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Giornata internazionale della "tolleranza zero" verso lemutilazioni genitali femminili: Amnesty International chiede misureefficaci



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:


Giornata internazionale della "tolleranza zero" verso le mutilazioni
genitali femminili:
Amnesty International chiede misure efficaci


Grazie per la cortese attenzione

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Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it

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Paola Nigrelli
Ufficio Stampa
Amnesty International - Sezione Italiana
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COMUNICATO STAMPA
CS16-2004


GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA "TOLLERANZA ZERO" VERSO LE MUTILAZIONI
GENITALI FEMMINILI: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE MISURE EFFICACI

In occasione della prima Giornata internazionale della "tolleranza zero"
verso le mutilazioni genitali femminili, Amnesty International ha rivolto
un appello a tutti i governi affinché siano adottate misure per garantire
effettiva protezione alle bambine.

"I governi hanno la responsabilità di proteggere l'integrità fisica e
mentale delle donne e delle bambine. L'azione nei confronti delle
mutilazioni genitali femminili deve far parte di un più ampio approccio
volto a proteggere le donne dalla violenza e ad affermare la loro
uguaglianza nella società" - ha dichiarato Debora Berti, del Coordinamento
donne di Amnesty International Italia.

Nella sua ultima riunione, nel febbraio 2003, il "Comitato interafricano
sulle pratiche tradizionali che incidono sulla salute delle donne e delle
bambine" (Iac) aveva adottato una Dichiarazione di "tolleranza zero" verso
le mutilazioni genitali femminili nel continente africano, con l'obiettivo
di "unire gli sforzi per discutere, riflettere e prendere decisioni sul
problema delle mutilazioni genitali femminili e ribadire l'impegno a
proteggere le donne africane da sistemi tradizionali e culturali che vanno
contro i diritti sessuali e riproduttivi delle donne nel continente".

Lo Iac aveva anche adottato un'Agenda comune per intensificare e coordinare
le azioni relative alle mutilazioni genitali femminili, pur nel rispetto
delle diversità dei vari soggetti coinvolti.

"La Dichiarazione e l'Agenda comune dello Iac sono segnali importanti della
volontà di eliminare le mutilazioni genitali femminili. Lo Iac dovrebbe ora
agire con decisione per stimolare i governi, gli organismi non governativi
e altri soggetti a coordinare gli sforzi per porre fine a queste, come ad
altre pratiche tradizionali dannose, che contribuiscono a perpetuare la
violenza contro le donne" - ha aggiunto Berti.

Ad oggi, sono solo 14 i paesi africani che hanno adottato leggi che
proibiscono le mutilazioni genitali femminili. Nonostante l'applicazione di
queste leggi sia ostacolata dalla pressione sociale a sottoporsi a questo
rituale, Amnesty International ritiene che la legislazione rappresenti un
importante strumento atto a creare un ambiente protettivo per le donne e le
bambine colpite e a rischio di mutilazioni genitali femminili.
L'associazione chiede ai governi africani di rafforzare queste leggi
attraverso iniziative che promuovano lo status delle donne, relativamente
ai diritti riconosciuti a livello internazionale e, in particolare, al
diritto alla vita, all'integrità fisica e alla salute.

Amnesty International chiede ai governi africani di rispettare gli obblighi
assunti all'atto della ratifica di strumenti internazionali quali la
Convenzione sui diritti dell'infanzia, la Convenzione per l'eliminazione di
tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Carta africana dei
diritti umani e dei popoli.

Amnesty International chiede inoltre a tutti i governi del continente di
ratificare il Protocollo aggiuntivo sui diritti delle donne in Africa,
adottato al Summit dell'Unione Africana svoltosi a Maputo nel luglio 2003.
Il Protocollo è il primo strumento internazionale a proteggere
espressamente i diritti riproduttivi delle donne e contiene una esplicita
richiesta di proibire per legge le mutilazioni genitali femminili.

Per mutilazioni genitali femminili si intendono tutte quelle pratiche che
prevedono la rimozione totale o parziale dei genitali esterni femminili o
altre ferite agli organi genitali femminili, per ragioni di tipo culturale
o religioso o per ulteriori motivi privi di carattere terapeutico.

Le mutilazioni genitali femminili sono praticate in 28 paesi africani e
anche in Indonesia e nello Yemen. Il fenomeno è in crescita in Europa,
Australia, Canada e Stati Uniti, soprattutto tra le comunità immigrate. Il
numero delle bambine e delle donne che hanno subito mutilazioni genitali
femminili è stimato tra i 100 e i 140 milioni. Ogni anno, altri due milioni
di bambine sono a rischio di subire questa pratica.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 6 febbraio 2004


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