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PRESIDENTE CIAMPI, ADESSO NON FERMIAMOCI!



ASSOCIAZIONE PEACELINK - www.peacelink.it

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PRESIDENTE CIAMPI, ADESSO 
NON FERMIAMOCI!
L'associazione PeaceLink invita il capo dello Stato a farsi garante della 
liberta' di informazione nel Paese.

Stimatissimo Presidente Carlo Azeglio Ciampi,

le scrivo a nome dell'associazione PeaceLink, un gruppo di volontari che 
dal 1991 produce gratuitamente informazioni sulla pace e i diritti umani, 
diffuse quotidianamente su internet.

La sua decisione di rinviare alle camere il disegno di legge sul riassetto 
del sistema radiotelevisivo ha ridato speranza a molti cittadini che ormai 
consideravano perduta la battaglia civile per una informazione libera da 
condizionamenti partitici, economici, affaristici, lobbistici e mafiosi.

Sappiamo che il suo gesto ha un valore puramente simbolico, perche' con 
ogni probabilita' la legge che lei ha giudicato incostituzionale in alcuni 
passaggi verra' approvata dopo gli opportuni ritocchi e aggiustamenti, 
perche' questo e' quello che prevedono le regole delle istituzioni.

Tuttavia la forza di questo simbolo e il valore del suo "no" ci aiutano a 
ritrovare la speranza di consegnare ai nostri figli un ambiente culturale, 
mediatico e cognitivo libero da tutte quelle forme di inquinamento mentale 
che sua moglie Franca ha efficacemente sintetizzato col nome di 
"televisione deficiente".

Dalle notizie di agenzia apprendiamo che nel messaggio inviato alle Camere 
per motivare il rinvio del ddl Gasparri lei ha espresso preoccupazione sul 
fenomeno della concentrazione del mercato pubblicitario a favore delle 
concessionarie televisive Sipra e Publitalia, comunicando il timore che "la 
radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della 
libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una liberta' che la Costituzione 
fa oggetto di energica tutela".

Purtroppo i problemi dell'appiattimento culturale del piccolo schermo e 
della concentrazione pubblicitaria non sono le uniche piaghe che affliggono 
la nostra informazione.

Negli ultimi anni abbiamo osservato impotenti l'aumento esponenziale delle 
tariffe postali che sta stroncando le piccole riviste distribuite solo su 
abbonamento, la progressiva estinzione delle librerie di quartiere, 
asfissiate dalle grandi catene come Feltrinelli e Mondadori, la concorrenza 
sleale delle riviste e dei libri che raggiungono i supermercati e gli 
autogrill danneggiando i piccoli editori che non possono permetterselo, 
l'impoverimento del panorama culturale dominato dai grandi gruppi 
editoriali Rcs, Caracciolo e Mondadori, le concentrazioni di poteri 
mediatici che non riguardano solo il presidente del Consiglio attualmente 
in carica, ma anche personaggi come Mario Ciancio, Francesco Gaetano 
Caltagirone, Cesare Romiti, Maurizio Costanzo, Bruno Vespa e molti altri, 
le leggi sull'editoria che penalizzano la piccola informazione libera e 
decentrata e forniscono provvigioni spropositate alle riviste di partito, 
le azioni legali operate a danno delle piccole "Tv di quartiere", ormai 
presenti a centinaia nel Paese, che aumentano la biodiversita' televisiva 
con programmi autogestiti e privi di pubblicita', la dubbia 
costituzionalita' di organismi come la Siae che operano la 
criminalizzazione della condivisione di musica e opere dell'ingegno senza 
scopo di lucro, l'approvazione della direttiva europea sul copyright che 
tutela unicamente il diritto al profitto di grosse aziende calpestando i 
diritti degli utenti e dei consumatori, i monopoli dell'informatica e delle 
telecomunicazioni che danneggiano la libera iniziativa economica, la palese 
censura operata su chi viene allontanato dagli schermi televisivi, la piu' 
subdola autocensura alla quale sono costretti anche nella stampa piu' 
progressista migliaia di giornalisti precari, i progetti di legge per 
obbligare i siti internet di informazione indipendente a registrarsi come 
testate giornalistiche, la crescente ingerenza degli inserzionisti 
pubblicitari nell'attivita' delle redazioni, la subalternita' dell'Italia 
all'economia e alla cultura statunitense in ambito cinematografico, 
discografico e informatico, la trasformazione delle notizie in propaganda 
militare durante le recenti azioni di guerra che hanno coinvolto 
direttamente o indirettamente il nostro Paese, la scomparsa dagli schermi 
televisivi delle informazioni sulle manifestazioni sindacali e pacifiste, 
la trasformazione del servizio pubblico televisivo in un'arena di scontro 
per la conquista del potere, dove la professionalita' dei giornalisti viene 
soffocata premiando il divismo e la piaggeria, mentre le legittime 
richieste dei cittadini e della societa' civile vengono sistematicamente 
ignorate.

Di fronte a tutto questo le chiediamo rispettosamente di non fermarsi e di 
spingere ancora piu' in la' la sua azione per garantire la liberta' di 
informazione e di espressione nel Paese, denunciando come ha gia' fatto in 
altre occasioni non solo le storture e le incostituzionalita' della legge 
Gasparri o di qualunque altra legge illiberale o incostituzionale, ma ogni 
limitazione del diritto a produrre e ricevere informazioni libere, un 
diritto che lei stesso ha definito "oggetto di energica tutela" da parte 
della nostra Costituzione Repubblicana.

La situazione eccezionale che le ho descritto le richiedera' una 
eccezionale dose di coraggio e di determinazione, ma nel cercare questo 
coraggio e questa determinazione deve sapere che avra' dalla sua parte quei 
milioni di cittadini italiani che vogliono continuare a pensare con la 
propria testa, liberi da condizionamenti di qualunque provenienza e colore 
politico.

Ringraziandola per l'attenzione che ci ha dedicato, le auguriamo buon lavoro.

Carlo Gubitosa
Associazione PeaceLink

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