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Taranto superbase navale. Appello del Comitato per il NO al rischio nucleare




Taranto superbase navale

nuovo avamposto bellico, nuovo cardine della militarizzazione europea, sentinella della guerra preventiva

Il comando di tutte le forze navali americane in Europa viene trasferito da Londra a Napoli.
Documenti ufficiali delineano il trasferimento del comando della VI Flotta Usa (dotata di mezzi a propulsione nucleare) da Gaeta a Taranto.
Taranto diventa la più grande base militare navale per il controllo del Mediterraneo, dei Balcani, del Medio Oriente.
Il 25 giugno Ciampi sarà a Taranto per inaugurare la base navale di Chiapparo in Mar Grande.
Una base grande 60 ettari di cui si ipotizza un ampliamento (a sud-est fino a raggiungere Marechiaro e a nord ovest fino alla Subfor
, in pieno centro cittadino).
La Stazione Torpediniere in Mar Piccolo rimane di riserva (se a Chiapparo non bastassero gli attracchi).
Di fatto abbiamo due basi navali e se ne ipotizza una terza di supporto logistico, tutta a stelle e strisce.
E’ in via di realizzazione il trasferimento a Mar Grande delle attività di pronto intervento dell’Arsenale Militare.
Sono in corso accordi per l’attracco di navi Usa nel porto commerciale (1° e 3° sporgente).
Taranto viene pertanto chiusa
-strozzata- sempre più da rilevanti insediamenti militari.
Da tempo sorge un'antenna molto alta nell'isola di San Pietro, la più grande delle due isole Cheradi. Ha scritto a questo proposito Carlo Mercuri sul Messaggero del 7 giugno 2004: "Sulle isole Cheradi, proprio di fronte a Taranto, esiste già un'antenna di 120 metri che collega la base navale italiana con la centrale Usa di San Diego in California". Il giornalista Pietro Romano su "Il Mondo" del 13 febbraio 2004 ha scritto che la nuova base navale di Taranto "potrebbe includere anche il centro di ascolto, ora a San Vito dei Normanni, che rientra nella rete Echelon".
La base di Chiapparo viene definita "Porto militare utilizzabile de tutte le marinerie, NATO e non" nonché "deposito USA e NATO".
Non siamo quindi in presenza di una base esclusivamente italiana ma di un insediamento inserito, mediante il sistema informativo militare
C4i del Pentagono, nella sfera di influenza statunitense.
E’ proprio vero quello che diceva il capo del governo: l'Italia è adesso il miglior alleato degli USA.
A Taranto acqua, aria e terra sono al centro di un irreversibile processo di inquinamento.
Un processo a cui non saranno estranee le radiazioni nucleari
, allargando il rischio ad un’area ben più ampia, comprendente almeno Puglia e Basilicata (Chernobyl docet). Senza contare che la gente viene volutamente tenuta all’oscuro dei rischi nucleari connessi.
E’ assolutamente falso che tutto questo porterà nuova occupazione e sviluppo economico: pochi si arricchiranno, mentre i lavoratori, i giovani e la intera popolazione subiranno soltanto aumenti del costo della vita, maggiore precarietà lavorativa, flessione delle iniziative produttive. Il rafforzamento della presenza militare porterà a un più alto, diffuso e capillare controllo sociale della zona (per proteggerci dal terrorismo, ci diranno). Nei fatti diminuiranno gli spazi democratici in tutti i settori della vita sociale, culturale, economica.
Sarà sempre più compromessa la già bersagliata salute dei tarantini.
Possiamo dire addio ad ogni progetto di valorizzazione delle risorse naturali.


L'inaugurazione di questa base non può e non deve avvenire nel silenzio di chi realmente ripudia la guerra. Dire no alla militarizzazione significa rifiutare lo sfruttamento, la predazione armata dei popoli.
Salutare in maniera augurale questo insediamento significa allontanare la pace, alimentare l’odio fra i popoli.  Il nostro è un no anche alla limitazione della democrazia attuato con l'esposizione dei civili a pericoli di cui non sono mai stati informati. Considerato che la base navale mette in discussione la sicurezza e la salute delle popolazioni, è giusto far sentire la voce del nostro dissenso.
L'appello a manifestare non è una semplice chiamata di area pacifista: Scanzano ci insegna che la mobilitazione della gente, dell’intera popolazione è la risposta vincente contro le più mostruose e arroganti prospettive che si aprono per il nostro futuro.


Venerdì 25 giugno, alle ore 9.00, il Comitato sarà davanti all'ingresso della base navale di Chiapparo per una ferma manifestazione di protesta, pacifica e colorata.

Lanciamo un appello perché tutti, donne, uomini, giovani, anziani, forze sociali, politiche e sindacali, strutture ed associazioni di base e auto-organizzate partecipino per esplicitare la loro netta opposizione a questi progetti di morte.

Porta la tua bandiera della pace

 Comitato per il NO al rischio nucleare e No ad ogni altro insediamento militare a Taranto                                          

Il Comitato per il NO al rischio nucleare e No ad ogni altro insediamento militare a Taranto è costituito da singoli cittadini e dalle associazioni  tarantosociale, Peacelink, Tarantoviva, Altrimondi, Legambiente, WWF, Pax Christi, Associazione per la Pace, ARCI, Attac, Oltre le barriere, Cobas, Slai Cobas, Chiesa Valdese.