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La nonviolenza e' in cammino. 791
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 791
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 27 Dec 2004 00:23:20 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 791 del 27 dicembre 2004 Sommario di questo numero: 1. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra (parte prima) 2. La "Carta" del Movimento Nonviolento 3. Per saperne di piu' 1. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE PRIMA) [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) per averci messo a disposizione il piu' recente aggiornamento, del 14 novembre 2004, della sua fondamentale bibliografia ragionata sulle lotte nonarmate e nonviolente. Pubblichiamo oggi la parte prima; la parte seconda e conclusiva pubblicheremo nel notiziario di domani. Enrico Peyretti e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.org. Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 731 del 15 novembre 2003 di questo notiziario] "Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non e' vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se e' vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendico' magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell'India, e William Penn, quando si presento' con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell'America del Nord. Esistono vittorie senza violenza" (Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS, 2004, p. 136). "Esiste una storia della nonviolenza, che e' anche la storia delle lotte contro la violenza degli 'uomini irragionevoli'. E' sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l'attenzione degli uomini 'ragionevoli' che raccomandano e giustificano la violenza" Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Pisa, Edizioni Plus, 2004, p. 297). * Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa 120 libri, opuscoli, articoli, circa 80 nella prima parte e oltre 40 nella seconda) non e' una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella relazione, su "Testimonianze" n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in "Effe", rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche nell'Annuario della pace, Italia / Maggio 2000 - giugno 2001, Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352, ed e' comparsa piu' di una volta nel quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino" (e-mail: nbawac at tin.it). Una selezione della bibliografia e' pubblicata in Assessorato all'Istruzione, Regione Campania, Ponti di pace sul Mediterraneo, Agenda 2004, a cura di Giuliana Martirani, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2003. Una versione adattata e' uscita in appendice al volume di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Edizioni Plus, Pisa 2004 (e-mail: info-plus at edizioniplus.it). Intera, e via via aggiornata, la bibliografia si puo' trovare ora nei siti: - http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_2668.html - http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti - http://www.cssr-pas.org Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte nonarmate e/o nonviolente, alternative alla violenza in conflitti politici acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in questi anni. Dico nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, e nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Quest possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative. La dominante ideologia della violenza ha di fatto ignorato queste forme di resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Ma anche se non vi fosse alcuna esperienza efficace di lotta nonviolenta, sarebbe un dovere e una necessita' inventare oggi questa lotta, per chi vuole affermare la giustizia senza contribuire all'ingiustizia. Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in History, in Usa, lo European Working Group on Peace Research in History, lo Insituto de la Paz y los Conflictos de la Universidad de Granada, Espana. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr. Elise Boulding, Inventare futuri di pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante, ristretta sull'esclusivo e riduttivo modello armista del monopolio militare. La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di pubblicazione. Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, fax: 0115158000, e-mail: regis at arpnet.it, sito: www.arpnet.it/regis, ora anche www.cssr-pas.org. A questi indirizzi (o a quello del curatore: e.pey at libero.it) sara' gradita ogni segnalazione che integri l'attuale aggiornamento. Ringrazio i molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo. Evidenzio con asterisco * i lavori che mi sembrano di primaria importanza. * I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945 * 1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli, Milano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, Milano 1989). Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. Altri casi storici significativi Capitini elenca nel brano citato in epigrafe, tratto da La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962. 2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta non-violenta del buddismo nel Vietnam, Citta' Nuova, Roma 1970. * 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Lanterna, Genova 1977 (1969). L'Autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991) in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, Albin Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici. * 4. Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; edizione economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia' registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti. 5. AA. VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni. * 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980. 7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali nazisti nella II guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981. * 8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973). - Nel vol. 1, Potere e lotta, cap. III, pp. 133-136, Sharp propone sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria, pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della societa' consapevole. - Nel vol. 2, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da oltre 30 anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard University. 9. W. H. Conser, R. M. McCarthy, D. J. Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages. 10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi. * 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Sonda, Torino-Milano 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato attuale delle correnti nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La nonviolenza e' viva, in "La Stampa", 22 agosto 2003. (Vedi sotto, il n. 58). * 12. Sull'importantissimo contributo del movimento femminile e femminsta ai metodi nonviolenti di lotta: - Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, Pergamon, New York 1985), introduzione di Elisabetta Donini, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88). - Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismo, Editrice Intra Moenia, Napoli 2003. Oltre la riflessione problematica sulla predisposizione delle donne alla nonviolenza, il libro - con contributi delle maggiori studiose e guide delle lotte femminili - richiama anche esperienze storiche e contiene un manuale di comportamento per l'azione diretta nonviolenta. - Si veda anche il n. 7 della seconda parte di questa bibliografia. 13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc. 14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia nell'800. * 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Sonda, Torino-Milano 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a capire e vivere la "nonviolenza del forte". - Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975. Sulla rivoluzione nonviolenta in Iran nel 1978-1979, posso segnalare: - Il n. 22 della collana Quaderni della Dpn, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (La Meridiana, Molfetta 1993, pp. 163) e' la traduzione della seconda edizione 1989 di Les lecons de l'histoire. Resistances civiles et defense populaire non-violente, in Les dossiers de Non-violence Politique, n. 2, che illustra ampiamente numerosi casi storici di lotte nonviolente (vedi sotto, al n. 23), tra cui anche Iran 1978-79. La traduzione italiana purtroppo esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese che descrivono il sollevamento popolare in Iran 1978-1979, il quale, opponendosi senz'armi all'esercito (in quel tempo il quinto al mondo per potenza) per lunghi mesi, porto' infine alla cacciata dello Scia' senza compiere alcuna violenza, sebbene col sacrificio di centinaia di vittime della repressione. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. Queste pagine sono state tradotte da Simona Di Raimondo, dei Traduttori per la pace, e sono disponibili nel mio computer per chi le richiede. - David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, il caso Iran 1979, insieme a vari altri casi storici. Sull'Iran, l'Autore scrive, alle pp. 138-139: "La piu' sorprendente rivoluzione basata sui mezzi di comunicazione del popolo - la cosiddetta 'stampa di bazar' - per ironia qualificata 'anti-moderna' e' l'esperienza iraniana". - Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su "Le Monde", 18 gennaio 1999, e col titolo Vent'anni dopo, su "Internazionale", 19 febbraio 1999. - Sulla vicenda iraniana hanno scritto anche Foucault e Kapuscinski. Devo ancora rintracciare le indicazioni precise dei loro scritti. - Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento Islam, pace, nonviolenza in E. Peyretti, La politica z" pace, Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131. - Mahmoud Mohamed Taha (1909 o 1911 - 1985, Il secondo messaggio dell'Islam, Emi, Bologna 2002. Taha, detto il Gandhi del Sudan, imprigionato dagli inglesi, fu condannato e impiccato come eccessivo riformatore dell'Islam. Il nuovo messaggio e' per lui quello della prima fase del Profeta, alla Mecca, libero dalle compromissioni con le esigenze politiche del periodo di Medina, percio' piu' spirituale e teso alla pace del musulmano "con se stesso, con il suo Signore, con ogni essere e ogni cosa". - Cfr anche il n. 24 di questa prima parte della bibliografia, sulla resistenza nonviolenta della popolazione albanese del Kossovo, in gran parte musulmana. - Cfr anche il n. 59 sulla resistenza civile della popolazione al terrorismo islamista in Algeria. 16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini, La meridiana, Molfetta 1991, pp. 82-89. * 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibliografia. - Michael S. Durham (ed.), Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, introduction by Andrew Young, Stewart, Tabori & Chang, New York, 1984. - Robert Cooney & Helen Michalowski (eds.), The Power of the People. Active Nonviolence in the USA, New Society Publishers, Philadelphia 1987. - King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese, la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M. L. King e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione. - Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in "Cahiers de la Reconciliation", n.1, 1998. * 18. Sulle esperienze e ricerche di riconciliazione nella verita' e giustizia, senza violenza, nei conflitti profondi, troviamo anzitutto lavori sul caso della lotta contro la segregazione razziale in Sudafrica, poi su altri casi nel mondo: - Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991. - Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold, Vintage Books, New York 1979. - Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, Agalev, Bologna 1988. Il capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Luthuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta, proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando l'impegno di Luthuli per la nonviolenza. - Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Mondadori, Milano 1989. - Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana, Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente. - Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e' pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima. - Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento tanto della repressione governativa quanto della lotta anti-apartheid condotta in un secondo tempo dall'African National Congress, ma indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo anglicano Desmond Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita' restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva. - Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000: lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace interrazziale, che e' problema della nostra societa'. - A. M. Gentili, A. Lollini, L'esperienza delle Commissioni per la verita' e la riconciliazione: il caso sudafricano in una prospettiva giuridico-politica, in G. Illuminati, L. Stortoni, M. Virgilio (a cura di), Crimini internazionali fra diritto e giustizia, Torino, Giappichelli 2000, pp. 163-215. - Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001: "Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120). Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid alla riconciliazione. - Alejandro Bendana, Charles Villa-Vicencio, La riconciliazione difficile. Dalla guerra a una pace sostenibile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2002. La prima parte del libro, stesa da Villa-Vicencio, direttore dell'Institute for Justice and Reconciliation di Cape Town, analizza con acume critico l'esperienza sudafricana. - Enrico Peyretti, Una giustizia ricostruttiva: la Commissione Verita' e Riconciliazione in Sudafrica, in "Minorigiustizia", rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia, n. 1-2/2002 (e-mail: minorigi at dag.it), Pinerolo, febbraio 2003, pp. 214-222. Si tratta di una relazione e ulteriore riflessione attuale sul caso sudafricano e le indicazioni che offre. - Danilo Franchi, Laura Miani, La verita' non ha colore, Aguzzini e vittime dell'apartheid testimoniano alla Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana, Edizioni Comedit 2000, Milano 2003. In 200 pagine su 270 il libro riporta ventuno drammatiche testimonianze rese alla Commissione, piu' alcuni documenti tra cui le conclusioni di Desmond Tutu, presidente della Commissione per la verita' e la riconciliazione. - Nell'aureo libretto di Carlo Maria Martini e Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia, Einaudi, Torino 2003, (una serie di Note a margine ho pubblicato nelmensile torinese "il foglio", n. 307, dicembre 2003, p. 6), il secondo dei due Autori dedica grande attenzione alla vicenda sudafricana (pp. 28-40), che valorizza acutamente. Egli fornisce anche una breve bibliografia, grazie alla quale integro la presente: - R. A. Wilson, The Politics of Truth and Reconciliation in South Africa. Legitimizing the Post-Apartheid State, Cambridge University Press, Cambridge 2001. - T. Groppi e X. Philippe, La Democratie imparfaite en Afrique du Sud, in S. Siccardi (a cura di), Le democrazie imperfette, Giappichelli, Torino 2002. - "Missione oggi", mensile dei missionari saveriani, n. 6, giugno-luglio 2004, e' tutto dedicato (pp. 3-47) agli atti del convegno Verita' e Riconciliazione. Lezioni dal Sudafrica, Brescia, 8 maggio 2004, con relazioni di Massimo Toschi, Michael Lapsley, Valerio Onida, e altri, con indicazioni bibliografiche e sitografiche. - Il film di John Boorman, In my country, (2004), racconta questa vicenda sudafricana, ed esprime bene, incarnato da diversi personaggi, il civile concetto africano di Ubuntu, che significa senso di umanita', sentire gli altri come se stessi. Pur col legittimo carattere celebrativo di epopea nazionale, il film rende correttamente il singolare lavoro della Commissione Verita' e Riconciliazione, attraverso toccanti storie personali di vittime e di aguzzini, ora posti faccia a faccia, e sono storie fedeli ai documenti. Il film puo' servire bene a far conoscere al grande pubblico la nuova via sudafricana alla giustizia, nella trasformazione dei conflitti. - A numerose altre ricerche e azioni di riconciliazione e' dedicato un numero della rivista teologica Concilium, n. 5/2003 (sito: www.queriniana.it). La prima parte tratta di esperienze in Peru', Nepal, Australia, Stati Uniti e Canada (popoli nativi), America Centrale; la seconda parte contiene riflessioni di autorevoli rappresentanti di buddhismo, induismo, ebraismo, cristianesimo; la terza parte offre articoli sulla prospettiva delle Nazioni Unite, sul processo di riconciliazione sociale, sulla religione come risorsa di riconciliazione, sull'amore dei nemici nelle lotte sociali. Una conclusione fa il punto sul movimento verso una cultura di riconciliazione. 19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in "IPRI Newsletter" n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel. 011532824). 20. AA. VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi di studio di lotte nonviolente. * 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la Difesa popolare nonviolenta (Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel. 0815510286, fax: Antonino Drago 0812394508) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte popolari nonviolente: - Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (primo convegno, Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Fuori Thema 1993; - La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (terzo convegno, Bologna, novembre1991), a cura di Gino Stefani, Fuori Thema 1992; - Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, (quarto convegno, Vicenza, novembre 1994), a cura di A. Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995. - La difesa della pace con mezzi civili, (quinto convegno, Roma, 4-5 novembre 1995), a cura di A. Drago, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico. * 22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'. - Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici. - Sui fatti dell'Europa orientale nel 1989 (vedi sotto, al n. 28): n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite, Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995. * 23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (gia' citato sopra, al n. 15), illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col libro di J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la traduzione italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese sul sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che porto' alla cacciata dello Scia' senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. * 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte musulmana; vedi sopra, n. 15) del Kosovo al regime di occupazione militare serba: - Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Fayard, Paris 1994. - Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Emi, Bologna 1993. - Valentino Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar, Gorle (Bergamo), 1994. - Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997. - Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in "Religioni e societa'", n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997. - Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, La Meridiana, Molfetta 1997. Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione dell'Autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999. * 25. Francois Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo Gentiloni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91). 26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della nonviolenza, in "Il Regno-attualita'", n.14, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta' storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta. 27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770 e gli anni successivi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90. * 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono un notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta: - Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti. - Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35. - Sul maggio cinese, vedi sotto, n. 37. 29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991. 30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali, Linea d'ombra, Milano 1994, p. 44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95). 31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Solidarnosc 1980-1981. 32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93. 33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla frontiera. 34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione. 35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford), Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian Conflict, in "Journal of Peace Research", vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale. 36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social novateur, L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992). 37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il XLI opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989. 38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta", novembre 1996, pp. 6-7. * 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino, tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio). 40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta, partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con la presenza dei maggiori studiosi mondiali (Pontara, Papisca, Sharp, Ebert, Muller, Galtung); nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace research. 41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1996. Nel libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a. C.). * 42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), raccoglie ed esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India 1975-77, OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari momenti. Si puo' aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal mezzo della comunicazione popolare (v. il n. 1 della seconda parte di questa bibliografia). * 43. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni. Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel 1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia all'Africa. I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p. 230). Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile), i mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza". 44. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente nell'Europa dell'est per una strategia e per istituzioni atte alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela generale della societa' dalla violenza diffusa. * 45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una teoria generale, Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro (Strategie di trasformazione costruttiva). Una nuova edizione del lavoro, col titolo Conflitti e mediazione. Introduzione a una teoria generale, e' uscita nel 2003 presso il medesimo editore. * 46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza alternativo al militare, ma dipendente da esso. Drago mostra le possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella legislazione italiana. 47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione informatica di base: - Rafal Robozinski, Mapping Russian Cyberspace: Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'Autore rileva, tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991 contro Gorbaciov. - Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of Globalizations, "Foreign Policy" 112 (fall), 1998: 97-109. L'Autore esamina la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI, l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali. Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999. * 48. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni" esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi alla guerra. * 49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28 ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada, racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate. L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose). Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Ugo Guanda, Parma 1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il volume precedente ed aggiunge altri saggi. * 50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (e-mail: nbawac at tin.it), ha pubblicato nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel 1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia. * 51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande editore, Torino 1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra, praticate o praticabili, sono richiamate anche alcune esperienze storiche. * 52. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in "Non-violence Actualite'" (gennaio 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO-OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture) trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume". * 53. Sulla storia della pace, e' possibile segnalare: - Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la Paz. Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp. 340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo secolo (pp. 349-357), Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa bibliografia. - Cruttwell, A History of Peaceful Change in the Modern World, Oxford University Press, 1937. - Johan Galtung, Storia dell'dea di pace, Satyagraha, Torino 1995 (rapido excursus di 78 pagine). - Alessandro e Daniele Marescotti, L'altra storia. Percorsi alternativi alla guerra e alla violenza dall'antichita' a oggi, in http://italy.peacelink.org/storia. Si tratta di materiale per una storia della pace: un lungo testo (290 pagine in corpo 12), soggetto a revisione continua, che consiste in una grande quantita' di schede sintetiche, ben curate, su eventi, movimenti, figure, testi che documentano fatti di pace rintracciati nella storia di tutti i tempi e popoli. Contatti con gli autori per fornire altri materiali da collegare alla storia della pace: 099-7303686 o 3471463719; http://italy.peacelink.org/storia/articles/art_2707.html - Renato Moro, Storia della pace. Idee, movimenti, battaglie, istituzioni. Il Mulino; Bologna 2004. - A. Marrone, P. Sansonetti, Ne' un uomo ne' un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 200 3. - Rina Gagliardi, Un movimento per la pace. Per una storia del pacifismo, Edizioni Alegre, Roma 2003. * 54. Laura Coppo, Terra gamberi contadini ed eroi, Emi, Bologna 2002. L'Autrice ha trascorso due mesi nell'ashram di una straordinaria coppia di indiani, Krishnammal e Jagannathan, due delle figure piu' prestigiose della nonviolenza in cammino e ha ricostruito, con la freschezza e la vivacita' della narrazione dei protagonisti, 70 anni di storia indiana, visti con gli occhi di chi, fin da giovanissimo, si affianco' a Gandhi nelle grandi iniziative di lotta nonviolenta. Dopo la morte di Gandhi, essi continuarono a stare a fianco dei contadini, dei pescatori, delle comunita' che, anche dopo l'indipendenza, si trovavano in situazioni di poverta' e pativano ingiustizie. La piu' recente battaglia nonviolenta - che dura da una ventina di anni - e' quella intrapresa contro il dilagare degli allevamenti intensivi di gamberi nelle zone costiere del sud dell'India: in terreni privati o demaniali, o acquistati a prezzi irrisori, industriali indiani o societa' multinazionali hanno abbattuto le aree verdi dove crescevano le mangrovie - una vegetazione con importanti funzioni di protezione delle coste, che ospita una varieta' di specie viventi (pesci, crostacei, arbusti) utili alle popolazioni locali - per costruire vasche in cemento in cui vengono allevati gamberi per esportazione, quelli che troviamo nei nostri mercati e nei panini al bar. Contro queste attivita' distruttive per l'ambiente e per le popolazioni, Krishnammal e Jagannathan organizzarono proteste, digiuni, petizioni, e vinsero anche una causa presso la Corte Suprema indiana. Il problema ha assunto una dimensione mondiale, e in questo impegno nonviolento si uniscono in tutto il mondo comunita' di contadini e pescatori in difesa del loro ecosistema vitale contro le industrie che alimentano forzatamente il commercio internazionale dei gamberi. * 55. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta nonviolenta, Berti, 2003. La prima parte del volumetto riferisce sulle esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di Genova 1982-89, Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2000, Missioni di pace all'estero. * 56. Autori Vari, Pace!, Voci a confronto sulla lettera enciclica Pacem in terris, del 1963, di Giovanni XXIII, Edizioni Paoline, 2003. Giuliana Martirani, nel capitolo da lei curato (pp. 35-57) analizza la vicenda dell'assedio della basilica della Nativita' a Betlemme, per 39 giorni dal 2 aprile 2002, come un'azione di difesa popolare nonviolenta, nella quale i frati francescani hanno svolto il ruolo di terza parte tra i palestinesi assediati e gli israeliani assedianti, e sono state attuate le cinque regole di Theodor Ebert (v. sopra, n. 6). Il caso di Betlemme e' analizzato e documentato nel libro di Giuseppe Buonavolonta' e Marc Innaro, giornalisti testimoni della vicenda, L'assedio della Nativita', Ponte alle Grazie, Milano 2002, che contiene anche il diario del francescano Ibrahim Faltas, uno dei protagonisti. * 57. Pierluigi Consorti (a cura di), Senza armi per la pace. Profili e prospettive del "nuovo" servizio civile, Edizioni Plus, Universita' di Pisa, 2003. Fra le esperienze di servizio civile, che con la caduta della leva diventa volontario, il volume riferisce su interventi, ovviamente disarmati, in situazioni di conflitto bellico, quali Sry Lanka, Mozambico, Burundi, Iraq, Kurdistan, ex-Yugoslavia, Timor Est, Chiapas, Turchia, Zambia, Cile, Kenia, Russia, Bolivia, Palestina, ed altre, ad opera di vari enti quali la Caritas italiana, Emergency, Medici senza frontiere, la Comunita' di Sant'Egidio, l'Operazione Colomba, i Caschi Bianchi, l'Unicef, Amnesty International, l'Unicri, la Regione Toscana, la Asl fiorentina, le Misericordie d'Italia. 58. Nonviolenza per Gerusalemme, e' il tema del n. 5, giugno 2004, di "Satyagraha", la rivista di studi scientifici su "il metodo nonviolento per trascendere i conflitti e costruire la pace", che esce a cura di Rocco Altieri, che ne e' il direttore, nelle edizioni Plus, dell'Universita' di Pisa (sito: www.pdpace.interfree.it). Ogni numero della rivista presenta elementi utili per la presente raccolta bibliografica. Questo n. 5 affronta l'enorme drammatico conflitto Israele-Palestina, con uno spirito di intensa originale ricerca e documentazione sulle potenzialita' e realta' di una sua trasformazione nonviolenta. Dei dodici autori (Rocco Altieri, Giorgio La Pira, John Paul Lederach, Marc Gopin, Abdul Aziz Said, Ibrahim Faltas, Mohammed Abu-Nimer, Angela Dogliotti Marasso, Michal Reifen, Maria Chiara Tropea, Mouvement pour une alternative non-violente, Franz Amato), cinque partecipano a questa ricerca direttamente dall'interno del conflitto, come israeliani o palestinesi. Nei loro scritti troviamo aspetti storici, religiosi, educativi, esperienze di percorsi di pace, azioni e riflessioni costruttive di nonviolenza, tradizioni di nonviolenza nelle culture e nelle religioni implicate, documenti di resistenza culturale e spirituale. (Vedi anche, sopra, il n. 11). 59. Su "La Stampa", 2 ottobre 2004, in una intervista concessa a Barbara Spinelli, Khalida Toumi Messaoudi, ministro della cultura del governo algerino, descrive la vincente lotta civile della popolazione, e in particolare delle donne, contro la violenza estrema compiuta lungo gli anni '90 da gruppi terroristici mossi da fanatismo religioso contro i diritti umani. Disobbedendo agli ordini minacciosi degli integralisti, i civili, e specialmente le donne, ne hanno indebolito e superato l'arroganza. L'esempio dell'Algeria, che ha condotto questa lotta senza alcun aiuto internazionale, vale come condanna dell'intervento Usa in Iraq, col pretesto della impossibile imposizione dall'esterno della democrazia. Cfr anche , sopra, il n. 15. (segue) 2. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 3. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 791 del 27 dicembre 2004 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
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