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Barnard e Chomsky su elezioni USA



Cari amici, sono Paolo Barnard (ex Report.. allontanato da Report) e
vi scrivo questo contributo sulle elezioni USA. Si tratta di uno
scambio di battute fra me e Noam Chomsky, che ritengo contenga punti
salienti di riflessione. Prima di tutto eccovi lo scambio, in
originale con traduzioni.

DA BARNARD A CHOMSKY

Date: Thu, 4 Nov 2004 03:42:52 +0100
To: Noam Chomsky <chomsky at mit.edu>
From: Barnard <dpbarnard at libero.it>
Subject: from Paolo Barnard
Cc:
Bcc:
X-Attachments:

Dear Chomsky,

This is reporter Paolo Barnard, with RAI TV in Rome, and author of
the film "The Other Terrorism", which saw your invaluable
contribution.

I can just imagine how you must feel. However one cannot fail to see
the following two points:

1) four years of unprecedented civic activism, mass demonstrations,
films, books, leaks, scandals, you name it.. in other words a
continuous barrage of blows against the Bush administration, have
come to this!
In my publication "For A Better World" (which you read) I had argued
that the "Movement" must urgently rethink its entire strategy to
achieve real change, from top to bottom, and I had suggested four
steps. Lacking this, I had foreseen little or no achievement,and
inevitable defeat. Sadly, I was proven right.

2) we now have undisputable evidence that most voters pick their
candidate according to a sort of preconceived psychological
attachment to him/her, and not according to his/her factual record,
as Bush's case eloquently shows. This has profound implications in
the way we must fight on, and on how we should now reformulate our
ways to generate consensus on liberal ideals.

I wish you all the best. Hope we stay in touch.

Paolo Barnard
RAITV, Rome

Caro Chomsky, sono Paolo Barnard della RAI di Roma, autore del
servizio "L'altro terrorismo" che ha visto la sua inestimabile
partecipazione.
Mi posso immaginare come lei si senta in questo momento. Tuttavia non
possiamo mancare di vedere i due punti che seguono:

1) Quattro anni di attivismo civile senza precedenti, di
dimostrazioni di massa, di film, di libri, di soffiate e scandali, e
altro.. in altre parole un fuoco di sbarramento continuo contro
l'amministrazione Bush hanno prodotto questo! (la vittoria di Bush)
Nel mio documento "Per un Mondo Migliore" (che lei ha letto) io
argomentavo che il Movimento deve urgentemente riformulare tutta la
sua strategia per ottenere un cambiamento reale, da cima a fondo, e
suggerivo quattro mosse. Senza di queste, avevo previsto pochi o
nulli risultati, e un'inevitabile sconfitta.
Tristemente, avevo ragione.

2) Abbiamo ora le prove indiscutibili che la maggioranza dei votanti
sceglie il suo candidato a seconda di una specie di attaccamento
psicologico preconcetto ad esso/essa, e non a seconda di ciò che
esso/essa hanno dimostrato nei fatti, come dimostra eloquentemente la
vittoria di Bush. Questo ha implicazioni profonde nel modo in cui
dovremmo continuare a combattere e sul modo in cui dovremmo
riformulare le nostre strategie per generare consenso sugli ideali di
sinistra.

Barnard


DA CHOMSKY A BARNARD

X-Sender: chomsky2 at po9.mit.edu (Unverified)
Date: Thu, 04 Nov 2004 20:19:47 -0500
To: Barnard <dpbarnard at libero.it> (by way of Noam Chomsky <chomsky at 
mit.edu>)
From: Noam Chomsky <chomsky at mit.edu>
Subject: Re: from Paolo Barnard

I don't quite agree with your interpretation.  Rather, I think what
happened, which tells us very little, is a triumph of the elite
attack on democracy, very powerful in the US, a step behind in most
of Europe.  So many letters about this that I had to write a form
response, below.

Noam

----------------------------------

Such a deluge of letters about this I'm reduced to a form response.

First, the basic facts. The population voted about 31% for Bush, 29%
for Kerry.  A few percent shift in vote would have meant that Kerry
won, telling us nothing significant about the electorate, or the
general situation.  Furthermore, issues of substance were as usual
kept out of the campaign.  About 10% of voters say their choice is
based on candidate's ""agendas/ideas/platforms/goals." The main issue
was qualities, leadership, personality, etc.  Furthermore, careful
public opinion studies, scarcely reported, reveal that majority
opinions on major issues do not even enter the political arena: both
parties reject them as "too far to the left" (what is "center" in
other industrial societies).  For Bush voters, polls show that the
main concerns were terrorism and "values"; for Kerry voters, economy,
health care, etc.  From that we learn only what we already knew: the
campaigns were designed to project an image of caring about
terrorism/values (Bush) or economy/heath care (Kerry).  But these
results tell us very little about whether voters approved of -- or
even knew much about -- the agenda/ideas/platforms/goals of the
candidates on these issues.  To answer that, further inquiry is
needed, and it shows that the majority of the population disapprove
of the methods used by Bush on terrorism, prefer a health care
program that does not enter the agenda of either party, etc.  What
would the results have been if the parties, either of them, had been
willing to articulate people's concerns, even on the issues they pick
as most important?  We can only speculate about that, but we do know
that it did not happen.

As for what to do next -- same as if there had been a slight shift in
voting and the election had come out the other way.


Non sono d'accordo con la sua interpretazione. Piuttosto, penso che quello che è accaduto, che ci dice peraltro molto poco, è il trionfo dell'attacco che le elites hanno portato alla democrazia, molto potente negli USA, ancora un passo indietro nella maggior parte d'Europa. Ho ricevuto così tante lettere su questo argomento, che mi sono trovato costretto a scrivere una risposta collettiva.

Noam


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Prima cosa i fatti. La popolazione ha votato al 31% per Bush e al 29% per Kerry. Uno spostamento di pochi punti in percentuale nel voto avrebbe sginificato la vittoria di Kerry, e questo non ci dice nulla di significativo sull'elettorato o la situazione in generale. Inoltre, le questioni più sostanziali sono state tenute come al solito fuori dalla campagna elettorale. Circa il 10% dei votanti sostiene che la sua scelta si basa sulla piattaforma/idee/programma del candidato. Il tema principale era la qualità, la leadership, la personalità, ecc. Inoltre, studi attenti dell'opinione pubblica, scarsamente pubblicizzati, rivelano che le opinioni della maggioranza sui temi più importanti non compaiono neppure nella discussione politica: entrambi i partiti le hanno rifiutate come "troppo di sinistra" (quello che è il "centro" in altre società industrializzate). I sondaggi dimostrano che per gli elettori di Bush le preoccupazioni principali erano il terrorismo e i valori; per gli elettori di Kerry erano l'economia, l'assistenza sanitaria, ecc. Da ciò impariamo solamente quello che già sapevamo: le campagne elettorali erano state progettate per proiettare una immagine di preoccupazione sul terrorismo/valori (Bush) o sull'economia/assistenza sanitaria (Kerry). Ma questi risultati ci dicono molto poco su quanto gli elettori approvassero, o persino conoscessero, la piattaforma/idee/programma dei candidati su tali questioni. Per rispondere a questo, occorre un'ulteriore indagine, e questo dimostra che la maggioranza della popolazione non approva i metodi usati da Bush contro il terrorismo, e preferisce un programma di assistenza sanitaria che non è compreso nei programmi di nessuno dei due partiti, ecc. Che cosa sarebbero stati i risultati se i due partiti fossero stati disposti ad articolare le preoccupazioni della gente? Anche solo sulle questioni che essi ritengono più importanti? Possiamo solamente fare delle ipotesi su questo ma sappiamo per certo che non è accaduto. Per quello che riguarda che cosa fare ora... le stesse cose da fare se ci fosse stato un leggero spostamento nel voto e l'elezione fosse andata in altro modo.


* * * *

Lascio a ciascuno di voi le riflessioni del caso, ma aggiungo
solamente una mia considerazione. Trovo inspiegabile che una mente
brillante come quella di Chomsky scelga, nella sua analisi, di
bypassare il fatto più clamoroso di queste elezioni, che, ribadisco,
è il fallimento sconcertante di quattro anni del più capillare sforzo
pubblico contro le destre che il mondo moderno abbia forse mai visto.
Dobbiamo ripensarci radicalmente, nei metodi di partecipazione
civile, pena l'irrilevanza completa. Le mie proposte per questo sono
contenute in "Per Un Mondo Migliore". Sono a vostra diposizione.

Grazie,

Barnard
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