lui, il boss dei due mondi, il capomafia irriducibile e tutto d'un pezzo, un povero vecchio, uno straccio d'uomo che non resisteva al peso della tua accusa. Il giorno tanto atteso era arrivato, ma tu ormai non eri solo una madre alla ricerca di giustizia per il figlio assassinato. Eri gia' da tempo un punto di riferimento per chiunque lottasse contro la mafia. La tua casa era gia' diventata un altare civile, un santuario laico, con tutte le carte delle attivita' di tanti anni appese alle pareti come gli ex voto. Anche grazie a un film che e' arrivato dove noi, con i nostri poveri mezzi (il Centro e' stato e continua ad essere autofinanziato, una scelta obbligata tra tanti accaparratori di denaro pubblico, in nome di un'antimafia tra spettacolo episodico e retorica continuata), non potevamo arrivare, qui, tra queste pareti, sono venuti in tantissimi, vecchi partigiani e giovanissimi dei noglobal. Sono venuti studenti da tutta l'Italia, sono venuti gli scout, commossi e felici di incontrarti. Qui si sono incontrate Felicia Bartolotta e Pina Grassi, Rita Borsellino e Haidi Giuliani, donne diversissime, provenienti da mondi lontani, che si sono capite e riconosciute. Qui e' arrivato Armando Gasiani, deportato a Mauthausen, originario di Anzola nell'Emilia, Comune di cui Felicia era cittadina onoraria, e tra lui e Felicia, che conosceva bene solo il siciliano, non c'e' stato nessun problema di comunicazione. Le Resistenze, tutte le Resistenze, da quella antifascista a quella antimafiosa a quella antiliberista, si sono incontrare nel piu' naturale dei modi. Tutti sono venuti a parlare con te e a imparare da te. Dicevi: "Tenete la schiena dritta e la testa alta". Non e' stato mai facile, ma oggi e' piu' difficile che mai. * Sul manifesto che questa notte, grazie a Liborio e a pochi altri, abbiamo appeso sui muri di Cinisi (l'abbiamo fatto in un giorno di festa, i tipografi hanno lavorato con noi, certo per amicizia nei nostri confronti ma soprattutto per affetto verso di te) abbiamo scritto: Ciao Felicia, non mamma Felicia, come sarebbe stato piu' ovvio. Perche' in tutti questi anni non sei stata soltanto moglie (di un mafioso, che a un certo punto ha cercato di difendere il figlio dalle mani degli assassini) e madre (di un rivoluzionario), ma donna per te, matura dentro te stessa, forte di una tua autonomia, di un tuo personale carisma che rendeva il colloquio con te, o anche un semplice saluto, un'esperienza preziosa e irripetibile. Qui e' passata la storia dell'Italia migliore, non solo della Sicilia, ma di tutta l'Italia. Qui sono venuti il presidente e i rappresentanti della Commissione parlamentare antimafia a consegnarti la relazione sul depistaggio nel caso Impastato. Hai detto: "avete resuscitato mio figlio", ma prima che in quelle carte, Peppino l'avete resuscitato tu, Giovanni e Felicetta, i compagni di Peppino che non si sono piegati alla disperazione e alla resa, l'abbiamo resuscitato Anna e io e gli altri compagni del Centro che abbiamo intitolato a Peppino quando quasi tutti pensavano che fosse un povero disperato saltato sulla sua bomba. Una grande vittoria, tua e nostra, questa relazione, che abbiamo pensato potesse e dovesse essere la prima pagina di una storia dell'impunita' (tutte le stragi, da Portella a Bologna, sono ancora impunite o solo parzialmente punite), ma il vento doveva andare in altra direzione e ora ci troviamo con un governo e una maggioranza che sono i peggiori di tutta la storia italiana. Una vergogna da rimuovere al piu' presto. Cara Felicia, negli ultimi anni, dopo il processo e la condanna di Badalamenti, era come se prendessi gradualmente commiato, ti preparassi a lasciarci, consapevole che avevi svolto fino in fondo il compito che ti eri assegnato. Eri ormai all'apice della tua fragilita' e della tua forza. Mi hanno riferito di un tuo colloquio con il segretario nazionale di Rifondazione. Hanno dovuto spegnere i registratori perche' le cose che dicevi sull'attuale governo, ma pure sull'opposizione, erano troppo al di fuori dei canoni del politically correct. Mi hanno detto che ultimamente eri contentissima per la pioggia di solidarieta' dopo la condanna di Giovanni in seguito alla citazione del difensore di Badalamenti che si era sentito "diffamato". Tra piccole e grandi soddisfazioni (avevi "decretato" che Badalamenti non poteva essere sepolto a Cinisi e avevi ribadito che certi delitti non possono essere perdonati) e attutite amarezze, ti preparavi a morire, eri tu che davi l'appuntamento alla morte. Sei morta serenamente, come chi giunge consapevolmente alla fine del viaggio. La bellezza del tuo volto, composto nella morte, ci dice con quanta serena dolcezza e' avvenuto il tuo trapasso. Una morte da augurarsi e da augurare. Ieri e' venuto un sacerdote a recitare l'ufficio dei morti. Diceva che sei morta il giorno di Santa Fara, patrona di Cinisi, lo diceva mentre sulla strada era da poco passata la processione dell'Immacolata, dietro cui ai bei tempi sfilava il fior fiore della mafia locale, a cominciare da Cesare Manzella, con l'abitino e la candela in mano. Se per i cattolici il giorno della morte e' il dies natalis, il 7 dicembre e' il giorno natale di Santa Felicia, santa laica. * Mentre venivano in tanti a vegliare la tua morte, sul tavolo della tua stanza da pranzo scrivevo alcune parole, che ti sono dedicate. Richiamano immagini che mi sono rimaste negli occhi. Lo scorso 9 maggio, quando tu, malferma sulle gambe, aiutandoti a camminare con una sedia, ti sei affacciata su questa soglia, e distribuivi garofani rossi (un fiore caduto in disgrazia!) alle mani dei giovani e dei meno giovani che erano venuti a ricordare Peppino e a riflettere sui problemi che abbiamo di fronte (dal neoliberismo alla guerra preventiva, dall'immigrazione clandestina che ha fatto del Mediterraneo un mare di morte al saccheggio del territorio, per riprendere un tema che fu di Peppino). Questa e' la prima immagine. Distribuivi garofani rossi alle mani levate nel pugno e il gesto restituiva valori dimenticati come bandiere colorate di primavere che dovevano ancora nascere. Gli occhi nutrivano silenzi grandi come orizzonti e le parole sgorgavano dalle labbra lievi di tenerezza fermentate d'ironia taglienti di sarcasmo come quelle di tuo figlio, una sfida per i mafiosi che non tolleravano la tua forza di donna maturata nell'ombra esplosa in un giorno di maggio quando credevano di uccidere la vita camuffandola da morte. Ti sia dolce la notte Felicia e la gioia del tuo nome segua i nostri passi alla ricerca del mattino. Una seconda immagine e' di qualche minuto fa. La camera ardente nella stanza dove hai ricevuto tantissime persone, il rosario tra le tue mani e il crocifisso al capezzale. Felicia, raccontandosi ad Anna e a me in La mafia in casa mia, dice di credere in Dio ma di non fidarsi dei preti. Dice una cosa che dicevano tantissimi anni fa le donne dei Fasci siciliani, quando organizzavano lo sciopero del Corpus Domini, per protestare contro i preti che diffamavano loro e Nicolo' Barbato, dirigente dei Fasci, una delle figure piu' alte del movimento operaio e contadino italiano ed europeo. Cosa penserebbe Felicia viva di quello che le sta accadendo da morta? Ti hanno messo un rosario tra le dita e un crocifisso culla il tuo sonno con le sue braccia di morto ma le preghiere che affiorano dalla tua bocca sono piu' antiche di quelle che si leggono nei libri sacri e parlano a un dio che agita le viscere delle partorienti e accoglie i deliri dei moribondi. L'inferno a cui siamo condannati e' in questa vita e i nostri occhi sono l'unica terra dove fioriscono i paradisi. La terza immagine richiama la bellissima fotografia di Gabriella Ebano che abbiamo messo sul manifesto: Felicia che apre la porta-finestra di questa casa. Ora da morta potrai spalancare le finestre con mani piu' sicure di quelle che ti reggevano da viva. Ora nessuno potra' dire di non sentire la tua voce levata a condannare i carnefici e a maledire i vigliacchi. E' piu' forte il tuo silenzio di questi rumori che giungono da un mondo che non ha imparato a viversi. Continuera' ad essere aperta questa casa. E qui, cara Felicia, davanti al tuo silenzio, prendiamo con te alcuni impegni, sperando di saperli mantenere. Ieri Moffo Schimmenti, un compagno storico delle Madonie, mi raccontava che qualche tempo fa gli hai detto: "Dovete fare di piu', perche' la mafia e' troppo forte". Cercheremo di fare di piu'. Ma in primo luogo cercheremo di tenere aperti questa casa e il Centro di Palermo. Qui vorremmo che nascesse un Archivio storico dedicato a Peppino ma anche (senza anche) a te. Il Centro di Palermo continuera' a lavorare e speriamo che possa farlo meglio di quanto abbia fatto finora. Con questi impegni, ti salutiamo. E certo, siamo tristissimi, perche' ci hai lasciato, ma siamo sereni perche' abbiamo comunicato con la tua serenita'. La tua lezione di vita continua e speriamo di saperti ascoltare ancora per molto. Ciao Felicia. Il nostro cammino continua. * Post dictum C'e' un'ultima immagine ed e' quella che abbiamo vissuto qualche secondo fa, quella che stiamo vivendo in questi momenti. Ci specchiamo nella tua morte ed e' come sporgersi su un pozzo senza fondo dove affiorano brandelli di storia in cui rivivono le stazioni della tua via crucis. Ora sembri immutabile trasfigurata nella bellezza del trapasso rischiarata la fronte cancellate le rughe e sono un sacrilegio i flash dei fotografi le parole di chi ti ha ignorato da viva e ti esalta da morta un lutto cittadino strappato senza convinzione con un paese passato da Mafiopoli a Mafiopoli e un palazzo occupato da figli degni dei padri. Tu ormai sei al di la' del muro d'ombra e la tua morte e' pace; i vivi imparino a viverla, la pace. 2. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE PRIMA) [La seguente serie di schede, solo in piccola parte aggiornate, il curatore predispose qualche anno fa per metterla a disposizione dei suoi studenti. Il medesimo si scusa per gli errori e le omissioni che non possono mancare] THEODOR W. ADORNO Nato nel 1903 a Francoforte sul Meno, costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, acutissimo osservatore della societa' contemporanea, filosofo e musicologo, e' deceduto nel 1969. Una delle figure di massimo spicco della "scuola di Francoforte". Opere di Theodor W. Adorno: nella sua vastissima produzione segnaliamo almeno, per un primo approccio, Dialettica dell'illuminismo (con Max Horkheimer), Minima moralia, Dialettica negativa, tutti presso Einaudi, Torino. Opere su Theodor W. Adorno: si veda almeno, per un primo orientamento, Sergio Moravia, Adorno e la teoria critica della societa', Sansoni, Firenze; e Fredric Jameson, Tardo marxismo, Manifestolibri, Roma. Sulla scuola di Francoforte si vedano le monografie introduttive di Assoun (Lucarini), Bedeschi (Laterza), Jay (Einaudi), Rusconi (Il Mulino), Therborn (Laterza), Zima (Rizzoli). ERALDO AFFINATI Nato a Roma nel 1956, insegnante, scrittore, giornalista. Opere di Eraldo Affinati: segnaliamo particolarmente Veglia d'armi. L'uomo di Tolstoj, Marietti, 1992, poi Mondadori, Milano 1998; Campo del sangue, Mondadori, Milano 1997; Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer, Mondadori, Milano 2002. GIORGIO AGAMBEN Docente all'Universita' di Verona. Negli ultimi anni ha concentrato la sua riflessione sui temi della violenza del potere sulle persone ridotte alla loro "nuda vita". Opere di Giorgio Agamben: in questo ambito ci interessano particolarmente Homo sacer, Einaudi, Torino 1995; Mezzi senza fine, Bollati Boringhieri, Torino 1996; Quel che resta di Auschwitz, Bollati Boringhieri, Torino 1998; Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, Torino 2003. LORENZO ALBERTINELLI Abilitato in filosofia, professore di italiano e storia negli istituti tecnici, autore di un poema storico in sette canti sulla Shoah: I lager, Giuntina, Firenze 1994. ANGELA ALES BELLO Angela Ales Bello, decano della Facolta' di Filosofia dell'Universita' Lateranense a Roma, direttrice del Centro italiano di ricerche fenomenologiche, direttrice della rivista "Aquinas", fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere, e' curatrice dell'edizione italiana delle opere di Edith Stein presso Citta' Nuova; e' tra le piu' grandi studiose del pensiero fenomenologico. Opere di Angela Ales Bello: Husserl e la storia, 1972; L'oggettivita' come pregiudizio. Analisi di inediti husserliani sulle scienze, 1982; Husserl. Sul problema di Dio, Roma 1985; Husserl e le scienze, 1986; Fenomenologia dell'essere umano. Lineamenti di una filosofia al femminile, Citta' Nuova, Roma 1992; Culture e religioni. Una lettura fenomenologica, Citta' Nuova, Roma 1997; Edith Stein. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1999; Edith Stein. patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000; Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero Padova, 1998, 2003. BARBARA ALLASON Intellettuale antifascista (1877-1968). Dal sito www.anpi.it riportiamo la seguente scheda: "Barbara Allason, nata a Pecetto (Torino) il 12 ottobre 1877, deceduta a Torino il 20 agosto 1968, scrittrice e critica letteraria. Dopo aver iniziato gli studi universitari a Napoli ed averli conclusi a Torino con una laurea in letteratura tedesca, la Allason prese, attraverso Piero Gobetti, i primi contatti con l'antifascismo torinese. Nel 1929, avendo espresso con una lettera la sua solidarieta' a Benedetto Croce, che aveva parlato al senato contro i patti lateranensi, fu allontanata dall'insegnamento. Entrate in vigore le leggi eccezionali fasciste, partecipo' all'attivita' clandestina del gruppo torinese di "Giustizia e liberta'" e, tra il 1930 e il 1934, la sua casa sulla collina divenne luogo d'incontro abituale di intellettuali democratici. In quel periodo assolse anche delicati incarichi cospirativi, tra i quali il collegamento tra le organizzazioni antifasciste di Torino e Milano e il tentativo, fallito, di far evadere Ernesto Rossi dal carcere. Nel 1934, in occasione del processo a Leone Ginzburg e Sion Segre fu arrestata dalla polizia e incarcerata per alcuni mesi. Anche negli anni del fascismo trionfante non venne mai meno il suo impegno contro il regime. Su quel periodo scrisse un libro, "Memorie di un'antifascista", vivacissimo documento sulla storia dell'opposizione alla dittatura. Autrice di numerosi romanzi e di articoli di critica letteraria, Barbara Allason e' nota soprattutto per le sue traduzioni dei classici tedeschi, da Goethe a Schiller, da Nietzsche a Hoffmann. L'ultimo suo romanzo, "Vecchie ville vecchi cuori" e' una pregevole rievocazione storica e insieme viaggio sentimentale nella collina torinese". WILLIAM SHERIDAN ALLEN Storico e docente universitario americano. Opere di William Sheridan Allen: Come si diventa nazisti, Einaudi, Torino 1968. JEAN AMERY Pseudonimo di Hans Mayer. Nasce a Vienna nel 1912. A seguito dell'annessione dell'Austria alla Germania, si trasferisce in Belgio e partecipa alla Resistenza. Catturato dai nazisti, deportato ad Auschwitz. Sopravvissuto, si toglie la vita nel 1978. Ha scritto saggi di straordinaria acutezza, semplicemente ineludibili. Opere di Jean Amery: segnaliamo particolarmente Intellettuale a Auschwitz, Rivolta e rassegnazione, Levar la mano su di se', tutti presso Bollati Boringhieri. Opere su Jean Amery: si veda almeno il capitolo de I sommersi e i salvati in cui Primo Levi parla di Jean Amery (e' a seguito di questo capitolo di Levi, che l'opera di Amery iniziera' ad essere adeguatamente tradotta in italiano). DANIEL AMIT Nato nel 1938 a Lodz, in Polonia, cittadino israeliano, docente di fisica all'Universita' ebraica di Gerusalemme e all'Universita' "La Sapienza" di Roma, e' una delle figure piu' vive dell'impegno pacifista. Ha pubblicato vari prestigiosi lavori scientifici e molti interventi per la pace, il dialogo e la convivenza, per i diritti e la liberazione dei popoli e delle persone. GUENTHER ANDERS Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia nel 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso nel 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravivvenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo) e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi. ROBERT ANTELME Nato nel 1919, fu per tre anni in lager; il suo libro del 1947, La specie umana, e' tra le maggiori testimonianze dell'orrore dei lager. Opere di Robert Antelme: La specie umana, Einaudi, Torino 1969, 1976. HANNAH ARENDT Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l 'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000. SILVANO ARIETI Illustre psichiatra, nato a Pisa nel 1914, abbandona l'Italia nel 1939 a seguito delle persecuzioni razziste, e' scomparso negli Stati Uniti nel 1981; uno dei maggiori studiosi della schizofrenia. Opere di Silvano Arieti: Il se' intrapsichico (1967); Interpretazione della schizofrenia (1974); Psichiatria e oltre (1975); Creativita' (1976); Le vicissitudini del volere (1978); La depressione grave e lieve. L'orientamento psicoterapeutico (1978); Capire e aiutare il paziente schizofrenico ((1979); Il parnas (1979). ROSE AUSLAENDER Poetessa nata a Cernovcy in Bucovina nel 1901, vissuta tra Europa e America, nel 1931 torno' nella citta' natale per assistere la madre inferma, durante l'occupazione nazista di Cernovcy riusci' a sopravvivere nel ghetto e nascondendosi in una cantina, e' deceduta a Duesseldorf nel 1988. Pubblico' oltre venti raccolte poetiche. URI AVNERY Uri Avnery e' nato ad Hannover nel 1924, ed e' emigrato in Palestina all'avvento del nazismo; gia' militante dell'Haganah e combattente nella guerra del 1948; piu' volte parlamentare, giornalista, impegnato nell'opposizione democratica e nel dialogo col popolo palestinese; e' tra le voci più vive del movimento pacifista israeliano. Opere di Uri Avnery: Israele senza sionisti, Laterza, Bari 1970; Mio fratello, il nemico, Diffusioni 84, Milano 1988. INGEBORG BACHMANN Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. Opere su Ingeborg Bachmann: un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore. LAURA BALBO Sociologa, impegnata nel movimento antirazzista, e' stata ministra per le pari opportunita'. Opere di Laura Balbo: Stato di famiglia, Etas; Interferenze (con Renate Siebert), Feltrinelli; Time to care, Angeli; Tempi di vita (a cura di), Feltrinelli; I razzismi possibili, I razzismi reali, Razzismi: un vocabolario (tutti e tre i volumi in collaborazione con Luigi Manconi), Feltrinelli. ERNESTO BALDUCCI Ernesto Balducci e' nato a Santa Fiora (in provincia di Grosseto) nel 1922, ed e' deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1992. Sacerdote, insegnante, scrittore, organizzatore culturale, promotore di numerose iniziative di pace e di solidarieta'. Fondatore della rivista "Testimonianze" nel 1958 e delle Edizioni Cultura della Pace (Ecp) nel 1986. Oltre che infaticabile attivista per la pace e i diritti, e' stato un pensatore di grande vigore ed originalita', le cui riflessioni ed analisi sono decisive per un'etica della mondialita' all'altezza dei drammatici problemi dell'ora presente. Opere di Ernesto Balducci: segnaliamo particolarmente alcuni libri dell'ultimo periodo: Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un'utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L'uomo planetario (Camunia, poi Ecp); La terra del tramonto (Ecp); Montezuma scopre l'Europa (Ecp). Si vedano anche l'intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); la raccolta postuma di scritti autobiografici Il sogno di una cosa (Ecp); la raccolta postuma di scritti su temi educativi Educazione come liberazione (Libreria Chiari); il manuale di storia della filosofia, Storia del pensiero umano (Cremonese); ed il corso di educazione civica Cittadini del mondo (Principato), in collaborazione con Pierluigi Onorato. Opere su Ernesto Balducci: cfr. i due fondamentali volumi monografici di "Testimonianze" a lui dedicati: Ernesto Balducci, "Testimonianze" nn. 347-349, 1992; ed Ernesto Balducci e la lunga marcia dei diritti umani, "Testimonianze" nn. 373-374, 1995; un'ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica e' il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant'anni di attivita', Libreria Chiari, Firenze 1996; recente e' il libro di Bruna Bocchini Camaiani, Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernita', Laterza, Roma-Bari 2002; cfr. anche almeno Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002; e AA. VV., Verso l'"uomo inedito", Foncdazione Ernesto Balducci, San Domenico di Fiesole (Fi) 2004. Per contattare la Fondazione Ernesto Balducci: tel. 055599147, e-mail: feb at fol.it, sito: www.fondazionebalducci.it KEVIN BALES Studioso inglese, impegnato contro la schiavitu'. Opere di Kevin Bales: I nuovi schiavi, Feltrinelli, Milano 2000. ETIENNE BALIBAR Pensatore francese, nato nel 1942, docente di filosofia alla Sorbona, collaboratore di Althusser, ha fatto parte del Pcf uscendone nel 1981 in opposizione alla politica del partito comunista francese iniqua verso gli immigrati; impegnato contro il razzismo, e' uno degli intellettuali critici piu' lucidi nella denuncia delle nuove e pervasive forme di oppressione e sfruttamento. Opere di Etienne Balibar: (con L. Althusser ed altri), Leggere il Capitale, Feltrinelli, Milano; Le frontiere della democrazia, Manifestolibri, Roma; La filosofia di Marx, Manifestolibri, Roma; (con I. Wallerstein), Razza, nazione, classe, Edizioni Associate, Roma. KARL BARTH Illustre teologo svizzero (Basilea 1886-1968), impegnato nella "chiesa confessante" contro il nazismo. In ambito teologico svolse una critica radicale della cosiddetta teologia liberale e propose il ritorno all'ispirazione fondamentale della Riforma. Opere di Karl Barth: segnaliamo almeno L'Epistola ai Romani, Feltrinelli, Milano; Antologia, Bompiani, Milano; Autobiografia critica, La Locusta, Vicenza. Opere su Karl Barth: per un approccio cursorio cfr. l'agile profilo di Georges Casalis, Karl Barth, Claudiana, Torino; per un approccio piu' impegnativo cfr. Italo Mancini, Novecento teologico, Vallecchi, Firenze. FRANCO BASAGLIA Franco Basaglia, nato a Venezia nel 1924 e deceduto nel 1980, e' la figura di maggiore spicco della psichiatria italiana contemporanea; ha promosso la restituzione di diritti e il riconoscimento di dignita' umana ai sofferenti psichiatrici precedentemente condannati alla segregazione e a trattamenti disumani e disumanizzanti. Opere di Franco Basaglia: vi e' una pregevole edizione in due volumi degli Scritti, Einaudi, Torino 1981-82. Tra i principali volumi da lui curati (e scritti spesso in collaborazione con la moglie Franca Ongaro Basaglia, e con altri collaboratori) sono fondamentali Che cos'e' la psichiatria, L'istituzione negata (sull'esperienza di Gorizia), Morire di classe, Crimini di pace, La maggioranza deviante, tutti editi da Einaudi; insieme a Paolo Tranchina ha curato Autobiografia di un movimento, editori vari, Firenze 1979 (sull'esperienza del movimento di psichiatria democratica); una raccolta di sue Conferenze brasiliane e' stata pubblicata dal Centro di documentazione di Pistoia nel 1984, una nuova edizione ampliata e' stata edita da Raffaello Cortina Editore, Milano 2000. Opere su Franco Basaglia: e' stato recentemente pubblicato il volume di Mario Colucci, Pierangelo Di Vittorio, Franco Basaglia, Bruno Mondadori, Milano 2001, con ampia bibliografia. Un fascicolo monografico a lui dedicato e' Franco Basaglia: una teoria e una pratica per la trasformazione, "Sapere" n. 851 dell'ottobre-dicembre 1982. Si veda inoltre la collana dei "Fogli di informazione" editi dal Centro di documentazione di Pistoia. A Basaglia si ispira tutta la psichiatria democratica italiana e riferimenti a lui sono praticamente in tutte le opere che trattano delle vicende e della riflessione della psichiatria italiana contemporanea. GIORGIO BASSANI Illustre scrittore, nato a Bologna nel 1916 ma ferrarese per antonomasia (anche se dal '43 si stabili' a Roma, ma con Ferrara mantenne sempre un forte legame), perseguitato dal fascismo, resistente, una delle voci piu' rilevanti della cultura italiana del Novecento, e' scomparso nel 2000. Tra le opere di Giorgio Bassani segnaliamo in particolare quelle raccolte nel ciclo del "Romanzo di Ferrara". Opere su Giorgio Bassani: per un avvio Massimo Grillandi, Invito alla lettura di Bassani, Mursia, Milano 1972, 1973; Giorgio Varanini, Bassani, La Nuova Italia, Firenze 1975. TILL BASTIAN Medico, dirige un istituto di ricerca sull'ambiente, la cultura e la pace. Opere di Till Bastian: Auschwitz e la "menzogna su Auschwitz", Bollati Boringhieri, Torino 1995. RICCARDO BAUER Antifascista, democratico, pacifista (1896-1982). Impegnato in "Giustizia e Liberta'", nel Partito d'Azione, presidente della Societa' Umanitaria e della Lega Italiana dei diritti dell'uomo. Opere di Riccardo Bauer: Alla ricerca delle liberta', Firenze 1957; Il senso della liberta', Manduria 1967; La violenza problema d'oggi, Milano 1971; Il movimento pacifista e i lavoratori, Milano 1972; Per una vera pace. L'arbitrato internazionale obbligatorio, Milano 1975; Il disarmo. Un primo passo, difficile, necessario, urgente, Milano 1976; Il dramma dei giovani, Milano 1977; Breviario della democrazia, Milano 1978; Abc della democrazia, Milano 1980; Le radici della democrazia, Firenze 1983; La guerra non ha futuro, Milano 1994. Opere su Riccardo Bauer: Mario Melino (a cura di), Riccardo Bauer, Angeli, Milano 1985; "Riccardo Bauer / Quaderni", Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. YEHUDA BAUER Storico della Shoah, docente universitario. Opere di Yehuda Bauer: Ebrei in vendita? Le trattative segrete fra nazisti ed ebrei 1933-1945, Mondadori, Milano 1998. JANINA BAUMAN Janina Bauman, intellettuale ebrea polacca nata a Varsavia nel 1926, ha vissuto la drammatica esperienza del ghetto di Varsavia. Sopravvissuta alla Shoah, laureata in scienze sociali e politiche, ha lavorato nell'industria cinematografica polacca; dopo le lotte studentesche del 1968 con il marito Zygmunt che del movimento studentesco era uno dei punti di riferimento ha dovuto abbandonare la Polonia. Tra le sue opere, i due volumi di memorie: Inverno nel mattino, e Un sogno di appartenenza, entrambi editi dal Mulino, Bologna, rispettivamente nel 1994 e nel 1997. ZYGMUNT BAUMAN Illustre sociologo, intellettuale democratico, ha insegnato a Varsavia, a Tel Aviv e Haifa, a Leeds; e' il marito di Janina Bauman. Opere di Zygmunt Bauman: segnaliamo almeno Cultura come prassi, Il Mulino, Bologna 1976; Modernita' e olocausto, Il Mulino, Bologna 1992, 1999; La decadenza degli intellettuali, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Il teatro dell'immortalita', Il Mulino, Bologna 1995; Le sfide dell'etica, Feltrinelli, Milano 1996; La societa' dell'incertezza, Il Mulino, Bologna; Dentro la globalizzazione, Laterza, Roma-Bari 1999; Voglia di comunita', Laterza, Roma-Bari 2001; Modernita' liquida, Laterza, Roma-Bari 2002; Intervista sull'identita', Laterza, Roma-Bari 2003. LIDIA BECCARIA ROLFI Nata a Mondovi' nel 1925, staffetta partigiana nella Resistenza, nel '44 fu arrestata dai nazifascisti e deportata nel campo di sterminio di Ravensbrueck. Insegnante, testimone, e' deceduta nel 1996. Opere di Lidia Beccaria Rolfi: Le donne di Ravensbrueck (con Anna Maria Bruzzone), Einaudi, Torino 1978; L'esile filo della memoria, Einaudi, Torino 1996; Il futuro spezzato (con Bruno Maida), Giuntina, Firenze 1997. Opere su Lidia Beccaria Rolfi: Bruno Maida (a cura di), Un'etica della testimonianza. La memoria della deportazione femminile e Lidia Beccaria Rolfi, Angeli, Milano 1997. 3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 4. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 821 del 26 gennaio 2005 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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